Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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17.06.2013 Views

ende possibile di rispettare pienamente la libertà di altre persone di avere una diversa concezione del modo in cui loro devono morire) posso richiedere di spegnere le macchine a cui sto attaccato. Questo nel momento in cui mi succedesse una cosa di quel genere e fossi in uno stato vegetativo permanente, ed è in questo senso che si può chiamare in causa la libertà morale. L’idea che sia lo Stato a stabilire come tutti devono morire è un’idea che contiene un elemento di inaccettabile costrizione . Ciò significa riconoscere che ci sono alcune aree della nostra condotta sulle quali fino adesso lo stato ha preteso di legiferare, ma sulle quali lo Stato deve fare un passo indietro. La via non è qui quella di avere delle leggi e dunque non dovere essere costretti a opporsi a leggi che ci prevaricano invadendo la sfera della nostra libertà. Rispondendo ad ‘un’altra delle vostre domande è del tutto legittimo che noi, se una legge è ingiusta, ci impegniamo per farla cambiare. Naturalmente la legge va fatta cambiare secondo i metodi consentiti, quindi io eviterei una ribellione extralegale, se possibile. Noi siamo in uno stato democratico e le legge da noi vanno cambiate secondo la procedura parlamentare p con l’aiuto dei referendum . Personalmente ritengo, per esempio, che alcune delle leggi che in Italia ora riguardano la morte delle persone sono leggi che non consentono quel tipo di libertà individuale che alle persone si dovrebbe permettere. Però per cambiare queste leggi la via non è quella di buttare sassi. Il metodo corretto è quello di cercare di parlare , discutere, cercare di convincere le persone. Ritengo ci sia bisogno di leggi che permettano alle persone di essere più autonome rispetto al processo del loro stesso morire , perché siamo in una situazione differente rispetto al passato. Adesso c’è questa eventualità che prima non c’era, che noi si resti attaccati alle macchine decenni, non avendo più nessuna possibilità di andare a sentire musica, di leggere libri, neanche di percepire la realtà di un sorriso da chi te lo dà, perché non c’è più vita, non c’è più capacità di relazioni. Quando si è ridotti in queste condizioni mi sembra del tutto legittima la richiesta dello staccare le macchine. Un ‘altra persona che ha un’altra concezione della vita, certamente non sarà costretta chiedere di staccare le macchine. Ma ora in Italia una legge dello Stato impone che la richiesta di staccare le macchine non sia ricevibile Bisogna cambiare queste leggi e riuscire a fare capire alle persone che non c’è nulla di male se qualcuno decide per la propria fine della vita , questo non danneggia nessuno . L’autonomia morale come dice un filosofo inglese dell’Ottocento di cui vi invito a leggere i libri, John Stuart Mill, riguarda quella sfera di condotta di ciascuno di noi che riguarda se stesso, come la cura, la morte. Il problema è che le condizioni in cui noi ora viviamo e che sono al centro delle riflessioni bioetiche comportano un aumento delle situazioni nelle quali dobbiamo essere lasciati liberi di decidere liberamente in modo moralmente responsabile . Ciò significa che non possiamo certo affidarci alla “roulette russa”, ma che in certe condizioni alle persone responsabili, secondo me, le leggi di uno Stato devono dare la possibilità di decidere sulle loro vite: la cura, la morte e, secondo me, anche la nascita. Le questioni della nascita sembrerebbero molto più complicate, perché è chiaro che la nascita chiama in causa un’altra persona, chiama in causa le persone che devono nascere. Il problema fondamentale relativamente alla nascita, il punto decisivo che riguarda le scelte delle persone intorno alla nascita, qual è? Il requisito necessario è che coloro che fanno nascere le persone siano impegnate responsabilmente a farle crescere bene, a prendersene cura. E se questo è l’aspetto fondamentale, il modo in cui esse nascono è secondario, perché si può benissimo nascere naturalmente in una famiglia sposata con tutti i crismi della legge e pur tuttavia trovarsi in presenza di genitori che non si prendono alcuna cura dei loro figli, non sono in grado di capire che qui è in gioco una loro personale responsabilità morale, e se lo Stato educa a pensare che questa sfera è un’area di competenza delle leggi giuridiche non permette ai genitori di capire che è invece con la loro personale

