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l'eroe imperfetto - Wu Ming

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assalitori irrompono nelle strade e si danno al saccheggio<br />

indiscriminato. Alcuni schiavi fuggiaschi appiccano perfino un<br />

incendio. Panama brucia.<br />

Al calar del sole sono già tutti ubriachi. Eccetto Morgan, assiso sul<br />

trono che fu del governatore, in impaziente attesa che la Santa<br />

Rossa venga scovata e portata al suo cospetto.<br />

Della fantomatica dama non sembra esserci traccia, però. Spinto<br />

dalla diffidenza, Morgan chiede a uno dei suoi uomini se abbia visto<br />

Coeur de Gris e quello risponde di averlo avvistato ubriaco,<br />

abbracciato a una donna. “Ti è forse parso che la donna potesse<br />

essere la Santa Roja?”, chiede Morgan. “Oh, no, signore”, risponde<br />

l'altro, “Sono certo che non era la Santa Rossa, ma solo una delle<br />

tante donne di Panama.”<br />

L'alba illumina una scena surreale: Morgan assopito sullo scranno<br />

regale, nella grande sala delle udienze, davanti alla catasta d'oro e<br />

preziosi che i suoi uomini sono andati ammassando per tutta la<br />

notte. Dalla porta che dà sulla strada provengono i rumori ormai<br />

vaghi della città distrutta; una seconda porta invece si affaccia sul<br />

giardino, da cui proviene un canto.<br />

Ecco dov'è sempre stata la Santa Rossa, una delle più belle<br />

incarnazioni letterarie della Dea: a pochi passi dal<strong>l'eroe</strong> vittorioso,<br />

che ora dorme stravaccato sul trono. Da una parte le ceneri della<br />

città, l'impresa distruttrice che <strong>l'eroe</strong> ha compiuto per entrare nel<br />

castello incantato; dall'altra una piccola selva, un angolo di natura<br />

dove si cela la Dea.<br />

Il narratore descrive una donna di età intermedia, né giovane né<br />

vecchia, non eccessivamente bella, ma conturbante e ambigua:<br />

Gli occhi della donna erano neri, ma opachi. Del nero intenso,<br />

lucido che hanno le ali di certe farfalle morte, e tra gli occhi e gli<br />

zigomi si vedevano piccole rughe molto nette. Ella poteva contrarre<br />

le palpebre inferiori sì da far luccicare gli occhi d'allegria, pur<br />

conservando alla bocca quella ferma e quasi amara placidezza. La<br />

pelle era bianca, pallida, e i capelli lisci e neri come ossidiana.<br />

(Ibidem, cap.IV-4)<br />

Che le cose non andranno come Morgan si aspetta è chiaro fin dalla<br />

prima apparizione della Santa Rossa. La donna non viene trascinata<br />

ai piedi del vincitore come una preda, ma è lei stessa che si<br />

avvicina e attende che <strong>l'eroe</strong> si svegli per presentarsi. Il suo nome è<br />

Ysobel, ovvero ancora Elizabeth.<br />

Ed ecco come la vede Morgan, non senza un certo stupore:<br />

Nella sua mente egli s'era raffigurato un quadro, l'immagine di una<br />

fanciulla dai celesti occhi serafici, così timidi da abbassarsi dinanzi<br />

a quelli di un topo. Quegli occhi invece non si abbassavano. Sotto la<br />

loro superficie di velluto nero sembravano ridere di lui, irriderlo<br />

apertamente. Il volto di quella donna era tagliente, quasi rapace.<br />

Era bella, certo, ma la sua era la bellezza aspra, temibile della

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