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art. 1 - Suore Missionarie di s. Pietro Claver

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) <strong>art</strong>. 1, comma 2, DCB Trento TAXE PERCUE<br />

In caso <strong>di</strong> mancato recapito inviare al CPO <strong>di</strong> Trento per la restituzione al cliente


Rivista missionaria per le famiglie fondata<br />

dalla Beata Maria Teresa Ledóchowska nel 1895<br />

““BBiissooggnnaa aavveerr ccuurraa cchhee ll’’aammoorree<br />

ppeerr llee mmiissssiioonnii nnoonn ssii ssppeennggaa mmaaii<br />

nneeii nnoossttrrii ccuuoorrii,,<br />

aannzzii aauummeennttii sseemmpprree ppiiùù..<br />

UUnnaa ppiiaannttaa cchhee nnoonn vviieennee iinnnnaaffffiiaattaa<br />

d<strong>di</strong>i ttaannttoo iinn ttaannttoo iinnaarriid<strong>di</strong>issccee..””<br />

In copertina: Ragazzine polacche durante incontro<br />

missionario Foto: sspc<br />

SOMMARIO<br />

In ascolto del Papa<br />

“Come il Padre ha mandato Me, anch’io mando voi” 141<br />

In cammino con la Chiesa<br />

Pellegrini della verità e della pace. 142<br />

In breve<br />

Messico, Indonesia 144<br />

Kenya 145<br />

In <strong>di</strong>retta<br />

Perché una ra<strong>di</strong>o nel Nord Uganda? 146<br />

Maria… e Consolata 148<br />

Intenzione missionaria<br />

Intenzione <strong>di</strong> ottobre 2011 150<br />

Pagina della gratitu<strong>di</strong>ne<br />

Bibbie in lingua silozi 152<br />

Riconoscenza e preghiera da Congo 152<br />

Pagina della solidarietà<br />

Isolazione per la cappella 153<br />

Costruzione <strong>di</strong> 4 aule 153<br />

Zoom<br />

Turismo e avvicinamento delle culture 154<br />

Spazio giovani<br />

Una giornata africana 156<br />

Notizie claveriane<br />

Una chiamata nella provvidenza 158<br />

Bacheca<br />

Grazie alla Beata Maria Teresa Ledóchowska 160<br />

Ricor<strong>di</strong>amo i nostri defunti 160


In ascolto del Papa<br />

“COME IL PADRE HA MANDATO ME,<br />

anch’io mando voi” (Gv 20,21)<br />

Il Papa Benedetto XVI<br />

Andate e annunciate<br />

La liturgia è sempre una chiamata ‘dal mondo’<br />

e un nuovo invio ‘nel mondo’ per testimoniare<br />

ciò che si è sperimentato: la potenza salvifica<br />

della Parola <strong>di</strong> Dio, la potenza salvifica del<br />

Mistero Pasquale <strong>di</strong> Cristo. Tutti coloro che<br />

hanno incontrato il Signore risorto hanno<br />

sentito il bisogno <strong>di</strong> darne l’annuncio ad altri,<br />

come fecero i due <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Emmaus. Essi,<br />

dopo aver riconosciuto il Signore nello<br />

spezzare il pane, «p<strong>art</strong>irono senza indugio e<br />

fecero ritorno a Gerusalemme dove trovarono<br />

riuniti gli Un<strong>di</strong>ci» e riferirono ciò che era<br />

accaduto loro lungo la strada (Lc 24,33-34).<br />

A tutti<br />

Destinatari dell’annuncio<br />

del Vangelo sono tutti i<br />

popoli. La Chiesa, «per<br />

sua natura è missionaria,<br />

in quanto essa trae<br />

origine dalla missione del<br />

Figlio e dalla missione<br />

dello Spirito Santo,<br />

secondo il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio<br />

Padre» (Ad G. 2). Questa<br />

è «la grazia e la vocazione<br />

propria della Chiesa, la<br />

sua identità più profonda.<br />

Essa esiste per evangelizzare»<br />

(EN 14). Di conseguenza,<br />

non può mai<br />

chiudersi in se stessa...<br />

La sua azione, in adesione<br />

alla parola <strong>di</strong> Cristo e<br />

sotto l’influsso della sua<br />

grazia e della sua carità,<br />

si fa pienamente e attualmente presente a<br />

tutti gli uomini e a tutti i popoli per condurli<br />

alla fede in Cristo (cfr Ad G. 5). Questo<br />

compito non ha perso la sua urgenza. Anzi,<br />

«la missione <strong>di</strong> Cristo redentore, affidata alla<br />

Chiesa, è ancora ben lontana dal suo<br />

compimento... Non possiamo rimanere<br />

tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni,<br />

ci sono ancora popoli che non conoscono<br />

Cristo e non hanno ancora ascoltato il suo<br />

Messaggio <strong>di</strong> salvezza.<br />

Benedetto XVI<br />

(dal Messaggio per la GMM 2011)<br />

141


142<br />

In cammino con la Chiesa<br />

PELLEGRINI DELLA VERITA’ E DELLA PACE<br />

Assisi – Preghiera per la Pace<br />

Il Santo Padre, per la visita che farà ad<br />

Assisi il prossimo 27 ottobre, nel<br />

venticinquesimo del grande evento voluto da<br />

Giovanni Paolo II nel 1986, ha scelto lo<br />

slogan “Pellegrini della verità, pellegrini della<br />

pace”. Un accostamento, quello tra verità e<br />

pace, a prima vista, problematico. Si sa infatti<br />

che, tra le cause dei conflitti, ci sono talvolta<br />

verità professate con tanta forza da volerle<br />

imporre agli altri. Spesso si tratta <strong>di</strong> verità <strong>di</strong><br />

tipo pratico, espressioni del costume,<br />

affermate come elementi <strong>di</strong> identità che si<br />

pongono in tensione con altre identità. Di qui<br />

i conflitti tra popoli limitrofi, o tra<br />

maggioranze e minoranze. La storia poi<br />

conosce guerre motivate dalle app<strong>art</strong>enenze<br />

religiose, o da ideologie aggressive <strong>di</strong> opposto<br />

segno. Perché dunque non mettere tra<br />

parentesi il tema della verità? Non sarà forse<br />

più consono alla pace un relativismo in cui<br />

non ci sia spazio per la verità, sul presupposto<br />

che una verità oggettiva, se c’è, è impossibile<br />

raggiungerla? Benedetto XVI ci invita a non<br />

cadere nella trappola sottesa a questo<br />

interrogativo. Ci induce a prendere coscienza<br />

che anche la tesi <strong>di</strong> una verità<br />

“irraggiungibile” è pericolosa per la pace.<br />

Quando infatti non c’è alcuna verità, anche la<br />

norma che vieta la violenza finisce <strong>di</strong> essere<br />

oggettiva e vincolante. Nel relativismo<br />

possono certamente esserci persone miti, che<br />

per scelta decidono <strong>di</strong> non far male a


nessuno, ma può esserci anche chi, forte<br />

dell’inesistenza della verità, e dunque della<br />

norma etica, decide <strong>di</strong> assecondare i suoi<br />

istinti peggiori. E dalla violenza privata alle<br />

guerre la <strong>di</strong>stanza non è molta. In una società<br />

relativista si indeboliscono o svaniscono<br />

valori e norme <strong>di</strong> cui la società ha bisogno<br />

per vivere in pace. Ben venga dunque l’invito<br />

del Papa a riflettere sul legame tra la verità e<br />

la pace. Quest’ultima è in pericolo sia quando<br />

si bran<strong>di</strong>sce la verità come un’arma, sia<br />

quando regna l’apparente calma della “non<br />

verità”, dentro la quale può covare<br />

un’impreve<strong>di</strong>bile violenza che, in mancanza <strong>di</strong><br />

una verità con<strong>di</strong>visa, sarebbe <strong>di</strong>fficile<br />

arginare. Il concetto <strong>di</strong> pellegrinaggio, scelto<br />

come “taglio” del prossimo incontro<br />

interreligioso <strong>di</strong> Assisi, è forse lo snodo <strong>di</strong><br />

