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Appunti METALLOGRAFIA - ISIS NEWTON VARESE

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<strong>METALLOGRAFIA</strong><br />

(versione giugno 2001 – revisione dicembre 2002)<br />

<strong>Appunti</strong> ad esclusivo uso personale degli studenti del corso di Tecnologia Meccanica ed<br />

Esercitazioni tenuto dall’ing. Alberto Colombo presso ITIS <strong>VARESE</strong> – specializzazione<br />

meccanici.<br />

E’ vietato l’impiego diverso da quanto consentito dalla legge italiana sul copyright (n. 633/41 e succ. mod.)<br />

anche la presente pagina deve essere riprodotta nelle copie<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 1 di 14


<strong>METALLOGRAFIA</strong><br />

• Scelta del campione.<br />

• Taglio<br />

• Montaggio<br />

• Spianatura<br />

• Lucidatura<br />

• Attacco<br />

• Provino rappresentativo (tener conto dello scopo dell’esame)<br />

• Taglio frattura es. metalli duri e fragili<br />

taglio con mola elastica “troncatrice”<br />

L’utensile è costituito da una mola a disco flessibile molto sottile (≈ 2 mm) con<br />

φ 100 ÷200 mm.<br />

I dischi di troncatura sono costituiti da un legante nel quale è inserita una<br />

sostanza abrasiva. I leganti normalmente impiegati sono la gomma e la<br />

bachelite; agenti abrasivi sono l'ossido di alluminio Al2O3, carburo di silicio SiC<br />

o polvere di diamante. La qualità di taglio di un disco si determina dalla<br />

grossezza del grano dell'agente abrasivo, dalla sua forma e dalla sua<br />

distribuzione. La sua resistenza all'usura dipende dall'agglomerato. Il grano<br />

abrasivo, che perde la sua capacità di taglio per usura, deve distaccarsi durante il<br />

taglio; l'agglomerato deve rapidamente permettere che un nuovo grano abrasivo<br />

diventi operante. Un disco è considerato molle quando il suo agente abrasivo si<br />

distacca facilmente durante il taglio, ed è considerato duro quando è ben solidale<br />

all'agglomerato. I dischi teneri si usurano più rapidamente che quelli duri. Un<br />

disco opera nel modo più redditizio quando il grano abrasivo si distacca<br />

immediatamente dopo che ha perso la sua capacità di taglio.<br />

La troncatura è influenzata da molteplici fattori:<br />

a) La natura e la grossezza del grano abrasivo<br />

b) La durezza dell’agglomerato<br />

c) La durezza, le dimensioni e le caratteristiche del campione da tagliare.<br />

d) La forza con la quale il disco è premuto contro il campione<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 2 di 14


e) I1 tipo e la quantità del fluido da taglio<br />

f) La qualità e la condizioni della macchina operatrice. (Per es. vibrazioni,<br />

giochi)<br />

j) La correttezza del bloccaggio del campione.<br />

Occorre scegliere un disco che risponda alle seguenti caratteristiche, elencate<br />

per ordine dl importanza:<br />

- Capacità del disco di troncare rapidamente.<br />

- Capacità del disco di troncare una grande varietà di metalli.<br />

- Capacità del disco di resistere all'usura.<br />

Una regola generale per scegliere il disco più appropriato è:<br />

CAMPIONE DURO - DISCO DOLCE<br />

CAMPIONE DOLCE - DISCO DURO<br />

Normalmente il disco più duro assicurerà un taglio impeccabile per ogni tipo<br />

di materiale.<br />

Importante: per minimizzare l’alterazione della struttura occorre prestare<br />

attenzione nel non riscaldare il provino (utilizzare abbondante fluido da taglio<br />

– la troncatrice è predisposta per operare con considerevole flusso di fluido<br />

da taglio)<br />

Avanzamento del taglio: tanto più basso quanto più duro è il materiale da<br />

tagliare.<br />

Dischi da taglio per troncatrice MESOTOM (ditta Struers) – diametro foro 22 mm<br />

