Hermes 2012-13 - liceoclassicoragusa.it
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HERMES<br />
Il messaggero degli studenti<br />
Numero unico - anno scolastico <strong>2012</strong>/20<strong>13</strong><br />
Liceo Classico “Umberto I” - Ragusa
La<br />
Redazione<br />
Ed<strong>it</strong>oriale<br />
E il tempo chiese tempo al tempo<br />
Tempo. Ma in che senso? In effetti parlare del tempo in modo approfond<strong>it</strong>o<br />
non è di certo un argomento abbastanza aulico per noi nobili penne<br />
della redazione ermetica.<br />
Ma dopo aver mangiato la cheescake di Alberta (alla vostra salute) abbiamo<br />
cap<strong>it</strong>o il vero senso della v<strong>it</strong>a.<br />
Non c’è più tempo per pensare e per approfondire.<br />
Non c’è più tempo per ammirare le mosche che volano durante l’ora di<br />
Tecnica.<br />
Non c’è più tempo per finire il libro sul comodino.<br />
Non c’è più tempo per scrivere a penna.<br />
Non c’è più tempo per fare una passeggiata.<br />
Non c’è più tempo per finire di vedere “Jumanji”.<br />
Non c’è più tempo per indignarsi quando ce ne sarebbe bisogno.<br />
Per alcuni non c’è più tempo per lavarsi. Forse la coscienza?<br />
Non c’è più tempo per spolverare la camera.<br />
E un giorno Emma disse “Non c’è più tempo per comprarsi le mutande”<br />
e Alberta rispose “Perché tu ti compri le mutande?”.<br />
Non c’è più tempo per saltare nelle pozzanghere.<br />
Non c’è più tempo per guardare “Un medico in famiglia” e “Desperate<br />
Housewives”.<br />
Non c’è più tempo per guardare i vecchi cartoni animati che ci facevano<br />
impazzire da piccoli. Ricordate “L’orso Bear nella grande casa blu”?<br />
Non c’è più tempo per andare in biblioteca a prendere un libro. E magari<br />
anche aprirlo.<br />
Non c’è più tempo per fare merenda il pomeriggio.<br />
Non c’è più tempo per riflettere sulla natura.<br />
Non c’è più tempo per finire il tema di <strong>it</strong>aliano in due ore.<br />
Non c’è più tempo per togliersi lo smalto.<br />
Non c’è più tempo per guardare i documentari di Piero Angela.<br />
Perché prima li guardavi?<br />
Non c’è più tempo per fare i ponti.<br />
Ma c’è sempre tempo per fare le rotatorie.<br />
Non c’è più tempo neanche per scrivere l’ed<strong>it</strong>oriale.<br />
3
4<br />
Non avere paura del futuro<br />
Silvia<br />
Occhipinti<br />
I sogni veri si costruiscono con gli ostacoli, altrimenti non si<br />
trasformano in progetti, ma restano sogni.<br />
Immaginati trentenne. Che lavoro<br />
fai?<br />
Ce l’hai un sogno? No? Non ci credo.<br />
Guarda bene. Trovato?<br />
Tutti abbiamo almeno un desiderio,<br />
anche se spesso ci vergogniamo<br />
a parlarne, perché è troppo<br />
da bambini, troppo ambizioso,<br />
troppo da favoletta… troppo<br />
qualcosa.<br />
Il problema vero è la disoccupazione:<br />
ci tarpa le ali.<br />
Non passa giorno senza che centinaia<br />
di persone vengano licenziate.<br />
Migliaia di studenti laureati<br />
fanno fatica ad accedere al mondo<br />
del lavoro. E in quei momenti<br />
il telegiornale sembra urlarci<br />
contro di lasciar perdere, di<br />
smetterla di sperare nei nostri<br />
desideri impossibili, perché non è<br />
tutto così facile come pensiamo.<br />
E allora che senso hanno le nostre<br />
ambizioni se il destino è per tutti<br />
uguale?<br />
Perché studiamo latino e greco<br />
tutti i pomeriggi, se sappiamo già<br />
che questi sforzi forse si riveleranno<br />
inutili?<br />
Che differenza farà?<br />
C’è crisi. Anche di sogni.<br />
Però devo confessarti una cosa.<br />
Io un sogno ce l’ho. È prezioso,<br />
guai a chi lo tocca. Per questo il<br />
mio sogno è un segreto.<br />
Anche io ho la consapevolezza<br />
che forse è un’illusione e basta.<br />
Però non mi interessa, perché per<br />
me è così indispensabile che tutto<br />
il resto non conta. Il mio sogno<br />
è il motivo per cui ogni giorno<br />
cerco di dare il massimo. È ciò<br />
che mi spinge a fare sempre di<br />
più.<br />
I romantici dicono che “se ci credi<br />
veramente, il tuo desiderio si<br />
avvererà”. Non so se è vero, però<br />
di sicuro se non ci credi non si<br />
avvererà. Quindi non possiamo<br />
arrenderci senza averci provato.<br />
Smettiamola di scoraggiarci. Le<br />
nostre ambizioni hanno un senso:<br />
il destino non è per tutti uguale.<br />
Magari noi ce la faremo, chi lo sa?<br />
Siamo entrati in questa scuola<br />
con degli obbiettivi, per questo<br />
studiamo ogni pomeriggio latino e<br />
greco; i nostri sforzi non sono e<br />
non saranno mai inutili, perché<br />
rappresentano prima di tutto le<br />
nostre passioni. E sono proprio le<br />
passioni che faranno la differenza.<br />
Provaci, credici, ama il tuo sogno.<br />
Pensaci. Curalo. Desideralo.<br />
Non avere paura che sia solo<br />
un’illusione.<br />
Questo non significa che sarà una<br />
passeggiata: tutto il contrario.<br />
Il Sognatore, uno dei protagonisti<br />
del libro “Bianca come il latte,<br />
rossa come il sangue”, di Alessandro<br />
D’Avenia, dice a Leo che “i<br />
sogni veri si costruiscono con gli<br />
ostacoli. Altrimenti non si trasformano<br />
in progetti, ma restano<br />
sogni. La differenza fra un sogno<br />
e un progetto è proprio questa: le<br />
bastonate”.<br />
Inutile girarci intorno: sognare è<br />
difficile, faticoso, rischioso. Però<br />
ne vale la pena.<br />
Quando penso al mio desiderio<br />
già realizzato sorrido soddisfatta.<br />
Niente mi può far cambiare idea:<br />
può essere il percorso più tortuoso<br />
del mondo, ma è il mio. Non<br />
mi fermo.<br />
Rincorri anche tu il tuo obbiettivo.<br />
Se riceverai bastonate, significherà<br />
che sei nella giusta strada.<br />
Sognare è una delle poche cose<br />
gratis rimaste al mondo: godiamocela,<br />
non ha controindicazioni.<br />
“Sogna ragazzo, sogna”. Saremo<br />
almeno in due.<br />
SOGNA RAGAZZO SOGNA<br />
Di Roberto Vecchioni<br />
E ti diranno parole rosse come il sangue,<br />
nere come la notte;<br />
ma non è vero, ragazzo,<br />
che la ragione sta sempre col più forte<br />
io conosco poeti<br />
che spostano i fiumi con il pensiero,<br />
e naviganti infin<strong>it</strong>i<br />
che sanno parlare con il cielo.<br />
Chiudi gli occhi, ragazzo,<br />
e credi solo a quel che vedi dentro<br />
stringi i pugni, ragazzo,<br />
non lasciargliela vinta neanche un momento<br />
copri l'amore, ragazzo,<br />
ma non nasconderlo sotto il mantello<br />
a volte passa qualcuno,<br />
a volte c'è qualcuno che deve vederlo.<br />
Sogna, ragazzo sogna<br />
quando sale il vento<br />
nelle vie del cuore,<br />
quando un uomo vive<br />
per le sue parole<br />
o non vive più;<br />
sogna, ragazzo sogna,<br />
non lasciarlo solo contro questo mondo<br />
non lasciarlo andare sogna fino in fondo,<br />
fallo pure te..<br />
Sogna, ragazzo sogna<br />
quando cade il vento ma non è fin<strong>it</strong>a<br />
quando muore un uomo per la stessa v<strong>it</strong>a<br />
che sognavi tu<br />
Sogna, ragazzo sogna<br />
non cambiare un verso della tua canzone,<br />
non lasciare un treno fermo alla stazione,<br />
non fermarti tu...<br />
Lasciali dire che al mondo<br />
quelli come te perderanno sempre<br />
perchè hai già vinto, lo giuro,<br />
e non ti possono fare più niente<br />
passa ogni tanto la mano<br />
su un viso di donna, passaci le d<strong>it</strong>a<br />
nessun regno è più grande<br />
di questa piccola cosa che è la v<strong>it</strong>a…
Un<strong>it</strong>i per il presente<br />
Insegnanti e studenti invadono le strade di Ragusa per dire<br />
no ai tagli alla scuola pubblica<br />
Sabato 24 Novembre, ore 9, piazza<br />
Zama. Nel grande spiazzale<br />
dove è sol<strong>it</strong>o un continuo via vai<br />
di autobus sembra essere scesa<br />
mezza c<strong>it</strong>tà. Quella parte di c<strong>it</strong>tadini<br />
forse ancora un po’ acerba,<br />
tuttavia già abbastanza matura<br />
per desiderare una finestra sul<br />
proprio futuro. Una finestra grande<br />
e aperta, magari senza inutili<br />
tende polverose che ne oscurino<br />
la visuale. Questa parte della c<strong>it</strong>tà<br />
eravamo noi, gli studenti. Un<strong>it</strong>i<br />
per il presente. Ragazzi dei<br />
vari ist<strong>it</strong>uti superiori: Classico,<br />
Scientifico, Linguistico, Commerciale.<br />
Tutti riun<strong>it</strong>i anche per sostenere<br />
quelli che a scuola ci passano<br />
quasi una v<strong>it</strong>a intera.<br />
Insieme a noi, infatti, c’erano<br />
insegnanti di scuola dell’infanzia,<br />
primaria e secondaria che hanno<br />
scelto di rinunciare alla paga di<br />
una giornata di lavoro. E questo<br />
importa, perché noi crediamo<br />
(noi che impariamo, noi che cresciamo,<br />
noi che educhiamo) che<br />
questa giornata non sarà solo una<br />
passeggiata sotto il sole, una singola<br />
e isolata macchia di disagio<br />
urbano che ricap<strong>it</strong>erà chissà<br />
quando. Questa è la tessera di un<br />
mosaico, fatto di marce, di grida<br />
e batt<strong>it</strong>i di mani di chi ha un ruolo<br />
fondamentale per la cresc<strong>it</strong>a di<br />
un Paese. Un Paese che non inizia<br />
e non si conclude all’interno di<br />
una casta privilegiata, ma che è<br />
costru<strong>it</strong>o sulle menti di tutti gli<br />
individui. Queste menti che han-<br />
no bisogno di prosperare in modo<br />
adeguato e questo comp<strong>it</strong>o è affidato<br />
proprio alla scuola. Tuttavia,<br />
le manovre per affrontare la<br />
crisi non sembrano curarsi della<br />
sacral<strong>it</strong>à di questa ist<strong>it</strong>uzione,<br />
cuore della società.<br />
Così insegnanti e studenti partono<br />
dalla piazza Zama e scendono<br />
in via Carducci che si riempie di<br />
voci di proteste. Noi la crisi non<br />
la vogliamo, a maggior ragione i<br />
bambini delle scuole materne<br />
Giorgio La Pira, Palazzello e Rodari<br />
che, con gioia, stringono i<br />
manifesti saltellando per le strade,<br />
come in una giornata di festa.<br />
Emma<br />
Bufardeci<br />
E così che la festa invade e si<br />
espande in piazza Libertà. I ragazzi,<br />
anzi, le ragazze del<br />
“Grido” si sgolano per lasciare la<br />
visuale libera agli striscioni che<br />
capeggiano il corteo. Non avrete<br />
il nostro silenzio (anche quando<br />
di un ist<strong>it</strong>uto -uno a caso- sono<br />
presenti solo 3 insegnanti). Anzi,<br />
il baccano si espande pure per la<br />
vallata Santa Domenica. La manifestazione<br />
riempie il ponte vecchio<br />
per poi giungere fino a Piazza<br />
San Giovanni. Ci si stringe sulle<br />
e attorno le scalinate. Parlano<br />
i rappresentanti di Classico e Linguistico,<br />
della Consulta studentesca.<br />
Parlano le insegnanti Valeria Cascone<br />
della scuola dell’infanzia<br />
“La Pira”, Viviana Rizza della<br />
scuola media “Vann’Antò”. Nonostante<br />
i problemi di amplificazione,<br />
giungono chiari i ringraziamenti<br />
per i partecipanti alla manifestazione<br />
. Manifestazione,<br />
che, in realtà, non si è ancora<br />
conclusa. Continuerà nel quotidiano,<br />
ogni volta che si legge un<br />
giornale, che si apprendono notizie<br />
che ci riguardano e su cui ci si<br />
fa un’opinione, ogni volta che si<br />
pensa (e che , quindi, si è). Non<br />
avrete il nostro silenzio.<br />
5
6<br />
Potere del popolo<br />
Francesca<br />
Capodicasa<br />
Ieri ed oggi cos’è la democrazia?<br />
Siamo ad Atene nel 491 a.C. un<br />
grande uomo parla alla sua c<strong>it</strong>tà, in<br />
lutto per i caduti della guerra del<br />
Peloponneso. Il popolo, concentrato,<br />
ascolta. Pericle, governatore<br />
ateniese, parla esaltando i valori<br />
della sua πόλις e ricordando a tutti<br />
il motivo per cui è giusto sacrificarsi<br />
per la patria. Descrive un’Atene<br />
forte della sua democrazia, una<br />
c<strong>it</strong>tà che combatte un<strong>it</strong>a per difendere<br />
gli ideali condivisi.<br />
Cos’è la democrazia?<br />
Il termine deriva dal greco<br />
“δ η μ ο ς ” ( p o p o l o ) e<br />
“κράτος” (potere) potere del popolo.<br />
Come dice Pericle >, ciò afferma la sovran<strong>it</strong>à<br />
popolare e l’uguaglianza di tutti i<br />
membri della società.<br />
La nostra cost<strong>it</strong>uzione è basata su<br />
questi ideali e come garante di<br />
questi dir<strong>it</strong>ti è stato ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un<br />
organo, il parlamento, che è chiamato<br />
a controllare affinché chi<br />
eserc<strong>it</strong>a il potere lo detenga nel<br />
bene del popolo ed è proprio questo<br />
che ha il comp<strong>it</strong>o di legiferare.<br />
Il problema della nostra società<br />
non sta nell’organizzazione del<br />
governo, che risulta essere ordinato<br />
nel rispetto dei dir<strong>it</strong>ti comuni,<br />
quanto negli individui che parteci-<br />
pano alla v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica e nel numero<br />
esiguo di questi.<br />
La maggior parte dei c<strong>it</strong>tadini, infatti,<br />
usufruisce del proprio dir<strong>it</strong>to<br />
al voto, ma una volta espressa una<br />
preferenza si esclude dalle controversie<br />
e tornando a “coltivare il<br />
proprio orticello” trascura ciò che<br />
continua ad accedere; ma possiamo<br />
noi affidare il nostro stato nelle<br />
mani di qualcuno, senza vigilare<br />
che eserc<strong>it</strong>i il potere per il bene<br />
comune e non per proteggere privilegi<br />
propri e dei propri sosten<strong>it</strong>ori?<br />
Noi siamo chiamati sì a delegare il<br />
nostro potere personale nelle mani<br />
di qualcuno, che lo eserc<strong>it</strong>i per il<br />
bene comune, ma siamo anche<br />
chiamati a controllare, affinché ciò<br />
In drastico calo le iscrizioni nei licei ma<br />
forse è meglio essere in pochi, ma buoni<br />
Se il liceo Classico fosse un t<strong>it</strong>olo<br />
di borsa oggi saremmo tutti sul<br />
lastrico. Adesso vi spiego perché,anche<br />
se temo di traumatizzarvi<br />
.In questi giorni il nostro<br />
“Umberto I” ha raccolto le preiscrizione<br />
degli studenti di terza<br />
media.<br />
A quanto pare abbiamo raggiunto<br />
soltanto 42 grecisti. A noi poveri<br />
mortali non rimane che domandarc<br />
i i l p e r c h é d i q u e s t o<br />
“straordinario” evento. Forse sarà<br />
la società che sta cambiando? Le<br />
famiglie non si sentono più di indirizzare<br />
i figli all’univers<strong>it</strong>à? Troppe<br />
spese? A mio avviso questa è la<br />
motivazione più coerente che possiamo<br />
ipotizzare.<br />
Nessuno più si sogna di investire<br />
denaro in un futuro che sinceramente<br />
ci sfugge giorno dopo giorno.<br />
L’univers<strong>it</strong>à non è più tanto<br />
amb<strong>it</strong>a, di conseguenza i Licei<br />
stanno diventando anacronistici.<br />
Però i conti non tornano. Il liceo<br />
Scientifico,infatti, ha raccolto più<br />
di 100 ragazzi, ed è chiaro che<br />
anche da quelle parte l’univers<strong>it</strong>à<br />
è d’obbligo.<br />
Una prima spiegazione è questa:<br />
gli scienziati non studiano il greco,<br />
avvenga e nel caso in cui non fosse<br />
così, come diceva Locke, abbiamo<br />
il dir<strong>it</strong>to e il dovere di rovesciare il<br />
governo. È nostro comp<strong>it</strong>o, quindi,<br />
anche essere consapevoli di ciò che<br />
avviene dopo le elezioni e nel nos<br />
t r o p i c c o l o c o n t r i b u i r e<br />
all’arricchimento dello stato. Il<br />
messaggio è rivolto soprattutto ai<br />
giovani, che devono informarsi,<br />
perché anche se per adesso possono<br />
solo guardare, un giorno l’Italia<br />
sarà loro e spetterà soltanto a loro<br />
migliorare il paese, imparando dagli<br />
errori di chi li ha preceduti,<br />
impegnandosi perché la democrazia<br />
di Pericle continui ad affermarsi<br />
come nel V secolo a.C.. <br />
Mattia Corallo<br />
ma solo il latino. Ed è proprio la<br />
lingua di Pericle lo scoglio maggiore<br />
che oggi impedisce maggiori<br />
iscrizioni. I giovani non sono suffic<br />
i e n t e m e n t e i n f o r m a t i<br />
sull’importanza che eserc<strong>it</strong>ano le<br />
materie classiche nel nostro sviluppo<br />
mentale. Bisogna dire anche<br />
che ogni anno lo scientifico, raccoglie<br />
grandi folle. Ma è altrettanto<br />
vero che spesso la metà degli alunni<br />
viene inesorabilmente bocciata<br />
a giugno. Chi si iscrive al liceo<br />
Classico lo fa spesso convinto e con<br />
idee chiare. Ragion per cui le bocciature<br />
non sono all’ordine del<br />
giorno.<br />
Detto questo resta il fatto che il<br />
nostro ist<strong>it</strong>uto non ha riscosso<br />
l’antico successo di cui godeva un<br />
tempo. Le quarte ginnasio del<br />
20<strong>13</strong>/2014 saranno a stento due.<br />
Ragazzi e compagni di viaggio, facciamocene<br />
una ragione, il cuore<br />
antico della nostra scuola forse, e<br />
sottolineo forse, risulta superato.<br />
A noi rimane però la certezza che,<br />
nonostante la modern<strong>it</strong>à ci sovrasti,<br />
tutto continui a reggersi sulle<br />
spalle dei giganti. Ora bando alle<br />
ciance, smettiamola di piangere<br />
sul latte versato: meglio essere<br />
pochi ma buoni.
