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l'eroe imperfetto - Wu Ming

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Il luogo in cui si svolge l’episodio è connotato da elementi ben<br />

riconoscibili: la notte, la foresta, il corso d’acqua, ai quali si<br />

aggiunge la Stella del Vespro, cioè Venere 14 , la cui luce si rifrange<br />

sull’anello di Galadriel (l’Anello d’Acqua).<br />

Lo specchio è la superficie liquida di un catino colmo dell’acqua del<br />

ruscello, e nel quale appaiono immagini di ciò che è stato, di ciò<br />

che è o che potrà essere. Se la pratica dell’idromanzia ha il suo<br />

referente mitico nel Pozzo di Urd della mitologia norrena, usato<br />

appunto come coppa divinatoria, tuttavia, colta in questa funzione<br />

sacerdotale, Galadriel rimanda facilmente a figure del mondo<br />

classico mediterraneo. In particolare richiama la Pizia e la Sibilla<br />

cumana, voci oracolari della Dea, divenute sacerdotesse di Apollo<br />

nel momento in cui la divinità maschile aveva esautorato il<br />

precedente oracolo di Gea.<br />

In effetti i responsi dello Specchio di Galadriel sono solo in<br />

apparenza poco sibillini e solo perché parlano per immagini<br />

anziché in esametri scritti su foglie di palma e scombinati dal<br />

vento. Certamente per i due hobbit protagonisti svolgono una<br />

funzione importante: “Galadriel li costringe a guardare dentro di sé<br />

per scoprire la parte più nascosta dell'anima; l'impresa è, infatti,<br />

anche una ricerca della propria identità personale e un cammino di<br />

crescita per gli eroi. Ecco il senso delle parole di Aragorn quando<br />

affermava che nessuno esce immutato da Lórien” (A. Pernigoni, op.<br />

cit., cap. III-3). Nelle visioni che si susseguono nello Specchio non<br />

sono soltanto contenuti lacerti di ciò che accadrà, ma anche indizi<br />

del fatale chiasmo tra i due hobbit: la progressiva scoperta del<br />

proprio coraggio e determinazione da parte di Sam, e il progressivo<br />

cedimento al potere del nemico da parte di Frodo, la vittoria<br />

dell'uno e la sconfitta dell'altro, in base alle forze che agiscono<br />

dentro ciascuno di loro. Attraverso l'oracolo della Dea si manifesta<br />

una “sophia lunare, ricettiva e accogliente, sensibile agli<br />

avvicendamenti del destino e alle fasi alterne e luminose della<br />

natura, consapevole di dipendere dagli oscuri movimenti delle zone<br />

più remote dell'essere” (E. Pulcini, La lampada di Psiche in Il<br />

potere di unire, 2003). Questa “coscienza matriarcale” (E.<br />

Neumann) mette in contatto con le proprie paure e desideri<br />

profondi. Spaventati e scoraggiati da ciò che vedono nello<br />

Specchio, i due hobbit cercheranno di convincere la dama a<br />

prendere l’Anello, mettendo così alla prova la sua saggezza, che<br />

però si rivela salda. Galadriel resiste alla tentazione di diventare la<br />

regina “bella e terribile” della Terra di Mezzo, rifiuta l’offerta e<br />

accetta invece il destino che la condannerà ad abbandonare quella<br />

parte del mondo. La Dama Bianca non intende prendere il posto<br />

dell’Oscuro Signore, rifiuta cioè il Potere, e preferisce piuttosto<br />

aiutare come può l’impresa del piccolo Portatore.<br />

E’ la scelta che fin dall’inizio caratterizza tutti i Compagni. Tutti,<br />

eccetto uno, Boromir, che invece cederà alla tentazione.<br />

Boromir, campione di prosopopea guerriera, crede che il potere<br />

dell’Anello possa essere usato a fin di bene, cioè per sconfiggere

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