Tipo resina<br />

Per metalli durissimi (φ 235x1,5 mm) 01TRE<br />

Per acciai duri e per grandi sezioni (φ 235x1,5 mm) 02TRE<br />

Per metalli di media durezza e per uso generale<br />

03TRE<br />

(φ 235x1,5 mm)<br />

Per acciai teneri e per uso generale (φ 235x1,5 mm) 04TRE<br />

Per tubi (tutte le sezioni) e piccoli pezzi (φ 235x1,5 mm) 05TRE<br />

Per materiali non ferrosi (φ 235x1,5 mm) 06TRE<br />

Per tagli delicati (disco sottile) (φ 235x1,5 mm) 07TRE<br />

Per materiali ceramici o mineralogici (disco in diamante 08TRE<br />

Rimlock) (φ 200x1,5 mm)<br />

Per silicio, germanio, carburi sinterizzati, ecc. (disco in<br />

diamante di alta qualità, dimensioni su richiesta)<br />

09TRE<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 3 di 14


• Montaggio o inglobamento dei provini<br />

I provini vengono inglobati in resina termoindurente dovendo rispondere alle<br />

seguenti esigenze:<br />

a) impossibilità di “manipolare” il provino nel caso di piccole<br />

dimensioni<br />

b) esigenza di effettuare l’esame microscopico sui bordi del<br />

campione (rivestimenti elettrochimici, trattamenti termochimici di<br />

diffusione, …)<br />

c) utilizzo di impianti automatici di preparazione dei provini<br />

d) necessità di individuare facilmente il provino in esame (n°<br />

provino, n° protocollo, annotazioni, …)<br />

e) facilità di archiviazione.<br />

RESINE:<br />

- Polimerizzanti a freddo<br />

- Termoindurenti<br />

Polimerizzanti a freddo: resine poliesteri o epossidiche che sono trasparenti<br />

(soprattutto il primo tipo).<br />

La resina epossidica (che è liquida) per indurire deve essere addizionata a un<br />

induritore o polimerizzante in un preciso rapporto di peso. Si tratta pertanto di<br />

una “colata” per cui sono necessarie delle “forme” (normalmente boccole<br />

metalliche o “a perdere” di plastica) in cui mettere i provini e in cui versare la<br />

resina con l’induritore già miscelato.<br />

Metodo molto rapido e raccomandato quando si devono inglobare molti provini<br />

contemporaneamente.<br />

Inconveniente: la superficie libera non risulta piana né parallela alla superficie<br />

del provino. (inconveniente per misure di microdurezza)<br />

Termoindurenti (o anche termoplastiche: resine 1 – 2 – 3 ditta Struers): la<br />

polimerizzazione della polvere avviene con somministrazione di calore (≈ 140 -<br />

180 °C) e pressione.<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 4 di 14


Resine (ditta Struers)<br />

Per campioni resistenti al calore fino a 200 °C e a pressioni elevate<br />

Esigenza Tipo resina Caratteristiche<br />

Inglobamenti<br />

elettricamente<br />

conduttivi<br />

Inglobamenti<br />

elettricamente<br />

conduttivi<br />

Inglobamenti<br />

trasparenti come il<br />

vetro<br />

Ritenzione dei bordi 4<br />

Ritenzione dei bordi 5<br />

Esigenze speciali 6<br />

1<br />

2<br />

3<br />

Resina acrilica con polvere di ferro.<br />

Termoplastica. Per metalli non<br />

ramati. Utilizzare resina 3 per<br />

insolazione superficiale<br />

Resina acrilica con polvere di ferro.<br />

Termoplastica. Per metalli non<br />

ramati. Utilizzare resina 3 per<br />

insolazione superficiale<br />

Resina acrilica trasparente.<br />

Termoplastica. Superficie isolata<br />

elettricamente per resine 1 e 2<br />

Resina dialylftalato con fibre di<br />

vetro. Termoindurente. Utilizzare<br />

resina 6 a completamento<br />

Resina epossidica con minerali.<br />

Termoindurente. Utilizzare resina 6<br />

a completamento<br />

Utilizzando le Resine 4 e 5 lubrificare i pistoni con la Polvere di Ingrassaggio<br />