Orientamento con la neve<br />
È il 15 Marzo 20<strong>13</strong>, a Ragusa nevica,<br />
ma neanche i fiocchi bianchi<br />
discesi dal cielo riescono a frenare<br />
la voglia dei nostri ragazzi di<br />
orientarsi.<br />
Tutti sappiamo che la scelta<br />
dell’univers<strong>it</strong>à non è certo una<br />
cosa semplice ed è bene, quindi,<br />
raccogliere un buon numero di<br />
informazioni. Proprio per questo,<br />
come ogni anno, il liceo scientifico<br />
Enrico Fermi di Ragusa ha osp<strong>it</strong>ato<br />
importanti univers<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliane,<br />
dando l’opportun<strong>it</strong>à di documentarsi<br />
ai ragazzi delle scuole<br />
secondarie di secondo grado. La<br />
nostra scuola ha autorizzato a<br />
partecipare alla manifestazione i<br />
Per scegliere il proprio futuro con consapevolezza<br />
ragazzi delle terze liceo, ma anche<br />
quasi tutti gli studenti delle<br />
seconde hanno r<strong>it</strong>enuto opportuno<br />
assentarsi arb<strong>it</strong>rariamente<br />
dalle lezioni, non rinunciando a<br />
questa occasione.<br />
Il liceo scientifico pullulava di<br />
gente. Alle 8:30 in aula magna il<br />
preside della scuola ha accolto gli<br />
alunni, presentando il progetto,<br />
per poi dare inizio a una mattinata<br />
intensa e piena di conferenze.<br />
La palestra della scuola aveva<br />
acquis<strong>it</strong>o le sembianze di una<br />
fiera, con vari stand in successione,<br />
dove i rappresentati delle<br />
varie univers<strong>it</strong>à fornivano informazioni<br />
e volantini ai ragazzi,<br />
Francesca<br />
Capodicasa<br />
rispondendo a loro eventuali domande.<br />
Anche alcune aule del<br />
secondo piano erano state riservate<br />
alle principali facoltà <strong>it</strong>aliane,<br />
pubbliche e private.<br />
Con una scansione di trenta minuti<br />
le diverse univers<strong>it</strong>à si alternavano<br />
per presentare i propri<br />
progetti e orientamenti agli studenti<br />
interessati, argomentando<br />
con l’aiuto di diapos<strong>it</strong>ive Power<br />
Point e video.<br />
La maggior parte degli atenei<br />
presenti erano a carattere scientifico<br />
come medicina e chirurgia,<br />
professioni san<strong>it</strong>arie, ingegneria,<br />
economia e commercio, ma ovviamente<br />
non potevano mancare<br />
facoltà di giurisprudenza e<br />
l’accademia di belle arti. Purtroppo,<br />
per i nostri studenti soprattutto,<br />
non è mancata la possibil<strong>it</strong>à<br />
di confrontarsi con le facoltà<br />
di lettere, psicologia o storia<br />
e filosofia.<br />
Le varie conferenze hanno avuto<br />
termine verso le <strong>13</strong>:30, quando la<br />
nevicata aveva ormai avuto termine.<br />
Questa giornata, è stata<br />
l’occasione per raccogliere informazioni<br />
che non hanno sicuramente<br />
risolto i dubbi di nessuno,<br />
ma hanno permesso di acquisire<br />
un maggiore livello di consapevolezza,<br />
nella speranza che al momento<br />
della scelta si faccia la<br />
cosa più corretta e attinente alle<br />
proprie capac<strong>it</strong>à. <br />
7
8<br />
Donne con le gonne<br />
Francesca<br />
Capodicasa<br />
Alla ricerca della femminil<strong>it</strong>à perduta<br />
Girando per i corridoi del nostro<br />
liceo, osservando chi ci circonda,<br />
notiamo una serie illim<strong>it</strong>ata di<br />
classici jeans blu, abbinati a felpe<br />
di tutti i colori e stili e come<br />
scarpe delle sneakers Nike, Adidas,<br />
Superga, Converse e altre<br />
marche di tendenza. Non c’è da<br />
stupirsi, è il modo di manifestarsi<br />
di una generazione, di tanti ragazzi<br />
che vogliono affermare la<br />
loro appartenenza a questo periodo,<br />
che non vogliono distinguersi,<br />
ma anzi mostrarsi compatti e figli<br />
di una mental<strong>it</strong>à comune. In<br />
quest’atmosfera, spesso, i pochi<br />
ragazzi che vorrebbero mostrarsi<br />
diversi dagli altri, vengono frenati<br />
dal timore di essere considerati<br />
come estranei alla società e intimid<strong>it</strong>i<br />
da ciò, si uniformano alla<br />
massa. Anche in questo, ci sono<br />
le dovute eccezioni e una minima<br />
parte di ragazzi, con carattere<br />
forte e desiderio di affermare la<br />
propria personal<strong>it</strong>à e il proprio<br />
estro, non curandosi del resto dei<br />
coetanei indossa ciò che preferisce,<br />
anche le gonne. È proprio<br />
per questo che abbiamo rivolto<br />
un’intervista a Paola Veninata<br />
della II C, una delle poche ragazze<br />
che, soprattutto nella stagione<br />
primaverile, indossa quest’ab<strong>it</strong>o<br />
anche a scuola.<br />
Cosa ti spinge a indossare la<br />
gonna a scuola?<br />
“Nella società sono presenti un<br />
grande numero di stereotipi, fra<br />
questi uno condiviso dai ragazzi<br />
riguarda il non indossare le gonne<br />
a scuola. Io non lo condivido,<br />
l’abbigliamento è una modal<strong>it</strong>à<br />
d ’ e s p r e s s i o n e e o g n u n o<br />
dev’essere libero di manifestare<br />
le proprie idee in tutte le circostanze,<br />
purché gli ab<strong>it</strong>i indossati<br />
siano consoni al luogo da frequentare.”<br />
Cosa credi che pensi di te la<br />
gente in questa circostanza?<br />
“La maggior parte dei miei coetanei,<br />
probabilmente, mi osserverà<br />
con diffidenza, reputandomi inopportuna,<br />
ma ci sarà anche una<br />
piccola percentuale di ragazzi<br />
che apprezzerà la spontane<strong>it</strong>à e<br />
la libertà d’espressione.”<br />
Indossi la gonna per mostrare la<br />
tua femminil<strong>it</strong>à?<br />
“Sicuramente, la gonna essendo<br />
un ab<strong>it</strong>o esclusivamente femminile<br />
sottolinea questo aspetto della<br />
Egual<strong>it</strong>è fratern<strong>it</strong>è mancanza di original<strong>it</strong>é<br />
Oggi per la prima volta dell’anno,<br />
andiamo in spiaggia…. Decidiamo<br />
di partire tutti con le moto;<br />
quando siamo arrivati mi accorgo<br />
che i miei amici sono “come<br />
me”… mi spiego meglio: Roberta<br />
ha il mio stesso casco, Benedetta<br />
ha il mio stesso cellulare, Marta<br />
ha il mio stesso costume, Emanuela<br />
ha le mie stesse ciabatte e<br />
infine Arianna indovinate? Ha la<br />
mia stessa maglietta… Ciò che mi<br />
chiedo è “ma ognuno non aveva<br />
la propria personal<strong>it</strong>à”?<br />
Rispondo sub<strong>it</strong>o con un NO tassativo;<br />
poiché a “causa” della moda,<br />
ormai siamo “costretti” ad<br />
indossare una “divisa”. Ciò è causato<br />
dal desiderio di appartenere<br />
tutti ad uno stesso gruppo, di<br />
conseguenza per appartenere al<br />
“com<strong>it</strong>ato” occorre vestire firmati,<br />
insomma mettersi in un certo<br />
senso al centro dell’attenzione..<br />
conciarsi quindi allo stesso modo.<br />
Parlando di Ragusa ormai si ha<br />
quasi tutto uguale e meglio così<br />
altrimenti l’uno non si distingue<br />
dall’altro.. Per concludere, quella<br />
volta vidi che non esisteva più<br />
una personal<strong>it</strong>à sia sui modi di<br />
persona, ma ciò non toglie che<br />
anche indossando dei semplici<br />
jeans si può comunque affermare<br />
la propria femminil<strong>it</strong>à con<br />
l’atteggiamento, i pantaloni non<br />
negano il proprio sesso.”<br />
Pensi che l’ab<strong>it</strong>o faccia o non<br />
faccia il monaco?<br />
“Parzialmente, io stessa quando<br />
vedo qualcuno mi faccio un’idea<br />
iniziale del suo modo di essere da<br />
cosa indossa, ma ciò non toglie<br />
che conoscendo una persona a<br />
fondo, si possono scoprire molte<br />
cose, che possibilmente risultano<br />
in contrasto con il suo abbigliamento.”<br />
Alberta Brugaletta<br />
fare che di dire che di appartenere<br />
e considerare. Attenzione ragazzi<br />
cerchiamo di mantenere i<br />
nostri gusti e desideri, differenziandoci<br />
per quello che siamo e<br />
non per quello che appariamo.
L’alta moda ve la diamo noi<br />
I consigli del nostro esperto per essere perfetti e non<br />
sbagliare mai<br />
Ehi tu! Sì dico proprio a te che<br />
stai leggendo quest’articolo con<br />
aria distratta. Sei fuori moda!<br />
Già, proprio così, perché ormai<br />
felpe, occhiali enormi, sciarpe,<br />
magliette sono tutte cose che non<br />
vanno più. E chi lo dice? La nuova<br />
moda primavera-estate-autunnoinverno<br />
20<strong>13</strong>! (e anche primavera<br />
2014 se volete). E’stata stabil<strong>it</strong>a<br />
dai più grandi stilisti del mondo<br />
che non ne potevano più di vedere<br />
la gente vest<strong>it</strong>a sempre allo<br />
stesso modo. Ma nonostante voi li<br />
abbiate ignorati, vi hanno concesso<br />
un’altra opportun<strong>it</strong>à per aggiornarvi,<br />
per essere fighi, da<br />
urlo, per dominare, e chi più ne<br />
ha più ne metta. E non solo: ciascuna<br />
delle regole che hanno fissato<br />
ha una final<strong>it</strong>à pratica, quindi<br />
cosa potreste volere di più?<br />
Ecco la lista d’oro:<br />
Usc<strong>it</strong>e sempre in costume; così<br />
nessuno noterà la differenza tra<br />
adesso e l’estate e non ci sarà il<br />
problema della pancia da far sparire.<br />
In estate stando in costume<br />
la sera darete il messaggio “ehi<br />
bello, io sono stato in spiaggia<br />
fino a tardi perché a differenza<br />
tua ho una v<strong>it</strong>a sociale, quindi mi<br />
dispiace ma non mi sono potuto<br />
vestire.”<br />
Portate gli occhiali da sole anche<br />
con la pioggia: così si puliscono e<br />
in estate sarete abbaglianti.<br />
Per lui: sopra il costume mettete<br />
una vestaglia: così sarete pronti<br />
per andare a dormire. Inoltre recenti<br />
studi dell’univers<strong>it</strong>à di<br />
grandi e famose c<strong>it</strong>tà come Babilonia,<br />
Troia, Paperopoli e Springfield<br />
hanno dimostrato che si<br />
tende a “venire meglio” nelle<br />
foto con la vestaglia addosso.<br />
Per lei: sopra il costume sempre<br />
un accappatoio coordinato, per<br />
tuffarsi in piscina, nel mare e<br />
nelle pozzanghere; è fondamentale<br />
la scelta del colore: si consigliano<br />
i fantastici accoppiamenti<br />
verde-rosso, giallo-viola, arancione-nero.<br />
Anche un accappatoio<br />
color arcobaleno può andare.<br />
Per lui: indossate degli anelli e<br />
sopra dei guanti: così sembrerà<br />
che le vostre mani siano più grosse<br />
e tutti temeranno i vostri pugni<br />
(quindi sono buoni se fate<br />
pugilato).<br />
Per lei: mettete un cappello a<br />
cilindro, come quello dei miliardari.<br />
Secondo gli studi delle uni-<br />
Gabriele<br />
Iurato<br />
vers<strong>it</strong>à di Costantinopoli, Topolinia,<br />
Metropolis e Hogwarts i ragazzi<br />
sono attratti dalle donne<br />
ricche e presuntuose. Quindi fate<br />
le snob e quando passate per<br />
strada buttate gli avanzi del<br />
pranzo davanti a loro.<br />
Per lui: per non morire di freddo<br />
in inverno sopra la vestaglia indossate<br />
un giubbotto della marca<br />
Dolce & C’abbanna, disponibile<br />
(come dice il nome) nel negozio<br />
proprio dall’altra parte della<br />
strada, e per non sembrare dei<br />
preti mettete anche i jeans (al<br />
contrario però).<br />
Per lei: anche voi per non morire<br />
di freddo in inverno avete bisogno<br />
di qualcosa, quindi indossate<br />
un tubino verde a pois rosa della<br />
marca Truzzi by Truzzi. Per non<br />
sembrare delle suore portate anche<br />
delle minigonne e tacchi a<br />
spillo di 67 cm.<br />
Per i bambini di età compresa tra<br />
i 6 e i 6.01 anni: vest<strong>it</strong>evi con la<br />
tuta tutti i giorni.<br />
Per lui/lei/noi/voi/essi/sono:<br />
fregatevene delle regole e vest<strong>it</strong>evi<br />
come vi pare: la moda in<br />
fondo la fate voi, e chi si distingue<br />
è sempre il migliore! <br />
9
10<br />
Facebook, mi piace ma non troppo<br />
Silvia<br />
Occhipinti<br />
Usciamo, guardiamo il sole, abbracciamo le persone e<br />
diciamo “ti voglio bene” agli amici<br />
Ciao, utente di Facebook! Ti è mai<br />
cap<strong>it</strong>ato di chiedere qualcosa su un<br />
gruppo, ricevere venti visualizzazioni<br />
e zero commenti? Se stai annuendo<br />
o ridendo, significa che<br />
anche tu hai provato la gioia immensa<br />
di non essere completamente<br />
calcolato. Cap<strong>it</strong>a, tranquillo.<br />
Questa però non è l’unica stranezza<br />
di Facebook. Per esempio avrete<br />
sicuramente notato che nell’era<br />
dei Facebook ci sono belle ragazze<br />
che si credono mostri, e mostri che<br />
si credono belle ragazze.<br />
Dipendenza da Social Network<br />
I Social network entrano in modo<br />
sempre più predominante all'interno<br />
delle nostre v<strong>it</strong>e. E' diventata<br />
una consuetudine, ormai non<br />
solo dei più giovani, connettersi<br />
ad internet ed entrare in un s<strong>it</strong>o<br />
come Facebook, dove è possibile<br />
comunicare con persone, più o<br />
meno conosciute. La classica<br />
piazza del paese di una volta,<br />
punto di r<strong>it</strong>rovo della gente, infatti,<br />
si è trasfer<strong>it</strong>a nel mondo<br />
virtuale. Questa metamorfosi,<br />
però, ha portato, in alcuni casi, a<br />
conseguenze psicologiche importanti.<br />
La dipendenza da Facebook<br />
presenta sintomi ben defin<strong>it</strong>i, che<br />
vanno considerati un pre-allarme<br />
di problemi comportamentali seri.<br />
Non è raro, infatti, trovare<br />
l’immagine del profilo di belle ragazze<br />
con soli due o tre “mi piace”,<br />
e poi immagini del profilo di<br />
ragazze con pose impressionanti ed<br />
espressioni da circo con trecentonovantaquattro<br />
“mi piace”. C’è<br />
addir<strong>it</strong>tura chi aggiorna in continuazione<br />
l’immagine del profilo pur<br />
di ricevere molti “mi piace” e persino<br />
chi ti supplica di metterne uno<br />
nella sua foto in cambio di favori,<br />
neanche fosse elemosina. Inoltre se<br />
una persona molto conosciuta scri-<br />
Andrea Incardona<br />
Sintomi: La dipendenza da Facebook<br />
è un problema che interessa<br />
maggiormente i giovani, soprattutto<br />
in età adolescenziale. Ma<br />
non solo. Tutti coloro che hanno<br />
sol<strong>it</strong>amente un difficile approccio<br />
nei confronti delle altre persone<br />
si rifugiano con una frequenza<br />
sempre maggiore nel mondo sintomi<br />
comportamentali: la persona<br />
dipendente da Facebook si<br />
connette al social network molte<br />
volte al giorno, spesso anche dopo<br />
intervalli di soli pochi minuti.<br />
Nell'arco della giornata è preoccupato<br />
di mantenere costantemente<br />
aggiornato il proprio profilo,<br />
come se la realtà virtuale fosse<br />
più importante di quella reale.<br />
ve un post, anche insensato e idiota,<br />
riceve tempestivamente decine<br />
e decine di “mi piace”. Invece se a<br />
pubblicare post intelligenti è una<br />
persona meno popolare, ne riceve<br />
solo due o tre.<br />
La conseguenza più immediata è<br />
che alcune persone finiscono per<br />
sentirsi emarginate a causa di quel<br />
mancato pollicino in su. Altre invece<br />
si sentono obbligate a mettere il<br />
“mi piace” perché è diventato un<br />
simbolo di amicizia, che certamente<br />
non si può negare. Ora, non che<br />
mi dispiaccia il “mi piace”, ma<br />
stiamo un po’ esagerando. Facebook<br />
di sicuro ha tantissimi aspetti<br />
pos<strong>it</strong>ivi (chattare con persone lontane,<br />
scambiarsi notizie in poco<br />
tempo, darsi i comp<strong>it</strong>i, prendere<br />
decisioni con un intero gruppo in<br />
pochi minuti…) ma se deve diventare<br />
motivo di emarginazione o di<br />
ossessione dal “mi piace”, allora<br />
forse è arrivato il momento di uscire<br />
un po’ da casa e dedicarsi ai<br />
rapporti di amicizia veri.<br />
Quella di Facebook di certo è soltanto<br />
una realtà virtuale: ti sembra<br />
di avere duemila amici, quando poi<br />
magari ne conosci solo un centinaio<br />
e la tua com<strong>it</strong>iva è composta dai<br />
sol<strong>it</strong>i venti.<br />
Credi di essere in contatto con<br />
mezzo mondo e invece sei solo.<br />
Pensi di conoscere tutto di tutti, e<br />
poi arrivi a scuola e non sai che la<br />
tua compagna di banco ha problemi<br />
a inserirsi nel gruppo.<br />
Chatti con cinque persone contemporaneamente<br />
e poi quando ti trovi<br />
faccia a faccia con il ragazzo che ti<br />
piace, non sai fargli un discorso<br />
serio e vorresti un cellulare per<br />
inviargli tutto il un sms.<br />
Credo siate d’accordo con me: vivere<br />
attraverso un computer è<br />
troppo triste.<br />
Cerchiamo di dipendere un po’ meno<br />
dai social network e smettiamola<br />
di controllare in continuazione le<br />
notifiche per vedere quanti “mi<br />
piace” ha ricevuto la nostra nuova<br />
foto. Usciamo, guardiamo il sole,<br />
abbracciamo le persone e diciamo<br />
“ti voglio bene” agli amici.<br />
Di sicuro ci divertiremo molto di<br />
più.