questa problematica. Esso suppone l’esistenza<br />

della verità, ma esclude l’orgoglio, la<br />

presunzione e la violenza nell’affermazione <strong>di</strong><br />

essa. Si è pellegrini della verità, quando si<br />

riconosce che l’orizzonte veritativo è sempre<br />

più vasto dello “spicchio” <strong>di</strong> verità che<br />

ciascuno è riuscito a trovare. Per noi cristiani,<br />

la verità è Dio stesso. Più che “possedere” la<br />

verità, ne siamo “posseduti”. In questo senso<br />

ci sentiamo pellegrini della verità, pur avendo<br />

certezze per le quali siamo <strong>di</strong>sposti a dar la<br />

vita. E come pellegrini, ci sentiamo compagni<br />

<strong>di</strong> strada <strong>di</strong> quanti, vicino a noi e<br />

<strong>di</strong>versamente da noi, sinceramente cercano la<br />

verità. Ne nasce un atteggiamento <strong>di</strong> umiltà,<br />

<strong>di</strong> comprensione reciproca, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo<br />

cor<strong>di</strong>ale, che è antitesi ad ogni tentazione <strong>di</strong><br />

violenza. Se così è, fin d’ora possiamo<br />

assaporare, nello slogan scelto dal Papa, il<br />

contributo alla pace del prossimo evento, che<br />

vedrà Benedetto XVI, gli altri leader delle<br />

religioni mon<strong>di</strong>ali, e persino non credenti<br />

aperti alla prospettiva della fede, tutti, sulle<br />

orme <strong>di</strong> Francesco, pellegrini <strong>di</strong> pace.<br />

Domenico Sorrentino,<br />

Vescovo <strong>di</strong> Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Ta<strong>di</strong>no<br />

143<br />

Assisi


Secondo i dati del Dip<strong>art</strong>imento<br />

<strong>di</strong> pubblica sicurezza<br />

<strong>di</strong> Oaxaca, uno degli Stati più<br />

poveri del Messico, le donne<br />

rappresentano il 6% della popolazione<br />

carceraria del Paese. Se il<br />

carcere femminile non è <strong>di</strong>sponibile nella<br />

giuris<strong>di</strong>zione in cui sono state incriminate, le<br />

donne vengono inviate nei rep<strong>art</strong>i femminili <strong>di</strong><br />

uno dei 14 penitenziari <strong>di</strong> Stato. In un<br />

comunicato <strong>di</strong>ffuso dall'agenzia messicana<br />

Comunicación e Información de la Mujer AC<br />

(CIMAC) emerge che si tratta <strong>di</strong> donne per lo più<br />

povere e per la maggior p<strong>art</strong>e madri sole con<br />

figli a carico con meno <strong>di</strong> cinque anni, età in<br />

cui è necessario rinunciare alla custo<strong>di</strong>a e<br />

affidarli a un parente o a un tutore. Le detenute<br />

devono gestire da sole i loro figli, perché non<br />

ricevono assistenza dalle autorità carcerarie né<br />

cibi adatti ai bambini. Alcune vengono arrestate<br />

per piccoli traffici <strong>di</strong> droga, altre per omici<strong>di</strong>o.<br />

Su 234 detenute nel carcere <strong>di</strong> Oaxaca, 29 sono<br />

in<strong>di</strong>gene, per lo più zapoteche originarie della<br />

catena montuosa meri<strong>di</strong>onale. A causa del<br />

sovraffollamento delle carceri, molte si trovano<br />

a con<strong>di</strong>videre la cella con detenute già<br />

condannate e donne in gravidanza. Tenere i<br />

bambini in cella con le loro madri significa<br />

esporli a quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong>sagi. La maggior p<strong>art</strong>e <strong>di</strong><br />

queste donne sono state spinte alla criminalità<br />

dalla tragica situazione economica. La povertà<br />

non lascia molte possibilità: patire la fame o<br />

unirsi al traffico <strong>di</strong> stupefacenti. Finché il<br />

Messico non affronterà il problema della povertà<br />

estrema, sempre più persone continueranno a<br />

migrare a nord e negli Stati Uniti e saranno<br />

facile preda dei c<strong>art</strong>elli della droga. Agenzia Fides<br />

144<br />

In breve<br />

MESSICO<br />

INDONESIA<br />

Antiche tra<strong>di</strong>zioni culturali antigieniche<br />

mettono a rischio la salute <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong><br />

persone, in p<strong>art</strong>icolare bambini. Alcuni<br />

operatori umanitari impegnati nella provincia<br />

<strong>di</strong> Nusa Tenggara Timur (NTT), una delle meno<br />

progre<strong>di</strong>te dell'Indonesia, hanno registrato che<br />

il tasso <strong>di</strong> mortalità infantile è quasi il doppio<br />

rispetto alla me<strong>di</strong>a nazionale e che tra le cause<br />

principali <strong>di</strong> questo fenomeno vi è una antica<br />

tra<strong>di</strong>zione popolare. Infatti, secondo una<br />

pratica tra<strong>di</strong>zionale ritenuta igienica e<br />

salutare, subito dopo il p<strong>art</strong>o la mamma e il<br />

bambino vengono confinati per 40 giorni in un<br />

"umebubu", una capanna <strong>di</strong> erba, con della<br />

legna che brucia e nessuna ventilazione. Gli<br />

effetti del fumo inalato e le malattie<br />

respiratorie acute (ARI) causate dalla mancata<br />

areazione possono essere mortali. Secondo<br />

l'Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (Oms),<br />

in Indonesia ogni anno muoiono <strong>di</strong> polmonite<br />

circa 40 mila bambini. I dati più recenti del<br />

Ministero della Sanità locale riportano che<br />

oggi le morti ARI sono <strong>di</strong>ffuse<br />

prevalentemente nelle zone rurali più povere.<br />

Nella provincia <strong>di</strong> NTT si registrano 80 morti<br />

ogni 1000, contro la me<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> 44<br />

ogni 1000, le cause principali sono appunto le<br />

ARI. Secondo le statistiche del governo, nel<br />

2010, a circa la metà dei 4.6 milioni <strong>di</strong><br />

abitanti della provincia <strong>di</strong> NTT sono stati<br />

<strong>di</strong>agnosticati o hanno riportato sintomi <strong>di</strong> ARI.<br />

Il responsabile dell'Unicef della città <strong>di</strong><br />

Kupang, ha <strong>di</strong>chiarato che questa emergenza<br />

<strong>di</strong>pende molto dalle con<strong>di</strong>zioni delle<br />

abitazioni, dall'areazione dei locali e dal fatto<br />

che le famiglie vivono tutte insieme in un<br />

unico ambiente. Da quando il governo è


intervenuto, nel 2009 e 2010 molte donne<br />

hanno p<strong>art</strong>orito nei centri sanitari e sempre<br />

meno gente fa uso degli umebubu, anche se<br />

ogni tanto c'è ancora chi fa bollire l'acqua su<br />

fuochi fatti con la legna nelle loro capanne <strong>di</strong><br />

paglia. I capo villaggi sono consapevoli dei<br />

rischi che comportano gli umebubu, tuttavia<br />

cambiare la mentalità e la cultura della gente<br />

rimane molto <strong>di</strong>fficile. Alcune Ong hanno<br />

introdotto "abitazioni salubri", strutture con<br />

finestre e lastricati, che non solo migliorano<br />

l'areazione ma eliminano le con<strong>di</strong>zioni<br />

antigieniche del mangiare sui pavimenti<br />

sporchi. Altri incoraggiano l'uso <strong>di</strong> fornelli a<br />

gas o cucinare avendo una certa areazione e<br />

possibilmente senza bambini vicini. Secondo<br />

l'Oms, l'esposizione all'aria interna<br />

contaminata uccide 1.6 milioni <strong>di</strong> persone ogni<br />

anno, circa una ogni 20 secon<strong>di</strong>. Agenzia Fides<br />

KENYA<br />

Circa 18 milioni <strong>di</strong> bambini in tutto il mondo<br />

sono stati costretti ad abbandonare le loro<br />

case a causa dei conflitti, un terzo <strong>di</strong> questi<br />

sono profughi le cui famiglie hanno<br />

Ragazzo <strong>di</strong> Kenya Foto: CMD Trento<br />

attraversato i confini internazionali. Per<br />

spiegare le conseguenze sulla loro salute<br />

mentale, il giornale inglese, The Lancet, ha<br />

riesaminato tutti i lavori svolti finora<br />

sull'argomento per cercare <strong>di</strong> capire come<br />

aiutare questi bambini e le loro famiglie. In<br />

Darfur e in Ciad, ragazzi e ragazze hanno<br />

subito violenze, <strong>di</strong> solito mentre erano<br />

impegnati a raccogliere la legna da ardere.<br />

Almeno nel 75% dei bambini intervistati nei<br />

campi profughi in Darfur sono stati riscontrati<br />

<strong>di</strong>sturbi post traumatici da stress e nel 38%<br />

sintomi depressivi. Un fattore positivo è stato<br />

il mantenimento delle strutture comunitarie<br />

nel nuovo contesto. La continuità e il<br />

supporto della comunità aiuta i bambini a<br />

reagire in modo più sopportabile allo shock<br />

dell'esilio. I bambini profughi mantengono a<br />

lungo i ricor<strong>di</strong> degli eventi passati con<br />

conseguenti ripercussioni nella loro vita<br />

quoti<strong>di</strong>ana. Lo stu<strong>di</strong>o ha fatto emergere che la<br />

