IL GIALLO – ABOUT YELLOW Premessa Il ... - Istituto Del Colore

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IL GIALLO ABOUT YELLOW Premessa Il Giallo, oltre ad essere uno dei colori più antichi e più diffusi, è forse anche quello che ha generato il maggior numero di declinazioni, dal Giallo ambra al Giallo zafferano, senza contare i numerosi sinonimi e i nomi di materie coloranti gialle che non contengono necessariamente la parola “giallo” (Acido picrico, Legno di sandalo, Litargirio, Massicotto, Orpimento, Ramno, Realgar, Sil attico, Sommaco ecc.). Si tratta di 1.346 voci rispetto ai 15.500 termini finora raccolti nel “Dizionario dei colori”, che stiamo allestendo dal 1980. Nei vari dizionari dei colori, il Giallo è trattato con diversa attenzione. Il Dizionario dei colori di Kornerup-Wanscher, ad esempio, menziona ben 90 tipi di gialli su un totale di 600 voci, solo per limitarci a quelle in cui compare il nome “giallo” variamente declinato, mentre il Dictionary of color names di Kelly-Judd ne menziona curiosamente solo 422 su 7.500. Il Répertoire des couleurs, sulle 365 tavole che lo compongono, annovera ben 143 “gialli” e il Code universel des couleurs di Séguy ne conta 56 su 720, volendoci limitare ad alcune delle fonti a cui ci siamo principalmente riferiti, per avere dei temini di paragone rispetto agli altri colori. Come avviene per gli altri colori, anche per il Giallo, le numerose declinazioni si polarizzano attorno a due grandi categorie principali. Alla prima categoria, al solito, appartengono i nomi di colori gialli che fanno riferimento a colori “percepiti” di ambienti naturali generali o di singoli elementi appartenenti al mondo vegetale, animale e minerale. Altri riferimenti di questa categoria (forse i più ricorrenti) sono quelli geografici, a volte allusivi dei “colori locali” e a volte evocativi dei luoghi di produzione o di uso di materie coloranti gialle naturali o artificiali. Come per gli altri colori, non mancano i riferimenti storici, anche se questi sono decisamente inferiori come numero rispetto a quelli geografici, e neppure mancano al solito quelli “gastronomici”, cioè relativi a cibi e bevande. Altri riferimenti, di minore importanza (dal punto di vista statistico) sono quelli di tipo artistico, scientifico, religioso, militare ecc., anche se naturalmente non mancano. Molte volte, infine, i nomi di colori gialli si riferiscono a oggetti d’uso quotidiano o sono nomi di pura fantasia, per lo più inventati a scopo commerciale. Alla seconda categoria, appartengono i nomi dei colori gialli più autentici, nel senso che connotano le materie coloranti minerali, vegetali o animali, naturali o artificiali, da cui derivano, o che fanno riferimento ai nomi dei loro inventori o ai luoghi o persino ai momenti in cui sono stati prodotti (questo, naturalmente, per il periodo che va dalla rivoluzione industriale ad oggi). Questa categoria va articolata, al solito, in materie coloranti finalizzate alla pittura artistica o decorativa e in materie coloranti destinate alla tintura o agli inchiostri. Per cercare di fare un po’ di ordine, vale la pena di tentare di dipanare in modo naturalmente sintetico questa realtà così complessa, contraddittoria e ambigua, attraverso alcuni degli esempi raccolti, illustrati da qualche immagine significativa, incominciando dalla prima categoria riferita ai colori “percepiti”. I nomi di colori gialli percepiti Come si è detto, una prima serie di declinazioni del Giallo fa genericamente riferimento ai colori dell’ambiente e della natura in generale (Giallo aurora, Giallo alba, Giallo fumo, Giallo vapore, Giallo annebbiato, Giallo autunno, Giallo acquoso, Giallo inverno ecc.). All’interno dell’ambiente e della natura, una buona quantità di voci, che possono quasi rivaleggiare con quelle del colore Verde, fa riferimento al mondo vegetale. A questo mondo appartengono infatti i gialli riferiti ai colori dei vegetali (a cominciare dal Giallo vegetale) e in particolare agli alberi, sia per quanto riguarda i tronchi che le foglie o l’aspetto del legno lavorato (Giallo acero, Giallo tiglio, Giallo venato imitante il legno di abete, Giallo bambù, Giallo di cedro, Giallo frassino, Giallo legno ecc.) e sia per quanto concerne i frutti e le foglie (Colore giallo di mele, Giallo albicocca , Giallo arancia, Giallo foglia morta ecc.). 1

<strong>IL</strong> <strong>GIALLO</strong> <strong>–</strong> <strong>ABOUT</strong> <strong>YELLOW</strong><br />

<strong>Premessa</strong><br />

<strong>Il</strong> Giallo, oltre ad essere uno dei colori più antichi e più diffusi, è forse anche quello che ha generato<br />

il maggior numero di declinazioni, dal Giallo ambra al Giallo zafferano, senza contare i numerosi<br />

sinonimi e i nomi di materie coloranti gialle che non contengono necessariamente la parola “giallo”<br />

(Acido picrico, Legno di sandalo, Litargirio, Massicotto, Orpimento, Ramno, Realgar, Sil attico,<br />

Sommaco ecc.). Si tratta di 1.346 voci rispetto ai 15.500 termini finora raccolti nel “Dizionario dei<br />

colori”, che stiamo allestendo dal 1980. Nei vari dizionari dei colori, il Giallo è trattato con diversa<br />

attenzione. <strong>Il</strong> Dizionario dei colori di Kornerup-Wanscher, ad esempio, menziona ben 90 tipi di<br />

gialli su un totale di 600 voci, solo per limitarci a quelle in cui compare il nome “giallo”<br />

variamente declinato, mentre il Dictionary of color names di Kelly-Judd ne menziona curiosamente<br />

solo 422 su 7.500. <strong>Il</strong> Répertoire des couleurs, sulle 365 tavole che lo compongono, annovera ben<br />

143 “gialli” e il Code universel des couleurs di Séguy ne conta 56 su 720, volendoci limitare ad<br />

alcune delle fonti a cui ci siamo principalmente riferiti, per avere dei temini di paragone rispetto<br />

agli altri colori.<br />

Come avviene per gli altri colori, anche per il Giallo, le numerose declinazioni si polarizzano<br />

attorno a due grandi categorie principali.<br />

Alla prima categoria, al solito, appartengono i nomi di colori gialli che fanno riferimento a colori<br />

“percepiti” di ambienti naturali generali o di singoli elementi appartenenti al mondo vegetale,<br />

animale e minerale. Altri riferimenti di questa categoria (forse i più ricorrenti) sono quelli<br />

geografici, a volte allusivi dei “colori locali” e a volte evocativi dei luoghi di produzione o di uso di<br />

materie coloranti gialle naturali o artificiali. Come per gli altri colori, non mancano i riferimenti<br />

storici, anche se questi sono decisamente inferiori come numero rispetto a quelli geografici, e<br />

neppure mancano al solito quelli “gastronomici”, cioè relativi a cibi e bevande. Altri riferimenti, di<br />

minore importanza (dal punto di vista statistico) sono quelli di tipo artistico, scientifico, religioso,<br />

militare ecc., anche se naturalmente non mancano. Molte volte, infine, i nomi di colori gialli si<br />

riferiscono a oggetti d’uso quotidiano o sono nomi di pura fantasia, per lo più inventati a scopo<br />

commerciale.<br />

Alla seconda categoria, appartengono i nomi dei colori gialli più autentici, nel senso che connotano<br />

le materie coloranti minerali, vegetali o animali, naturali o artificiali, da cui derivano, o che fanno<br />

riferimento ai nomi dei loro inventori o ai luoghi o persino ai momenti in cui sono stati prodotti<br />

(questo, naturalmente, per il periodo che va dalla rivoluzione industriale ad oggi). Questa categoria<br />

va articolata, al solito, in materie coloranti finalizzate alla pittura artistica o decorativa e in materie<br />

coloranti destinate alla tintura o agli inchiostri.<br />

Per cercare di fare un po’ di ordine, vale la pena di tentare di dipanare in modo naturalmente<br />

sintetico questa realtà così complessa, contraddittoria e ambigua, attraverso alcuni degli esempi<br />

raccolti, illustrati da qualche immagine significativa, incominciando dalla prima categoria riferita ai<br />

colori “percepiti”.<br />

I nomi di colori gialli percepiti<br />

Come si è detto, una prima serie di declinazioni del Giallo fa genericamente riferimento ai colori<br />

dell’ambiente e della natura in generale (Giallo aurora, Giallo alba, Giallo fumo, Giallo vapore,<br />

Giallo annebbiato, Giallo autunno, Giallo acquoso, Giallo inverno ecc.).<br />

All’interno dell’ambiente e della natura, una buona quantità di voci, che possono quasi rivaleggiare<br />

con quelle del colore Verde, fa riferimento al mondo vegetale. A questo mondo appartengono infatti<br />

i gialli riferiti ai colori dei vegetali (a cominciare dal Giallo vegetale) e in particolare agli alberi, sia<br />

per quanto riguarda i tronchi che le foglie o l’aspetto del legno lavorato (Giallo acero, Giallo tiglio,<br />

