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toponimi prediali in - Area Download - Scuola Normale Superiore

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SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA<br />

Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico<br />

QUARTE<br />

GIORNATE INTERNAZIONALI DI<br />

STUDI SULL’AREA ELIMA<br />

(Erice, 1-4 dicembre 2000)<br />

ATTI<br />

I<br />

Pisa 2003


Il presente volume è stato curato da Alessandro Corretti.<br />

ISBN 88-7642-122-X


NOTE DI TOPONOMASTICA LATINA NELLA<br />

SICILIA OCCIDENTALE: TOPONIMI PREDIALI CON<br />

SUFFISSO -A—NUM, -A—NA<br />

ANTONINO FACELLA<br />

Oggetto della mia comunicazione è la categoria di <strong>toponimi</strong><br />

forse più comune e nota dell’Italia pen<strong>in</strong>sulare: i <strong>prediali</strong> lat<strong>in</strong>i (o<br />

romani, se si vuole porre l’accento sul contesto storico entro cui<br />

si iscrive il fenomeno l<strong>in</strong>guistico) <strong>in</strong> -a–num, -a–na. Essi sono<br />

costituiti come si sa da un orig<strong>in</strong>ario aggettivo, composto dal<br />

suffisso -a–num, -a–na applicato ad un tema formato dal gentilizio<br />

o dal nome personale 1 dell’antico proprietario di un appezzamento<br />

di terra. Quando il suffisso è -anum va sott<strong>in</strong>teso un term<strong>in</strong>e<br />

maschile (all’acc.) o neutro: praedium, o anche fundus, anche se<br />

talora non si possono escludere campus, ager, hortus, saltus, rus.<br />

Quando <strong>in</strong>vece è –ana può essere sott<strong>in</strong>teso un sostantivo femm<strong>in</strong>ile<br />

quale massa (che, ricordiamo, nella term<strong>in</strong>ologia della Sicilia<br />

imperiale e tardoantica designa generalmente un’aggregazione<br />

di fondi rustici 2 ), oppure statio, villa o domus, <strong>in</strong> casi più rari<br />

aedes, casa, colonia, fig(u)l<strong>in</strong>a, turris, e talora ritengo non sia da<br />

escludere l’ipotesi di un neutro plurale tipo praedia 3 .<br />

Questo genere di <strong>toponimi</strong>, che <strong>in</strong> Italia, come accennavo, è<br />

estremamente diffuso e studiato, per quanto riguarda la Sicilia è<br />

stato forse <strong>in</strong> parte trascurato, <strong>in</strong> quanto si è sempre ritenuto che<br />

nella nostra regione si sia conservato un numero <strong>in</strong>significante di<br />

<strong>prediali</strong> <strong>in</strong> –anum, -ana, e, pur non escludendosi l’ipotesi che essi<br />

fossero stati <strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e numerosi e diffusi su tutto il territorio<br />

dell’isola, <strong>in</strong> particolare probabilmente nell’età imperiale e<br />

tardoantica 4 , si ritiene pressoché concordemente che siano stati<br />

successivamente cancellati <strong>in</strong> maniera pressoché totale<br />

dall’arabizzazione. Holm raccolse i pochi che riuscì a riscontrare


438<br />

A. FACELLA<br />

nella toponomastica siciliana a lui contemporanea (<strong>in</strong> tutto una<br />

dozz<strong>in</strong>a, tra cui quattro sicuramente da escludere 5 ) <strong>in</strong> una recensione<br />

ad un importante articolo di Flechia del 1874 (Nomi locali<br />

del Napolitano derivati da gentilizi italici), apparsa sugli<br />

Jahresberichte di Bursian del 1874-1875 6 . Oltre settant’anni<br />

dopo Alessio ne cita solo dieci 7 , tra cui alcuni dubbi (Scanzano,<br />

Perpignano) o decisamente da escludere (Bassano, Marano,<br />

Martorana, visibilmente derivati da cognomi). Ancora <strong>in</strong> un<br />

convegno del 1980 Caracausi, riferendosi sempre ai <strong>prediali</strong> <strong>in</strong> –<br />

anum, –ana tuttora riscontrabili nella toponomastica siciliana, ne<br />

elenca soltanto una dec<strong>in</strong>a: Calviano, Capezzano, Cianciana,<br />

Favignana, Gagliano, Giarratana, Giuliana, Grignani, Siculiana,<br />

Sofiana 8 . Considerazioni dello stesso tenore sono svolte anche da<br />

Rohlfs, che dopo aver raccolto 13 <strong>prediali</strong> noti da fonti antiche e<br />

altomedievali 9 , dichiara: «und auch heute überrascht im modernen<br />

Sizilien das fast völlige Fehlen der Ortsnamen auf –ano... Vermag<br />

ich nur Gagliano (im Raum östlich des Aetna [sic]) und e<strong>in</strong><br />

Siculiana (bei Agrigento) anzuführen» 10 , cui aggiunge Cagnanò,<br />

Frazzanò, Magnanò e Simiglianò, l’accentazione dei quali tradisce<br />

il passaggio attraverso una pronuncia grecofona.<br />

Il primo ad esprimere un’op<strong>in</strong>ione controcorrente è stato<br />

Biagio Pace: «è contrariamente a quanto credeva lo Holm, una<br />

serie molto ricca» 11 . Per <strong>in</strong>ciso, che sia stato proprio Pace a<br />

manifestare tale posizione non è certo un caso, dal momento che<br />

l’esistenza di <strong>toponimi</strong> <strong>prediali</strong> lat<strong>in</strong>i può essere un significativo<br />

<strong>in</strong>dicatore dell’<strong>in</strong>tensità della romanizzazione di una regione da più<br />

punti di vista: politico, economico, <strong>in</strong>sediativo/demografico, e non<br />

solo l<strong>in</strong>guistico/culturale. Pace elenca, tra ‘vivi’ e ‘morti’ (cioè non<br />

più <strong>in</strong> uso, e a noi noti solo da fonti antiche o medievali), 42<br />

<strong>toponimi</strong>, di cui 8 o 9 con ogni probabilità da escludere (Opikanus,<br />

Herlitanus, Màrgana, Pattarano, Buff<strong>in</strong>iana?, Batticano,<br />

Montalbano, Moticano, Lacitano), un paio duplicati (Capitoniana/<br />

Capezzana 12 e Galliano/Gagliano), e uno <strong>in</strong>esistente nelle fonti<br />

(Nemoriana). Resterebbero una trent<strong>in</strong>a di <strong>toponimi</strong>, un numero<br />

quasi triplo rispetto a quelli raccolti da Holm, e tuttavia ancora non<br />

confrontabile alla gran quantità di <strong>prediali</strong> conservatisi non solo <strong>in</strong><br />

Italia ma anche, ad esempio, nelle prov<strong>in</strong>cie iberiche.


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

439<br />

Naturalmente il fatto che il numero di <strong>prediali</strong> romani<br />

superstiti appaia alquanto basso non significa affatto, tenuto<br />

conto delle <strong>in</strong>tricate stratificazioni l<strong>in</strong>guistiche che hanno <strong>in</strong>teressato<br />

la Sicilia nel corso dei secoli, che si debba negare<br />

l’esistenza di una capillare penetrazione dell’elemento romano<br />

nelle campagne siciliane durante l’età imperiale. Questo punto è<br />

stato ben colto da Varvaro 13 , che nel suo L<strong>in</strong>gua e storia <strong>in</strong> Sicilia<br />

del 1981 fornisce anche un elenco di ventotto <strong>toponimi</strong> <strong>in</strong> –anum<br />

ricavabili dalle fonti antiche e tardoantiche 14 (tra i quali escluderei<br />

Ergitanum – l’Herlitanus di Pace – che mi pare un etnico, forse<br />

da Ergetion 15 , e probabilmente anche il monasterium di Capitulana<br />

a Siracusa), cui aggiunge soltanto c<strong>in</strong>que <strong>toponimi</strong> moderni 16<br />