Spotify: nuove frontiere musicali<br />
No, mi dispiace deludervi, ma<br />
non è un imprecazione inglese<br />
con cui sfogarsi durante le ore di<br />
scienze, senza essere cap<strong>it</strong>o<br />
dall’insegnante. Spotify è il nome<br />
di un’applicazione musicale scaricabile<br />
gratu<strong>it</strong>amente per il vostro<br />
pc. Applicazione che da anni in<br />
diverse parti del mondo risulta<br />
essere il pane quotidiano dei divoratori<br />
e pionieri dell’ascolto<br />
musicale: questo programma,<br />
i n f a t t i , p r e s e n t a n d o<br />
un’impostazione molto simile a<br />
quella di Itunes, mette a disposizione<br />
dell’utente milioni e milioni<br />
di nomi fra brani, artisti, album,<br />
etichette, playlist e generi da<br />
ascoltare in tutta libertà e subi-<br />
Una applicazione musicale permette di scaricare<br />
“legalmente” file mp3<br />
to, senza aspettare di scaricare i<br />
file, né cercare video, come molti<br />
ancora fanno su youtube. Da<br />
poco questa ideaplatonica del<br />
servizio musicale on demand ha<br />
iniziato a prendere piede in Italia<br />
e sta proliferando in tempi record<br />
con enorme successo.<br />
A differenza dei pionieri della<br />
pirateria eMule e Torrent, gli artisti<br />
ricevono una retribuzione<br />
dagli ascolti su spotify.<br />
Accedervi è semplice: registrarsi<br />
alla pagina o con la propria email<br />
o tram<strong>it</strong>e il login al proprio profilo<br />
face book, così da ottenere<br />
non solo una raccolta vastissima,<br />
come riporta Wikipedia, di brani<br />
di varie case discografiche ed<br />
Emma<br />
Bufardeci<br />
etichette indipendenti, incluse<br />
Sony, EMI, Warner Music Group e<br />
Universal, ma anche varie integrazioni<br />
con diversi social<br />
network fra cui il già c<strong>it</strong>ato Facebook,<br />
Tw<strong>it</strong>ter o Last.fm.<br />
Inoltre, questo è disponibile per<br />
una miriade di software , come<br />
Microsoft Windows, Mac OS X,<br />
Linux, Telia Dig<strong>it</strong>al-tv e i dispos<strong>it</strong>ivi<br />
mobili dotati di iOS (iPod/<br />
iPhone/iPad), Android, BlackBerry<br />
(in versione beta lim<strong>it</strong>ata),<br />
Windows Mobile, Windows<br />
Phone, S60 (Symbian), webOS,<br />
Squeezebox, Boxee, Sonos, WD<br />
TV e MeeGo.<br />
L’unico neo consiste in un lim<strong>it</strong>e<br />
di ascolto di 10 ore al mese, dopo<br />
6 mesi gratu<strong>it</strong>i, a meno che non<br />
ci si voglia abbonare per avere un<br />
accesso illim<strong>it</strong>ato alla vastissima<br />
raccolta musicale.<br />
E allora, che siate musicisti o meno,<br />
smanettoni o tecnoimbranati,<br />
pseudomusicologi sempre alla<br />
ricerca di nuove sonor<strong>it</strong>à o Antonello<br />
Vend<strong>it</strong>ti dipendenti da almeno<br />
20 anni, non importa: cliccate<br />
sul link qua sotto e fiondatevi<br />
nella nuova esperienza illim<strong>it</strong>ata<br />
(o quasi), gratu<strong>it</strong>a e soprattutto<br />
“legale” che Spotify vi offre!<br />
11
12<br />
Viaggi di (d)istruzione<br />
Gabriele<br />
Iurato<br />
Tutto quello che non andrebbe fatto dopo la partenza dal “piazzale<br />
antistante”.<br />
C’è chi è già tornato e chi è ancora<br />
in viaggio, chi non sarebbe<br />
mai voluto partire e chi invece<br />
non ha potuto farlo benchè lo<br />
volesse (a tutte le classi prime,<br />
questo è un messaggio subliminale<br />
che vi istiga alla rivolta!): c’è<br />
poco da fare, la primavera studentesca<br />
è proprio la stagione<br />
delle g<strong>it</strong>e! E tutti sappiamo che,<br />
anche con tutta la buona volontà,<br />
a stento si possono definire viaggi<br />
“d’istruzione”... Infatti, in g<strong>it</strong>a<br />
mettiamo da parte tutte le buone<br />
norme dell’etichetta: scatenarsi<br />
è la parola d’ordine, e di certo<br />
non ne beneficiano gli annoiati<br />
professori di turno, costretti al<br />
superlavoro in viaggio. Ma non ne<br />
beneficiano soprattutto gli albergatori,<br />
che preferirebbero sotterrarsi<br />
piuttosto che vedere il loro<br />
regno invaso da mandrie di bufali.<br />
E la notte diventa improvvisamente<br />
più giovane… Tutti in discoteca<br />
e, se proprio non si può<br />
(e ce ne vuole per fermare dei<br />
giovani g<strong>it</strong>anti elettrizzati), si<br />
ripiega su un mega pigiama-party<br />
tutti chiusi in una stanza di pochi<br />
metri quadrati! Ma non è fin<strong>it</strong>a:<br />
molti custodiscono nelle valigie<br />
come preziosi tesori ettol<strong>it</strong>ri di<br />
birra e alcolici vari… e tanti tanti<br />
tanti pacchetti di sigarette! Ecco<br />
dunque che la nostra bella e già<br />
stipata camera si sta riempiendo,<br />
oltre che di decine di persone,<br />
anche di aria irrespirabile e puzza<br />
di alcool. Che cosa fanno dunque<br />
queste persone? Si scatena il<br />
delirio e la pazzia: ci si lascia<br />
andare a gesti osceni e a confessioni<br />
di cui poi si piangeranno le<br />
c o ns e g ue n ze, e s i r i d e<br />
all’inverosimile di ogni cosa. Alcuni<br />
poi si spingono ad azioni<br />
sconsiderate, come uscire dalla<br />
finestra e camminare sul cornicione,<br />
girare per l’albergo seminudi,<br />
telefonare ai professori…<br />
insomma la lista è davvero lunga,<br />
e abbiamo prefer<strong>it</strong>o eliminare<br />
tutto ciò che non sarebbe pubblicabile…<br />
ma vi assicuriamo che c’è<br />
anche quello!<br />
Il giorno dopo la paralisi regna<br />
sovrana, tutti sono sfin<strong>it</strong>i dalle<br />
baldorie e partecipano passivamente<br />
alle estenuanti vis<strong>it</strong>e guidate.<br />
Quelli che si sono ubriacati<br />
ne pagano le conseguenze e sono<br />
costretti ad andare sempre in<br />
bagno… ok basta, meglio non continuare<br />
oltre. Abbiamo cap<strong>it</strong>o che<br />
la v<strong>it</strong>a dei g<strong>it</strong>anti è completa-<br />
mente sregolata, e per questo ne<br />
fa le spese l’organismo… Ma in<br />
fondo, parliamoci chiaro: forse<br />
che non è questa l’età in cui tutto<br />
è concesso? E allora, cari classicisti,<br />
anche se le g<strong>it</strong>e del nostro<br />
ist<strong>it</strong>uto sono così poco conosciute<br />
che in alcuni casi proprio non<br />
es is tono, q ua ndo a v re te<br />
l’occasione di farne una mettete<br />
da parte aoristi e participi, filosofi<br />
e oratori: buone g<strong>it</strong>e di distruzione<br />
a tutti! Ah, dimenticavo…<br />
ricordate sempre che il momento<br />
più bello (e malinconico)<br />
non è durante nessuna delle pazzie<br />
che vivete, ma alla fine,<br />
quando il pullman è arrivato a<br />
Ragusa e si avvicina al punto da<br />
cui era part<strong>it</strong>o giorni prima: allora,<br />
quando si rivedono luoghi conosciuti<br />
ci si sente profondamente<br />
cambiati rispetto a quando si<br />
era part<strong>it</strong>i, per le esperienze vissute,<br />
il totale distacco con la realtà<br />
che a Ragusa ci circonda, le<br />
amicizie che sono nate, quelle<br />
che si sono consolidate e magari<br />
anche gli amori sbocciati… se<br />
provate questa sensazione significa<br />
che avete davvero vissuto la<br />
vostra g<strong>it</strong>a, se non la provate…<br />
bè può darsi che sia io l’unico
Tra Berlino e Parigi<br />
Intervista doppia ai partecipanti alla g<strong>it</strong>a del Terzo Liceo<br />
Benedetta Venezia (IIIB) e Francesca<br />
Senia (IIIC) ci raccontano<br />
la Berlino e la Parigi vissuta dagli<br />
studenti delle III liceo B e D a<br />
Berlino, A e C a Parigi.<br />
Qual è stata l’atmosfera del viaggio<br />
di andata?<br />
B: Sin dai primi momenti eravamo<br />
ecc<strong>it</strong>atissimi e carichi di 5 anni di<br />
aspettative. Anche i professori<br />
sembravano ben disposti.<br />
F: Durante il viaggio di andata<br />
eravamo molto ecc<strong>it</strong>ati all’idea di<br />
tutto quello che ci avrebbe aspettato,<br />
di tutto quello che avremmo<br />
visto e fatto, ben consapevoli<br />
che sarebbe stata una delle nostre<br />
ultime esperienze scolastiche,<br />
e che ,quindi, avremmo fatto<br />
del nostro meglio per godercela<br />
al massimo.<br />
La prima cosa che avete pensato<br />
appena siete arrivati dentro la<br />
stanza dell’albergo.<br />
B: A onor del vero l'albero non<br />
era il tugurio che ci aspettavamo.<br />
Non era certo un hotel di classe,<br />
però la posizione era ottima. A<br />
due passi dalla metro. E il quartiere<br />
vicino a tutti i luoghi di<br />
maggiore interesse.<br />
La stanza era spoglia ma funzionale,<br />
e sebbene noi nello specifico<br />
abbiamo condiviso una quadrupla<br />
in 5, lo spazio comune è stato<br />
sufficiente affinché non ci sbranassimo<br />
a vicenda.<br />
F: Appena arrivati nella stanza<br />
d’albergo la prima impressione<br />
non è stata affatto pos<strong>it</strong>iva: la<br />
camera (2 letti e una brandina)<br />
erano decisamente troppo piccole,<br />
e si era costretti a scegliere<br />
fra il poggiare la valigia a terra o<br />
potere camminare per la stanza!<br />
La classifica dei 5 luoghi che ti<br />
hanno incantato.<br />
B: Bisogna premettere che Berlino<br />
non è una c<strong>it</strong>tà che t'incanta.<br />
È complessa. Piena di drammi. Ci<br />
sono tanti luoghi interessanti. A<br />
mio parere questi, ma anche altri<br />
mer<strong>it</strong>ano:<br />
1. La strada di Kürfustendamm,<br />
una zona di negozi piena di v<strong>it</strong>a e<br />
di gente interessante.<br />
2. Il Muro, senza dubbio. Lo percorri<br />
tutto e al tramonto ti fermi<br />
poco prima del ponte e ti affacci<br />
sul lungo fiume. Magico.<br />
3. La cupola del Bundestag, esempio<br />
molto interessante di arch<strong>it</strong>ettura<br />
moderna che abbraccia<br />
la classic<strong>it</strong>à.<br />
4. Alexanderplatz e i suoi mercatini.<br />
L'odore pregante di birra e<br />
"german<strong>it</strong>à" si respiravano già<br />
dall'usc<strong>it</strong>a della fermata della<br />
metro.<br />
5. Il museo della Shoa. Incredibile<br />
e suggestivo. Al suo interno vivi<br />
Emma<br />
Bufardeci<br />
un'esperienza di immersione e<br />
compartecipazione importante.<br />
F: 1. Montmartre, il quartiere<br />
degli artisti e della musica.<br />
2. Arco di Trionfo e Champs-<br />
Élysées<br />
3. L’Opéra<br />
4. Il Quartier latin, il quartiere<br />
latino, il quartiere delle univers<strong>it</strong>à<br />
dove domina la cattedrale di<br />
Notre Dame<br />
5. Il Trocadéro di notte,una piazza<br />
che offre una magnifica vista,dall’alto,della<br />
Tour Eiffel<br />
Il lato oscuro di Berlino/Parigi…<br />
Ne avete avuto un accenno?<br />
B: Il lato oscuro di Berlino è Berlino<br />
stessa. Parliamoci chiaro: è<br />
una c<strong>it</strong>tà che ne ha viste tante.<br />
Sicuramente quartieri come Kreuzberg<br />
ne sono l'esempio più lampante,<br />
ma la c<strong>it</strong>tà è piena di segnali<br />
della sua anima eternante<br />
fer<strong>it</strong>a. Ma dico anche questo: ho<br />
visto qualche anno fa Berlino in<br />
estate e tornandoci adesso mi<br />
sembra quasi di aver vis<strong>it</strong>ato<br />
un'altra c<strong>it</strong>tà. In questo periodo<br />
tutto è un po’ cupo e raramente<br />
abbiamo visto il sole. Nei mesi<br />
estivi invece la c<strong>it</strong>tà rifiorisce,<br />
l’atmosfera è più allegra e anche<br />
le zone più buie sono meno tristi.<br />
F: Anche una c<strong>it</strong>tà bella come<br />
Parigi ha anche un suo lato oscuro,<br />
vale a dire la sporcizia e la<br />
pericolos<strong>it</strong>à di alcune strade. Infatti,<br />
una delle prime cose che ci<br />
hanno detta è stato di fare molta<br />
attenzione a furti e a borseggiatori,<br />
soprattutto di sera.<br />
I professori accompagnatori: a<br />
Berlino/Parigi più che in classe,<br />
quali sono state le massime<br />
(dette o fatte)?<br />
B: Nessuna sorpresa. Non ci aspettavamo<br />
di meno di quello che<br />
è stato. Sono stati -quasi- tutti<br />
disponibili e spesso simpatici. Si è<br />
creato un ottimo rapporto e solo<br />
a guardarci in faccia adesso in<br />
classe a volte si fatica a r<strong>it</strong>rovare<br />
la serietà dopo esserci divert<strong>it</strong>i<br />
così tanto. Ma la vera rivelazione<br />
sono i mar<strong>it</strong>i delle prof, che si<br />
sono rivelati essere decisamente<br />
<strong>13</strong>
14<br />
molto giovanili. Non mi azzardo a<br />
c<strong>it</strong>are alcun aneddoto perché<br />
sono di matur<strong>it</strong>à quest'anno, dico<br />
solo che ormai consideriamo la<br />
prof.essa Dimodica "una di noi".<br />
F:I prof sono stati davvero divertentissimi,<br />
quasi dei complici in<br />
questa esperienza; imperdibile la<br />
prof. (l’intervistata si riserva di<br />
esplic<strong>it</strong>are il nome ndr) che fa un<br />
Harlem Shake con i ragazzi o che<br />
viene volentieri a bere qualcosa<br />
insieme a noi. E’ stato veramente<br />
bello poter scherzare con loro<br />
come (forse) non potremo mai<br />
fare durante un’interrogazione.<br />
R<strong>it</strong>orneresti a Berlino/Parigi? Perché?<br />
E come? Da turista o da<br />
“ab<strong>it</strong>ante”?<br />
B: Berlino nella sua compless<strong>it</strong>à è<br />
molto affascinante e mi sento di<br />
dire di non aver ancora chiuso<br />
con questa c<strong>it</strong>tà. Ci sono dei posti<br />
che mi mancano, e altri che<br />
voglio capire meglio. Mi piace<br />
pensare di poterci tornare un<br />
giorno, anche se non con molta<br />
fretta. Berlino a piccole dosi.<br />
Tornerei sicuramente da turista.<br />
Vivrei con piacere in Germania,<br />
ma non a Berlino. L'inverno lì è<br />
troppo duro, e non solo climaticamente.<br />
È una c<strong>it</strong>tà che va vista,<br />
e bene, ma non so fino a che<br />
punto potrei pensare di restarci<br />
per sempre. C'è qualcosa nella<br />
sua atmosfera che mi inquieta e<br />
mi attira contemporaneamente.<br />
Forse è per questo che è così affascinante.<br />
Infondo si ci può sentire<br />
Berlinesi anche senza viverci.<br />
Come disse Kennedy nel ‘63 "Ich<br />
bin ein Berliner"<br />
F: Sarei felicissima di poter tornare<br />
a Parigi un giorno, poiché è<br />
stata una c<strong>it</strong>tà che mi ha affascinato<br />
e trasmesso molto, con le<br />
sue opere monumentali e grandiose<br />
da un lato i suoi angoli tipici<br />
e caratteristici dall’altro. Mi<br />
piacerebbe poterla vis<strong>it</strong>are nuovamente<br />
come turista che potervi<br />
viverci. <br />
Viaggio m<strong>it</strong>ico<br />
A. Brugaletta<br />
S. Occhipinti<br />
Speranze e desideri dei ragazzi del<br />
Ginnasio<br />
Dopo aver studiato centinaia di<br />
pagine di cultura greca, fra storia<br />
e letteratura, pensiamo tutti che<br />
sarebbe bello poterci regalare un<br />
viaggio in Grecia.<br />
Sappiamo che per le Quinte Ginnasio<br />
fino a qualche anno fa questa<br />
g<strong>it</strong>a era un appuntamento<br />
fisso, ma purtroppo da qualche<br />
anno, per vari motivi – primo fra<br />
tutti la crisi- non si ha più la favolosa<br />
opportun<strong>it</strong>à di conoscere<br />
la terra di Ulisse. Eppure, ragazzi,<br />
si vocifera di un r<strong>it</strong>orno alle<br />
vecchie ab<strong>it</strong>udini: probabilmente<br />
quest’anno le Quinte partiranno.<br />
Diciamocelo… era ora!!!<br />
È proprio un peccato far rimanere<br />
tutte queste pagine di studio sui<br />
libri, senza dar loro alcuna corrispondenza<br />
nella realtà. E sicuramente<br />
proveremmo più meraviglia<br />
guardandoli, i templi, piuttosto<br />
che ripetendo tutte quelle<br />
pagine nell’interrogazione del<br />
mercoledì.<br />
E allora, ragazzi, cominciate<br />
(anzi, cominciamo!) a mettere da<br />
parte i soldi.<br />
Consigli? Scartando l’ipotesi<br />
dell’elemosina, rimane la possibil<strong>it</strong>à<br />
di chiedere un aumento della<br />
paghetta, o pretendere dai gen<strong>it</strong>ori<br />
una somma pari ai voti presi<br />
a scuola (e rimasero tutti a casa<br />
con quindici euro in tasca)!<br />
Scherzi a parte. Ci rendiamo conto<br />
che la Grecia è una meta ambiziosa,<br />
ma ce la metteremo tutta<br />
affinché si torni a partire.<br />
Ma se proprio non dovessimo riuscire,<br />
pensiamo che come ultima<br />
(ultimissima) alternativa potremmo<br />
almeno vis<strong>it</strong>are i templi di<br />
Agrigento, Siracusa, Taranto o<br />
Napoli. Sarebbe comunque qualcosa.<br />
L’importante è ev<strong>it</strong>are in tutti i<br />
modi che tutto quello studio rimanga<br />
solo sui libri.<br />
Vediamoli questi templi! Vogliamo<br />
provare l’emozione di guardare<br />
i posti in cui vivevano questi<br />
dannati tipi che ci fanno sprecare<br />
interi pomeriggi sui libri.