Giallo venato imitante il legno di abete, Giallo bambù, Giallo di cedro, Giallo frassino, Giallo<br />

legno ecc.) e sia per quanto concerne i frutti e le foglie (<strong>Colore</strong> giallo di mele, Giallo albicocca ,<br />

Giallo arancia, Giallo foglia morta ecc.).<br />

1


Sempre al mondo vegetale, appartengono i nomi di colori che si riferiscono ai fiori e alle piante<br />

ornamentali (Giallo girasole, Aloe giallo, Assenzio giallo, Giallo primula, Margherita gialla,<br />

Canapa gialla, Giallo paglia, Canna gialla, Giallo giunchiglia, Giallo bambù , Giallo tromboncino,<br />

Giallo tulipano, Giallo viola del pensiero ecc.).<br />

Al mondo animale si riferiscono i nomi dei colori delle pelli o delle piume o di altre parti del corpo,<br />

naturali o lavorate, di animali sia domestici che selvaggi, di pesci, di uccelli, di insetti, di rettili ecc.<br />

(Giallo farfalla, Giallo avorio, Giallo cammello, Giallo camoscio, Giallo canarino, Giallo cuoio<br />

ecc.).<br />

Al mondo minerale appartengono, primo fra tutti, il Giallo minerale [Ioduro di piombo], seguito dai<br />

nomi dei colori delle pietre preziose o ornamentali (Giallo ambra, Gemma gialla, Corallo giallo,<br />

Giallo topazio, Giallo diamante ecc.), dei materiali lapidei (Giallo pietra, <strong>Colore</strong> pietra tufacea<br />

gialla, Finto marmo giallo di Verona, Giallognolo pallido che imiti la pietra di Finale ecc.) o<br />

laterizi (Color mattone giallo ecc.) oppure dei metalli (Finto metallo giallo, Giallo bronzato, Giallo<br />

vecchio bronzato, Giallo oro, Giallo di nickel, Giallo ottone, Giallo di rame, Giallo di piombo,<br />

Giallo di stagno ecc.).<br />

Molto sovente, i colori gialli hanno dei riferimenti geografici, legati al paesaggio o ai luoghi di<br />

produzione o di uso di gialli particolari per la pittura o per la tintura dei tessuti ecc. (Giallo<br />

egiziano, Giallo indiano, Giallo di Persia, Giallo di Montpellier, Giallo di Vienna, Giallo di<br />

Verona, Giallo di Cassel , Giallo di Roma, Giallo di Napoli [Antimoniato di piombo], Giallolino di<br />

Francia, Giallo di Parigi, Giallolino di Napoli, Giallolino di Alamagna, Giallolino di Fiandra,<br />

Giallo di Venezia, Giallo di Oxford, Giallorino fino di Venezia, Giallo Torino, Giallo Milano,<br />

Giallo Parma, Giallo Piemonte, Giallo di Pompei ecc.).<br />

Anche i riferimenti storici dei gialli non mancano, pur essendo decisamente inferiori come numero<br />

rispetto a quelli geografici. I riferimenti dei gialli alla storia annoverano sia i riferimenti generici a<br />

periodi storici, a imperi o regni, o riferimenti a singoli re, regine, presidenti, sultani ecc. (Giallo<br />

Imperatore, Giallo Reale, Giallo 1700, Giallo della Regina, Giallo Vittoria [in onore alla Regina<br />

d’Inghilterra, a cui sono stati peraltro dedicati anche molti altri colori]).<br />

Accanto ai riferimenti storici, vi sono quelli politici e razziali (Razza gialla, Bandiera gialla,<br />

Sindacati gialli ecc.), quelli religiosi (a parte il Giallo di Paradiso, il colore Oro, il giallo più<br />

prezioso, nel Glossary of Ecclesiastical Ornament and Costume di A.Weby Pugin del 1846, viene<br />

impiegato in ogni sorta di ornamento ecclesiastico, come le aureole, i fondi su cui sono dipinti i<br />

soggetti sacri ecc.); quelli scientifici (Giallo primario ecc.) e quelli artistici, nel senso che il nome<br />

del colore è associato al nome dell’ artista che l’ha impiegato in modo particolare (Giallo di<br />

Turner, Giallo Van Gogh ecc.), del design (Giallo Tiffany ecc.).<br />

Come si è detto, anche per il Giallo, abbondano i riferimenti “gastronomici”, soprattutto a carni,<br />

verdure e frutta, ma anche a bevande. Tra i riferimenti ai cibi, si possono infatti citare ad esempio i<br />

seguenti colori: Giallo polenta, Salmone giallastro, Giallo oliva, Giallo olio, Giallo tuorlo d'uovo,<br />

Giallo uovo, Granoturco, Grano saraceno, Granone (Giallo mais), Giallo panna, Giallo crema,<br />

Fagiano dorato, Giallo di daino, Giallo burro, Giallo frumento, Giallo grano, Giallo miele, Giallo<br />

limone, <strong>Colore</strong> gialliccio che passa in quello d’oliva, Bietola gialla, Giallo carota, Giallo zucca,<br />

Giallo di piselli, Giallo di girasole ecc. <strong>Il</strong> Giallo è anche un colore “piccante”, quasi quanto il<br />

Rosso: tra i riferimenti a condimenti e gusti, troviamo infatti il Giallo mostarda, Giallo senape,<br />

Giallo cannella, Giallo di zafferano ecc. <strong>Il</strong> Giallo conta anche molte declinazioni tra i riferimenti<br />

alla frutta (Giallo albicocca, Giallo arancia, Giallo mandarino, Giallo banana, Giallo mela<br />

cotogna, <strong>Colore</strong> giallo di mele, Giallo melone, Giallo ananas, Giallo cedro, Giallo limone, Giallo<br />

mandorla, Tinta gialla cotogna ecc.). I riferimenti alle bevande riguardano soprattutto il vino, sia<br />

generico (Giallo vino) che specifico (Giallo champagne, Giallo Chartreuse, ecc.).<br />

A volte, i gialli sono riferiti a oggetti vari d’uso quotidiano o legati agli ambienti in cui viviamo<br />

(Romanzo giallo, Film giallo, Pagine gialle, Semaforo giallo ecc) .<br />

2


Molte volte, infine, i nomi di colori gialli possono essere di pura fantasia e di solito si tratta di<br />

denominazioni puramente commerciali, impiegate specialmente nel campo della moda (Giallo<br />

fantasia, Giallo elegante, Giallo esotico ecc).<br />

I nomi di materie coloranti gialle<br />

Come si è detto, oltre che ai colori percepiti, i nomi di colori gialli si riferiscono alle materie<br />

coloranti minerali, vegetali o animali, naturali o artificiali, da cui derivano, o fanno riferimento ai<br />

nomi dei loro inventori o ai luoghi o ai momenti in cui essi sono stati inventati (specie nell’800,<br />

nell’ambito della rivoluzione industriale, in cui si assiste ad una vera gara nell’inventare nuovi<br />

colori).<br />

Una prima suddivisione tra le materie coloranti gialle deriva dal loro impiego e si possono pertanto<br />

discriminare quelle utilizzate per le pitture e per le decorazioni da quelle per le tinture e per gli<br />

inchiostri. A seconda di questa discriminazione, la manualistica relativa si suddivide in due filoni<br />

nettamente distinti, sia come autori che come utilizzatori, come avremo modo di vedere.<br />

Tra i nomi di materie coloranti gialle, utilizzate per la pittura e per le decorazioni, di derivazione<br />

minerale naturale, si ricordano le Ocre gialle e le Terre gialle, conosciute e impiegate sin dai tempi<br />

preistorici. Tra i colori gialli minerali, si devono menzionare il Giallo di cadmio, il Giallo zinco (o<br />

Cromato di zinco), il Giallo cromo (o Cromato di piombo), il Giallo cobalto, il Giallo ruggine al<br />

ferro ecc. A questa stessa categoria vanno naturalmente riferiti i nomi di colori gialli definiti con il<br />

nome del loro inventore (Giallo di Thénard, Giallo Martins, Giallo di Steinbuhl, Giallo di Spooner<br />

ecc.), del luogo di estrazione, di produzione o di consumo particolare (Giallo di Zwickau, Giallo di<br />

Gotha, Giallo Siena, Giallo Nanchino, Giallo di China, Giallo di Napoli [Antimoniato di piombo] ,<br />

Giallo di Pompei , Giallo Italia, Giallo Verona, Giallo di Roma, Giallo Francia, Giallo peruviano,<br />

Giallo indiano, Giallo di Parigi, Giallo di Lipsia, Giallo di Amburgo, Fine giallorino di Venezia,<br />

Giallo americamo, Giallo di Spagna, Giallo Baltimora, Giallo Avana ecc).<br />

Le materie coloranti gialle impiegate per la tintura e per gli inchiostri sono molto numerose e di<br />

varia natura, sia naturale che artificiale.<br />

Tra le materie coloranti gialle tradizionali naturali, di origine vegetale, impiegate nella tintura, basti<br />

citare l’ Erba gialla, l’Erba giallina, il Catecù giallo, l’Erba gauda, il Guado (Reseda luteola), la<br />

Grana o Grani d’Avignone, la Grana o Grani di Persia, la Grana o Grani di di Spagna, il Legno<br />

giallo, il Legno giallo d’Ungheria, il Legno del Brasile giallo, il Legno del Reseda, il Legno di<br />

