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Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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cielo precede il trovarvisi, ossia che esiste un momento in cui l’uomo è «capace» <strong>di</strong> andare in Cielo, ma ancora non vi si trova – e<br />

quando vi si trova non ha più la capacità <strong>di</strong> andarvi.<br />

Ebbene, che cosa accade a proposito della tesi della Chiesa che l’essere umano è «una persona fin dal suo concepimento»?<br />

Accade qualcosa <strong>di</strong> analogo al <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> chi nega la «capacità» <strong>di</strong> andare in Cielo. Ve<strong>di</strong>amo.<br />

In quel suo intervento Sgreccia afferma che «la presenza <strong>di</strong> un’anima spirituale non può essere rilevata dall’osservazione <strong>di</strong><br />

nessun dato sperimentale». Quin<strong>di</strong> le scienze della natura non possono trovare l’anima nemmeno in quel dato sperimentale che è<br />

l’embrione. Altrimenti si verrebbe a sostenere quel che la Chiesa non ammette, cioè che lo spirito è un aspetto della materia (sperma<br />

e ovulo). Per la Chiesa, l’embrione è uomo solamente in quanto l’«anima spirituale» è in lui già in qualche modo esistente, ma<br />

l’«anima spirituale» «è creata <strong>di</strong>rettamente da Dio». Se la Chiesa non mobilita questo gigantesco volume <strong>di</strong> tesi filosofico-metafisicoteologiche<br />

non può sostenere che sin dal momento del concepimento l’embrione è già uomo. (Si capisce che in vista del referendum<br />

sulla legge 40 la Chiesa per non rompere con i laici che sostengono l’umanità dell’embrione eviti <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> quel gran<strong>di</strong>oso ma<br />

ingombrante bagaglio filosofico-teologico. Salvo errore, la parola «Dio» non compare mai negli articoli <strong>di</strong> monsignor Sgreccia <strong>di</strong><br />

recente pubblicati dal Corriere).<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà incominciano a questo punto. E riguardano il concetto <strong>di</strong> «capacità», in<strong>di</strong>cato all’inizio. Per entrare nel Regno dei<br />

Cieli, si <strong>di</strong>ceva, è necessario che, prima <strong>di</strong> entrarvi, l’uomo abbia avuto la «capacità» <strong>di</strong> entrarvi. Analogamente, per entrare nel regno<br />

della terra – cioè per incominciare a vivere come uomo – è necessario che qualcosa abbia avuto la «capacità» <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo, la<br />

capacità <strong>di</strong> entrare,come uomo, nel regno della terra. Ed è necessario che tale qualcosa abbia avuto questa «capacità» in un tempo<br />

precedente a quello del suo incominciare a esistere. Ma se si accetta la dottrina della Chiesa, questa «capacità» non può esistere.<br />

Infatti, se «fin dalla fecondazione» l’embrione ha un’anima spirituale (Sgreccia, Corriere, 14 febbraio), prima della fecondazione<br />

esistono, separati gli uni dagli altri il seme dell’uomo e l’uovo della donna, e, ancora più separata da essi, esiste la potenza con cui<br />

Dio crea l’anima spirituale dell’embrione. Ma il seme, così separato non ha la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo: ha solo la capacità <strong>di</strong><br />

unirsi all’ovulo – una capacità, questa, <strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo.<br />

Nemmeno l’ovulo, separato, ha la «capacità» <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo. E se per la Chiesa Dio ha la potenza <strong>di</strong> creare l’uomo, la Chiesa<br />

nega che Dio o qualcosa che gli appartenga abbia la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo – uomo, si ba<strong>di</strong>, che sia soltanto uomo, e non sia<br />

anche Dio, come Cristo.<br />

Infine, nemmeno l’unione dei gameti maschile e femminile ha la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo, perché tale unione concorre a<br />

costituire ciò che non è più soltanto capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo, ma è già uomo. (Stiamo parlando, infatti, della capacità che cessa<br />

quando è realizzata – e che Aristotele chiamava «potenza»).<br />

Sulla base del Magistero della Chiesa non può dunque esistere la «capacità» <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo. Ciò significa che nessun uomo<br />

può nascere! Poiché sulla base <strong>di</strong> quel Magistero è impossibile in<strong>di</strong>care quando e dove mai possa esistere la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

uomo, segue che è impossibile che degli uomini vengano ad esistere – segue cioè l’assurdo (...).<br />

(Emanuele Severino, La capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomo, in «Corriere della Sera», 24 febbraio 2005)<br />

