n. 1 gennaio/febbraio 2003 - inComunione
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PRIMO PIANO<br />
6<br />
Saluto cordialmente tutti.<br />
Sono qui per raccontarvi la mia storia.<br />
Ho 42 anni e da 9 anni sono una detenuta con una condanna<br />
a 15 anni di reclusione per un reato che preferisco tacere.<br />
Ho già espiato 9 anni, 4 ne ho espiati alla C.R.F. di Catania,<br />
città dove vivevo con la mia famiglia, mio marito e due figli, e<br />
città dove è stato consumato anche il delitto per cui sto pagando.<br />
Non chiedetemi e non chiedetevi perché una persona può<br />
arrivare a commettere simili gesti, i motivi possono essere tanti,<br />
le circostanze in cui uno si viene a trovare, momenti in cui la<br />
mente si annebbia e non si ragiona più; momenti di smarrimento<br />
di valori umani e morali; ognuno di noi ha la sua storia di<br />
fragilità, di debolezza, di male, di peccato, anche se nessun<br />
motivo può giustificare certi errori gravi.<br />
Purtroppo si prende coscienza di aver sbagliato dopo:<br />
quando è troppo tardi.<br />
Per fortuna c’è sempre la possibilità di ricominciare una<br />
nuova vita, perché cambiare si può.<br />
Ed è anche giusto pagare per gli sbagli.<br />
Ritorniamo alla mia storia; a 18 anni ho conosciuto l’uomo<br />
che dopo 3 anni sarebbe diventato mio marito; poi sono diventata<br />
madre di due figli.<br />
Io ho sempre conosciuto i valori autentici della vita, perché<br />
GEN-FEB<br />
2 0 0 3<br />
Ricominciare è possibile<br />
La testimonianza di una delle undici detenute<br />
della Casa Penale Femminile di Trani<br />
che hanno partecipato all’udienza del Santo Padre.<br />
i miei genitori fin da piccola me li avevano inculcati, ma<br />
purtroppo essi non hanno avuto il tempo materiale e necessario<br />
per farmi maturare fino in fondo quei valori che sono<br />
fondamentali nella vita.<br />
Il risultato è stato: a 18 anni un marito e un matrimonio<br />
sbagliato e tutta la mia vita fino a 33 anni sbagliata; l’unica<br />
cosa di cui sono stata sempre felice e mi ritengo fortunata in<br />
tutto questo mio sbaglio, sono i miei figli, loro sono l’unica cosa<br />
bella nel lato brutto della mia vita che ogni giorno in quegli<br />
anni stava precipitando sempre di più in un precipizio senza<br />
fondo.<br />
Per me i valori della vita erano essere una buona madre,<br />
una buona moglie e portare avanti la famiglia, perché mio marito<br />
era un nullafacente, era solo capace di essere un padre e un<br />
marito padrone e che durante la mia<br />
carcerazione ha incontrato un’altra<br />
donna con la quale ha formato<br />
un’altra famiglia. Capivo<br />
sinceramente che in quella mia vita<br />
c’era qualcosa che non andava, ma<br />
ero troppo impegnata<br />
materialmente con il lavoro, la casa,<br />
i figli e stanca fisicamente e<br />
psicologicamente per poter riflettere<br />
seriamente che cos’era che non<br />
andava, e quindi continuavo<br />
quotidianamente a vivere una vita<br />
sbagliata e arrabbiata.<br />
Poi un brutto giorno è iniziata<br />
per me una vita da trascorrere dietro<br />
le sbarre per tanti lunghissimi anni.<br />
Sono stata sempre cosciente e mi<br />
sono sempre assunta le mie<br />
responsabilità di ciò che ho<br />
commesso.<br />
E così da una vita piena 24 ore<br />
su 24 senza nemmeno il tempo di<br />
respirare, mi sono ritrovata<br />
improvvisamente ferma 24 ore su 24 e ho iniziato veramente a<br />
pensare e riflettere su tutta la mia vita.<br />
Più riflettevo e più cresceva in me rabbia, tanta rabbia e<br />
rancore verso tutti e tutto.<br />
In me c’era solo vuoto e disperazione.<br />
L’unica cosa che ho realizzato subito con concretezza è stata<br />
che questa mia carcerazione io non l’ho mai maledetta, al<br />
contrario: per me questa carcerazione è stata “una vera<br />
liberazione”; mi sentivo libera di parlare, di sorridere, di esprimere