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n. 18 - gennaio / febbraio 2011 - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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Direttore: Padre Renzo Bertoli - Direttore responsabile: Padre Claudio Truzzi<br />

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano n. 124 del 16/3/2009<br />

Ciclostilato in proprio<br />

<strong>febbraio</strong>/marzo<br />

Parola di Parroco<br />

Alcune riflessioni<br />

Cammino di catechesi<br />

San Giuseppe: l’uomo che custodì il mistero<br />

Celebrazioni<br />

17 <strong>gennaio</strong> <strong>2011</strong> Giornata dell’Ebraismo<br />

25 marzo <strong>2011</strong> Solennità dell’Annunciazione del Signore<br />

In parrocchia: al servizio della vita<br />

Adolescenti e religione<br />

Il Gruppo della San Vincenzo<br />

Un Centro di ascolto al servizio della vita<br />

In parrocchia<br />

La Schola Gregoriana ‘Gaudium cantici’<br />

<strong>18</strong>/<strong>2011</strong><br />

in <strong>PARROCCHIA</strong><br />

PERIODICO DELLA <strong>PARROCCHIA</strong> DEL <strong>CORPUS</strong> <strong>DOMINI</strong>


PAROLA DI PARROCO<br />

Alcune riflessioni<br />

Il Santo Padre Benedetto XVI nel discorso di fine anno ha detto: “A conclusione di questo anno civile, ringraziamo il<br />

Signore per tutto quello che ci ha donato... e iniziamo l’anno nuovo con un rinnovato slancio e impegno a difesa<br />

della Vita, e in modo particolare a quella nascente” e nella preghiera universale recitata in Basilica di San Pietro<br />

durante la Celebrazione Eucaristica del Santo Natale ha chiesto pregando: “Il Signore, per intercessione dei santi<br />

Profeti, ispiri nei credenti e negli uomini di buona volontà il rispetto della dignità della persona umana dal concepimento<br />

fino alla morte naturale”.<br />

I mesi di <strong>febbraio</strong> e marzo sono ricchi di ricordi in favore della vita e della dignità umana: festa della famiglia, festa<br />

per la vita, l’8 marzo la festa della donna, il 19 marzo san Giuseppe (festa del papà) e soprattutto il 25 marzo<br />

l’Annunciazione del Signore che, come ci insegna il papa Benedetto XVI: “Egli è veramente ‘disceso’, entrato nel<br />

mondo, diventato uno di noi per attrarci tutti a sé. Questo bambino è veramente l’Emmanuele - il Dio-con-noi… In<br />

ogni generazione Egli costruisce il suo regno dal di dentro, a partire dal cuore. Ma è anche vero che ‘il bastone<br />

dell’aguzzino’ non è stato spezzato. Anche oggi marciano rimbombanti i calzari dei soldati e sempre ancora e sempre<br />

di nuovo c’è il ‘mantello intriso di sangue’ (Is. 9,3s).”. Tuttavia, Egli “inaugura per noi l’essere in comunione con Dio.<br />

Egli crea la vera fratellanza” e “ci ama affinché noi possiamo diventare persone che amano insieme con Lui e così<br />

possa esservi pace sulla terra”.<br />

La nostra parrocchia si è messa a servizio della vita attraverso varie modalità come il gruppo della San Vincenzo che<br />

garantisce sul territorio una presenza nelle case di chi è solo, portando un po’ di aiuto e compagnia alle persone che<br />

soffrono di solitudine perché anziane, o malate, o abbandonate; il nuovo Centro di ascolto che offre con il lavoro in<br />

rete, collegandosi e collaborando con le altre realtà presenti nel territorio e nella città, la possibilità di ascoltare le<br />

necessità delle persone affinché esse possano usufruire di tutte quelle risorse che la comunità offre per risolvere i loro<br />

problemi; il Gruppo missionario che, attraverso le adozioni a distanza, si occupa della vita che sta crescendo, dando<br />

la possibilità a più di 200 bambini in Cameroun e ad Haifa, in Israele, di potersi istruire e curare, per aver poi un domani<br />

un futuro; attraverso la pastorale quotidiana della parrocchia viene garantita – con il catechismo – la conoscenza<br />

della fede; con l’aiuto delle cinque coppie guida si cerca di aiutare i fidanzati a vivere bene il matrimonio... Infine presente<br />

in parrocchia vi è la Caritativa, che in media ogni giorno offre un pasto completo a 250 persone.<br />

Noi siamo, qui nel cosiddetto Occidente, gente ricca, ma non penso affatto alla ricchezza materiale, al contrario penso<br />

all’abbondanza che abbiamo di tempo, di accidia o pigrizia, come la si vuol chiamare, spesso e volentieri qualcuno<br />

di onnipotenza... e siamo nello stesso tempo, tanto avari di tempo da condividere, di sensibilità e – quel che secondo<br />

me è peggio – siamo avari di futuro... Voglio dirti<br />

che la Chiesa e, nel suo piccolo, la parrocchia, non<br />

è una corporazione, ma è il Corpo Mistico di<br />

Cristo, e se vuol essere degna di questa vocazione<br />

ogni cristiano è chiamato a dare il suo contributo<br />

affinché si renda visibile il volto di Colui che è nato<br />

per noi. Chiedo, pertanto, di considerare le necessità<br />

della Parrocchia, invitando ogni parrocchiano<br />

a fare in modo che “qualche briciola” del proprio<br />

tempo, nel nome di Gesù, possa diventare fonte di<br />

aiuto per sé e per gli altri.<br />

Per dare il tuo contributo per difendere la vita in<br />

parrocchia non hai che da scegliere: San Vincenzo,<br />

Gruppo Missionario, Centro di ascolto, Caritativa,<br />

Catechismo... Invoco la benedizione del Signore su<br />

ogni parrocchiano e auguro a ciascuno pace e serenità.<br />

In copertina:ANDREA MANTEGNA,<br />

Sacra Famiglia con i santi Giovanni Battista ed Elisabetta<br />

Forth Worth, The Kimbell Art Museum<br />

2


CAMMINO DI CATECHESI<br />

San Giuseppe: l’uomo che custodì il mistero<br />

Nei Racconti dell’Infanzia di Matteo (cc. 1-2) san<br />

Giuseppe appare come l’uomo al quale viene affidato<br />

il compito di mostrare e difendere Gesù: mostrarlo<br />

a chi lo voleva adorare, e difenderlo da chi lo voleva<br />

uccidere.<br />

Ma vi è un passo nel cap. 1,19 che attira maggiormente la<br />

nostra attenzione, perché è il momento più drammatico e<br />

sconcertante della vita di Giuseppe, momento dalla cui soluzione<br />

sarebbe dipeso non soltanto l’avvenire di Maria, ma<br />

in modo particolare l’avvenire di Gesù: “Ecco come avvenne<br />

la nascita di Gesù: sua madre Maria, essendo promessa<br />

sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si<br />

trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo<br />

sposo, che era giusto, e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla<br />