Giorno lunedì 22<br />
L'autobus riparte. L'aria è densa<br />
dei nostri respiri, del nostro sudore:<br />
praticamente irrespirabile!<br />
Del resto, questo pullman è stato<br />
la nostra casa per sei giorni e lo<br />
sarà ancora per le ore del r<strong>it</strong>orno,<br />
quelle in cui tutti sentono la necess<strong>it</strong>à<br />
di divertirsi, fino all'ultimo<br />
secondo che resta da passare<br />
insieme.<br />
Prima della tempesta, però, c'è il<br />
sereno. In molti guardiamo i paesaggi<br />
che scorrono e ripensiamo a<br />
questa fantastica g<strong>it</strong>a, a ciò che<br />
ci aspettavamo prima di partire,<br />
a quello che abbiamo visto, alle<br />
avventure negli alberghi... Facciamo<br />
scorrere nella nostra mente<br />
tutto quello che vorremmo<br />
salvare nel nostro cervello, dentro<br />
la cartella "Viaggi indimenticabili".<br />
A dare voce a queste riflessioni<br />
intervengono poi un paio<br />
di persone di ogni classe, per parlare<br />
anche a nome dei compagni.<br />
Scopriamo così che la cosa che è<br />
piaciuta di più a quasi tutti è l'incredibile<br />
paesaggio delle Meteore,<br />
enormi torri naturali di roccia.<br />
Personalmente, penso che le<br />
Meteore siano state davvero un<br />
bel panorama, ma non solo. In<br />
cima ad alcune, infatti, sono stati<br />
Il sogno diventa realtà<br />
La Grecia nella cronaca dei nostri g<strong>it</strong>anti<br />
costru<strong>it</strong>i dei monasteri ortodossi.<br />
Vis<strong>it</strong>andoli abbiamo quindi avuto<br />
l'opportun<strong>it</strong>à di scoprire molti<br />
aspetti di questa religione cristiana,<br />
non molto conosciuta qua<br />
in Italia.<br />
Per quanto riguarda le altre mete,<br />
molte ci hanno stup<strong>it</strong>o, mostrandoci<br />
la Grecia come un paese<br />
moderno (con tanto di taxi<br />
gialli che sfrecciano da una parte<br />
all'altra) ma anche come sede di<br />
un ricchissimo patrimonio dell'uman<strong>it</strong>à,<br />
l'indelebile impronta della<br />
cultura greca. Da Salonicco a<br />
Delfi, da Pella ad Atene: in ogni<br />
c<strong>it</strong>tà c'è qualcosa che ti lascia a<br />
bocca aperta. Tuttavia, non sono<br />
state le statue greche, né i taxi<br />
gialli, né i paesaggi delle Meteore<br />
a rendere indimenticabile questo<br />
viaggio. E' stata l'un<strong>it</strong>à che si è<br />
creata tra noi classi quinte,<br />
quell'amicizia e quello spir<strong>it</strong>o di<br />
coesione che ti fanno divertire<br />
anche dopo dodici ore di autobus<br />
e che, alla fine, ti fanno dire:"Che<br />
fantastica g<strong>it</strong>a!".<br />
Senza nulla togliere alla bellezza<br />
della Grecia, vorrei che tutti capissero<br />
che l'importante non è<br />
tanto dove si va, ma con quale<br />
spir<strong>it</strong>o si parte. Questo profondissimo<br />
messaggio si trova in una<br />
An<strong>it</strong>a<br />
Majolino<br />
poesia, "Itaca", di Costantino Kavafis,<br />
nella strofa:<br />
"Quando ti metterai in viaggio<br />
per Itaca<br />
devi augurarti che la strada sia<br />
lunga<br />
fertile in avventure e in esperienze.<br />
I Lestrigoni e i Ciclopi<br />
o la furia di Nettuno non temere,<br />
non sarà questo il genere d'incontri<br />
se il pensiero resta alto e il sentimento<br />
fermo guida il tuo spir<strong>it</strong>o e il tuo<br />
corpo."<br />
Ciò che ti arricchisce, quindi, è il<br />
viaggio in sé, non la meta in cui<br />
devi arrivare.<br />
E la v<strong>it</strong>a stessa in fondo cos'è, se<br />
non un viaggio? Perciò non mi<br />
resta che augurarti buona strada,<br />
caro lettore, e che tu possa raggiungere<br />
un giorno la tua Itaca! <br />
15
16<br />
Il viaggio sentimentale<br />
Silvia<br />
Occhipinti<br />
Tra Palermo e Cefalù, alla ricerca di qualcosa che potremmo<br />
chiamare amicizia<br />
Il sole è già tramontato e<br />
l’autobus ci sta riaccompagnando<br />
a casa. C’è chi trascorre gli ultimi<br />
attimi con le cuffie dell’iPod<br />
alle orecchie, chi guarda malinconico<br />
fuori dal finestrino, chi,<br />
appoggiando la testa sulla spalla<br />
dell’amica, sbottona completamente<br />
l’anima, confidando tutti<br />
quegli ultimi pensieri e segreti<br />
che ieri notte non aveva ancora<br />
avuto il coraggio di rivelare.<br />
Negli ultimi attimi si condivide<br />
tutto, il più possibile, pur di rendere<br />
più lunga una g<strong>it</strong>a già fin<strong>it</strong>a.<br />
“Ore 5.30: r<strong>it</strong>rovo dei partecipanti<br />
a Ragusa, nel piazzale antistante<br />
il Palazama e trasferimento<br />
con due pullman a Cefalù”:<br />
questo è l’inizio del programma<br />
del nostro “viaggio di istruzione a<br />
Cefalù e dintorni dal 2 al 3 maggio<br />
20<strong>13</strong>”.<br />
Gli insegnanti si ostinano ancora<br />
a definirlo così, ma nessuno di<br />
noi es<strong>it</strong>a a chiamarlo semplicemente<br />
“g<strong>it</strong>a”.<br />
Saliamo tutti sull’autobus e prendiamo<br />
gli ultimi posti. Si parte!<br />
Qualcuno cerca di dormire, ma<br />
dopo qualche minuto lascia perdere:<br />
tentativo inutile.<br />
Già alle sette tutti indossano gli<br />
occhiali da sole: non c’è davvero<br />
così tanta luce, ma gli occhiali<br />
da sole sono il modo migliore per<br />
esprimere la spensieratezza di<br />
una g<strong>it</strong>a.<br />
Tra una risata e l’altra, la lancetta<br />
dell’orologio scorre e ci r<strong>it</strong>roviamo<br />
a Cefalù. È proprio bella.<br />
Vis<strong>it</strong>iamo anche Santo Stefano di<br />
Camastra e poi andiamo in hotel<br />
a pranzare.<br />
La stanchezza si fa sentire, infatti<br />
stiamo delirando: mangiamo il<br />
pane con il gelato. Chissà se anche<br />
i latini e i greci avevano sperimentato<br />
questo dolce. Ok, stiamo<br />
sicuramente delirando. Ma<br />
d’altronde queste sono le cose<br />
che succedono in g<strong>it</strong>a.<br />
Vis<strong>it</strong>iamo il centro storico di Cefalù<br />
e sub<strong>it</strong>o dopo torniamo in<br />
hotel per sistemare i bagagli.<br />
Finalmente vediamo le camere!<br />
Tre, due, uno. Apriamo la porta.<br />
La nostra camera è la più grande.<br />
Non abbiamo visto le altre, ma di<br />
sicuro è la più grande, quindi lo<br />
andiamo a dire a tutti.<br />
L<strong>it</strong>ighiamo per i letti, anche se<br />
non ce ne frega niente, però è<br />
una tradizione che vogliamo rispettare.<br />
Appena finiamo giochiamo<br />
a “Extrime Makeover<br />
Home Ed<strong>it</strong>ion” e spostiamo i letti<br />
per metterli tutti e tre vicini.<br />
Facciamo una confusione tremenda,<br />
ma alla fine ci riusciamo.<br />
Una marea di gente entra nella<br />
nostra camera e noi facciamo<br />
altrettanto nelle camere degli<br />
altri.<br />
Scherziamo, ridiamo, diciamo<br />
battute idiote che però fanno<br />
sbellicare tutti. Ci divertiamo,<br />
insomma. Sì, ci divertiamo. Per<br />
la prima volta siamo un numero<br />
così alto della classe a stare insieme.<br />
Ci stiamo conoscendo meglio<br />
e, anche se nessuno lo dice,<br />
sappiamo tutti di sentire quella<br />
sensazione di contentezza che fa<br />
stare bene. Dopo ogni risata siamo<br />
una classe più un<strong>it</strong>a.<br />
Ceniamo e usciamo per fare una<br />
passeggiata al lungomare. Qualcuno<br />
prende il gelato, altri giocano<br />
al biliardino, la maggior parte<br />
è seduta ai tavolini del chioschetto<br />
mentre chiacchiera e
guarda le duecentosessantanove<br />
foto scattate durante la giornata.<br />
Ci stiamo preparando per la serata<br />
vera, quella in hotel.<br />
Appena torniamo nelle camere,<br />
ci riuniamo insieme a tutti i compagni<br />
della classe. Siamo in pigiama,<br />
ma nessuno se ne preoccupa<br />
e questo è bellissimo, perché<br />
per la prima volta mi fa sentire<br />
davvero in confidenza con<br />
loro. Adesso deliriamo davvero.<br />
Succedono cose che non posso<br />
scrivere perché segnerei la reputazione<br />
di molti: troppo ridicole.<br />
Dopo un po’ non sappiamo più<br />
cosa fare.<br />
Ideona: giocare a mosca cieca.<br />
Tutti ce l’accolliamo e allora<br />
spegniamo la luce e cominciamo<br />
a divertirci.<br />
I nascondigli migliori sono: dietro<br />
il letto, sotto la scrivania, nella<br />
doccia e dentro l’armadio. Sto<br />
ridendo di cuore, ma devo trattenermi,<br />
altrimenti mi sentono.<br />
Quando si fa molto tardi, ognuno<br />
torna nella propria camera, ma<br />
nessuno si rassegna a dormire, e<br />
così iniziano quei momenti veramente<br />
belli, i più memorabili<br />
delle g<strong>it</strong>e.<br />
La luce fioca della lampadina, la<br />
fiacchezza e allo stesso tempo<br />
l’immensa soddisfazione per la<br />
giornata trascorsa, creano<br />
un’atmosfera incantevole. Con le<br />
compagne di stanza, che dopo un<br />
anno di scuola sono ormai delle<br />
amiche, iniziano quelle confidenze<br />
che non si farebbero mai fra i<br />
banchi di scuola. E così senza<br />
accorgersene trascorrono ore e<br />
ore in cui si racconta l’anima a<br />
quelle persone che, da quella<br />
sera, forse comincerai a chiamare<br />
“migliori amiche”. Ma adesso<br />
che si è creato questo rapporto<br />
così magico non si vuole più andare<br />
a dormire, per paura che<br />
l’indomani il sole faccia svanire<br />
quest’atmosfera così dolce e piacevole.<br />
Perciò si cerca di resistere<br />
il più possibile al sonno che<br />
aumenta, aumenta sempre di<br />
più.<br />
Suona la sveglia. Dopo mille lamentele<br />
isteriche ci alziamo e ci<br />
prepariamo per la colazione. Oggi<br />
vis<strong>it</strong>eremo Caccamo.<br />
Sorrido con la consapevolezza<br />
che trascorrerò un’altra giornata<br />
in compagnia dei miei amici della<br />
IV A. <br />
Dopo ben tre anni d’attesa finalmente<br />
anche i ragazzi delle attuali<br />
seconde liceo hanno avuto il<br />
loro viaggio d’istruzione. A partire<br />
sono stati due gruppi: il primo<br />
comprendente i corsi A e D; il<br />
secondo i corsi B e C. A testimonianza<br />
di quest’esperienza abbiamo<br />
intervistato Emma Bufardeci<br />
della II C, nonché membro della<br />
nostra redazione.<br />
Abbiamo così delineato, grazie<br />
alla nostra intervistata, i punti<br />
salenti del tanto agognato viaggio<br />
di queste classi, ora tornate<br />
ben cariche e pronte per vivere<br />
al meglio il nuovo quadrimestre.<br />
Cominciamo dalle date e dai<br />
tempi…<br />
“La partenza è avvenuta il pomeriggio<br />
del 9 gennaio, in treno, ad<br />
accompagnarci erano le professoresse<br />
Gabriella Busiello e Giovannella<br />
Gurrieri. Il viaggio previsto<br />
era di cinque giorni.”<br />
Potresti indicarci l’argomento<br />
di una delle mostre da voi vis<strong>it</strong>ate?<br />
“Sì certo, una esponeva i quadri<br />
di un famoso p<strong>it</strong>tore olandese si<br />
nome Vermeer”.<br />
Cosa ti ha colp<strong>it</strong>o particolarmente<br />
di Roma?<br />
“Personalmente ho apprezzato<br />
molto la mostra fotografica in<br />
Via Nazionale dedicata a Doisneau<br />
un importante fotografo francese”.<br />
Com’è iniziata la prima giornata<br />
nella cap<strong>it</strong>ale?<br />
“Abbiamo lasciato la stazione<br />
Termini durante la mattinata,<br />
recandoci in albergo per posare<br />
le valigie. Pochi minuti e siamo<br />
ripart<strong>it</strong>i alla volta del Maxxi”.<br />
Impressioni sull’albergo dove<br />
avete alloggiato?<br />
“L’hotel era abbastanza centrale<br />
cosicché potevamo spostarci a<br />
piedi con facil<strong>it</strong>à. La pulizia, come<br />
spesso accade nelle g<strong>it</strong>e scolastiche,<br />
lasciava molto desiderare”.<br />
Riguardo alle serate, che orari<br />
di libera usc<strong>it</strong>a avevate?<br />
C<strong>it</strong>tà eterna<br />
Sulle tracce del p<strong>it</strong>tore Vermeer<br />
Francesca<br />
Capodicasa<br />
“I professori ci concedevano di<br />
girare indisturbati a partire dalle<br />
21:30, a cena ultimata, fino alle<br />
23:30”.<br />
Cosa ti ha colp<strong>it</strong>o della Roma<br />
caput mundi?<br />
“Penso non dimenticherò facilmente<br />
l’impressione d’infin<strong>it</strong>o di<br />
Villa Borghese”.<br />
Cosa pensi di una c<strong>it</strong>tà grande e<br />
piena d’attrattive? Ti piacerebbe<br />
trasferirti stabilmente là?<br />
“No. Trovo che le grandi c<strong>it</strong>tà<br />
siano molto caotiche e non facili<br />
da vivere. Una metropoli quale<br />
Roma può aprire la mente o nel<br />
peggiore dei casi fagoc<strong>it</strong>are. Nelle<br />
piccole c<strong>it</strong>tà, come la nostra<br />
Ragusa, è più facile cogliere le<br />
anomalie ed ev<strong>it</strong>are il verificarsi<br />
di fatti sgradevoli”. <br />
17
18<br />
Ad Maiori, alla prossima<br />
Mattia<br />
Corallo<br />
Il r<strong>it</strong>orno degli attori ed il trionfo delle Oceanine<br />
Ebbene si.. dopo quattro meravigliosi<br />
giorni a Maiori, i ragazzi di<br />
“DIONYSOS” , accompagnati da<br />
Gianni Battaglia, la signora Carmela<br />
(sua moglie) la professoressa<br />
Maria Grazia Di Bartolo e Il<br />
professore Bellìo, hanno fatto<br />
r<strong>it</strong>orno in patria. Stanchi certamente,<br />
ma con il cuore pieno di<br />
gioia e con la mente ancora immersa<br />
in straordinarie avventure.<br />
Noi del teatro abbiamo fatto r<strong>it</strong>orno<br />
con un bagaglio ancora più<br />
colmo di prima, l’esperienza è<br />
stata alquanto formativa proprio<br />
perché il contatto con altri gruppi<br />
teatrali,provenienti da tutta<br />
l’Italia, ci ha permesso di confrontarci<br />
e soprattutto migliorarci.<br />
Questi quattro giorni sono stati<br />
molto faticosi: tutti e sottolineo<br />
tutti, ci siamo impegnati al<br />
massimo per rendere lo spettacolo<br />
al massimo della sua bellezza,<br />
la truccatrice ha rischiato ripetute<br />
crisi di isteria poiché impegnata<br />
nel trucco di tutta la compagnia<br />
(anche se a volte aiutata<br />
dalle fanciulle del coro), I ragazzi<br />
che si occupano dell’aspetto sonoro<br />
hanno sudato altrettanto, la<br />
signora Carmela con gli ab<strong>it</strong>i, che<br />
spesso scambiavamo, e ovviamente<br />
noi, gli attori e lui, il grande<br />
Gianni. Gianni è stato per noi il<br />
massimo punto di riferimento,<br />
fedele faro sempre ad illuminare<br />
la nostra via , certo a volte avremmo<br />
voluto farlo fuori, per<br />
via delle sue lezioni super-noi…<br />
ehmm super-interessanti sulla<br />
“DIZIONE”, ma nonostante tutto,<br />
il suo lavoro ci è stato più che<br />
utile. Alla rassegna “AD MAIORI”<br />
la nostra presenza è stata molto<br />
grad<strong>it</strong>a, abbiamo imparato nuovi<br />
metodi di improvvisazione e<br />
l’incontro con Nunzia Schiano è<br />
stato importantissimo. La signora<br />
Schiano, con anni e anni di carriera<br />
teatrale alle spalle, ci ha<br />
dato consigli molto utili per un<br />
attore, infine prima di lasciarci,<br />
ci ha raccomandato di pensare<br />
bene a questa così insidiosa carriera,<br />
in quanto per intraprenderla<br />
non basta la passione, ma bisogna<br />
essere mun<strong>it</strong>i di smisurato<br />
coraggio e profondo spir<strong>it</strong>o di<br />
sacrificio.<br />
Ovviamente non abbiamo rec<strong>it</strong>ato<br />
sempre, ma ad esempio siamo<br />
andati a vis<strong>it</strong>are gli scavi archeologici<br />
di Pompei e comunque ogni<br />
occasione era buona per divertirci<br />
a briglie sciolte, tanto che il<br />
giorno prima del r<strong>it</strong>orno abbiamo<br />
passato un pomeriggio in spiaggia.<br />
Al nostro r<strong>it</strong>orno la rassegna era<br />
ancora in corso, infatti questa si<br />
è conclusa solo il 18 Maggio, nonostante<br />
il nostro impegno, non<br />
abbiamo vinto il primo premio,<br />
piuttosto le nostre care<br />
“oceanine” hanno portato a casa<br />
il premio per migliori attrici non<br />
protagoniste, in quanto molto<br />
apprezzati i canti e le coreografie<br />
delle figlie di Oceano che hanno<br />
riscaldato il cuore di Maiori.<br />
Sicuramente, anche senza v<strong>it</strong>toria,<br />
la rassegna teatrale ha avuto<br />
una grande importanza per<br />
l’intero gruppo: ci siamo conosciuti<br />
meglio e ora siamo un<strong>it</strong>i più<br />
di prima, questo, speriamo ci<br />
possa aiutare a fare sempre di<br />
meglio, in quanto attori, infatti<br />
non smettiamo mai di imparare<br />
ed esperienze come questa possono<br />
giovare molto da molteplici<br />
punti di vista.
