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Ernest Hemingway Il ritorno del soldato T19 ON LINE

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PARTE TREDICESIMA <strong>Il</strong> fascismo, la guerra e la ricostruzione: dall’Ermetismo al Neorealismo<br />

CAPITOLO VIII <strong>Il</strong> romanzo e la novella in Europa e in America<br />

<strong>T19</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

[I quarantanove<br />

racconti]<br />

da E. <strong>Hemingway</strong>,<br />

I quarantanove racconti,<br />

Mondadori, Milano 1966.<br />

5<br />

10<br />

15<br />

20<br />

25<br />

30<br />

35<br />

40<br />

<strong>Ernest</strong> <strong>Hemingway</strong><br />

<strong>Il</strong> <strong>ritorno</strong> <strong>del</strong> <strong>soldato</strong><br />

1 metodista: il metodismo è una setta protestante, ispirata<br />

a principi di grande rigore morale.<br />

2 Nel 1917...1919: Krebs parte all’entrata degli Stati Uniti<br />

nella I guerra mondiale, combatte in Germania, presso<br />

il Reno, e torna a guerra terminata.<br />

3 C’è una foto...non si vede: attraverso un essenziale richiamo<br />

di particolari, <strong>Hemingway</strong> suggerisce l’assenza di<br />

Questo racconto riflette l’esperienza <strong>del</strong> primo dopoguerra. Un reduce ritorna a casa dopo aver perduto<br />

ogni illusone e ogni speranza, opaco, privo di sentimenti, rassegnato a una vita tranquilla e ripetitiva. La<br />

scrittura ne segue la prospettiva, mostrandone pensieri e sensazioni con puntuale immediatezza. Le frasi<br />

sono brevi, asciutte, incisive, senza fronzoli e senza vezzi letterari.<br />

Prima d’andare in guerra Krebs era stato in collegio metodista 1 <strong>del</strong> Kansas. C’è una foto che ce lo mostra<br />

in mezzo ai suoi compagni di scuola, tutti col medesimo colletto, alto e dritto. Nel 1917 si arruolò<br />

coi Marines e non tornò negli Stati Uniti che quando fece <strong>ritorno</strong> dal Reno la seconda divisione, nell’estate<br />

<strong>del</strong> 1919. 2<br />

C’è una foto che ce lo mostra sul Reno con due ragazze tedesche e un altro caporale. Krebs e l’altro<br />

caporale hanno la divisa troppo stretta per loro. Le due ragazze tedesche non sono molto belle. <strong>Il</strong><br />

Reno nella foto non si vede. 3<br />

Quando Krebs ritornò alla sua città nell’Oklahoma i festeggiamenti agli eroi erano già finiti. Egli<br />

era tornato troppo tardi. Al loro <strong>ritorno</strong> tutti i reduci erano stati festeggiati con molto impegno. C’era<br />

stato parecchio isterismo. Poi era cominciata la reazione. Pareva che la gente giudicasse piuttosto<br />

ridicolo per Krebs tornare così tardi, anni dopo la fine <strong>del</strong>la guerra. 4<br />

Dapprima Krebs, che era stato al bosco di Belleau, a Soissons, nello Champagne, a St. Michel e nelle<br />

Argonne 5 non aveva nessuna voglia di parlare <strong>del</strong>la guerra. In seguito sentì il bisogno di parlarne<br />

ma nessuno voleva starlo a sentire. La sua città aveva udito già troppo racconti di atrocità per poter<br />

rabbrividire ancora. Krebs scoprì che per essere ascoltato doveva raccontare bugie, e dopo che ne ebbe<br />

raccontate un paio, provò anch’egli disgusto per la guerra e i discorsi sulla guerra; un disgusto per<br />

tutto quello che gli era accaduto in guerra, a causa <strong>del</strong>le bugie che aveva raccontate; tutti i momenti<br />

ripensando ai quali si sentiva dentro fresco e limpido; tutti i momenti ormai lontani in cui aveva fatto<br />

con facilità e naturalezza quel che un uomo deve fare, mentre avrebbe potuto fare qualcos’altro perdevano<br />

la loro fresca preziosa qualità ed erano anch’essi perduti 6<br />

Le sue bugie erano bugie insignificanti e consistevano nell’attribuire a se stesso cose che altri uomini<br />

avevano veduto, fatto o sentito raccontare, e nel dare come fatti positivi certi episodi apocrifi 7<br />

noti a tutti i soldati. Al biliardo nemmeno le sue bugie facevano impressione. I suoi amici, che avevano<br />

già udito storie particolareggiate di donne tedesche trovate incatenate alle mitragliatrici nella foresta<br />

