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n. 1 gennaio/febbraio 2003 - inComunione

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Madre Teresa di Calcutta<br />

Il prossimo 19 ottobre sarà proclamata Beata<br />

Nel fitto dedalo di viuzze della metropoli bengalese di<br />

Calcutta, tra rumori assordanti dei tram scalcinati, campanelli<br />

di risciò e il vociare dei bimbi, nella Lower Circular Road, appare<br />

la Mother House, la casa-madre delle “Suore Missionarie<br />

della Carità”. Fuori la vita scorre veloce, dentro, invece, il tempo<br />

sembra fermarsi, cristallizzato in una specie di bolla rarefatta.<br />

Al piano terra c’è una cappella, semplice e disadorna, dove<br />

dal 13 settembre 1997, dopo i solenni funerali di Stato trasmessi<br />

in mondovisione, riposano le spoglie mortali di Madre Teresa,<br />

la “Santa della carità”, l’“Angelo dei poveri”. La cappella accoglie<br />

una tomba povera e spoglia, un blocco di cemento bianco<br />

su cui è stata deposta la Bibbia personale di Madre Teresa e una<br />

statua della Madonna con una corona di fiori al collo, accanto<br />

ad una lapide di marmo con sopra inciso, in inglese, un versetto<br />

tratto dal Vangelo di Giovanni: “Amatevi gli uni<br />

gli altri come io ho amato voi”. Pellegrini di<br />

ogni credo e ceto sociale, giungono da tutto il<br />

mondo per visitare la sua tomba, per pregare e,<br />

spesso, trovare una qualche risposta ai loro problemi<br />

esistenziali.<br />

Il prossimo 19 ottobre, in una cerimonia pubblica<br />

in Vaticano, Madre Teresa di Calcutta sarà<br />

proclamata Beata. Papa Giovanni Paolo II ha<br />

recentemente firmato i due decreti che autorizzano<br />

la beatificazione. Il primo riconosce che<br />

la religiosa albanese diede prova di “virtù eroiche”,<br />

il secondo, invece, riconosce l’autenticità<br />

del miracolo attribuitole: l’improvvisa ed inesplicabile<br />

guarigione da un tumore addominale<br />

di Moika Besra, una donna indiana di 30 anni.<br />

Madre Teresa arriva così alla gloria dell’altare<br />

in un tempo record; il processo di beatificazione<br />

è iniziato il 26 luglio 1999, grazie ad una deroga<br />

dalla normale prassi (non prima di cinque<br />

anni dalla morte del candidato), personalmente<br />

autorizzata dal Santo Padre.<br />

Madre Teresa di Calcutta, al secolo Agnes<br />

Gonxha Bojaxhiu, nacque il 27 agosto 1910 a<br />

Skopje, da Ganxhe e Drana Bojaxhiu. Terza di<br />

quattro figli (aveva due sorelle maggiori, cui poi<br />

si aggiungerà il fratello minore Lazar) di una benestante<br />

famiglia albanese cattolica, fu battezzata il giorno successivo.<br />

Frequentò la parrocchia di Cristo Re, dove faceva parte<br />

de “il Sodalizio”, un gruppo di preghiera e di aiuto alle<br />

missioni. Lì, all’età di dodici anni, incontrò dei padri Gesuiti<br />

che lavoravano nella lontana Calcutta, in India, che le parlarono<br />

per la prima volta delle Suore di Loreto. La vocazione<br />

missionaria che ne derivò la portò, il 26 settembre 1928, all’età<br />

di diciotto anni, insieme alla sua amica Betika Kanjc, ad affrontare<br />

un lungo viaggio in treno attraverso mezza Europa per rag-<br />

giungere a Rathfarnham, trenta chilometri da Dublino, nell’isola<br />

dell’Irlanda, la Casa generalizia dell’Istituto delle Suore di<br />

Nostra Signora di Loreto, ordine fondato nel XVI secolo.<br />

Dall’Irlanda partì per Darjeeling, ai piedi dell’Himalaya,<br />

dove per 28 mesi fece il noviziato, al termine del quale, il 24<br />

maggio 1931, emise i primi voti, prendendo il nuovo nome di<br />

suor Mary Teresa del Bambin Gesù (scelto per la sua devozione<br />

alla piccola Santa di Lisieux, canonizzata sei anni prima e proclamata<br />

“celeste patrona delle missioni”). La professione perpetua<br />

avvenne esattamente sei anni dopo, celebrata dall’allora<br />

Arcivescovo di Calcutta, mons. Perier. Sede del suo apostolato<br />

fu la St. Mary’s High School, a Entally, zona orientale di Calcutta,<br />

collegio femminile dove studiavano le ragazze delle famiglie<br />

cattoliche più facoltose della metropoli bengalese; inizialmente<br />

fu insegnante di Storia e<br />

Geografia, poi divenne direttrice.<br />

La sera del 10 settembre<br />

1946, mentre<br />

era in viaggio verso<br />

Darjeeling, per seguire<br />

degli esercizi spirituali,<br />

avvenne la svolta della<br />

sua vita: la chiamata di<br />

Dio a servire i più poveri<br />

tra i poveri. Stretta in un<br />

cantuccio dell’affollato vagone<br />

pensò alla folla di affamati,<br />

storpi, ciechi e<br />

lebbrosi che popolavano i<br />

marciapiedi di Calcutta. Al<br />

suo ritorno chiese all’Arcivescovo<br />

di Calcutta l’autorizzazione<br />

a lasciare la<br />

Congregazione per lavorare<br />

con i poveri; dopo una<br />

prima risposta negativa,<br />

l’anno successivo fu lo<br />

stesso papa Pio XII a concedergliela.<br />

Il 16 agosto 1948, suor<br />

Teresa lasciò la casa di<br />

Entally con 5 rupìe in tasca,<br />

rimanendo religiosa sotto<br />

l’obbedienza dell’Arcivescovo<br />

di Calcutta. Per 4 rupìe comprò un sari di cotone,<br />

la veste più comune e povera delle donne indiane: era di colore<br />

bianco bordato di azzurro e sulla spalla Teresa fissò una piccola<br />

croce. Salì poi su un treno per Patna, dove passò tre mesi presso<br />

la Medical Sisters, per apprendere rudimentali nozioni di medi-<br />

GEN-FEB<br />

2 0 0 3<br />

VITA ECCLESIALE<br />

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