Gds_1 Anno 2011 - Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia

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gdiS 1 • 2011 gennaio-aprile L’EDITORIALE INCARICHI PUBBLICI, CHE COSA STA CAMBIANDO Dal nove di Giugno di quest’anno, entrerà definitivamente in vigore il D. Lgs. n. 163 del 12/4/2006 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”, con le ultime variazioni introdotte dal D.P.R. 207/2010. Tra le novità sostanziali che riguardano i professionisti troviamo l’indirizzo verso la modalità di affidamento degli incarichi tramite l’offerta economicamente più vantaggiosa, rispetto a quella al massimo ribasso. Si intravede pertanto una tenue luce in fondo a quel tunnel costruito dal D.P.R. 554/99 prima e dal famigerato “Decreto Bersani” convertito con la Legge 248/2006. Questo cambio di tendenza è stato da lungo tempo auspicato da tutti i Consigli nazionali delle Professioni tecniche; studi eseguiti dal nostro CNG, dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri ed anche dall’OICE (l’organo di rappresentanza delle società di ingegneria), hanno da tempo evidenziato come il sistema delle offerte al massimo ribasso, legato anche alla mancanza di disciplina delle tariffe, ci ha condotto verso un andamento dei ribassi che hanno raggiunto un valore medio pari ad oltre il 45% ed uno massimo superiore all’82% con punte dell’ 86% per le società di ingegneria. Questo andamento del “libero mercato”, oltre ad esasperare il regime concorrenziale, porta a conseguenti ed evidenti ripercussioni sulla qualità della progettazione; per noi geologi il problema diventa ancora più evidente quando l’importo su cui effettuare il ribasso include anche l’importo delle indagini o quando ci presentiamo alle gare in RTP. In pratica si sta verificando con la committenza pubblica quello che già da anni lamentavamo con la committenza privata, in cui l’onorario per la prestazione, se ancora di onorario si può parlare, è in continua e verticale discesa nonostante l’introduzione delle NTC che avrebbero dovuto segnare la svolta qualitativa della nostra professione. Un tentativo per ridurre questa tendenza era stato fatto con la Determinazione AVCP n. 5 del 27 luglio scorso “Linee guida per l’affidamento dei servizi attinenti all’architettura ed all’ingegneria”, l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che, per quanto concerne la determinazione dell’importo a base di gara ha precisato che il corrispettivo va determinato applicando il D.M. 4 aprile 2001, almeno finché tale decreto non sarà sostituito da uno nuovo, emanato ai sensi dell’articolo 92, comma 2, del Codice, “tenendo conto delle tariffe previste per le categorie professionali interessate”; ma questa determinazione ha avuto poco seguito soprattutto in Sicilia, dove la Circolare dell’Assessorato Regionale per i LL.PP. del 18/9/2006 ha stabilito un doppio regime normativo: per i lavori pubblici l’applicazione della normativa regionale mentre per i beni, servizi e forniture si rimanda al Codice 163/2006 con le successive modifiche ed integrazioni. Questa evidente con- di Emanuele Doria traddizione, tutta isolana, consente attualmente una grande autonomia alle S.A., per cui si assiste continuamente a bandi di gara con impostazioni completamente differenti, svariati criteri di scelta dei requisiti e forte permanenza del fattore discrezionalità. Da diversi mesi ormai, l’Ordine Regionale dei Geologi, insieme alle Consulte Regionali degli Architetti e degli Ingegneri ed a diverse associazioni di categoria, sta partecipando al Tavolo di Lavoro per gli appalti istituito dall’Assessore Regionale alle Infrastrutture e Mobilità, nelle cui sedute, spesso dibattute, ha fornito il suo contribuito sia alla preparazione di una serie di proposte del mondo professionale siciliano rivolte al governo regionale, sia a puntualizzare le specifiche richieste della categoria dei geologi per quanto concerne la stesura delle Linee Guida del Codice; questo dialogo, che ha visto le professioni tecniche fare fronte unito, si è concretizzato in un Atto di Indirizzo che impegna la Regione siciliana, ed i Comuni della Sicilia, nonché gli enti, le aziende e le società dipendenti o partecipate, a seguire, nell’effettuazione delle gare d’appalto di lavori e di affidamento di servizi, una serie di criteri che anticipino il recepimento dinamico del Codice dei Contratti secondo il quale l’unico criterio utilizzabile per la valutazione delle offerte è quello del “criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Ci auguriamo quindi che a breve non si sentirà più parlare di ribassi incredibili, figli comunque di una situazione generale molto difficile, di concorrenza esasperata, legata anche alla scarsità sul territorio di bandi che consentano la partecipazione dei liberi professionisti senza vincoli a volte farraginosi. Tuttavia la norma in ingresso non è esente da pecche, poiché prende in considerazione come criteri l’adeguatezza dell’offerta; le caratteristiche metodologiche dell’offerta stessa; il ribasso percentuale unico indicato nell’offerta economica, che non può essere superiore ad una percentuale che deve essere fissata nel bando di gara in relazione alla tipologia; la riduzione percentuale indicata nell’offerta economica con riferimento al tempo, che non può essere superiore ad una percentuale che deve essere fissata nel bando di gara ed in ogni caso non superiore al 20%. Con tale sistema i due criteri di ribasso sull’importo e sul tempo potrebbero diventare ininfluenti, nel caso in cui tutte le offerte attestassero il loro ribasso a quello massimo fissato dal bando di gara, lasciando ampio margine alle scelte discrezionali e lasciando l’Ente comunque libero di fissare il ribasso massimo consentito di volta in volta. Speriamo di non cascare dalla padella nella brace. Un cordiale augurio di buon lavoro a tutti Voi Emanuele Doria (Presidente dell’Ordine dei Geologi di Sicilia) 3