<strong>del</strong>le Argonne e che per ragioni patriottiche non sapevano interessarsi di mitraglieri tedeschi<br />

non incatenati, non rabbrividivano più alle sue storie.<br />

Krebs si sentì nauseato di tutte le bugie, e, quando di tanto in tanto incontrava a un ballo un altro<br />

che era stato <strong>soldato</strong>, chiacchierando con lui per pochi minuti al guardaroba si abbandonava alla facile<br />

posa <strong>del</strong> vecchio <strong>soldato</strong> in mezzo ad altri soldati, di quello che ha sempre avuto una terribile maledetta<br />

paura. In questo modo perse tutto. 8<br />

A quel tempo, era estate inoltrata, egli restava a letto fino a tardi, si alzava e a piedi scendeva in città,<br />

andava in biblioteca a prendere un libro, pranzava a casa, leggeva sotto il portico finché si annoiava,<br />

poi traversava la città per andare a passare le ore più calde nella fresca penombra <strong>del</strong>la sala dei biliardi.<br />

Gli piaceva giocare a biliardo.<br />

Di sera si esercitava un po’ a suonare il clarinetto, usciva a fare quattro passi, leggeva e andava a<br />

letto. Per le sue due sorelle egli era ancora un eroe. Sua madre gli avrebbe portato la colazione a letto,<br />

se egli avesse voluto. Spesso entrava in camera quando egli era a letto e gli chiedeva di raccontarle<br />

qualcosa <strong>del</strong>la guerra, ma subito si distraeva. Suo padre non contava. 9<br />

Prima che Krebs andasse in guerra non gli era mai permesso usare l’automobile di casa. <strong>Il</strong> padre<br />

si occupava di affari di terreni e voleva sempre la macchina a disposizione per condurre i clienti in<br />

campagna a vedere qualche pezzo di terreno. L’automobile stava sempre sul portone <strong>del</strong> palazzo <strong>del</strong>-<br />

qualunque dimensione eroica, e la pochezza <strong>del</strong>l’esperienza<br />

di Krebs.<br />

4 Quando Krebs...guerra: il protagonista è escluso dalla<br />

storia ufficiale e dalle sue celebrazioni.<br />

5 al bosco...nelle Argonne: sono località sul fronte francese.<br />

6 Krebs scoprì...erano perduti: Krebs vive un processo di<br />

estraniazione da sé, in cui perde la verità <strong>del</strong>le proprie<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

1<br />

esperienze ma neppure si identifica nelle bugie che racconta<br />

(cfr. n. 8).<br />

7 come fatti...apocrifi: come fatti reali certi episodi inventati.<br />

8 In questo modo...tutto: cioè non riuscì più a conservare<br />

il senso <strong>del</strong>la sua storia.<br />

9 A quel tempo...non contava: l’asciuttezza <strong>del</strong>la *paratassi<br />

mostra l’insensatezza <strong>del</strong>la vita quotidiana.


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<strong>T19</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

10 First National Bank: Prima Banca Nazionale.<br />

11 feudi: rapporti di dipendenza: *metafora.<br />

12 camicette...all’olandese: camicette [strette] in vita, con<br />

grandi collettoni (risvolti) alla olandese. È la moda sportiva<br />

dei primi anni Venti.<br />

13 Non gli piacevano...senza complicazioni: la secchezza<br />

<strong>del</strong>le negazioni sottolinea il *nichilismo disincantato di<br />

<strong>Ernest</strong> <strong>Hemingway</strong> ~ <strong>Il</strong> <strong>ritorno</strong> <strong>del</strong> <strong>soldato</strong><br />

la First National Bank 10 dove il padre di Krebs aveva un ufficio al secondo piano. Ora, dopo la guerra,<br />

era sempre la stessa automobile.<br />

Niente era mutato in città, tranne che le ragazze erano diventate grandi. Ma esse vivevano in un<br />

così complicato mondo di ben definite alleanze e mutevoli feudi 11 che Krebs non si sentiva il coraggio<br />

né l’energia di intromettersi. Gli piaceva guardarle, però. C’erano tante ragazze carine. La maggior<br />

parte portavano i capelli corti. Quando Krebs era andato via, soltanto le bambine e le ragazze allegre<br />

portavano i capelli corti. Esse portavano maglioni e camicette a vita con ampi risvolti all’olandese.<br />

