Il dato che Sgreccia continua a sottolineare è il 96% <strong>di</strong> bambini da sacrificare, per un’irrisorio 4% <strong>di</strong> successi, se si considera il fatto che una donna deve a volte ripetere l’operazione. L’ultima tecnica è chiamata ICSI, essa consiste nella forzatura <strong>di</strong> uno spermatozoo in un ovulo: la fecondazione avviene ancora più contro natura, normalmente l’ovulo trova affinità con un determinato spermatozoo, attua una scelta. Con l’ ICSI la scelta è fatta dall’uomo, del tutto a caso e ciò fa aumentare la percentuale <strong>di</strong> malformazione nel nascituro. Per chiudere questa analisi scientifica, il Monsignore illustra le motivazioni della Chiesa per essere contraria alla fecondazione assistita; il cristiano attraverso la fede, che non sostituisce la ragione, è in grado <strong>di</strong> comprendere che quelle procedure che sostituiscono l’atto coniugale non sono lecite perché provocano la morte assolutamente inutile <strong>di</strong> molti esseri umani e <strong>di</strong>struggono il concetto <strong>di</strong> famiglia. Riccardo R.
crioconservazione degli embrioni, del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzazione degli embrioni non più vitali a fini <strong>di</strong> ricerca me<strong>di</strong>ca, del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ricorso alla fecondazione eterologa, anche quando sia l’unico rime<strong>di</strong>o all’infertilità del coniuge), che già aveva suscitato perplessità e critiche soprattutto da parte laica per la forte connotazione cattolica del progetto legislativo, 33 era stato concluso dalla votazione dell’11 <strong>di</strong>cembre 2003 al Senato, con la quale si approvava il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge preventivamente “blindato” 34 (con 169 voti favorevoli, 92 contrari, 5 astenuti), reso poi definitivo con l’ultima votazione alla Camera il 19 febbraio 2004. L’approvazione definitiva della legge sulla fecondazione assistita estende il <strong>di</strong>saccordo e le <strong>di</strong>scussioni dalle aule parlamentari alla società civile, creando due schieramenti <strong>di</strong> opposte tendenze, che si richiamano a visioni della vita e giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore assolutamente antitetici. Alla sod<strong>di</strong>sfazione del centrodestra e della Chiesa (la posizione della Chiesa, privilegiante il principio della sacralità della vita umana, rispetto alle complesse questioni della bioetica, ci sembra emblematicamente espressa dall’attuale Pontefice Benedetto XVI in un suo scritto apparso sulla «Civiltà Cattolica» nel 1991, testo n. 1; il card. Ratzinger è stato altresì l’estensore, nel 1987, del documento che ha ufficialmente fissato i principi del Magistero ecclesiale riguardo alla procreazione, Il rispetto della vita umana nascente e la <strong>di</strong>gnità della procreazione: concezione dell’embrione come persona fin dal momento del concepimento, condanna della <strong>di</strong>agnosi prenatale, degli interventi terapeutici e delle sperimentazioni che non rispettino la vita e l’integrità dell’embrione, condanna della produzione <strong>di</strong> embrioni umani a scopo <strong>di</strong> ricerca, della clonazione e della partenogenesi, condanna della procreazione artificiale eterologa e parziale rifiuto della omologa, testo n. 2) corrisponde la profonda irritazione delle opposizioni, culminata in aperte proteste e polemiche anche al loro interno. Si apre la battaglia per respingere la legge con l’iniziativa del referendum abrogativo promosso dai Ra<strong>di</strong>cali 35 e sostenuto dalle sinistre (Ds, Ver<strong>di</strong>, Pdci, S<strong>di</strong>, Rifondazione Comunista e parte della Margherita: vd. DARIA GORODISKY, Scontro sulla fecondazione, avanza il referendum, in «CdS», 12 <strong>di</strong>cembre 2003). Già il giorno successivo alla votazione in Senato dell’11 <strong>di</strong>cembre 2003 un commento del politologo Angelo Panebianco (ANGELO PANEBIANCO, Nel muro contro muro nessuno ha cercato i limiti ragionevoli, in «CdS», 12 <strong>di</strong>cembre 2003) rileva i limiti ideologici con cui si sono affrontati in Parlamento, sia da parte cattolica sia da parte laica, i problemi connessi alla procreazione assistita e malamente risolti con quella che a suo giu<strong>di</strong>zio è una cattiva legge: i cattolici hanno puntato a una sorta <strong>di</strong> revanche dopo le sconfitte sul <strong>di</strong>vorzio e l’aborto, i laici non hanno compreso che riven<strong>di</strong>care il totale <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scelta sul modo <strong>di</strong> avere figli porta rapidamente a forme <strong>di</strong> eugenetica (testo n. 3). Sullo stesso quoti<strong>di</strong>ano il filosofo Salvatore Veca stigmatizza, citando in un’intervista Locke e i padri del liberalismo, che il legislatore si sia <strong>di</strong>menticato in questa occasione <strong>di</strong> applicare il pluralismo («...quando si pongono questioni che chiamano in causa credenze sul significato della persona, della vita e