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l'eroe imperfetto - Wu Ming

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Del resto, se facciamo ancora un salto all'indietro nel nostro<br />

excursus e consideriamo le opere che fondano la letteratura<br />

occidentale, non troviamo figure molto diverse.<br />

L'Iliade, il più antico poema epico della letteratura europea e<br />

mediterranea (che narra la prima invasione occidentale<br />

dell'Oriente) è il poema di Achille. L'eroe greco, alto, forte, biondo,<br />

che in singolar tenzone sconfigge Ettore, il campione di Troia.<br />

In questo caso il suo distacco dal resto degli uomini è sottolineato<br />

dal fatto che Achille è quasi un semidio, figlio di un mortale e di<br />

una ninfa marina. Ma soprattutto l'Iliade è il poema dell'ego<br />

del<strong>l'eroe</strong>. Disonorato dai capi Achei, che gli sottraggono la schiava<br />

preferita, Achille diserta la guerra, infischiandosene del fatto che<br />

questa scelta comprometterà le sorti del conflitto. Il suo onore è più<br />

importante anche della vita dei compagni.<br />

Tanto è vero che solo la morte dell'amico/amante Patroclo lo riporta<br />

sul campo di battaglia, per compiere una vendetta privata. E'<br />

ancora una motivazione personale a fare la differenza.<br />

Nei suoi scritti, e in particolare nell'ultima pagina de I Sette<br />

Pilastri della Saggezza, Lawrence dichiara che fu essenzialmente<br />

una motivazione personale a spingerlo a fare ciò che fece. Una<br />

motivazione che ha molto a che spartire con quella di Achille. Ma di<br />

questo parlerò tra poco.<br />

Il parallelo tra Lawrence e Achille, ovvero tra I Sette Pilastri e<br />

l'Iliade si riscontra anche nell'attitudine di Lawrence come<br />

scrittore. I Sette Pilastri contiene esplicite citazioni delle tecniche<br />

della letteratura epica. Ad esempio le lunghe nomenclature di capi<br />

arabi o ufficiali britannici che parteciparono alla rivolta ci<br />

ricordano i capitoli dell'Iliade in cui vengono nominati uno a uno i<br />

guerrieri achei e troiani. Questi elenchi e le lunghe digressioni<br />

presenti ne I Sette Pilastri possono apparire superflui agli occhi di<br />

uno storico, ma non a quelli del narratore epico. Nell'introduzione a<br />

I Sette Pilastri della Saggezza, Angus Calder fa notare che “Un<br />

dettaglio superfluo per la 'storia', almeno per come viene scritta<br />

solitamente, è essenziale per l'epica. Perché genera la sensazione<br />

che l'interezza della vita è in qualche modo presente e viene tenuta<br />

in considerazione” (op. cit., trad. mia).<br />

L'andamento del libro di Lawrence, tuttavia, richiama ancora di più<br />

l'altro poema omerico, l'Odissea. La narrazione infatti non si<br />

discosta mai dall'unico protagonista e ne segue il viaggio attraverso<br />

mille peripezie fino a Damasco. Non a caso proprio con la<br />

traduzione dell'Odissea si cimentò Lawrence.<br />

Nel primo verso del poema, Odisseo è definito “polytropos”, che i<br />

traduttori rendono con “ricco di astuzie”, “dal multiforme ingegno”,<br />

e che Lawrence traduce con “various-minded”. Tuttavia il termine<br />

viene tradotto anche con “dalle molte facce” e “dai molti<br />

rivolgimenti” (intesi come ribaltoni della sorte). Il suo corrispettivo<br />

persiano e mesopotamico è uno dei protagonisti de Le Mille e Una<br />

Notte, il marinaio Sinbad. Più in generale si tratta di una figura<br />

archetipica della mitologia universale: colui che è capace di

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