(Cagnanò, Frazzanò, Magnanò, Marcianò e Simiglianò). Egli<br />

segnala <strong>in</strong>oltre l’apparente assenza <strong>in</strong> Sicilia di <strong>toponimi</strong> <strong>in</strong> –<br />

anum pervenuti attraverso la mediazione araba 17 , ma è un dato a<br />

mio avviso per l’appunto soltanto apparente, e non reale: vedremo<br />

più avanti casi come quello di Juniana, Pichanum ed altri.<br />

Mi è parso utile, a una vent<strong>in</strong>a d’anni dai lavori di Caracausi<br />

e Varvaro, raccogliere e schedare tutti i <strong>prediali</strong> siciliani <strong>in</strong> -<br />

anum, -ana attualmente <strong>in</strong>dividuabili 18 . Per la ricerca ho utilizzato<br />

tutte le fonti antiche e altomedievali di mia conoscenza, più il<br />

recente ed ottimo Dizionario Onomastico della Sicilia di<br />

Caracausi 19 , opera che <strong>in</strong>clude i <strong>toponimi</strong> attestati <strong>in</strong> Sicilia dal<br />

medioevo ad oggi, compreso lo spoglio sistematico della<br />

cartografia IGM 1:25.000 e dell’<strong>in</strong>dice della carta 1:250.000 del<br />

TCI 20 . Ai dati così ottenuti aggiungo poi alcuni <strong>toponimi</strong> da me<br />

r<strong>in</strong>tracciati <strong>in</strong> documenti medievali o moderni non presi <strong>in</strong><br />

considerazione nel dizionario di Caracausi.<br />

È <strong>in</strong>oltre opportuno soffermarsi sui criteri con cui ho impostato<br />

la raccolta. Innanzitutto, non essendo io uno studioso di<br />

l<strong>in</strong>guistica o di toponomastica, ma seguendo un <strong>in</strong>teresse pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

storico-topografico (risalire al maggior numero possibile<br />

di gentilizi o nomi personali di antichi proprietari terrieri<br />

romani <strong>in</strong> Sicilia), seguendo l’esempio di Pace non ho ritenuto<br />

importante separare i <strong>toponimi</strong> <strong>in</strong> disuso da quelli ancora vivi, ed<br />

ho <strong>in</strong>cluso pertanto ogni genere di fonti, senza dist<strong>in</strong>zione:<br />

antiche, medievali e moderne. Sempre per lo stesso motivo, per


440<br />

A. FACELLA<br />

il carattere cioè storico-topografico e non l<strong>in</strong>guistico dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e,<br />

ho preferito non accorpare, come <strong>in</strong>vece di regola accade <strong>in</strong><br />

questo genere di lavori, <strong>toponimi</strong> identici o derivanti dalla stessa<br />

radice, ma ho approntato, nel caso di omonimie, una diversa<br />

scheda per ogni s<strong>in</strong>gola località, dal momento che per gli scopi di<br />

questo studio la localizzazione geografica del s<strong>in</strong>golo toponimo<br />

e la conoscenza dell’eventuale diffusione, rarità o unicità <strong>in</strong><br />

ambito toponomastico di un determ<strong>in</strong>ato gentilizio o nome personale<br />

lat<strong>in</strong>o costituiscono dati fondamentali e non trascurabili.<br />

Una simile raccolta comporta anche la necessità di tener<br />

conto di tutta una sere di rischi, che è bene segnalare. In primo<br />

luogo la mia preparazione è quella di un topografo, con competenze<br />

soprattutto storiche ed archeologiche: mi scuso pertanto f<strong>in</strong><br />

da adesso su possibili <strong>in</strong>esattezze, dovute a miei difetti di conoscenza<br />

<strong>in</strong> campo l<strong>in</strong>guistico, che persone più competenti di me<br />

potranno rilevare 21 . Altri rischi sono poi quelli <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seci all’argomento<br />

trattato: i <strong>toponimi</strong> come è noto sono spesso <strong>in</strong>fidi, ma <strong>in</strong><br />

particolare il suffisso -anum è estremamente prolifico, ed è facile<br />

<strong>in</strong>cappare <strong>in</strong> sviste. Per risolvere le numerose possibili <strong>in</strong>sidie<br />

conservano ancora pieno valore le <strong>in</strong>dicazioni metodologiche<br />

fornite ormai più di trent’anni or sono da G. B. Pellegr<strong>in</strong>i: dubbi<br />

o da scartare sono i nomi<br />

- 1) «<strong>in</strong> –ano co<strong>in</strong>cidenti formalmente con comuni appellativi,<br />

specie geografici» (ad es.: soprano, montano, ecc.);<br />

- 2) «quelli che per il tema difficilmente si possono riferire ad<br />

una gens, sia pure ricostruita, o ad un cognomen, mentre essi sono<br />

a volte derivati da nomi comuni con suffisso <strong>in</strong> –ano o con altri<br />

suffissi»;<br />

- 3) «i nomi che designano chiaramente un oggetto geografico<br />

che non può corrispondere <strong>in</strong> alcun modo – nemmeno col<br />

mutare del paesaggio – ad un predio o ad una proprietà fondiaria,<br />

sia pure ristretta» 22 (per esempio uno scoglio 23 ).<br />

- 4) Un rischio estremamente comune è <strong>in</strong>oltre quello di<br />

scambiare per <strong>prediali</strong> <strong>toponimi</strong> che <strong>in</strong>vece derivano da cognomi<br />

term<strong>in</strong>anti <strong>in</strong> –ano, vuoi perché orig<strong>in</strong>ari etnici (anche questi<br />

ultimi sono spesso formati mediante il suffisso –ano: per la Sicilia<br />

cf. ad es. Andriano, Melfitano, Regitano), vuoi perché orig<strong>in</strong>ari


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

441<br />

<strong>toponimi</strong> <strong>prediali</strong> extrasiciliani, divenuti poi cognomi di immigrati<br />

<strong>in</strong> Sicilia provenienti da tali località (è il caso di cognomi<br />

quale Ottaviano, con riferimento all’omonima località campana,<br />

ma anche Bisignano, Ceriano, ecc.). Tanto per fare un esempio,<br />

si immag<strong>in</strong>i il caso di un tale Ottaviano, così nom<strong>in</strong>ato perché<br />

immigrato o discendente di immigrati da Ottaviano, che si<br />

stabilisca <strong>in</strong> una campagna siciliana. La sua casa sarà detta Casa<br />

Ottaviano, e potrà anche dar nome alla contrada, senza che <strong>in</strong><br />

alcun modo si debbano dedurre da ciò antichi possedimenti di<br />

membri della gens Octavia <strong>in</strong> quella parte di Sicilia! Allo stesso<br />

modo le varie case Giuliana, Giuliano esistenti <strong>in</strong> Sicilia non<br />

<strong>in</strong>dicano affatto <strong>in</strong>teressi fondiari della gens Iulia, ma soltanto un<br />

diffuso cognome, orig<strong>in</strong>atosi dal nome personale Giuliano, Giuliana.<br />

Dunque, senza testimonianze esplicite che vadano <strong>in</strong> senso<br />

contrario, i <strong>toponimi</strong> preceduti da casa, case, sono a mio parere<br />

tendenzialmente da escludere, perché relativi a cognomi 24 . Tuttavia<br />

esistono casi più complessi: <strong>in</strong> alcune situazioni di identità<br />

tra un toponimo siciliano identico ad altri presenti fuori di Sicilia<br />

ed un cognome attestato nell’isola, non è sempre del tutto<br />

scontato che si sia verificato un percorso che dal toponimo<br />

extrasiciliano ha dato orig<strong>in</strong>e al cognome e poi al toponimo<br />

siciliano. Non escluderei che talvolta non si sia verificato alcun<br />

fenomeno di immigrazione, e sia il toponimo prediale siciliano<br />

l’elemento più antico, che ha poi eventualmente orig<strong>in</strong>ato il<br />

relativo cognome (è forse il caso, <strong>in</strong> Sicilia occidentale, di<br />

<strong>toponimi</strong> come Carp<strong>in</strong>ianum e Catignanum 25 ).<br />

- 5) Per la Sicilia <strong>in</strong> particolare aggiungerei poi il rischio di<br />

confusione con <strong>toponimi</strong> di orig<strong>in</strong>e araba (ad es. Godrano,<br />

Buggiurano, Gazzana, ecc. 26 ).<br />

Inf<strong>in</strong>e ho verificato l’effettiva esistenza dei <strong>toponimi</strong>, attraverso<br />

il controllo <strong>in</strong>crociato tra la cartografia IGM e TCI, ed ho<br />

notato che <strong>in</strong> alcuni casi il Dizionario Onomastico di Caracausi<br />

riporta <strong>toponimi</strong> <strong>in</strong>esistenti, frutto di sviste o errori di stampa<br />

