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Gds_1 Anno 2011 - Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia

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RINVENIMENTO DI UN’ANTICA CAVA DI PIETRE<br />

DA MACINA NEL LITORALE DI LETOJANNI (ME)<br />

Alberto Ucosich - Geologo, libero professionista - Messina<br />

1. Premessa<br />

Il lungo arenile, pressoché integro nella sua naturale<br />

preservazione, che giace tra il limite settentrionale<br />

dell’abitato <strong>di</strong> Letojanni ed il Fondaco Parrino<br />

(Comune <strong>di</strong> Forza d’Agrò) nasconde una scogliera che<br />

in epoca remota è stata utilizzata come cava per trarne<br />

mole per frantoio.<br />

Nell’anno 2005 una serie <strong>di</strong> mareggiate ha rimosso<br />

i se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> spiaggia per un breve periodo, permettendo<br />

allo scrivente <strong>di</strong> rinvenire codesto sito <strong>di</strong> interesse<br />

storico ed archeologico lì dove la sabbia lo aveva<br />

nascosto per decenni; due ulteriori e più forti mareggiate<br />

nei mesi <strong>di</strong> Gennaio 2009 e 2010 hanno messo<br />

a nudo altri tratti <strong>di</strong> scogliera consentendo una più<br />

approfon<strong>di</strong>ta indagine. In seguito è stata inviata la<br />

segnalazione alla Soprintendenza <strong>dei</strong> Beni CC. AA.<br />

<strong>di</strong> Messina, che non era ancora a conoscenza del sito.<br />

2. Inquadramento morfologico del sito<br />

La cava in oggetto è ubicata a circa 2 km a Nord<br />

del centro abitato <strong>di</strong> Letojanni, nel vasto arenile compreso<br />

tra le foci degli impluvi denominati “Pietrabianca”,<br />

“Milianò” ed “Oliveri”; trovasi alle coor<strong>di</strong>nate<br />

WB 290 949 della tavoletta scala 1:25.000 “Forza<br />

D’Agrò”, Foglio 262 I S.E.<br />

Essa è ricavata su una piatta scogliera alta circa<br />

un metro sul livello del mare, che <strong>di</strong> norma risulta<br />

celata dai depositi <strong>di</strong> spiaggia; la roccia è sempre visibile,<br />

oltre la battigia, nel suo prolungamento in mare<br />

in forma <strong>di</strong> serie parallele <strong>di</strong> scogli sommersi che si<br />

estendono fino alla batimetrica -3 m; il fondale che<br />

si <strong>di</strong>parte dalla riva oltre la barriera <strong>di</strong> scogli è essen-<br />

32<br />

zialmente sabbioso, generalmente regolare, e <strong>di</strong>grada<br />

con una pendenza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 10°.<br />

La lunga spiaggia, larga in me<strong>di</strong>a 50-60 m, inizia<br />

presso la foce del T. San Filippo a SW e termina in<br />

corrispondenza <strong>di</strong> un piccolo promontorio roccioso<br />

poco oltre il T. Oliveri a NE. Essa è delimitata a monte<br />

da ripi<strong>di</strong> versanti collinari nei quali si trovano ubicate<br />

la ferrovia ME-CT, la SS.114 e la A20.<br />

Riguardo all’esposizione verso la mutevolezza<br />

degli eventi meteo-marini, l’area si trova esposta <strong>di</strong>rettamente<br />

verso i venti <strong>di</strong> Grecale e Levante (NE ed E)<br />

e <strong>di</strong> Scirocco (SE). Riguardo all’esposizione verso<br />

Libeccio, Maestrale e Tramontana l’area risulta sufficientemente<br />

protetta dai rilievi montuosi.<br />

La spiaggia risulta essere in equilibrio rispetto ai<br />

fattori <strong>di</strong> erosione e <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione. Ciò nonostante,<br />

in qualche annata la violenza delle mareggiate ha<br />

fatto retrocedere l’arenile temporaneamente <strong>di</strong> parecchi<br />

metri, come è avvenuto in occasione della serie<br />

<strong>di</strong> forti sciroccate protrattesi tra l’inverno e la primavera<br />

del 2005, che ha traslato ingenti masse <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mento<br />

sabbioso verso NE, portandole a ridosso del<br />

promontorio presso il T. Oliveri e causando l’eccezionale<br />

messa a nudo <strong>di</strong> un tratto <strong>di</strong> scogliera emersa<br />

esteso <strong>di</strong>versi mq; tale affioramento è rimasto visibile<br />

per l’intera estate successiva permettendo per la<br />

prima volta allo scrivente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarne i segni <strong>di</strong><br />

un’attività estrattiva. Le prime mareggiate settembrine<br />

del 2005 causate dai venti provenienti da Grecale<br />

hanno <strong>di</strong> nuovo celato il sito riportando in posto la<br />

sabbia precedentemente asportata.<br />

Un’altra serie <strong>di</strong> eccezionali mareggiate provenienti<br />

da E-SE occorse tra il 10 ed il 14 Gennaio 2009,<br />

con una fase parossistica nel giorno 13, ha fatto emergere<br />

un più ampio tratto <strong>di</strong> scogliera lungo buona parte<br />

dell’arenile; dopo due settimane, la maggior parte <strong>di</strong><br />

questa era <strong>di</strong> nuovo sepolta sotto una coltre <strong>di</strong> nuovi<br />

se<strong>di</strong>menti.<br />

L’ultima riemersione della scogliera si è avuta<br />

durante l’ultima mareggiata <strong>di</strong> Libeccio del 27 Gennaio<br />

2010.<br />

Tali estremi fenomeni <strong>di</strong> erosione e successivo ripascimento<br />

del litorale non erano stati mai notati prima<br />

dai residenti e con tutta probabilità non accadevano<br />

da almeno 30-40 anni; trattasi <strong>di</strong> eventi inconsueti che<br />

però in passato sono sicuramente accaduti più volte,<br />

permettendo agli antichi cavatori <strong>di</strong> rinvenire e <strong>di</strong><br />

sfruttare il sito.<br />

1 • <strong>2011</strong><br />

gennaio-aprile<br />

g<strong>di</strong>S

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