l'eroe imperfetto - Wu Ming
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12. La Dama Bianca<br />
C'è ancora uno spunto che Il Signore degli Anelli offre a questa<br />
lettura mirata. Si trova nella parte della trama che da un certo<br />
momento in poi scorre parallela a quella di Frodo e Sam, e che<br />
riguarda gli eventi della Guerra dell'Anello.<br />
Nel secondo filone della storia compare infatti un personaggio<br />
irrisolto e irriducibile, nel quale coincidono i due attori in<br />
questione: <strong>l'eroe</strong> e l'elemento femminile.<br />
Si tratta evidentemente di Éowyn, eroina che ricalca la figura della<br />
donna in abiti guerrieri, presente nella letteratura antica e<br />
moderna lungo un filum che va da Pentesilea a Camilla, da Brunilde<br />
a Bradamante.<br />
Éowyn si traveste da cavaliere di Rohan per aggirare il divieto dei<br />
suoi famigliari maschi a seguirli in combattimento. Questo avviene<br />
dopo la battaglia del Fosso di Helm, alla quale Éowyn non ha<br />
potuto partecipare, essendole stato affidato il compito di custodire<br />
la reggia di re Théoden in assenza di quest'ultimo. In seguito,<br />
quando si tratta di muovere le schiere dei cavalieri per andare in<br />
soccorso di Gondor, la ragazza chiede ad Aragorn, per il quale<br />
prova una malcelata attrazione, di potersi unire al contingente<br />
militare. Aragorn non solo ribadisce che senza il permesso dei<br />
famigliari maschi della ragazza (lo zio Theoden e il fratello Éomer)<br />
non potrebbe mai decidere di portarla con sé, ma le oppone anche<br />
un rifiuto di genere, dimostrando di condividere la loro visione. Le<br />
donne non possono andare in battaglia, hanno il compito di reggere<br />
la dimora comune in vece degli uomini, attendere il loro ritorno e<br />
se non ritornano, organizzare la difesa e la sopravvivenza nella<br />
terra avita:<br />
“Presto nessuno di loro farà più ritorno”, egli [Aragorn] rispose.<br />
“Allora vi sarà bisogno di valore senza gloria, perché nessuno<br />
ricorderà le ultime imprese compiute in difesa delle vostre dimore.<br />
Eppure anche se non lodate, saranno imprese altrettanto valorose”.<br />
Ma Éowyn rispose: “Tutte le tue parole significano soltanto 'Sei<br />
una donna e il tuo compito è la casa. Ma quando gli uomini saranno<br />
morti in battaglia con onore, tu avrai il permesso di bruciare<br />
insieme con la casa, perché ormai gli uomini non ne avranno più<br />
bisogno'. Ma io sono della Casa di Eorl, e non una serva. So<br />
cavalcare e maneggiare le armi, e non temo né il dolore né la<br />
morte”.<br />
“Che cosa temi dunque, signora?”, egli domandò.<br />
“Una gabbia”, ella rispose. “Rimanere chiusa dietro le sbarre<br />
finché il tempo e l'età ne avranno fatto un'abitudine, e ogni<br />
possibilità di compiere grandi azioni sarà per sempre scomparsa”.<br />
(Il Ritorno del Re, libro I, cap. II)<br />
Nella sua tesi di laurea sui personaggi femminili tolkieniani,<br />
Pernigoni scrive: “Éowyn rifiuta di sottostare alla posizione che