della morte – i problemi ultimi delle nostre visioni etiche, religiose, culturali – il dato <strong>di</strong> fatto, piaccia o no, è quello del liberalismo. E tu, legislatore, non puoi fondarti su una credenza, quale che sia. So che è <strong>di</strong>fficile, ma devi aprire spazi <strong>di</strong> libertà a tutti, <strong>di</strong> “compossibilità” <strong>di</strong> scelta. Queste leggi non devono <strong>di</strong>re “tu devi” ma “se vuoi, puoi”; e fissare limiti in modo da non ledere la libertà <strong>di</strong> altri che non vogliono», intervista a Salvatore Veca <strong>di</strong> GIAN GUIDO VECCHI, Veca: la politica ha <strong>di</strong>menticato il pluralismo delle scelte, in «CdS», 12 <strong>di</strong>cembre 2003). Il giurista Stefano Rodotà nota che la legge approvata, intervenendo su un delicato problema <strong>di</strong> libertà <strong>di</strong> coscienza, statuisce principi non riconosciuti da tutti i citta<strong>di</strong>ni e appare pertanto con<strong>di</strong>zionata da un elevato tasso ideologico che inficia la sua accettazione sociale: sarebbe stato opportuno, per regolare una materia nella quale si scontrano valori confliggenti, ricorrere ad una normativa “leggera”, contemperando in un compromesso democratico il punto <strong>di</strong> vista dei laici e quello dei cattolici, o ad<strong>di</strong>rittura non legiferare affatto (STEFANO RODOTÀ, La bioetica tra leggi e ideologia, testo leggibile sul Sito Web Italiano per la Filosofia, all’in<strong>di</strong>rizzo www.lgxserver.uniba.it testo n. 4). 36 Chiara Valentini su «L’Espresso» apre il suo articolo, nel quale ricorda momenti poco decorosi del <strong>di</strong>battito parlamentare sulla proposta legislativa, lamentando che con l’avvento della legge 40 le donne italiane saranno tutte un po’ meno libere, anche le bambine delle elementari, che nel loro futuro «non avranno più il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> curare in modo civile quella malattia in continua crescita che è la sterilità» (CHIARA VALENTINI, L’utero non è più mio, in «L’E», 18 <strong>di</strong>cembre 2003, testo n. 5). 37 Daniela Minerva, sul medesimo settimanale, si chiede polemicamente se, approvando una legge che impe<strong>di</strong>sce la <strong>di</strong>agnosi preimpianto, non sia un Parlamento strabico quello che un giorno chiede <strong>di</strong> scoprire l’origine genetica delle malattie, come ha fatto ricevendo il 33 Come quelle espresse da PIERO OSTELLINO (Non isoliamoci dall’Europa, in «CdS», 4 <strong>di</strong>cembre 2003) secondo cui «tradurre i principi morali della religione – che dovrebbero riguardare solo la coscienza in<strong>di</strong>viduale – in <strong>di</strong>ritto pubblico è sempre pericoloso per la salute della democrazia liberale, sia perché riduce la libertà <strong>di</strong> scelta del non credente; sia perché mortifica persino il pieno esercizio del libero arbitrio da parte del credente». 34 Nell’imminenza della votazione in Senato il capogruppo <strong>di</strong> Forza Italia, sen. Renato Schifani, ha spe<strong>di</strong>to una lettera ai senatori azzurri, richiamando al rispetto della <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> partito. La <strong>di</strong>scussione sui 18 articoli del testo <strong>di</strong> legge, le <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> voto e il voto finale hanno avuto tempi contingentati, per volontà della maggioranza (vd. MONICA GUERZONI, Fecondazione, il governo accelera e blinda la legge, in «CdS», 10 <strong>di</strong>cembre 2003). 35 Tra i Ra<strong>di</strong>cali va ricordato il caso del presidente del partito, assurto a vero e proprio simbolo, Luca Coscioni, il quale, pur impe<strong>di</strong>to da una gravissima malattia, la sclerosi laterale amiotrofica, porta avanti con coraggiosa tenacia la sua battaglia contro la legge 40 in nome della libertà <strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> ricerca scientifica. Su Coscioni vd. il profilo <strong>di</strong> CESARE FIUMI, Voglio essere libero <strong>di</strong> guarire, in «Magazine», suppl. «CdS», n.3, 20 gennaio 2005, pp.8-13; vd. anche LUCA COSCIONI, Il referendum come impegno per il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> esistere <strong>di</strong>gnitosamente, in «Quaderni Ra<strong>di</strong>cali», n.90, marzo-aprile 2005, pp.55-57. 36 Un’accurata analisi della legge 40 rispetto al principio <strong>di</strong> eguaglianza e al criterio <strong>di</strong> razionalità che dovrebbe guidare le scelte del legislatore è in ALFONSO CELOTTO, La legge sulla procreazione me<strong>di</strong>calmente assistita: profili <strong>di</strong> costituzionalità, in La fecondazione assistita. Riflessione <strong>di</strong> otto gran<strong>di</strong> giuristi, pref. <strong>di</strong> Umberto Veronesi, I libri del Corriere della Sera, Milano 2005, pp.59-75. 37 Della Valentini vd. il saggio-inchiesta La fecondazione proibita, con pref. <strong>di</strong> Stefano Rodotà, Feltrinelli, Milano 2004.
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