Tampico, il Legno di Cuba, il Legno giallo del Messico, il Legno giallo di berbero, il Legno giallo<br />

di Cartagena, il Legno giallo di Corinto, il Legno giallo di Maracaibo, il Legno giallo di<br />

quercitrone (Flavina), il Legno giallo di scodano o Fustel, il Legno giallo di Tuspan, il Sorgo, la<br />

Curcuma, l’Estratto di gelso ecc.<br />

Tra le materie coloranti gialle artificiali moderne, derivate dal catrame di carbone, vale la pena<br />

citare l’Acido picrico, con cui compaiono nel 1849 le prime materie coloranti artificiali come il<br />

Giallo di naftalina, il Giallo nobile, il Giallo di chinolina, Giallo alizarina, Giallo Akmè, Giallo di<br />

resorcina, Giallo dorato indantrene, Hansa giallo, Giallo naftolo, Giallo metanile, ecc.<br />

<strong>Il</strong> numero di colori artificiali gialli nella seconda metà dell’800 cresce a dismisura e Roberto<br />

Lepetit, autore del Manuale del tintore, il primo edito dalla Hoepli nel 1875, cita il Giallo di<br />

resorcina (Curcumeina, Giallo Jasmin, Citronina, Giallo Akmè), il Giallo brillante, il Giallo<br />

d’anilina, il Giallo solido, l’Azoflavina o Giallo indiano, il Giallo di naftalina, il Giallo naftol, la<br />

Curcumina, il Giallo di chinolina, la Tartrazina, il Giallo soleil, la Flavanilina, la Crisanilina, la<br />

Fosfina, l’Auramina, la Crisoidina, l’Acido picrico (usato anche per preparare polveri esplosive), la<br />

Crisolina ecc.”. <strong>Il</strong> Lepetit ricorda anche i colori tetrazoici, derivati dalla benzidina, dalla tolidina<br />

ecc., avendo una costituzione simile e presentando i tre colori fondamentali possono produrre tutta<br />

la serie di colori composti, come il Jaune di Hesse, il Jaune brillant, la Crisamina o Flavofenina.<br />

I sinonimi<br />

3


I nomi di colori gialli percepiti o riferiti a materie coloranti, che abbiamo menzionato, non sono<br />

univoci e, come del resto avviene anche per gli altri colori, è facile trovare i più svariati sinonimi,<br />

nel senso che si tratta di colori caratterizzati dalla stessa notazione (Munsell o NCS) e dalla<br />

denominazione scientifica (ISCC.NBS), oppure si tratta degli stessi colori gialli indicati con nomi<br />

diversi in epoche o in culture diverse, di cui non è sempre facile trovare il collegamento fra loro. Ad<br />

esempio, il Giallo Torino o il Giallo Piemonte non sono stati altro che la volgarizzazione del Giallo<br />

molera o Molera o Molassa, a loro volta sinonimi della materia colorante da cui derivavano<br />

direttamente - la Calce forte di Casale - e di trovare la connessione tra questi vari sinonimi, a volte,<br />

è tutt’altro che un’operazione semplice, perché i vari sinonimi si incrociano indipendentemente dal<br />

fatto di essere materie coloranti o colori percepiti o di pura fantasia.<br />

Per fare qualche esempio internazionale, il Dictionary of colors names di Kelly-Judd assimila il<br />

Giallo ambra al Giallo veneziano; il Giallo platina al Bruno di Prussia e al Fagiano dorato; il<br />

Giallo avorio all’Eburneo, al Bianco avorio e al colore Coscia di ninfa (sic!) o Rosa di ninfa; il<br />

Giallo girasole al Dente di leone; l’ Ocra gialla al Sil, al Cromo di Oxford, all’Ocra di Oxford ,al<br />

Giallo di Oxford e al Giallo di montagna; il Giallo zafferano al Croco di Marte, al Crocus, al<br />

Croceus, al Giallo chinese e al Colcotar; l’ Ocra gialla calcinata al Bruno di ferro; il Giallo cromo<br />

intenso al Cavalleria; il Carminio giallo all’ Oro della Florida, all’Arancio olandese, al Risigallo e<br />

al Realgar; il Giallo oro all’ Oro antico, al Giallo dorato, al Giallo di stagno e al Bruno stil di<br />

grano; il colore Giallo pietra al Bruciato; il Giallo primula al Bocca di leone; il Giallo limone all’<br />

Auripigmentum, al Giallo di Montpellier, al Giallo reale, al Giallo di Cassel (o di Kasseler o di<br />

Kesseler), al Giallo minerale, al Giallo veronese o Giallo di Verona, al Realgar giallo, al Giallo<br />

margherita, al Curcuma, al Color rame, al Giallo patetato e al Giallo chiaro; il Giallo cobalto all’<br />

Aureolina; il Giallo cadmio al Giallo aurora; il Giallo gelsomino al Giallo burro; il Giallo<br />

canarino al Giallo primavera; il Giallo cedro [Color citrino o Giallo verdastro] al Mimosa, al<br />

Giallo verdastro, al Zafferano d’India, al Quercitrone e al Giallo della Regina; il Giallo cinese al<br />

Giallo limone; il Giallo cromo al Giallo arancio; il Giallo cromo chiaro al Giallo di Parigi, al<br />

Giallo oltremare e al Giallo di zinco; il Giallo d'Oriente al Giallo cadmio; il Giallo d'uovo all’<br />

Arancio cinese e al Giallo Giapponese; il Giallo di ferro al Giallo siderino e al Giallo di Marte; il<br />

Giallo di montagna all’Ocra gialla; il Giallo di Napoli al Giallo, al Giallolino e al Nanchino; il<br />

Giallo di rame al Giallo canarino; il Giallo di Spagna al Giallo dorato; il Giallo francese al<br />

Yucatan; lo Yucatan all’Ocra di Rue, al Messicano e al Giallo scuro; il Giallo giunchiglia al Giallo<br />

cadmio; il Giallo Hansa al Giallo spettrale; il Giallo imperiale all’Ocra gialla; il Giallo minerale al<br />

Giallo limone e all’Ocra gialla; il Giallo nasturzio al Mais brillante e al Giallo cadmio; l’Ocra<br />

gialla al Giallo permanente; il Giallo raggiante al Giallo cromo e al Giallo limone; lo Stil di grano<br />

giallo al Robbia giallo, al Rosa inglese; il Giallo tenero al Giallo canarino; il Giallo terra all’Ocra<br />

gialla; il Giallo tiglio al Verde tiglio; il Giallo veneziano al Giallo ambrato; il Legno del Brasile<br />

giallo al Giallo limetta; l’Ocra inglese all’Ocra gialla; il Giallo dorato all’Oro e alla Pietra<br />

imperiale; il Giallo dorato all’Oro antico e al Rosa bruno; il Giallo persiano al Papavero dorato; la<br />

Pratolina gialla al Giallo limone; il Giallo oro alla Corteccia di quercitrone; il Giallo indiano alla<br />

Purrea araba e alla Racchetta da neve (sic!); il Robbia giallo allo Stil-di-grano; il il Giallo stil-digrano<br />

al Rosa italiano; l’Ocra gialla al Sil; il Sommaco al Ramno; le Bacche gialle alle Bacche<br />

d’Avignone e al Ta-Ming; l’Ocra gialla alla Terra d’oro; il Giallo cedro al Zafferano d’India ecc.<br />

C’è da restare storditi e confusi di fronte a tanti modi di chiamare gli stessi colori con nomi<br />

apparentemente così diversi.…<br />

<strong>Il</strong> Répertoire des couleurs non è tanto da meno, anche se stabilisce analogie diverse e infatti associa<br />

il Giallo ambra al Giallo succino, al Giallo di Cromo e al Giallo karabé; il Giallo di fiele alla<br />

Pietra di fiele e al Cromo rossastro; il Giallo crema al Cremens [Saccardo] e all’ Ambra pallido; il<br />

Giallo maiz al <strong>Colore</strong> di paglia di maiz, al Giallo bistro o Giallo bistrato, al Giallo ocra e al Giallo<br />

brillante; il Giallo di cromo scuro al <strong>Colore</strong> d'albicocca; il Giallo nanchino al Cadmio arancio<br />

scuro e al Giallo di cadmio medio; il Giallo di cadmio scuro al Cadmio aranciato; il Giallo bruno<br />

di violacciocca al Pane abbrustolito e all’Arancio neutro; il Giallo di Persia al Giallo arancio,<br />

4


all’Arancio cinese, al Rosso cappuccino e al Papavero dorato; il Giallo indiano [industriale] al<br />

Giallo azo; il Giallo bronzato al Bronzo dorato; il Giallo Cambogia al Giallo gomma gutta; il<br />

Giallo canarino al Giallo limone pallido; il Giallo chiaro al Giallo cromo citrino e al Giallo<br />

bruno ; il Giallo limone al Giallo citrino e allo Stil di grano giallo; il Giallo cromo brillante al<br />

Giallo sole, al Giallo di cadmio chiaro e all’Albicocca; il Giallo cromo citrino al Giallo chiaro, al<br />

Giallo di mare e al Giallo cromo; il Giallo d'uovo o Giallo di tuorlo alla Lacca gialla; il Giallo del<br />

