In giro per scuole e centri di cultura - Cidi

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alla scoperta della città educativa Tra istruzione e formazione professionale Coordinano: Daniela de Scisciolo, Massimo Serra La sede Il Ce.Se.Di., Centro Servizi Didattici (www.provincia.torino.it/scuola/cesedi), è un servizio della Provincia di Torino per le scuole, gli insegnanti e gli studenti. Nato alla fine degli anni settanta come "Laboratorio della Riforma", ha sempre sviluppato un'offerta di strumenti per la progettazione didattica e la sperimentazione rivolta alle scuole medie superiori. L'offerta formativa del Ce.SeDi. si è estesa poi con gli anni anche ad altri ordini di scuole, mantenendo un costante filo diretto con loro, con le istituzioni del mondo scolastico, le associazioni professionali degli insegnanti e mettendo a disposizione un insieme di opportunità per favorire l'innovazione e l'introduzione delle istanze sollecitate dall'attualita' e dal dibattito culturale e scientifico. Al Ce.Se.Di. sono a disposizione di insegnanti, studenti e operatori dei vari settori, le seguenti strutture: - centro di documentazione che raccoglie al suo interno una biblioteca, una emeroteca, un archivio dei materiali didattici, un laboratorio audiovisivi e media didattici, - laboratori tematici che offrono iniziative e consulenza alle scuole (in particolare superiori) e/o al territorio - attivita' e servizi specifici L'iniziativa Negli ultimi anni è cresciuta l'esigenza di garantire a tutti, "lungo l'arco della vita", il diritto/dovere alla istruzione e alla formazione. È in corso un complesso confronto sulla funzione dell'istruzione e della formazione professionale e sul loro rapporto che l'approvazione della legge delega ha reso ancora più urgente. Tra istruzione e formazione professionale esistono differenze tali da rendere non alternativi questi percorsi; essi rappresentano semmai esperienze formative complementari. Non quindi formazione alternativa ma formazione in alternanza (in copresenza/intreccio e/o in successione). In questo senso va ribadita la centralità della scuola nella fascia del diritto/dovere all'istruzione, mentre il periodo appena successivo a tale età (16÷18 anni) costituisce il tempo del "confine", dell'intreccio e della contaminazione tra i sistemi formativi. In questi anni si aprono varie possibilità: alcuni ragazzi proseguono gli studi; altri possono interrompere o "sospendere" il percorso di istruzione (da riprendere magari in età successiva) per iniziare una esperienza lavorativa, completando il diritto/dovere formativo o attraverso la formazione professionale o nell'istituto dell'apprendistato; altri possono scegliere di intrecciare i percorsi. Nella formazione per tutto l'arco della vita, nel "tempo del lavoro", occorre costruire un ruolo attivo della scuola rispetto alle esigenze di rialfabetizzazione e riqualificazione/riconversione professionali. Attorno a tali tematiche vogliamo rilanciare la riflessione e l'approfondimento per sostenere un percorso di iniziative in cui il mondo della scuola riesca ad interloquire con gli Enti locali e gli altri soggetti della formazione. Introduce: Laura Forneris (Ce.Se.Di) Partecipano all'incontro: Ludovico Albert (Provincia di Torino), Mario Alovisio (Esperto sui sistemi formativi), Pia Buronzo (Provincia di Torino), Giancarlo Cerruti (Federazione Formazione e ricerca CGIL), Antonietta Guadagnino (Ce.Se.Di), Silvio Rosatelli (Direttore ENAIP), Roberto Urbano (CTP Drovetti). Sul tappeto volante. Un progetto nel quartiere di San Salvario 37 2. Ce.Se.Di Ce.Se.Di., via Gaudenzio Ferrari 1 - Tel. 0118613600 3. Agenzia per lo sviluppo locale in San Salvario Coordinano: Paolo Citran, Franca Gillone San Salvario è un quartiere popolare di Torino con un notevole affollamento di cittadini migranti (nelle scuole della zona il 35% degli alunni, nei nidi il 50%, non è italiano). Agli SOS, lanciati da più parti, il Comune ha risposto promuovendo, con le altre istituzioni, un Sistema Formativo Allargato nel territorio che integra l'esperienza scolastica con l'esperienza di vita dei bambini: l'istruzione non è più l'unica esperienza culturale. Una rete, con diversi gradi di formalizzazione,che collega le diverse istituzioni (scuola dell'obbligo e superiori, sistema educativo,servizi sociali, dipartimento educativo del castello di Rivoli, agenzia di sviluppo locale, associazioni di volontariato, fondazione San Paolo) è stata faticosamente costruita, un tappeto sul quale far convergere le energie presenti sul territorio per progettare e realizzare interventi. E il tappeto ha cominciato a muoversi, ha attratto risorse e persone. Sul tappeto, lungo il percorso, sono saliti e salgono nuovi soggetti con nuove energie e nuove idee.
