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l'eroe imperfetto - Wu Ming

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In seguito, Sam ricorre all'autoironia quando, entrando nella<br />

roccaforte degli orchi dov'è tenuto prigioniero Frodo, fa<br />

involontariamente scattare un segnale d'allarme:<br />

“Ecco fatto!”, disse Sam. “Ora ho suonato il campanello d'ingresso!<br />

Ebbene, venite tutti! Dite al capitano Shagrat che è arrivata la<br />

visita del grande guerriero elfico, nonché della sua spada elfica!”<br />

(Il Ritorno del Re, libro II, cap. I)<br />

Lo stesso fa Frodo quando, allo stremo delle forze, contemplando la<br />

desolazione di Mordor, chiede a Sam se sia informato sulle osterie<br />

che troveranno lungo la strada per Monte Fato, perché avrà<br />

senz'altro bisogno di fare delle tappe (Il Ritorno del Re, libro II,<br />

cap. I).<br />

Perfino quando i due hobbit si lanciano nel vuoto per sottrarsi agli<br />

orchetti, e atterrano su un cespuglio di rovi, Sam “avrebbe riso, se<br />

ne avesse avuto il coraggio” (Ibidem, cap. II).<br />

Trovando il lato comico anche nelle situazioni peggiori, gli hobbit<br />

ribadiscono continuamente i propri limiti, il proprio essere fuori<br />

ruolo. Soltanto così possono proporsi di portare a termine<br />

l'impresa: scommettendo su questo paradosso, ovvero tenendo<br />

davanti agli occhi in ogni istante la possibilità del fallimento.<br />

Al contrario degli eroi virili, gli hobbit non temono il ridicolo, anzi,<br />

lo introiettano grazie all'autoironia e all'umorismo istintivo che<br />

nasce da una visione scanzonata e godereccia della vita. Questo<br />

non impedisce loro di accettare il sacrificio per il bene collettivo,<br />

ovvero di spendersi fino all'ultimo con coraggio. Come dire che<br />

sono edonisti, amanti dei semplici piaceri e delle gioie terrene,<br />

piuttosto che ascetici guerrieri, ma non per questo sono cinici o<br />

egoisti. Non è l'osservanza a un'ideale eroico che li spinge a grandi<br />

imprese, bensì il rifiuto di esso. La risata divertita degli hobbit non<br />

è il ghigno sprezzante del guerriero che si lancia verso la morte, né<br />

il sorriso sardonico di chi contempla la propria e altrui sorte con<br />

distacco. Allo stesso modo la loro ironia non è un artificio retorico<br />

per sminuire la gravità dell'impresa che li attende, né soltanto un<br />

mezzo per alleviare la tensione (anche se certo aiuta): si tratta<br />

invece di un ottimo antidoto contro l'orgoglio.<br />

Non è un caso che nel breve tratto di strada in cui Sam si trova a<br />

portare l'Anello, per lui la tentazione si concretizzi nella prospettiva<br />

di diventare “Samvise il Forte, Eroe dell'Era”, salvatore della Terra<br />

di Mezzo. La sua risposta consiste nel ristabilire il limite di ciò a cui<br />

tiene, superando il quale verrebbe travolto dalla propria stessa<br />

hybris:<br />

In quell'ora di tentazione fu soprattutto l'amore per il padrone che<br />

l'aiutò a tenersi saldo; e poi, in fondo alla sua anima, viveva ancora<br />

indomito il buonsenso hobbit, ed egli sapeva in fin dei conti di non<br />

essere abbastanza grande per poter portare un simile fardello,

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