Giappone al Giallo granatino e, a sua volta, il Giallo granatino al Giallo di cromo brillante e al<br />

Giallo di cadmio chiaro; il Giallo di aureolina al Flavus [Saccardo] e al Giallo ranuncolo; il<br />

Giallo di cadmio chiaro al Giallo sole e al Giallo cromo brillante; il Giallo di cadmio rosso al<br />

Giallo rupicola; il Giallo di cadmio scuro al Giallo zafferano; il Giallo di zafferano al Giallo croco;<br />

il Giallo cobalto all’ Aureolina; il Giallo di cromo [Primula] al Giallo di stronziana, al Giallo<br />

karabé, al Giallo succino, al Giallo ambra, al Giallo di piretro e al Giallo di cadmio limone; il<br />

Giallo di cromo arancio al Giallo sole, al Giallo zolfo e al Giallo di cadmio chiaro; il Giallo di<br />

cromo medio al Giallo dorato; il Giallo girasole al Giallo cromo brillante e al Giallo cadmio<br />

chiaro; il Giallo di piretro al Giallo di cloro, al Giallo di cromo, al Giallo di stronziana, al Giallo<br />

di cadmio limone e al Giallo primavera; il Giallo di zolfo al Sulphureus [Saccardo] e al Giallo di<br />

zinco; il Giallo canarino al Giallo tiazolo; il Giallo miele o Melleus [Saccardo] al Giallo bistrato;<br />

il Giallo nuovo al Giallo indiano [industriale]; il Giallo ocra al Giallo mais e al Giallo di Oxford; il<br />

Giallo oliva al Verde Chartreuse e al Verde muschio; il Giallo oltremare al Giallo cromo chiaro; il<br />

Giallo ossido all’Ocra gialla; l’Ocra gialla al Giallo permanente; il Giallo tagete all’Arancio<br />

cadmio; il Giallo di Manilla all’Ocra di Marte e al Paglia di Manilla; l’Ottone al Rame giallo; il<br />

Giallo panna al Crema e al Panna; il Pioury (o Piori o Piury) al Giallo indiano [vero]; i Grani<br />

gialli ai Grani d’Avignone, allo Spincervino e al Rhamnus catharticus; il Verde gialliccio al Flavovirens<br />

[Saccardo]; il Verde giallo intenso al Verde pirite; il Giallo oliva al Verde muschio ecc.<br />

<strong>Il</strong> Séguy, nel suo Code universel des couleurs, è meno scatenato e identifica infatti solo il Giallo<br />

botton d’oro con il Giallo ranuncolo; il Giallo di tuorlo con il Giallo limone; il Giallo di<br />

gommagutta con l’Arancio neutro.<br />

Come per gli altri colori, queste liste possono ovviamente essere estese all’infinito per effetto delle<br />

declinazioni relative alle varie tonalità che ognuno di questi colori può assumere (Giallo chiaro,<br />

Giallo scuro, Giallo bruciato, Giallo brillante, Giallo cupo, Giallo intenso, Giallognolo, Giallino<br />

ecc.) o per effetto delle sue combinazioni con quasi tutti gli altri colori (Giallo arancio, Beige<br />

giallo, Verde gialliccio ecc.) o per effetto dell’incrocio di varie combinazioni (Arancio-giallo<br />

pallido, Arancio giallastro spento, Bruno giallastro grigiastro chiaro ecc.).<br />

Tutti questi sinonimi, che a volte arrivano persino a rappresentare colori affatto diversi, anche se<br />

possono apparire fastidiosi per la loro ridondanza e risultare apparentemente disorientanti, e per<br />

questo sono stati oggetto di aspre critiche da parte di vari studiosi dei colori, che si attengono ai<br />

nomi di colori consolidati dalla tradizione, in realtà sono molto importanti perché a volte<br />

costituiscono l’unico modo per decodificare, per analogia, dei nomi di colori obsoleti altrimenti<br />

indecifrabili.<br />

I gialli, come gli altri colori, hanno infatti una loro obsolescenza ed è solo grazie ai dizionari dei<br />

colori o ai manuali e ai cataloghi dei colori che li menzionano e che talvolta ne forniscono le<br />

coordinate, che possiamo venirne a conoscenza.<br />

La storia dei colori gialli<br />

Quando si vuole parlare della storia dei colori, non si può fare a meno di citare i contributi<br />

determinanti che vanno da Wolfang Goethe a Ogden N.Rood, Arthur H. Church, J.Vibert, Roberto<br />

Lepetit, Icilio Guareschi ecc., fino ai moderni Ludwig Wittgenstein, Franco Brunello, Manlio<br />

Brusatin, Giuliana Quartullo (La Fabbrica dei colori), Philip Ball e a tanti altri a cui ovviamente si<br />

rimanda per un approfondimento che esula dai limiti di questo articolo, finalizzato ad indagare sulla<br />

terminologia relativa al Giallo.<br />

5


Intanto, coerentemente con quanto si è già detto, per le materie coloranti, occorre distinguere la<br />

storia delle materie coloranti impiegate nella pittura e nella decorazione da quelle impiegate nella<br />

tintura e negli inchiostri, anche se, nella stampa su tessuto ci sono state a volte analogie con le<br />

materie coloranti impiegate nella stessa epoca per la pittura, come ci insegna Cennino Cennini e nei<br />

colori per acquerelli ci sono a volte analogie con le materie coloranti impiegate nella stessa epoca<br />

per i tessuti.<br />

La storia dei colori gialli nella pittura e nella decorazione<br />

Dal punto di vista storico, come avviene per molti altri colori, le materie coloranti gialle impiegate<br />

nella pittura e della decorazione hanno subìto una grande evoluzione a partire dalla preistoria, il più<br />

delle volte scomparendo poi, per ragioni economiche, tecnologiche o semplicemente igieniche<br />

(quando, ad esempio si trattava di prodotti velenosi), soppiantate da altri coloranti moderni, anche<br />

se esistono delle eccezioni. Le Ocre gialle e le Terre gialle, ad esempio, impiegate per le pitture<br />

rupestri di Altamira o per le grotte di Lescaut o per le decorare i corpi degli aborigeni australiani o<br />

di altri popoli primitivi, e impiegate dagli Egizi, dai Greci, dai Romani nell’architettura e negli<br />

oggetti d’uso ecc., sono ancora attualmente impiegate per i restauri delle facciate storiche. Le Ocre<br />

gialle e le Terre gialle hanno assunto vari nomi a seconda dei luoghi di estrazione (Terra gialla di<br />

Verona, Ocra romana, Ocra di Oxford, Ocra di Ru, Ocra gialla di Roussillon, ecc.). Rispetto ai<br />

termini Ocra gialla e Terra gialla, in alcuni manuali (ad esempio, in quelli di Arthur H.Church,<br />

Ettore Rizzini o nei Manuali Roret) viene data una certa prevalenza al termine Ocra gialla, mentre<br />

in generale viene rispettata la denominazione storica . A nessuno, infatti, verrebbe in mente di<br />

utilizzare il termine Ocra gialla di Verona, per indicare la Terra gialla di Verona o la Terra di Ru o<br />

la Terra di Roussillon per indicare l’Ocra di Ru o l’Ocra del Roussillon ecc.). A questi riferimenti<br />

geografici, come abbiamo visto, si sono aggiunti svariati sinonimi, che contribuiscono a ingenerare<br />

non poca confusione.<br />

Altri gialli antichi, oltre all’Ocra o Sil attico, sono: il Giallo d’Antimonio , comunemente noto come<br />

Giallo di Napoli, ma anche come Giallo egiziano, impiegato da oltre 2500 anni in Babilonia e in<br />

Egitto, il Massicotto o Litargirio (Giallo ottenuto dalla calcinazione del piombo), conosciuto già<br />

nell’Egitto predinastico, che Plinio identifica come Spuma argenti, e l’Orpimento. Quest’ultimo,<br />

l’Auripimentum o Arrhenicum, veniva usato dagli Egizi e dai Romani, per le brillanti prestazioni<br />

cromatiche, pur essendo velenoso, in quanto contenente arsenico.<br />

In epoca medioevale, tra i gialli, il Cennini cita l’Ocria, il Giallorino o Giallo di piombo e stagno,<br />

l’Orpimento, il Risalgallo, lo Zafferano (limitatamente alla miniatura), e l’Arzica (Massicotto); il<br />

Giallo indiano ( Piuri, Purree o Peori), il Giallo di Marte o Ocra artificiale e il Giallo di Napoli .<br />

Nel Rinascimento, come gialli vengono impiegati il Giallo di Piombo e Stagno, l’Oro, e l’<br />

Oromusivo<br />

L’Orpimento, dopo aver avuto una certa fortuna a Venezia tra il ‘500 e il ‘700, a poco a poco cade<br />

in disuso, mentre il Giallo di antimonio viene reintrodotto nel 1700.<br />

Dopo il 1700 e soprattutto nell’800 il giallo comincia ad essere sintetizzato in laboratorio, come ad<br />

esempio il Giallo di Marte, il cui nome deriva dal Crocus Martis (un’associazione ideale dello<br />