in segreto”.<br />

Queste parole stanno a indicare che Giuseppe si è trovato effettivamente<br />

in una profonda crisi spirituale, cioè nella necessità<br />

di dover decidere della sua vita, di Maria e del bambino<br />

Gesù.<br />

Una prima ipotesi di soluzione potrebbe far pensare che<br />

Giuseppe ritenesse Maria innocente: per questo non voleva<br />

denunciarla pubblicamente. Però di fatto la considerava colpevole,<br />

perché voleva licenziarla in segreto. Secondo questa<br />

ipotesi, Giuseppe si sarebbe comportato da uomo giusto, in<br />

quanto non avrebbe leso i diritti di nessuno, né quelli della<br />

legge, né quelli della sposa, né i propri, e in questo modo<br />

tutto sarebbe stato salvo. Ma questa interpretazione crea più<br />

difficoltà di quante non ne risolva. Infatti, Maria sarebbe risultata<br />

contemporaneamente innocente e colpevole. Se Giuseppe<br />

l’avesse ritenuta colpevole, non avrebbe potuto cavarsela<br />

così facilmente con un ripudio occulto, tra l’altro di<br />

nessun valore giuridico. Se invece l’avesse ritenuta innocente,<br />

come avrebbe avuto il coraggio di abbandonarla al suo<br />

destino, lui che ormai era già anche suo marito per legge?<br />

Immaginiamoci poi a che cosa sarebbe andata incontro, in<br />

quel tempo, una ragazza sola che stava per diventare madre!<br />

E come avrebbe potuto ricevere da Matteo l’appellativo di<br />

“giusto”?<br />

Infatti è proprio in questo aggettivo che si trova la chiave di<br />

interpretazione di tutto il suo dramma interiore. Egli è “giusto”<br />

non perché non vuole sospettare della virtù di Maria,<br />

3<br />

ma perché non osa intromettersi, di sua iniziativa, in un mistero<br />

che sorpassa la sua comprensione e la sua persona. Infatti,<br />

quello che qui Giuseppe ignora non sono tanto i precedenti<br />

dell’accaduto, quanto piuttosto quale sarebbe stato il<br />

suo futuro compito nei confronti di Maria e del bambino.<br />

La sua decisione parte da un presupposto ben preciso, che si<br />

può cogliere solo nel testo originale del Vangelo. Matteo,<br />

scrivendo in greco, non dice che Giuseppe “non voleva denunciarla,<br />

esporla all’infamia (greco: paradeigmatìsai), ma<br />

dice invece che “non voleva rendere noto, palesare il fatto<br />

che si era avverato in lei” (greco: deigmatìsai). Pertanto,<br />

quello che Giuseppe vuole evitare è la divulgazione della<br />

notizia, anche attraverso la semplice richiesta di consigli da<br />

parte dei più anziani di Nazaret. Potremmo quindi parafrasare<br />

il passo di Matteo in questi termini: “Ora, Giuseppe,<br />

suo sposo, essendo un uomo giusto e non volendo, di sua<br />

iniziativa, rendere di pubblico dominio il mistero che Maria<br />

portava in grembo, decise di lasciarla, in segreto, libera<br />

nelle mani di Dio, che era ormai entrato in modo definitivo<br />

nella vita di lei”.<br />

Per questo, Giuseppe, non trovando una plausibile soluzione<br />

ai suoi dubbi, decise di trarsi umilmente da parte, attendendo<br />

in silenzio che Dio lo illuminasse, se avesse voluto<br />

avere ancora bisogno di lui nei suoi disegni. Ed ecco che<br />

a questo punto, e solo a questo punto, Dio interviene: l’angelo<br />

gli conferma la concezione miracolosa di Maria, ma<br />

ciò non significa che egli debba allontanarsi dalla sua sposa,<br />

quasi non avesse più nessun compito nei confronti di Maria<br />

e del bambino. Anzi, sarà proprio lui che gli darà il proprio<br />

nome per inserirlo nella discendenza davidica.<br />

Allorché Giuseppe chiese in sposa Maria, non poteva conoscere<br />

queste segrete intenzioni di Dio. Per un momento della<br />

sua vita, temette d’essere diventato un intruso nei rapporti<br />

tra Dio e la sua sposa. Ma ora, dopo l’apparizione dell’angelo,<br />

tutto è diventato chiaro: davanti alla legge e ai propri<br />

connazionali, sarà lui l’anello di congiunzione tra il Messia<br />

e il suo antico casato: se Gesù pertanto è figlio di Davide, lo<br />

è perché è figlio di Giuseppe.<br />

Sentiamo cosa dice Bossuet ne “Il sogno di Giuseppe”:<br />

“Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù. Perché tu?<br />

Tu non sei il padre, Egli non ha per Padre che Dio, ma Dio<br />

ti ha trasmesso i suoi diritti. Tu farai da padre a Gesù, tu<br />

sarai effettivamente suo padre, perché formato dallo Spirito<br />

Santo nella donna che era tua. Egli, per questo stesso titolo,<br />

sarà tuo! Assumi dunque, insieme con l’autorità, i diritti<br />

di padre, un cuore paterno per Gesù. Dio forma oggi in te<br />

un cuore di padre: sii felice, perché nello stesso tempo, dà<br />

per te a Gesù un cuore di figlio! Va’ e dà un nome a questo<br />

Bambino: chiamalo Gesù per te e per noi, affinché sia il nostro<br />

Salvatore come lo è stato il tuo!”.<br />

P. Armando Rosso


CELEBRAZIONI 17 <strong>gennaio</strong> <strong>2011</strong><br />

Giornata dell’Ebraismo<br />

Un’iniziativa tutta italiana.<br />

Nata nel 1990, per volere della Commissione ecumenica<br />

della CEI, la “Giornata dell’ebraismo” viene<br />

celebrata dalla Chiesa italiana il 17 <strong>gennaio</strong> di ogni anno,<br />

all’inizio della settimana per l’Unità dei cristiani (<strong>18</strong>-25<br />