Siamo sulla strada del r<strong>it</strong>orno. La<br />
professoressa Maria Grazia Dibartolo<br />
parla al microfono. Afferma il<br />
valore educativo del teatro classico<br />
e la sua attual<strong>it</strong>à. Lo spettacolo<br />
presentato a Campagna (SA) il<br />
“Prometeo Incatenato” di Eschilo,<br />
non è stato purtroppo apprezzato<br />
dalla giuria, che si è lim<strong>it</strong>ata a<br />
definire “noiosa” la nostra esibizione,<br />
ma a noi questo non interessa,<br />
sappiamo di aver dato il massimo,<br />
di aver rappresentato qualcosa<br />
che per noi è molto più di uno<br />
spettacolo, qualcosa di prezioso<br />
capace di unire e creare amicizie.<br />
Partiamo all’una di notte del<br />
10/05/20<strong>13</strong> e dopo ben undici ore<br />
di cantare, scherzare e ridere finalmente<br />
raggiungiamo la nostra<br />
meta: Maiori (SA). Desideriamo<br />
tutti andare a dormire qualche<br />
ora, ma non c’è tempo, il nostro<br />
lavoro d’attori non può tardare a<br />
cominciare. Così partecipiamo a un<br />
laboratorio basato su alcune frasi<br />
pirandelliane –così e se vi pare - e<br />
in un’ora diamo v<strong>it</strong>a a uno spettacolo<br />
veloce da mostrare in serata<br />
ai ragazzi delle altre scuole.<br />
Durante la serata siamo chiamati a<br />
essere spettatori di alcune scenette<br />
comiche, presentate da<br />
un’associazione teatrale e poi finalmente<br />
tutti a dormire, la tradizionale<br />
riunione nelle stanze è<br />
rimandata alle serate seguenti,<br />
dobbiamo riposare, il giorno dopo<br />
abbiamo un’esibizione e non possiamo<br />
sbagliare, abbiamo provato<br />
tanto e siamo vogliosi di dimostrare<br />
a tutti quanto valiamo.<br />
La sveglia il sabato suona alle<br />
6:30, dobbiamo truccarci, vestirci<br />
e finire le prove entro le 9:30.<br />
L’ansia si percepisce nell’aria, ovunque<br />
ti giri senti ripetere battute<br />
o vedi ragazze indaffarate nel<br />
complicato trucco ideato da Roberta<br />
Digiorgio. La paura è tanta, il<br />
nostro gruppo non ha mai sfigurato<br />
e non vogliamo sia questa la prima<br />
volta. È sempre così, nonostante le<br />
prove, prima di entrare in scena si<br />
ha sempre la sensazione di aver<br />
dimenticato qualcosa, che qualcosa<br />
non possa andare come tanto<br />
sperato, piccoli timori nati<br />
dall’attesa del palcoscenico. Il<br />
Tra palco e realtà 19<br />
Diario di viaggio del laboratorio Dyonisos<br />
regista Gianni Battaglia ci presenta,<br />
al sol<strong>it</strong>o suo si dilunga a parlare<br />
e noi fremiamo. Finalmente le luci<br />
si spengono e le Oceanine si avviano<br />
per il palcoscenico. Lo spettacolo<br />
inizia. D<strong>it</strong>a incrociate dietro<br />
le quinte, adesso non ripassiamo<br />
più, preferiamo ascoltare le nostre<br />
compagne lì sul palco, sappiamo<br />
che non sbaglieranno, abbiamo<br />
fiducia in loro, nessuno dub<strong>it</strong>a degli<br />
altri, semmai di se stessi. Di<br />
tanto in tanto guardiamo l’orario,<br />
abbiamo cronometrato più di una<br />
volta la rappresentazione, dopo<br />
tutti i tagli ormai dura solo un’ora,<br />
eppure sentiamo la necess<strong>it</strong>à di<br />
controllare.<br />
Lo spettacolo ormai volge al termine,<br />
siamo nell’esodo e i ragazzi<br />
stanno intonando il canto conclusivo<br />
scr<strong>it</strong>to da Lorenzo Guardiano.<br />
Sembra fatto apposta per attirare<br />
gli applausi del pubblico. Applausi<br />
che non tardano ad arrivare. Usciamo<br />
tutti da dietro le quinte per gli<br />
inchini, con il sorriso stampato sul<br />
volto, qualcuno ride, qualcuno<br />
piange, siamo commossi, lo spettacolo<br />
ha superato le nostre aspettative<br />
e si è dimostrato perfetto. Il<br />
nostro lungo lavoro è stato ripagato.<br />
Non sappiamo il parere dei giudici,<br />
ma in questo momento non è<br />
la nostra prior<strong>it</strong>à. Abbiamo dato il<br />
massimo e questo basta. Ci scambiamo<br />
complimenti a vicenda,<br />
mentre ci avviamo verso i camerini,<br />
per continuare a goderci la<br />
giornata.<br />
Francesca<br />
Capodicasa<br />
Il resto potrebbe essere una cronaca<br />
di un bel viaggio trascorso in<br />
compagnia di persone speciali<br />
Il lunedì e già è il momento di ripartire,<br />
ma non prima di aver rec<strong>it</strong>ato<br />
un’ultima volta a Campagna.<br />
Prima dello spettacolo siamo demoralizzati,<br />
alcuni di noi sono senza<br />
voce e sembra davvero che questa<br />
volta non siamo in grado di<br />
andare in scena, ma ci sbagliamo e<br />
la rappresentazione risulta comunque<br />
più che presentabile, ma qui il<br />
clima è diverso. I giudici non apprezzano<br />
il nostro lavoro.<br />
Saliamo sull’autobus e ci avviamo<br />
verso casa, sono le 19:00 e abbiamo<br />
parecchie ore di viaggio. Dopo<br />
il discorso della professoressa, siamo<br />
noi a prendere il microfono per<br />
scambiarci commenti e parole di<br />
sincera amicizia e stima. Sappiamo<br />
che il prossimo anno non saremo<br />
più gli stessi, il tempo passa e le<br />
generazioni cambiano.<br />
Scende la notte, vorremmo scherzare<br />
e urlare come all’andata, ma<br />
il sonno incombe e alla fine fra una<br />
storia dell’orrore e l’altra dormiamo<br />
quasi tutti. Alle 5:30 del mattino<br />
siamo a Ragusa.<br />
I risultati del concorso, attesi con<br />
grande impazienza, arrivano e le<br />
nostre Oceanine hanno vinto il premio<br />
“Migliore attrice non protagonista”<br />
e noi tutti siamo fieri di loro.<br />
Grazie anche al nostro Lorenzo<br />
che ne ha ispirato i canti. Adesso<br />
siamo pronti per Palazzolo Acreide<br />
sperando di continuare con questi<br />
risultati.
20<br />
Esami ed ultime prove<br />
Mattia<br />
Corallo<br />
Non sono al momento raggiungibile, lasciare un messaggio...<br />
Perché? Mi domando solo perché<br />
sto scrivendo questo articolo! Chi<br />
me lo fa fare? Tra poco non ho il<br />
tempo neanche per respirare. E<br />
bene si, noi del liceo Classico ne<br />
sappiamo qualcosa, dico bene? Da<br />
circa una settimana le porte<br />
dell’inferno ci hanno stesso il<br />
tappeto rosso, verifiche brucia<br />
pelo e interrogazioni stile<br />
terminator sono pane quotidiano<br />
oramai. Ma come potevamo immaginare,<br />
noi, sciocchi mortali,<br />
che fino a giugno la nostra v<strong>it</strong>a<br />
sarebbe affondata nel baratro?<br />
Certamente non è il caso di piangerci<br />
addosso, stringiamo i denti,<br />
anche se so che è dura. Per molti<br />
ragazzi, specialmente le New<br />
entry del Ginnasio, tra cui io,<br />
l’impatto è stato decisamente<br />
traumatico: interrogazioni e verifiche<br />
ogni giorno, Come se non<br />
bastasse dobbiamo fare i conti<br />
con i voti di fine anno, anche se<br />
al sol pensiero il sangue ci gela<br />
dentro, questa è la realtà.<br />
Ora smettiamola con i piagnistei,<br />
Tutti all’Opera<br />
non è il caso direi! Ma so io stesso<br />
che è il caso e come!<br />
Ogni pomeriggio passa monotono<br />
e terribilmente noioso: sguardo<br />
fisso verso un cielo azzurro, espressione<br />
turbata di fronte ad<br />
una versione di greco, insomma<br />
se qualcuno ci dipingesse vincere-<br />
Un progetto per conoscere un mondo poco conosciuto<br />
Sali le scale, sei sempre più in alto.<br />
Percorri il corridoio. Eccolo finalmente,<br />
il tuo palchetto è là; ma non<br />
è ancora fin<strong>it</strong>a, ti illudevi di essere<br />
arrivato alla meta, ma occorre attendere<br />
ancora qualche minuto, in<br />
attesa che una maschera ti apra la<br />
porta. Finalmente entri e chiudi gli<br />
occhi. Avanzi piano fino a raggiungere<br />
i posti a sedere e solo in quel<br />
momento, dischiudi le palpebre. È la<br />
prima volta che entri in un teatro<br />
dell’opera e resti allib<strong>it</strong>o. Non sai<br />
che pensare, è tutto così grande,<br />
così elegante, così dorato, così spettacolare.<br />
Ripreso dallo choc iniziale<br />
riprendi a chiacchierare con i tuoi<br />
amici in attesa che lo spettacolo<br />
inizi. Le luci si spengono e<br />
l’orchestra prende v<strong>it</strong>a. Percepisci<br />
salire un dolce suono, è un senso di<br />
curios<strong>it</strong>à crescente, che ti spinge ad<br />
attendere con ansia l’ingresso in<br />
scena dei cantanti. Ti perdi a pensare<br />
al passato, a chi secoli prima di<br />
te aveva occupato il tuo stesso posto.<br />
Provava le tue stesse sensazioni?<br />
Cosa significava, per lui o lei che<br />
fosse, andare a teatro? Come considerava<br />
i grandi compos<strong>it</strong>ori allora<br />
ancora in v<strong>it</strong>a? Non lo sai e non lo<br />
saprai mai. Tendi le orecchie e improvvisamente<br />
capisci. Ti sei tanto<br />
chiesto perché la scuola organizzasse<br />
un corso di lirica e melodramma,<br />
ora lo sai; quell’atmosfera che ti<br />
attornia riesce a darti un senso di<br />
piacere e di benessere che non puoi<br />
ignorare. Non hai bisogno di essere<br />
un grand’intend<strong>it</strong>ore per cogliere le<br />
emozioni che ti danzano davanti.<br />
Sono 15 i ragazzi che ogni mese nella<br />
nostra scuola hanno la possibil<strong>it</strong>à<br />
di assistere agli spettacoli tenuti al<br />
teatro “Massimo Bellini” di Catania.<br />
Una lezione tenuta dal professore<br />
mo di sicuro una mostra di arte<br />
moderna. A scuola ci immedesimiamo<br />
nell’esorcizzare paure e<br />
preoccupazioni, magari ci sosteniamo<br />
a vicenda .Siamo tutti molto<br />
stanchi, c’è chi deve recuperare<br />
l’insufficienza, chi si accinge<br />
al diploma.<br />
Insomma questo non è certamente<br />
un periodo da prendere sotto<br />
gamba.<br />
La nostra speranza sta nello spir<strong>it</strong>o<br />
di intraprendenza e coraggio<br />
che ci contraddistingue<br />
(Almeno spero!).<br />
Non ci vuole mica poco a sostenere<br />
lunghi interrogatori (scusate<br />
dovevo scrivere interrogazioni,<br />
ma quello mi sembra il termine<br />
più corretto) sull’aumento temporale<br />
e sugli imparisillabi!<br />
Comunque vada questa tortura<br />
non durerà per molto e presto<br />
r<strong>it</strong>orneremo a vivere.<br />
Ora vado non capisco ancora perché<br />
ho scr<strong>it</strong>to questo articolo,<br />
sono le 22 e devo ancora studiare<br />
scienze <br />
Guglielmo Ruta prepara gli spettatori<br />
sui contenuti dell’opera in oggetto.<br />
La percentuale di giovani interessata<br />
a questo genere per la ver<strong>it</strong>à<br />
non è molto elevata, ma non c’è da<br />
stupirsi.<br />
Il teatro è sempre stato un luogo un<br />
po’ d’el<strong>it</strong>e e spesso i ragazzi sono<br />
restii a sperimentare qualcosa di<br />
nuovo. I progetti organizzati nelle scuole<br />
sono un metodo per promuovere lo spettacolo,<br />
per investire sul futuro, per creare<br />
l’amore per qualcosa di aulico ed eterno.<br />
All’usc<strong>it</strong>a dal teatro a spettacolo<br />
terminato rifletti, ti chiedi perché<br />
hai atteso tanto per scoprire questo mondo<br />
e hai una certezza: la prossima rappresentazione<br />
che terranno, se ne avrai la<br />
possibil<strong>it</strong>à, non mancherai. Così come<br />
non mancherai alla lezione preparatoria,<br />
perché ogni spettacolo ha qualcosa di<br />
particolare che deve essere scoperto <br />
Francesca Capodicasa
Il sonno. Dormire. Serve? Ormai,<br />
al giorno d’oggi, nella società in<br />
cui stiamo vivendo, il sonno sembra<br />
quasi un optional nella nostra<br />
v<strong>it</strong>a. Piace andare a letto tardi e<br />
(per alcuni) svegliarsi prestissimo.<br />
Ma poi?<br />
Il risultato è il poco sonno che,<br />
non solo causa l’abbassamento<br />
del rendimento scolastico, ma<br />
genera anche nervosismo, depressione<br />
e a volte, nei casi più<br />
estremi, il covare di pensieri suicidi.<br />
Hanno defin<strong>it</strong>o i giovani<br />
d’oggi i super-gufi, dormienti di<br />
giorno e attivi di notte. Lo siamo<br />
per davvero?<br />
Un’indagine condotta in alcune<br />
classi del ginnasio ha dimostrato<br />
che addir<strong>it</strong>tura alcune persone<br />
fanno a gara per annunciare<br />
l’orario più tardo di quando vanno<br />
a dormire. Sembra quasi un<br />
motivo per vantarsi. E invece non<br />
lo è.<br />
Secondo gli studi della Columbia<br />
Univers<strong>it</strong>y, coloro che dormono<br />
meno di nove ore, corrono il 24%<br />
in più di rischi di soffrire di disturbi<br />
depressivi e hanno perfino<br />
il 20% in più di probabil<strong>it</strong>à di covare<br />
pensieri suicidi. E questa<br />
indagine è stata fatta con i nostri<br />
coetanei che vanno a letto non<br />
più tardi delle 10. In media, la<br />
nostra fascia di età, che va a dormire<br />
dalle 11 e mezza in poi, avrebbe<br />
bisogno di 8 (meglio 9)<br />
ore di sonno come minimo.<br />
Ode al caffè<br />
Il sonno perduto 21<br />
Dormire fa bene alla mente e al corpo<br />
E i risultati non sono soltanto in<br />
un cervello più sveglio, ma anche<br />
in un rendimento più alto (che<br />
credo tutti desideriamo) e<br />
nell’essere una persona più allegra<br />
e socievole.<br />
Il dottor Luca Bernardo, primario<br />
di Pediatria al Fatebenefratelli di<br />
Milano, dice:<br />
“Il deb<strong>it</strong>o di sonno rende più irr<strong>it</strong>abili,<br />
fa diminuire il rendimento<br />
scolastico, favorisce l’uso di stimolanti<br />
e di comportamenti aggressivi”.<br />
E poi sottolinea: “I<br />
giovanissimi sono stressati per il<br />
poco riposo soprattutto per colpa<br />
Matilde<br />
Francone<br />
di tv, computer e cellulari accesi<br />
fino a tardi”.<br />
E allora la soluzione quale sarebbe?<br />
Andare a dormire prima? Non<br />
stare troppo sui social network e<br />
davanti alla tv? Smetterla di scrivere<br />
articoli a carattere vagamente<br />
scientifico per il giornalino<br />
d’ist<strong>it</strong>uto? Anticipare i comp<strong>it</strong>i<br />
anziché rimanere a studiare fino<br />
a mezzanotte?<br />
Sì, esatto.<br />
Così una volta per tutte finiremo<br />
di dormire sui banchi e russare<br />
durante le interrogazioni. Buonanotte<br />
<br />
“Spalle al muro”, incidenti fotografici all’Umberto I<br />
Senza parole
22<br />
Chi vespa mangia la mela<br />
Alberta<br />
Brugaletta<br />
Un m<strong>it</strong>o su due ruote che continua a conquistare<br />
Il cuore dei giovanissimi, ma non solo<br />
Il celeberrimo motto "chi Vespa<br />
mangia le mele, chi non Vespa<br />
no" è stato ideato da Gilberto<br />
Filippetti nel 1969. Era l’anno in<br />
cui la Vespa prese come simbolo<br />
il frutto di Adamo. La mela, infatti,<br />
rappresenta il frutto del<br />
peccato, è il simbolo della tras<br />
g r e s s i o n e e d e l l ’ a n t i -<br />
conformismo. Quindi, chi non<br />
comprava la Vespa compiva un<br />
peccato. Di conseguenza il verbo<br />
nato successivamente "vespizzatevi"<br />
aveva lo scopo di spingere<br />
la gente ad acquistare questa<br />
moto. Una moto che si è rivoluzionata<br />
negli ultimi anni. L'obiettivo<br />
fu così raggiunto. La Vespa<br />
autentica, gustosa, era così vicina<br />
al mondo dei giovani da attrarli<br />
a far diventare alla moda<br />
che avesse il sogno dell'ingegnere<br />
Enrico Piaggio. Ebbene si, il figlio<br />
di Rinaldo Piaggio, fondatore<br />