(quasi sempre da addebitare alle vecchie carte del TCI) che hanno<br />

talora ‘italianizzato’ <strong>toponimi</strong> poco comprensibili trasformandoli<br />

<strong>in</strong> apparenti <strong>prediali</strong>: è il caso di un Caltabiano (top. arabo) che<br />

diventa Callabiano, o di uno Sciaguana (anch’esso di orig<strong>in</strong>e


442<br />

A. FACELLA<br />

araba: ‘as s’awan’ = ‘i granai’) corrotto <strong>in</strong> Scagnana, di un<br />

Portavò divenuto Poriano, ecc.<br />

Nonostante la ricerca sia ancora <strong>in</strong> corso d’opera, i risultati<br />

f<strong>in</strong> qui ottenuti mi paiono molto confortanti. Il numero complessivo<br />

di <strong>prediali</strong> siciliani <strong>in</strong> -anum, -ana <strong>in</strong>dividuati è tutt’altro che<br />

trascurabile. Al 30/11/2000 il mio data-base contava 119 schede<br />

27 , nelle quali sono compresi 70 <strong>toponimi</strong> a mio parere certi, 25<br />

probabili (<strong>in</strong>dicati con un punto <strong>in</strong>terrogativo), 16 poco probabili<br />

(con due punti <strong>in</strong>terrogativi), 8 verosimilmente da escludere (con<br />

tre punti <strong>in</strong>terrogativi). Quanto all’esistenza di queste ultime due<br />

categorie, essa si spiega con il fatto che ho ritenuto opportuno<br />

schedare anche quei <strong>toponimi</strong> che a mio giudizio difficilmente<br />

sono <strong>prediali</strong> <strong>in</strong> -anum, -ana, ma che tuttavia <strong>in</strong> studi anche<br />

recenti sono stati considerati tali 28 .<br />

Naturalmente non posso escludere di aver considerato per<br />

errore <strong>prediali</strong> lat<strong>in</strong>i <strong>in</strong> -anum, -ana <strong>toponimi</strong> che <strong>in</strong>vece non lo<br />

sono, e di averne <strong>in</strong>vece esclusi altri perché non riconosciuti. Un<br />

altro limite è quello della completezza: manca uno spoglio<br />

completo della cartografia storica 29 e <strong>in</strong> generale della documentazione<br />

non consultata nel dizionario di Caracausi, nonché ovviamente<br />

di tutto il materiale d’archivio <strong>in</strong>edito, che probabilmente<br />

<strong>in</strong> futuro potrà fornire altri <strong>toponimi</strong> non più <strong>in</strong> uso <strong>in</strong>terpretabili<br />

come possibili <strong>prediali</strong> lat<strong>in</strong>i. Inf<strong>in</strong>e, un ultimo limite è relativo<br />

alle <strong>in</strong>formazioni che questi <strong>toponimi</strong> possono fornirci: non da<br />

tutti i <strong>prediali</strong> è possibile risalire al gentilizio o al nome personale<br />

che li ha formati, «a causa delle alterazioni che possono essere<br />

avvenute sotto il profilo del vocalismo e del consonantismo» 30 .<br />

Nonostante tutte queste premesse e precauzioni, permane<br />

<strong>in</strong>tatta a mio parere l’utilità di una simile raccolta per lo studioso<br />

della Sicilia antica, soprattutto nel caso <strong>in</strong> cui la testimonianza<br />

toponomastica non resti isolata, ma contribuisca a creare un<br />

quadro coerente <strong>in</strong>sieme ai dati delle fonti letterarie, epigrafiche,<br />

archeologiche 31 .<br />

Faccio un esempio relativo ad un noto caso della Sicilia<br />

nord-orientale: una serie di testimonianze, consistenti tra l’altro<br />

1) nel r<strong>in</strong>venimento a Lipari di tegole con bollo di un M. Furi(us)<br />

Pr<strong>in</strong>ceps; 2) nell’appartenenza alla tradizione onomastica liparese


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

443<br />

del cognomen di C. Furius Sab<strong>in</strong>us Aquila Timesitheus, suocero<br />

di Gordiano III 32 3) nella menzione <strong>in</strong> Gregorio Magno (Ep., 9,<br />

180-181 Hartmann) dell’esistenza di una Massa Furiana presso<br />

T<strong>in</strong>dari, hanno condotto ad ipotizzare l’esistenza di proprietà<br />

terriere di Furii <strong>in</strong> questo settore della costa settentrionale della<br />

Sicilia 33 . Ebbene, tra gli <strong>in</strong>dizi a favore non va trascurato quello<br />

della presenza nella zona del toponimo Furiano, conservatosi nel<br />

nome del tratto f<strong>in</strong>ale del corso del Fiume di S. Fratello 34 . Quello<br />

che sarebbe un <strong>in</strong>dizio molto tenue se considerato isolatamente,<br />

acquista <strong>in</strong>vece una sua consistenza se visto come parte <strong>in</strong>tegrante<br />

di un tessuto di testimonianze tra loro convergenti. Allo stesso<br />

modo la menzione nella vita di S. Tecla di un praedium Antianum<br />

o suburbanum Antianum (gr. proasteion Antzianòn) 35 , ubicabile<br />

subito fuori Leont<strong>in</strong>i, può divenire meno sospetta se confrontata<br />

con le altre testimonianze siciliane relative alla gens Antia 36 da<br />

Lilybaeum, Thermae, Messana, e <strong>in</strong> particolare con IG, XIV,<br />

408,45 da Messana, che menziona un liberto di C. Antius A. Iulius<br />

Quadratus, e ci <strong>in</strong>dizia <strong>in</strong>direttamente l’esistenza di <strong>in</strong>teressi<br />

fondiari nella Sicilia orientale da parte di tale personaggio 37 .<br />

Venendo alla Sicilia occidentale, paradigmatico può essere il<br />

caso di Giuliana, il comune <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Palermo. Intanto va<br />

resp<strong>in</strong>ta una volta di più l’ipotesi, avanzata anche di recente, che<br />

<strong>in</strong>terpreta questo nome come un agiotoponimo, derivante<br />

dall’<strong>in</strong>titolazione della chiesa parrocchiale maggiore a Santa<br />

Giuliana 38 : <strong>in</strong> realtà essa si basa su un’<strong>in</strong>esatta <strong>in</strong>terpretazione di<br />

un passo di Amico, dal quale <strong>in</strong>vece sembra lecito ev<strong>in</strong>cere come<br />

tale culto sia stato <strong>in</strong>trodotto o valorizzato <strong>in</strong> città solo durante la<br />

dom<strong>in</strong>azione spagnola 39 , mentre la più antica menzione di Iuliana<br />

(senza santi di sorta) è ben più antica, risalendo al 1185 40 . Che si<br />

tratti di un prediale è stato riconosciuto s<strong>in</strong> dal XVI sec., ma si è<br />

sempre ritenuto che esso fosse da riferire al diffuso gentilizio<br />

Iulius 41 . Solo recentemente si è notato come il toponimo G<strong>in</strong>ianah<br />

(secondo Cusa e Caracausi) o Gianianah (secondo Nania) presente<br />

nella versione araba della celebre jarida di Monreale del<br />

1182 42 , corrispondente al C<strong>in</strong>iana della versione lat<strong>in</strong>a 43 , per<br />

motivi topografici (è citato contestualmente a Comicchio ed il<br />

suo territorio si estende a SE del M. Genuardo) sia con tutta


444<br />

A. FACELLA<br />

verosimiglianza da identificare proprio con Giuliana 44 , di cui<br />

costituirebbe dunque la più antica menzione, e si è ritenuto<br />

pertanto di proporne una derivazione dal gentilizio G<strong>in</strong>nius o<br />

