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l'eroe imperfetto - Wu Ming

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La lettura consolidata della tragedia sofoclea non lascia margine a<br />

dubbi: “Atena rappresenta quel potere divino nella cui autorità e<br />

sacralità trova riflesso e sanzione il potere umano. Aiace è il<br />

guerriero che si oppone al potere, divino e umano, ed è perciò<br />

votato all'emarginazione e alla sconfitta. Odisseo è <strong>l'eroe</strong> che<br />

rispetta il potere e onora gli dèi, ed è quindi destinato a<br />

sopravvivere.” (M.G. Ciani, Prefazione ad Aiace, 1999).<br />

Senza bisogno di mettere in discussione questa chiave<br />

interpretativa, viene da chiedersi se non sia possibile provare a<br />

scovare nel testo anche qualcos'altro, vale a dire un secondo tema.<br />

Qualcosa di implicito nelle figure stesse scelte dal drammaturgo,<br />

forse anche a prescindere dalle sue immediate intenzioni; qualcosa<br />

che i personaggi portano con sé, una sopravvivenza tematica<br />

sottotraccia, che sfugge all'intento civile e morale dell'opera.<br />

Abbiamo visto che Aiace arriva a uccidersi perché non sopporta<br />

l'idea di essersi reso ridicolo, di essersi lasciato irridere, di avere<br />

espresso tutta la fragilità possibile. Non sono gli altri che non<br />

possono accettare questo, ma lui stesso.<br />

La sua follia è opera divina, utile a sventare la strage che Aiace<br />

avrebbe voluto compiere. Causa di tale follia non è però una<br />

divinità qualsiasi: Atena è una dea particolare. E' la dea della<br />

sapienza e dell'arte tecnica, quindi, nella sua veste guerriera,<br />

anche della tecnica applicata alla guerra, del calcolo strategico,<br />

dell'astuzia tattica. Questo spiega perché sia la protettrice di<br />

Odisseo e perché <strong>l'eroe</strong> di Itaca le sia così devoto. Un altro a lei<br />

devoto era stato Perseo, che infatti con l'astuzia riuscì a<br />

sconfiggere Medusa e ne regalò la testa alla dea (che la espone<br />

sullo scudo).<br />

Aiace invece è <strong>l'eroe</strong> devoto ad Ares, il dio che sovrintende<br />

all'aspetto più brutale della guerra, la ferocia in battaglia, l'ardore<br />

guerriero, la forza bruta. Aiace è appunto l'erede di Achille e per<br />

questo pretende le sue armi.<br />

Ma perché Atena agisce così contro Aiace? Solo per legittima difesa<br />

del suo pupillo Odisseo?<br />

Questo non giustificherebbe tanto accanimento. C'è un motivo<br />

ulteriore, che viene spiegato nel testo della tragedia dall'intervento<br />

dell'indovino Calcante, le cui parole sono riportate da un<br />

messaggero. Calcante ricorda che Aiace, “con arroganza folle”, ha<br />

sempre ritenuto di poter fare a meno dell'aiuto degli dèi in<br />

battaglia. In particolare ricorda un episodio nel mezzo di uno<br />

scontro tra Achei e Troiani, nel quale Aiace avrebbe offeso<br />

direttamente Atena:<br />

poiché Atena lo spronava a rivolgere<br />

contro i nemici la furia omicida del suo braccio,<br />

le rivolse queste terribili parole:<br />

“Stai accanto agli altri Argivi, divina signora,<br />

qui da me il fronte dei nemici<br />

non farà breccia di certo”.

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