Zafferano col Ferro); il Giallo di cromo, scoperto dal Vaquelin nel 1797; il Giallo di cadmio, simile<br />

al Giallo di cromo; il Giallo di zinco, chiamato anche Giallo marigold o Giallo limone o Giallo<br />

botton d’oro; il Giallo di cobalto, detto anche Giallo trasparente o Aureolina; il Giallo di bario; il<br />

Giallo minerale, detto anche Giallo di Turner, Giallo di Montpellier, Giallo di Cassel, Giallo di<br />

Verona, Giallo inglese o Giallo Merimée. Come si può vedere, con la generazione di nuovi colori,<br />

si assiste immediatamente alla generazione di nuovi nomi, molte volte ambigui in quanto<br />

mantengono vecchi nomi prendenno significati diversi da quelli fino allora attribuiti.<br />

Questi gialli entrano a far parte dei manauali di pittura, che si sviluppano in modo diffuso, a partire<br />

dalla metà dell’800.<br />

Nel manuale Roret dedicato al Coloriste, del 1856, i colori gialli citati sono il Giallo paglia<br />

[Cromato di zinco], il Giallo cromo [Cromato di piombo], il Giallo oro, Orpino o Orpimento e<br />

6


Realgar giallo [Solfuro d’arsenico], il Giallo all’iodio [Ioduro di piombo], il Giallo minerale, il<br />

Giallo di Napoli, il Giallo di Colonia, il Giallo di cadmio [Solfuro di cadmio], l’ Ocra gialla<br />

naturale (Ocra di Saint Gorge sur la Prée, l’Ocra di Berjaterie, l’Ocra di Rue, la Terra d’Italia<br />

ecc.), l’ Ocra gialla artificiale (il Giallo di Marte, la Gomma-Gutta (Giallo oro trasparente), le<br />

Lacche gialle (Lacca gialla di grana di Persia, Lacca gialla di Gaude), lo Stil-di-grano, il Giallo<br />

indiano (Giallo oro brillante), la Lacca di Gomma-Gutta, la Terra di Siena naturale , la Pietra di<br />

fiele (giallo-bruna), il Cicoria (Giallo-rossastro)<br />

Arthur H. Church, nel suo importante manuale, The Chemistry of Paints and Painting del 1890, cita<br />

tutta una serie di materie coloranti gialle impiegate nella pittura affatto diverse da quelle in uso<br />

nell’arte tintoria, in parte ancora legate alla tradizione antica ed in parte assolutamente artificiali e<br />

innovative provenienti dalle scoperte nel campo della chimica organica della seconda metà<br />

dell’800. Tra le materie coloranti gialle, Church cita le Ocre gialle (Ocra romana, Ocra dorata,<br />

Ocra bruna, Ocra di Oxford, Ocra gialla, Giallo minerale); il Giallo di cadmio (Giallo Oriente,<br />

Giallo aurora, Giallo giunchiglia, Cadmio arancio, Solfato di cadmio, Giallo brillante, Giallo di<br />

cadmio); l’Aureolina (Giallo cobalto); il Giallo limone (Giallo di barite, Cromato di bario, Giallo<br />

oltremare, Giallo permanente); Giallo di Cambogia (Gomma gutta); il Giallo indiano (Piuri,<br />

Purree, Peori); il Giallo di Marte (Ocra artificiale); il Giallo di Napoli (Giallo d’antimonio); la<br />

Lacca gialla (Rosa bruno, Lacca citrina, Lacca di quercitrone, Robbia gialla, Rosa italiano, Rosa<br />

olandese); il Giallo cromo (Cromato di piombo). Al tempo stesso, pur citandoli, il Church<br />

sconsiglia l’uso del Giallo di vanadio e del Giallo reale (Orpimento) nella pittura, in quanto non<br />

affidabili.<br />

Nel suo Manuale sulle materie coloranti per la pittura, il Gorini (1896), in parte influenzato dal<br />

Manuale Roret, cita i seguenti colori gialli: Giallo di cromo, Litargirio, Giallo minerale, Giallo di<br />

Napoli, Giallo di zinco, Giallo di barite, Giallo di calce, Giallo di ferro, Giallo di cadmio, Giallo<br />

di mercurio, Giallo di Marte, Giallo d’arsenico, Giallo di stagno, Giallo d’ioduro di piombo,<br />

Giallo di cobalto.<br />

L’autorevole J.G.Vibert, nella sua Science de la peinture, del 1902, tra i colori gialli da impiegare<br />

nella pittura, menziona le terre gialle (Terra d’Italia e Terra di Siena naturale), le ocre gialle (l’<br />

Ocra gialla e l’Ocra di Ru), il Giallo di Marte, la Lacca di ferro, il Cromato di stronziana e il<br />

Giallo di cadmio. Per contro, cita come inadatti per la pittura il Giallo di Napoli e il Giallo<br />

d’antimonio, certi gialli limone (Ioduro di piombo), certe varietà del Giallo cromo, il Giallo<br />

minerale, il Giallo paglia e il Turbith minerale, derivati dal piombo, l’Orpimento, derivato<br />

dall’arsenico, unitamente al Giallo oltremare (Cromato di barite), il Giallo brillante, il Giallo<br />

botton d’oro e altri gialli di origine vegetale (Giallo zafferano, Gomma-gutta di Cambogia, Lacca<br />

di guado, Lacca gialla, Stil di grano e Lacca gialla dorata).<br />

Tra le materie coloranti gialle, sempre per la pittura, Giuseppe Ronchetti nel suo manuale Hoepli<br />

del 1915 menziona i seguenti prodotti: Massicotto, Giallo e Giallolino di Napoli, Giallo minerale,<br />

Giallo di cromo, Giallo di stronziana, Giallo di zinco, Giallo di cadmio, Giallo indiano, Gomma<br />

gutta, Lacca gialla di guado, Luteolina, Giallo di spincervino, Ocre gialle chiare e scure<br />

(volgarmente dette Terre gialle, secondo il Ronchetti), Giallo di Marte e Lacca di ferro.<br />

Nel 1933, Raffaele A.Califano-Mundo, nel suo Manuale dei colori, oltre i colori gialli naturali<br />

(Ocra gialla, Terra di Siena naturale, Terra di Verona ecc.), cita i colori gialli chimici allora<br />

esistenti sul mercato (Giallo di Napoli, Giallo cromo, Giallo cadmio, Giallo indiano , Gommagotta,<br />

Giallolino di Napoli, Giallo di zinco) e i colori gialli di anilina (Giallo Martins, Giallo di naftalina,<br />

Giallo nobile, Corcumina, Acido picrico, Giallo indiano, Giallo di crinolina, Fluorescina,<br />

Crisoidina, Vesuvina, Auramina e Tropeolina).<br />

In epoca ancora più recente, i nomi dei nuovi colori perdono a volte qualunque riferimento rispetto<br />

alle materie da cui hanno avuto origine o i riferimenti fantasiosi o personalizzati del passato, per<br />

assumere la denominazione di freddi codici studiati a tavolino, quasi si fosse esaurita la fantasia dei<br />

primi inventori, come ci informa il Color Index.<br />

7


La storia dei colori gialli nella tintura e negli inchiostri<br />

La storia delle materie coloranti gialle impiegate nella tintura e negli inchiostri (e, a volte, negli<br />

acquerelli) si svolge solo in parte parallelamente alla storia delle materie coloranti impiegate nella<br />

pittura.<br />

Nella preistoria, non c’è una documentazione certa sull’uso di coloranti minerali (come, ad<br />

esempio, l’Ocra gialla) o vegetali. Come riferisce Franco Brunello, uno degli studiosi più attenti<br />

della storia della tintura, solo nell’età neolitica si sa che i tessuti di lana o di lino erano tinti di blu,<br />

rosso, lilla e giallo e che per la tintura di quest’ultimo si suppone fosse impiegata l’Uva orsina e<br />

qualche altro vegetale, come il Cartamo (Carthamus tinctorius), la Curcuma (Curcuma domestica<br />

Val) e altre specie, impiegando vari fissativi.<br />

Nell’Asia Meridionale, dove non erano conosciuti il Cartamo e la Curcuma, si tingevano i tessuti<br />

in Giallo oro anche con i fiori di Nyctanthes arbor tristis e gli indiani d’America tingevano in giallo<br />

con altre piante, mentre colori gialli meno vivaci erano ottenuti con il Sommaco e la Reseda luteola<br />

(Wan), pianta spontanea del Marocco, e altri colori gialli vegetali dell’Africa si ricavavano dai fiori<br />

del cotone, dalle bucce della cipolla e da altre piante.<br />

In Egitto, i primi colori impiegati per tingere furono probabilmente le ocre, seguite da coloranti<br />

vegetali, le cui tracce sono state trovate nelle tombe risalenti al 1500 a.C., come il Cartamo, lo<br />

Zafferano (Crocus nativus, dall’arabo Za-faran, che significa appunto Giallo), la Curcuma<br />

(Curcuma longa) e le bucce di melograno, usate per tingere i lenzuoli gialli di lino. <strong>Il</strong> Sommaco era<br />

destinato alla concia e alla tintura gialla del cuoio. Le bucce di melograno e il Sommaco erano<br />

ugualmente usati dai Babilonesi per ottenere tinture gialle per i tessuti, mentre una pianta<br />

particolare, la Saba, forniva un prezioso colorante Giallo-oro .<br />

I persiani usavano le foglie di vite, lo zafferano, la reseda, le bucce di melograno, le bacche di<br />

susino selvatico per tingere in giallo o l’Isfarak, un’altra pianta per tingere del colore Giallo-oro.<br />

