l'eroe imperfetto - Wu Ming
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personale.<br />
E' stato J.R.R.Tolkien a sostenere questa interpretazione e<br />
recentemente lo scrittore Neil Gaiman l'ha riproposta<br />
sceneggiando il film tratto dal poema (Beowulf, di Robert<br />
Zemeckis, 2007).<br />
Il poema è diviso in due parti. Nella prima si narra l'impresa<br />
del<strong>l'eroe</strong> svedese Beowulf che attraversa il mare per andare in<br />
soccorso del vecchio re danese Hrothgar, la cui reggia è minacciata<br />
da un orco sanguinario. Beowulf affronta il mostro a mani nude, lo<br />
mutila e lo uccide. Dovrà poi affrontare e uccidere anche la madre<br />
dell'orco, una creatura marina giunta per vendicare il figlio.<br />
La seconda parte invece si svolge diversi anni dopo, quando ormai<br />
Beowulf è diventato re del proprio paese e non è più nel fiore degli<br />
anni. Un terribile drago sbucato dagli anfratti della terra prende a<br />
devastare il regno. Beowulf decide quindi di ripetere l'impresa di<br />
gioventù: affrontare da solo la minaccia, consapevole che sarà forse<br />
la sua ultima battaglia. Infatti nello scontro col drago rischia di<br />
venire sconfitto e solo l'aiuto non richiesto di un vassallo fedele gli<br />
consentirà di uccidere la bestia. Tuttavia Beowulf non sopravvive<br />
alle ferite e guadagna una morte da eroe, con le armi in pugno.<br />
Secondo Tolkien si tratta di un dramma della coerenza. La coerenza<br />
all'ideale eroico appunto, spinge il protagonista a mettere in gioco<br />
tutto pur di rimanere fedele all'icona eroica stessa.<br />
Quando Beowulf deve affrontare l'orco nella reggia di Danimarca,<br />
sceglie di rinunciare ad ogni vantaggio offerto dalle armi, in nome<br />
della “sportività” cavalleresca (vv. 434-440). Anche quando, molti<br />
anni dopo, si tratta di affrontare il drago, è a malincuore, solo per<br />
sopraggiunti limiti d'età, che Beowulf si vede costretto a portare<br />
con sé le armi (vv. 2518-2523). Tuttavia ancora una volta decide di<br />
sfidare il mostro da solo, privandosi dell'apporto dei suoi fedeli<br />
guerrieri:<br />
Questa non è un'impresa per voi,<br />
non è a misura d'uomo, ma solo alla mia,<br />
confrontare le forze col Mostro,<br />
o far apparire il proprio valore.<br />
(2532-2535)<br />
Qui è detto chiaramente: <strong>l'eroe</strong> non può che essere una figura<br />
solitaria. Ma il suo non è necessariamente un atto altruistico, un<br />
sacrificio individuale per la salvezza collettiva, bensì, al contrario,<br />
la celebrazione della propria superiorità, del distacco dai comuni<br />
mortali, ai quali è proibito affiancarlo, perché ne sminuirebbero la<br />
gloria. A lui solo spetta dimostrare la propria nobiltà, il coraggio, lo<br />
sprezzo del pericolo e della vita. E questa è la cosa che conta più di<br />
ogni altra, anche se mette a repentaglio la sorte di tutti.<br />
Tolkien suggerisce che l'anonimo autore del poema volesse<br />
sottolineare precisamente questa ambivalenza del<strong>l'eroe</strong>, la sua<br />
potenziale pericolosità 3 .