<strong>gennaio</strong>).<br />

Questa collocazione vuole mettere in evidenza il legame<br />

privilegiato che intercorre tra ebraismo e cristianesimo. Non<br />

a caso, il tema scelto per la prima celebrazione della Giornata<br />

fu: La radice ebraica della fede cristiana e la necessità<br />

del dialogo.<br />

Il Catechismo degli Adulti (CdA), della Conferenza Episcopale<br />

italiana, afferma: “Israele è la radice santa, dalla<br />

quale si sviluppa il cristianesimo; è l’olivo buono, sul quale<br />

vengono innestati i pagani, perché portino frutto” (Cap.11,5).<br />

La conoscenza e l’approfondimento di questa “radice santa”<br />

è la base indispensabile per un autentico sviluppo del dialogo<br />

ebraico-cristiano, e per una sempre maggiore comprensione<br />

della specificità di ognuno. “Noi cristiani dobbiamo<br />

considerare non solo l’antico Israele, ma anche gli sviluppi<br />

dell’ebraismo post-biblico; il giudaismo rabbinico e la sua<br />

feconda tradizione etica e giuridica; la Qabbalah, mistica<br />

dell’unità, in cui confluiscono speculazione cosmologica,<br />

allegoria biblica e attesa messianica; il chassidismo, religiosità<br />

semplice, intensa e gioiosa; infine le correnti moderne,<br />

come l’ebraismo ortodosso e quello riformato. La diversità<br />

va presa sul serio e rispettata.” (CdA, Cap.11,5).<br />

Pur non identificandosi, cristiani ed ebrei non si escludono,<br />

né si oppongono, ma sono intimamente legati tra di loro.<br />

Istituendo questa giornata, i vescovi italiani, primi al mondo,<br />

hanno voluto creare un’ulteriore occasione di riflessione<br />

e di mutua conoscenza e stima tra cristiani ed ebrei, in<br />

sintonia con la svolta del Concilio Vaticano II, dopo secoli<br />

di pregiudizi e di persecuzioni da parte cristiana nei confronti<br />

degli ebrei.<br />

Non è quindi una giornata per la conversione degli ebrei,<br />

come erroneamente potrebbe pensare qualche “pio” cristiano,<br />

ma è soprattutto un’occasione privilegiata per “ascoltare<br />

Israele” che parla di sé, della sua specificità e vitalità, come<br />

insegnano i documenti magisteriali. “È dunque necessario<br />

(...) che i cristiani cerchino di capire meglio le componenti<br />

fondamentali della tradizione religiosa ebraica ed apprendano<br />

le caratteristiche essenziali con le quali gli ebrei<br />

stessi si definiscono alla luce della loro attuale realtà religiosa”<br />

(Orientamenti e Suggerimenti, del 1975).<br />

Dal 2005 quale tema generale della Giornata si è iniziato un<br />

programma di riflessione decennale che medita sulle “Dieci<br />

Parole” o Decalogo, rivelate a Mosè al Sinai. Le “Dieci Parole”<br />

sono considerate come un’unica espressione da parte<br />

del Signore Dio: “Tutti i dieci comandamenti il Santo Benedetto<br />

li pronunciò con una sola emissione di voce” (Rashi<br />

a Esodo 20, 1)<br />

Il tema della giornata del 17 <strong>gennaio</strong> <strong>2011</strong> è stato: La quinta<br />

parola: Onora tuo padre e tua madre (Es. 20,12).<br />

“Attendiamo in continua preghiera il momento in cui tutti<br />

4<br />

Dal 1980 nella nostra parrocchia è presente la Congregazione di<br />

Nostra Signora di Sion, nata dal carisma dato dai fratelli Alfonso<br />

Maria e Teodoro Ratisbonne.La Parola di Dio li guidò alla fede e<br />

in Gesù Cristo scoprirono che Dio era amore. Ivi trovarono un’ispirazione<br />

e una chiamata apostolica.<br />

Alfonso Maria ebbe la visione di una donna di straordinaria bellezza,<br />

nella quale riconobbe la Vergine Maria, avuta il 20 <strong>gennaio</strong><br />

<strong>18</strong>42 a Sant’Andrea delle Fratte in Roma (come racconta durante<br />