Per le Indie, il colore giallo è essenzialmente il Peori (Giallo indiano), una tintura costituita da<br />

urine di vacche nutrite di mango.<br />

Per tingere in giallo, il simbolo del sole, i cinesi usavano fiori della pianta di Lan o si servivano dei<br />

bottoni fiorali della Sophora japonica o di un decotto di scorze di Phollodendron.<br />

Nell’America Precolombiana, si sono trovate stoffe risalenti al 2.500 a.C., la cui tintura gialla era<br />

ottenuta principalmente mediante un’erba denominata Chasca e con la corteccia, le foglie o il legno<br />

di piante coloranti (alcune specie di faggio, il boldo, il berbero o il lichene cileno ecc.).<br />

In epoca classica, durante la civiltà greca, anche grazie all’influenza dei popoli del Vicino Oriente,<br />

come i Fenici e i Cretesi, a loro volta influenzati dagli Egizi e degli altri popoli dell’Estremo<br />

Oriente, il giallo impiegato per la tintura della lana, del lino e del cotone era costituito dallo<br />

Zafferano (Crocus Sativus), dal Cartamo, dalla Reseda luteola, dalla Reseda dei tintori,<br />

dall’Arcanetto (Anchusa Tinctoria) e dalla Tapsia.<br />

Nell’epoca classica 600 a.C.- 400 d.C, i Romani sono influenzati dai Greci e dall’Oriente. Plutarco,<br />

per la tintura in giallo, cita il Crocus (Zafferano), coltivato in Abruzzo e Sicilia, e i crocotarii erano<br />

i tintori che usavano il Crocus, mentre altri gialli erano ottenuti mediante la Guaderella (Reseda<br />

luteola o Herba luteola), la radice di Curcuma (Terra merita), importata dall’Oriente, l’Orcanetto<br />

(Anchusa tintoria) e la Tapsia (Thapsia asclepium), che cresceva in Libia e veniva anche usata per<br />

tingere i capelli delle donne in giallo, come la radice del loto (Diospyros lotos).<br />

In epoca medioevale, la tintura compie grandi progressi grazie all’eredità dell’epoca classica e alle<br />

influenze orientali, barbariche e arabe (con cui le Repubbliche di Venezia, Lucca e Genova hanno<br />

scambi, prima attraverso la Sicilia e poi con la Spagna).<br />

Con lo sviluppo della chimica, la tintura assume una consapevolezza quasi scientifica, che costituirà<br />

la base per le impostazioni future. In questo periodo, si assiste alla produzione di veri e propri<br />

manuali con ricette, che documentano lo stato dell’arte nel campo della tintura . Da questi manuali,<br />

si apprende che per ottenere il giallo nella tintura, oltre che la solita Curcuma o con il tradizionale<br />

Zafferano, veniva impiegato il Legno brasile (prima che il Brasile venga scoperto e che prenda il<br />

nome appunto dalla grande quantità di legno brazil che vi cresceva e non viceversa) o da Gomma di<br />

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edera (Sinopsis de mellana). Nel 1243, a Venezia, viene pubblicato il primo regolamento sulla<br />

professione tintoria (Capitolaribus de Tinctorum), che introduce una normativa molto restrittiva. Ad<br />

esempio, per quanto riguarda il Giallo, si imponeva l’uso della sola Herba de Pulea, vietando la<br />

mescolanza con l’Erba laccia o Erba guada o Gualda o Goda, corrispondente alla Reseda luteola<br />

(da non confondersi col Guado, che produceva un colore turchino). Altra pianta che produceva il<br />

giallo è la Ginestra dei tintori (Genista tintoria o Herba corniola, detta anche Erba intenta o Erba<br />

zala, impiegata anche nella miniatura).<br />

A seconda delle località, nel Medioevo, per produrre il giallo, si usavano anche altre soluzioni. In<br />

Europa Centrale, ad esempio, veniva impiegato il solfuro di arsenico, detto Auripigmentum,<br />

mescolato con allume e bollito in aceto, mentre un altro giallo veniva ottenuto dalla corteccia della<br />

radice di crespino (Berberis vulgaris), dal Cartamo dei tintori, dalla Corteccia del melo giovane, le<br />

Bacche di spincervino (Rhamnus Catharticus) ecc.<br />

I documenti sull’arte tintoria, a partire dal Quattrocento si moltiplicano a dismisura e nel De Arte<br />

illuminandi di questo periodo, si descriveva la preparazione dei coloranti comuni all’arte di tingere<br />

e di miniare. Ad esempio, per il giallo, “che si fa in molti modi”, si citava la Radice della Curcuma<br />

oppure l’Erba dei tintori o Terramerita, il giallo derivato dallo Scòtano o Falso sommaco (Rhus<br />

cotinus) detta anche Erba di Provenza o Fustetto giovane o Fustetto di Zante, e lo Zafferano.<br />

<strong>Il</strong> Libro dell’arte scritto da Cennino Cennini nel 1437, pur riguardando essenzialmente la pittura,<br />

contiene un capitolo dedicato ai “dipinti in panno”, stabilendo un rapporto fra i due filoni<br />

manualistici, in cui si cita infatti lo Zafferano per stampare in giallo.<br />

Nel 1447, con la scoperta della stampa, la manualistica nel campo della tintura assume uno sviluppo<br />

fino allora sconosciuto. Tra questi, basti citare il Plichto del arte de Tentori di Giovanventura<br />

Rossetti stampato a Venezia nel 1540, rivolto non solo ai tintori, ma anche alla gente comune. Per i<br />

giallo, la materia colorante citata in questo manuale è l’Erba gualda (Reseda), varie specie di<br />

ginestre e il solito Zafferano.<br />

L’arte della tintura riceve un impulso imprevisto con la scoperta dell’America e, per quanto<br />

riguarda il giallo, si assiste alla diffusione del Giallo di quercitrone (Quercus tinctoria) o Lacca<br />

gialla o Stil-di-grano.<br />

Dopo la scoperta dell’America, gli spagnoli introducono il Legno giallo dall’America Centrale, un<br />

gelso della specie Moris tintoria e altre essenze analoghe. Le provenienze più conosciute sono<br />

quelle di Maracaibo, Tuspan, Corinte, Cartagene ecc. e quella di Cuba è la più stimata.<br />

Nel 1671, sotto Luigi XIV, il Ministro Colbert, proveniente da una famiglia di fabbricanti e<br />

commerianti di stoffe di Reims fa compilare un dettagliato regolamento sulla tintura, dopo aver<br />

fondato nel 1666 l’Académie des Sciences, che traghetta i metodi medioevali verso un sistema più<br />

razionale e moderno di produzione.<br />

Tra il Settecento e la prima metà dell’Ottocento, nella tintura avviene una evoluzione in senso<br />

scientifico e si assiste al passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale e dalle materie<br />

coloranti naturali a quelle artificiali, grazie allo sviluppo della chimica.<br />

A Venezia, nel 1704, esce il Nuovo Plico d’ogni sorta di tinture di Gallipido Talier, che ricalca in<br />

parte quello del Rossetti. <strong>Il</strong> Nuovo Plico menziona sostanze raramente citate per le tinture in giallo,<br />

come l’Erba tentorella, ma anche tutte le materie coloranti conosciute e in uso alla fine del ‘600.<br />

Nell’epoca industriale, soprattutto a partire dalla metà dell’800, le materie coloranti si moltiplicano,<br />

ma in modo diseguale per le tinture e per la pittura.<br />

In Inghilterra, con Boyle e Newton, e in Francia, con Du Fay de Cisternay, Jean Hellot e Eugène<br />

Chevreul, la chimica e la fisica dei colori effettuano progressi determinanti.<br />

In particolare, nel campo della tintura, il Giallo si moltiplica a dismisura rispetto al passato (come<br />

del resto avviene anche per gli altri colori), grazie ai progressi della chimica, specie organica, in<br />

Germania, Francia, Inghilterra e in altri paesi europei.<br />

I gialli derivati dall’anilina, a loro volta derivata dal catrame, si devono alle ricerche del tedesco W.<br />

Von Hofmann nel 1828 e dell’inglese F.F.Runge nel 1842.<br />

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Nel 1877, Caro, Roussin, Will e Poirrier scoprono una serie di coloranti gialli e aranci che vanno<br />

sotto il nome di “colori azoici”, che vengono prodotti da varie fabbriche, formando una scala tra lo<br />

scarlatto e il giallo zolfo.<br />

Nella seconda metà dell’800, le materie coloranti gialle in tintura sono di origine varia. Tra quelle<br />

minerali, Roberto Lepetit, autore del Manuale del tintore, il primo edito dalla Hoepli nel 1875,<br />

quasi contemporaneamente a quello del Church e degli altri manualisti che abbiamo citato nel<br />

campo delle materie coloranti per la pittura, annovera il Giallo al cromo, il Giallo ruggine al ferro<br />

e il Giallo al solfocianuro di potassio. Tra le materie coloranti vegetali lo stesso Lepetit cita tutta<br />

una serie di sostanze già impiegate tradizionalmente nella tintura in epoche passate, come lo<br />