12 Era un mo<strong>del</strong>lo unico. A Krebs piaceva dal portico di casa guardarle passare sull’altro lato <strong>del</strong>la<br />

strada. Gli piaceva guardare passeggiare sotto l’ombra degli alberi. Gli piacevano quei risvolti all’olandese<br />

che ricadevano sopra i maglioni. Gli piacevano le calze di seta e le scarpe senza tacchi. Gli piacevano<br />

quei capelli corti e quel modo di camminare.<br />

Quando si trovava in città, le ragazze non lo attiravano molto. Non gli piacevano quando le vedeva<br />

nella gelateria <strong>del</strong> greco. In fondo non le desiderava. Erano troppo complicate. C’era qualcos’altro.<br />

Vagamente desiderava una ragazza ma non voleva far fatica. Gli sarebbe piaciuto avere una ragazza,<br />

ma non avrebbe voluto sprecare troppo tempo per conquistarla. Non voleva intrighi e diplomazia.<br />

Non voleva dover dire altre bugie. Non ne valeva la pena.<br />

Non voleva complicazioni. Non voleva avere mai più complicazioni. Voleva continuare la propria vita<br />

senza complicazioni. 13 In fondo, poi, non aveva nemmeno bisogno di avere una ragazza. L’aveva imparato<br />

sotto le armi. Bastava darsi le arie di aver bisogno di una ragazza. Quasi tutti lo facevano. Ma non<br />

era vero. In realtà di ragazze non avevate bisogno. Questa era la cosa strana. Cominciava uno a dire che<br />

le ragazze non significavano niente per lui, che egli non sapeva che farsene <strong>del</strong>le ragazze, che esse non<br />

avrebbero mai potuto interessarlo. Allora un altro diceva che non poteva continuare a vivere senza ragazze,<br />

che aveva bisogno di averne sempre, che non poteva andare a dormire senza una ragazza.<br />

Erano bugie tutte e due. Di ragazze in realtà non avevate bisogno a meno che ci pensaste. Aveva<br />

imparato questo sotto le armi. Allora presto o tardi ve ne capita una. Quando siete realmente maturo<br />

per una ragazza, la ragazza vi capita. Non c’era da stare in pensiero. Presto o tardi capita. Krebs l’aveva<br />

imparato sotto le armi. 14<br />

Ora una ragazza gli avrebbe fatto piacere se fosse venuta a lui ma senza parlare. 15 Ma qui a casa tutto<br />

era troppo complicato. Egli sapeva che non avrebbe più sopportato tutte quelle storie. Non ne valeva<br />

la pena. Con le tedesche e con le francesi era diverso. Non c’era da parlare. Non si poteva e non<br />

ce n’era bisogno. Era molto semplice e si era amici. Pensò alla Francia, poi alla Germania. In definitiva<br />

gli era piaciuta di più la Germania. Non avrebbe voluto tornare a casa. Pure, era tornato. Sedeva<br />

sotto il portico.<br />

Gli piacevano le ragazze che passeggiavano sul lato opposto <strong>del</strong>la strada. Gli piaceva il loro aspetto<br />

più di quello <strong>del</strong>le ragazze francesi e tedesche. Ma il mondo in cui esse vivevano non era il suo.<br />

Avrebbe voluto averne una. Ma non ne valeva la pena. Erano un così bel mo<strong>del</strong>lo. <strong>Il</strong> mo<strong>del</strong>lo gli piaceva,<br />

lo eccitava. Ma non avrebbe sopportato il fatto di dover parlare. Non ne desiderava nessuna in<br />

modo abbastanza forte. Gli piaceva starle a guardare, però. Non ne valeva la pena, ora che le cose tornavano<br />

a mettersi per il meglio. Sedeva sotto il portico leggendo un libro sulla guerra. Era una storia<br />

ed egli leggeva tutto quel che riguardava le operazioni a cui aveva partecipato. Era la cosa più interessante<br />

che avesse mai letto. Avrebbe voluto che ci fossero più cartine.<br />

Pensava con piacere che avrebbe potuto leggere tutte le storie ben fatte quando sarebbero state<br />

pubblicate con buone cartine particolareggiate. Ora davvero imparava cos’era la guerra. Egli era stato<br />

un buon <strong>soldato</strong>, e la cosa aveva la sua importanza. 16<br />

Una mattina dopo un mese dal suo <strong>ritorno</strong> sua madre entrò in camera sua e si sedette sul letto, lisciandosi<br />

