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Gds_1 Anno 2011 - Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia

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prima fase sarebbe avvenuta la deposizione del gesso<br />

nei bacini marginali. Durante la seconda fase sarebbe<br />

avvenuto il prosciugamento <strong>dei</strong> bacini marginali (con<br />

erosione <strong>dei</strong> margini) e la contemporanea deposizione<br />

delle evaporiti nei bacini profon<strong>di</strong> del Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

La terza fase sarebbe stata segnata dal ritorno<br />

delle con<strong>di</strong>zioni marine durante il tardo Messiniano e<br />

dalla deposizione del gesso all’interno <strong>di</strong> piccoli bacini<br />

marginali (come quello <strong>di</strong> Sorbas). Secondo Ri<strong>di</strong>ng<br />

(1998), inoltre, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lago-mare sarebbero<br />

state raggiunte, nel tardo Messiniano, solo in alcune<br />

aree marginali <strong>di</strong> limitata estensione, figura 5.<br />

Secondo le ipotesi formulate da Lu e Meyers<br />

(2006), invece, la deposizione delle evaporiti del ciclo<br />

inferiore sarebbe avvenuto in un contesto dominato<br />

dall’esistenza <strong>di</strong> acque relativamente profonde, mentre<br />

la deposizione delle evaporiti del ciclo superiore<br />

si sarebbe verificata in seguito alla precipitazione <strong>dei</strong><br />

sali da salamoie marine miscelate con un significativo<br />

apporto <strong>di</strong> acque continentali (Lu et alii, 2001,<br />

2002). Per Lu e Meyers (2006), inoltre, l’abbassamento<br />

del livello del mare e gli eventi erosivi che ne conseguirono<br />

avrebbero coinvolto solo le aree marginali<br />

mentre nella parte centrale <strong>dei</strong> bacini la presenza d’acqua<br />

sarebbe stata costante.<br />

Anche per Rouchy e Caruso (2006) le fasi evaporitiche<br />

a scala me<strong>di</strong>terranea furono due. Secondo il loro<br />

modello interpretativo, le evaporiti del ciclo inferiore<br />

– contenenti calcari, gessi, spesse e massicce unità <strong>di</strong><br />

sale (alite) e <strong>di</strong> sali <strong>di</strong> potassio e <strong>di</strong> magnesio (depositatisi<br />

nei bacini più profon<strong>di</strong> ed in <strong>Sicilia</strong>) – si sarebbero<br />

deposte durante il maggiore periodo d’abbassamento<br />

del livello dell’acqua nei bacini e<br />

contemporaneamente con il principale evento erosivo<br />

<strong>dei</strong> margini. Per Rouchy e Caruso (2006), inoltre, la<br />

deposizione evaporitica nei bacini marginali ed in quelli<br />

profon<strong>di</strong> sarebbe iniziata con una lieve <strong>di</strong>acronia.<br />

Essi concordano con Butler (1995) e Krijgsman (1999)<br />

sul fatto che la <strong>di</strong>sconformità intra-messiniana – che<br />

in <strong>Sicilia</strong> separa il ciclo evaporitico inferiore da quello<br />

superiore – rappresenterebbe un importante evento<br />

erosivo avvenuto in concomitanza con il massimo<br />

abbassamento del livello dell’acqua nel bacino del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Durante la deposizione delle evaporiti del ciclo<br />

superiore il chimismo dell’acqua del Me<strong>di</strong>terraneo iniziò<br />

a cambiare – a causa dell’incremento dell’apporto<br />

d’acqua dolce nel bacino – fino a quando, alla fine<br />

del Messiniano, tutto il Me<strong>di</strong>terraneo fu caratterizzato<br />

da un ambiente dominato da acque salmastre (facies<br />

lago-mare) contenenti organismi oligoalini (Rouchy,<br />

Caruso et alii, 2006).<br />

Tale ipotesi verrebbe suggerita anche da Roveri e<br />

Manzi (2006) and Krijgsman et alii (2008) sulla base<br />

dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> alcuni bivalvi parateti<strong>dei</strong>.<br />

