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I TOREADOR A NAPOLI<br />
Il clan Toreador può<br />
vantare a <strong>Napoli</strong><br />
antiche origini ed<br />
una duratura fortuna<br />
nel dominio, inoltre<br />
un enorme numero<br />
di esponenti stranieri<br />
del clan si sono<br />
avvicendati nelle<br />
notti partenopee,<br />
sedotti dalle bellezze<br />
naturali ed artistiche<br />
della città e dai<br />
movimenti culturali<br />
nati o fioriti tra i suoi<br />
intellettuali. I<br />
Toreador non sono<br />
fatti per restare a<br />
lungo nello stesso<br />
luogo, e talvolta<br />
aborrono ricordare,<br />
tanto che gli artisti<br />
più capricciosi si disfano delle loro opere più belle perché stanchi della<br />
loro vista, o perché la loro musa li ha abbandonati. Dunque ciò che il<br />
clan meglio ricorda di se stesso è che durante l’epoca borbonica il<br />
numero dei suoi membri aumentò in maniera considerevole,<br />
soprattutto negli ambienti aristocratici di una <strong>Napoli</strong> opulenta e<br />
decadente.<br />
Il lungo regno del Consiglio ha lasciato indifferenti alla politica i figli<br />
della rosa. Essi hanno sempre considerato i Brujah un po’ patetici nel<br />
loro inseguire degli ideali che forse sono ancora più effimeri e<br />
indefinibili della Bellezza. E dunque pur ammettendo la similitudine tra<br />
il loro clan e gli anarchici non hanno mai stabilito durature alleanze<br />
volte a ottenere favori e prestigio politico.<br />
Durante il tentativo di golpe guidato da Guglielmo Reali intorno agli<br />
anni venti, il clan decide di non schierarsi. E, nonostante non abbia<br />
appoggiato il traditore, la mancanza di sostegno verso il Consiglio viene<br />
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