dell'omonima casa di produzione,<br />
dopo la seconda guerra mondiale,<br />
precisamente nel 1944, cercò<br />
di intensificare i trasporti nell'Italia<br />
con un veicolo a basso costo,<br />
con consumi modici, robusto e<br />
soprattutto adatto a tutti, anche<br />
alle donne.<br />
Il prototipo si chiamò MP5 (anche<br />
se gli operai lo chiamavano Paperino<br />
per la sua goffaggine). Ma,<br />
ahimè non piacque ad Enrico.<br />
Allora ordinò all'ingegner Corradino<br />
D'Ascanio di progettarne uno<br />
più bello. D'Ascanio ne progettò<br />
uno del tutto diverso con un motore<br />
da 95 di cilindrata, con la<br />
carrozzeria che proteggeva chi la<br />
guidava. Nel 1945 presenta l'MP6.<br />
Enrico soddisfatto, ne mette in<br />
produzione oltre 2500 un<strong>it</strong>à e,<br />
sentendo il rombo del motore<br />
acceso esclamò: "sembra proprio<br />
una vespa!".<br />
Il resto è storia, forse leggenda.<br />
Fino ad oggi ne sono state prodotte<br />
oltre 17milioni, in circa <strong>13</strong>0<br />
modelli diversi. Cosi Vespa diventa<br />
elemento di unione tra generazioni<br />
e culture diverse, vero e<br />
proprio oggetto del desiderio ma<br />
anche cinematografico di europei,<br />
asiatici e americani. Nell'amb<strong>it</strong>o<br />
cinematografico venne simbolicamente<br />
incoronata astro na-<br />
scente del cinema. Da quel<br />
momento diventò uno strumento<br />
amatissimo da registi, attori di<br />
fama mondiale. Quello tra Vespa<br />
e cinema, del resto, sembra essere<br />
un vero e proprio matrimonio<br />
duraturo nel tempo. Ricordiamo<br />
alcuni film come "Vacanze romane",<br />
"Caro diario".<br />
Ma Vespa non è solo cinema. È<br />
stata utilizzata anche in alcune<br />
canzoni come ad esempio quella<br />
dei Lunapop, ovvero "50special".<br />
Insomma, un prodotto dell'ingegno<br />
<strong>it</strong>aliano che ha conquistato il<br />
mondo.<br />
Un sogno che si trasforma in realtà.<br />
In una parola un m<strong>it</strong>o. In una<br />
parola:<br />
Vespa
Una ragazza di 17 anni viene accoltellata.<br />
Una bomba esplode<br />
davanti a una scuola. La gente<br />
muore, i ragazzi muoiono.<br />
Tanti fatti, tanti eventi drammatici,<br />
chi a ricordarli? Nessuno.<br />
Quotidiani, telegiornali, radio<br />
illustrano questi avvenimenti; la<br />
gente parla, commenta per le<br />
strade, in casa si discute, ma a<br />
scuola? Niente. Eppure è questo il<br />
luogo più idoneo per trattare certi<br />
argomenti. Non stiamo parlando<br />
di fatti lontani da noi, in chissà<br />
quale continente o civiltà,<br />
stiamo parlando di fatti a noi vicini,<br />
che ci riguardano in prima<br />
persona, sono i nostri coetanei a<br />
esserne i protagonisti, a farne le<br />
spese e noi non possiamo trascurarli.<br />
I professori non si curano di<br />
sospendere le spiegazioni o le<br />
interrogazioni neanche solo per<br />
un’ora per affrontare argomenti<br />
di attual<strong>it</strong>à di tale ent<strong>it</strong>à. Molti<br />
sono convinti sia una perd<strong>it</strong>a di<br />
tempo, ma può considerarsi realmente<br />
come tale? Sono solo il<br />
greco e il latino a contare o c’è<br />
Cronaca o storia 23<br />
L’attual<strong>it</strong>à resta troppo spesso<br />
fuori dalle riflessioni scolastiche<br />
dell’altro? Come possiamo considerarci<br />
una scuola modello,<br />
quando ignoriamo ciò che più<br />
conta? È cap<strong>it</strong>ato anche che venisse<br />
tralasciato anche il minuto<br />
di silenzio proposto dal ministero<br />
o che non fossero esposte le bandiere<br />
a mezz’asta. Ma la colpa è<br />
anche di noi ragazzi, che non facciamo<br />
quasi mai niente per sottolineare<br />
lo stato delle cose. È questa<br />
indifferenza generale che va<br />
curata, non è pensabile che una<br />
percentuale elevata di ragazzi<br />
affermi: “Tanto non è colpa mia,<br />
io che posso fare?”. È la mental<strong>it</strong>à<br />
di fondo a essere sbagliata, si<br />
sta andando perdendo il valore<br />
della solidarietà e della civile<br />
convivenza alla base dei rapporti<br />
umani.<br />
I docenti sono prima di tutto degli<br />
educatori, che per tanto devono<br />
insegnarci a vivere nel mondo.<br />
Devono affrontare queste conversazioni<br />
con gli studenti per ev<strong>it</strong>are<br />
che la storia si possa ripetere,<br />
hanno il comp<strong>it</strong>o di sensibilizzarci<br />
e di farci porre delle domande sul<br />
perché, questi fatti accadono, su<br />
cosa fanno perno.<br />
Fortunatamente esistono ancora<br />
insegnanti capaci di andare oltre<br />
gli argomenti scolastici in senso<br />
stretto e in grado di promuovere<br />
progetti come quello sulla Legal<strong>it</strong>à<br />
indirizzato ad alcune classi di<br />
seconda liceo.<br />
Forse c’è ancora qualche speranza<br />
per il nostro liceo e chissà che<br />
magari un giorno l’educazione<br />
civica, adesso tanto ignorata, non<br />
torni a spiccare fra le varie materie,<br />
impegnandosi per salvare una<br />
società che sembra sempre più<br />
perdere i propri valori <br />
Agli inizi del II secolo d.C l'imperatore Traiano stabilì, con il suo famoso rescr<strong>it</strong>to, che potevano essere persegu<strong>it</strong>ati<br />
solo i cristiani denunciati in forma non anonima.<br />
Questa è una chiara dimostrazione di come l'anonimato, già nell'antich<strong>it</strong>à, fosse considerato una scelta a<br />
cui non fare troppo affidamento. Oggi quindi <strong>Hermes</strong> si propone di rispolverare quest' argomento, largamente<br />
affrontato per recenti avvenimenti.<br />
A quanto pare, infatti, non è solo un antiquato strumento di minaccia caratteristico della mafia, ma è presente<br />
anche in altri amb<strong>it</strong>i che ci riguardano molto più da vicino. In passato è sicuramente stato un importante<br />
mezzo di sicurezza e di protezione della propria privacy, come nel caso di v<strong>it</strong>time di crimini e guerre.<br />
Ma una persona che sporge un'accusa o una denuncia vuole evidentemente esprimere un torto subìto. In<br />
questo caso quanto è labile il confine tra i termini "anonimato" e "vigliaccheria"?<br />
Ve lo siete chiesto? Magari no, ma, se ci pensate un attimo, la riluttanza a mettere una semplice firma può<br />
scaturire solo dalla paura. E la paura, a sua volta, non può che derivare dal fatto che le accuse avanzate<br />
sono infondate o comunque incerte. A mio parere, quindi, è inutile privarsi volontariamente di un nostro<br />
dir<strong>it</strong>to: la libertà di stampa, cioè la piena e assoluta libertà di cr<strong>it</strong>icare i poteri.<br />
Tenete presente però, cari lettori, che questo enorme potere che possiamo eserc<strong>it</strong>are, se ne abbiamo la<br />
capac<strong>it</strong>à e la volontà, non deve essere scambiato per lamentela. Per ogni scelta che voi considerata errata,<br />
bisogna corrispondere una proposta risolutiva: la cr<strong>it</strong>ica, per essere efficace, per prima cosa deve essere<br />
costruttiva.<br />
Segu<strong>it</strong>e questa linea di principio e potrete star certi che alle vostri posizioni riguardo qualsiasi argomento,<br />
con una bella firma in fondo al foglio, probabilmente si presterà più attenzione!<br />
Francesca<br />
Capodicasa<br />
Contro l’anonimato<br />
di An<strong>it</strong>a Majolino
24<br />
Journey to the Bulgaria<br />
Francesca<br />
Capodicasa<br />
Intervista a Marta, tra i protagonisti<br />
del progetto Comenius<br />
Finalmente dopo mesi di preparazione,<br />
provando ogni settimana,<br />
il lungo percorso volge al termine<br />
e i ragazzi del Comenius, tutti<br />
appartenenti alle seconde liceo<br />
si apprestano a spiccare il volo<br />
per la Bulgaria, domenica 12<br />
maggio 20<strong>13</strong>, questi i loro nomi:<br />
Clelia Barone, Simone Bertolone,<br />
Francesco Gennaro, Marta Guastella,<br />
Adriana Patti e Daniele<br />
Stracquadanio.<br />
Per ricordare questa circostanza<br />
intervistiamo Marta Guastella<br />
della II D, che ci rivela le ansie e<br />
gli umori del gruppo pochi giorni<br />
prima della partenza, iniziando<br />
da alcune informazioni basilari.<br />
Cos’è il Comenius?<br />
“Il Comenius è un progetto<br />
dell’Unione Europea, pensato per<br />
creare scambi culturali fra ragazzi<br />
di diverse etnie. Gli alunni di<br />
alcuni paesi – Bulgaria, Germania,<br />
Italia, L<strong>it</strong>uania, Polonia, Turchia<br />
e Ungheria – sono chiamati a portare<br />
in scena una rappresentazione<br />
sul tema “Journey to the future”.<br />
Cos’avete preparato voi per<br />
l’esibizione?<br />
“La prima scena era convenzionale,<br />
per tanto ci siamo dovuti adeguare<br />
a ciò che era stato stabil<strong>it</strong>o<br />
per tutte le scuole. Nella seconda<br />
scena, invece, abbiamo provato a<br />
immaginare una scuola nel futuro.<br />
La storia tratta di alcuni ragazzi<br />
che, con l’aiuto di una macchina<br />
del tempo, si r<strong>it</strong>rovano a<br />
fare un salto in una scuola del<br />
2050. A quel punto entrano in<br />
contatto con ragazzi di un’altra<br />
generazione. Durante il loro viaggio<br />
scoprono l’esistenza dei robot,<br />
molto utili e funzionali, ma<br />
poco prima del loro r<strong>it</strong>orno al<br />
presente, uno di questi smette di<br />
funzionare”.<br />
Quale messaggio volete lanciare<br />
con questa rappresentazione?<br />
“Il messaggio è rivolto agli uomini<br />
della nostra epoca, affinché non<br />
confidino troppo nella tecnologia<br />
e nei computer, ma si basino<br />
piuttosto sulle loro capac<strong>it</strong>à, perché,<br />
come si evince chiaramente<br />
dallo spettacolo, qualunque macchina<br />
può smettere di funzionare”.<br />
Come avete costru<strong>it</strong>o lo spettacolo<br />
che portate in scena?<br />
“Abbiamo elaborato alcune idee<br />
sui personaggi e una volta impostata<br />
la storia, con un lavoro di<br />
gruppo, l’abbiamo scr<strong>it</strong>ta in lingua<br />
inglese. Per sottolineare la<br />
nostra terra d’appartenenza abbiamo<br />
inser<strong>it</strong>o elementi e musiche<br />
della nostra tradizione”.<br />
Cosa ti aspetti nel vivere una<br />
esperienza come questa?<br />
“Sono molto entusiasta della partenza,<br />
spero di crescere entrando<br />
in contatto con nuove culture,<br />
notando le affin<strong>it</strong>à e le differenze<br />
con queste.<br />
Sono quasi sicura che questo viaggio<br />
riuscirà a lasciarmi tanto<br />
anche sul piano linguistico”.<br />
In quale c<strong>it</strong>tà andrete? Dove<br />
alloggerete? Qual è il programma?<br />
“La destinazione finale è Varna,<br />
una c<strong>it</strong>tà esposta sul Mar Nero, la<br />
terza c<strong>it</strong>tà della Bulgaria.<br />
Saremo osp<strong>it</strong>ati in casa da alcuni<br />
coetanei bulgari. Con il ragazzo<br />
che mi osp<strong>it</strong>erà, siamo in contatto<br />
da un mese e mi ha assicurato<br />
che ci divertiremo e io non ne<br />
dub<strong>it</strong>o.<br />
I primi giorni, quando arriveremo<br />
là, sono previste delle prove prima<br />
dell’esibizione.<br />
Nei giorni seguenti, invece, frequenteremo<br />
la scuola bulgara e<br />
faremo diverse escursioni per<br />
conoscere un po’ il nuovo ambiente”
La coscienza del ricordo 25<br />
Il 23 maggio partiamo alle 5 del<br />
mattino per andare a Palermo.<br />
Parteciperemo a una grande manifestazione<br />
in ricordo della strage<br />
di Capaci e di tutte le v<strong>it</strong>time,<br />
immolate per fermare gli<br />
orrori della Mafia.<br />
L’atmosfera nell’autobus è uguale<br />
a quella di una g<strong>it</strong>a qualunque.<br />
Si sghignazza, si scatta una foto<br />
al nostro compagno di viaggio<br />
appisolato. Arriviamo dopo circa<br />
4 ore di viaggio. La nave della<br />
legal<strong>it</strong>à è già arrivata: scuole da<br />
tutta Italia brulicano per le strade<br />
di Palermo. Ci avviamo verso<br />
piazza Magione. Questa è invasa<br />
da stand di associazioni e scuole,<br />
decorata in lungo in largo da lenzuoli<br />
e striscioni. Attorno alla<br />
piazza si diramano le strade dove<br />
i giudici Falcone e Borsellino (ma<br />
anche il boss mafioso Tommaso<br />
Buscetta) passarono la loro infanzia.<br />
Incominciamo a girovagare<br />
incurios<strong>it</strong>i. Nel frattempo, mi<br />
accorgo che quel poco che vedo<br />
di Palermo è straniante. Antichi<br />
palazzi del che sussistono come<br />
dei fantasmi, immobili; alcuni<br />
crollati, altri “destati” dalle linee<br />
e dai colori della street art .E,<br />
nello stesso tempo, giganti di<br />
cemento, più o meno recenti,<br />
che si susseguono uno dopo<br />
l’altro, gettando le strade un po’<br />
più strette in una ombra peren-<br />
La nostra giornata della legal<strong>it</strong>à a Palermo<br />
ne. Il tutto incorniciato dal clima<br />
schizofrenico: nuvoloso, soleggiato,<br />
pioggerellina inglese (sì, a<br />
Palermo), caldo, fresco . Il sole<br />
che va e viene mi irr<strong>it</strong>a perché<br />
devo variare ogni due minuti la<br />
veloc<strong>it</strong>à dell’otturatore e<br />
l’apertura del diaframma della<br />
macchina fotografica. Devo catturare<br />
al meglio delle mie possibil<strong>it</strong>à<br />
i momenti da ricordare,<br />
come i bambini che scrivono fascette<br />
per chiunque passi con<br />
diverse frasi-slogan ; o come<br />
quelli che si riparano dalla pioggia<br />
con le loro stesse magliette<br />
bianche. Dietro queste, è stampata<br />
una foto cartonata di Borsellino<br />
e Falcone e una c<strong>it</strong>azione di<br />
quest’ultimo :<br />
“Gli uomini passano, le idee<br />
restano. Restano le loro tensioni<br />
morali e continueranno a camminare<br />
sulle gambe di altri uomini”.<br />
Chissà cosa i bambini riescono a<br />
trarre dall’ antimafia. Chissà se,<br />
magari, riescono a carpirne qualcosa<br />
in più, rispetto a molti adulti.<br />
Arriviamo in Via D’Amelio.<br />
L’inferriata del palazzo al numero<br />
21-19 è ricoperta da palloncini<br />
verdi bianchi e rossi: un’ulteriore<br />
esplic<strong>it</strong>azione per ricordare che<br />
l’Antimafia non è una questione<br />
che riguarda la Sicilia, ma l’Italia<br />
intera. L’olivo antistante il can-<br />
Emma<br />
Bufardeci<br />
cello raccoglie bandiere, foto,<br />
biglietti e un via vai di persone,<br />
come una sorta di tempio contemporaneo.<br />
La via si riempie, pian piano, di<br />
persone, striscioni e bandiere di<br />
Libera magenta, gialle e arancioni.<br />
I primi cori vengono fomentati.<br />
Dopo circa un’ora di attesa il<br />
corteo parte. Non si vede né<br />
l’inizio né la fine di questo serpente<br />
umano che salta, grida e ,<br />
per certi versi, si diverte.<br />
A Ragusa, durante i cortei antimafia,<br />
è poca la gente che si affaccia<br />
per guardare, e chi lo fa,<br />
guarda con indifferenza o con la<br />
ferma convinzione che tanto è<br />
per “saliarisi na iurnata i scola,<br />
picchì c’è u sule”; Durante la manifestazione<br />
a Palermo, la gente<br />
dai balconi sorrideva e stendeva<br />
dei lenzuoli bianchi in segno di<br />
sostegno o delle bandiere tricolore,<br />
sventolate da alcuni, con un<br />
fervore quasi patriottico. Si arriva<br />
all’albero Falcone-Borsellino<br />