Resina fenolica (bachelite).<br />

Termoindurente. Prezzo modico.<br />

Resina per completare le resine 4 e 5<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 5 di 14


Dati indicativi per inglobamento – temperatura 170 °C<br />

Diametro<br />

cilindro<br />

30 mm<br />

/1¼”<br />

Quantità<br />

di resina<br />

[ml]<br />

20<br />

Tipo<br />

resina<br />

Durata<br />

riscald.<br />

[min]<br />

Durata<br />

raffredd.<br />

[min]<br />

Portata<br />

d’acqua<br />

[l/min]<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 6 di 14<br />

Forza<br />

[kN]<br />

1 5 2 abbondante 25<br />

2 5 2 abbondante 25<br />

3 8 4 ≈ 0,1 25<br />

4 7 3 abbondante 20<br />

5 4 3 abbondante 20<br />

6 7 3 abbondante 30<br />

Quantità di resina = un misurino piccolo e uno grande (secondo indicazioni ditta<br />

Struers)<br />

Per ottenere una buona qualità occorre rispettare le durate di riscaldamento e di<br />

raffreddamento<br />

Il cilindro ed il pistone devono essere esenti da residui di resina indurita.<br />

All’occorrenza la resina indurita può essere tolta con pasta diamantata e panno<br />

di lucidatura.<br />

Sui campioni a spigoli vivi occorre che la distanza verso la parete del cilindro<br />

sia almeno di 3 mm.<br />

L’inglobamento di pezzi piccoli si fa più facilmente versando prima una piccola<br />

quantità di resina nel cilindro, affondandovi il campione e completando infine<br />

con la resina mancante.


Per campioni cavi aumentare la durata di riscaldamento e la pressione.<br />

Tutti i campioni devono essere esenti da grasso e umidità.<br />

Nel caso di campioni sensibili ai cambiamenti di temperatura, occorre che la<br />

temperatura sia la più bassa possibile. In ogni caso si deve prolungare il tempo<br />

di riscaldamento.<br />

• Spianatura<br />

Permette di eliminare quasi tutte le alterazioni strutturali subite dal metallo<br />

durante il taglio (effettuata prima del montaggio con qualsiasi mezzo). In questa<br />

fase si conferisce una certa planarità alla superficie da esaminare.<br />

Quando il pezzo è montato o inglobato si effettua una smerigliatura o<br />

prelucidatura. In seguito si passa alla vera e propria lucidatura. Anche se non è<br />

poi tanto evidente il confine fra queste due fasi successive si descrivono<br />

separatamente la spianatura (smerigliatura e prelucidatura) e la lucidatura.<br />

Entrambe comunque servono ad asportare spessori di materiale sempre più<br />

sottili facendo uso di abrasivi via via più fini.<br />

Per la spianatura si usano carte o tele abrasive, a granulometria decrescente,<br />

disposte sul disco rotante di una levigatrice per campioni metallografici.<br />

La prima passata e quelle immediatamente successive vengono effettuate<br />

spostando manualmente il provino, con regolare movimento alternativo secondo<br />

una unica direzione in ciascuna fase.<br />

L'operazione viene eseguita in presenza di acqua corrente.<br />

- La pressione esercitata sul campione deve essere sufficiente a permettere con<br />

discreta rapidità l'asportazione del materiale senza apportare danneggiamenti<br />

alla superficie.<br />

- Nel passaggio da una carta all'altra bisogna lavare bene il campione in acqua<br />

corrente per togliere eventuali grani abrasivi della carta precedente che<br />

fossero rimasti ad esso attaccati e che andrebbero a contaminare la carta<br />

seguente; bisogna assolutamente evitare che ciò accada. (acqua, acqua con<br />

detergenti, ultrasuoni)<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 7 di 14