continua esposizione ad episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> violenza<br />

aumenta il rischio <strong>di</strong> successivi <strong>di</strong>sturbi<br />

psicologici, oltre a <strong>di</strong>struggere l'integrità<br />

della famiglia. Gli alti tassi <strong>di</strong> violenza<br />

domestica nello stressante ambiente dei<br />

campi profughi, causano gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà nei<br />

bambini, che sono anche molto sensibili alle<br />

preoccupazioni dei loro genitori. Eventi<br />

traumatici verificatisi prima della nascita del<br />

bambino potrebbero arrecare <strong>di</strong>sturbi mentali.<br />

La gente locale, che è altrettanto povera e<br />

bisognosa, può essere ostile e minacciosa<br />

verso i nuovi arrivati a causa delle scarse<br />

risorse <strong>di</strong>sponibili. Anche se nei paesi più<br />

ricchi per i bambini rifugiati ci sono più<br />

risorse, rimangono sempre <strong>di</strong>versi problemi<br />

p<strong>art</strong>icolari. Agenzia Fides<br />

145


Nel Nord Uganda molta gente, specialmente i<br />

bambini, muoiono <strong>di</strong> malaria, colera…<br />

Perché una ra<strong>di</strong>o? Sembra fuori della realtà<br />

investire denaro, tempo ed energie per collocare<br />

e mantenere una stazione ra<strong>di</strong>o come quella <strong>di</strong><br />

Ra<strong>di</strong>o Pacis. Cosa può offrire una ra<strong>di</strong>o alla<br />

gente che non possiede l’energia elettrica, un<br />

servizio me<strong>di</strong>co, le attrezzature moderne<br />

dell’agricoltura per migliorare la propria vita,<br />

quella della famiglia e della comunità ?<br />

Nelle città e nei villaggi ad Ovest del fiume<br />

Nilo e oltre, la gente non ha fame solamente<br />

<strong>di</strong> cibo ma anche <strong>di</strong> notizie (locali e<br />

internazionali), per crescere nella<br />

comprensione dei valori evangelici e della<br />

<strong>di</strong>gnità umana, per migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

vita, per prevenire le malattie e soprattutto<br />

per essere informati sulla pace.<br />

Ai nostri giorni la ra<strong>di</strong>o è il migliore mezzo <strong>di</strong><br />

comunicazione, permette <strong>di</strong> aiutare a cambiare<br />

il modo <strong>di</strong> pensare, a valutare la realtà e la<br />

vita. Inoltre è lo strumento che arriva a tutti,<br />

anche a quelli che vivono nelle aree più<br />

remote del paese. Ogni famiglia possiede<br />

146<br />

In <strong>di</strong>retta<br />

PERCHÉ UNA DIO<br />

nel Nord Uganda?<br />

almeno una ra<strong>di</strong>olina a pile, la sintonizza per<br />

essere in contatto con tutto il mondo ed,<br />

ascoltando, impara come crescere nella fede,<br />

come evitare le malattie, come svilupparsi.<br />

L’anno scorso, in seguito ad un’epidemia <strong>di</strong><br />

colera che scoppiò nella regione <strong>di</strong> Arua, ogni<br />

giorno i presentatori della Ra<strong>di</strong>o Pacis ed<br />

alcuni ospiti qualificati del governo locale<br />

informavano la popolazione riguardo alla<br />

malattia, come controllarla e prevenirla. Grazie<br />

a questa costante informazione ra<strong>di</strong>ofonica il<br />

colera è stato rapidamente debellato.<br />

La ra<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> vitale importanza anche per<br />

<strong>di</strong>ffondere una nuova visione dell’essere<br />

umano, della <strong>di</strong>gnità delle donne e dei<br />

bambini, del coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni nel<br />

campo politico e sociale.<br />

La Ra<strong>di</strong>o Pacis comprende oltre 10 milioni <strong>di</strong><br />

persone e apre loro cammini <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong><br />

speranza in una vita futura più “umana”.<br />

Desidera seguire le istruzioni date da Gesù ai<br />

<strong>di</strong>scepoli per aiutate la gente ad essere più<br />

umana: “Quello che io vi <strong>di</strong>co nell’oscurità<br />

<strong>di</strong>telo nella luce; quello che u<strong>di</strong>te sottovoce<br />

pre<strong>di</strong>catelo sui tetti!” (Mt10:27). Noi vogliamo<br />

comunicare dai tetti che la giustizia, la<br />

riconciliazione e la pace sono possibili,<br />

vogliamo aiutare gli ascoltatori ad impegnarsi,<br />

senza stancarsi, nella riconcilia-zione e ad<br />

essere forti <strong>di</strong>fensori della <strong>di</strong>gnità della<br />

persona umana e dei suoi inalienabili <strong>di</strong>ritti.<br />

Dio rinnova il mondo tramite noi!<br />

Le culture dei popoli in Uganda stanno<br />

cambiando rapidamente in seguito all’impatto dei<br />

mezzi <strong>di</strong> comunicazione. Tra molti la ra<strong>di</strong>o è il più<br />

importante perché è alla portata <strong>di</strong> tutti anche


Uganda, le donne con la ra<strong>di</strong>o Foto: Archivio sspc<br />

della popolazione che non possiede l’elettricità.<br />

Questa è la sfida e la missione della Ra<strong>di</strong>o<br />

Pacis: in Rwanda, nell’anno 1994, una ra<strong>di</strong>o<br />

fomentò tanto o<strong>di</strong>o fra due tribù fino a portare<br />

la gente al genoci<strong>di</strong>o. Se una ra<strong>di</strong>o può<br />

seminare cattiveria nei cuori, perché Ra<strong>di</strong>o<br />

Pacis non può piantare semi <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong><br />

sviluppo nei cuori <strong>di</strong> 10 milioni <strong>di</strong> ascoltatori<br />

<strong>di</strong> varie <strong>di</strong>ocesi (Arua, Nebi, Hoima, Gulu, Lira<br />

e p<strong>art</strong>e <strong>di</strong> Soroti e Kotido in Uganda; Mahagi in<br />

Congo; Yei e Torit in Sud Sudan) tramite i<br />

programmi che educano alla fede, alla salute,<br />

all’agricoltura, all’ecologia e ai valori umani?<br />

Il lungo cammino <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Pacis ebbe inizio<br />

nell’anno 2000 durante il Sinodo Diocesano.<br />

Nell’anno 2001 il vescovo Frederick Dranduna<br />

mi in<strong>di</strong>cò come coor<strong>di</strong>natore Diocesano <strong>di</strong><br />

comunicazione e Sherry Meyer, un missionario<br />

laico, come assistente con il compito <strong>di</strong><br />

costituire una Stazione ra<strong>di</strong>o. Nel 2003 ebbe<br />

inizio la costruzione<br />

del Centro Me<strong>di</strong>a e gli<br />

stu<strong>di</strong> della ra<strong>di</strong>o. Il 25<br />

ottobre 2004 la Ra<strong>di</strong>o<br />

Pacis andò in onda<br />

per la prima volta.<br />

Oggi trasmettiamo 24<br />

ore al giorno in tre<br />

frequenze per annunciare<br />

in lingue<br />

<strong>di</strong>fferenti nel Nord<br />

Uganda.<br />

“La pace <strong>di</strong> Cristo per<br />

tutti”: questo motto è<br />

ripetuto molte volte<br />

ogni giorno durante le<br />

trasmissioni. E’ il<br />

riassunto del nostro<br />

annuncio missionario.<br />

La Ra<strong>di</strong>o Pacis è una<br />

fondazione Cattolica<br />

che desidera proclamare<br />

i valori del Vangelo e portare la pace a<br />

tutti (Cattolici, Protestanti e Musulmani). Ciò<br />

è quanto la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Arua ha cercato <strong>di</strong> fare<br />