ballando, cantando a squarciagola.<br />
“Perché in fondo questa v<strong>it</strong>a<br />
non ha significato se hai paura di<br />
una bomba o di un fucile puntato<br />
Gli uomini passano e passa una<br />
canzone ma nessuno potrà fermare<br />
mai la convinzione che la giustizia<br />
no, non è solo un'illusione“<br />
Il gigantesco serpente di teste<br />
arriva in via Notarbartolo. Alle<br />
17.58 si ammutolisce. Qualcuno<br />
scrive sui palloncini tricolore<br />
Giovanni e Paolo. Poi li lascia<br />
volare verso il cielo. Nella loro<br />
silenziosa ascesa le grigie nubi si<br />
squarciano, lente si allontanano.<br />
La luce sembra trionfare sulle<br />
nostre teste. Adesso, si spera,<br />
una volta per tutte
26<br />
E’ la fine del mondo!<br />
Gabriele<br />
Iurato<br />
Il 12 dicembre è passato, ma se i Maya avessero<br />
Solo fatto un piccolo errore di calcolo?<br />
La data prevista dai Maya<br />
per la fine del mondo è<br />
passata da un pezzo e non<br />
è successo niente… Ma non<br />
crediate di essere comunque<br />
al sicuro (facendo corna):<br />
per la prevenzione e<br />
l’igiene orale, ecco il decalogo<br />
delle cose da fare<br />
(o non fare) prima del giudizio<br />
finale.<br />
PER GLI SPIRITOSONI<br />
1) Guardare le mosche durante<br />
la lezione: un’analisi della<br />
v<strong>it</strong>a per l’ultima volta.<br />
2) Picchiare tutti quelli che vi<br />
stanno antipatici (ma pochi<br />
secondi prima della fine, così<br />
non possono reagire).<br />
3) Abbandonare le formal<strong>it</strong>à<br />
scolastiche: quando la prof<br />
dice cose malefiche, odiosamente<br />
esatte o semplicemente<br />
vi corregge proprio quando<br />
avreste scommesso un milione<br />
di euro di aver fatto tutto<br />
giusto, tiratele il diario per<br />
farla stare z<strong>it</strong>ta.<br />
4) Non aggiornare più il profilo<br />
di Facebook.<br />
5) Girare per la strada seminudi<br />
baciando quelli<br />
dell’altro sesso e dando un<br />
calcio a quelli del vostro.<br />
6) Andare a Napoli e rompere<br />
la boccetta del sangue di San<br />
Gennaro per vedere se è vero.<br />
7) Entrare nel Parlamento<br />
Europeo e lanciarsi in uno<br />
sfrenato ballo del qua-qua.<br />
8) Entrare in un negozio di<br />
cristalleria e divertirsi con<br />
tutto ciò che è accompagnato<br />
dal cartello “non toccare”.<br />
9) Confessare a tutti di vedersi<br />
le videocassette del Re<br />
Leone e della Bella e la Bestia<br />
per poi guardare con occhi<br />
malinconici i vostri giochi<br />
d’infanzia.<br />
10) Non rispettare mai le file:<br />
per strada, al benzinaio, al<br />
supermercato, in segreteria,<br />
al ricevimento, al cinema,<br />
alla stazione degli autobus e<br />
al check-in in aeroporto.<br />
MA NON SOLO PER<br />
I MALINCONICI<br />
1) Dichiarare il vostro amore<br />
alla persona che da tempo<br />
immemorabile state adocchiando.<br />
2) Trascorrere molto più tempo<br />
con la vostra famiglia, ma<br />
non per comprare i regali di<br />
Natale (d’altronde non ce ne<br />
sarebbe bisogno).<br />
3) Regalare ai poveri tutto ciò<br />
che avete di superfluo: solo il<br />
cibo e un tetto sopra la testa<br />
saranno le cose che vi dovranno<br />
rimanere.<br />
4) Seguirsi una conferenza<br />
sulle malattie genetiche o<br />
sulla denutrizione dei bambini<br />
in Africa, perché dovete<br />
ammettere che non ve ne è<br />
mai fregato più di tanto.<br />
5) Cercare di non l<strong>it</strong>igare mai<br />
con i vostri amici.<br />
6) Confessare agli altri cosa<br />
davvero vi piace (anche se<br />
fosse la letteratura greca o la<br />
religione!) ed essere anticonformisti:<br />
ma senza arrabbiarsi<br />
con chi non condivide le<br />
vostre idee!<br />
7) Riposarsi e riflettere per<br />
qualche oretta al giorno sul<br />
senso della vostra v<strong>it</strong>a e su<br />
cosa veramente credete.<br />
8) Chiedere scusa a tutte le<br />
persone a cui avete fatto un<br />
torto, anche la bambina che<br />
si era messa a piangere perché<br />
le avevate rubato il lecca<br />
-lecca all’asilo.<br />
9) Se siete Cristiani, andare a<br />
messa e confessarsi, altrimenti<br />
vedi punto 7.<br />
10) Andare al cim<strong>it</strong>ero a pregare<br />
sulla tomba dei vostri<br />
cari, anche i bisnonni mai<br />
conosciuti. Considerate che<br />
potreste conoscerli molto<br />
presto!<br />
Stampate questo doppio decalogo<br />
e portatelo sempre con voi<br />
fino a venerdì. Ma se, per essere<br />
realisti, non accadrà nulla,<br />
conservate solo la seconda parte<br />
del foglio: vi servirà per la<br />
v<strong>it</strong>a. Se invece fate già tutte le<br />
cose indicate, lasciatevelo dire,<br />
siete fantastici!
“Presalto, rondata, due giri, passo,<br />
ruota, passo composto, assemblèe<br />
sissonne. Ok, la coreografia<br />
la so. Ma se dovessi sbagliare?<br />
No, no, non devo pensarci.<br />
Andrà tutto bene! …Ma che dico???<br />
Non ricordo più nulla! Ok…<br />
allora: presalto, rondata, due<br />
giri, passo, ruota, passo composto,<br />
assemblèe sissonne!”.<br />
Questo è ciò che una ballerina<br />
che pratica “danza gym”, nome<br />
strano, disciplina meravigliosa,<br />
pensa il giorno prima del saggio.<br />
Io sono una di queste fortunatissime<br />
ragazze! Pensate un po’… ho<br />
iniziato quando avevo solo quattro<br />
anni!<br />
Avete mai sent<strong>it</strong>o parlare del mio<br />
sport? Mmh…no, forse no. Ma non<br />
è un problema, perché con poche<br />
righe vi catapulterò in un mondo<br />
fatto di polpacci e addominali<br />
doloranti!<br />
Ma no, scherzo, scherzo! Piutto-<br />
Balla che ti passa 27<br />
Alla scoperta del mondo della Danza gym<br />
sto, vis<strong>it</strong>eremo insieme questa<br />
parte del mio mondo: e quale<br />
miglior modo, se non quello di<br />
mostrarvi cosa succede nelle ore<br />
che precedono il saggio?!?<br />
Bhè, sicuramente qualcuno di voi<br />
è sal<strong>it</strong>o almeno una volta (o anche<br />
molte di più) su un palco! E<br />
sicuramente qualcuna di voi ha<br />
già avuto esperienza sul campo!<br />
E allora sicuramente saprete già<br />
che una ballerina, ventiquattro<br />
ore prima del saggio, prova<br />
un’impazienza e un’ansia tali da<br />
rosicchiarle lo stomaco.<br />
La mattina va al teatro per provare.<br />
Ormai conosce bene quel<br />
posto, perché ne ha passate tante,<br />
lì: il saggio di due, quattro e<br />
sei anni fa.<br />
L’esperienza le ha fatto capire<br />
anche che per chi realizza lo<br />
spettacolo, l’entrata non è quella<br />
principale.<br />
E allora, il giorno prima del sag-<br />
Silvia<br />
Occhipinti<br />
gio, scende per quel vicolo ed<br />
entra dietro le quinte. Profumo<br />
di teatro. Incontra tutte le altre<br />
compagne e scopre che hanno<br />
anche loro il suo stesso sorriso a<br />
trentasei denti: indice infallibile<br />
di ag<strong>it</strong>azione.<br />
Così, come ogni anno, riflette un<br />
attimo: ha già fatto tanti saggi, si<br />
sente esperiente, almeno un po’:<br />
allora cerca di dissimulare la sua<br />
trepidazione.<br />
Ma oggi nessuno crede alla sua<br />
tranquill<strong>it</strong>à, in fondo nemmeno<br />
lei.<br />
Indossa le sol<strong>it</strong>e scarpette di stoffa<br />
rosa e aspetta un po’.<br />
Finalmente sale le scalette del<br />
palcoscenico per “provare”.<br />
E proprio lì, in quell’istante, in<br />
quel momento, scaturiscono le<br />
emozioni più belle.<br />
Il teatro è vuoto. Lei è al centro<br />
del palco e guarda una platea<br />
invisibile. Duemila posti vuoti. Un<br />
silenzio che domani sarà<br />
senz’altro rimpiazzato dalle musiche<br />
e dai fortissimi applausi. Ma<br />
per il momento c’è solo lei insieme<br />
al suo gruppo.<br />
Provano quei balletti che ripetono<br />
da un anno, più per scaricare<br />
l’energia che per questioni tecniche.<br />
Nessuna di loro indossa i<br />
costumi.<br />
Ognuna è vest<strong>it</strong>a in modo diverso,<br />
a creare un insieme variopinto<br />
di persone che si muovono allo<br />
stesso identico modo.<br />
Ma tutte, in fondo, sono vest<strong>it</strong>e<br />
della stessa ansia (o forse di più)<br />
che indosseranno domani; oggi,<br />
però, a differenza di domani, la<br />
ballerina gusta il sapore del palcoscenico.<br />
Lo scricchiolio delle<br />
assi di legno quando cammina,<br />
pur avendo delle semplici scarpette<br />
di stoffa.<br />
Giorno del saggio. La ragazza<br />
controlla il trucco e i capelli ogni<br />
due minuti, pur essendo questa la<br />
sua minore preoccupazione: lo fa<br />
solo per occupare il tempo.<br />
Ma questo passa più velocemente<br />
di quanto lei non creda, e allora…<br />
Il sipario si apre.<br />
Inizia lo spettacolo
28<br />
Un genio di nome Caparezza<br />
An<strong>it</strong>a<br />
Majolino<br />
Il rapper pugliese conquista tutti con<br />
original<strong>it</strong>à, ottimi testi e tanta buona musica<br />
Voglio concentrarmi su un grande<br />
artista dei giorni nostri: Caparezza.<br />
Tranquilli, non vi annoierò raccontandovi<br />
v<strong>it</strong>a, morte e miracoli di<br />
Michele Salvemini(ma voi lo sapevate<br />
che si chiama così?!); voglio solo<br />
spiegarvi il perchè la scelta sia<br />
caduta proprio su di lui. La musica<br />
attuale, non si può proprio negare,<br />
ha una musical<strong>it</strong>à forte e coinvolgente,<br />
ma è spesso priva di un messaggio<br />
di fondo. Molti ragazzi, quindi,<br />
rivalutano le band degli anni '80<br />
(che io stessa stimo profondamente),<br />
ma queste parlano di quei tempi<br />
e quindi non rispecchiano le problematiche<br />
che noi siamo invece<br />
costretti ad affrontare. E' davvero<br />
raro trovare un artista attuale che<br />
ha la capac<strong>it</strong>à e l'ardore di dire<br />
senza timore ciò che pensa su questa<br />
spazzatura che è diventata il<br />
mondo. Per questo penso che Caparezza<br />
sia davvero un esempio da<br />
seguire, oltre che, ovviamente, un<br />
grande artista. Ma, bando alle ciance,<br />
ecco i t<strong>it</strong>oli di alcune canzoni:<br />
-Eroe(storia di Luigi delle Bicocche).<br />
Di questa canzone in particolare<br />
vi consiglio non solo l'ascolto,<br />
ma anche la visione del video, perchè<br />
è davvero significativo. La canzone<br />
infatti parla di un operaio che,<br />
Omaggio a Munch<br />
nonostante la tentazione di giocare<br />
al videopoker, di chiedere prest<strong>it</strong>i<br />
agli usurai e le varie difficoltà di<br />
ogni giorno, riesce a mandare avanti<br />
la sua famiglia, un atto che il<br />
cantante considera eroico per i<br />
tempi in cui viviamo. Nel video,<br />
invece, Caparezza ci propone una<br />
triste ma reale metafora: l'operaio<br />
in questione porta un cappio che<br />
simboleggia le sofferenze della v<strong>it</strong>a<br />
di tutti quei lavoratori sottopagati<br />
e ancora più significativo è il fatto<br />
che l'operaio non riesce a togliersi il<br />
cappio se non alla fine del video.<br />
Da questa canzone, quindi, potete<br />
trarre molti punti di riflessione.<br />
-Non siete Stato voi. Bhè, che dire,<br />
questa canzone, ve ne accorgerete<br />
non appena la ascolterete, parla da<br />
sè già solo con il suo t<strong>it</strong>olo energico<br />
e dispregiativo, caratteristiche evidenti<br />
in tutta la canzone. E' senz'altro<br />
una canzone di accusa nei confronti<br />
di un Paese che, a mio pare-<br />
re, ormai non ci offre più niente se<br />
non la vergogna di appartenervi.<br />
-Il d<strong>it</strong>o medio di Galilei. Questa<br />
canzone, oltre che molto anticonformista,<br />
è anche divertente. In<br />
poche parole è una cr<strong>it</strong>ica nei confronti<br />
della Chiesa cattolica alla<br />
sottomissione ai dogmi, cioè a quelle<br />
cose a cui bisogna credere per<br />
fede, senza un motivo preciso, siano<br />
essi dogmi religiosi, pol<strong>it</strong>ici o<br />
sociali.<br />
-Legalize the Premier. Questa canzone<br />
è esegu<strong>it</strong>a con Alborosie e<br />
parla della corruzione che caratterizza<br />
ormai il sistema pol<strong>it</strong>ico <strong>it</strong>aliano.<br />
Caparezza fa anche notare che i<br />
pol<strong>it</strong>ici che verranno probabilmente<br />
si comporteranno come il creatore<br />
di questo schifo, Silvio Berlusconi,<br />
"perchè una volta che hai asfaltato<br />
una strada ci possono passare tutti".<br />
-Sono il tuo sogno eretico. Si divide<br />
in tre parti in cui si parla di tre importanti<br />
personaggi che hanno cercato<br />
di dire la propria ma sono stati<br />
condannati dalla Chiesa: Giovanna<br />
d'Arco, Girolamo Savonarola e Giordano<br />
Bruno.<br />
Vi saluto quindi sulle note di questa<br />
canzone a impronta storica. Buon<br />
ascolto.<br />
“Spalle al muro”, incidenti fotografici all’Umberto I<br />
Celebrando Cascone
Immagina un mondo migliore 29<br />
Immagina non ci siano nazioni<br />
non è difficile da fare<br />
niente per cui uccidere e morire<br />
e n e s s u n a r e l i g i o n e<br />
i m m a g i n a c h e t u t t i<br />
vivano la loro v<strong>it</strong>a in pace..<br />
“Imagine” La famosissima canzone<br />
di John Lennon dice proprio<br />
queste parole.<br />
Immaginate tutti un mondo un<strong>it</strong>o<br />
nel quale si possa vivere in pace.<br />
Mi piace particolarmente questo<br />
singolo perché credo fortemente<br />
in questi ideali. Non so voi, ma io<br />
non ci sto più in un mondo che<br />
lavora per se.<br />
Questa canzone è un inv<strong>it</strong>o a riflettere<br />
che rimane uguale negli<br />
anni e può aiutarci ancora oggi a<br />
migliorarci. Sentiamo spesso notizie<br />
di guerra, bambini che muoiono<br />
senza un come né una ragione.<br />
Vi siete mai chiesti il perché di<br />
tutto questo?<br />
Beh ragazzi, io mi faccio questa<br />
domanda ogni santo giorno e sono<br />
arrivato alla conclusione che il<br />
mondo gira all’interno di un circolo<br />
vizioso fatto di potere e ricchezze<br />
smisurate.<br />
Chi sfrutta per ricavare fortuna<br />
non si pone certo il problema di<br />
bambini uccisi dalla fame, di poveri<br />
uomini in balia delle onde<br />
alla ricerca di pace. Pensa solo a<br />
se stesso.<br />
Ecco il problema è questo: in<br />
questo mondo infame, la speranza<br />
sta nell’aiutarci a vicenda,<br />
nella comprensione e nel rispet-<br />
Dal sogno di John Lennon<br />
emergono note e parole che è bello riscoprire<br />
to.<br />
“ I m a g i n e ” p e r m e h a<br />
un’importanza particolare. Mi ha<br />
fatto capire quanto sia importante<br />
non smettere mai di sognare.<br />
Il testo è un inno alla speranza,<br />
perché noi ragazzi dobbiamo credere<br />
fortemente in ciò che sosteniamo.<br />
Possono chiamarci sognatori,<br />
ma vi dirò che sono solo invidiosi,<br />
perché noi “sognatori”<br />
viviamo davvero.<br />
Io non so quale significato date<br />
voi alla musica; di certo ognuno,<br />
nella sua straordinaria soggettiv<strong>it</strong>à,<br />
vive il mondo delle sette note<br />
in modo diverso. Io associo la<br />
musica ad un messaggio:<br />
all’interno di una canzone c’è<br />
sempre un’opportun<strong>it</strong>à, una nuova<br />
speranza.<br />
Quando John Lennon scrisse<br />
“Imagine” sua moglie, Yoko Ono,<br />
