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il campione 10 Bandiere e sciarpe gialloblù lasciate vicino alla statua in bronzo situata all’ingresso della “Curva Nord” e quattro gol rifilati alla malcapitata Salernitana. Così, i tifosi e i giocatori dell’A.S. Taranto hanno onorato, domenica 3 febbraio, la memoria del calciatore in assoluto più amato e rimpianto nella città ionica, l’attaccante Erasmo Jacovone, nel trentesimo anniversario della sua prematura scomparsa. Per tacere dei numerosi messaggi di affetto “postati” sui siti web e blog da parte dei tifosi del sodalizio sportivo pugliese, tra i quali molti, per questioni anagrafiche, non hanno neppure avuto l’opportunità di vederlo in pantaloncini e scarpette gonfiare la rete della porta delle squadre avversarie e spingere la compagine gialloblù verso una storica promozione in Serie A. Un sogno, purtroppo, interrotto bruscamente la notte del 6 febbraio del 1978 da un terribile incidente stradale nel comune di San Giorgio Jonico. Erasmo Jacovone nasce a Capracotta il 22 aprile del 1952. All’età di due anni si trasferisce con la famiglia a Tivoli. Muove i suoi primi passi nel mondo del calcio nell’OMI Roma. Proprio con i colori della squadra laziale fa il suo esordio in serie D nel 1971 all’età di 19 anni. Nella stagione 1971-72, segna 2 gol in 25 partite. Nel mese di novembre del 1972, lo acquista la Triestina, allora in serie C. L’attaccante molisano, però, non riesce a esprimersi al meglio nel capoluogo friulano. Gioca solo 13 partite senza gol. L’anno successivo cambia squadra e categoria. Lascia la Triestina e la serie C e torna in serie D per vestire i colori del Carpi. È la stagione della definitiva consacrazione. Jacovone trascina la propria squadra a suon di gol verso la promozione in serie C. Alla fine della stagione (1973-1974), il suo personale bilancio è di 13 reti in 32 partite. Le sue prestazioni sul rettangolo di gioco non passano inosservate ai grandi club. Lo acquista il Mantova, squadra di vertice in serie C. Rimane due stagioni nella città virgiliana. Giusto il tempo per segnare 24 reti in 72 partite. Nel novembre del 1976, la svolta. Passa in serie B. Lo ingaggia il Taranto a stagione già iniziata. A Mantova, nelle prime 6 partite ha già realizzato 4 gol. Il presidente Giovanni Fico sborsa 450 milioni di lire, un’enormità per l’epoca, per portarlo sulle sponde dello Jonio. «Mi auguro di non aver commesso un errore che non mi perdonerei mai», sono le parole del massimo dirigente gialloblù al termine della I tifosi e i giocatori del Taranto hanno celebrato il 30° anniversario della prematura scomparsa del goleador Bandiere, sciarpe e quattro gol per un mito: Erasmo Jacovone L’attaccante era nato a Capracotta. Aveva trascinato a suon di gol la squadra ai vertici della Serie B Stagione Serie Squadra Presenze Reti 1971-1972 D OMI Roma 25 2 