C<strong>in</strong>nius 45 . Personalmente credo che nel testo arabo della jarida<br />

del 1182 (e cioè sul documento che riporta <strong>in</strong> trascrizione con<br />

ogni verosimiglianza la più antica menzione del nome da noi<br />

ricostruibile 46 ) la prima vocale della nostra parola sia verosimilmente<br />

una u, come testimonia l’evoluzione <strong>in</strong> Giuliana, e si<br />

debba pertanto leggere non Gianianah né G<strong>in</strong>ianah, ma<br />

Giunianah, imperfettamente traslitterato nel lat<strong>in</strong>o C<strong>in</strong>iana,<br />

prediale che ci riporta a possessi fondiari di membri non della<br />

gens Iulia, ma bensì della gens Iunia. Il passaggio da Giuniana a<br />

Giuliana è facilmente spiegabile con una banalizzazione<br />

paretimologica, del tutto plausibile <strong>in</strong> un contesto romanzo quale<br />

quello della Sicila normanna 47 . Il documento arabo <strong>in</strong>vece ha<br />

conservato <strong>in</strong> modo pressoché <strong>in</strong>tegrale il toponimo corretto. Se<br />

questa ipotesi è valida, avremo un nuovo <strong>in</strong>dizio degli <strong>in</strong>teressi,<br />

anche fondiari, di Iunii <strong>in</strong> questo settore dell’isola, che si aggiunge<br />

a quanto già sappiamo dei rapporti della gens Iunia con altri<br />

centri dell’area elima e della Sicilia occidentale, quali Erice,<br />

Segesta, Lilibeo, Mazara, Part<strong>in</strong>ico (contrada Raccuglia),<br />

Panormo 48 .<br />

Tornando alla Sicilia <strong>in</strong> generale, per quanto riguarda la<br />

distribuzione geografica dei <strong>prediali</strong> da me riconosciuti come certi<br />

o probabili, f<strong>in</strong>ora non c’è molta differenza tra le tre grandi aree <strong>in</strong><br />

cui per comodità possiamo dividere l’isola, e cioè Sicilia occidentale,<br />

nordorientale e sudorientale (grossomodo corrispondenti a<br />

Val di Mazara, Val Demone, Val di Noto). Ne riconosciamo<br />

rispettivamente 33 (occidentale), 23 (nordorientale) e 27<br />

(sudorientale). Stupisce semmai un po’ che <strong>in</strong> Val Demone, dove<br />

meno <strong>in</strong>tensa è stata l’arabizzazione, <strong>in</strong> realtà le testimonianze non<br />

siano poi tante. Comunque è da lì che provengono molti dei<br />

<strong>toponimi</strong> ‘vivi’ che possiamo considerare con assoluta certezza<br />

<strong>prediali</strong> <strong>in</strong> -anum. I <strong>toponimi</strong> ubicabili <strong>in</strong> Val di Mazara sono<br />

numerosi: questo dato potrebbe essere significativo, anche se non<br />

escluderei che a ciò possa aver contribuito la sopravvivenza di un<br />

buon numero di documenti medievali a carattere ‘catastale’ 49 .


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

445<br />

In appendice presento un sommario elenco delle testimonianze<br />

sicure o probabili relative alla Sicilia occidentale. F<strong>in</strong>ora<br />

sono 33: forse Anniana (Mirto), poi Aponiana (Favignana),<br />

Beviano/Bivianum, Biviano/Viviano, Brignano, Calviano,<br />

Capezzana, C<strong>in</strong>ciana/Cianciana, Cochena, Comiciana,<br />

Consiana?, Cunianum, Faianum, Forana?, la già citata Giunianah,<br />

Kariani?, Lib<strong>in</strong>ianum/Levianum, Lucuscanum, Miliana?,<br />

Nasonianum, Nastiani?, Pichanum?, Pician(a) o Pician(ensis),<br />

Aquae P<strong>in</strong>cianae/Picianae, Pit<strong>in</strong>iana, Rivignana?, Sariana/<br />

Essariana?, Scanzano?, Siculiana, Sirignano (2), Tauriana,<br />

Volpignano.<br />

Analizziamone alcune s<strong>in</strong>golarmente.<br />

Anniana: Il fundus Anniana sive Myrtus citato <strong>in</strong> un papiro<br />

del 443-445 d. C. è comunemente identificato con la località di<br />

Mirto nel Mess<strong>in</strong>ese, dal momento che «è assai verosimile che il<br />

Myrtus dei papiri ravennati vada ricercato <strong>in</strong> luogo che ci appare<br />

abitato anche nei secoli susseguenti» 50 . Ma il Mirto del Mess<strong>in</strong>ese<br />

ci è noto solo a partire dall’epoca di Federico II, mentre vi è un<br />

casale Mirto <strong>in</strong> Val di Mazara, presso Iato e Part<strong>in</strong>ico, citato dai<br />

documenti normanni già nel 1133 51 . In realtà è probabile che<br />

nella Sicilia tardoantica e medievale siano esistite diverse località<br />

di nome ‘Mirto’, tuttavia delle uniche due a noi note questa<br />

occidentale è <strong>in</strong> effetti quella più anticamente documentata.<br />

Inoltre a favore di una collocazione occidentale è il fatto che le<br />

numerose testimonianze siciliane relative alla gens Annia f<strong>in</strong>ora<br />

note, escluso due che si riferiscono a Siracusa, sono relative a<br />

Lilibeo ed Agrigento 52 . Potrebbe essere poi suggestivo anche<br />

l’accostamento con l’Annianus noto da un’iscrizione del 242 d.<br />

C. che fu quaestor prov<strong>in</strong>ciae Siciliae e curator delle città di<br />

Lilibeo, Halicyae, Chalae e forse Panormo 53 .<br />

Aponiana: è l’antico nome lat<strong>in</strong>o dell’isola di Favignana (la<br />

denom<strong>in</strong>azione greca più comune era <strong>in</strong>vece, com’è noto, Ai[gousa/<br />

Aegusa 54 ) e ci è testimoniato da Aulo Irzio, nel Bellum Africum<br />

(Hirt., Bell. Afr., 2). Si tratta peraltro del più antico toponimo<br />

prediale certo a noi noto per la Sicilia, databile alla seconda metà<br />

del I sec. a. C. Come già <strong>in</strong>tuì il Bochart, è da questo, da Aponiana,<br />

che discende l’attuale nome dell’isola, Favignana, che <strong>in</strong> realtà


446<br />

A. FACELLA<br />

per tutta l’età medievale e moderna ha conservato il nome di<br />

Favognana. Ciò ha tratto <strong>in</strong> <strong>in</strong>ganno gli studiosi di toponomastica,<br />

che pur identificando nel nome un antico prediale, hanno ritenuto<br />

di dover risalire al gentilizio Favonius 55 . Ma la testimonianza di<br />

Irzio è <strong>in</strong>equivocabile, e non presenta <strong>in</strong>certezze neppure a livello<br />

di tradizione manoscritta: dobbiamo perciò ritenere che l’isola<br />

prendesse il nome da possedimenti fondiari non di Favonii, ma di<br />

Aponii (a questo proposito ricordo che per la Sicilia il gentilizio<br />

Aponius è attestato a Thermae 56 e <strong>in</strong> una defixio da Licata del II-<br />

I sec. a. C. 57 ). Stupisce la F <strong>in</strong>iziale, mentre del tutto normale<br />

sarebbe stato l’esito Avognana, con sonorizzazione e successiva<br />

spirantizzazione della sorda <strong>in</strong>tervocalica. È probabile che alla<br />

corruzione fonetica abbia contribuito una paretimologia connessa,<br />

più che con il sic. fava, con il lat. med. favonius, ‘vento di<br />

ponente’: la presenza di venti dom<strong>in</strong>anti doveva costituire un<br />

dato significativo per un’isola che aveva una sua importanza<br />

nell’ambito delle rotte del mediterraneo centrale.<br />

Aquae P<strong>in</strong>cianae/Picianae: sono menzionate come Aquae<br />

Segestanae sive P<strong>in</strong>cianae nell’It<strong>in</strong>. Anton. Aug. (91, 2), e corrispondono<br />

verosimilmente alle Aquae Perticianenses di It<strong>in</strong>.<br />

Anton. Aug., 97, 10 58 . Quanto all’oscillazione della tradizione<br />

manoscritta tra P<strong>in</strong>cianae e Picianae, la lezione più sospetta mi<br />

pare P<strong>in</strong>cianae, possibile svista di un copista confusosi con il ben<br />

noto toponimo dell’Urbe, mentre sembra più corretta la forma<br />

Picianae citata nel cod. Escorialensis R II 18 (P), il più antico, di<br />

VII secolo. Sembra <strong>in</strong> effetti di potersi a buon diritto riconoscere<br />

un prediale, come già visto da Wilson, che ha però ricondotto il<br />

toponimo, con argomentazioni non probanti, a C. Maesius<br />

Picatianus 59 , e da Nenci, che <strong>in</strong>vece ha voluto correggere la<br />

lezione dei codici <strong>in</strong> Phimianae, accostando il toponimo alla<br />

figura di Phimes, uno dei personaggi più em<strong>in</strong>enti di Segesta<br />

romana 60 . È possibile. Ma se <strong>in</strong>vece preferiamo conservare il<br />

testo tradito (Picianae) allora penserei piuttosto ad un gentilizio<br />

tipo Apicius (la caduta della vocale <strong>in</strong>iziale sarebbe un fenomeno<br />

nient’affatto s<strong>in</strong>golare), oppure, più semplicemente, a Picius,<br />

gentilizio non documentato ma presumibilmente esistente sulla<br />

base dell’<strong>in</strong>dicazione silvae Picianae presente nella Tabula


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

447<br />

alimentaria di Veleia 61 . E del resto non mi pare casuale che una<br />

trent<strong>in</strong>a di km ad E di Segesta, presso M. Iato, sia noto almeno dal<br />