In giro per scuole e centri di cultura Il tappeto ha preso il volo, la verticalità è fondamentale: dal nido alla media la creatività è di casa (arte, teatro, musica) l'inglese è per tutti, gli stranieri trovano un progetto di italiano lingua 2, le famiglie momenti e luoghi di incontro e di scambi culturali. Siamo sul fiabesco tappeto volante delle Mille e una notte? No, siamo a Torino San Salvario, dove non si fanno miracoli né incantesimi, i problemi ci sono tutti, ma si affrontano e si risolvono in modo nuovo. Per conoscere e approfondire questa realtà, l'appuntamento è per Venerdì 4 Aprile ore 15 all'Istituto comprensivo Manzoni, via Giacosa 25 (aula teatro). Si ascolta, si vede, ci si interroga, si discute fino alle 16,30, poi ci si sposta sul territorio per incontrare le istituzioni non scolastiche nel vivo del loro lavoro, quindi ci si congeda dopo un breve facciamo il punto e un dolce saluto presso l'Agenzia per lo sviluppo locale. La dirigenza nella scuola dell'autonomia 38 Istituto Comprensivo Manzoni, Corso Marconi 28 4. Archivio di Stato Coordinano: Ivana Summa, Assunta Morrone, Gabriella Mortarotto La sede L'Archivio di Stato di Torino (www.multix.it/asto/archivio.htm) conserva gli atti degli organi centrali e periferici dello Stato sabaudo fino all'unificazione del regno d'Italia, nonché gli atti degli uffici statali con sede nell'attuale provincia di Torino, sia per il periodo anteriore che posteriore all'unità. I fondi dell'Archivio di corte e dell'Archivio camerale rappresentano i nuclei documentari più antichi, risalenti al secolo XII. L'originario "tesoro" delle carte si era progressivamente accresciuto in relazione sia allo sviluppo dell'amministrazione signorile sabauda sia in funzione di cause più generali quali l'evoluzione del notariato e il profilarsi di usi di cancelleria. In relazione all'organizzazione di tali memorie giuridico-amministrative era nata, ben presto, la necessità di una sistemazione teorica dell'ordinamento archivistico. Il ducato sabaudo era giunto precocemente a questa consapevolezza con gli Statuti di Pietro II pubblicati negli anni 1263-'68. All'inizio del secolo XV risalgono i più antichi inventari conservati. L'archivio sabaudo fu trasportato da Chambery a Torino dopo il 1559 a seguito della decisione di Emanuele Filiberto di trasferire la capitale dei suoi Stati. Nel 1731 l'archivio fu riorganizzato e dotato di una sede appositamente costruita dal regio architetto Filippo Juvarra, in adiacenza con il palazzo reale. Il nuovo sistema concentrava le carte prodotte da vari uffici, riordinandole per grandi "materie" per agevolare lo svolgimento delle principali funzioni della politica interna ed internazionale. Con la concessione dello Statuto Albertino, i Regi archivi di corte si trasformarono in Archivio generale del regno di Sardegna e con l'unificazione nazionale divennero per breve tempo Archivio centrale del regno d'Italia. Dal 1874 l'archivio torinese assunse il ruolo di archivio regionale con il titolo di Sovrintendenza degli archivi piemontesi. L'edificio dell'Archivio di Corte, costruito nel 1731 per accogliere i documenti dello Stato sabaudo, riveste un interesse particolare trovandosi ad essere uno dei più antichi esempi, nel mondo occidentale, di architettura progettata fin dall'origine come archivio di uno Stato moderno e come tale ancora oggi funzionante. L'iniziativa L'attribuzione dell'autonomia scolastica richiede una nuova ridefinizione concettuale ed operativa della professionalità docente e dirigente: la prima non ancora sancita giuridicamente dentro il nuovo contesto dell'autonomia, la seconda già normata con rischi incombenti di una sua profonda deformazione, addirittura, trasformazione. Entrambe vanno ricomposte dentro la comune matrice della "professionalità educativa", i cui principi e criteri devono ispirare chi opera nelle istituzioni scolastiche, sia pure con ruoli e funzioni diverse. Ma entrambe vanno anche ricollocate all'interno del nuovo quadro istituzionale ed organizzativo delle scuole autonome e del decentramento dello Stato. La matrice professionale riconducibile agli aspetti educativi della professione rimanda ad un quadro epistemologico e valoriale di natura pedagogica, mentre la dimensione organizzativa ed istituzionale si inscrive in un quadro giuridico che prevede forme e livelli diversi di responsabilità. Occorre, dunque, un modello di riferimento, i cui caratteri essenziali (da tematizzare con il contributo di tutti) potrebbero essere i seguenti. Docenti e dirigenti: - operano dentro contesti organizzativi istituzionali, ovvero erogano servizi pubblici a forte rilevanza sociale, le cui finalità sono esterne al sistema organizzativo, (rifondare il concetto di scuola/istituzione vs scuola/azienda. (Vedi il contributo di G. Rebora ed M. Capranico,il primo sul concetto di istituzione dentro le amministrazioni pubbliche, il secondo sul concetto di servizio); - Hanno una comune visione educativa dell'agire professionale, ovvero praticano scelte - a tutti i livelli - che hanno
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