Gds_1 Anno 2011 - Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia
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Fig. 6. Sezione interpretativa del bacino della <strong>Sicilia</strong> centrale<br />
che illustra la relazione tra le principali unità evaporitiche<br />
messiniane (da Rouchy, 1982a; Garcia-Veigas et alii, 1995).<br />
alii, 1994); <strong>di</strong> faglie trascorrenti, <strong>di</strong> faglie normali o<br />
della loro combinazione (Campillo et alii, 1992; Maldonedo,<br />
1999); come risultato della combinazione tra<br />
processi tettonici ed eustatismo.<br />
Il modello proposto da Loget et alii (2005, 2006)<br />
interpreta l’apertura dello stretto <strong>di</strong> Gibilterra come<br />
conseguenza dell’erosione regressiva, prodotta dai<br />
sistemi fluviali che sfociavano nel bacino del Me<strong>di</strong>terraneo,<br />
innescatasi in risposta all’abbassamento<br />
generale del livello del mare nel Me<strong>di</strong>terraneo. A testimonianza<br />
<strong>di</strong> ciò sono state in<strong>di</strong>viduate profonde incisioni<br />
fluviali lungo la regione me<strong>di</strong>terranea – in particolare<br />
in Spagna e in Marocco (nell’area dello stretto<br />
<strong>di</strong> Gibilterra) – e la presenza <strong>di</strong> canyons sottomarini,<br />
con orientamento E-W, nell’area dello stretto <strong>di</strong> Gibilterra<br />
(Campillo et alii,1992).<br />
La formazione <strong>di</strong> una profonda incisione in corrispondenza<br />
della soglia <strong>di</strong> Gibilterra avrebbe agito da<br />
canale <strong>di</strong> comunicazione preferenziale tra l’Atlantico<br />
ed il Me<strong>di</strong>terraneo – in concomitanza con l’innalzamento<br />
del livello dell’oceano Atlantico – che si sarebbe<br />
trasformato, nel tempo, in un ingresso permanente<br />
attraverso cui l’acqua avrebbe defluito all’interno<br />
del bacino Me<strong>di</strong>terraneo.<br />
2. I depositi Messiniani in <strong>Sicilia</strong><br />
In <strong>Sicilia</strong> affiorano tra le più complete successioni<br />
evaporitiche depositatesi nel Me<strong>di</strong>terraneo. La gran<br />
parte degli affioramenti <strong>di</strong> rocce evaporitiche sono<br />
concentrati nella porzione occidentale (Santa Ninfa,<br />
Salemi, Castelvetrano, Ciminna, Baucina, Sambuchi,<br />
Petralia, Alimena, Nicosia) e centro meri<strong>di</strong>onale del-<br />
g<strong>di</strong>S<br />
1 • <strong>2011</strong><br />
gennaio-aprile<br />
l’isola (area <strong>di</strong> Caltanissetta, Agrigento, Gela, Licata,<br />
Siculiana, Cattolica Eraclea). Nella porzione orientale,<br />
invece, le evaporiti costituiscono degli affioramenti<br />
sparsi e <strong>di</strong> limitata estensione areale.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista litostratigrafico, i depositi evaporitici<br />
siciliani sono identificati dal Gruppo della Gessoso-Solfifera.<br />
Stratigraficamente, questo Gruppo poggia<br />
sui depositi preevaporitici messiniani della<br />
Formazione Tripoli (Miocene superiore) ed è ricoperta,<br />
in <strong>di</strong>scordanza, dalle calcilutiti e dalle calcisiltiti<br />
pelagiche (Formazione Trubi) del Pliocene inferiore<br />
(fase postevaporitica).<br />
Il Gruppo della Gessoso-Solfifera si <strong>di</strong>vide in due<br />
unità: un’unità evaporitica inferiore ed un’unità evaporitica<br />
superiore.<br />
L’unità evaporitica inferiore è costituita, dal basso<br />
verso l’alto, dalle seguenti litologie: 1) calcari evaporitici<br />
(calcari algali, laminiti dolomitiche, ecc.) generalmente<br />
conosciuti come “Calcare <strong>di</strong> base”, 2) gessi<br />
selenitici e laminati (in genere primari) con intercalazioni<br />
<strong>di</strong> marne gessose, 3) sali (principalmente cloruri)<br />
passanti verso l’alto e lateralmente ad argille e gessareniti.<br />
L’unità evaporitica superiore è costituita, dal basso<br />
verso l’alto, dalle seguenti litologie: 1) gessi (selenitici,<br />
balatini e clastici) intercalati da livelli argillo-sabbiosi<br />
e carbonatico-gessosi, 2) calcari bioclastici passanti<br />
verso l’alto e lateralmente a gessi, 3) sabbie<br />
argillose (Arenazzolo), figura 6.<br />
Le due unità evaporitiche sono separate da una<br />
superficie <strong>di</strong> <strong>di</strong>scordanza intra-messiniana che è stata<br />
interpretata (Butler et alii, 1995; Krijgsman et alii,<br />
1999a,b) come una testimonianza <strong>di</strong> un importante episo<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> esposizione subaerea creatosi in concomitanza<br />
con la fine della deposizione dell’unità evaporitica<br />
inferiore.<br />
Litostratigrafia del Messiniano - Pliocene inferiore.<br />
- Formazione Tripoli.<br />
L’unità, già descritta da Mottura (1871) e Baldacci<br />
(1886) come una formazione <strong>di</strong>atomitica e marnoso/calcarea<br />
che si sviluppa nell’ambito della Gessoso-Solfifera<br />
<strong>di</strong> numerosissime località della <strong>Sicilia</strong>, è<br />
<strong>di</strong>ffusa anche in Calabria, Grecia e Africa settentrionale<br />
e con equivalenti perfino nell’Appennino settentrionale<br />
(Marche) e centrale (Maiella). Gli affioramenti<br />
più tipici si rinvengono nel bacino <strong>di</strong> Caltanissetta<br />
(sezione <strong>di</strong> riferimento: Falconara).<br />
In <strong>Sicilia</strong> la formazione è costituita da un’alternanza<br />
ritmica <strong>di</strong> strati <strong>di</strong>atomitici e marnoso calcarei <strong>di</strong><br />
spessore decimetrico fino a metrico. Al suo interno è<br />
riconoscibile un pattern ciclico dato dalla sovrapposizione<br />
or<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> tre litotipi: marne omogenee <strong>di</strong> colore<br />
grigio-verdastro, laminiti bruno-rossastre (sapropel),<br />
laminiti biancastre (<strong>di</strong>atomiti).<br />
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