il processo canonico che accerterà la soprannaturalità dell’evento),<br />

lo ispirò a fondare (insieme al fratello) la Congregazione delle<br />

Suore di Nostra Signora di Sion per testimoniare la fedeltà di Dio<br />

e il Suo amore per il popolo ebraico e per affrettare il compimento<br />

delle promesse che riguardano gli ebrei e i gentili.<br />

godranno del diritto di vivere religiosamente senza ostacoli<br />

e nella pace. Desideriamo ardentemente un tempo in cui i<br />

luoghi santi di tutte le tradizioni religiose saranno sicuri, e<br />

tutti tratteranno gli altrui luoghi santi con reciproco rispetto”<br />

(Comitato Internazionale Cattolico-Ebraico, Dichiarazione<br />

congiunta, New York 2001).<br />

Suor Ada e suor Maria Luisa<br />

MARC CHAGALL, Re Davide, Parigi, Musée national d’Art moderne,<br />

Centre George Pompidou


CELEBRAZIONI 25 marzo <strong>2011</strong> Solennità<br />

dell’Annunciazione del Signore<br />

La festa dell’Annunciazione del Signore a Maria Vergine<br />

viene celebrata da secoli nella Chiesa il 25 marzo<br />

ed ha probabilmente origine nella città di Costantinopoli<br />

nella prima metà del VI secolo. Perché è stata scelta<br />

la data del 25 marzo? Se è evidente il riferimento cronologico<br />

dei nove mesi che precedono il 25 dicembre, possiamo<br />

aggiungere che già dal III secolo la tradizione cristiana<br />

ha creduto di individuare in tale data l’Incarnazione del Signore<br />

Gesù. Dall’Oriente la festa dell’Annunciazione è stata<br />

accolta a Roma nel VII secolo e in seguito si è diffusa in<br />

tutti i paesi dell’Occidente. Che cosa si celebra in tale festa?<br />

Come ci racconta il brano dell’evangelista Luca (1,26-38)<br />

Dio, tramite l’arcangelo Gabriele, rivolge a Maria il più sorprendente<br />

e inaspettato annuncio: il Figlio di Dio, che vive<br />

nell’eternità con il Padre e lo Spirito santo, desidera entrare<br />

nella storia, farsi uomo come noi, prendendo la natura umana<br />

da una donna per salvare tutti gli uomini dai loro peccati!<br />

L’Angelo chiede il consenso a questa giovane ragazza di<br />

Nazareth di accettare liberamente il piano divino su di Lei,<br />

per realizzare così l’antica promessa fatta a Israele di inviare<br />

il Messia tanto atteso. Le parole iniziali dell’Angelo a<br />

Maria non sono un semplice saluto, ma un pressante invito<br />

alla gioia (il testo originale greco riporta la prima parola<br />

dell’Angelo: Kaire, che vuol dire esulta, gioisci, rallegrati)<br />

a motivo del progetto salvifico che sta per compiersi e che<br />

Dio ha deciso di rivelare definitivamente a Maria e a tempo<br />

opportuno a tutto Israele e al mondo intero. Al saluto gioioso<br />

segue l’appellativo Kecharitoméne: è il primo nome che<br />

Dio rivolge per bocca dell’Angelo a Colei che attraverso il<br />

suo “sì” diventerà la Madre di Gesù, Madre di Dio. Questa<br />

parola greca significa “Colei che da sempre è ricolma di<br />

5<br />

grazia” oppure “Colei che da sempre è amata da Dio”. Maria,<br />

dopo essersi informata su come il Signore intende compiere<br />

il suo progetto ed aver saputo che Colui che nascerà da<br />

lei sarà concepito attraverso l’intervento dello Spirito santo<br />

e che sarà chiamato Figlio di Dio, dona il suo coraggioso assenso<br />

con le parole: “Eccomi, sono la serva del Signore, si<br />

compia in me secondo la tua parola!”. Da quel momento<br />

Colui che ha creato i cieli e la terra diviene, nel grembo di<br />

Maria, suo Figlio, perché la natura divina si congiunge alla<br />

natura umana, formando così un’unica persona: Gesù. Per<br />

Maria non deve essere stato facile comprendere fin dall’inizio<br />

tutte le parole dell’Angelo. Come ogni pio israelita anche<br />

Lei ascoltava le parole di Deuteronomio 6,4-7: «Ascolta<br />

Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo…».<br />

Che sorpresa per Lei sapere dall’Angelo che Dio non era<br />

“solo”, ma che aveva anche un Figlio eterno come lui e che<br />

agiva per mezzo della persona divina dello Spirito Santo!<br />

Anche Lei allora ha dovuto affidarsi a questo “singolare”<br />

annuncio del Dio trinitario, meditare e conservare nel suo<br />

cuore tutti questi eventi e parole per giungere a una fede<br />

sempre più matura e arrivare a capire il disegno divino a cui<br />

il Signore chiamava Lei e suo Figlio. In più, grazie al suo<br />

“sì” all’annunciazione, Maria ha collaborato attivamente<br />

alla redenzione di tutti gli uomini realizzata da Gesù: ella,<br />

infatti, concependo Cristo, generandolo, nutrendolo,<br />

amandolo, educandolo, facendosi modello e maestra<br />

per Lui, soffrendo con Lui mentre moriva in croce, ha<br />

cooperato in modo tutto speciale all’opera del<br />

Salvatore, perché con tali atteggiamenti carichi di<br />

obbedienza, fede, speranza e ardente carità, ha permesso<br />

a suo Figlio di riconciliare noi peccatori con<br />

Dio, farci conoscere il suo infinito amore e farci partecipi<br />

del suo Regno di vita eterna. Se Maria ha<br />

così cooperato con Cristo per la salvezza del<br />

genere umano, anche noi allora possiamo<br />

partecipare attivamente come Maria alla<br />

redenzione e alla salvezza del nostro prossimo<br />

se nel nostro quotidiano sapremo veramente<br />

amare, perdonare, educare, facendoci modelli ed<br />

essere solidali con loro.<br />

fr. Federico Maria Mazza


CALENDARIO<br />

Febbraio <strong>2011</strong><br />

1 Martedì 21.00 Oratorio - Corso Fidanzati<br />

3 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

21.00 Oratorio - Serata Teresiana<br />

4 Venerdì 17.00 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

5 Sabato 15.00 Oratorio - Coro G.S.<br />

8 Martedì 21.00 Oratorio - Corso Fidanzati<br />

21.00 Oratorio - Catechesi Biblica (P. Armando)<br />

9 Mercoledì 21.00 Oratorio - Consiglio Pastorale Parr.<br />

10 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

11 Venerdì 17.00 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

12 Sabato 15.00 Oratorio - Coro G.S.<br />

15 Martedì 21.00 Oratorio - Corso Fidanzati<br />

21.00 Oratorio - Catechesi Biblica (P. Armando)<br />

17 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

21.00 Oratorio - Consiglio di Oratorio<br />

<strong>18</strong> Venerdì 17.00 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

19 Sabato 15.00 Oratorio - Coro G.S.<br />

20 Domenica 10-16 SS. Trinità - Formazione Educatori<br />

21 Lunedì 09.00 Oratorio - Corso Iconografia<br />

SDP Adolescenti<br />

22 Martedì 21.00 Oratorio - Corso Fidanzati<br />

21.00 Oratorio - Catechesi Biblica (P. Armando)<br />

23 Mercoledì 21.00 via Canova 4 - Consiglio per<br />

gli Affari Economici<br />

24 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

25 Venerdì 17.00 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

26 Sabato 15.00 Oratorio - Coro G.S.<br />

27 Domenica dedicata alle Missioni Carmelitane in Cameroun<br />

Domenica 27 <strong>febbraio</strong> <strong>2011</strong><br />

Giornata per le missioni carmelitane in Cameroun<br />

Come aiutarle?<br />

Tutte le offerte raccolte questa domenica durante le sante Messe o ricevute con questo scopo andranno ai nostri padri in Cameroun<br />

• Attraverso il Gruppo missionario parrocchiale:<br />

esso si è costituito come una onlus e per mezzo delle adozioni a distanza<br />

può aiutare i bambini affidati alla nostra scuola parrocchiale di Yaoundè,<br />

nello studio, nelle cure mediche...<br />

Per sostenere le adozioni a distanza:<br />

IBAN: IT91D0569601619000002259X37<br />

Conto corrente postale: 43877372<br />

intestati a GMCD ONLUS<br />

• Il “Caffè missionario”<br />

Scrisse un nostro padre che visitò le missioni: "Nella mia visita al carcere<br />

di Yaoundé, capitale del Cameroun, ho appreso dai nostri Padri Cappellani<br />

del carcere che moltissimi carcerati muoiono letteralmente di fame, e che<br />

con l'equivalente del costo di un nostro caffè manteniamo in vita per 1<br />

giorno 3 carcerati”. Per aiutare attraverso il “Caffè missionario”:<br />

La somma può essere versata tramite Vaglia/Conto Corrente Postale, così<br />

intestato:<br />

C/C Postale n. 26793208 - Scuola Apostolica Carmelo<br />

V.le C. Battisti, 52 - 20052 MONZA (MI)<br />

(specificando chiaramente: per “Caffè missionario”)<br />

6


CALENDARIO<br />

Marzo <strong>2011</strong><br />

1 Martedì 21.00 Oratorio - Corso Fidanzati<br />

3 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

21.00 Oratorio - Serata Teresiana<br />

4 Venerdì 17.00 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

5 Sabato 15.00 Oratorio - Coro G.S.<br />

7 Lunedì 21.00 Oratorio - Serata Teresiana<br />

8 Martedì 21.00 Oratorio - Corso Fidanzati<br />

21.00 Oratorio - Catechesi Biblica (P. Armando)<br />

9 Mercoledì 21.00 Oratorio - Consiglio Pastorale Parr.<br />

10 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

11 Venerdì 17.00 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

12 Sabato 15.00 Oratorio - Coro G.S.<br />

13 Domenica 09.00 Cassano V. - Ritiro Fidanzati<br />

15 Martedì 21.00 Oratorio - Catechesi Biblica (P. Armando)<br />

17 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

21.00 Oratorio - Consiglio di Oratorio<br />

<strong>18</strong> Venerdì 17.00 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

