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Abstract 1. Lo Djebel Demer 2. Gli ksour - La scuola di Pitagora ...

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Ogni ksar ha una forma <strong>di</strong>versa dall’altro, ogni ghorfa <strong>di</strong>fferisce da quella che le sta accanto.<br />

Häring sostiene che: “Le forme nate da esigenze concrete, plasmate dalla vita, hanno un carattere<br />

elementare, una scaturigine naturale, non mutuata dall’uomo. […] queste forme, pur subendo continue<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni, dettate dalle esigenze esterne, sono in realtà eterne e in<strong>di</strong>struttibili, in quanto<br />

configurazioni perennemente riprodotte dalla vita” [2]. <strong>Gli</strong> <strong>ksour</strong> sono forme scaturite <strong>di</strong>rettamente<br />

dalle esigenze dello sfruttamento del suolo e dalle consuetu<strong>di</strong>ni delle popolazioni locali.<br />

<strong>Gli</strong> uomini che hanno costruito queste architetture sono berberi sedentari, Jebâliya, che durante le<br />

prime fasi della seconda invasione araba del Maghreb, XI secolo, si sono rifugiati sulle alture per<br />

<strong>di</strong>fendersi e mantenere la propria autonomia. Nel tempo molti berberi si sono arabizzati collaborando<br />

con i nuovi venuti; altri hanno dato vita a quello che comunemente viene definito lo Djbel indépendant,<br />

una piccola enclave berberofona in<strong>di</strong>pendente.<br />

Le <strong>di</strong>fferenze fra i due popoli, Berberi e Arabi, investono <strong>di</strong>versi piani della vita quoti<strong>di</strong>ana: la religione,<br />

la lingua, la struttura sociale. I primi sono animisti, berberofoni, usano il tamazight, e sono sedentari,<br />

quando si installano sulle creste dello <strong>Djebel</strong> lo fanno costruendo delle vere e proprie città. I secon<strong>di</strong><br />

sono islamici, parlano l’arabo e sono noma<strong>di</strong>, non hanno la cultura dell’agricoltura, vivono <strong>di</strong> pastorizia<br />

e <strong>di</strong> commercio.<br />

È evidente che il connubio fra queste due civiltà non può essere risolto con la vittoria <strong>di</strong> un modello o<br />

<strong>di</strong> un altro. Quello che accade, in realtà, è la combinazione e la <strong>di</strong>sseminazione <strong>di</strong> etnie e <strong>di</strong> usanze<br />

assai <strong>di</strong>versificate. Alcuni berberi, infatti, pur conservando la propria identità culturale <strong>di</strong>ventano<br />

seminoma<strong>di</strong>, altri invece si piegano completamente agli invasori e ne sposano la strategia <strong>di</strong><br />

sfruttamento del suolo.<br />

<strong>Gli</strong> <strong>ksour</strong> che analizzeremo in questa ricerca sono stati costruiti in un arco temporale molto vasto e<br />

appartengono a clan familiari <strong>di</strong>fferenti. Segnare l’appartenenza al clan e la data <strong>di</strong> fondazione<br />

consente <strong>di</strong> costruire quella rete vasta <strong>di</strong> riferimenti cui alludevamo prima.<br />

<strong>La</strong> ricerca si propone inoltre <strong>di</strong> incrementare la tra<strong>di</strong>zionale sud<strong>di</strong>visione fra <strong>ksour</strong>: kalaa, <strong>ksour</strong> <strong>di</strong><br />

montagna e <strong>ksour</strong> <strong>di</strong> pianura. I primi sono costruiti su alti speroni rocciosi, arroccati e irraggiungibili; i<br />

secon<strong>di</strong> sorgono su altopiani che dominano la pianura; i terzi sono e<strong>di</strong>ficati nei pressi degli wa<strong>di</strong> (fiumi<br />

in secca) dove è più facile coltivare e spostarsi.<br />

3. <strong>La</strong> scheda<br />

<strong>Gli</strong> <strong>ksour</strong> sono costruzioni spontanee, la tipologia e la forma sono espressione <strong>di</strong>retta del luogo e<br />

delle risorse <strong>di</strong>sponibili. <strong>La</strong> ricerca mette a sistema quasi 70 <strong>ksour</strong> <strong>di</strong>sseminati in un territorio <strong>di</strong> circa<br />

6.000 kmq. L’area geografica in cui si sviluppano è delimitata dalla formazione rocciosa dello <strong>Djebel</strong><br />

<strong>Demer</strong> a nord e dallo <strong>Djebel</strong> Nefousa (adesso in Libia) ad est.<br />

Ogni ksar è descritto con una scheda sintetica. I dati sono elaborati attraverso procedure<br />

standar<strong>di</strong>zzate, che prevedono quattro forme <strong>di</strong>fferenti: dati alfanumerici; icone, rappresentazioni<br />

grafiche, e rappresentazioni fotografiche.<br />

I dati alfanumerici comprendono: nome dello ksar, clan <strong>di</strong> appartenenza, data <strong>di</strong> fondazione.<br />

Le icone in<strong>di</strong>cano: localizzazione altimetrica, tipologia, posizione dell’ingresso, sovrapposizione delle<br />

ghorfas, numero <strong>di</strong> piani, tipologia d’accesso, percorsi verticali, decori, tipologia porte.<br />

Le rappresentazioni grafiche, fortemente co<strong>di</strong>ficate, includono informazioni su: territorio, intorno e<br />

morfologia.<br />

I dati sul territorio comprendono la planimetria relativa ad un intorno <strong>di</strong> 5 km, le principali vie d’accesso<br />

all’area dello ksar, i percorsi fra lo ksar e le aree coltivate (jessour). In alcuni casi gli <strong>ksour</strong> sono<br />

<strong>di</strong>sposti gli uni vicini agli altri e si può andare dall’uno all’altro senza scendere a valle.<br />

Riconoscere i percorsi minimi, piccoli sentieri percorribili a pie<strong>di</strong>, o con un asino, consente <strong>di</strong> capire le<br />

<strong>di</strong>namiche che hanno generato la <strong>di</strong>sposizione dell’accesso allo ksar, la posizione delle aree <strong>di</strong><br />

preghiera, la <strong>di</strong>sposizione degli artefatti per la raccolta delle acque meteoriche o per la lavorazione<br />

delle olive. <strong>La</strong> scheda raccoglie informazioni sulla <strong>di</strong>sposizione delle ombre durante l’arco della<br />

giornata per intuire quali aree sono meno esposte ai raggi solari. Una situazione orografica molto<br />

frastagliata crea vaste aree d’ombra che favoriscono la conservazione dell’umi<strong>di</strong>tà nella terra. Nella<br />

scheda è riportata, per semplicità, l’ombra che avvolge lo ksar alle 16.45 durante l’equinozio <strong>di</strong><br />

primavera.<br />

Le rappresentazioni grafiche relative all’intorno descrivono le relazioni reciproche fra lo ksar e gli altri<br />

manufatti presenti: moschee, marabut, cimiteri cisterne, oleifici, e case troglo<strong>di</strong>te.<br />

<strong>La</strong> morfologia dello ksar è descritta dalla planimetria delle coperture, dalle soluzioni d’angolo, dalla<br />

<strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a e dal profilo me<strong>di</strong>o della ghorfa.<br />

Le riprese fotografiche raccontano le relazioni visuali fra ksar/territorio e ricostruiscono, attraverso il<br />

raddrizzamento fotografico, la situazione della corte interna.<br />

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