durante molti anni per realizzare la sua<br />

missione <strong>di</strong> evangelizzazione.<br />

Oltre ai professionisti che lavorano a tempo<br />

pieno nella stazione, abbiamo molti volontari<br />

e specialisti che offrono il loro tempo affinchè<br />

la missione della Ra<strong>di</strong>o Pacis sia una realtà.<br />

Gruppi <strong>di</strong> bambini preparano programmi, come<br />

per esempio “Vita meravigliosa” e “Bibbia per<br />

ragazzi”, mentre gruppi <strong>di</strong> donne e <strong>di</strong> giovani<br />

preparano drammi educativi. I cantanti dei Cori<br />

delle nostre comunità cristiane vengono,<br />

spesso anche a pie<strong>di</strong>, allo stu<strong>di</strong>o per registrare<br />

canti religiosi destinati al programma intitolato<br />

“Cori dall’Ovest Nilo”.<br />

Tonino Pasolini MCCJ<br />

Direttore della Ra<strong>di</strong>o Pacis<br />

147


Non pensate che intenda<br />

parlare della Madonna. Mi<br />

riferisco invece a due sorelline<br />

siamesi: Maria e Consolata<br />

Mwkikuti, nate al Consolata<br />

Mission Hospital <strong>di</strong> Ikonda il 19<br />

novembre 1997. Non solo erano<br />

unite, ma intrecciate in modo<br />

anomalo mai visto. Tutti<br />

pensavano che sarebbero morte<br />

subito ma Sr. Magda le battezzò<br />

con i nomi Maria e Consolata.<br />

I genitori le rifiutarono.<br />

Tornarono dopo mesi per una<br />

breve visita ma poco dopo<br />

ambedue morirono. Furono<br />

interpretate le autorità locali sul<br />

da farsi. Chiesero all’ospedale <strong>di</strong><br />

occuparsene per alcuni giorni fino<br />

a quando si fosse trovata una<br />

soluzione. Ma i pochi giorni<br />

<strong>di</strong>vennero 13 anni… ancora<br />

senza fine!<br />

Per quanto riguarda la salute i primi due anni<br />

furono molto <strong>di</strong>fficili. Un intervento per<br />

separarle fu sempre considerato impossibile<br />

da tutti. E così Maria e Consolata sono<br />

cresciute una guardando l’altra. Si trascinano.<br />

Ambedue sono sorridenti e intelligenti ed<br />

hanno occhi che ti scrutano sempre.<br />

E’interessante scorgere in loro un carattere<br />

<strong>di</strong>verso, due personalità molto spiccate: un<br />

po’ monella Maria, più posata Consolata.<br />

Crebbero e frequentarono l’asilo dell’ospedale.<br />

Con la crescita… domande. Una in p<strong>art</strong>icolare<br />

trafigge il cuore: “Perchè noi siamo così?”<br />

148<br />

In <strong>di</strong>retta<br />

MARIA… e CONSOLATA<br />

Le sorelle siamesi, Maria e Consolata Foto: IMC<br />

Risponda chi può! Cercò <strong>di</strong> rispondere il<br />

vescovo <strong>di</strong> Njombe il giorno della loro<br />

Cresima. “Il Signore – <strong>di</strong>sse – tramite Maria e<br />

Consolata ci vuol insegnare qualcosa.” Che<br />

cosa? E’ intuibile, ma non fu specifico. Meglio<br />

inchinarsi <strong>di</strong> fronte ai piani misteriosi <strong>di</strong> Dio,<br />

per il quale c’é sempre uno che paga per tutti.<br />

Il Cristo in croce è il vertice <strong>di</strong> questo piano<br />

misterioso. E con lui molti altri innocenti<br />

crocifissi.<br />

Sr. Magda, ma non solo, le subissa <strong>di</strong> cure, <strong>di</strong><br />

comprensione e <strong>di</strong> affetto. Le educa e le<br />

forma con un’energia che non le manca. Un<br />

giorno la chiamano. Parla Maria: “Suora,


abbiamo un grande segreto da svel<strong>art</strong>i.”<br />

Reagisce meravigliata Sr. Magda: “Un grande<br />

segreto?” Interviene Consolata: “Sì, ci siamo<br />

consultate e abbiamo deciso <strong>di</strong> nomin<strong>art</strong>i<br />

nostra mamma. Accetti?” Ci voleva ancora<br />

questa domanda perché dagli occhi <strong>di</strong> Sr.<br />

Magda, dal cuore grande come l’oceano,<br />

scaturissero fiumi <strong>di</strong> lacrime! Un bacio, una<br />

carezza, un abbraccio… e mamma <strong>di</strong>ventò.<br />

Perché è l’amore a fare una mamma. In<br />

seguito più volte Sr. Magda si sentì <strong>di</strong>re:<br />

“Mama, asante kwa upendo wako.” Cioè:<br />

“Mamma, grazie per il tuo amore.”<br />

Crebbero… e dalla scuola materna passarono<br />

alle scuole elementari. Con sofferenza, pur<br />

continuando ad aiutarle, fu ritenuto<br />

opportuno immetterle il più possibile nella<br />

normalità della vita. Fu affittata una casetta<br />

vicina alla scuola e furono affidate alle cure <strong>di</strong><br />

una donna. I loro risultati scolastici furono<br />

sorprendenti: sempre tra le prime della classe.<br />

Come sempre più sorprendenti le loro<br />

domande. Sorprendente anche la loro<br />

sensibilità e compassione verso i bambini in<br />

necessità che segnalavano a Sr. Magda,<br />

supplicandola <strong>di</strong> aiutarli. A <strong>di</strong>cembre<br />

dell’anno scorso terminarono la scuola<br />

elementare. Ora si trovano a Ilamba e<br />

frequentano la scuola secondaria gestita dalle<br />

<strong>Suore</strong> <strong>Missionarie</strong> della Consolata. Le ultime<br />

notizie: anche lì si stanno <strong>di</strong>stinguendo in<br />

tutto. Maria e Consolata! Un mistero <strong>di</strong> vita.<br />

Un mistero <strong>di</strong> vita assieme: sempre assieme,<br />

tutto assieme. Chi potrà mai scandagliare<br />

questo mistero? Chi potrà veramente<br />

comprendere le loro legittime domande, i loro<br />

sentimenti, ciò che si sussurrano, la loro<br />

gioiosa sofferenza? E guardando avanti: come<br />

sarà il loro ritorno al Padre? Il Signore avrà<br />

compassione. Credo ci sarà perfetta<br />

comunione in morte, come in vita. Non riesco<br />

a immaginare che una possa sopravvivere<br />

all’altra anche solo per poco. Il Signore le<br />

accoglierà come ‘m<strong>art</strong>iri’. Non sangue versato,<br />

ma una vita per noi!<br />

P. Giuseppe Inverar<strong>di</strong>, IMC<br />

Consolata Mission Center<br />

Tanzania<br />

149


150<br />

Intenzione missionaria <strong>di</strong> p. Fiorenzo Felicetti, mccj<br />

INTENZIONE MISSIONARIA<br />

<strong>di</strong> Oobre 2011<br />

Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mon<strong>di</strong>ale accresca nel Popolo<br />

<strong>di</strong> Dio la passione per l’evangelizzazione ed il sostegno all’aività missionaria<br />

con la preghiera e l’aiuto economico alle Chiese più povere.<br />

Ogni Giornata Missionaria Mon<strong>di</strong>ale<br />

dovrebbe servire ad accentuare la<br />

sensibilità <strong>di</strong> ogni Chiesa locale al<br />

mandato primario della Chiesa:<br />

L’Evangelizzazione.<br />

Una Chiesa che non si sente<br />

missionaria non è più Chiesa <strong>di</strong> Cristo!<br />

La Chiesa è stata voluta da Cristo Gesù<br />

come servizio all’avvento del Regno <strong>di</strong><br />

Dio ed alla sua espansione.<br />

Si constata però che alcune chiese<br />

<strong>di</strong>ocesane per una serie <strong>di</strong> problemi,<br />

quali carenza <strong>di</strong> clero e altro, mettono<br />

in secondo piano il servizio pastorale<br />

universale o ad<strong>di</strong>rittura lo <strong>di</strong>menticano.<br />

Le riviste missionarie cercano <strong>di</strong><br />

richiamare i credenti al loro impegno<br />

ma spesso sono ignorate o poco lette.<br />

La Giornata Missionaria Mon<strong>di</strong>ale fa<br />

riemergere il compito specifico <strong>di</strong> tutta<br />

la Chiesa affinché le chiese sorelle si<br />

sentano in dovere <strong>di</strong> testimoniare, <strong>di</strong><br />

pregare e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre le une alle<br />

altre quei doni, valori e beni che il<br />

Signore ha messo a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />

tutta l’umanità.<br />

Questo è un cammino che va vissuto<br />

quoti<strong>di</strong>anamente affinché ciò che tutti<br />

noi chie<strong>di</strong>amo nella preghiera del<br />

“Padre Nostro”, nel momento in cui<br />

pronunciamo “Venga il tuo Regno”, non<br />

rimanga una semplice richiesta ma<br />

<strong>di</strong>venga un impegno per attuare la<br />

volontà del Padre.


