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Come si gestisce la tracheostomia nel bambino - Evidence-Based ...

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essere ritardata senza ecces<strong>si</strong>vi inconvenienti poiché il <strong>bambino</strong> dimostra una migliore tolleranza verso<br />

l’intubazione nasotracheale in virtù di una maggiore facilità di model<strong>la</strong>mento delle cavità nasali sul tubo e<br />

di una maggiore p<strong>la</strong>sticità del tubo rispetto ad uno analogo per l’adulto, dato lo spessore re<strong>la</strong>tivamente<br />

minore delle pareti. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico del<strong>la</strong> TLT nei pazienti pediatrici, vi sono delle<br />

differenze rispetto all’adulto: in primo luogo <strong>si</strong> deve utilizzare esclu<strong>si</strong>vamente <strong>la</strong> tecnica base, con il<br />

tracheoscopio rigido, per prevenire il col<strong>la</strong>bimento del<strong>la</strong> trachea e le le<strong>si</strong>oni causate dall’ago. Tutte le<br />

varianti sono decisamente scon<strong>si</strong>gliate;<br />

– impiegare un tracheoscopio metallico (o uno strumento equivalente come un broncoscopio o un cistoscopio<br />

ecc.), per <strong>la</strong> maggior sottigliezza delle pareti e il maggior diametro interno. Poiché tali strumenti non sono<br />

dotati di cuffia, è con<strong>si</strong>gliabile l’utilizzo di strumenti di calibro adeguato per limitare <strong>la</strong> perdita d’aria<br />

durante <strong>la</strong> venti<strong>la</strong>zione artificiale;<br />

– è pos<strong>si</strong>bile usare il cono-cannu<strong>la</strong> 4.5 mm I.D. per un’ampia gamma di pazienti, con età compresa tra pochi<br />

me<strong>si</strong> e quattro anni. Questo può rappresentare un passo intermedio prima dell’inserimento di una cannu<strong>la</strong><br />

più consona al calibro del<strong>la</strong> trachea quando lo stoma è stabilizzato;<br />

– dopo <strong>la</strong> rimozione del tracheoscopio, <strong>la</strong> venti<strong>la</strong>zione va continuata, previo inserimento di un catetere <strong>nel</strong><br />

terzo inferiore del<strong>la</strong> trachea. L’attuale nostro orientamento è <strong>la</strong> venti<strong>la</strong>zione manuale a bassa frequenza,<br />

praticata con piccoli palloni a bassa compliance per poter erogare un volume corrente ridotto con pres<strong>si</strong>oni<br />

sufficienti a superare le re<strong>si</strong>stenze elevate del catetere. Il metodo jet è ugualmente efficace ma può<br />

essere utilizzato con <strong>si</strong>curezza soltanto con apparecchi appo<strong>si</strong>ti se <strong>si</strong> vuole evitare il rischio di accidentali<br />

sovradisten<strong>si</strong>oni polmonari;<br />

– il supporto respiratorio va mantenuto durante tutta <strong>la</strong> procedura. Partico<strong>la</strong>re attenzione <strong>nel</strong><strong>la</strong><br />

rego<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> venti<strong>la</strong>zione va posta nei pazienti pediatrici con grave compromis<strong>si</strong>one cardio-polmonare<br />

e tendenza ad una rapida desaturazione. Durante <strong>la</strong> venti<strong>la</strong>zione di tali pazienti, bisogna stare molto<br />

attenti a evitare l’iperdisten<strong>si</strong>one del polmone da ostacolo all’espirarazione <strong>nel</strong><strong>la</strong> fase del passaggio del<br />

cono-cannu<strong>la</strong> attraverso <strong>la</strong> <strong>la</strong>ringe; <strong>Come</strong> con<strong>si</strong>derazione finale, pos<strong>si</strong>amo affermare che <strong>la</strong> <strong>tracheostomia</strong>,<br />

comunque venga eseguita, è sempre un atto medico delicato ed impegnativo, non un intervento minore da<br />

affrontare con superficialità. Questa con<strong>si</strong>derazione vale partico<strong>la</strong>rmente per i bambini, il cui trattamento<br />

deve essere riservato a centri qualificati, dove i pazienti più piccoli possono trarre vantaggio, <strong>nel</strong> periodo<br />

post-operatorio, da un nur<strong>si</strong>ng accurato, fattore questo molto importante <strong>nel</strong><strong>la</strong> prevenzione delle più<br />

comuni complicanze, dalle decannu<strong>la</strong>zioni accidentali alle le<strong>si</strong>oni cicatriziali tardive <strong>la</strong>ringotracheali.<br />

COMPLICANZE POSTOPERATORIE<br />

Per il <strong>bambino</strong> sottoposto a trcheostomia questo è un momento partico<strong>la</strong>rmente delicato. L’as<strong>si</strong>stenza<br />

postoperatoria ha un’influenza pari, se non maggiore, del<strong>la</strong> tecnica tracheostiomica sul<strong>la</strong> comparsa e<br />

gravità delle re<strong>la</strong>tive complicanze. Anche se sembra superfluo bisogna ricordare che il ricovero in terapia<br />

inte<strong>si</strong>va o meglio in rianimazione è indispensabile in quanto:<br />

• il <strong>bambino</strong> tracheostomizzato (come già accennato) perde il freno espiratorio fi<strong>si</strong>ologico<br />

del<strong>la</strong> <strong>la</strong>ringe e perciò va incontro ad una progres<strong>si</strong>va perdita di volume del polmone,<br />

partico<strong>la</strong>rmente rapida nei pazienti più piccoli. Si formano delle ateletta<strong>si</strong>e che <strong>si</strong>mu<strong>la</strong>no<br />

complicanze infettive, verso le quali possono in seguito evolvere se il parenchima non viene<br />

rapidamente disteso. La respirazione con l’au<strong>si</strong>lio di respiratori diventa obbligatoria.<br />

• I gas respirati devono essere adeguatamente riscaldati ed umidificati con apparecchi<br />

appo<strong>si</strong>ti. Infatti altra conseguenza, meno conosciuta, ma forse più pericolosa, è dovuta al<strong>la</strong><br />

di<strong>si</strong>dratazione delle piccole vie aeree del <strong>bambino</strong> ed al<strong>la</strong> loro conseguente ostruzione<br />

diffusa che porta immancabilmente al col<strong>la</strong>sso alveo<strong>la</strong>re da riassorbimento.<br />

Partico<strong>la</strong>rmente evidente <strong>nel</strong> neonato prematuro, dove un’interruzione accidentale di poche<br />

ore del<strong>la</strong> climatizzazione dei gas può provocare <strong>la</strong> trasformazione di un quadro radiologico<br />

normale in un quadro tipico dell’ARDS.<br />

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