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l'eroe imperfetto - Wu Ming

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Aragorn, qui portavoce di tutto l’universo maschile che le ruota<br />

intorno, vuole assegnarle. Benché si tratti di un compito onorevole,<br />

che pure un uomo avrebbe accettato senza replicare, la ragazza lo<br />

rifiuta energicamente: da sempre vissuta nell’ombra dello zio e del<br />

fratello, ora reclama l’indipendenza e la libertà di scegliere il corso<br />

da dare alla sua vita. Le sue gambe, non più ‘faltering’ [malferme] e<br />

il suo orgoglio la portano a sfidare il potere maschile che prevale<br />

non solo a Rohan, ma in tutta la Middle-Earth” (op. cit., cap. III-4).<br />

In questa ribellione Éowyn trova un piccolo alleato, lo hobbit Merry,<br />

frustrato dal dover subire la stessa sorte che tocca alle donne, cioè<br />

quella di essere lasciato indietro, e di non poter aiutare i suoi<br />

amici. Insieme, vestendo gli abiti guerrieri, i due si uniscono in<br />

segreto alla cavalleria di Rohan e partecipano alla battaglia dei<br />

Campi del Pelennor, dove sono protagonisti di uno degli episodi<br />

cruciali del romanzo: la distruzione del capo dei Nazgûl, il Re<br />

Stregone.<br />

Il destino del più potente servo di Sauron era stato profetizzato<br />

secoli addietro dall'elfo Glorfindel: “Egli non cadrà per mano di un<br />

uomo”.<br />

La profezia sembrerebbe sul punto di compiersi già prima<br />

dell'arrivo del contingente di Rohan in battaglia, quando il Re<br />

Stregone si accinge a confrontarsi con Gandalf il Bianco. Infatti<br />

Gandalf è un Maia, ovvero un messo dei Valar; non facendo<br />

propriamente parte della razza umana, sembrerebbe essere il<br />

predestinato a sconfiggere il capo dei Nazgûl. Ma quello che si<br />

scoprirà poco dopo è che con la parola “uomo” la profezia non<br />

indica il genere umano, ma piuttosto il genere sessuale, cioè un<br />

individuo maschio adulto. Non ci sono dubbi che da questo punto di<br />

vista Gandalf rientri nella categoria. Se quindi il duello avesse<br />

luogo, Gandalf sarebbe probabilmente destinato a cadere 16 .<br />

Tuttavia lo scontro verbale che prelude al combattimento tra i due<br />

avversari viene interrotto sul nascere dai corni di Rohan, che<br />

distolgono l'attenzione del capo dei Nazgûl. Di lì a poco la sua<br />

preda sarà re Théoden, che cadrà sotto il suo attacco micidiale,<br />

restando moribondo nella polvere. Quando però lo Spettro avanza<br />

per finirlo, un cavaliere si interpone tra lui e il re agonizzante. Il<br />

capo dei Nazgûl ripete quindi l'erronea interpretazione della<br />

profezia dalla quale si sente protetto: “Nessun uomo vivente può<br />

impedirmi nulla!”.<br />

In risposta il guerriero si toglie l'elmo a rivelare la chioma<br />

femminile: “Ma io non sono un uomo vivente! Stai guardando una<br />

donna”.<br />

Che il gesto di Éowyn possa rivelare l'interpretazione corretta del<br />

vaticinio è un'idea che almeno per un momento attraversa la mente<br />

del capo dei Nazgûl (“lo Schiavo dell'Anello rimase silenzioso, come<br />

colto da un improvviso dubbio”), e tuttavia non gli impedisce di<br />

attaccare. Il suo colpo è possente, infrange lo scudo e spezza il<br />

braccio della ragazza, ma quando si prepara a infliggerne un<br />

secondo viene trafitto alla gamba dalla spada di Merry, forgiata in

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