il grembiule.<br />

«Stanotte» disse «ho parlato con tuo padre, Harold, e tuo padre ha intenzione di lasciarti prendere<br />

l’automobile, di sera».<br />

«Sì?» Krebs disse, non ancora sveglio bene. «Prendere l’automobile?».<br />

Krebs.<br />

14 In fondo poi...sotto le armi: qui e di seguito, le frequenti<br />

ripetizioni riproducono uno stanco monologo interiore<br />

e sono omologhe alla ripetitività <strong>del</strong>la vita di Krebs.<br />

15 ma senza parlare: il rifiuto <strong>del</strong>la parola, motivato con il disgusto<br />

per le bugie inventate sulla guerra, è un altro segno<br />

di *nichilismo. Krebs infatti non riconosce la perso-<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

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na che ha di fronte e cancella con il silenzio la sua stessa<br />

storia.<br />

16 Sedeva sotto il portico...importanza: la guerra si fissa<br />

nell’immaginario di Krebs come l’unico evento rilevante<br />

<strong>del</strong>la sua vita. Eppure egli se ne riappropria dall’esterno<br />

(dal libro, parte di una vasta letteratura di consumo) anziché<br />

dall’interno e dai propri ricordi.


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<strong>T19</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

17 Hare: diminutivo di Harold.<br />

18 bello: fidanzato.<br />

19 Ah, Hare...giocare: il dialogo non è *mimetico, ma stiliz-<br />

<strong>Ernest</strong> <strong>Hemingway</strong> ~ <strong>Il</strong> <strong>ritorno</strong> <strong>del</strong> <strong>soldato</strong><br />

«Sì. Tuo padre aveva pensato già da molto tempo che tu dovresti prendere l’automobile di sera<br />

quando lo desideri, ma ne abbiamo parlato solo stanotte».<br />

«Scommetto che sei stata tu a cominciare il discorso». disse Krebs.<br />

«No. Tuo padre ha voluto parlarne».<br />

«Scommetto che sei stata tu». Krebs si mise a sedere in mezzo al letto.<br />

«Vieni giù a far colazione, Harold?» la madre disse.<br />

«Appena vestito, scendo» disse Krebs.<br />

La madre uscì, e Krebs mentre si lavava e si vestiva la udiva da basso che friggeva qualcosa. Mentre<br />

stava facendo colazione sua sorella portò la posta<br />

«Ciao, Hare» 17 disse «dormiglione. Come mai ti sei alzato?».<br />

Krebs la guardò. Gli piaceva. Era la migliore <strong>del</strong>le sorelle. «Hai il giornale?» domandò.<br />

La sorella gli porse il Kansas City Star ed egli ruppe la fascetta scura e lo aprì alla pagina <strong>del</strong>lo sport.<br />

Poi lo piegò e se lo pose davanti appoggiandolo alla brocca <strong>del</strong>l’acqua e tenendolo fermo col piatto<br />

<strong>del</strong>la crema di grano, in modo da poter leggere mentre mangiava.<br />

«Harold» disse la madre dalla porta <strong>del</strong>la cucina, «Harold, per piacere, non sciupare il giornale.<br />

Tuo padre non può leggerlo quando è sciupato».<br />

«Non lo sciupo» disse Krebs.<br />

La sorella sedette a tavola e lo guardava leggere.<br />

«Oggi pomeriggio giochiamo a baseball a scuola» disse. «Io batto la palla».<br />

«Brava» disse Krebs. «Come va la vecchia squadra?».<br />

«Io gioco meglio di tanti ragazzi. Insegno quello che tu hai insegnato a me. Le altre ragazze non<br />

sono molto brave».<br />

«Sì!», disse Krebs.<br />

«Alle altre dico che tu sei il mio bello. 18 Non sei il mio bello, Hare?».<br />

«Come no?».<br />

«Non può tuo fratello essere il tuo bello solo perché è tuo fratello?».<br />

«Non saprei».<br />

«Sì che lo sai. Non potresti essere il mio bello, Hare, se io fossi grande e se tu volessi?».<br />

«Sicuro. Tu sei la mia ragazza, ora».<br />

«Davvero sono la tua ragazza?».<br />

«Sicuro?».<br />

«E mi ami?».<br />

«Uh, uh».<br />

«Mi amerai sempre?».<br />

«Sicuro».<br />

«Vieni a vedermi giocare a baseball?».<br />

«Può darsi».<br />

«Ah, Hare tu non mi ami. Se mi amassi verresti a vedermi giocare». 19<br />

La madre di Krebs entrò in sala da pranzo dalla porta <strong>del</strong>la cucina. Recava un piatto con due uova<br />

fritte e una fetta di prosciutto, e un piatto con un dolce di saggina. 20<br />

«Esci un momento, Helen» disse. «Debbo parlare con Harold».<br />

Posò le uova e il prosciutto davanti al figlio e mise in tavola una bottiglia di sciroppo per il dolce.<br />