1243 il toponimo Pichanum, relativo ad un feudo, che compariva<br />

ancora come Piciana nella cartografia IGM della f<strong>in</strong>e del secolo<br />

scorso (1896), Picciana nella carta del TCI, f<strong>in</strong>o al Perciana delle<br />

attuali carte IGM. Vero è che recentemente Nania 62 con buone<br />

ragioni topografiche ha identificato questa località con il casale<br />

arabo Bijanu, lat. Bicheni, citato nella jarida di Monreale del<br />

1182 63 , Bijanu/Bicheni che <strong>in</strong>vece Caracausi ritiene derivare da<br />

un nome personale arabo e identifica con l’attuale toponimo di<br />

Bigg<strong>in</strong>i 64 , ma anche accettando l’identità proposta da Nania mi<br />

pare molto più probabile che il toponimo orig<strong>in</strong>ario fosse il lat.<br />

Picianu(m), divenuto poi <strong>in</strong> ar. Bijianu (l’arabo come è noto<br />

sonorizza poiché non ha p e c), piuttosto che l’opposto. In ogni<br />

caso, mi pare molto verosimile che Pichanum e le Aquae Picianae<br />

rimand<strong>in</strong>o allo stesso gentilizio (forse Picius o Apicius, più che<br />

P<strong>in</strong>cius o altri, come ho già detto). E tale ricostruzione acquista<br />

ancora maggior consistenza se si prende <strong>in</strong> considerazione il dato<br />

di un’iscrizione lat<strong>in</strong>a di età tarda, r<strong>in</strong>venuta alcune dec<strong>in</strong>e di anni<br />

or sono sul Kassar di Castronovo (Palermo) e recentemente<br />

oggetto di una nuova conv<strong>in</strong>cente lettura da parte della Bivona,<br />

iscrizione <strong>in</strong> cui sembra essere nom<strong>in</strong>ata una M(assa?)<br />

Pician(ensis) o Pician(a) 65 , di probabile appartenenza alla chiesa<br />

di S. Pietro. Quale che possa essere l’<strong>in</strong>terpretazione del testo<br />

epigrafico, mi pare fuor di dubbio che alla l. 1 venga menzionato<br />

il toponimo prediale Pician(-) 66 , del tutto comparabile ad Aquae<br />

Picianae e Pichanum 67 . D’altra parte questo non è l’unico caso di<br />

<strong>prediali</strong> identici a distanza di qualche dec<strong>in</strong>a di km l’uno dall’altro:<br />

una situazione analoga è quella del toponimo Sirignano (che<br />

potrebbe essere un prediale e riportare al gentilizio Serenius o al<br />

nome personale Serenus), presente <strong>in</strong> due zone dist<strong>in</strong>te, e tuttavia<br />

non troppo lontane tra loro, della Sicilia occidentale (la prima tra<br />

Part<strong>in</strong>ico e Trappeto, la seconda qualche km ad E di Calatafimi),<br />

caso peraltro approfonditamente <strong>in</strong>dagato dalla Bivona 68 .<br />

Un dato molto simile si riscontra nell’Agrigent<strong>in</strong>o con i casi<br />

di Bivianum/Beviano e Biviano/Viviano: il primo toponimo è<br />

relativo al castello e casale di Bivianum, sic. Vivianu, noto s<strong>in</strong> dal


448<br />

A. FACELLA<br />

1156 ed ubicabile tra Castronovo e Cammarata, il cui nome,<br />

ricostruibile come un orig<strong>in</strong>ario Vibianum, testimonia con ogni<br />

verosimiglianza 69 l’esistenza nella zona di possessi fondiari di un<br />

Vibius, un membro cioè di una gens che ha attestazioni tutt’altro<br />

che sporadiche <strong>in</strong> Sicilia 70 . Quanto al secondo, è giustamente<br />

ritenuto prediale da Uggeri 71 , ma non da Caracausi, per il quale<br />

tutti i <strong>toponimi</strong> siciliani Viviano sarebbero riconducibili all’identico<br />

cognome, diffuso nelle prov<strong>in</strong>cie di Palermo e Caltanissetta.<br />

Tuttavia il toponimo Viviano cui ci si riferisce si colloca a metà<br />

strada tra Castelterm<strong>in</strong>i e S. Biagio Platani (<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di<br />

Agrigento), <strong>in</strong> una zona cioè dove il cognome non è presente;<br />

sappiamo <strong>in</strong>oltre che f<strong>in</strong>o almeno a qualche decennio fa questa<br />

località era nota come Biviano 72 , e non Viviano. Inoltre, ci<br />

troviamo a non più di 15 km a SSO del Bivianum di cui sopra.<br />

Anche <strong>in</strong> questo caso verrebbe da immag<strong>in</strong>are l’esistenza di un<br />

orig<strong>in</strong>ario fundus Vibianus esteso nelle zone di Cammarata – a N<br />

– e Castelterm<strong>in</strong>i – a S - (dunque tra l’altro probabilmente <strong>in</strong><br />

prossimità della via Agrigento - Panormo), e costituito forse da<br />

praedia non contigui. In ogni caso sembra di potersi riconoscere<br />

una situazione ricorrente: richiamo ad esempio l’esistenza nella<br />

Sicilia centro-orientale di due <strong>toponimi</strong> Furiana a S di Caltanissetta,<br />

ad oltre 20 km di distanza l’uno dall’altro: il primo (Foriana/<br />

Furiana) una dec<strong>in</strong>a di km a NNE di Sommat<strong>in</strong>o, il secondo<br />

(Furiana) una dozz<strong>in</strong>a di km a SSO della stessa Sommat<strong>in</strong>o 73 .<br />

Tra gli altri <strong>prediali</strong> localizzabili <strong>in</strong> Sicilia occidentale segnalo:<br />

Calviano (tre km a NNE di Castelvetrano, che riporta al<br />

gentilizio Calvius), Capezzana (forse dal gentilizio Capitius, che<br />

secondo Pieri 74 ha dato orig<strong>in</strong>e al top. toscano Capiziano, o<br />

<strong>in</strong>vece, secondo Caracausi 75 , dal personale Capito che ritroviamo<br />

<strong>in</strong> Capitoniana/Capezzana dell’It<strong>in</strong>. Anton<strong>in</strong>i), C<strong>in</strong>ciana/<br />

Cianciana (C<strong>in</strong>ciana è il nome medievale dell’attuale Cianciana,<br />

e potrebbe a sua volta corrispondere alla massa C<strong>in</strong>ciana menzionata<br />

<strong>in</strong> una lettera di Gregorio Magno del 591 d. C. 76 ), Cugianah/<br />

Cochena (forse l’attuale Conceme, poco a S di Mar<strong>in</strong>eo, che<br />

parrebbe riportare ad un gentilizio Cucius), Faianum (possessio<br />

nel territorio di Palermo citata da Gregorio Magno nel 598 d. C. 77 ,<br />

che riporterebbe ad un gentilizio *Faius forse attestato ad Allifae,


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

449<br />

nella Regio IV ai conf<strong>in</strong>i con la Campania 78 ), Lib<strong>in</strong>ianum/<br />

