Angelo di Verola - Parrocchia di Verolanuova

stelo in un deserto di erbacce.
Questa convinzione è anche un pensiero
liberatore: amare è resistenza
contro l’odio e la vendetta, che sono
forme croniche di risentimento che minano
alle radici ogni fiducia nell’umanità.
Il resistere al male facendo il bene riempie
di umanità la propria interiorità.
Etty “Non credo più che si possa migliorare
qualcosa nel mondo esterno,
senza prima aver fatto la nostra parte
dentro di noi. Il primato dell’interiorità
apre la via alla fraternità. Ci si sente
simili nella stessa miseria. Nel lager
viene spontaneo smettere di pensare,
annientare la memoria. I prigionieri
vivono schiacciati dal pensiero
della morte. Resistere è riprendere a
pensare e ricominciare a ricordare e
progettare un mondo nuovo diverso
dall’attuale. Il pensiero, il sentimento
e la memoria offrono la percezione di
quanto l’umanità sia più forte e più
bella della barbarie che cancella ogni
desiderio e svuota l’anima per annientare
il corpo”.
“Questa resistenza senza lotta ha il
suo fondamento e la sua spiegazione
nell’esperienza religiosa di Etty che
percepisce come una melodia custodita
dentro di sé e che la pone in armonia
con il mondo, un mondo che rotola
melodiosamente dalla mano di Dio”.
“La mia vita è un interrotto ascoltar
dal di dentro me stessa, gli altri e Dio.
E quando dico che ascolto dentro, in
realtà è Dio che ascolto dentro di me.
L’amore per Dio è tutt’uno con l’amore
dei fratelli: cercare e trovare Dio
negli altri. Amo così tanto gli altri perché
amo in ognuno un pezzetto di te
mio Dio. Ti cerco in tutti gli uomini e
spesso trovo in loro qualcosa di te. La
fraternità non rivela Dio al mondo ma
lo fa risorgere nel mondo disseppellendolo
dai cuori devastati di altri uomini.
Quindi dobbiamo essere di aiuto
a Dio ed io cercherò di aiutarti affinché
L’Angelo di Verola 43
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tu non venga distrutto dentro di noi.
L’unica cosa che possiamo salvare di
questi tempi, e anche l’unica che centri
veramente, è un piccolo pezzo di
te in noi stessi, mio Dio. È immorale
restare in silenzio. Resistere significa
denunciare, dare voce a chi non ha più
diritto di parlare”. ”Quando nel 1942 la
comunità religiosa, il Carmelo di Echt,
in Olanda, dove era stata inviata per
proteggerla dalle persecuzioni, decide
di mandarla in Svizzera per metterla
al riparo da una sempre più probabile
deportazione scrive alla madre generale”.
“Preferirei non fare più nulla
al riguardo, non si può acquisire una
vera “Scientia Crucis” se non vivendo
la croce fino in fondo al proprio essere”.
“La sofferenza per la lontananza
dai suoi fratelli non l’ha rinchiusa in se
stessa, ma l’ha aperta ancora di più a
piegarsi sul mondo che soffre accanto
e insieme a lei.
L’empatia con il suo popolo oppresso
le aveva fatto cogliere che gli ebrei che
muoiono nei campi di sterminio sono
tutt’uno con Cristo che muore per gli
uomini. Non si può amare la croce se
non si amano coloro che la vivono”.
Gruppo Missionario “Conoscerci”
verola missionaria