19 Sabato 15.00 Oratorio - Coro G.S.<br />

Prime Confessioni<br />

Ritiro Preadol. Quaresima<br />

21 Lunedì 09.00 Oratorio - Corso Iconografia<br />

22 Martedì 21.00 Oratorio - Catechesi Biblica (P. Armando)<br />

23 Mercoledì 21.00 via Canova 4 - Consiglio per<br />

gli Affari Economici<br />

24 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

25 Venerdì 17.00 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

26 Sabato 15.00 Oratorio - Coro G.S.<br />

Uscita Preadol. Quaresima<br />

30 Mercoledì 20.45 Oratorio - Incontro Genitori<br />

Iniziazione Cristiana (4)<br />

31 Giovedì 20.30 Basilica - Adorazione Eucaristica<br />

Presso le Suore di N.S. di Sion (via Machiavelli 24):<br />

Per conoscere Israele<br />

Giovedì 10 <strong>febbraio</strong> <strong>2011</strong>, ore <strong>18</strong>.15: CLARA COSTA KOPCIOWSKI “Israele, popolo del Libro, della Memoria e della Speranza”<br />

Giovedì 10 marzo <strong>2011</strong>, ore <strong>18</strong>.15: PAOLO DE BENEDETTI “La fede in Dio e l’amore del prossimo, fondamento del dialogo<br />

ebraico-cristiano”.<br />

Pellegrinaggio parrocchiale in Francia<br />

4-7 aprile <strong>2011</strong><br />

Santuario di La Salette<br />

Vetrata raffigurante Maria Mediatrice<br />

7<br />

al santuario di La Salette<br />

e nei luoghi del Santo Curato d’Ars<br />

1° giorno Località di partenza - Briançon - Gap<br />

2° giorno Gap - La Salette - Lione<br />

3° giorno Lione - Paray Le Monial - Macon<br />

4° giorno Macon - Ars - Località di partenza<br />

Per le iscrizioni rivolgersi:<br />

al parroco, via Canova 4, tel. 02/341419 e 333/6368672<br />

oppure a suor Maria Luisa 328/3196356


IN <strong>PARROCCHIA</strong>:<br />

AL SERVIZIO DELLA VITA<br />

Adolescenti e religione<br />

Prima di passare la parola ai nostri adolescenti, vorrei<br />

approfittare di questo numero per inquadrare il tema<br />

della loro religiosità. Li sentiremo quando sapremo un<br />

po’ meglio che cosa significhi il loro rapportarsi alla fede. È<br />

vero che di solito non si fa questo, ed anche che in realtà dietro<br />

c’è pure da parte mia una lentezza nel chiedere, e da parte<br />

loro una pari lentezza nel produrre. I motivi ci sono, e sono<br />

tutti validi. Ma non mi pare una cattiva idea, in attesa di un<br />

loro scritto, tentare di inquadrare la loro realtà in rapporto alla<br />

religione. È anche vero che stiamo parlando di un’età molto<br />

“speciale”, che merita un’attenzione in più. Naturalmente le<br />

cose dette sono passibili di parecchie puntualizzazioni che lo<br />

spazio di un articolo non mi consente. Abbiate pazienza. Inutile<br />

aggiungere che non sono un esperto. Il loro mondo per<br />

molti versi mi sfugge…<br />

Dunque cominciamo. La religiosità è una facoltà umana che<br />

si educa, come ben sappiamo. Essa cresce col crescere fisico,<br />

psichico, affettivo, intellettuale. Quali sono allora i tratti salienti<br />

della religiosità di un adolescente?<br />

Sappiamo che intorno ai 14-16 anni circa aumentano i conflitti<br />

con noi stessi e con il mondo che ci circonda, dal quale miriamo<br />

a sganciarci. Anche la nostra evoluzione religiosa entra<br />

in questa crisi di rapporti: da una religiosità piuttosto emotiva<br />

e dipendente dai modelli familiari, tipica dell’età infantile, l’adolescente<br />