Levianum (altra possessio nel territorio di Palermo menzionata da<br />

Gregorio Magno 79 , che non escluderei possa essere identificata<br />

con l’attuale Rivignana 80 ) e soprattutto Comiciana/Comitiana<br />

(It<strong>in</strong>. Anton. Aug., 96,7). In quest’ultimo caso lo studio<br />

toponomastico può contribuire a tentare di risolvere un problema<br />

di tradizione manoscritta: <strong>in</strong>fatti se <strong>in</strong>terpretiamo il toponimo<br />

come prediale, come appare verosimile, la lezione Comiciana<br />

risulta preferibile a Comitiana, perché il gentilizio Comicius è<br />

ben attestato, mentre un eventuale *Comitius non è attualmente<br />

noto né tra i gentilizi né tra i nomi personali 81 .<br />

In conclusione, spero che questa veloce presentazione di dati<br />

del tutto provvisori sia comunque riuscita a mostrare come lo<br />

studio della toponomastica prediale possa ancora <strong>in</strong> realtà fornire<br />

<strong>in</strong>formazioni di <strong>in</strong>teresse non trascurabile, e non solo a livello<br />

l<strong>in</strong>guistico o prosopografico, a chi studia la Sicilia imperiale<br />

romana.


450<br />

NOTE<br />

A. FACELLA<br />

1 È probabile che questo secondo caso si verifichi con maggiore<br />

frequenza a partire dalla medio-tarda età imperiale, quando l’orig<strong>in</strong>ario<br />

cognomen tende sempre di più ad assumere tale funzione di nome personale.<br />

2 Sulle caratteristiche della massa cf. da ultimo D. VERA, Massa<br />

fundorum. Forme della grande proprietà e poteri della città <strong>in</strong> Italia fra<br />

Costant<strong>in</strong>o e Gregorio Magno, MEFR(A), CXI, 1999, 991-1025: ogni massa<br />

era compresa <strong>in</strong> un solo territorio civico, ma non aveva personalità fiscale e<br />

catastale, che restavano attributi dei fundi ad essa afferenti. I coloni non<br />

coltivavano un <strong>in</strong>tero fundus ma frazioni dette kasa, colonia, casalis, terrula,<br />

agellus, campulus, v<strong>in</strong>eola.<br />

3 Cf. G. ROHLFS, Historische Sprachschichten im modernen Sizilien,<br />

SBAW, 1975, 3, 14; M. T. LAPORTA, Note sui <strong>toponimi</strong> <strong>in</strong> –ano della<br />

‘Calabria’ romana, <strong>in</strong> «La Puglia <strong>in</strong> età repubblicana. Atti del I Convegno di<br />

Studi sulla Puglia Romana, Mesagne 1986», a cura di C. Marangio, Mesagne<br />

1986, 233-247, 236; G. UGGERI, It<strong>in</strong>erari e strade, rotte, porti e scali della<br />

Sicilia tardoantica, Kokalos, XLIII-XLIV, 1997-1998, 299-364, 323.<br />

4 Cf. A. VARVARO, L<strong>in</strong>gua e storia <strong>in</strong> Sicilia, Palermo 1981, 49;<br />

anche ibid. 67: «i <strong>toponimi</strong> <strong>in</strong> –ANUM della Sicilia non sono pochi: ad essere<br />

scarsa è la nostra <strong>in</strong>formazione sulla toponomastica dell’isola nel nostro<br />

periodo».<br />

5 Giarratana, Cianciana, Resuttana, Siculiana, Cignana a N di Palma,<br />

Collesano, Frazzano, Calatabiano, Rapano a N di Rometta, Mimiano tra<br />

Villalba e S. Cater<strong>in</strong>a, il fiume Furiano, l’isola Favognana; sono da escludere<br />

Resuttana, Collesano, Calatabiano e Rapano; Holm ne aggiunge a titolo di<br />

esempio anche quattro o c<strong>in</strong>que noti dalle fonti antiche.<br />

6 A. HOLM, Jahresbericht über die Geographie und Geschichte von<br />

Unteritalien und Sicilien, JAW, IV, 1874-1875, 75-118, 83-84; si veda anche<br />

A. HOLM, Storia della Sicilia nell'antichità, I-III, Tor<strong>in</strong>o 1896-1906 (trad it.;<br />

tit. orig.: Geschichte Siciliens im Alterthum, Leipzig 1870), III 488-489.<br />

7 G. ALESSIO, Sulla lat<strong>in</strong>ità della Sicilia, AAPal, S. IV, VIII, 1949,<br />

73-155, 148 e n. 4: Cagnanò, Frazzanò, Magnanò, Bassano, Favignana,<br />

Furiana, Marano, Martorana, Perpignano, Scanzano.<br />

8 G. CARACAUSI, Stratificazione della toponomastica siciliana, <strong>in</strong><br />

«La toponomastica come fonte di conoscenza storica e l<strong>in</strong>guistica. Atti del<br />

Convegno della Società Italiana di Glottologia, Belluno 1980», Pisa 1981,<br />

107-144, 113 n. 41.<br />

9 ROHLFS, Historische Sprachschichten... cit., 13-14.<br />

10 ROHLFS, Historische Sprachschichten... cit., 17 e n. 34.<br />

11 B. PACE, Arte e civiltà della Sicilia antica, I 2 , Roma 1958, 340.<br />

Sulla scia di Pace si è posto G. UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento rurale nella Sicilia<br />

romana e il problema della cont<strong>in</strong>uità, <strong>in</strong> «Atti delle Giornate di Studio sugli


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

451<br />

Insediamenti Rurali nella Sicilia Antica, Caltagirone 1992», Aitna, II, 1996,<br />

35-51. 12 Il primo è la forma orig<strong>in</strong>aria citata dalle fonti antiche, il secondo<br />

costituisce l’evoluzione attuale.<br />

13 VARVARO, o. c., 49: «quel che sappiamo dagli It<strong>in</strong>eraria e dalle<br />

altre fonti mostra una grande diffusione dei normali nomi <strong>prediali</strong> lat<strong>in</strong>i,<br />

formati aggiungendo al nome della famiglia proprietaria del fondo o della<br />

massa il suffisso –anus. Che questi nomi siano stati quasi tutti cancellati dal<br />

r<strong>in</strong>novamento toponomastico avvenuto <strong>in</strong> periodo arabo... è per il momento<br />

poco rilevante. Quel che conta è che essi danno alle campagne siciliane un<br />

aspetto lat<strong>in</strong>o».<br />

14 VARVARO, o. c., 65-66.<br />

15 Cf. ORSI, Sicilia bizant<strong>in</strong>a, Tivoli 1942, 218.<br />

16 VARVARO, o. c., 67.<br />

17 Ibid., 67.<br />

18 Devo segnalare come già Uggeri, <strong>in</strong> un lavoro di qualche anno fa<br />

(UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento rurale... cit.), abbia raccolto un nutrito elenco di<br />

supposti <strong>prediali</strong> romani (<strong>in</strong> –anum, -ana, e non), risalendo così a ben 150<br />

nomi di ipotetici dom<strong>in</strong>i. Tuttavia molti dei presunti <strong>prediali</strong> romani <strong>in</strong>dividuati<br />

non reggono ad un’attenta verifica, <strong>in</strong> quanto derivati da cognomi, o<br />

frutto di etimologie errate o poco attendibili; ciò <strong>in</strong>ficia parzialmente l’utilità<br />

della raccolta, da cui peraltro sono assenti numerosi altri <strong>toponimi</strong> sicuramente<br />

o verosimilmente <strong>in</strong>terpretabili come <strong>prediali</strong> <strong>in</strong> –anum, -ana.<br />

19 G. CARACAUSI, Dizionario onomastico della Sicilia, I-II, Palermo<br />

1993. 20 Sull’<strong>in</strong>cremento che tale raccolta ha comportato nel numero dei<br />

<strong>prediali</strong> siciliani conosciuti cf. G. B. PELLEGRINI, recensione a CARACAUSI,<br />

Dizionario... cit., AGI, LXXXII, 1997, 109-114, 113-114: «quanto al filone<br />

lat<strong>in</strong>o si devono sottol<strong>in</strong>eare la presenza di un certo numero di <strong>toponimi</strong><br />

