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Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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tutta una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussioni su quella umana, la clonazione per gli animali è stata<br />

realizzata, e questo è il caso della pecora Dolly . La clonazione è stata realizzata e<br />

continua ad essere realizzata nei riguar<strong>di</strong> degli animali. Allora uno potrebbe porre la<br />

questione: ma, insomma, per gli animali è consentito tutto? Vi sono dei limiti che noi<br />

dobbiamo invece fissare per quello che riguarda la sperimentazione sugli esseri animali?<br />

Possiamo creare degli animali che sono metà topo e metà castoro? Possiamo creare delle<br />

nuove specie animali oppure no? Questo è , come abbiamo già detto , un tipico problema<br />

della bioetica in senso più ampio, ed è un problema che non ci potevamo porre<br />

ovviamente trent’anni fa.<br />

Esamino un altro caso, poi concluderò con tre tesi concettuali . L’altro caso,<br />

anch’esso molto trattato, riguarda la vita vegetale. Noi siamo in grado <strong>di</strong> creare,<br />

attraverso l’ingegneria genetica, degli organismi vegetali che sono o mo<strong>di</strong>ficati o<br />

completamente nuovi, sono appunto gli organismi geneticamente mo<strong>di</strong>ficati ovvero<br />

secondo la formula in suo gli OGM . Questa attività , nel modo in cui la si fa ora, creando<br />

in laboratorio delle forme <strong>di</strong> vita vegetale nuove, non si faceva, si faceva naturalmente<br />

in agricoltura: l’agricoltura era la realizzazione, attraverso una lunga serie <strong>di</strong> incroci, <strong>di</strong><br />

forme perfezionate <strong>di</strong> organismi vegetali si creavano nuove specie vegetali. Adesso<br />

invece si può creare senza <strong>di</strong>fficoltà un organismo vegetale nuovo in laboratorio. Cosa<br />

possiamo o dobbiamo fare? Lo dobbiamo fare o non lo dobbiamo fare? Alcuni <strong>di</strong>cono che<br />

sì, dobbiamo farlo. Perché? Perché se lo facciamo abbiamo la possibilità <strong>di</strong> realizzare<br />

una produzione quantitativa <strong>di</strong> cibo molto più elevata <strong>di</strong> quella che riusciremmo a<br />

realizzare con i mezzi naturali e quin<strong>di</strong> potremmo cercare <strong>di</strong> sfamare l’umanità, dato<br />

che siamo sei miliar<strong>di</strong> e mezzo <strong>di</strong> esseri umani. Tranne i settecento, ottocento milioni,<br />

tra i quali noi fortunati , <strong>di</strong> europei, il resto del mondo sono cinque miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> esseri<br />

umani: mentre voi siete fortunati, la sorte vi ha permesso <strong>di</strong> vivere in una società nella<br />

quale il vostro problema è se avere o non avere il telefonino a quin<strong>di</strong>ci anni, ci sono<br />

posti nei quali la gente muore <strong>di</strong> fame e in cui la vita me<strong>di</strong>a è trentacinque anni, non<br />

come da noi settantacinque. Voi siete fortunati, la sorte vi ha favorito e quin<strong>di</strong> avete più<br />

responsabilità, nel senso che dovreste occuparvi degli altri cinque miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> esseri<br />

umani, che forse mentre voi sarete in vita <strong>di</strong>venteranno otto miliar<strong>di</strong>, nove miliar<strong>di</strong>,<br />

forse <strong>di</strong>eci, perché il numero cresce enormemente. E allora cosa si fa? Si deve pensare<br />

che gli organismi geneticamente mo<strong>di</strong>ficati vanno fatti? Oppure invece ha ragione chi<br />

<strong>di</strong>ce: “No, perché se in realtà facciamo queste cose, badate, ci può essere un rischio per<br />

la salute delle persone, e poi ci sarebbero le multinazionali che controllerebbero il<br />

tutto”?<br />

Nell’enunciare questi problemi della bioetica, riba<strong>di</strong>sco che sono problemi su cui voi<br />

dovreste prendere posizione ( anche chi non lo fa esplicitamente finisce nel suo<br />

comportamento con sottoscrivere una qualche soluzione ), e l’unico modo per prendere<br />

posizione in modo adeguato è la riflessione e lo stu<strong>di</strong>o. Non prenderete posizione su<br />

questi problemi se vi fermate alla chiacchiera tra gli amici e alla fruizione dei<br />

programmi televisivi. Non vi formerete nessuna opinione perché vivrete in una realtà<br />

caratterizzata da una forte frammentazione e imme<strong>di</strong>atezza . Voi potrete formarvi<br />

l’opinione solamente se fermate le idee su un pezzo <strong>di</strong> carta;prendete dei libri, e su<br />

quelli vi fermate per qualche giorno, per qualche settimana. Questo hanno sempre fatto<br />

gli esseri umani da quando hanno inventato la scrittura. Quelli che lo hanno fatto <strong>di</strong> più<br />

leggendo sono stati i filosofi, qualche volta hanno un po’ ecceduto andando troppo<br />

avanti con le loro teorie, però la strada è quella.<br />

Su tutti questi problemi non entro nel merito, penso che le opinioni ciascuno se le<br />

debba fare per conto proprio e dunque vi invito a riflettere per proprio conto.<br />

Caratteristico della bioetica è la pluralità dei punti <strong>di</strong> vista, e personalmente ritengo che

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