Ragazzi al pozzo, Ciad, Foto: Don Carlo Speccher<br />

151


BIBBIE<br />

in lingua silozi<br />

RICONOSCENZA<br />

e preghiera da Congo<br />

152<br />

Pagina della gratitu<strong>di</strong>ne<br />

Carissimi benefattori, desidero informarvi che<br />

il 2 marzo u.s. sono arrivati, dopo un<br />

percorso, 624 pacchi contenenti le 10.000<br />

Bibbie in lingua silozi, ristampate nel Sud<br />

della Corea presso la Società Biblica e<br />

destinate alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Mongu - Zambia. Il 9<br />

aprile, alla fine della Santa Messa celebrata<br />

nella cattedrale <strong>di</strong> Lourdes, ha avuto luogo,<br />

fra inni e preghiere, una gioiosa cerimonia per<br />

l’accoglienza delle Bibbie. Alla fine della<br />

celebrazione i fedeli, uscendo dalla chiesa,<br />

potevano comperare una copia. Sono<br />

veramente belle nella loro presentazione!<br />

Tutti hanno apprezzato la buona qualità, la<br />

rifinitura ed il colore della stampa. Le foto<br />

testimoniano il loro entusiasmo.<br />

L’acquisto <strong>di</strong> queste 10.000 Bibbie in lingua<br />

silozi dovranno durare per circa cinque anni.<br />

Nel frattempo tutti i fon<strong>di</strong>, ricavati da queste<br />

ven<strong>di</strong>te, verranno custo<strong>di</strong>ti in un conto<br />

speciale della banca e, quando la provvista si<br />

esaurirà, si or<strong>di</strong>nerà imme<strong>di</strong>atamente la<br />

ristampa alla Società Biblica Coreana. In tal<br />

modo non sarà più necessario aspettare anni<br />

per le Bibbie e si eviterà <strong>di</strong> rimanere, come<br />

Carissimi, siamo lieti <strong>di</strong> comunicare che<br />

abbiamo ricevuto, come un dono del cielo, il<br />

vostro aiuto per l’allevamento <strong>di</strong> ovini. Ciò ci<br />

permette <strong>di</strong> iniziare, progressivamente, la vita<br />

economica della nostra <strong>di</strong>ocesi in generale e<br />

della parrocchia in p<strong>art</strong>icolare.<br />

Il nostro vivissimo ringraziamento a tutti voi<br />

cari benefattori che, animati dalla carità<br />

questa volta, senza nessuna riserva. Stiamo<br />

preparando una Commissione Biblica per la<br />

<strong>di</strong>stribuzione delle Bibbie e la promozione <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> biblici, come hanno fatto già nella<br />

Diocesi <strong>di</strong> Livingstone con l’aiuto giornaliero<br />

<strong>di</strong> una religiosa. Desideriamo esprimere la<br />

nostra gratitu<strong>di</strong>ne a voi, cari amici, per l’aiuto<br />

che ci avete offerto per questo importante<br />

progetto pastorale. Molto riconoscente e<br />

sempre al servizio della Parola <strong>di</strong> Dio.<br />

Fr. Roberto Lavertu M.Afr.<br />

Diocesi <strong>di</strong> Mongu-Zambia<br />

evangelica e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, avete voluto<br />

mettere una pietra in più nell’e<strong>di</strong>ficazione<br />

della Chiesa <strong>di</strong> Kinkale nella speranza <strong>di</strong> fare<br />

progre<strong>di</strong>re l’umanità.<br />

Che il buon Dio vi ricompensi con<br />

abbondanza. La nostra riconoscenza si<br />

traduce in preghiere <strong>di</strong> intercessione secondo<br />

le vostre intenzioni. In Cristo<br />

Jean Baptiste Kintombo<br />

Parrocchia <strong>di</strong> Santa Monica<br />

Rep.D.Congo


ISOLAZIONE per la cappella<br />

Carissimi Benefattori, nella nostra cappella, fin<br />

dall’inizio della nostra attività, esiste un grosso<br />

problema <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà, probabilmente causato<br />

dalla tecnica costruttiva delle pareti<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio e dalle con<strong>di</strong>zioni climatiche in<br />

Ucraina, dove la pioggia e il freddo favoriscono<br />

la penetrazione dell’umi<strong>di</strong>tà nella muratura. Più<br />

volte abbiamo cercato <strong>di</strong> eliminarla facendo<br />

passare i tubi dell’impianto <strong>di</strong> riscaldamento<br />

proprio sul soffitto dove erano più evidenti i<br />

funghi, sperando che il calore asciugasse in<br />

modo definitivo tutte le zone danneggiate.<br />

Purtroppo tutti i lavori effettuati non hanno<br />

COSTRUZIONE <strong>di</strong> 4 aule<br />

Carissimi Amici, sono il Parroco della chiesa<br />

cattolica <strong>di</strong> Cu Tjinh, <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Nha Trang -<br />

Vietnam. Gli abitanti sono circa 9.290 dei quali<br />

923 sono cattolici. La maggioranza della gente<br />

vive <strong>di</strong> coltivazione del riso. Alcuni più giovani<br />

lavorano nel campo delle costruzioni ricevendo<br />

un salario bassissimo. Spesso rischiano la<br />

propria salute ed in caso <strong>di</strong> incidente non<br />

hanno nessuna assicurazione. Ci sono circa 400<br />

ragazzi dai cinque ai <strong>di</strong>ciotto anni che<br />

settimanalmente hanno 10 lezioni <strong>di</strong><br />

catechismo svolte in ambienti ristretti.<br />

Abbiamo unicamente 4 stanze, <strong>di</strong> conseguenza<br />

molti <strong>di</strong> loro rimangono nei corridoi o fuori<br />

dell’area della chiesa e quando piove ci<br />

troviamo in grande <strong>di</strong>fficoltà. Perciò mi rivolgo<br />

fiduciosamente a voi chiedendo il vostro aiuto<br />

Pagina della solidarietà<br />

prodotto risultati sod<strong>di</strong>sfacenti e, dopo circa un<br />

anno, si è nuovamente manifestata la muffa.<br />

Gli esperti, riferendosi alle nuove tecnologie, ci<br />

consigliano <strong>di</strong> realizzare esternamente una<br />

protezione contro il freddo, usando come<br />

materiale isolante il polistirolo espanso dello<br />

spessore <strong>di</strong> 4/5cm. La <strong>di</strong>tta che <strong>di</strong>spone del<br />

materiale e del personale tecnico ha calcolato<br />

il costo nel valore <strong>di</strong> € 1.500,00. Saremmo<br />

molto grate se ci aiutassero in questo progetto.<br />

In attesa fiduciosa <strong>di</strong> un positivo riscontro,<br />

assicuriamo la nostra preghiera per tutti.<br />

Sr. Antonina Sinicka<br />

Kamiyanets-Po<strong>di</strong>lski – Ucraina<br />

per la costruzione <strong>di</strong> altre quattro stanze per<br />

risolvere questo nostro problema. Ogni stanza,<br />

secondo il preventivo ricevuto, costerà $US<br />

2.500,00. Confido nella vostra carità e<br />

prometto le nostre preghiere, augurando le<br />

bene<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Dio su ciascuno.<br />

John baptistNguyen KV<br />

Diocesi <strong>di</strong> Nha Trang- Vietnam<br />

Vi preghiamo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare le offerte a:<br />

Congregazione delle <strong>Suore</strong> <strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong> - Via della Collina 18 - 38121 TRENTO<br />

CCP n. 35483452<br />

Le eventuali offerte che risulteranno in eccedenza rispetto alle richieste che abbiamo presentato saranno destinate a<br />

progetti analoghi a noi comunicati dai missionari sparsi in tutto il mondo.<br />

