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Angelo di Verola - Parrocchia di Verolanuova

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verola missionaria<br />

le nostre rubriche<br />

“Capacità <strong>di</strong> comunicare:<br />

la resistenza delle donne”<br />

Un incontro<br />

all’Istituto Comboni<br />

<strong>di</strong> Brescia<br />

Il relatore prof. Paolo Boschini per introdurre<br />

al meglio l’argomento della<br />

serata “La resistenza delle donne, lotta,<br />

empatia e riconciliazione”, fa riferimento<br />

ad un brano <strong>di</strong> T. Karman, premio<br />

Nobel per la pace 2011.<br />

“Ho sempre creduto che la resistenza<br />

all’oppressione e alla violenza sia possibile<br />

senza far ricorso alla violenza e<br />

alla repressione. Ho sempre creduto<br />

che la civiltà umana sia il frutto dello<br />

sforzo sia degli uomini, sia delle donne.<br />

Così quando le donne vengono<br />

trattate ingiustamente e private del<br />

loro <strong>di</strong>ritto naturale in questo processo,<br />

vengono rese evidenti tutte le malattie<br />

sociali e le mancanze culturali,<br />

e alla fine la comunità tutta, uomini e<br />

donne ne soffre”. T.K.<br />

Paolo B. “Non per incupirci davanti alla<br />

barbarie umana e maschile, visto che<br />

siamo qui a tentare <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che cosa c’è<br />

oltre l’utopia, ecco una parola <strong>di</strong> speranza.<br />

La soluzione alle questioni femminili<br />

può essere raggiunta solamente<br />

in una società libera e democratica,<br />

nella quale l’energia umana venga liberata<br />

da donne e uomini insieme.<br />

La violenza, qualunque violenza, è tipica<br />

<strong>di</strong> una società e <strong>di</strong> una cultura che<br />

ha perso le proprie ra<strong>di</strong>ci e non sa più<br />

chi è, ne quale senso abbia il suo futuro.<br />

La resistenza, qualunque resistenza<br />

è la risposta <strong>di</strong> pochissime e pochissimi<br />

alla violenza: una risposta data<br />

nella speranza, senza sapere se vale<br />

davvero la pena <strong>di</strong> lottare. Questa sera<br />

42<br />

vorrei <strong>di</strong>rvi che la resistenza è donna,<br />

non solo donna, ma soprattutto donna<br />

e lo vorrei fare raccontandovi, o<br />

meglio farvi incontrare con la mistica<br />

compassione <strong>di</strong> Etty Hillesum, ebrea<br />

olandese, che sa impersonare la gratuità<br />

del resistere: la resistenza al buio,<br />

che è il linguaggio dello stare saldo<br />

nella speranza contro ogni speranza.<br />

Da Etty impariamo che comunicare<br />

valori <strong>di</strong> speranza non è un bel <strong>di</strong>scorso,<br />

ma una prassi <strong>di</strong> resistenza, spesso<br />

nel buio e nel silenzio <strong>di</strong> una vita tragica.<br />

Etty questa giovane intellettuale<br />

parte sempre da se stessa per capire e<br />

mo<strong>di</strong>ficare la realtà che la circonda. Di<br />

fronte alla sofferenza e alla persecuzione<br />

degli ebrei ci sarebbero delle scappatoie<br />

come il nascondersi, ma il suo<br />

senso interiore della realtà, la spinge a<br />

decidere <strong>di</strong> rimanere con gli altri e <strong>di</strong><br />

essere per loro quello che non siamo<br />

ancora in grado <strong>di</strong> essere. Questo coinvolgimento<br />

in prima persona la pone<br />

<strong>di</strong> fronte ad una scelta in<strong>di</strong>lazionabile.<br />

La sua resistenza è un mettersi personalmente<br />

in gioco è uno stile <strong>di</strong> vita<br />

quoti<strong>di</strong>ano. Bisogna però saper abbandonare<br />

le proprie preoccupazioni per<br />

pensare agli altri che amiamo, tenersi<br />

sempre a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> chiunque<br />

s’incontri per caso sul nostro sentiero<br />

e che abbia bisogno <strong>di</strong> noi.<br />

De<strong>di</strong>candosi ai suoi compagni <strong>di</strong><br />

sventura Etty si purifica <strong>di</strong> continuo<br />

dall’o<strong>di</strong>o, lo combatte dentro <strong>di</strong> sé per<br />

poterlo combattere anche negli altri.<br />

La pratica dell’amore le fa scoprire<br />

ogni giorno che anche nel generale clima<br />

<strong>di</strong> barbarie esistono ancora persone<br />

degne <strong>di</strong> questo nome e che continuano<br />

a credere nell’uomo anche se è<br />

una convinzione debole come un esile<br />

L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>

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