Poi sedette dall’altro lato <strong>del</strong> tavolo di fronte a Krebs.<br />

«Vorrei che tu mettesi via un minuto quel giornale, Harold» disse.<br />

Krebs prese il giornale e lo piegò.<br />

«Hai deciso che cosa vuoi fare, Harold?» la madre domandò togliendosi gli occhiali.<br />

«No» disse Krebs.<br />

«Non credi che sia ora?». Ma non diceva questo con intenzione. Sembrava in pensiero.<br />

«Non ci ho mai pensato» disse Krebs.<br />

«Iddio assegna a ciascuno il suo lavoro» disse la madre. «Non ci possono essere mani inoperose<br />

nel Suo Regno».<br />

zato in una sintassi elementare che rivela l’insignificanza<br />

<strong>del</strong> quotidiano. Nell’assenza di rapporti con il mondo<br />

esterno, a un rapporto amoroso sano è sostituito un gio-<br />

co incestuoso, anche se in realtà innocuo.<br />

20 saggina: una graminacea.<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

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21 Iddio...Krebs disse: la madre esprime il valore protestante<br />

(e tipicamente americano) <strong>del</strong> lavoro come realizzazione<br />

<strong>del</strong>l’individuo di fronte non solo alla società, ma a Dio.<br />

Krebs si dichiara estraneo sia a quest’ordine sociale sia<br />

alla vita stessa (il Regno di Dio).<br />

22 Charley...comunità: è il mo<strong>del</strong>lo di vita statunitense, in<br />

cui la ricerca <strong>del</strong> vantaggio individuale è già da subito<br />

<strong>Ernest</strong> <strong>Hemingway</strong> ~ <strong>Il</strong> <strong>ritorno</strong> <strong>del</strong> <strong>soldato</strong><br />

«Io non sono nel Suo Regno» Krebs disse. 21<br />

«Siamo tutti nel Suo regno».<br />

Krebs si sentì imbarazzato e irritato come sempre.<br />

«Sono stata tanto in pensiero per te, Harold» la madre continuò. «So le tentazioni alle quali devi<br />

esser stato esposto; so che gli uomini sono deboli. Ricordo quel che il vostro povero nonno, mio padre,<br />

raccontava <strong>del</strong>la Guerra Civile, e ho pregato per te. Prego sempre per te, Harold, tutto il giorno».<br />

Krebs guardò nel piatto la fetta di prosciutto che s’induriva.<br />

«Anche tuo padre è in pensiero» la madre continuò. «Teme che tu abbia perduto ogni ambizione<br />

e che non abbia uno scopo preciso nella vita. Charley Simmons, che ha la tua età ha trovato un buon<br />

posto e sta per sposarsi. Tutti i ragazzi si sistemano, tutti si propongono qualcosa; capisci che ragazzi<br />

come Charley Simmons si preparano a diventare <strong>del</strong>le persone meritevoli di fronte alla comunità». 22<br />

Krebs non disse niente.<br />

«Non fare quella faccia, Harold» disse la madre. «Sai che ti vogliamo bene e che per il tuo bene io<br />

ti dico come stanno le cose. Tuo padre non vuole toglierti la tua libertà. Ti lascerà guidare la macchina.<br />

Anzi, se tu vorrai portare qualche bella ragazza a fare una passeggiata, ne saremo contentissimi.<br />

Vogliamo che tu ti diverta. 23 Ma devi sistemarti e metterti a lavorare, Harold. Poco importa a tuo padre<br />

che cosa sceglierai per cominciare. Ogni lavoro è onorevole, dice lui. Ma devi cominciare a fare<br />

qualcosa. Mi ha detto di parlarti stamane, così adesso puoi andarlo a trovare in ufficio».<br />

«E tutto?» disse Krebs.<br />

«Sì. Vuoi bene a tua madre?».<br />

«No», disse Krebs.<br />

La madre lo guardò attraverso la tavola. Gli occhi le luccicarono.<br />

Poi scoppiò a piangere.<br />

«Non voglio bene a nessuno» disse Krebs. 24<br />

Non serviva a niente. Non poteva dirglielo, non poteva farglielo capire. Era stato stupido dirlo. Le<br />

aveva soltanto fatto male. Le si avvicinò e la prese per un braccio. Ella piangeva col capo tra le mani.<br />