sintetizzò il messaggio della canzone<br />
in queste parole: "siamo<br />
tutti un solo mondo, un solo paese,<br />
un solo popolo”. Io interpreto<br />
queste parole, dicendo che tutti<br />
siamo uguali, abbiamo pari dir<strong>it</strong>ti<br />
e siamo degni tutti allo stesso<br />
modo di essere felici.<br />
Oggi ci innamoriamo spesso di<br />
canzonette dal r<strong>it</strong>mo coinvolgente<br />
ma dal contenuto stravolgente.<br />
Scusate la rima, ma la trovo<br />
molto efficace. Come dicevo,<br />
ascoltiamo qualcosa che al di là<br />
del suono non ha niente di particolare.<br />
Io sono del parere che<br />
una canzone sia fatta soprattutto<br />
di parole, sono quelle che entrano<br />
alla veloc<strong>it</strong>à della luce dr<strong>it</strong>te<br />
nel cuore. Le parole portano il<br />
messaggio, che possiamo condividere<br />
o no.<br />
Vi inv<strong>it</strong>o per tanto a rivalutare la<br />
“vecchia musica”, se la si può<br />
chiamare così.<br />
Capisco benissimo che le mode<br />
attuali impongono quasi a tutti<br />
gli stessi generi musicali. Per esperienza<br />
personale vi posso confermare<br />
che rivis<strong>it</strong>ando i repertori<br />
degli anni passati, ho trovato<br />
qualcosa di molto interessante.<br />
Certe canzoni esternando i disagi,<br />
i problemi dell’epoca, mi hanno<br />
aiutato a comprendere meglio la<br />
civiltà attuale.<br />
Ragazzi, spero davvero, che anche<br />
voi come me troviate interessante<br />
la musica di altri tempi.<br />
Credo che vi aiuti a comprendere<br />
voi stessi.<br />
Perché la musica questo è: una<br />
chiave di lettura per capire quanto<br />
più di complesso può ruotarci<br />
attorno. <br />
Il libro sul comodino<br />
“IL BAMBINO SENZA NOME”<br />
Letto per voi da Alberta Brugaletta<br />
Un libro concentrato in 450 pagine. Il suo t<strong>it</strong>olo è "Il bambino senza nome", opera prima<br />
di Mark Kurzem ed<strong>it</strong>a da Piemme. Qui viene narrata una storia intrigante. Alex (il protagonista<br />
della storia), dopo 50 anni, decide di rivelare a suo figlio la storia<br />
della sua v<strong>it</strong>a. Tutti i suoi ricordi erano racchiusi in una valigetta in pelle. Alex era cresciuto<br />
nel periodo dell'Olocausto. Nel libro viene narrata la storia del protagonista che<br />
a soli 5 anni perde i gen<strong>it</strong>ori e vagando nel bosco viene catturato e fatto diventare una<br />
mascotte delle SS. Suo figlio lo aiuterà a riscoprire la sua vera ident<strong>it</strong>à, ma il finale<br />
spetta a voi. Se leggerete il libro vedrete che vi appassionerà così tanto da leggerlo tutto in un unico fiato!<br />
L'autore ha studiato a Melbourne e ha lavorato ad Osaka. Oggi vive e insegna ad Oxford. Il suo primo libro,<br />
"Il bambino senza nome", ha avuto un tale successo che sono in programmazione delle traduzioni in 12 Paesi.<br />
Buona lettura.<br />
Mattia<br />
Corallo
30<br />
Storie di ragazzi come noi<br />
Gabriele<br />
Iurato<br />
I giovani sempre al centro di pellicole cinematografiche<br />
di grande successo popolare<br />
Gli adolescenti sono stati di scena<br />
al cinema durante quest’anno<br />
scolastico (no, non sto parlando<br />
dell’ultimo cap<strong>it</strong>olo della saga di<br />
Twilight, quindi frenate le urla);<br />
ma di ben due film che hanno<br />
riscosso enorme successo e che<br />
sono entrambi tratti (questa però<br />
non è una nov<strong>it</strong>à) da libri:<br />
“Bianca come il latte, rossa come<br />
il sangue”, dello scr<strong>it</strong>tore Alessandro<br />
D’Avenia, e “Noi siamo<br />
infin<strong>it</strong>o”. Il primo è usc<strong>it</strong>o il 4<br />
Aprile mentre il secondo il 14<br />
febbraio. Cos’hanno in comune?<br />
All’apparenza niente: uno è <strong>it</strong>aliano,<br />
diretto da Giacomo Campiotti,<br />
“Noi siamo infin<strong>it</strong>o” è americano,<br />
con il terribile t<strong>it</strong>olo<br />
“The perks of being a wallflower”<br />
(letteralmente “I vantaggi<br />
di essere un ragazzo da parete”,<br />
quindi direi che “Noi siamo infin<strong>it</strong>o”<br />
è leggermente più figo), peraltro<br />
degno dell’impronunciabile<br />
regista e scr<strong>it</strong>tore, Stephen<br />
Chbosky; nel primo il protagonista<br />
è Leo, un ragazzo come tanti,<br />
che ama il calcetto e odia i professori,<br />
perdutamente innamorato<br />
di una ragazza dai capelli rossi,<br />
Beatrice, che neanche conosce.<br />
Nel secondo, invece, troviamo<br />
Charlie, timido e riservato. Quello<br />
che può essere facilmente de-<br />
fin<strong>it</strong>o uno “sfigato” che non ha<br />
neanche degli amici. Entrambi<br />
però rappresentano gli adolescenti<br />
tipo: chi non si è mai sent<strong>it</strong>o<br />
come Leo, trascinato dalle proprie<br />
passioni e desideroso di vivere<br />
senza pensieri?<br />
E chi, invece, non ha mai temuto<br />
(o gli è cap<strong>it</strong>ato, perché no) di<br />
trovarsi in una s<strong>it</strong>uazione come<br />
quella di Charlie, che al ballo<br />
scolastico sta a guardare tutti<br />
divertirsi e resta in un angolo<br />
senza spiccicare parola? Ecco perché<br />
personalmente adoro questi<br />
film. Perché, prima di tutto, ci<br />
rispecchiano. Poi ognuno ha un<br />
proprio sviluppo; la storia di Leo,<br />
che apparentemente all’inizio<br />
potrebbe sembrare una commedia<br />
come se ne vedono tante,<br />
viene stravolta da una notizia<br />
terribile: Beatrice, la ragazza che<br />
lui aveva adocchiato e che aveva<br />
assunto la maschera della classica<br />
bella irraggiungibile, ha la leucemia.<br />
È un brutto colpo per Leo,<br />
che come tutti gli adolescenti<br />
non aveva mai avuto problemi più<br />
grandi di un’interrogazione: sono<br />
esperienze che ti fanno crescere<br />
di colpo, perché “leucemia” non<br />
può stare insieme ad “amore”, e<br />
a quel punto ti chiedi che cosa ne<br />
è stato della tua adolescenza<br />
spensierata e ciò di cui ti interessavi<br />
prima ti sembra stupido e<br />
inutile.<br />
Charlie, invece, trova degli amici,<br />
anche loro per così dire<br />
“rifiuti della società”: i due fratellastri<br />
Patrick, omosessuale, e<br />
Sam (interpretata da una<br />
“sconosciuta” di nome Emma Watson)<br />
con cui riscoprirà la felic<strong>it</strong>à<br />
dopo tanto tempo. Ma il cammino<br />
non sarà privo di ostacoli, perché<br />
il passato torna a farsi sentire e<br />
dietro c’è un terribile segreto, e<br />
forse Charlie, a differenza di Leo,<br />
la v<strong>it</strong>a vera l’ha conosciuta troppo<br />
presto.<br />
Almeno un fotogramma di questi<br />
film vi farà sentire una morsa al<br />
cuore. Se avete letto i libri magari<br />
all’inizio penserete “hanno<br />
tagliato la mia scena prefer<strong>it</strong>a”,<br />
“non mi piace”, “i personaggi<br />
sono piatti”, ma alla fine capirete<br />
(spero) che probabilmente il<br />
regista non avrebbe potuto fare<br />
di meglio e che la poesia di alcuni<br />
sguardi compensa tutto il resto.<br />
E’impossibile annoiarsi, perché<br />
entrambi i film sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da<br />
un eterno alternarsi di scene tristi<br />
e felici; ci sono solo forti emozioni<br />
e del resto così è la v<strong>it</strong>a<br />
dell’adolescente. Allora, come<br />
non lasciarsi trasportare dalle<br />
note di “Heroes” di David Bowie<br />
che risuona mentre Charlie e i<br />
suoi attraversano una galleria e<br />
come non sognare con le parole<br />
di “Se si potesse non morire” dei<br />
Modà, che ti catapulta nella tragica<br />
nuova realtà di Leo?<br />
P.S. Ok, forse i Modà non sono<br />
proprio il vostro gruppo prefer<strong>it</strong>o<br />
ma vi assicuro che qui la loro<br />
canzone è più che appropriata
Ud<strong>it</strong>e, ud<strong>it</strong>e, cari lettori! Per scoprire<br />
come sarà l’estate 20<strong>13</strong>,<br />
ecco a voi…<br />
L’oroscopo di <strong>Hermes</strong><br />
Prodotto del grande Alberto Fox<br />
(gemello incompreso di Paolo<br />
Fox)<br />
Ariete:* Questo mese conoscerete<br />
il vero amore, travolgente,<br />
appassionante, scoppiettante di<br />
cuoricini e quelle altre cose sdolcinate<br />
che esso comporta… ma<br />
siate pronti a pararlo, perché<br />
potrebbe travolgervi come una<br />
valanga a 400 km/h!!!<br />
Toro: Ma no! No! No! Marte avverso,<br />
Giove traverso, Saturno…<br />
ehm, perverso? Comunque piangete,<br />
disperatevi, strappatevi i<br />
capelli: un mese di sciagure si<br />
abbatterà su di voi! Uah! Uah!<br />
Uah! Ma ovviamente non potete<br />
prendervela con me.<br />
Gemelli: Attenzione, qualcuno<br />
vuole attentare alla vostra v<strong>it</strong>a!!!<br />
Guardate dietro, sopra, sotto, a<br />
destra, a sinistra… dappertutto! E<br />
quando tornate a casa, prendete<br />
una pomata per il torcicollo e<br />
ricordate che potrebbe essere<br />
VOSTRO FRATELLO che vi cerca!!!<br />
Cancro:* Su con la v<strong>it</strong>a! Le vostre<br />
traversie sono fin<strong>it</strong>e! Vi aspetta<br />
un lungo periodo di tranquill<strong>it</strong>à,<br />
in cui potrete dedicarvi a tutti<br />
quei piccoli hobby che sognavate<br />
di coltivare lo scorso mese. Ma<br />
L’Oroscopo di <strong>Hermes</strong> 31<br />
non illudetevi, non durerà, altrimenti<br />
non avremmo motivo di<br />
scrivere questo oroscopo!<br />
Leone: Come al sol<strong>it</strong>o, con quel<br />
vostro carattere, è impossibile<br />
convincervi: non fate i difficili,<br />
cogliete l’occasione che vi si para<br />
davanti; potrebbe essere un affare<br />
d’oro! Se tutto va bene, l’anno<br />
prossimo vi presenterete a scuola<br />
in limousine e dare al preside i<br />
soldi per ristrutturare l’edificio!<br />
Vergine:* Vedo… oh! Ah! Incredibile!<br />
Chi l’avrebbe mai immaginato!<br />
Oh, se poteste vedere quello<br />
che vedo io!!! Ma… no, no, non<br />
voglio dirvi niente, lo scoprirete<br />
solo vivendo! Non fate quella faccia,<br />
quest’oroscopo non è una<br />
perd<strong>it</strong>a di tempo, infatti avete<br />
letto anche quest’ultima frase.<br />
Bilancia: Mmm! Siete più ermetici<br />
di una lattina di coca cola o di<br />
Giosuè Carducci, più indecifrabili<br />
di una versione a sorpresa di lunedì,<br />
più impenetrabili di una<br />
cassaforte svizzera… insomma il<br />
vostro oroscopo è attualmente<br />
sconosciuto! Prendete un cannocchiale<br />
e scrivetevelo voi!<br />
Scorpione: Siete VELENOSI… d<strong>it</strong>e<br />
la ver<strong>it</strong>à! State tramando qualcosa!<br />
E io vi dico che… avete la fortuna<br />
dalla vostra! Potrete scassinare<br />
la banca nazionale senza<br />
finire<br />
Non è vero ma ci credo<br />
Alberto<br />
Fox<br />
al fresco! Ma io so tutto e… quanto<br />
siete disposti a pagare per il<br />
mio silenzio? (Accetto anche banconote<br />
di grosso taglio)<br />
Sag<strong>it</strong>tario: ---------------------------<br />
-------------- (Siamo spiacenti, ma<br />
il nostro astrologo ha avuto un<br />
grave malore quando, con la sua<br />
immensa saggezza, ha scoperto<br />
quali sventure vi AVREBBERO<br />
COLPITO! Mi dispiace… r<strong>it</strong>entate<br />
al prossimo numero, sarete più<br />
fortunati)<br />
Capricorno:* Uao! Vorrei proprio<br />
essere al vostro posto! Fortuna,<br />
soldi amore, ville lussuose, Ferrari,<br />
gloria imper<strong>it</strong>ura, versioni<br />
sempre facili, grandi traguardi<br />
personali… cosa volete di più dalla<br />
v<strong>it</strong>a?<br />
Oh… ehm, scusate, questo è<br />
l’oroscopo del mese scorso…<br />
Acquario:* Incontrerete una persona<br />
speciale… forse Brad P<strong>it</strong>t,<br />
forse anche il papa, o Obama, o<br />
Belèn Rodriguez, o forse solo un<br />
ringhioso e passionale leone! Ripensandoci<br />
potrebbe anche essere<br />
mia nonna che torna dalla<br />
messa.<br />
Pesci: Tra poco qualcosa vi cadrà<br />
in testa. Non preoccupatevi! Magari<br />
sarà un lingotto d’oro, ma<br />
poi non prendetevela con me se è<br />
solo il vaso che la bidella si è fat
32<br />
32<br />
Sulle ali di <strong>Hermes</strong><br />
Chi siamo, dove andiamo, da dove veniamo<br />
“HERMES”<br />
Il giornale degli studenti<br />
È il frutto di un progetto<br />
scolastico del Liceo Classico<br />
“Umberto I” di Ragusa<br />
Numero Unico<br />
Anno Scolastico <strong>2012</strong>/20<strong>13</strong><br />
EDITORE:<br />
LICEO CLASSICO<br />
“UMBERTO I” - RAGUSA<br />
S<strong>it</strong>o internet<br />
www.<strong>liceoclassicoragusa</strong>.<strong>it</strong><br />
DIRIGENTE SCOLASTICO<br />
Prof. Vincenzo Giannone<br />
TUTOR DI VOLO:<br />
Prof. Maria Grazia<br />
Dibartolo<br />
CONTROLLORE DI VOLO:<br />
Antonio La Monica<br />
ABBIAMO VOLATO CON LE<br />
ALI DI (in ordine rigorosamente<br />
sparso):<br />
Emma Bufardeci<br />
Francesca Capodicasa<br />
Alberta Brugaletta<br />
Gabriele Iurato<br />
An<strong>it</strong>a Majolino<br />
Silvia Occhipinti<br />
Andrea Incardona<br />
Mattia Corallo<br />
Giannandrea Ingallinera<br />
Matilde Francone<br />
CI HANNO AIUTATO A VOLA-<br />
RE (basta il pensiero):<br />
Martina Vinci, Sarah Ruggieri,<br />
Sabina Baetu, Carola Antoci,<br />
Beatrice Venezia,<br />
Daisy Guastella, Rachele<br />
Lucenti, Elena Gravina, Ludovica<br />
Schembari, Magda<br />
Boscarino, Chiara Cappuzzello,<br />
Enrico Novello, Kevin<br />
Lo Magno.<br />
LA REDAZIONE RINGRAZIA DI<br />
CUORE PER AVERE REALIZZATO<br />
IL PROGETTO GRAFICO DI<br />
QUESTO GIORNALE L’AMICO:<br />
Carlo Blangiforti…. perché<br />
senza il suo prezioso aiuto<br />
non avremmo fatto in tempo<br />
a finire entro l’anno!<br />
Un grazie speciale va alla nostra<br />
Giulia Raniolo per avere<br />
creato le splendide copertine<br />
che avete modo di vedere.<br />
Mer<strong>it</strong>avano da sole la stampa<br />
di questo volume!<br />
Ancora grazie, infine, alla Tipografia<br />
“Barone & Bella” di<br />
Ragusa per avere predisposto<br />
un preventivo di spesa<br />
“abbordabile” in tempi di<br />
spending review.<br />
______________________<br />
Per chi volesse, ci potete trovare<br />
alla pagina FACEBOOK del<br />
giornale. Basta cercarla….<br />
Il formato dig<strong>it</strong>ale di questo<br />
giornale è reperibile al s<strong>it</strong>o<br />
del nostro ist<strong>it</strong>uto, oltre che<br />
sulla pagina FB.<br />
SOMMARIO<br />
tempo<br />
03 - EDITORIALE<br />
04 - IL FUTURO<br />
05 - UNITI PER IL PRESENTE<br />
06 - POTERE DEL POPOLO<br />
07 - L'ORIENTAMENTO<br />
Moda e società<br />
08 - DONNE CON LE GONNE<br />
09 - L'ATA MODA<br />
VE LA DIAMO NOI<br />
tecnologia<br />
10 - FACEBOOK<br />
11 - SPOTIFY<br />
Sulle tracce di Ulisse<br />
12 - VIAGGI DISTRUZIONE<br />
<strong>13</strong> - TRA BERLINO E PARIGI<br />
14 - UN VIAGGIO MITICO<br />
16 - GITA A CEFALU'<br />
17 - CITTA' ETERNA<br />
18 - AD MAJORI<br />
19 - TRA PALCO E REALTA'<br />
Mondo scuola<br />
20 - VERSO GLI ESAMI<br />
21 - IL SONNO PERDUTO<br />
22 - CHI VESPA MANGIA<br />
LA MELA<br />
23 - TRA CRONACA E STORIA<br />
24 - JOURNEY TO<br />
THE BULGARIA<br />
25 - GIORNATA DELLA<br />
LEGALITA'<br />
magazine<br />
26 - LA FINE DEL MONDO<br />
27 - BALLA CHE TI PASSA<br />
28 - RAP CON CAPAREZZA<br />
29 - IMAGINE CON LENNON<br />
30 - RAGAZZI AL CINEMA<br />
31 - OROSCOPO<br />
32 - CHI SIAMO