Testo n. 27<br />

Mons. Elio Sgreccia: risposta a Emanuele Severino.<br />

(...) Il professor Severino scrive che non si può <strong>di</strong>mostrare che l’unione dello spermatozoo con l’ovulo nel momento della<br />

fecondazione <strong>di</strong>a inizio a un essere umano che si sviluppa come in<strong>di</strong>viduo e che ha il valore <strong>di</strong> persona; secondo il prof. Severino,<br />

affermare questo (cosa che io ho sostenuto in sintonia con tanti altri biologi, me<strong>di</strong>ci e filosofi, e in accordo con i documenti della<br />

Chiesa) è come affermare che l’uomo è «capace <strong>di</strong> entrare nel Regno dei Cieli».<br />

Severino se la prende con il concetto <strong>di</strong> «capacità», perché, a suo parere, sarebbe un «non senso»: se i due gameti prima <strong>di</strong> unirsi<br />

non sono già uomini non saranno mai «capaci» <strong>di</strong> dare origine a un uomo neppure dopo l’unione, a meno che non si chiami in causa<br />

Dio (cosa che io avrei omesso <strong>di</strong> ricordare)<br />

Non oso dare lezione al prof. Severino né in tema <strong>di</strong> filosofia né in tema <strong>di</strong> biologia. Però ho imparato che il biologo quando<br />

unisce in laboratorio il gamete maschile con quello femminile <strong>di</strong> un ratto ottiene un embrione <strong>di</strong> ratto, perché i due gameti hanno la<br />

capacità <strong>di</strong> generare un in<strong>di</strong>viduo-ratto allo sta<strong>di</strong>o embrionale, che poi si sviluppa e <strong>di</strong>viene adulto proprio perché esiste una capacità,<br />

una potenzialità che si attua nel momento della unione. Il passaggio dalla potenza all’atto nel vivente, per richiamare Aristotele,<br />

avviene per una forza intima, un principio vitale, un’anima. Il vivente è causa e fine <strong>di</strong> tutta la sua attività e anche del suo sviluppo, e<br />

questo per quel principio vitale che unisce tutti gli elementi interni e li orienta verso lo sviluppo <strong>di</strong> un ben preciso programma che<br />

caratterizza ogni in<strong>di</strong>viduo secondo la specie e le sue proprie note in<strong>di</strong>viduali. Il fenomeno vita è descritto così dai biologi, se non<br />

vado errato. Certamente questo fatto esige una causa prima e <strong>di</strong>stinta, il Dio Creatore, che ha creato l’universo e in esso la vita in<br />

tutte le sue forme, ma la causa prossima dello sviluppo del vivente è interna a esso e si attua quando esistono le con<strong>di</strong>zioni<br />

necessarie. La fecondazione è la con<strong>di</strong>zione necessaria perché la potenzialità presente nei gameti si attui nella vita dell’in<strong>di</strong>viduo.<br />

Nell’uomo il principio vitale è <strong>di</strong>verso rispetto a quello delle piante e degli animali perché esso provoca non solo la crescita<br />

biologica dell’in<strong>di</strong>viduo (come nella pianta) e gli conferisce la capacità sensitiva e <strong>di</strong> movimento (come nell’animale), ma gli dona la<br />

capacità <strong>di</strong> svolgere attività immateriali e spirituali quali il pensiero, la volontà e la coscienza morale. Per questo motivo <strong>di</strong><br />

superiorità dello spirito umano rispetto ai fattori biologici della generazione è legittimo affermare che l’anima spirituale è creata<br />

<strong>di</strong>rettamente da Dio, perché lo spirito non può derivare dalla materia biologica. Il Creatore interviene in ogni singolo uomo per<br />

costituirlo creatura umana dotata <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità specifica e superiore agli altri esseri viventi e non viventi. Questa conclusione è frutto sia<br />

della ragione sia, per i credenti, della rivelazione biblica.<br />

Che l’anima nell’embrione non si veda nell’imme<strong>di</strong>atezza, come ricorda il Magistero, è un dato <strong>di</strong> fatto, ma ciò non vuol <strong>di</strong>re che<br />

non esista o non sia spirituale; la sua presenza, infatti, si deduce dagli effetti che quell’essere vivente produce man mano che si<br />

sviluppa. Neppure l’intelligenza del filosofo si vede esteriormente, ma la si constata per i suoi ragionamenti e quell’intelligenza<br />

risiede nel principio vitale e spirituale che guida e sostiene lo sviluppo dell’in<strong>di</strong>viduo.<br />

Non sarà forse che al prof. Severino faccia <strong>di</strong>fficoltà questa spiegazione della capacità come potenzialità, per cui egli non si<br />

spiega il passaggio dalla potenza all’atto, dalla potenzialità allo sviluppo?<br />

Una spiegazione c’è: questo fatto esige la Causa prima, il Creatore.<br />

(Elio Sgreccia, Sgreccia: caro Severino, l’embrione è il dono <strong>di</strong> Dio all’uomo, in «Corriere della Sera», 9 marzo 2005)

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