153


Zoom<br />

TURISMO<br />

e avvicinamento delle culture<br />

Il tema della Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Turismo,<br />

27 settembre, intende sottolineare<br />

l'importanza dei viaggi nell'incontro fra le<br />

<strong>di</strong>verse culture del mondo, specialmente in<br />

questi tempi in cui più <strong>di</strong> novecento milioni<br />

<strong>di</strong> persone compiono viaggi internazionali,<br />

agevolati dai moderni mezzi <strong>di</strong> comunicazione<br />

e dalla riduzione dei costi. In questo modo, il<br />

turismo si presenta come una "attività che<br />

abbatte le barriere che separano le culture e<br />

promuove la tolleranza, il rispetto e la mutua<br />

comprensione. Nel nostro mondo, spesso <strong>di</strong>viso,<br />

questi valori rappresentano le fondamenta <strong>di</strong><br />

un futuro più pacifico". P<strong>art</strong>endo da un<br />

Ragazze italiane in Kenya Foto sspc<br />

154<br />

concetto ampio <strong>di</strong> cultura che abbraccia, oltre<br />

alla storia o al patrimonio <strong>art</strong>istico ed<br />

etnografico, anche gli stili <strong>di</strong> vita, le<br />

relazioni, le credenze e i valori, non solo<br />

affermiamo l'esistenza della <strong>di</strong>versità<br />

culturale, ma, in linea con il Magistero della<br />

Chiesa, la valutiamo anche come un fatto<br />

positivo. Perciò, "occorre fare in modo che le<br />

persone accettino non soltanto l'esistenza della<br />

cultura dell'altro, ma desiderino anche riceverne<br />

un arricchimento", accogliendo ciò che questa<br />

ha <strong>di</strong> buono, <strong>di</strong> vero e <strong>di</strong> bello. Per<br />

raggiungere tale obiettivo, il turismo ci offre<br />

tutte le sue possibilità. Il Co<strong>di</strong>ce Etico


Mon<strong>di</strong>ale per il Turismo afferma al riguardo<br />

che "praticato con la necessaria apertura <strong>di</strong><br />

spirito, costituisce un fattore insostituibile <strong>di</strong><br />

autoeducazione personale, <strong>di</strong> mutua tolleranza<br />

e <strong>di</strong> accostamento alle legittime <strong>di</strong>fferenze tra<br />

popoli e culture, e alle loro <strong>di</strong>versità". Per<br />

<strong>di</strong>alogare la prima con<strong>di</strong>zione è <strong>di</strong> saper<br />

ascoltare, <strong>di</strong> voler essere interpellati<br />

dall'altro, <strong>di</strong> voler scoprire il messaggio che<br />

si cela in ciascun monumento, in ogni<br />

manifestazione culturale, su una base <strong>di</strong><br />

rispetto, senza pregiu<strong>di</strong>zi né esclusioni,<br />

evitando letture superficiali o parziali. Così, è<br />

tanto importante "saper accogliere" come<br />

"saper viaggiare"... P<strong>art</strong>endo dal fatto che<br />

ogni cultura racchiude in se stessa certi<br />

limiti, l'incontro con culture <strong>di</strong>verse permette<br />

un arricchimento della propria realtà. In<br />

questo senso si esprimeva il beato Giovanni<br />

Paolo II quando affermava che "la '<strong>di</strong>fferenza',<br />

che alcuni trovano così minacciosa, può<br />

<strong>di</strong>venire, me<strong>di</strong>ante un <strong>di</strong>alogo rispettoso, la<br />

fonte <strong>di</strong> una più profonda comprensione del<br />

mistero dell'esistenza umana". In questo<br />

<strong>di</strong>alogo, che è frutto dell'avvicina-mento delle<br />

culture, la Chiesa ha molto da offrire. "Anche<br />

in campo culturale, il Cristianesimo ha da<br />

offrire a tutti la più potente forza <strong>di</strong><br />

rinnovamento e <strong>di</strong> elevazione, cioè l’Amore <strong>di</strong><br />

Dio che si fa amore umano". Inteso nel senso<br />

ampio sopra evidenziato, è immenso il<br />

patrimonio culturale che nasce dall'esperienza<br />

della fede, dall'incontro fra la cultura e il<br />

Vangelo, frutto del profondo vissuto religioso<br />

della comunità cristiana. Certamente, queste<br />

opere d'<strong>art</strong>e e <strong>di</strong> memoria storica hanno un<br />

enorme potenziale <strong>di</strong> evangelizzazione, in<br />

quanto si inseriscono nella via pulchritu<strong>di</strong>nis,<br />

il cammino della bellezza, che "è un percorso<br />

privilegiato e affascinante per avvicinarsi al<br />

Mistero <strong>di</strong> Dio". Poiché siamo coscienti che la<br />

Chiesa "esiste per evangelizzare", dobbiamo<br />

domandarci costantemente: come accogliere<br />

le persone nei luoghi sacri in modo che ciò le<br />

aiuti a conoscere e amare <strong>di</strong> più il Signore?<br />

Come facilitare un incontro fra Dio e ciascuna<br />

persona che giunge lì? Per prima cosa bisogna<br />

sottolineare l'importanza <strong>di</strong> un'accoglienza<br />

adeguata, "che tenga conto dello specifico <strong>di</strong><br />

ciascun gruppo e <strong>di</strong> ciascuna persona, delle<br />

attese dei cuori e dei loro autentici bisogni<br />

spirituali", e che si manifesta in <strong>di</strong>versi<br />

elementi: dai più semplici dettagli fino alla<br />

<strong>di</strong>sponibilità personale all'ascolto, passando<br />

per l'accompagnamento nel tempo della loro<br />

presenza. A tale riguardo, e con l'obiettivo <strong>di</strong><br />

favorire il <strong>di</strong>alogo interculturale e porre il<br />

nostro patrimonio culturale al servizio<br />

dell'evangelizzazione, è conveniente adottare<br />

una serie <strong>di</strong> iniziative pastorali concrete. Fra<br />

le proposte concrete c'è l'elaborazione <strong>di</strong><br />

itinerari turistici che offrano la visita ai<br />

luoghi più importanti del patrimonio<br />

religioso-culturale della <strong>di</strong>ocesi. Su questa<br />

linea è importante la formazione spirituale e<br />

culturale delle guide turistiche, mentre si può<br />

stu<strong>di</strong>are la possibilità <strong>di</strong> creare organizzazioni<br />

<strong>di</strong> guide cattoliche. È opportuno anche<br />

elaborare "pubblicazioni locali sotto forma <strong>di</strong><br />

dépliant turistici, <strong>di</strong> pagine web o <strong>di</strong> riviste più<br />

specializzate sul patrimonio, con l’intento<br />

pedagogico <strong>di</strong> mettere in evidenza l’anima,<br />

l’ispirazione e il messaggio delle opere, e con<br />

un’analisi scientifica volta alla comprensione<br />

profonda dell’opera". Non possiamo<br />

rassegnarci a concepire la visita turistica<br />

come una semplice pre - evangelizzazione,<br />

ma dobbiamo avvalercene come piattaforma<br />

per realizzare l'annuncio chiaro ed esplicito<br />

<strong>di</strong> Gesù Cristo.<br />

+ Antonio Maria Vegliò - Presidente + Joseph<br />

Kalathiparambil - Segretariol<br />

155


156<br />

Spazio giovani<br />

UNA GIORNATA aicana<br />

Sono le 6.45, la sveglia suona per invitarmi<br />

ad andare al lavoro. A Siongiroi, in Kenya, in<br />

questi stessi istanti il sole sta sorgendo su una<br />

nuova giornata africana. Con la mente “esco” a<br />

fare una passeggiata cercando un punto<br />

panoramico dal quale fotografare l'alba. Mentre<br />

in casa tutti ancora dormono, noto come<br />

attorno alle capanne del villaggio vi sia già<br />

movimento: qui la vita dell'uomo è ancora<br />

scan<strong>di</strong>ta dall'orologio della natura, senza<br />

energia elettrica la maggior p<strong>art</strong>e delle persone<br />

si alza al sorgere del sole e va a dormire al<br />

momento del tramonto. Incontro un bambino<br />

che cammina solitario in <strong>di</strong>rezione della scuola.<br />

Mi guarda curioso, per lui un muzungu (uomo<br />

bianco) è sempre una p<strong>art</strong>icolarità, poi mi<br />

sorride e scappa via. Assaporo il silenzio, lascio<br />

che i miei occhi s'inebrino dei colori profumati<br />

<strong>di</strong> questa terra. Il tempo passa, ma lentamente.<br />

Qui in Africa il tempo passa sempre lentamente,<br />

pole pole, eppure le mie giornate - quando alla<br />

sera scrivevo il <strong>di</strong>ario del nostro viaggio -<br />

risultavano immancabilmente piene <strong>di</strong> eventi.<br />

Accendo il gas e mi scaldo una tazza <strong>di</strong> latte<br />

su uno dei fornelli della mia cucina. Mentre<br />

attendo che il pane si abbrustolisca nel forno,<br />

ripenso a come la colazione africana fosse un<br />

pranzo mascherato: fegato, patate, ananas,<br />

fette d'anguria, uova, riso, spaghetti,<br />

chapati... e se proprio volevamo il latte, era<br />

latte <strong>di</strong> capra. Io spesso preferivo il the <strong>di</strong><br />