<strong>prediali</strong> che generalmente si pensava fossero quasi assenti nell’isola (<strong>in</strong> effetti<br />

essi sono piuttosto pochi, ma certamente <strong>in</strong> numero superiore alla Sardegna,<br />

ove mancano quasi del tutto)».<br />

21 Sui rischi che <strong>in</strong> quest’ambito di ricerche toponomastiche può<br />

comportare una <strong>in</strong>sufficiente preparazione l<strong>in</strong>guistica cf. LAPORTA, art. c.,<br />

237. 22 G. B. PELLEGRINI, Osservazioni di toponomastica umbra: il filone<br />

dei nomi <strong>prediali</strong>, <strong>in</strong> «Dialetti dell’Italia mediana con particolare riguardo<br />

alla regione umbra. Atti del V Convegno di Studi Umbri, Gubbio 1967», 171-<br />

234, 183-184; cf. anche LAPORTA, art. c., 235-236.<br />

23 In Sicilia è il caso, ad es., di Punta Lariano a Panarea (IGM 244 I<br />

NO), che difficilmente può essere un toponimo prediale (come dubitativamente<br />

ipotizza CARACAUSI, Dizionario... cit., s. v. Lariano), dal momento che è<br />

improbabile che una punta abbia preso nome da un’antica proprietà fondiaria.


452<br />

A. FACELLA<br />

Esiste <strong>in</strong>vece uno scoglio ‘l’Ariana’ a Sal<strong>in</strong>a (IGM 244 IV SO; cf. CARACAUSI,<br />

Dizionario... cit., s. v.), che potremmo accostare al nostro toponimo. Ricordo<br />

che una porta Ariana (gr. th;n povrtan th;n legomevnhn jAreianhvn) a Catania<br />

sulla via per Siracusa è menzionata nella vita di S. Leone di Catania (Vita, 17,<br />

<strong>in</strong> A. ACCONCIA LONGO, La Vita di S. Leone vescovo di Catania e gli<br />

<strong>in</strong>cantesimi del mago Eliodoro, RSBN, 26, 1989, 3-98, 38-39, 97). G.<br />

LIBERTINI, Catania nell’età bizant<strong>in</strong>a, ASSO, S. II, VIII, 1932, 242-266, 253<br />

pensa ad una chiesa o comunità di ariani. ACCONCIA LONGO, art. c., 39 n. 22<br />

ipotizza anche un collegamento con Ario, procuratore di Augusto <strong>in</strong> Sicilia<br />

(RE, III, 1895, 625 nr. 10 e 626 nr. 12).<br />

24 Cf. le avvertenze, sempre di PELLEGRINI, Osservazioni... cit., (p.<br />

[...]; si veda anche LAPORTA, art. c., 235), sui nomi «<strong>in</strong> –ano <strong>prediali</strong> <strong>in</strong> altre<br />

zone e nel caso esam<strong>in</strong>ato importati mediante l’antroponimia (soprattutto<br />

cognomi); sono spesso sospetti i <strong>toponimi</strong> preceduti, ad es., da podere, case;<br />

e simili».<br />

25 Carp<strong>in</strong>ianum è citato <strong>in</strong> due diplomi del 1140 relativi allo stesso<br />

episodio: Adelicia, nipote di re Ruggero, dona a Iocelmo eletto di Cefalù, per<br />

la chiesa di S. Pietro di Golisano, quasdam de terris Carp<strong>in</strong>iani e sei villani<br />

per il primo documento (R. PIRRI, Sicilia sacra disquisitionibus et notitiis<br />

illustrata..., I-II, Panormi 1733, 799; C. A. GARUFI, I documenti <strong>in</strong>editi<br />

dell’epoca normanna <strong>in</strong> Sicilia. I, Palermo 1899, 39), de terris Carpimiani<br />

[sic] et Tarmite più quattro villani per il secondo (G. BATTAGLIA, I Diplomi<br />

<strong>in</strong>editi relativi all’ord<strong>in</strong>amento della proprietà fondiaria <strong>in</strong> Sicilia sotto i<br />

Normanni e gli Svevi, Palermo 1895, 114). CARACAUSI, Dizionario... cit., s. v.<br />

Carpignani, parrebbe assimilarlo a tale cognome, diffuso attualmente <strong>in</strong><br />

prov<strong>in</strong>cia di Catania, ma personalmente sarei propenso a credere che i<br />

documenti normanni <strong>in</strong>dich<strong>in</strong>o <strong>in</strong>vece un toponimo prediale, che ci riporterebbe<br />

al gentilizio Carp<strong>in</strong>ius (W. SCHULZE, Zur Geschichte late<strong>in</strong>ischer<br />

Eigennamen 2 , Berl<strong>in</strong> 1933 2 (I ed. 1904), 146; dello stesso avviso UGGERI,<br />

L’<strong>in</strong>sediamento rurale... cit., 39), senza escludere una possibile identità con<br />

l’attuale Volpignano (su cui cf. scheda <strong>in</strong> appendice), ubicato proprio a S di<br />

Collesano! Quanto al toponimo Catagnano (IGM 258 I SO, a W del Bosco<br />

della Ficuzza, tra Corleone e Piana degli Albanesi), CARACAUSI, Dizionario...<br />

cit., s. v., segnala l’esistenza di cognomi simili da cui esso potrebbe derivare,<br />

e G. NANIA, Toponomastica e topografia storica nelle valli del Belice e dello<br />

Jato, Palermo 1995, 41, ritiene certa una derivazione da cognome sulla base<br />

dell’attestazione di un Franciscus da Catagnano <strong>in</strong> un documento <strong>in</strong>edito del<br />

1575. Non escluderei però che il toponimo siciliano sia più antico del<br />

cognome, e testimoni possedimenti di un Catonius o Cat<strong>in</strong>ius (cf. CARACAUSI,<br />

Dizionario... cit., s. v. Catagnano; S. PIERI, Toponomastica delle Valli del<br />

Serchio e della Lima, Pisa 1936, 40 su <strong>toponimi</strong> simili <strong>in</strong> Toscana) o anche<br />

di un Capito (da *Capitonianum, con riduzione).<br />

26 Cf. CARACAUSI, Dizionario... cit., s.vv.


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

453<br />

27 Ciascuna con 10 campi: toponimo, localizzazione, fonti, datazione<br />

dellla prima attestazione, gentilizio o cognomen/nome personale che lo ha<br />

orig<strong>in</strong>ato, bibliografia, commento, rimandi ad altre schede, confronti onomastici<br />

siciliani.<br />

28 Ho omesso di schedare alcuni <strong>toponimi</strong> dati come <strong>prediali</strong> <strong>in</strong> –<br />

anum, -ana soltanto <strong>in</strong> UGGERI, l’<strong>in</strong>sediamento rurale... cit., 36-44, ma a mio<br />

parere <strong>in</strong>vece decisamente da escludere.<br />

29 Da un’attenta disam<strong>in</strong>a dei <strong>toponimi</strong> presenti sulla carta di Samuel<br />

Von Schmettau (recentemente edita <strong>in</strong> L. DUFOUR (a cura di), La Sicilia<br />

disegnata. La carta di Samuel Von Schmettau, 1720-1721, Palermo 1995) ho<br />

ricavato soltanto due possibili <strong>prediali</strong> non attestati altrove: Tupiano, a W di<br />

C<strong>in</strong>isi e a N di Favarotta, non riportato <strong>in</strong> IGM 249 III NE (dovrebbe trovarsi<br />

all’estremità NW), e l’<strong>in</strong>teressante Rignano, a S del M. Baida e di Castel<br />

Baida, e a SO di Inici, anch’esso non riportato <strong>in</strong> IGM 257 I NO (zona N) dove<br />

<strong>in</strong>vece <strong>in</strong> corrispondenza sono segnate c.da Bosco ed il Bosco di Scorace. In<br />

particolare il secondo, se esattamente riportato, costituirebbe una testimonianza<br />

preziosa di possedimenti di Rennii (SCHULZE, o. c., 281 n. 1, 367, 424,<br />

519) o Herennii (SCHULZE, o. c., 82-83, 282; sui legami di questa gens con la<br />

Sicilia cf. L. BIVONA, Iscrizioni lat<strong>in</strong>e lapidarie del Museo Civico di Term<strong>in</strong>i<br />