14<br />

Secondo Butler et alii (1995), Ri<strong>di</strong>ng et alii (1998)<br />

e Braga et alii (2006), invece, la facies lago-mare<br />

sarebbe stata determinata da localizzati fenomeni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>luizione dell’acqua (dovuti ad apporti d’acqua dolce)<br />

contenuta all’interno <strong>dei</strong> bacini marginali.<br />

Essi ritengono, inoltre, che il ripristino nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />

delle con<strong>di</strong>zioni marine sarebbe avvenuto<br />

durante il Messiniano superiore.<br />

Anche Grossi et alii (2008) ipotizza che durante<br />

l’evento lago-mare il Me<strong>di</strong>terraneo sarebbe stato sud<strong>di</strong>viso<br />

in vari bacini in<strong>di</strong>pendenti e che ciascuno <strong>di</strong><br />

questi, in<strong>di</strong>pendentemente dagli altri, avrebbe subito<br />

<strong>dei</strong> cambiamenti ambientali <strong>di</strong>fferenziati.<br />

È stato stimato che la fase lago-mare durò da<br />

175.000 anni (Krijgsman et alii, 1999a, b) a 250.000<br />

anni (Vai, 1997).<br />

Il record se<strong>di</strong>mentario relativo alla biofacies lagomare<br />

è costituito da una notevole varietà <strong>di</strong> litologie<br />

tra cui marne, carbonati, sabbie, conglomerati, paleosuoli,<br />

brecce (Rouchy et alii, 2001), mentre dal punto<br />

<strong>di</strong> vista paleontologico, generalmente, tale biofacies è<br />

caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> una fauna dulcicolasalmastra<br />

ad affinità paratetidea in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> acque<br />

poco profonde con fondali prossimi all’esposizione<br />

subaerea.<br />

Se<strong>di</strong>menti caratterizzati da biofacies tipiche <strong>di</strong> lagomare<br />

sono stati ritrovati nel bacino del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

centrale (bacino delle Baleari, bacino tirrenico), del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo orientale e <strong>di</strong> quello occidentale (bacino<br />

algero-provenzale), in Spagna e in Francia (bacino<br />

del Rhone), nelle isole Egee e nell’isola <strong>di</strong> Corfù.<br />

In Italia depositi ascrivibili alla facies lago-mare si<br />

ritrovano sia sul versante tirrenico sia sul versante<br />

adriatico della penisola, negli Appennini settentrionali<br />

e centrali, in Toscana (Cava Serre<strong>di</strong>, bacino <strong>di</strong> Ribolla<br />

e <strong>di</strong> Volterra), in <strong>Sicilia</strong> (Eraclea Minoa, Pasquasia-Capodarso),<br />

in Emilia Romagna e Marche.<br />

All’inizio dello Zancleano (Pliocene inferiore),<br />

l’ambiente lago-mare subì un progressivo cambiamento<br />

del proprio chimismo grazie all’apporto, nel Me<strong>di</strong>terraneo,<br />

<strong>di</strong> acqua marina proveniente dall’Atlantico.<br />

Tale evento condusse al ripristino delle normali con<strong>di</strong>zioni<br />

marine nel Me<strong>di</strong>terraneo (circa 5,2 Ma) – testimoniate<br />

dalla ricomparsa <strong>di</strong> microfaune marine e dalla<br />

scomparsa degli organismi oligoalini – e sancì la fine<br />

della crisi <strong>di</strong> salinità.<br />

Il ritorno del Me<strong>di</strong>terraneo alle con<strong>di</strong>zioni marine<br />

normali, durante il Pliocene inferiore, avvenne grazie<br />

alla riapertura dello Stretto <strong>di</strong> Gibilterra (5.33Ma, Hilgen<br />

e Langereis, 1993) ed al conseguente ripristino<br />

della comunicazione tra l’Atlantico ed il Me<strong>di</strong>terraneo<br />

(Cita, 1975a,b; Iaccarino et alii,1999; Blanc, 2002;<br />

Rouchy et alii, 2001 e 2007).<br />

Quest’apertura si sarebbe prodotta come <strong>di</strong>retta<br />

conseguenza della tettonica (Kastens, 1992; Hodell et<br />

1 • <strong>2011</strong><br />

gennaio-aprile<br />

g<strong>di</strong>S

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