passa a una religiosità che vorrebbe essere razionale<br />

e autonoma, ma che di fatto ha bisogno ancora di molto<br />

accompagnamento da parte della famiglia e degli educatori.<br />

La concezione di Dio all’inizio dell’adolescenza corrisponde<br />

per lo più a quella assorbita dall’ambiente familiare e parrocchiale:<br />

generalmente nozionistica e assunta in modo infantile<br />

e acritico. Tuttavia a quell’età siamo sensibili al rapporto personale<br />

e all’amicizia con Dio: le nozioni di Dio-Padre e di<br />

Dio-fratello rivelano in noi un bisogno affettivo.<br />

La relazione tra adolescente e Dio, osservano molti studiosi,<br />

cambia a seconda del sesso. Nel ragazzo infatti Dio coincide<br />

con Dio-Padre e quindi per lo più con l’immagine di un Dio<br />

legislatore e giudice, mentre per la ragazza Dio è sentito prevalentemente<br />

come un confidente amabile, un amico ideale,<br />

una fonte di sicurezza.<br />

Durante la nostra adolescenza, anche in virtù della crescente<br />

apertura mentale e critica, si è venuta affermando in noi la capacità<br />

di intuire il trascendente, l’immagine di Dio si è spiritualizzata,<br />

purificandosi dalle componenti magiche animistiche<br />

e antropomorfiche del passato. Da adolescenti abbiamo<br />

proiettato su Dio le qualità morali e gli ideali che ci eravamo<br />

costruiti personalmente: giustizia, bontà, saggezza, amicizia e<br />

fedeltà.<br />

Anche nello sviluppo morale da adolescenti si diventa meno<br />

subalterni alle proibizioni della famiglia, per conquistarsi una<br />

coscienza morale più personale ed autonoma. E, a differenza<br />

8<br />

di quando si era bambini, si adottano criteri personali, anche<br />

se questi a volte restano arbitrari e incoerenti.<br />

La nostra religiosità diventa problematica, poiché il bisogno<br />

di autonomia e la mentalità critica portano a respingere quanto<br />

avevamo accettato in precedenza con passività, e a riconoscere<br />

come vero soltanto ciò che si acquisisce attraverso la<br />

propria convinzione.<br />

La tendenza a fare chiarezza su tutto, a passare in revisione<br />

critica anche i valori religiosi, determina nell’adolescente il<br />

passaggio da una religiosità passivamente accettata sul modello<br />

di quella degli adulti a una religiosità conquistata e personalizzata,<br />

sebbene con limiti innegabili, quali l’aggressività,<br />

l’impulsività e l’incostanza e una certa tendenza a ricercare<br />

la perfezione morale, che a volte può alternarsi a momenti<br />

di inspiegabile lassismo.<br />

Una vera e propria crisi religiosa può scoppiare intorno ai 14<br />

-16 anni. Le sue caratteristiche sono il dubbio, il rifiuto e l’abbandono<br />

della precedente religiosità. Il dubbio, già ben presente<br />

nella preadolescenza come dubbio su qualche singola<br />

verità religiosa, investe poi l’intero sistema religioso.<br />

La diminuzione dell’interesse religioso si manifesta nella disaffezione<br />

alla pratica religiosa e nella sfiducia nelle istituzioni<br />

religiose. Ciò è anche conseguenza di un certo ritualismo ereditato<br />

dagli anni precedenti, poiché non si comprende pienamente<br />

il significato di certi riti e preghiere, né si trovano in<br />

noi stessi motivazioni sufficienti per continuarli.<br />

Anche l’ambiente sociale e culturale possono influire in positivo<br />

o in negativo sulla maturazione della religiosità di un adolescente.<br />

La famiglia ha lasciato il posto al gruppo, nel quale,<br />

prolungando il rapporto sociale, si trova gratificazione nel vedere<br />

riconosciuti i propri valori e nel sentirsi amati e realizzati.<br />

Il gruppo se, da un lato, ci permette di scegliere tra più proposte<br />

di modelli di vita, dall’altro è anche fonte, per persone<br />

non ancora pienamente formate quali siamo a quell’età, di<br />

possibile disorientamento, di possibile scetticismo o relativismo<br />

sia nel campo morale che in quello religioso.<br />

Ho trovato su Internet questa testimonianza di un giovane studente<br />

liceale che ha perso la fede: “Avevo forse 14 anni o poco<br />

più quando persi la fede. Mi trovavo in un campo scuola. Un<br />

giorno partii con un amico per una lunga passeggiata e passammo<br />

l’intero pomeriggio insieme, discutendo accanitamente<br />

pro o contro la fede religiosa. Con mia soddisfazione mi<br />

sentii dire dall’amico che il credere è senza fondamento: ci<br />

chiedemmo perché continuare a credere, mettemmo subito in<br />

dubbio che ci fosse un Dio, dato che non c’era nessun argomento<br />

serio per provarlo, e infine dichiarai chiaro e tondo che<br />

non credevo più in Dio. Quel giorno ho sentito di aver come<br />

bruciato i ponti dietro di me: non potevo far altro che andare<br />

avanti verso l’ignoto.”<br />

Al prossimo incontro, quando le testimonianze saranno dei<br />

nostri!<br />

Grazie della vostra pazienza,<br />

Padre Giorgio Rossi


IN <strong>PARROCCHIA</strong>:<br />

AL SERVIZIO DELLA VITA<br />

Il Gruppo della San Vincenzo<br />

Sentiamo tante volte il nome di associazioni che diamo<br />

per scontato di conoscere, ma in realtà non ne conosciamo<br />

né la storia né il carisma. In queste due semplici<br />

righe vorremmo farvi conoscere come è nato questo<br />

gruppo ecclesiale e il suo carisma.<br />

La Società San Vincenzo De Paoli è un’associazione caritativa<br />

cattolica fondata nel <strong>18</strong>33 circa, a Parigi, dal beato Federico<br />

Ozanam insieme con altri laici. Questa associazione,<br />

dedita alla carità, venne poi dedicata all’opera di San<br />

Vincenzo De Paoli e fu riconosciuta dalla Santa Sede nel<br />

<strong>18</strong>45. Attualmente è diffusa in molti stati e fa parte della Famiglia<br />

Vincenziana. All’inizio gli incontri vennero chiamati:<br />

“Conferenze di diritto e di storia”. Il 23 aprile del <strong>18</strong>33 i<br />

giovani Ozanam, Le Taillandier, Lamache, Lallier, Devaux,<br />

Clavè e Bailly decisero di dare una maggiore strutturazione<br />

a questi incontri. Furono stabiliti due punti fondamentali: la<br />

semplicità e il fine pratico, attivo. I caratteri fondamentali<br />

della Conferenza, con il passar del tempo, furono così individuati:<br />

CARAVAGGIO, Sette opere di Misericordia (part.), Napoli, Pio Monte<br />

della Misericordia<br />

9<br />

• la laicità;<br />

• la filiale sottomissione alla Chiesa cattolica;<br />

• l’elevazione spirituale dei suoi membri e dei poveri assistiti;<br />

• la semplicità dei rapporti tra i confratelli;<br />

• la collegialità delle decisioni;<br />

• la forma diretta della carità con le visite, non individuali,<br />

alle case delle famiglie povere.<br />

Quando, nel <strong>18</strong>35, venne approvato il Regolamento ufficiale,<br />

le Conferenze assunsero il nome definitivo di “Società<br />

di San Vincenzo de Paoli”. Riportiamo un breve scritto di un<br />

volontario della San Vincenzo che attualmente si impegna<br />

qui in parrocchia:<br />

Qui nella nostra parrocchia la Società san Vincenzo è presente<br />

da più di mezzo secolo e vi lavora. Potremmo scrivere<br />

una storia di tanti episodi: alcuni tristi, altri sereni, mai<br />

allegri, ma tutti segnati dalla gioia di aiutare gli altri.<br />

Quante persone abbiamo incontrato! Malati e sofferenti,<br />

privi di sostegno economico, colpiti dalla solitudine. Questi<br />

ultimi sono più di quanto si pensi e sono quelli che trovano<br />

nella San Vincenzo un aiuto veramente concreto, perché la<br />

missione fondamentale della San Vincenzo è quella di visitare<br />

a domicilio le persone in difficoltà. Parlare con loro,<br />

capire con loro le vere ragioni del malessere, cercare di<br />

farle sorridere e dare speranza.<br />

È ovvio che l’aspetto economico sia sempre presente: è<br />

necessario spendere per affitti, medicine, bollette, ricoveri,<br />

alimenti, assistenze domiciliari, pratiche burocratiche<br />

anche in contatto con la pubblica amministrazione. E la San<br />

Vincenzo non è una finanziaria; le entrate indispensabili<br />

per sovvenire alle varie necessità sono fornite in parte dagli<br />

stessi volontari della San Vincenzo, ma soprattutto dalla<br />

carità, dalle offerte della comunità parrocchiale. Al Corpus<br />

Domini i volontari della San Vincenzo sono 8; le persone<br />

assistite con continuità nel 2010 sono state 12. Le entrate<br />

sono state di euro <strong>18</strong>.020, e le uscite di euro <strong>18</strong>.080.<br />

Siamo soddisfatti? No, proprio no: il potenziale di assistenza<br />

è ben maggiore! Ci sono molte altre persone che aspettano<br />

un aiuto. E per andare loro incontro occorrono più<br />

offerte e soprattutto più volontari, magari più giovani di<br />

noi. Fare il volontario è un’attività gratificante, che dà valore<br />

alla propria vita e aiuta a salvare la vita degli altri.


