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l'eroe imperfetto - Wu Ming

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Prima Parte: Ridicolo<br />

1. Le armi di Achille<br />

Tra i vari racconti che insieme ai poemi omerici vanno a comporre<br />

la grande narrazione della guerra di Troia, uno dei più celebri è<br />

quello che riguarda la fine di Aiace Telamonio, reso in tragedia da<br />

Sofocle nel V secolo a.C.<br />

Aiace è <strong>l'eroe</strong> acheo destinato a raccogliere il primato di Achille<br />

dopo la sua morte, che però viene tradito dalla sorte e dagli uomini,<br />

cadendo in rovina.<br />

Antefatto della tragedia è l'agone indetto tra i guerrieri Achei per<br />

contendersi le armi di Achille. Nonostante la fama di Aiace sembri<br />

di per sé sufficiente a fargli assegnare il premio, a sorpresa i<br />

giudici dichiarano vincitore Odisseo.<br />

E' evidente che la scelta contiene un giudizio sul modello eroico di<br />

riferimento. Ciò che per Aiace dovrebbe garantirgli la vittoria,<br />

ovvero il fatto che egli incarna più di chiunque altro lo spirito di<br />

Achille, è invece causa della sua sconfitta. Agli occhi dei giudici<br />

Aiace rappresenta il passato, il combattente erculeo e brutale,<br />

com'è stato Achille, appunto. Ma di Achille può essercene uno solo<br />

(e già l'originale aveva dato non poche gatte da pelare). Il futuro è<br />

incarnato piuttosto da Odisseo, il guerriero scaltro, astuto. E' lui<br />

che deve diventare il nuovo ispiratore per gli Achei, e infatti sarà<br />

lui a sconfiggere la resistenza dei Troiani, grazie all'astuzia e non<br />

alla forza.<br />

Aiace non può accettare un verdetto di questo tipo, proprio per le<br />

sue implicazioni. Davanti alle mura di Troia, nei dieci anni di<br />

assedio, si è consumato un intero mondo, un sistema di valori,<br />

l'eroismo e l'onore hanno ceduto il passo al sotterfugio e alla<br />

politica contro cui già Achille si era scagliato. A questo ineluttabile<br />

avvento dei tempi nuovi Aiace si ribella disperatamente e non a<br />

caso riconosce i propri nemici negli stessi detrattori di Achille. La<br />

sua rabbia si rivolge verso gli Atridi, i re fratelli Agamennone e<br />

Menelao, generali in capo dell'armata greca, oltreché ovviamente<br />

verso il furbo Odisseo che gli ha scippato il primato. Loro hanno<br />

ordito l'inganno e loro dovranno pagare. L'ira funesta di Aiace non<br />

consiste nel sottrarsi alla battaglia, bensì in un vero e proprio<br />

assalto. Di notte uccide i guardiani degli armenti razziati dagli<br />

Achei, il bottino ancora indiviso tra i capi della spedizione, e<br />

decima la mandria.<br />

Tuttavia quella che potrebbe sembrare una fredda rappresaglia è<br />

invece segno di pazzia.<br />

L'intenzione di Aiace infatti era quella di portare l'attacco contro<br />

gli Achei stessi. La dea Atena, per salvare il suo protetto Odisseo, si<br />

è allora finta alleata di Aiace e gli ha annebbiato la mente,

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