Analisi e sintesi dei gesti comunicativi per gli - Maurizio Mancini
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Capitolo II, Stato dell’arte<br />
Alla base di tutto ci sono i <strong>gesti</strong> di tipo beat (vedi capitolo I) che sono quindi i meno<br />
importanti nel senso che non esistono vincoli particolari <strong>per</strong> i quali devono essere<br />
generati. I <strong>gesti</strong> ridondanti riguardano l’obbiettivo principale (goal) della conversa-<br />
zione al quale di solito più di un gesto viene dedicato da chi parla. I <strong>gesti</strong> comple-<br />
mentari sono riferimenti a obbiettivi secondari, che sono obbiettivi di contorno a<br />
quello principale e che concorrono a specificarlo me<strong>gli</strong>o. Come si vede i <strong>gesti</strong> com-<br />
plementari hanno la priorità sui <strong>gesti</strong> ridondanti, e come ultima possibilità vengono<br />
lasciati i <strong>gesti</strong> beat.<br />
L’agente REA è in grado di capire e sintetizzare informazioni sia proposizionali che<br />
interattive, consente un input e un output multimodale, tiene in considerazione la<br />
temporizzazione. Vediamo com’è strutturato il modello su cui è basato:<br />
L’Input Manager racco<strong>gli</strong>e e codifica l’input proveniente dall’utente attraverso il parla-<br />
to, i <strong>gesti</strong>, lo sguardo. L’Hardwired Reaction comanda eventuali reazioni veloci che<br />
l’agente deve avere in conseguenza di stimolazioni come ad esempio lo spostamento<br />
dell’utente nell’ambiente in cui si svolge il dialogo. Il modulo Deliberative Discourse<br />
Processing interpreta i vari input dell’utente in modo appropriato. Nell’introduzione<br />
era questo l’oggetto che avevamo chiamato mente dell’agente.<br />
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