IN <strong>PARROCCHIA</strong>:<br />

AL SERVIZIO DELLA VITA<br />

Un Centro di ascolto al servizio della vita<br />

Il Centro della nostra Basilica, attivo in parrocchia da alcuni<br />

mesi, vuole essere un momento privilegiato di ascolto<br />

dei bisogni della nostra comunità, con l’attenzione<br />

rivolta non solo alle realtà classiche di disagio legate a<br />

problemi di tipo economico, ma anche e soprattutto alle situazioni<br />

di difficoltà interpersonali e intrafamiliari. Perché<br />

essere al servizio della vita significa avere a cuore la famiglia<br />

e le relazioni che intorno ad essa si sviluppano.<br />

Chi si rivolge al nostro centro porta le stesse esperienze che<br />

ciascuno di noi può provare: incomprensioni in famiglia,<br />

difficoltà a comunicare con i propri figli o genitori, solitudini<br />

e sofferenze personali... Non si tratta di realtà lontane, ma<br />

di situazioni comuni, quotidiane. Ed è proprio nel quotidiano<br />

che ci si gioca la felicità!<br />

Ciò che distingue il lavoro dei nostri volontari è l’ascolto incondizionato<br />

e la cura per la persona nella sua interezza.<br />

Viene offerta l’opportunità di condividere ogni difficoltà e<br />

di essere accompagnati in un percorso di riscoperta delle risorse<br />

personali.<br />

Ogni opera è finalizzata a sostenere e incoraggiare l’altro;<br />

mettendo al centro la persona e valorizzandola nella sua unicità,<br />

ci si adopera per riscoprire il valore della vita in sé.<br />

Si desidera perciò promuovere e trasmettere la cultura della<br />

speranza, nella convinzione che essa sia il motore di ogni rinascita;<br />

se perdiamo la speranza non riusciamo più ad investire<br />

i nostri talenti, a sfruttare le nostre possibilità, ad impegnarci<br />

nel superare le difficoltà che incontriamo.<br />

Ci si sente chiamati a infondere ottimismo, nella ferma consapevolezza<br />

della nostra filiazione divina; il che ci aiuta a<br />

dare la corretta dimensione ai nostri problemi e ci suggerisce<br />

il modo per affrontarli con spirito positivo.<br />

10<br />

Spesso di fronte alle situazioni critiche si fatica a trovare l’energia<br />

e la fiducia per reagire, ma è data sempre l’occasione<br />

per riconquistare attivamente il proprio progetto di vita.<br />

I nostri operatori non offrono ricette immediate, ma stimolano<br />

e spronano, tramite il dialogo, a cercare la risposta dentro<br />

di sé. Ci si propone così di ascoltare le persone, di esplorare<br />

insieme la situazione, prendendone miglior coscienza,<br />

e di aiutarle ad orientarsi con fiducia verso una possibile soluzione.<br />

Il Centro agisce inoltre all’interno di una rete comunitaria,<br />

con cui costruisce e coltiva legami; l’obiettivo è alimentare<br />

la vita della parrocchia, perché diventi luogo di nuovi incontri<br />

tra le persone e incarnazione autentica della Chiesa di<br />

Cristo.<br />

“Ogni uomo è chiamato a sperare corrispondendo all’attesa<br />

che Dio ha su di lui. Del resto, l’esperienza ci dimostra che<br />

è proprio così. Che cosa manda avanti il mondo, se non la<br />

fiducia che Dio ha nell’uomo? È una fiducia che ha il suo<br />

riflesso nei cuori dei piccoli, degli umili, quando attraverso<br />

le difficoltà e le fatiche si impegnano ogni giorno a fare del<br />

loro meglio, a compiere quel poco di bene che però agli occhi<br />

di Dio è tanto: in famiglia, nel posto di lavoro, a scuola,<br />

nei diversi ambiti della società. Nel cuore dell’uomo è indelebilmente<br />

scritta la speranza, perché Dio nostro Padre è<br />

vita, e per la vita eterna e beata siamo fatti.” (Benedetto<br />

XVI, Basilica Vaticana - 1° dicembre 2007).<br />

Elena Camilla Rosa Canzi


IN <strong>PARROCCHIA</strong><br />

La Schola Gregoriana ‘Gaudium Cantici’<br />

La Schola Gregoriana ‘Gaudium Cantici’ nasce presso<br />

la Basilica del Corpus Domini a Milano nel 2010, ad<br />

opera del M° Gianluca Petagna e del M° Luisella<br />

Donato, per esprimere e manifestare la bellezza del canto<br />

gregoriano nella Liturgia.<br />

La Schola cantorum è composta da voci maschili e femminili,<br />

cantori provenienti da diverse parti della città di Milano<br />

e presta servizio liturgico presso la Basilica del Corpus Domini<br />

durante la S. Messa delle ore 11.45 con un programma<br />

di canto ambrosiano e gregoriano.<br />

Dal punto di vista musicologico, per quanto riguarda il repertorio<br />

gregoriano, il coro studia utilizzando le edizioni dei<br />

monaci benedettini di Solesmes, mentre per il canto ambrosiano<br />

sono impiegate le pubblicazioni curate da dom Jean<br />

Claire e mons. Alberto Turco; per concezione e stile l’ensemble<br />

ambisce collegarsi appunto alla tradizione della<br />

scuola solesmense.<br />

Particolare attenzione viene riservata all’assemblea, che<br />

partecipa attivamente alla liturgia cantata, attraverso prove<br />

preliminari guidate dal direttore, M° Luisella Donato, con la<br />

ripetizione di acclamazioni e responsori, con l’esecuzione<br />

di brevi antifone, secondo le prescrizioni del Concilio Vaticano<br />

II nei documenti: Sacrosantum Concilium 113, Istruzione<br />

Musicam Sacram 16. L’assemblea concorre così a<br />

creare, accanto alla diversità dei ministeri, distribuiti su più<br />

persone, l’unità del mistero che si celebra.<br />

Gli ideatori del progetto, mettendo in atto le proprie specifiche<br />

competenze musicali e artistiche accanto alla personale<br />

formazione liturgica e spirituale, animano la celebrazione,<br />

con il proposito di consentire l’espressione collettiva<br />

della fede attraverso la mistica pregnanza dell’antica monodia<br />

ambrosiana e gregoriana. L’organista titolare della Basilica,<br />

M° Petagna, oltre ad accogliere e preparare l’assemblea<br />

prima della liturgia e congedarla alla fine, suonando<br />

brani appropriati, introduce l’esecuzione della Schola cantorum,<br />

improvvisando sui temi ambrosiani e gregoriani propri<br />