- Il moto impresso al provino deve essere mantenuto in una unica direzione<br />

per ciascuna fase, in modo che essa lasci rigature circa parallele.<br />

Ogni fase, per la quale si assume una direzione di spostamento a circa 90° dalla<br />

precedente, si può ritenere completata quando siano scomparse le rigature<br />

lasciate da questa.<br />

• Lucidatura<br />

Le ultime fasi di lucidatura vengono eseguite premendo il provino su panni, di<br />

tessuto senza peli, aderenti a dischi ruotanti, facilmente intercambiabili, sui quali<br />

è stato posto l'abrasivo (pasta diamantata 0,25 µm – 10 µm ).<br />

In questa fase si utilizza un fluido da taglio, di solito facilmente volatile.<br />

Il provino non viene mantenuto in posizione fissa ma gli si fa cambiare direzione<br />

con leggere rotazioni in modo da distribuire le rigature, qui molto più fini,<br />

in tutte le direzioni.<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 8 di 14


Diametro dei dischi 200 mm, velocità di rotazione di circa 150-300 giri/min.<br />

Anche per queste fasi è fondamentale il lavaggio intermedio onde evitare<br />

contaminazioni e, per lo stesso motivo, è importante che ciascun disco sia<br />

inconfondibilmente contrassegnato e distinto dagli altri e inoltre sia tolto e<br />

chiuso nella propria custodia prima che un altro venga tirato fuori.<br />

II segno di distinzione di solito è il colore del panno o di altro elemento.<br />

• Attacco<br />

Dopo la lucidatura, la superficie piana di una provetta metallica, osservata al<br />

microscopio, si presenta speculare e senza apprezzabili contrasti. In queste<br />

condizioni si possono osservare solamente alcuni particolari che presentano una<br />

colorazione propria diversa dal resto della massa metallica. (microincrinature o<br />

principi di corrosione, inclusioni non metalliche, strutture come la grafite).<br />

Scopo dell'attacco chimico è quello di evidenziare la struttura, ossia di<br />

permettere, attraverso un'azione selettiva, la differenziazione dei vari<br />

componenti cristallini della lega sia per la diversa intensità di corrosione degli<br />

stessi che per la diversa colorazione dei prodotti delle reazioni.<br />

Ponendo a contatto della superficie lucidata il reattivo chimico, sia la velocità di<br />

reazione (dissoluzione) che il prodotto della stessa dipendono dalla natura dei<br />

componenti, i quali, a parità di tempo, verranno attaccati più o meno. Si<br />

vengono così a creare, rispetto alla superficie originariamente piana, differenze<br />

di livello e di colorazione oltre che di orientamento delle microsuperfici.<br />

La superficie non è più completamente speculare. Solo alcuni cristalli (passivi<br />

rispetto al reagente di attacco) riflettono i raggi provenienti dalla sorgente<br />

luminosa nella stessa direzione in cui li rifletteva la superficie non attaccata. Gli<br />

altri cristalli invece li rifletteranno in varie direzioni con diversa dispersione e<br />

diverso assorbimento e quindi si osserveranno al microscopio zone<br />

caratterizzate da diversa luminosità e colorazione<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 9 di 14


Nei metalli a struttura monofasica (metalli puri, soluzioni solide omogenee)<br />

ciascun cristallo ha una orientazione degli omologhi piani cristallografici<br />

diversa dagli altri, mentre quella della superficie di taglio è unica per tutti, per<br />

cui l'azione del reattivo è diversa da cristallo a cristallo. Questi, sebbene siano<br />

tutti dello stesso colore, hanno una diversa tonalità dello stesso, a seconda<br />

dell'orientazione. Inoltre il reattivo è più attivo nei giunti dei grani, il cui<br />

contorno risulta fortemente evidenziato, e ciò sia per lo stato di dispersione<br />

colloidale delle impurezze che ivi si raccolgono, sia per lo stato di tensione<br />

dovuto all'addensarsi delle dislocazioni proprio in corrispondenza dei giunti.<br />