LA SCOPERTA DI UNA STRUTTURA MEGALITICA “DOLMEN” A GALENZO AQUILEA DI SCIACCA (AG) Francesco Lo Bue Geologo, libero professionista - franco.lobue@libero.it La presente nota illustra il ritrovamento di una struttura megalitica di tipo dolmenico, ubicata nel territorio RIASSUNTO di Sciacca in un’area prossima alla strada di scorrimento veloce per Palermo, a pochi chilometri dell’abitato. La scoperta effettuata occasionalmente durante lavori di rilevamento geologico potrebbe rivestire, se confermata dalle verifiche archeologiche, un importante interesse per la storia arcaica dell’isola e aprire nuovi orizzonti sulla conoscenza delle origini dei primi insediamenti delle popolazioni saccensi. Anche dal lato geoculturale emergono contestualmente elementi di valore geomorfologico per la presenza di una falesia calcarenitica in un contesto di erosione e modellamento in cui la mano dell’uomo preistorico si è sovrapposta a quella delle azioni di lenta evoluzione geodinamica, riferibili all’Olocene. Dopo avere collocato il sito nel suo naturale contesto morfologico e geologico, nell’articolo si accenna al quadro storico-archeologico dell’area, già particolarmente ricca di sopravvivenze archeologiche e inserita nell’ambito del bacino termale di Sciacca, con le sue numerose e diversificate sorgenti termali. This note describes the discovery of a megalithic dolmen type structure, located in the territory of Sciacca ABSTRACT in an area next to the south-western Sicilian highway Sciacca-Agrigento, a few kilometres from the town. The discovery was made occasionally during the work of a geological survey and could play, if confirmed by geological testings, a major interest in the archaic history of the island and open new horizons on the knowledge of the origins of the first settlements of Sciacca population. Elements of geomorphological value also emerge on the geo-cultural side because of the presence of a calcarenitic cliff in a context of erosion and modelling in which the hand of prehistoric man superimposed on the slow evolution of the shares of Geodynamics, referring to the Holocene.After placing the site in its natural, geological and morphological context, the article alludes to the historical and archaeological area, already very rich in archaeological survivals and placed in the spa basin of Sciacca, with its many and varied thermal springs. Lineamenti geomorfologici territoriali L’area, nella quale abbiamo individuato la presenza di una struttura megalitica risulta ubicata nella parte Est del territorio di Sciacca in contrada Galenzo Aquilea-San Giorgio. L’intera zona, che da decenni viene indicata dagli studiosi come sito di frequentazione arcaica è interessata dalla presenza di importanti rinvenimenti della preistoria siciliana tra cui il Dolmen di Fimmina Morta (distante circa un chilometro dal luogo in esame) è ubicata a Sud-Est del Monte San Calogero, luogo preistorico di notevole valore archeologico. A Ovest il paesaggio e la morfologia del territorio sono caratterizzati dalla valle del torrente Carabollace che si sviluppa in un articolato e vasto bacino a reticolo fluviale che nel passato arcaico ha favorito le prime frequentazioni dell’uomo sicano ed elimo soprattutto alla foce del Carabollace ed è stato recentemente oggetto di scavi archeologici e studi da parte della Sovrintendenza di Agrigento e del Laboratorio di Archeologia della Normale di Pisa. Ricerche che hanno consentito di ricostruire un antico approdo navale alla foce del Carabollace (IV-VI sec. d.C., ed oltre), uno dei più importanti ancoraggi di Agrigento e del Lilibeo di navi provenienti dall’Africa. A Sud il territorio è dominato dal rilievo collinare di Monte Rotondo, mentre ad Est si eleva blandamente sul fondo-valle, con i sui contorni di quadrilatero irregolare, una estesa formazione di calcarenite rossastra del Calabriano, ricca di un notevole conte- 4 Fig. 1. Ubicazione del sito megalitico. nuto fossile di pectinidi, echinidi e molluschi. Dai rilievi eseguiti si evidenzia che la formazione si estende per largo tratto verso oriente con significativi affioramenti solo in parte mascherati da modesti depositi di detrito di falda della potenza variabile di 2,00 – 3,00 m. Da un punto di vista strutturale gli affioramenti mostrano una notevole quiete tettonica attestata dalla giacitura pressocchè orizzontale degli strati, a differenza della zona immediatamente a Sud del monte Cronio dove si hanno frequenti rotture di pendenza attribuibili a discontinuità strutturali. Il complesso megalitico oggetto dello studio, di quota 66 m SLM, 1 • 2011 gennaio-aprile gdiS