di ogni festività.<br />

Per partecipare alla Schola non è necessario<br />

saper leggere la musica, ma solo avere una<br />

buona intonazione, molta passione e buona volontà,<br />

quindi attendiamo con vero piacere chi<br />

desiderasse apprendere o approfondire il patrimonio<br />

musicale gregoriano e ambrosiano.<br />

La Schola Gregoriana prova<br />

il mercoledì dalle 21 alle 23<br />

presso la basilica del Corpus Domini,<br />

in via Canova 4, entrata via Piermarini.<br />

Per informazioni:<br />

luisella.donato@gmail.com - cell. 348 8206858<br />

gianluca.petagna@tiscali.it<br />

11<br />

BEATO ANGELICO, Angelo<br />

Firenze, Museo di San Marco, Tabernacolo dei Linaiuoli


in <strong>PARROCCHIA</strong><br />

Parrocchia del Corpus Domini<br />

Via Mario Pagano 8 - via Canova 4 - 20145 Milano - Telefono 02/341419<br />

Parroco: padre Renzo Bertoli - Tel. e fax 02/33603568 - cell. 3336368672<br />

Viceparroco: padre Giorgio Rossi<br />

Orari Sante Messe<br />

Parrocchia Basilica<br />

• feriali 7.30 - 9 - <strong>18</strong><br />

• prefestiva <strong>18</strong><br />

• festive 9.30 - 10.30 - 11.45 - <strong>18</strong><br />

Cappella del Crocefissso (via Filelfo)<br />

• feriale <strong>18</strong><br />

• prefestiva <strong>18</strong><br />

• festive 10 - <strong>18</strong><br />

Sant’Ambrogio ad Nemus (via Peschiera)<br />

• feriali 7 - 17.30<br />

• prefestiva 17.30<br />

• festive 9.30 - 11 - 17.30<br />

Un sacerdote è sempre disponibile per le confessioni, negli orari<br />

in cui è aperta la Basilica, dalle 7 alle 12 e dalle 16 alle 19.<br />

Calendario liturgico<br />

FEBBRAIO<br />

Martedì 2 Presentazione del Signore al tempio<br />

Domenica 6 V Domenica dopo l’Epifania<br />

Venerdì 11 Beata Vergine Maria di Lourdes<br />

Domenica 13 VI Domenica dopo l’Epifania<br />

Lunedì 14 Santi Cirillo (Monaco) e Metodio<br />

(Vescovo) patroni d’Europa<br />

Domenica 20 VII Domenica dopo l’Epifania<br />

Domenica 27 Penultima domenica dopo l’Epifania<br />

MARZO<br />

Domenica 6 Ultima domenica dopo l’Epifania<br />

Domenica 13 I Domenica di Quaresima<br />

Venerdì <strong>18</strong> festa aliturgica<br />

Sabato 19 San Giuseppe, sposo della B.V. Maria<br />

Domenica 20 II Domenica di Quaresima<br />

Venerdì 25 Annunciazione del Signore<br />

Domenica 27 III Domenica di Quaresima<br />

Dal Calendario liturgico ambrosiano traggo alcune notizie che possono<br />

aiutarci a vivere più intensamente la Quaresima: quaranta<br />

giorni che vanno dalla VI Domenica prima di Pasqua al Giovedì santo,<br />

il tempo cioè che conduce alle celebrazioni pasquali mediante il<br />

ricordo o la preparazione del Battesimo e la penitenza. Tutti i fedeli<br />

sono invitati a compiere questo cammino. I segni specifici sono: la<br />

sospensione dell’inno angelico Gloria in excelsis e dell’acclamazione<br />

pasquale dell’Alleluia; il colore liturgico, che è morello (violaceo).<br />

Il rito della benedizione e dell’imposizione delle ceneri si<br />

compie dopo la Messa del I Lunedì di Quaresima, giorno proprio<br />

delle ceneri. Tuttavia, per una vera utilità pastorale, tale rito si compie,<br />

anche nella nostra parrocchia, al termine delle singole messe<br />

della I Domenica di Quaresima. Ai venerdì di Quaresima nel Rito<br />

Ambrosiano non si celebra la S. Messa (giorno aliturgico), ma si dà<br />

spazio ad altre celebrazioni liturgiche (Lodi e Vespri), alla preparazione<br />

al Sacramento della Penitenza o alla Pia pratica della Via Crucis<br />

(in quest’anno liturgico ci sarà un’eccezione: venerdì 25 marzo<br />

per la Solennità dell’Annunciazione). Infine, ricordo che in data 29<br />

maggio 1992 la Penitenzieria Apostolica ha concesso che, nelle chiese<br />

di Rito Ambrosiano, si possa acquistare l’Indulgenza Plenaria<br />

nelle domeniche di Quaresima alle seguenti condizioni: Confessione,<br />

Comunione domenicale e recita della preghiera Eccomi o mio<br />

amato buon Gesù... davanti a un Crocifisso.<br />

12<br />

Tutti i mesi in parrocchia<br />

Benvenuti in parrocchia!<br />

Olivia di Giordano Leva e Rossella Milliery<br />

Carlotta di Stefano Peccatori e Francesca Grillo<br />

Si sono sposati<br />

Hugo Chavez Flores e Sheyla Cruz Ventura<br />

Notizie<br />

Ogni I lunedì alle 15 incontro del Gruppo missionario<br />

Ogni mercoledì dalle 14.30 alle 16.30 in Oratorio Centro<br />

di ascolto<br />

Ogni mercoledì alle 21 prove Coro gregoriano<br />

Ogni lunedì dalle 17 l’Oratorio rimane aperto per gli<br />

incontri con gli adolescenti e i preadolescenti<br />

Ogni giovedì dalle 21 alle 22 in basilica esposizione e<br />

adorazione del Santissimo Sacramento<br />

Ogni venerdì dalle 17 alle <strong>18</strong> in basilica esposizione e<br />

adorazione del Santissimo Sacramento<br />

Ogni domenica prima della Messa delle 10.30, incontro<br />

chierichetti<br />

Ogni domenica dalle 15, Oratorio<br />

Ogni II domenica del mese si celebrano i Battesimi<br />

Martedì in Oratorio, con cadenza quindicinale,<br />

incontri biblici<br />

Ogni I mercoledì del mese, alle 21, Consiglio pastorale parrocchiale<br />

Ogni I giovedì del mese, alle 21, in Oratorio, Serata teresiana<br />

Ci hanno lasciato<br />

Giovanni Erminio Bazzoni di anni 46<br />

Luigi Fumagalli di anni 71<br />

Vincenzo Gregorio Capaccio di anni 71<br />

Valeriano Moriggia di anni 74<br />

Margherita Cantoni di anni 88<br />

Emma Alessandra Breda di anni 92<br />

Francesco Michetti di anni 100<br />

Giorgio Dionigi Emilio Losa di anni 61<br />

Nieto Carlos Francisco Martinez di anni 42<br />

Antonio Sciutella di anni 72<br />

Caro Tartufoli di anni 83<br />

Giorgio Dante Damia di anni 89<br />

Franco Seregni di anni 88<br />

Gaetano Vassallo di anni 99<br />

Eva Tagliabue di anni 95<br />

Gino Cremonesi di anni 88<br />

4/7 aprile <strong>2011</strong><br />

Pellegrinaggio in Francia<br />

Programma a pag. 7

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