1972-1973 C Triestina 13 - 1973-1974 D Carpi 32 13 1974-1975 C Mantova 33 10 1975-1976 C Mantova 33 10 1976-1977 C Mantova 6 4 1976-1977 B Taranto 27 8 1977-1978 B Taranto 19 9 trattativa. I fatti, però, fugano presto ogni dubbio. Erasmo è decisivo fin dalla prima apparizione: gol di testa a Novara per l’1-1 finale. Nel campionato 1976-1977, Jacovone gioca complessivamente 27 anno 2 n. 3 partite mette la firma a 8 dei 32 gol realizzati dalla squadra pugliese, diventando l’idolo dell’intera città. L’attaccante è amato non solo per il suo stacco impetuoso e l’infallibile colpo di testa ma anche per quel suo carattere timido, umile e semplice tipico delle nostre contrade. Nella stagione 1977-1978, la carriera del giovane cannoniere subisce un’accelerazione decisiva. Nel bene e nel male. Alla fine del girone d’andata, in 19 gare, Erasmo segna 9 gol senza tirare rigori. È il capocannoniere della B a pari merito con Pellegrini del Bari e Palanca del Catanzaro. Il Taranto è secondo in classifica, alle spalle dell’Ascoli dei primati ma davanti all’Avellino e al Lecce. La promozione nella massima serie può, per la prima volta nella storia cittadina, diventare realtà. Per le strade di Taranto si sentono frasi del tipo: «Quest’anno Jacovone ci porterà in serie A» e «Gori, Selvaggi e Jacovone faranno grande il Taranto». Nell’ambiente calcistico, girano anche alcune voci di calciomercato sul goleador molisano. Si fa avanti il Pescara ma la trattativa non va in porto: il patron della squadra pugliese spara una cifra giudicata eccessiva dai dirigenti adriatici. Si dice che ci sia pure un interesse della Fiorentina. Alla fine, “Jaco” resta in gialloblù. Il 5 febbraio del 1978, Jacovone gioca inconsapevolmente la sua ultima partita. Allo stadio Salinella, il Taranto affronta la Cremonese. La partita finisce senza reti. L’attaccante prova in tutti i modi a violare la rete avversaria ma non ci riesce per le parate del portiere Ginulfi e due salvataggi sulla linea di porta da parte dei difensori grigiorossi. Poco male. Il Taranto è ancora nelle zone alte della classifica. Ci si potrà rifare vincendo il prossimo incontro. La tragedia, però, è ormai dietro l’angolo. Quella stessa sera Jacovone va a cena al ristorante “La Masseria” nel Comune di San Giorgio Jonico, a pochi chilometri da Taranto. Quaranta minuti dopo la mezzanotte, Jacovone è alla guida della sua Citroën Dyane 6. Sta tornando a casa. Imbocca una stradina e si immette sulla strada provinciale. Non si accorge che, verso di lui, sta sopraggiungendo una Alfa GT 2000 a fari spenti e ad altissima velocità, oltre 180 km orari. Il conducente l’aveva appena rubata ed è inseguito da una volante della polizia. Lo prende in pieno. L’urto è terribile. “Jaco” non ha scampo. Viene sbalzato con violenza fuori dall’abitacolo. Il corpo senza vita viene trovato a oltre venti metri di distanza dalla