Kericho. Prendo le fette <strong>di</strong> pane dal forno e le<br />

cospargo <strong>di</strong> marmellata. Ho il sospetto che i<br />

bambini del villaggio non mangino in maniera<br />

così elaborata. Quando li incontravo per la


strada, li riconoscevo - oltre che per i loro<br />

lineamenti - per la maglietta che<br />

indossavano, la stessa ogni giorno. A<br />

Siongiroi la povertà era <strong>di</strong>ffusa. Eppure erano<br />

proprio le famiglie più povere quelle che -<br />

durante la visita delle capanne, costruite con<br />

fango e sterco - ci accoglievano con maggior<br />

calore. Nella semplicità <strong>di</strong> quelle persone vi è<br />

un segreto che sarebbe bello saper conservare<br />

e riproporre nelle mie frenetiche giornate<br />

italiane. In Africa il tempo sembrava non<br />

esistere, in Africa un bambino sapeva essere<br />

felice anche solo giocando con il copertone<br />

<strong>di</strong> una ruota da bicicletta. Guardo l'orologio,<br />

è tempo <strong>di</strong> uscire. Vado in bagno per lavarmi<br />

i denti e prima <strong>di</strong> iniziare riempio un bicchiere<br />

d'acqua. Basta un bicchiere d'acqua per lavarsi<br />

i denti, lo sapevate? E' una nozione che ti<br />

entra dentro il giorno in cui ve<strong>di</strong> per la prima<br />

volta i bambini andare alla pozza della scuola<br />

per raccogliere, ciascuno col proprio<br />

contenitore, acqua fangosa con cui lavarsi i<br />

vestiti. Ed all'improvviso compren<strong>di</strong> quanto<br />

l'acqua sia un bene prezioso.<br />

La metropolitana corre veloce verso il centro<br />

<strong>di</strong> Torino. Neanche un sobbalzo <strong>di</strong>sturba i<br />

miei pensieri. A Siongiroi le strade –<br />

rigorosamente <strong>di</strong> terra - erano piene <strong>di</strong> buche<br />

ed ogni spostamento era un'avventura, seduti<br />

sul cassone della jeep che sbandava<br />

paurosamente (soprattutto nei giorni <strong>di</strong><br />

pioggia). Attorno a me ora è silenzio,<br />

in<strong>di</strong>fferenza. Solo pochi giorni fa non potevo<br />

muovere un passo senza incontrare occhi che<br />

mi scrutassero curiosi. I bambini ci correvano<br />

incontro ridendo e gridando “muzungu,<br />

muzungu”, gli adulti ci stringevano le mani<br />

<strong>di</strong>cendo “karibuni” (benvenuti). L'Africa è una<br />

terra in cui tutto è esasperato: i tramonti<br />

tingono il cielo intero d'un arancione<br />

innamorato, le notti regalano <strong>di</strong>stese <strong>di</strong> stelle<br />

che fanno davvero assaporare il significato<br />

della parola “Endless” (Infinito); persino gli<br />

animali sono speciali, qui in Italia al massimo<br />

può capitare <strong>di</strong> vedere un c<strong>art</strong>ello stradale<br />

con il simbolo “pericolo: attraversamento<br />

mucche”, lì, innanzi tutto, i c<strong>art</strong>elli stradali<br />

non esistono proprio, e poi non è insolito,<br />

percorrendo i <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Nairobi o, a maggior<br />

ragione, dei gran<strong>di</strong> parchi nazionali come il<br />

Masai Mara, vedere la strada attraversata da<br />

zebre, gazzelle ed altre possibili prede del<br />

leggendario Re Leone. Nessuno <strong>di</strong> noi aveva<br />

mai fatto un pic-nic con gli ippopotami,<br />

nessuno <strong>di</strong> noi si era mai trovato a pochi<br />

metri da un enorme rinoceronte (che<br />

pascolava tranquillo, allo stato brado). Sono<br />

emozioni che nella loro veri<strong>di</strong>cità ti entrano<br />

nel cuore e non le <strong>di</strong>mentichi più. Ma il tesoro<br />

più bello che abbiamo trovato in Africa sono<br />

le persone che abbiamo incontrato.<br />

Renato Amatteis<br />

Kenya Foto: Renato Amatteis<br />

157


158<br />

Notizie claveriane<br />

UNA CHIAMATA nella provvidenza<br />

Mi chiamo Sr. O<strong>di</strong>lia Kyomugisha e<br />

provengo da Mbarara (Uganda). Sono<br />

terza <strong>di</strong> otto figli: quattro maschi e quattro<br />

femmine. A causa della nostra povertà non ho<br />

potuto frequentare la scuola fino all’età <strong>di</strong> 13<br />

anni. Prima <strong>di</strong> allora la mia occupazione era<br />

fare la baby-sitters ai miei cugini in casa <strong>di</strong><br />

una sorella <strong>di</strong> mia madre. Quest’occupazione<br />

mi costringeva a stare lontana dalla mia<br />

famiglia e dalla parrocchia che amavo tanto<br />

frequentare soprattutto la sera dopo cena,<br />

appena finito il lavoro in casa. A causa<br />

dell’impossibilità <strong>di</strong> andare in un’altra chiesa<br />

spesso piangevo in solitu<strong>di</strong>ne. Un giorno<br />

però, dopo essere stata sorpresa da mia zia<br />

con gli occhi pieni <strong>di</strong> lacrime e averle<br />

spiegato il motivo, lei con fermezza e spirito<br />

materno mi rimandò a casa.<br />

Poco prima del mio rientro in famiglia, una<br />

suora missionaria chiese a mio padre il<br />

motivo per cui tanti figli fossero rimasti<br />

analfabeti. Lei, venuta a conoscenza della<br />

nostra con<strong>di</strong>zione economica, <strong>di</strong>sse a mio<br />

padre: “Scegli uno dei tuoi figli e ci penso io!”.<br />

Fui scelta senza che ne sapessi niente!<br />

Tornata a casa venni a conoscenza della<br />

scelta e, con mia immensa gioia, appresi che<br />

avrei dovuto prepararmi per la Prima<br />

Comunione. La felicità era tanta ma anche lo<br />

stu<strong>di</strong>o! Non sapendo né leggere né scrivere<br />

dovetti imparare tutto il catechismo a<br />

memoria. Impiegai quasi un anno.<br />

Dopo sette anni, terminati gli stu<strong>di</strong>, desiderai<br />

entrare in convento. In quegli anni avevo<br />

avuto come insegnante una suora alla quale<br />

chiesi cosa dovessi fare per entrare nella sua<br />

congregazione. Lei mi <strong>di</strong>ede una lunga lista<br />

Sr. O<strong>di</strong>lia con la neve - Irlanda Foto: sspc<br />

<strong>di</strong> cose da portare in dote. Una lista troppo<br />

costosa per me e la mia famiglia così, con<br />

tanto <strong>di</strong>spiacere, rinunciai.<br />

Poco tempo dopo, una vicina <strong>di</strong> casa mi chiese:<br />

“Ti piacerebbe andare dov’è mia figlia? Se scrivi<br />

loro penso che ti accetteranno…”. Scrissi subito<br />

alle <strong>Suore</strong> <strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong> San <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong> in<br />