LA SCOPERTA DI UNA STRUTTURA MEGALITICA<br />

“DOLMEN” A GALENZO AQUILEA DI SCIACCA (AG)<br />

Francesco Lo Bue<br />

Geologo, libero professionista - franco.lobue@libero.it<br />

La presente nota illustra il ritrovamento <strong>di</strong> una struttura megalitica <strong>di</strong> tipo dolmenico, ubicata nel territorio<br />

RIASSUNTO<br />

<strong>di</strong> Sciacca in un’area prossima alla strada <strong>di</strong> scorrimento veloce per Palermo, a pochi chilometri dell’abitato.<br />

La scoperta effettuata occasionalmente durante lavori <strong>di</strong> rilevamento geologico potrebbe rivestire, se confermata dalle verifiche archeologiche,<br />

un importante interesse per la storia arcaica dell’isola e aprire nuovi orizzonti sulla conoscenza delle origini <strong>dei</strong> primi inse<strong>di</strong>amenti<br />

delle popolazioni saccensi. Anche dal lato geoculturale emergono contestualmente elementi <strong>di</strong> valore geomorfologico per la<br />

presenza <strong>di</strong> una falesia calcarenitica in un contesto <strong>di</strong> erosione e modellamento in cui la mano dell’uomo preistorico si è sovrapposta<br />

a quella delle azioni <strong>di</strong> lenta evoluzione geo<strong>di</strong>namica, riferibili all’Olocene. Dopo avere collocato il sito nel suo naturale contesto morfologico<br />

e geologico, nell’articolo si accenna al quadro storico-archeologico dell’area, già particolarmente ricca <strong>di</strong> sopravvivenze archeologiche<br />

e inserita nell’ambito del bacino termale <strong>di</strong> Sciacca, con le sue numerose e <strong>di</strong>versificate sorgenti termali.<br />

This note describes the <strong>di</strong>scovery of a megalithic dolmen type structure, located in the territory of Sciacca<br />

ABSTRACT<br />

in an area next to the south-western <strong>Sicilia</strong>n highway Sciacca-Agrigento, a few kilometres from the town.<br />