giugno 2008 propria autovettura. L’Alfa GT gira più volte su se stessa e finisce in un campo. L’investitore se la cava con alcune lesioni. “Jaco” lascia vedova la moglie Paola, una ragazza di Carpi che ha sposato sette mesi prima e dalla quale aspettava una bambina. Nonostante l’ora tarda, la notizia si diffonde rapidamente in città. Alle ore 2 del mattino, la gente si precipita all’ospedale civile SS. Annunziata, dove è stato trasportato il corpo esanime del calciatore. Taranto è paralizzata dal dolore. Qualche ora più tardi, le emittenti locali diffondono la triste notizia. I vigili urbani formano un cordone tutt’intorno all’ospedale per contenere la calca. Arrivano da Tivoli i genitori e la sorella. La moglie rimane a Carpi. I funerali si svolgono l’8 febbraio La mattina del 7 febbraio 1978 in tutta l’Italia gli appassionati di calcio leggevano sui quotidiani sportivi questi titoli: - Il calcio perde uno dei cannonieri della serie B. - Iacovone capocannoniere in serie B ucciso dall’auto di un ladro in fuga. - Tragica fine di Iacovone 8 ore dopo la partita Taranto – Cremonese. Infatti era deceduto tragicamente in un incidente stradale E. Iacovone, centravanti del Taranto, nato a Capracotta il 22 aprile 1952 capocannoniere della sua squadra e della serie B. Erasmo amava il suo paese: Capracotta; amava la sua gente semplice e gentile coma la sua vita. In paese il figlio di Peppe “R Pustiere” era prima nella chiesa di San Roberto Bellarmino e, poi, nello stadio “Salinella”, che aveva consacrato le gesta calcistiche di Erasmo. Lo stadio è gremitissimo, nonostante la fitta pioggia. Quarantamila tarantini affollano gli spalti del campo di gioco per tributare l’ultimo affettuoso saluto al loro beniamino. In quell’occasione, il presidente Fico prende pubblicamente un impegno preciso: «Perdonaci Erasmo. Considero tutti i miei giocatori come figli e tu eri il migliore. Il cielo ha voluto sottrarti a noi. Ma tu rimarrai sempre nel vivo nel nostro cuore. In questo momento, esprimo l’impegno a far intitolare al tuo nome questo stadio». Promessa mantenuta due giorni dopo: il 10 febbraio. Da allora, il ricordo dello sfortunato atleta è rimasto sempre vivo nel cuore della tifoseria ionica con la “consacrazione” alla sua memoria della prima partita in casa del mese di febbraio e i cori, rivolti a Erasmo ogni inizio stagione, per “vegliare” sul campionato dell’A.S. Taranto. Il 20 ottobre del 2002 viene inaugurata all’ingresso della “Curva Nord” in suo onore una statua, realizzata in bronzo a grandezza naturale dallo scultore Francesco Trani grazie a una imponente sottoscrizione popolare: 13 mila tagliandi venduti al prezzo di 1,50 euro ciascuno. Quest’anno, si è celebrato il trentennale della sua scomparsa. Nella partita casalinga dello scorso 3 febbraio, i tifosi hanno lasciato bandiere e sciarpe con i colori stimato e benvoluto. Per i giovani ed i piccoli appassionati di calcio era l’idolo, era il personaggio più suggestivo che riscuoteva interessi, simpatia, popolarità. Erasmo lascia rimpianti profondi, forse proprio perché non era un divo, ma un ragazzo semplice. Si era guadagnato la sua professionalità di calciatore, passo dopo passo con umiltà e massimo impegno. A Capracotta aveva trascorso gli anni più innocenti di una esistenza distrutta negli anni più belli e maturi. Quando vi ritornava per lui era sempre doloroso distaccarsene. Chi non ricorda, quante volte nel periodo estivo, si è visto correre a piedi da Capracotta a Prato Gentile. Quante volte lo abbiamo visto giocare su questo campo, che ora, a ricordo ed in sua memoria intitoliamo. La frase ricorrente a Capracotta nelle ore di lutto sociali vicino alla statua del loro campione. I calciatori in campo hanno fatto il resto demolendo per quattro reti a due la capolista del girone B del campionato di serie C1, la Salernitana. Una grande prova d’orgoglio contro la prima della classe. Dopo i primi 45 minuti, l’undici gialloblù è addirittura in vantaggio per quattro reti a zero. I campani accorciano le distanze solo nel secondo tempo. Il Taranto conquista tre punti importantissimi: la zona play off è adesso distante appena quattro punti. Una magra consolazione rispetto alle grandi aspirazioni di tre decenni fa. Ma tant’è. Male che vada, almeno per quest’anno, l’onore calcistico cittadino e la memoria di “Jaco” sono salvi. Francesco Di Rienzo … e Capracotta gli intitola gli impianti sportivi e di dolore era “Erasmo era un ragazzo d’oro”. Infatti luigi grandi pretese non ne aveva mai avute: a 25 anni si era creato la sua famiglia, il mestiere gli aveva consentito di guadagnare la nuova vita ricca di passione come ai tempi dei primi calci a Capracotta. Il ricordo della sua scomparsa è ancora vivo fra di noi: ragazzo serio, giudizioso, maturato notevolmente dal punto di vista calcistico e dal alto umano negli ultimi tempi. Carattere nostrano, emotivo, credente nei valori ed ideali della religione, dell’amicizia, della giustizia, legato alla famiglia ed agli amici; direi che fu un vero figlio di questa terra che gli diede i natali. Un destino crudele e brutale lo strappò alla sua terra che ora lo piange lo ricorda e lo ama più di prima. il campione 11

