n. 1 gennaio/febbraio 2003 - inComunione
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IL PERCORSO<br />
DELLA CRESCITA<br />
La sintesi del terzo capitolo dei risultati della<br />
verifica tra gli educatori della Diocesi, curata<br />
da Marianna Pacucci e Don Vito Orlando,<br />
sociologi ed esperti della condizione<br />
giovanile, e realizzata in vista della missione<br />
dei giovani per i giovani<br />
È stato chiesto agli educatori di valutare un percorso di<br />
crescita attento alla realtà e alla sensibilità dei ragazzi nel recepire<br />
gli stimoli provenienti dall’esterno. Si parla di “un’etica della<br />
complessità”. Molte indagini hanno verificato che il mondo giovanile<br />
è particolarmente recettivo nei confronti dei cambiamenti,<br />
ma spesso incapace di reagire ad essi. Guardarsi attorno e capire<br />
meglio le difficoltà del proprio mondo è un modo per maturare<br />
un effettivo senso di responsabilità sugli impegni quotidiani.<br />
Conoscere il significato, il valore della propria esistenza significa<br />
muoversi con sicurezza. Per sentirsi cittadini del mondo bisogna<br />
sentire di avere le radici ben salde da qualche parte. Comprendere<br />
la realtà in cui si vive può consentire migliore consapevolezza<br />
circa le difficoltà che deve affrontare oggi il mondo giovanile.<br />
Alcune indagini hanno evidenziato da parte dei giovani<br />
una fuga dalle proprie responsabilità. Fra gli educatori intervistati<br />
circa il 62,3% si sente sollecitato nel coadiuvare il senso di<br />
responsabilità dei ragazzi. Quindi importante diventa nella vita<br />
degli educatori accompagnare i giovani all’assunzione di responsabilità.<br />
In questo conta molto la continuità educativa.<br />
Una ricerca del CENSIS per conto dell’Osservatorio Europeo<br />
dei Giovani è stata intitolata “Giovani lasciati al presente” in<br />
quanto ha come obiettivo quello di porre l’attenzione sugli aspetti<br />
significativi della vita dei giovani, evidenziando lo scarso impegno<br />
degli adulti a favore dei giovani senza trasmettere il giusto<br />
significato e senso della vita, lasciandoli dunque allo sbaraglio. I<br />
risultati mostrano chiaramente che ciò<br />
che incombe sui giovani è il presente, i<br />
ricercatori si sforzano, invece, di evidenziare<br />
che bisogna imparare a leggere<br />
il futuro. Non si tratta solo di vedere<br />
le scelte che fanno per il passaggio alla<br />
vita adulta, ma il cammino, il processo<br />
che è ormai senza tappe. Si diventa grandi<br />
con la consapevolezza che si sta percorrendo<br />
una strada verso la maturità.<br />
Il futuro è quindi il frutto di tutto questo<br />
percorso di crescita segnato dalla volontà<br />
di realizzarsi, mettendo fuori tutte<br />
le capacità ed energie per una vera autonomia.<br />
Rimane sospeso il supporto nel<br />
guidare i giovani a fare scelte, non pregiudicando<br />
la loro personalità. Altre indicazioni sul modo di elaborare<br />
il proprio futuro da parte delle nuove generazioni lo offre<br />
il Quinto rapporto IARD, secondo il quale i giovani hanno una<br />
certa consapevolezza del proprio futuro, ma il presente li obbliga<br />
a scelte indeterminate. Anche quando si è domandato ai giovani<br />
della Diocesi che frequentano i percorsi formativi se guardassero<br />
oltre il presente o oltre la loro giovinezza, hanno confermato l’incertezza.<br />
Solo il 25,8% dei ragazzi affermano di porre l’attenzione<br />
oltre la quotidianità. Il 57,3% si sofferma raramente sul futuro<br />
e il 15,7% non ci pensa mai.<br />
Gli educatori distinguono 4 orientamenti fondamentali:<br />
a. Un futuro con non poche preoccupazioni e paure<br />
b. Un futuro segnato da incertezze<br />
c. Un futuro sereno e tranquillo<br />
d. Rassegnati agli eventi incontrollabili<br />
Nonostante si è detto che poter contare su qualcuno e avere<br />
ideali sono i fattori principali per un rapporto sereno con il futuro,<br />
purtroppo si deve rilevare che coltivare il senso del futuro è<br />
fra gli impegni meno curati.<br />
Comunque è certo che, sia nel confronto con la realtà che<br />
nella proiezione sul futuro, i giovani non riescono ad esprimere<br />
le loro migliori risorse se manca un accompagnamento opportuno<br />
a realizzare bisogni e desideri.<br />
Ciò chiama in causa il mondo degli adulti i quali non possono<br />
fuggire dalla loro responsabilità. Hanno il dovere di capire e di<br />
agire non possono accontentarsi solo di ascoltare.<br />
Affrontare il futuro significa contare su persone che ci vogliono<br />
bene. I giovani lo sentono prima istintivamente, poi man<br />
mano che crescono, guardano con maggiore disponibilità a ciò<br />
che la comunità dei grandi<br />
offre loro.<br />
Qui si inserisce la meditazione<br />
degli educatori<br />
ecclesiali che possono<br />
smontare le diffidenze<br />
giovanili e colmare la frattura<br />
fra società religiosa e<br />
civile. La corresponsabilità,<br />
cioè la responsabilità<br />
condivisa e solidale, è il<br />
valore che consente ai giovani<br />
di spalancare con serenità<br />
le porte del futuro.<br />
Carmen Filannino<br />
GEN-FEB<br />
2 0 0 3<br />
GIOVANI<br />
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