Kisubi, vicino a Kampala (capitale dell’Uganda).<br />

Ricevetti la risposta una settimana dopo:<br />

potevo andare per provare. Potevo andare,<br />

certo, ma come pagare il viaggio? Neppure<br />

sapevo dove si trovasse Kisubi!<br />

Un amico <strong>di</strong> famiglia, Joseph, mi trovò un<br />

passaggio. Sarei dovuta p<strong>art</strong>ire da sola con un<br />

uomo mai visto prima. La p<strong>art</strong>enza era<br />

prevista all’alba, così ci mettemmo d’accordo<br />

che sarei andata a casa sua la sera prima. Mi


accompagnò Joseph che conosceva entrambi<br />

ma, arrivati lì, trovammo gente che beveva e<br />

si congratulava con il padrone <strong>di</strong> casa per aver<br />

trovato moglie!!! Trascinai fuori il mio amico e<br />

nel buio della notte, a pie<strong>di</strong>, villaggio dopo<br />

villaggio, tornai a casa.<br />

Un mese dopo, il marito <strong>di</strong> mia sorella, che<br />

lavorava a Kampala, tornò nel nostro<br />

villaggio. Felice occasione! Fu lui a portarmi<br />

a Kisubi nel suo viaggio <strong>di</strong> ritorno.<br />

Mi presentai a Sr. Bertilla, la superiora della<br />

casa. Pensavo bastasse vivere in convento per<br />

essere suora. Non era così. La mia poca<br />

istruzione non era sufficiente. Sr. Bertilla mi<br />

fece restare un anno in convento. Ero andata<br />

lì per restare e <strong>di</strong>ventare una suora, tuttavia,<br />

non sapendo cosa bisognasse fare, mi andava<br />

bene tutto. Quell’anno feci quel che potevo:<br />

un po’ <strong>di</strong> pulizia in casa e <strong>di</strong> aiuto in cucina.<br />

L’anno successivo iniziai a frequentare una<br />

scuola lontana dal convento. Rimasi lì per<br />

quattro anni. D’estate tornavo in convento e<br />

raramente a casa. Solo una volta mio padre mi<br />

La comunità in Dublino, Irlanda Foto: sspc<br />

chiese se fossi sicura della decisione presa e,<br />

vedendomi felice e determinata a continuare,<br />

accettò tutto come volontà <strong>di</strong> Dio.<br />

Entrai nel noviziato nel 1974 a 34 anni e<br />

professai i miei primi voti il 6 gennaio 1977.<br />

Attualmente mi trovo a Dublino in Irlanda.<br />

Svolgo qui il mio apostolato da 14 anni. Ho<br />

offerto la mia vita a Dio per i missionari <strong>di</strong><br />

questo Paese a cui Lui ha dato il coraggio <strong>di</strong><br />

lasciare una vita comoda per affrontare tutte<br />

le <strong>di</strong>fficoltà della vita missionaria in un<br />

Paese come l’Uganda.<br />

Adesso la parola che ripeto più spesso è<br />

grazie!! Grazie a tutte le <strong>Suore</strong> <strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong><br />

San <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong> per avermi accolto! Grazie<br />

a Dio per le gran<strong>di</strong> cose che ha fatto per me<br />

e, cosciente <strong>di</strong> essere quello che sono per<br />

Grazia <strong>di</strong> Dio, prego affinché i giovani <strong>di</strong><br />

oggi possano apprezzare la loro fede, la loro<br />

famiglia e l’istruzione ricevuta che, mentre<br />

in molti Paesi si considera scontata, é<br />

privilegio e dono <strong>di</strong> Dio.<br />

Sr. M. O<strong>di</strong>lia Kyomugisha, SSPC<br />

159


160<br />

Bacheca<br />

Mando la mia offerta in ringraziamento alla<br />

Beata Maria Teresa per la grazia concessami.<br />

Sono tanto riconoscente per la riuscita del<br />

mio lavoro e per essere stata inserita in<br />

ruolo. N.N.<br />

Di tutto cuore ringrazio la Beata Maria<br />

Teresa per tutte le grazie ricevute da Dio per<br />

Sua intercessione e Le chiedo <strong>di</strong> implorare<br />

la Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio e la Sua bene<strong>di</strong>zione<br />

su tutta la mia famiglia. Prego per la Sua<br />

canonizzazione. Z.H.<br />

Corinna M<strong>art</strong>inelli - Centa San Nicolò (TN)<br />

Giuseppina Cincinnati ved. Maccani -<br />

Castelnuovo Valsugana (TN)<br />

Maria Concini - Tuenno (TN)<br />

Ida Maschio - Lamon (BL)<br />

Assunta Russo - Cittanova (RC)<br />

Maria Urizzi - Visco (UD)<br />

Rita Scarpelli - Lappano (CS)<br />

Alberta Tovani - Villa a Roggio (LU)<br />

L’eterno riposo dona loro, o Signore,<br />

risplenda a essi la luce perpetua,<br />

riposino in pace. Amen<br />

GZIE<br />

alla Beata Maria Teresa Ledóchowska<br />

Ringrazio Dio, la Vergine Santissima e la<br />

Cara Beata Maria Teresa per la grazia <strong>di</strong><br />

avere salvato la vita <strong>di</strong> mia figlia e <strong>di</strong> mio<br />

nipote in seguito all’incidente stradale. Mi<br />

affido sempre alla Sua intercessione”. Una<br />

Mamma grata.<br />

Beata Maria Teresa, prega per noi<br />

Il 28 <strong>di</strong> ogni mese fino al 6 del mese seguente preghiamo la novena in tutte le nostre comunità,<br />

chiedendo l'intercessione della nostra Beata Madre Fondatrice per tutte le intenzioni che ci vengono inviate.<br />

Le intenzioni si possono mandare compilando il formulario nel nostro sito: www.missionarieclaveriane.org<br />

oppure telefonando o scrivendo a uno dei nostri in<strong>di</strong>rizzi.<br />

RICORDIAMO i nostri defunti


A oobre celebriamo:<br />

7 Madonna del Rosario<br />

17 Giornata Internazionale contro la<br />

Povertà<br />

23 Giornata Missionaria Mon<strong>di</strong>ale<br />

24 Giornata Internazionale dell’Informazione<br />

sullo Sviluppo<br />

27 Giornata <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong>alogo e<br />

preghiera per la pace e la giustizia nel<br />

mondo - Assisi<br />

Anno CXVI<br />

n. 10 Ottobre 2011<br />

Direttore responsabile<br />

mons. Ernesto Menghini<br />

Redazione<br />

sr. Silvia Simas - sr. Renata Szawara<br />

Collaboratori<br />

sr. Maria Paola Wojak - sr. Weronika Zychlinska<br />

sr. Jolanta Plominska - Maria Elena Cari<strong>di</strong><br />

Vincenza Zangara - Maria Teresa Rinal<strong>di</strong><br />

SUORE MISSIONARIE DI SAN PIETRO CLAVER<br />

www.missionarieclaveriane.org<br />

REDAZIONE<br />

00184 ROMA - Via dell’Olmata 16<br />

Tel. 06 4880450 - fax: 06 4871953<br />

E-mail redazione: ecoafrica.redazione@gmail.com<br />

AMMINISTRAZIONE<br />

38121 TRENTO - Via della Collina 18<br />

Tel. 0461 263645 - fax: 0461 268435<br />

E-mail: claver.trento@gmail.com<br />

CCP n. 35483452<br />

C/C n. 11723769<br />

Banca <strong>di</strong> Trento e Bolzano<br />

B.I.C. BATBIT2T<br />

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Tel. 011 6279513<br />

SVIZZERA - 1700 FRIBOURG<br />

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Poste Italiane s.p.a.<br />

Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale<br />

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<strong>art</strong>. 1, comma 2, DCB Trento.<br />

Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Roma<br />

n. 148 del 25 marzo 1986.<br />

Informiamo i Lettori che i loro dati personali<br />

sono utilizzati solo per le finalità della rivista.<br />

Il responsabile del loro trattamento<br />

è l’amministratore, cui gli interessati<br />

possono rivolgersi per chiederne la verifica<br />

o la cancellazione (D.LGS. 196/2003).<br />

La pubblicazione non è in libero commercio.<br />

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Nuove Arti Grafiche<br />

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E-mail: claver.trento@gmail.com<br />

L’interessamento e l’aiuto alle missioni<br />

non sono legati né al nostro peso corporale,<br />

né alla nostra statura,<br />

e neanche al numero dei nostri anni.<br />

Nessuno è tanto giovane o tanto anziano<br />

da non poter fare qualche cosa<br />

per le missioni.<br />

Beata Maria Teresa Ledóchowska<br />

Soeurs Missionnaires de St-Pierre <strong>Claver</strong><br />

Route du Grand-Pré 3<br />

1700 FRIBOURG<br />

Tel. 0264254595<br />

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