esponsabilità morale che devono prendersi cura dei figli: una responsabilità che nessuna legge può sostituire o causare. Il problema delle scelte morali rispetto alla nascita è un problema che chiama in causa direttamente le responsabilità dei genitori ovvero di coloro che fanno nascere. Per cui l’idea che sia lo Stato a stabilire come, quando, perché si nasce, significa voler svuotare la figura dei genitori dalle responsabilità che sono loro proprie. Il che significa favorire quelle situazioni in cui i genitori non sono in grado di spiegare o giustificare perché hanno fatto nascere quelle persone, e comunque in alcun modo sono divenuti consapevoli che essi hanno il dovere di prendersi cura della loro prole. Bisogna dunque ben capire che una difesa a spada tratta della famiglia naturale può essere un modo per diffondere delle posizioni in cui i genitori si sentono sgravati delle responsabilità che sono loro proprie e si favoriscono così quelle condizioni assurde e inaccettabili in cui anche talvolta crescono coloro che sono nati nelle cosiddette famiglie naturali. Prestando un po’ di attenzione alla situazione italiana , di un Paese nel quale la famiglia naturale è garantita da tutti i crismi, mi sembra sia difficile non accorgersi che la famiglia, in quanto tale, in quanto forma vuota o solo giuridicamente determinata , non sia in alcun modo in grado di risolvere le difficoltà di fronte alle quali si trovano i giovani. Se ne può derivare che non è tanto il contenitore famiglia, quanto il rapporto tra genitori e figli il centro della questione: ciò che conta non è il fatto che uno è nato in un certo modo e in una certa situazione, quanto piuttosto il modo in cui i genitori si sono assunti la responsabilità di farlo nascere. Non è una legge che garantisce alle nuove generazioni qualcosa di più dell’eguaglianza davanti alla legge (su questo non si discute: siamo tutti uguali in quanto cittadini italiani, abbiamo tutti lo stesso riconoscimento di cittadini italiani), poniamo sul piano,della tranquillità, della serenità, della pace, della felicità della vita individuale. Torniamo con la mente a trent’anni fa, quando tutti nascevano attraverso la procreazione naturale: non c’erano nelle famiglie delle disgrazie, degli omicidi, dei criminali, non c’erano delle cose tremende? Ma pensate veramente che adesso vi siano e prima no? La tesi spesso fatta valere su queste cose, secondo la quale stiamo andando verso il peggio, mi sembra una tesi da vecchi , stanchi e delusi della vita. Non andiamo verso il peggio, non vorrei neanche dire che andiamo verso il meglio: secondo me andiamo come sempre siamo andati . E comunque, tornando a quello che colpisce i nostri vecchi ,gli ammazzamenti, etc., non creso si possa concludere che nelle vicende di cronaca nera che tanto ci colpiscono le persone che sono coinvolte siano tutte nate con tecniche complesse di procreazione artificiale. In realtà non sembra avere basi logiche l’idea che ciò che fa la differenza è se uno nasce con la procreazione artificiale o con la procreazione naturale. Ciò che fa la differenza nella nascita è il fatto che le persone si assumono responsabilmente la cura di coloro che nasceranno. Ed è molto, molto secondario il modo in cui nascono. Quest’idea che abbiamo qui da noi, che invece ciò che è molto importante è il modo significa svuotare come dicevamo la questione di ogni collegamento con la responsabilità morale. Se ciò che garantisce è solo e comune il modo naturale di procreazione , allora quando un bambino nasce in modo naturale, tutto andrà a posto. Ma le coste non stanno così. Tutto dipende dalla responsabilità morale dei genitori. Ma se la responsabilità morale è dei genitori, lo Stato si deve guardare bene dall’invadere questo campo con norme imposte dall’alto e con sanzioni e così facendo allevare generazioni e generazioni di genitori, i quali ritengono che tutta la loro responsabilità di fronte alla nascita sia limitata allo sposarsi davanti al sacerdote, in chiesa, o davanti a qualcun altro ufficiale pubblico. Se tutto dipende dal prendersi cura dei figli da parte dei genitori,e non dal modo di sposarsi, e non è neanche molto importante se sei coniugato ufficialmente o meno, l’importante è che tu ti prendi carico dei figli. Quindi il problema non sarà tanto di vietare forme di procreazione assistita in quanto innaturali, ma sarà piuttosto il caso di

esponsabilità morale che devono prendersi cura dei figli: una responsabilità che nessuna<br />

legge può sostituire o causare.<br />

Il problema delle scelte morali rispetto alla nascita è un problema che chiama in<br />

causa <strong>di</strong>rettamente le responsabilità dei genitori ovvero <strong>di</strong> coloro che fanno nascere.<br />

Per cui l’idea che sia lo Stato a stabilire come, quando, perché si nasce, significa voler<br />

svuotare la figura dei genitori dalle responsabilità che sono loro proprie. Il che significa<br />

favorire quelle situazioni in cui i genitori non sono in grado <strong>di</strong> spiegare o giustificare<br />

perché hanno fatto nascere quelle persone, e comunque in alcun modo sono <strong>di</strong>venuti<br />

consapevoli che essi hanno il dovere <strong>di</strong> prendersi cura della loro prole. Bisogna dunque<br />

ben capire che una <strong>di</strong>fesa a spada tratta della famiglia naturale può essere un modo per<br />