il campione<br />

10<br />

Bandiere e sciarpe gialloblù<br />

lasciate vicino alla statua in<br />

bronzo situata all’ingresso<br />

della “Curva Nord” e quattro gol<br />

rifilati alla malcapitata Salernitana.<br />

Così, i tifosi e i giocatori<br />

dell’A.S. Taranto hanno onorato,<br />

domenica 3 febbraio, la memoria<br />

del calciatore in assoluto più amato<br />

e rimpianto nella città ionica,<br />

l’attaccante Erasmo Jacovone, nel<br />

trentesimo anniversario della sua<br />

prematura s<strong>com</strong>parsa. Per tacere<br />

dei numerosi messaggi di affetto<br />

“postati” sui siti web e blog da<br />

parte dei tifosi del sodalizio sportivo<br />

pugliese, tra i quali molti, per<br />

questioni anagrafiche, non hanno<br />

neppure avuto l’opportunità di<br />

vederlo in pantaloncini e scarpette<br />

gonfiare la rete della porta delle<br />

squadre avversarie e spingere<br />

la <strong>com</strong>pagine gialloblù verso una<br />

storica promozione in Serie A. Un<br />

sogno, purtroppo, interrotto bruscamente<br />

la notte del 6 febbraio<br />

del 1978 da un terribile incidente<br />

stradale nel <strong>com</strong>une di San Giorgio<br />

Jonico.<br />

Erasmo Jacovone nasce a<br />

<strong>Capracotta</strong> il 22 aprile del 1952.<br />

All’età di due anni si trasferisce<br />

con la famiglia a Tivoli. Muove i<br />

suoi primi passi nel mondo del<br />

calcio nell’OMI Roma. Proprio<br />

con i colori della squadra laziale fa<br />

il suo esordio in serie D nel 1971<br />

all’età di 19 anni. Nella stagione<br />

1971-72, segna 2 gol in 25 partite.<br />

Nel mese di novembre del 1972,<br />

lo acquista la Triestina, allora in<br />

serie C. L’attaccante molisano,<br />

però, non riesce a esprimersi al<br />

meglio nel capoluogo friulano.<br />

Gioca solo 13 partite senza gol.<br />

L’anno successivo cambia squadra<br />

e categoria. Lascia la Triestina e la<br />

serie C e torna in serie D per vestire<br />

i colori del Carpi. È la stagione<br />

della definitiva consacrazione. Jacovone<br />

trascina la propria squadra<br />

a suon di gol verso la promozione<br />

in serie C. Alla fine della stagione<br />

(1973-1974), il suo personale bilancio<br />

è di 13 reti in 32 partite. Le<br />

sue prestazioni sul rettangolo di<br />

gioco non passano inosservate ai<br />

grandi club. Lo acquista il Mantova,<br />

squadra di vertice in serie C.<br />

Rimane due stagioni nella città<br />

virgiliana. Giusto il tempo per segnare<br />

24 reti in 72 partite. Nel novembre<br />

del 1976, la svolta. Passa<br />

in serie B. Lo ingaggia il Taranto<br />

a stagione già iniziata. A Mantova,<br />

nelle prime 6 partite ha già realizzato<br />

4 gol. Il presidente Giovanni<br />

Fico sborsa 450 milioni di lire,<br />

un’enormità per l’epoca, per portarlo<br />

sulle sponde dello Jonio. «Mi<br />

auguro di non aver <strong>com</strong>messo<br />

un errore che non mi perdonerei<br />

mai», sono le parole del massimo<br />

dirigente gialloblù al termine della<br />

I tifosi e i giocatori del Taranto hanno<br />

celebrato il 30° anniversario della<br />

prematura s<strong>com</strong>parsa del goleador<br />

Bandiere, sciarpe<br />

e quattro gol<br />

per un mito:<br />

Erasmo Jacovone<br />

L’attaccante era nato a <strong>Capracotta</strong>. Aveva trascinato<br />

a suon di gol la squadra ai vertici della Serie B<br />

Stagione Serie Squadra Presenze Reti<br />

1971-1972 D OMI Roma 25 2<br />

