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LATERIZI<br />
Il settore dei <strong>laterizi</strong> italiano, ma anche più in generale quello europeo risultano in questi anni in continua evoluzione e riorganizzazione, con una generale<br />
tendenza alla razionalizzazione della presenza sui vari mercati, alla concentrazione delle aziende, nonché al miglioramento dell’efficienza dei singoli comparti<br />
produttivi. Tale situazione ha portato in Italia alla riduzione delle aziende, anche attraverso la costituzione di Consorzi di produttori di particolare rilevanza, quali<br />
Poroton (20 aziende - blocchi portanti alleggeriti), Cotto Possagno ( 8 aziende – coppi in cotto), Alveolater (21 aziende – blocchi portanti alleggeriti).Notevole<br />
importanza per un più qualificato impiego del <strong>laterizi</strong>o, ha avuto negli ultimi 20 anni la normativa nazionale relativa all’applicazione del <strong>laterizi</strong>o come struttura portante<br />
ed agli aspetti del risparmio energetico, di isolamento acustico e di resistenza al fuoco delle murature.<br />
Le innovazioni più interessanti si sono avute nel comparto delle murature pesanti con il notevole sviluppo dei blocchi alveolati, ottenuti con vari metodi di<br />
alleggerimento. Esiste una chiara tendenza verso l’aumento degli spessori dei muri perimetrali, a cui è corrisposta anche la ricerca più recente sulle caratteristiche<br />
termiche dei blocchi da muro; si sta inoltre indirizzando l’attenzione su nuove tecnologie di blocchi a setti sottili<br />
Al giorno d’oggi è possibile anche ottenere in scala industriale mattoni pieni con caratteristiche pressoché identiche a quelle dei mattoni antichi. Infatti gli impianti<br />
attuali, cosiddetti “a pasta molle”, permettono di lavorare l’argilla senza degasarla e con la stessa quantità d’acqua del “fatto a mano”, ottenendo così la stessa porosità,<br />
lo stesso peso specifico e quindi la stessa qualità.<br />
In questi ultimi decenni hanno avuto notevole impulso i blocchi forati, ottenuti mediante estrusione dell’argilla mediante filiere. Questo ha comportato due grandi<br />
vantaggi: il risparmio d’argilla e la possibilità di sfruttare il potere isolante dell’aria. L’estrusione di geometrie forate però, non permette di lavorare argille “bagnate”,<br />
come nel mattone antico, in quanto i blocchi appena usciti dalla mattoniera si affloscerebbero, non mantenendo cioè la loro forma. Si è costretti quindi a lavorare con<br />
argille asciutte, dure. Ciò comporta ovviamente una perdita di porosità, con le inevitabili conseguenze ai fini della qualità della terracotta costituente il blocco.<br />
Inoltre nella mattoniera c’è una pompa di degasaggio, che sottrae all’argilla l’aria presente al suo interno, conferendo così al mattone trafilato una struttura più compatta<br />
rispetto a quella del mattone antico. Per quantificare ciò, è sufficiente ricordare che il peso specifico del mattone antico è di circa 144 kg/mc, mentre quello del mattone<br />
trafilato, a parità di argilla, è di 1800 kg/mc: ci sono quindi 400 kg/mc di differenza in seguito a questi tipi di lavorazione diversi.