Zafferanone, il Legno giallo, lo Scodano o Fustel, il Quercitrone, il Berbero spina o Legno spinale,<br />

l’Erba gauda, l’Erba giallina, i Grani di Persia e i Grani d’Avignone, la Curcuma e l’Estratto di<br />

gelso.<br />

Nella seconda edizione dello stesso manuale, del 1889, il Lepetit scrive che “<strong>Il</strong> numero dei colori<br />

artificiali aranci e gialli si è accresciuto molto nell’ultimo decennio. Mentrecché dalle combinazioni<br />

del trifenilmetane si sono ricavati due soli colori, la Crisanilina e la Fosfina, dalle combinazioni dei<br />

fenoli, sinora anche pochi, e tra i più conosciuti l’Acido picrico (scoperto nel 1849), e il Giallo di<br />

Martius, le combinazioni azoiche” diedero, dal 1877 in poi, una varietà stragrande di aranci e di<br />

gialli ed ora nuovi derivati della Chinolina (scoperta dal Jacobson nel 1881) tendono ad aumentare<br />

il numero che sarà tosto una legione. Ogni fabbrica dà un nome diverso e sovente simile ad altri<br />

prodotti con tinte diverse, creando grande confusione. Lepetit menziona il Giallo di Resorcina e<br />

suoi derivati, tra cui la Tropeolina, la Crisoina, la Crioseolina, la Curcumeina, il Giallo Jasmin, la<br />

Citronina, il Giallo Akmé, il Giallo brillante, il Giallo d’anilina (il primo “giallo azoico” messo in<br />

commercio), il Giallo solido Bayer, l’Azoflavina o Giallo indiano, il Giallo di metanile, il Giallo di<br />

naftalina (il primo derivato colorante ottenuto dalla naftalina), il Giallo Martius, la Curcumina, il<br />

Giallo di crinolina, la Tartrazina, prodotta dalla Ziegler nel 1886, il Giallo sole, la Flavanilina, la<br />

Crisanilina-Fosfina, la Crisoidina (scoperta nel 1876), l’Acido picrico (che è anche un esplosivo) e<br />

la Crinolina.<br />

Nel 1884, con la Crisamina, prodotta dalla Farben Fabrik, ha inizio una serie di “colori tetrazoici”<br />

derivati dalla benzidina, dalla tolidina ecc., molto pregevoli avendo una costituzione simile e<br />

presentando i tre colori fondamentali che possono produrre tutta la serie di colori composti, come il<br />

Jaune di Hesse, il Jaune brillant, la Crisamina o Flavofenina e alcuni di questi colori sono inseriti<br />

nell’“albero genealogico” dei colori organici derivati dal catrame di carbone, ricostruito da Philip<br />

Ball.<br />

<strong>Il</strong> colore giallo in architettura<br />

In architettura, con il Bianco, il Giallo è forse il colore più presente nelle facciate storiche. Come si<br />

è già detto, alcune delle materie coloranti gialle, come le Ocre e le Terre gialle sono antichissime e<br />

vengono definite normalmente a seconda del loro luogo di estrazione (Terra gialla di Verona, Ocra<br />

gialla del Roussillon, Giallo di Roma ecc.). Accanto a queste terre, sono state usate altre materie<br />

coloranti, mescolate con il latte di calce come il Giallo minerale, il Giallo di Napoli, il Giallo<br />

cromo, il Giallo santo ecc.<br />

Oltre a questi pigmenti, per la colorazione delle facciate, è stato fatto ricorso alla colorazione<br />

naturale di certe calci idrauliche, fra cui la più nota, almeno a Torino e in Piemonte, è stata la calce<br />

di Casale, dal colore naturale “Molera” o “Molassa”: un colore che poteva anche essere generato<br />

con latte di calce bianca mescolato con “terra gialla e nero di carbone”, come si legge in un<br />

documento d’archivio del 1829.<br />

Per oltre un secolo, dalla metà dell’800 al 1978, quando abbiamo ripreso il Piano del colore<br />

originario Torino, messo a punto tra la metà del ‘700 e la metà dell’800, il colore dominante se non<br />

esclusivo della Città è stato il cosiddetto Giallo Torino (originariamente identificato come Giallo<br />

molera o Molera o Molassa), il colore naturale della calce idraulica di Casale, resa accessibile a<br />

Torino grazie al collegamento ferroviario e reputata per le sue prestazioni tecnologiche. Questo<br />

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colore, più resistente al dilavamento dell’acqua piovana rispetto al giallo ottenuto dalla mescolanza<br />

della terra gialla con il nero carbone e il latte di calce dolce, a poco a poco soppianta i colori del<br />

piano originario a causa della sparizione del Consiglio degli Edili che lo aveva stabilito, sostituito<br />

da un “architetto verificatore”, un burocrate che per 7 anni impone il colore Molera, cancellando a<br />

poco a poco ogni traccia del sofisticato piano del colore sette-ottocentesco. Dopo il 1960, con il<br />

boom edilizio e con l’introduzione dei colori acrilici al posto dei colori a calce, questo colore a sua<br />

volta scompare del tutto, per essere poi ripristinato col Piano del colore di Torino del 1978, a<br />

seguito di una ricerca quasi archeologica. <strong>Il</strong> Giallo Torino è un buon esempio di come dietro ad una<br />

banalità o ad un luogo comune, ci possono essere ragioni storiche, tecnologiche, economiche e di<br />

gusto, che favoriscono lo sviluppo o il declino di un colore e del suo nome.<br />

Nel caso di Torino, il cosiddetto Giallo Torino ha trovato una spiegazione razionale, ma esiste<br />

anche un Giallo Parma, un Giallo Milano ecc. la cui storia deve essere ancora scritta.<br />

Tra i colori gialli per i decoratori, menzionati nei manuali dei colori e nei prezzari storici pubblicati<br />

dalle amministrazioni comunali in Italia dalla metà dell’800 agli inizi del Novecento, compaiono la<br />

Terra gialla, il Latte di calce di Casale, la Tinta gialla di color di paglia, la Tinta gialla di color di<br />

pietra, la Tinta gialla nanchina, la Tinta gialla pallida, la Tinta gialla cotogna ecc.<br />

Per avere notizie precise sui colori impiegati per la decorazione delle facciate in Italia, dalla fine del<br />

‘700 alla metà del ‘900, occorre fare riferimento ai documenti d’archivio, dove vengono menzionati<br />

nei capitolati d’appalto di opere pubbliche e private e che da noi sono stati pubblicati nel corso di<br />

questi ultimi 30 anni, all’interno di ricerche sui colori di alcune regioni e città italiane, sotto forma<br />

di “dizionari dei colori” storici..<br />

Nel nostro Dizionario dei colori della Liguria, ad esempio, il giallo compare in forma generica o<br />

declinata variamente (Giallo chiaro, Giallo scuro, Canarino , Canarino chiaro, Canarino leggiero,<br />

Canarino più forte Giallo croceo [Giallo zafferano, n.d.r.], Giallo paglierino ) oppure riferito ad un<br />

pigmento particolare (Giallo terra di Siena, Terra gialla , Giallo terra di Siena più intenso) o a un<br />

materiale costruttivo per lo più locale, almeno in origine (<strong>Colore</strong> di pietra di Finale leggiero,<br />

Giallognolo pallido che imiti la pietra di Finale, Arenino di Viareggio di colore giallognolo, Finta<br />

pietra di colore giallo, Pietra giallo chiara di Vicenza, Finto marmo di giallo di Verona, Giallo di<br />

Verona, Giallo color cemento ecc.).<br />

Nel Dizionario dei colori del Piemonte, il giallo compare ugualmente in forma generica (Giallo<br />

Piemonte), ma anche declinato variamente in Bianco giallognolo, Canarino, Canarino caricato,<br />

Canarino chiaro, Canarino pallido, Giallastro, Gialletto, Gialletto tendente al verdiccio,<br />

Gialliccio, Gialliccio ammorzato, Gialliccio chiaro, Gialliccio mischiato di verde, Gialliccio<br />

pallido, Gialliccio rossigno, Giallignolo, Giallignolo chiaro, Giallino, Giallino chiaro, Giallo,<br />

Giallo canarino, Giallo canarino chiaro, Giallo canerino, Giallo chiaro, Giallo chiaro bronzato,<br />

Giallo chiaro canarino, Giallo chiaro nanchino, Giallo chiaro pagliarino, Giallo finto oro, Giallo<br />

grigio, Giallo leggero, Giallo legno, Giallo mischiato con terra ombra chiaro, Giallo mischiato di<br />

verde, Giallo oro, Giallo oscuro, Giallo paglierino pallido, Giallo pallido, Giallo rinforzato, Giallo<br />

verdiccio chiaro, Giallognolo, Giallognolo ammorzato, Giallognolo carico, Giallognolo<br />

chiarissimo, Giallognolo chiaro, Giallognolo chiaro ammorzato, Giallognolo chiaro ammorzato<br />

con terra d’ombra, Giallognolo detto molera, Giallognolo leggero, Giallognolo non tanto chiaro,<br />

Giallognolo oscuro, Giallognolo smorzato, Giallognolo [Tinta leggera], Giallolino chiaro, Molera,<br />

Molera chiaro, Molera scuro, Nanchino, Nanchino chiaro, Nanchino oscuro, Nankin, Nankin clair,<br />