- Lavaggio preliminare:<br />

è bene far precedere all'attacco la sgrassatura della superficie, lavandola con un<br />

batuffolo di cotone idrofilo impregnato con una soluzione di lavaggio molto<br />

fluida e detergente.<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 10 di 14


- Scelta del reattivo:<br />

denominazione composizione attacco impiego<br />

picral<br />

nital<br />

acqua regia<br />

glicerinata<br />

(Vilella)<br />

picrato sodico<br />

ferrocianuro di<br />

potassio<br />

alcalino<br />

(Murakami)<br />

Acido picrico<br />

cristallizzato<br />

Alcool etilico al 95%<br />

Acido nitrico (densità<br />

1,4)<br />

Alcool etilico al 95%<br />

Acido nitrico (densità<br />

1,4)<br />

Acido cloridrico<br />

(densità 1,19)<br />

Glicerina bidistillata<br />

Acido picrico<br />

cristallizzato<br />

Soluzione al 25% di<br />

idrato sodico in acqua<br />

Ferrocianuro di<br />

potassio<br />

Idrato sodico<br />

Acqua distillata<br />

4 (3,2,1) g<br />

100 cm 3<br />

4 (3,2,1) cm 3<br />

100 cm 3<br />

10 cm 3<br />

30 cm 3<br />

30 cm 3<br />

Durata<br />

10 ÷120<br />

s<br />

Durata<br />

10 ÷120<br />

s<br />

Si usa su<br />

campione<br />

riscaldato<br />

in acqua<br />

bollente<br />

Per tutti gli acciai e<br />

le ghise ordinarie o<br />

debolmente legati.<br />

Mette in evidenza le<br />

strutture fini.<br />

Evidenzia i vari<br />

componenti<br />

strutturali e la<br />

disposizione dei<br />

grani. Annerisce la<br />

perlite, la sorbite, la<br />

kainite. Colora in<br />

bruno la martensite.<br />

Per tutti gli acciai e<br />

le ghise ordinarie o<br />

debolmente legati.<br />

Evidenzia i diversi<br />

costituenti strutturali<br />

e definisce il<br />

contorno dei grani.<br />

Distingue la ferrite<br />

dalla martensite.<br />

Evidenzia la perlite e<br />

la sorbite<br />

annerendole<br />

Per gli acciai<br />

inossidabili e le<br />

ghise non attaccabili<br />

dal nital e dal picral<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 11 di 14<br />

