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Untitled - Vampiri Live Napoli

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colui che dipanava le diatribe tra i fratelli senza l'uso degli artigli. Era<br />

un saggio, un capo e un forte avversario. Con l'aiuto degli Alfa, che<br />

cambiava solo con la morte ultima del precedente, il branco riuscì<br />

lentamente a spostarsi sino agli estremi limiti sud della campania.<br />

LA GRANDE CITTÀ<br />

Se le cose per il branco esterno non erano facili, nemmeno per il<br />

branco che si era rifugiato all'interno della città le cose andavano<br />

benissimo. Giovani ed inesperte, le bestie che avevano cercato rifugio<br />

all'interno di <strong>Napoli</strong> si erano trovate davanti ad una situazione<br />

completamente diversa da quella che si aspettavano: gli umani<br />

ignoravano completamente la presenza degli esseri sovrannaturali in<br />

città e i vampiri si destreggiavano in una danza politica tutta propria.<br />

Danza alla quale ovviamente i Gangrel non erano avvezzi. Fu un<br />

periodo duro, con il branco ignorato dagli altri fratelli, e spesso<br />

addirittura bistrattato, usato spesso come capro espiatorio nelle dure<br />

lotte tra i clan. Molti fratelli non resistettero a queste vessazioni e<br />

compirono gesti assurdi, spesso violando le tradizioni o a volte<br />

fuggendo dalla città solo per cadere inermi sotto i numerosi pericoli che<br />

li attendevano all'esterno. Le cose si andarono placando quando, con il<br />

consiglio salito da poco al trono, un giovane Gangrel si fece avanti. Il<br />

suo nome era Francesco Caracciolo, ex ammiraglio della regia Marina<br />

del regno di <strong>Napoli</strong>, che in vita aveva combattuto fianco a fianco<br />

dell'ammiraglio Nelson. Caracciolo, già avvezzo ai giochi di corte e alla<br />

spietata politica dei Borboni, non ebbe difficoltà ad adattarsi alla<br />

politica vampirica e in pochi anni divenne il Gangrel di riferimento del<br />

consiglio per le decisioni riguardo il branco, e come primogenito riuscì<br />

a far pesare la presenza dei Gangrel all'interno della città.<br />

L'ARRIVO DI FULVIO BERRILLI.<br />

Verso la metà del XIX secolo, con l'espandersi delle città, alcuni<br />

piccoli branchi che erano rimasti nei dintorni di <strong>Napoli</strong>, vengono<br />

assorbiti forzatamente all'interno delle mura dei centri abitati. Uno di<br />

questi branchi è guidato da Fulvio Berrilli, anziano del clan ed Alfa del<br />

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