Nankino, Nankino pallido, Ocra gialla dorata, Oro, Oro [Finto] , Oro chiaro, Oro matto, Oro<br />

scuro, Pagliarino, Pagliarino chiaro, Pagliarino molto chiaro, Pagliericcio, Paglierino, Paglierino<br />

chiaro, Petit jaune, Terra di ombra dilungata con giallo, Terra gialla, Terra gialla di Roma, Terreo<br />

giallino, Verde giallo ecc.).<br />

Nel Dizionario dei colori di Torino, il giallo compare in modo ancora più ossessivo, anche se il<br />

termine Giallo Torino non compare in alcun documento d’archivio, ma appartiene solo alla sfera<br />

dell’immaginario collettivo e verrà citato solo in qualche caso in documenti del Secondo<br />

Dopoguerra. I colori gialli citati nei documenti reperiti nell’Archivio Storico della Città di Torino,<br />

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tra la seconda metà del ‘700 e la metà dell’800, sono i seguenti: Bianco con terra gialla chiara<br />

d’Inghilterra, Bianco giallognolo, Canarino, Canarino caricato, Canarino chiaro, Canarino<br />

pallido, Gialdolino, Gialdolino chiaro, Gialletto, Gialletto tendente al verdiccio, Gialliccio chiaro,<br />

Gialliccio pallido, Gialliccio rossigno, Giallino chiaro, Giallo, Giallo chiaro, Giallo cromo, Giallo<br />

oscuro, Giallo paglierino, Giallognolo, Giallognolo chiaro, Giallognolo detto molera, Giallognolo<br />

non tanto chiaro, Latte di calce giallognolo, Molera, Molera chiaro, Molera oscuro, Molera scuro,<br />

Nanchino, Nanchino chiaro, Nanchino oscuro, Nankin, Nankin carico, Nankino, Nankino pallido,<br />

Nanchino pallido mischiato con giallo, Ocra gialla dorata, Oro, Pagliericcio, Pagliarino,<br />

Pagliarino chiaro, Pagliarino molto chiaro, Paglierino chiaro, Petit jaune, Terra gialla di Roma,<br />

Terreo giallino, Tinta gialla, Tinta gialdolina, Tinta galletta ecc.<br />

Come si può notare, il giallo torinese è associato ad altri colori (Bianco giallognolo, Gialletto<br />

tendente al verdiccio, Gialliccio rossigno, Giallo chiaro bronzato, Giallo grigio, Giallo legno,<br />

Giallo mischiato con terra ombra chiaro, Giallo finto oro ecc.). Sovente il giallo è qualificato come<br />

Canarino, Nanchino (un nome di colore derivante dalla moda), Paglierino ecc., e al solito declinato<br />

nelle più svariate tonalità. A volte, il giallo viene identificato con i materiali con cui è realizzato<br />

(Terra gialla, Terra gialla di Roma, Ocra gialla dorata, Terreo giallino, Terra di ombra dilungata<br />

con giallo, Giallognolo detto molera, Molera chiaro, Molera scuro ecc.).<br />

In architettura, nel caso dei colori degli interni, i gialli possono rivaleggiare con gli esterni. Nella<br />

ricerca da noi svolta negli anni ’80 per il Ministero della Cultura Francese sui restauri della Villa<br />

Medici, su circa 800 nomi di colori menzionati nei documenti d’archivio, è stata reperita infatti una<br />

sessantina di nomi di colori gialli, contro la cinquantina dei rossi, di vale la pena di riportare i più<br />

ricorrenti, per dare un’idea di come si possa scatenare la fantasia dei decoratori in un solo edificio,<br />

per quanto importante, in un arco di tempo di circa 150 anni, dal 1802, quando viene destinato<br />

all’Accademia di Francia, sotto la direzione del pittore Ingres, fino agli anni 1960, sotto la direzione<br />

del pittore Balthus. I gialli impiegati negli interni della Villa Medici sono i più svariati e alcuni<br />

vengono identificati con i pigmenti impiegati, riportati nei conti dei pittori e dei decoratori che li<br />

hanno applicati soprattutto negli interni, alcuni vengono identificati con i pigmenti impiegati, nei<br />

conti dei pittori e dei decoratori che li hanno applicati (Terra gialla, Tinta canaria con orpimento e<br />

giallo cromo, Giallo santo, Giallo di Siena, Tinta gialla e rosso inglese, Terra gialla scura, Giallo<br />

indiano ecc.). In altri casi, i gialli vengono identificati con riferimento ai materiali che si intende<br />

imitare: sia che si tratti dei materiali lapidei (Pietra giallo di Siena, Bianco di marmo giallastro,<br />

Giallo antico, Marmo giallo antico, Giallo antico sbrecciato ecc.), oppure lignei (Giallo venato<br />

imitante il legno di abete ecc.), o metallici (Giallo bronzato, Bronzo dorato , Giallo oro ecc.). In<br />

altri casi, come per il Nanchino, i gialli fanno riferimento alla moda.<br />

<strong>Il</strong> Curioni, nel suo manuale della metà dell’800, L’Arte di fabbricare, riporta le ricette di ben cinque<br />

tinte gialle (Tinta gialla cotogna, Tinta gialla di color di paglia, Tinta gialla di color di pietra,<br />

Tinta gialla nanchina, Tinta gialla pallida) contro le tre dedicate al rosso.<br />

<strong>Il</strong> Giallo, nelle facciate, è pure presente nella verniciatura dei legni (Giallo legno, impiegato nela<br />

verniciatura dei serramenti tra la fine dell’800 e gli inizi del Novecento, per imitare il colore<br />

naturale del legno).<br />

Pur essendo quasi assente nei ferri, nel caso dell’architettura ordinaria, il giallo è stato utilizzato per<br />

imitare il colore Oro nei cancelli, nelle cancellate di palazzi nobili, nelle cornici degli interni ecc.<br />

Nell’architettura degli interni, il giallo, che domina negli esterni, si divide equamente con altri<br />

colori meno presenti negli esterni , come il verde, l’azzurro, il rosso, il bianco ecc.<br />

Nell’architettura del ferro dell’800, la policromia, ispirata alle scoperte archeologiche di Hittorff<br />

sulla colorazione del Tempio di Selinunte, viene applicata a tutta una serie di opere. Basti pensare,<br />

ad esempio, alla decorazione del Palazzo di Cristallo per l’Esposizione di Londra del 1851,<br />

concepita dal grande colorista Owen Jones sulla base dei colori primari, tra cui ovviamente il<br />

Giallo, applicato alle parti prominenti, per esaltarne la forma. Grazie al successo del Crystal Palace,<br />

i colori primari vengono estesi alle stazioni ferroviarie dell’epoca e agli attrezzi agricoli, molti dei<br />

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quali già esposti nel Crystal Palace del 1851 spiccano per i colori vivaci, la cui tradizione peraltro<br />

perdura tuttora .<br />

<strong>Il</strong> giallo, da solo, non ha stimolato in modo particolare l’architettura moderna mentre, associato con<br />

altri colori puri, ha trovato una collocazione particolare. Basti pensare alle facciate dei quartieri<br />

berlinesi di Bruno Taut, tra cui l’Onkel Tom Viertel, dove il giallo è interfacciato con gli altri colori,<br />

come avviene del resto, a un livello più evidente, nelle facciate delle Unités d’Habitation di Le<br />

Corbusier a Marsiglia o a Nantes). Nelle “tastiere dei colori” (color keyboards) impiegati da Le<br />

Corbusier, dal 1931 al 1959, ricostruite da Arthur Rüegg nel 1997, il giallo compare declinato in<br />

quattro tonalità (Avorio, Ocra gialla chiara, Terra di Siena chiara e Giallo vivo).<br />

Nell’architettura contemporanea, il giallo non ha lasciato segni particolari, anche se nel 1980-83<br />

Norman Foster ha caratterizzato con questo colore la struttura del Renault Distribution Center di<br />

Swindon.<br />

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elenco delle illustrazioni proposte<br />

1. Giallo primario<br />

2. Giallo Torino<br />

3. Giallo banana<br />

4. Giallo limone<br />

5. Giallo Crystal Palace<br />

6. Giallo oro<br />

7. Giallo semaforo<br />

8. Giallo zucca<br />

9. Giallo doré<br />

10. Terra gialla di Verona.<br />

11. Giallo ossido<br />

<strong>Il</strong> “Giallo primario” nella manualistica dei colori


La Piazza San Carlo a Torino dipinta “Giallo Torino”, come tutta la parte monumentale di Torino,<br />

poi ripristinata con il colore originario settecentesco, con il Piano del <strong>Colore</strong> del 1978.<br />

“Giallo limone” e “Giallo banana”


Sintesi del progetto di colorazione del Palazzo di Cristallo per l’Esposizione di Londra del 1851, concepito da Owen<br />

Jones sulla base dei colori primari separati da filetti bianchi: il ruolo del “Giallo Crystal Palace” è quello di esaltare le<br />

parti prominenti


Medaglioni colore “Giallo oro”, inseriti nella recinzione colore bronzo del Palazzo Reale di Torino<br />

“Giallo semaforo”


“Giallo zucca”


“Giallo dorato”<br />

“Terra gialla”


“Giallo ossido”

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