2 g<br />

100 cm 3<br />

10 g<br />

10 g<br />

100 cm 3<br />

Si usa<br />

bollente<br />

preparato<br />

di recente<br />

Durata<br />

5 ÷10<br />

min<br />

Si usa<br />

bollente<br />

preparato<br />

di recente<br />

Durata<br />

5 ÷10<br />

Per gli acciai<br />

ipereutettoidi. Per gli<br />

acciai legati specie<br />

se al tungsteno. Per<br />

gli acciai rapidi. Per<br />

le ghise. Colora la<br />

cementite e i carburi<br />

complessi<br />

Per gli acciai rapidi e<br />

per gli acciai al W.<br />

Per gli acciai speciali<br />

resistenti alla<br />

corrosione ed al<br />

calore e per tutti gli


cloruro<br />

rameico<br />

(Kalling)<br />

Unico (Cogne)<br />

HF 0,5<br />

percloruro di<br />

ferro<br />

Acido cloridrico<br />

Cloruro rameico<br />

cristallizzato<br />

Alcol etilico al 95%<br />

Acqua distillata<br />

Acido cloridrico<br />

Acido acetico glaciale<br />

Acido picrico<br />

cristallino<br />

Alcol etilico al 95%<br />

Acido fluoridrico<br />

Acqua distillata<br />

Cloruro ferrico<br />

Acido cloridrico<br />

(densità 1,19)<br />

Alcol etilico<br />

100 cm 3<br />

5 g<br />

100 g<br />

100 cm 3<br />

10 cm 3<br />

6 cm 3<br />

1 – 2 g<br />

100 cm 3<br />

0,5 cm 3<br />

99,5 cm 3<br />

19 g<br />

6 cm 3<br />

100 cm 3<br />

min acciai inossidabili.<br />

Per la ghisa<br />

ordinaria, per la<br />

ghisa grigia e per le<br />

ghise legate. Colora i<br />

carburi e i tungsturi<br />

degli acciai rapidi e<br />

la steatite nelle ghise<br />

Durata da<br />

pochi<br />

secondi a<br />

qualche<br />

minuto<br />

Durata<br />

10 ÷120<br />

s<br />

Per gli acciai legati.<br />

Per gli accai al Cr<br />

(particolarmente Cr<br />

> 5%). Per gli acciai<br />

austenitici e ferritici.<br />

Per le ghise da<br />

bonifica al Cr.<br />

Colora la ferrite<br />

lasciando inalterata<br />

la cementite<br />

Qualunque tipo di<br />

attacco<br />

Leghe alluminio<br />

Leghe del rame.<br />

Evidenzia i limiti dei<br />

grani e i cristalli β<br />

- Attacco e sue modalità<br />

L'attacco può essere eseguito per immersione. L'attacco a freddo si intende con<br />

il reattivo alla temperatura ambiente, mentre l'attacco a caldo si effettua con il<br />

reattivo riscaldato ad una certa temperatura, di solito quella di ebollizione.<br />

Oppure molto più semplicemente può essere ottenuto per bagnatura della<br />

superficie speculare del provino.<br />

Si depone un velo di reattivo sulla superficie, servendosi di una bacchetta di<br />

vetro da intingere nel reattivo.<br />

Il tempo d'attacco, per un dato reattivo, dipende dal materiale in esame, dal suo<br />

stato e da ciò che deve essere evidenziato.<br />

La durata dell'attacco è data approssimativamente da tabelle; comunque in<br />

genere si arresta l'attacco non appena si nota una diminuzione sensibile della<br />

lucentezza della superficie da osservare. Si può ottenere il grado ottimo<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 12 di 14


d'attacco in più stadi, seguendo, con successive osservazioni al microscopio, la<br />

progressione degli effetti.<br />

L'attacco deve essere uniforme su tutta la superficie del provino e di profondità<br />

tale da permettere una buona osservazione; in genere la penetrazione non deve<br />

essere superiore a 1,5 µm. Si devono evitare attacchi troppo forti e profondi in<br />

quanto potrebbe capitare che certi costituenti di minime dimensioni vengano<br />

alterati o addirittura asportati, determinando di conseguenza una variazione<br />

della struttura del materiale in esame e diminuendo la selettività.<br />

Con attacchi troppo prolungati si hanno corrosioni eccessive soprattutto ai<br />

bordi dei grani causando erronee interpretazioni sulla natura dei cristalli.<br />

- Lavaggio<br />

Si interrompe l’azione del reagente d’attacco ponendo la superficie attaccata<br />

sotto getto d'acqua corrente. Si può effettuare un successivo lavaggio con<br />

soluzioni detergenti, per rimuovere ogni residuo di reattivo anche nelle più<br />

piccole cavità e lungo i bordi dei cristalli impedendo il prolungarsi della sua<br />

azione. Un'eventuale patina che dovesse formarsi sulla superficie attaccata<br />

viene tolta mediante cotone idrofilo tenendo il provino sotto getto d'acqua.<br />

- Asciugatura<br />

Si effettua possibilmente con flusso d'aria calda (asciugacapelli). In alternativa<br />

si può effettuare con un panno morbido, cotone idrofilo, carta assorbente.<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 13 di 14


LTM - ITIS <strong>VARESE</strong> – esercitazioni di analisi metallografica<br />

Tecnologia Meccanica ed Esercitazioni Metallografia Pagina 14 di 14

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