«Non volevo dire questo» disse Krebs. «Ero arrabbiato per qualche cosa. Non volevo dire che non<br />

ti voglio bene».<br />

La madre continuava a piangere. Krebs le mise il braccio sulle spalle.<br />

«Non mi credi, mamma?».<br />

La madre scosse il capo.<br />

«Per piacere, mamma. Per piacere, credimi».<br />

«Bene» disse la madre con voce soffocata. Alzò lo sguardo su di lui. «Ti credo, Harold».<br />

Krebs la baciò sui capelli. Ella gli porse la faccia.<br />

«Sono la tua mamma» disse. «Ti ho tenuto stretto sul mio cuore quand’eri piccolo».<br />

Krebs si sentì male, vagamente nauseato.<br />

«Lo so, mammina» disse. «Voglio cercare di essere un bravo ragazzo per te». 25<br />

«Vuoi inginocchiarti e pregare con me, Harold?», disse la madre.<br />

S’inginocchiarono presso la tavola e la madre di Krebs pregò.<br />

«Ora prega tu, Harold» disse.<br />

«Non posso» disse Krebs.<br />

«Prova, Harold».<br />

«Non posso».<br />

«Vuoi che preghi io per te?».<br />

«Sì».<br />

Così la madre pregò per lui, poi si alzarono e Krebs baciò la madre ed uscì. Egli aveva cercato d’impedire<br />

alla sua vita di diventare complicata. Pure, nulla di tutto quello lo aveva commosso. Gli era dispiaciuto<br />

per sua madre ed era stato costretto a mentire. Adesso sarebbe andato a Kansas City a trovarsi<br />

un posto e lei sarebbe stata contenta e soddisfatta. Ci sarebbe stata un’altra scena prima <strong>del</strong>la sua par-<br />

un merito di fronte alla collettività.<br />

23 Tuo padre...ti diverta: anche il divertimento rientra nell’ordine<br />

sociale. <strong>Il</strong> corteggiamento <strong>del</strong>le ragazze, con il<br />

beneplacito <strong>del</strong>la famiglia, prepara infatti il matrimonio.<br />

24 «Sì. Vuoi bene...disse Krebs: è il momento di massima affermazione<br />

<strong>del</strong> *nichilismo di Krebs, che non si esprime<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

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in una rivolta anarcoide, ma nel rifiuto passivo.<br />

25 «Sono la tua mamma... per te».: di fronte al patetismo e<br />

alla retorica <strong>del</strong>la madre, Krebs prova la stessa nausea<br />

che provava di fronte alle bugie sulla guerra. Dopo di essa,<br />

egli vede il suo mondo come inautentico, persino nelle<br />

sue manifestazioni apparentemente più dirette (l’affetto<br />

materno).


PARTE TREDICESIMA <strong>Il</strong> fascismo, la guerra e la ricostruzione: dall’Ermetismo al Neorealismo<br />

CAPITOLO VIII <strong>Il</strong> romanzo e la novella in Europa e in America<br />

esercizi<br />

Analizzare e interpretare<br />

1<br />

<strong>T19</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

<strong>Ernest</strong> <strong>Hemingway</strong> ~ <strong>Il</strong> <strong>ritorno</strong> <strong>del</strong> <strong>soldato</strong><br />

tenza. All’ufficio di suo padre non sarebbe andato. Avrebbe lasciato perdere da quel lato. Voleva che la<br />

sua vita scorresse liscia. Aveva appena cominciato ad andare come doveva. Bene, quella almeno era una<br />

faccenda risolta. Ora sarebbe andato nel cortile <strong>del</strong>la scuola a vedere Helen giocare a baseball. 26<br />

26 Così la madre...a baseball: l’adeguamento ai doveri imposti dalla società americana alla fine si compie. Ma il fatto che Krebs vi si pieghi senza crederci<br />

ne rivela il carattere alienante.<br />

Rifletti sul punto di vista <strong>del</strong> narratore: questi ne sa di più o<br />

quanto il personaggio, fornisce indicazioni sugli antefatti,<br />

sugli stati d’animo? Quale effetto provoca sul lettore questa<br />

particolare tecnica narrativa?<br />

Reperisci i sintomi in cui si manifesta il disadattamento di<br />

Krebs, soffermandoti in particolare sul dialogo con la madre.<br />

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

2<br />

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