The <strong>di</strong>scovery was made occasionally during the work of a geological survey and could play, if confirmed by geological testings, a major<br />

interest in the archaic history of the island and open new horizons on the knowledge of the origins of the first settlements of Sciacca<br />

population. Elements of geomorphological value also emerge on the geo-cultural side because of the presence of a calcarenitic cliff in<br />

a context of erosion and modelling in which the hand of prehistoric man superimposed on the slow evolution of the shares of<br />

Geodynamics, referring to the Holocene.After placing the site in its natural, geological and morphological context, the article alludes to<br />

the historical and archaeological area, already very rich in archaeological survivals and placed in the spa basin of Sciacca, with its<br />

many and varied thermal springs.<br />

Lineamenti geomorfologici territoriali<br />

L’area, nella quale abbiamo in<strong>di</strong>viduato la presenza<br />

<strong>di</strong> una struttura megalitica risulta ubicata nella parte<br />

Est del territorio <strong>di</strong> Sciacca in contrada Galenzo Aquilea-San<br />

Giorgio. L’intera zona, che da decenni viene<br />

in<strong>di</strong>cata dagli stu<strong>di</strong>osi come sito <strong>di</strong> frequentazione<br />

arcaica è interessata dalla presenza <strong>di</strong> importanti rinvenimenti<br />

della preistoria siciliana tra cui il Dolmen<br />

<strong>di</strong> Fimmina Morta (<strong>di</strong>stante circa un chilometro dal<br />

luogo in esame) è ubicata a Sud-Est del Monte San<br />

Calogero, luogo preistorico <strong>di</strong> notevole valore archeologico.<br />

A Ovest il paesaggio e la morfologia del territorio<br />

sono caratterizzati dalla valle del torrente Carabollace<br />

che si sviluppa in un articolato e vasto bacino<br />

a reticolo fluviale che nel passato arcaico ha favorito<br />

le prime frequentazioni dell’uomo sicano ed elimo soprattutto<br />

alla foce del Carabollace ed è stato recentemente<br />

oggetto <strong>di</strong> scavi archeologici e stu<strong>di</strong> da parte<br />

della Sovrintendenza <strong>di</strong> Agrigento e del Laboratorio <strong>di</strong><br />

Archeologia della Normale <strong>di</strong> Pisa. Ricerche che hanno<br />

consentito <strong>di</strong> ricostruire un antico approdo navale alla<br />

foce del Carabollace (IV-VI sec. d.C., ed oltre), uno<br />

<strong>dei</strong> più importanti ancoraggi <strong>di</strong> Agrigento e del Lilibeo<br />

<strong>di</strong> navi provenienti dall’Africa.<br />

A Sud il territorio è dominato dal rilievo collinare<br />

<strong>di</strong> Monte Rotondo, mentre ad Est si eleva blandamente<br />

sul fondo-valle, con i sui contorni <strong>di</strong> quadrilatero<br />

irregolare, una estesa formazione <strong>di</strong> calcarenite<br />

rossastra del Calabriano, ricca <strong>di</strong> un notevole conte-<br />

4<br />

Fig. 1. Ubicazione del sito megalitico.<br />

nuto fossile <strong>di</strong> pectini<strong>di</strong>, echini<strong>di</strong> e molluschi. Dai<br />

rilievi eseguiti si evidenzia che la formazione si estende<br />

per largo tratto verso oriente con significativi affioramenti<br />

solo in parte mascherati da modesti depositi<br />

<strong>di</strong> detrito <strong>di</strong> falda della potenza variabile <strong>di</strong> 2,00 –<br />

3,00 m. Da un punto <strong>di</strong> vista strutturale gli affioramenti<br />

mostrano una notevole quiete tettonica attestata<br />

dalla giacitura pressocchè orizzontale degli strati, a<br />

<strong>di</strong>fferenza della zona imme<strong>di</strong>atamente a Sud del monte<br />

Cronio dove si hanno frequenti rotture <strong>di</strong> pendenza<br />

attribuibili a <strong>di</strong>scontinuità strutturali. Il complesso<br />

megalitico oggetto dello stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> quota 66 m SLM,<br />

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