Analisi e sintesi dei gesti comunicativi per gli - Maurizio Mancini
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Capitolo I, Gesti <strong>comunicativi</strong><br />
<strong>per</strong> sollevare un’obiezione e così via. Quindi quando si dice che la conversazione è<br />
“sincronizzata” non si intende dire che le <strong>per</strong>sone necessariamente prendono la pa-<br />
rola una dopo l’altra, ma che lo svolgimento stesso della conversazione contiene una<br />
parte dell’informazione. Ad esempio, se durante un dibattito molto acceso e dai toni<br />
forti (<strong>per</strong> esempio in politica) più <strong>per</strong>sone parlano contemporaneamente e le loro<br />
parole si sovrappongono, questo contribuisce ad aumentare la sensazione di tensio-<br />
ne ed altera lo stato emotivo <strong>dei</strong> presenti.<br />
I.1.1 Proposizione e interazione<br />
Tutto quello che viene comunicato durante una conversazione può essere distinto<br />
tra ciò che effettivamente serve <strong>per</strong> esprimere il proprio pensiero (contenuto proposi-<br />
zionale) e ciò che serve a regolare l’andamento della conversazione (contenuto interat-<br />
tivo).<br />
Le informazioni proposizionali vengono fornite da chi parla <strong>per</strong> raggiungere<br />
l’obbiettivo della conversazione. In generale una <strong>per</strong>sona parla con un’altra <strong>per</strong>sona <strong>per</strong><br />
spiegare qualcosa che a lei è nota ma che è più o meno sconosciuta <strong>per</strong> chi ascolta.<br />
Quindi chi parla ha chiaro nella sua mente qual’è l’obbiettivo della conversazione e<br />
il suo scopo e’ quello di trasferire queste informazioni nella mente dell’ascoltatore<br />
utilizzando tutti i canali <strong>comunicativi</strong> a cui abbiamo già più volte accennato (parole,<br />
sguardo, <strong>gesti</strong>, ecc). I <strong>gesti</strong> prodotti <strong>per</strong> scopi proposizionali sono quindi quelli ad<br />
esempio che servono a spiegare forme (con le mani si descrive nello spazio la forma<br />
di un oggetto a cui si fa riferimento), che indicano qualcosa (anche in senso astratto,<br />
indicando verso il basso dicendo <strong>per</strong> esempio “…in questo contesto…”) e così via.<br />
Le informazioni interattive servono invece a modificare in continuazione<br />
l’andamento della conversazione. I piccoli movimenti della testa che si compiono<br />
mentre l’interlocutore sta parlando e che significano “ho capito, vai pure avanti”,<br />
oppure brevi esclamazioni come “uh?”, o il sollevamento del braccio con il palmo<br />
della mano rivolto in avanti che serve <strong>per</strong> interrom<strong>per</strong>e chi sta parlando.<br />
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