<strong>di</strong>ffondere delle posizioni in cui i genitori si sentono sgravati delle responsabilità che<br />

sono loro proprie e si favoriscono così quelle con<strong>di</strong>zioni assurde e inaccettabili in cui<br />

anche talvolta crescono coloro che sono nati nelle cosiddette famiglie naturali.<br />

Prestando un po’ <strong>di</strong> attenzione alla situazione italiana , <strong>di</strong> un Paese nel quale la famiglia<br />

naturale è garantita da tutti i crismi, mi sembra sia <strong>di</strong>fficile non accorgersi che la<br />

famiglia, in quanto tale, in quanto forma vuota o solo giuri<strong>di</strong>camente determinata , non<br />

sia in alcun modo in grado <strong>di</strong> risolvere le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> fronte alle quali si trovano i<br />

giovani. Se ne può derivare che non è tanto il contenitore famiglia, quanto il rapporto<br />

tra genitori e figli il centro della questione: ciò che conta non è il fatto che uno è nato<br />

in un certo modo e in una certa situazione, quanto piuttosto il modo in cui i genitori si<br />

sono assunti la responsabilità <strong>di</strong> farlo nascere. Non è una legge che garantisce alle nuove<br />

generazioni qualcosa <strong>di</strong> più dell’eguaglianza davanti alla legge (su questo non si <strong>di</strong>scute:<br />

siamo tutti uguali in quanto citta<strong>di</strong>ni italiani, abbiamo tutti lo stesso riconoscimento <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni italiani), poniamo sul piano,della tranquillità, della serenità, della pace, della<br />

felicità della vita in<strong>di</strong>viduale. Torniamo con la mente a trent’anni fa, quando tutti<br />

nascevano attraverso la procreazione naturale: non c’erano nelle famiglie delle<br />

<strong>di</strong>sgrazie, degli omici<strong>di</strong>, dei criminali, non c’erano delle cose tremende? Ma pensate<br />

veramente che adesso vi siano e prima no? La tesi spesso fatta valere su queste cose,<br />

secondo la quale stiamo andando verso il peggio, mi sembra una tesi da vecchi , stanchi<br />

e delusi della vita. Non an<strong>di</strong>amo verso il peggio, non vorrei neanche <strong>di</strong>re che an<strong>di</strong>amo<br />

verso il meglio: secondo me an<strong>di</strong>amo come sempre siamo andati . E comunque, tornando<br />

a quello che colpisce i nostri vecchi ,gli ammazzamenti, etc., non creso si possa<br />

concludere che nelle vicende <strong>di</strong> cronaca nera che tanto ci colpiscono le persone che<br />

sono coinvolte siano tutte nate con tecniche complesse <strong>di</strong> procreazione artificiale. In<br />

realtà non sembra avere basi logiche l’idea che ciò che fa la <strong>di</strong>fferenza è se uno nasce<br />

con la procreazione artificiale o con la procreazione naturale. Ciò che fa la <strong>di</strong>fferenza<br />

nella nascita è il fatto che le persone si assumono responsabilmente la cura <strong>di</strong> coloro che<br />

nasceranno. Ed è molto, molto secondario il modo in cui nascono. Quest’idea che<br />

abbiamo qui da noi, che invece ciò che è molto importante è il modo significa svuotare<br />

come <strong>di</strong>cevamo la questione <strong>di</strong> ogni collegamento con la responsabilità morale. Se ciò<br />

che garantisce è solo e comune il modo naturale <strong>di</strong> procreazione , allora quando un<br />

bambino nasce in modo naturale, tutto andrà a posto. Ma le coste non stanno così. Tutto<br />

<strong>di</strong>pende dalla responsabilità morale dei genitori. Ma se la responsabilità morale è dei<br />

genitori, lo Stato si deve guardare bene dall’invadere questo campo con norme imposte<br />

dall’alto e con sanzioni e così facendo allevare generazioni e generazioni <strong>di</strong> genitori, i<br />

quali ritengono che tutta la loro responsabilità <strong>di</strong> fronte alla nascita sia limitata allo<br />

sposarsi davanti al sacerdote, in chiesa, o davanti a qualcun altro ufficiale pubblico. Se<br />

tutto <strong>di</strong>pende dal prendersi cura dei figli da parte dei genitori,e non dal modo <strong>di</strong><br />

sposarsi, e non è neanche molto importante se sei coniugato ufficialmente o meno,<br />

l’importante è che tu ti pren<strong>di</strong> carico dei figli. Quin<strong>di</strong> il problema non sarà tanto <strong>di</strong><br />

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