1972-1973 C Triestina 13 -<br />

1973-1974 D Carpi 32 13<br />

1974-1975 C Mantova 33 10<br />

1975-1976 C Mantova 33 10<br />

1976-1977 C Mantova 6 4<br />

1976-1977 B Taranto 27 8<br />

1977-1978 B Taranto 19 9<br />

trattativa. I fatti, però, fugano presto<br />

ogni dubbio. Erasmo è decisivo<br />

fin dalla prima apparizione: gol<br />

di testa a Novara per l’1-1 finale.<br />

Nel campionato 1976-1977, Jacovone<br />

gioca <strong>com</strong>plessivamente 27<br />

anno 2 n. 3<br />

partite mette la firma a 8 dei 32<br />

gol realizzati dalla squadra pugliese,<br />

diventando l’idolo dell’intera<br />

città. L’attaccante è amato non<br />

solo per il suo stacco impetuoso<br />

e l’infallibile colpo di testa ma anche<br />

per quel suo carattere timido,<br />

umile e semplice tipico delle nostre<br />

contrade.<br />

Nella stagione 1977-1978, la<br />

carriera del giovane cannoniere<br />

subisce un’accelerazione decisiva.<br />

Nel bene e nel male. Alla fine<br />

del girone d’andata, in 19 gare,<br />

Erasmo segna 9 gol senza tirare<br />

rigori. È il capocannoniere della<br />

B a pari merito con Pellegrini del<br />

Bari e Palanca del Catanzaro. Il Taranto<br />

è secondo in classifica, alle<br />

spalle dell’Ascoli dei primati ma<br />

davanti all’Avellino e al Lecce. La<br />

promozione nella massima serie<br />

può, per la prima volta nella storia<br />

cittadina, diventare realtà. Per le<br />

strade di Taranto si sentono frasi<br />

del tipo: «Quest’anno Jacovone ci<br />

porterà in serie A» e «Gori, Selvaggi<br />

e Jacovone faranno grande il<br />

Taranto». Nell’ambiente calcistico,<br />

girano anche alcune voci di calciomercato<br />

sul goleador molisano. Si<br />

fa avanti il Pescara ma la trattativa<br />

non va in porto: il patron della<br />

squadra pugliese spara una cifra<br />

giudicata eccessiva dai dirigenti<br />

adriatici. Si dice che ci sia pure<br />

un interesse della Fiorentina. Alla<br />

fine, “Jaco” resta in gialloblù. Il 5<br />

febbraio del 1978, Jacovone gioca<br />

inconsapevolmente la sua ultima<br />

partita. Allo stadio Salinella, il Taranto<br />

affronta la Cremonese.<br />

La partita finisce senza reti.<br />

L’attaccante prova in tutti i modi<br />

a violare la rete avversaria ma non<br />

ci riesce per le parate del portiere<br />

Ginulfi e due salvataggi sulla linea<br />

di porta da parte dei difensori grigiorossi.<br />

Poco male. Il Taranto è<br />

ancora nelle zone alte della classifica.<br />

Ci si potrà rifare vincendo il<br />

prossimo incontro.<br />

La tragedia, però, è ormai<br />

dietro l’angolo. Quella stessa sera<br />

Jacovone va a cena al ristorante<br />

“La Masseria” nel Comune di San<br />

Giorgio Jonico, a pochi chilometri<br />

da Taranto. Quaranta minuti dopo<br />

la mezzanotte, Jacovone è alla<br />

guida della sua Citroën Dyane 6.<br />

Sta tornando a casa. Imbocca una<br />

stradina e si immette sulla strada<br />

provinciale. Non si accorge che,<br />

verso di lui, sta sopraggiungendo<br />

una Alfa GT 2000 a fari spenti e<br />

ad altissima velocità, oltre 180 km<br />

orari. Il conducente l’aveva appena<br />

rubata ed è inseguito da una<br />

volante della polizia. Lo prende<br />

in pieno. L’urto è terribile. “Jaco”<br />

non ha scampo. Viene sbalzato<br />

con violenza fuori dall’abitacolo.<br />

Il corpo senza vita viene trovato a<br />

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