Imerese, Roma 1994, 57, 86, 95 e soprattutto 200-201, con bibl.), meno<br />

probabilmente R<strong>in</strong>nii (SCHULZE, o. c., 426) o Her<strong>in</strong>nii (SCHULZE, o. c., 82).<br />

Tuttavia, dal momento che molti dei <strong>toponimi</strong> rurali riportati dallo Schmettau<br />

risultano più o meno gravemente corrotti e <strong>in</strong>affidabili, la massima prudenza<br />

è d’obbligo: Tupiano, ad esempio, potrebbe essere la storpiatura del cognome<br />

ed etnico Trupiano (‘di Tropea’), e Rignano riportare al diffuso cognome<br />

Grignano. Eventuali ulteriori testimonianze, esterne a quella cartografica,<br />

potranno risultare determ<strong>in</strong>anti nel risolvere la questione.<br />

30 LAPORTA, art. c., 237.<br />

31 È vero che «è lecito... porre a base di un toponimo anche un<br />

gentilizio non attestato nella zona oggetto della ricerca, ma attestato altrove.<br />

È altresì considerato criterio scientificamente corretto – ma evidentemente da<br />

usare con cautela – ricostruire gentilizi e nomi non altrimenti noti nelle fonti,<br />

purché l’esemplare di partenza abbia caratteri di verosimiglianza» (LAPORTA,<br />

art. c., 237). Tuttavia, come segnala G. B. PELLEGRINI, Toponomastica<br />

italiana, Milano 1990, 327, «nello studio dei nomi locali derivati dalla<br />

antroponimia lat<strong>in</strong>a è sempre opportuno un esame della diffusione delle<br />

s<strong>in</strong>gole gentes attestate nel toponimo. Se <strong>in</strong>fatti esse figurano nell’ambito<br />

regionale o ancor meglio locale, attestate nelle epigrafi, è ulteriormente<br />

accertata l’orig<strong>in</strong>e del toponimo che trova conferma nelle iscrizioni».<br />

32 Sul personaggio da ultimo T. GNOLI, C. Furius Sab<strong>in</strong>us Aquila<br />

Timesitheus, MedAnt, III, 1, 2000, 261-308.<br />

33 L. BIVONA, Brevi note sull'<strong>in</strong>strumentum domesticum di Sicilia, <strong>in</strong><br />

AA.VV., Città e Contado <strong>in</strong> Sicilia fra il III ed il IV sec. d. C., Kokalos,


454<br />

A. FACELLA<br />

XXVIII-XXIX, 1982-1983, 368-387, 375-377 (con grande prudenza); M.<br />

CAVALIER - A. BRUGNONE, I bolli delle tegole della necropoli di Lipari,<br />

Kokalos, XXIII, 1986, 181-282, 255-257 nr. 131; B. GAROZZO, Bolli su anfore<br />

e laterizi nella Sicilia occidentale (prov<strong>in</strong>cie di Agrigento, Palermo e Trapani):<br />

per un aggiornamento critico di IG XIV 2393-2399 e di CIL X 8044-8045;<br />

8051, tesi di perfezionamento <strong>in</strong> Storia Greca e Archeologia Classica, <strong>Scuola</strong><br />

<strong>Normale</strong> <strong>Superiore</strong> di Pisa, 1998, 385.<br />

34 Così già HOLM, Storia... cit.., III, 550 n. 40; PACE, o. c., IV, Roma<br />

1949, 193; BIVONA, Brevi note... cit., 375-377; UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento<br />

rurale... cit., 40. L. VASI, Delle orig<strong>in</strong>i e vicende di San Fratello, Palermo<br />

1882, 36 ritiene il toponimo di orig<strong>in</strong>e lombarda, per via dell’aff<strong>in</strong>ità con il<br />

top. modenese Friano, ma tale motivazione è <strong>in</strong>consistente.<br />

35 O. CAJETANUS, Vitae Sanctorum Siculorum, I-II, Panormi 1657, I,<br />

74, 88b, 90; HOLM, Storia... cit., III, 496 n. 1; PACE, o. c., IV, 153; L. CRACCO<br />

RUGGINI, La Sicilia tra Roma e Bisanzio, <strong>in</strong> AA.VV., Storia della Sicilia, III,<br />

1, Napoli 1980, 1-96, 71 n. 70; VARVARO, o. c., 66; UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento<br />

rurale... cit., 37.<br />

36 Sulle quali cf. BIVONA, Iscrizioni lat<strong>in</strong>e... cit., 73 e 134-135.<br />

37 Cf. PIR2 J 507; H. HALFMANN, Die Senatores aus den<br />

Kle<strong>in</strong>asiatischen Prov<strong>in</strong>zen des römischen Reiches vom 1. bis 3. Jahrhundert<br />

(Asia, Pontus-Bithynia, Lycia-Pamphylia, Galatia, Cappadocia, Cilicia), <strong>in</strong><br />

«Atti del Colloquio <strong>in</strong>ternazionale AIEGL su Epigrafia e Ord<strong>in</strong>e senatorio,<br />

Roma 1981», Tituli, 5, 1982, 603-650, 608 e 625-626.<br />

38 Così G. B. PELLEGRINI <strong>in</strong> AA.VV., Dizionario di toponomastica.<br />

Storia e significato dei nomi geografici italiani, Tor<strong>in</strong>o 1990, s. v. Giuliana,<br />

ipotesi giustamente resp<strong>in</strong>ta da A. G. MARCHESE, Il castello di Giuliana.<br />

Storia e architettura, Palermo 1996, 21.<br />

39 Cf. V. AMICO, Dizionario topografico della Sicilia. Tradotto dal<br />

lat<strong>in</strong>o e annotato da Gioacch<strong>in</strong>o Di Marzo, I-II, Palermo 1855-1856 (tit.<br />

orig.: Lexicon topographicum siculum, I-VI, Palermo 1757, Catania 1759-<br />

1760; rist. anast. Sala Bolognese 1975), I 528.<br />

40<br />

PIRRI, o. c., 461.<br />

41 C. M. ARETIUS, De situ <strong>in</strong>sulae Siciliae liber, Panhormi 1537,<br />

XXVII, 38-39; I. SCATURRO, Storia della città di Sciacca, I-II, Napoli 1924-<br />

1926 (rist. anast. Palermo 1983), I 67; ROHLFS, Historische Sprachschichten...<br />

cit., 13; PELLEGRINI, o. c., 314; MARCHESE, o. c., 21; UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento<br />

rurale... cit., 40.<br />

42 S. CUSA, I diplomi greci ed arabi di Sicilia, I, Palermo 1868, 240<br />

r. 19.<br />

43<br />

CUSA, o. c., 200.<br />

44 Così G. CARACAUSI, L’elemento bizant<strong>in</strong>o ed arabo, <strong>in</strong> «Tre millenni<br />

di storia l<strong>in</strong>guistica della Sicilia. Atti del Convegno della Società<br />

Italiana di Glottologia, Palermo 1983», testi raccolti a cura di A. Quattordio


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

455<br />

Moresch<strong>in</strong>i, Pisa 1984, 55-103, 89 n. 82; CARACAUSI, Dizionario... cit., s. v.<br />

Giuliana; NANIA, o. c., 161 n. 4 e 234; contra MARCHESE, o. c., 21-23, che senza<br />

validi motivi ritiene che C<strong>in</strong>iana sia da dist<strong>in</strong>guere da Giuliana, e da riferire<br />

«ad un antico latifondista romano di nome C<strong>in</strong>ianus» (ibid., 23), e che vada<br />

riconosciuta <strong>in</strong> un sito archeologico romano <strong>in</strong> c.da Favarotti nel contado di<br />

Giuliana.<br />

45<br />

CARACAUSI, Dizionario... cit., s. v. Giuliana.<br />

46 Infatti sia il testo arabo che quello lat<strong>in</strong>o della jarida sono ricavati<br />

sostanzialmente dai registri di conf<strong>in</strong>i (dafa–tir al h≥udu–d) compilati <strong>in</strong> arabo<br />

parecchi anni prima dall’amm<strong>in</strong>istrazione fiscale normanna (ufficio del di–wa–n<br />

al-tah≥qiq al-ma‘mu–r), con l’ovvia differenza che la versione araba può<br />

limitarsi a copiare i registri, mentre quella lat<strong>in</strong>a è frutto di una traduzione (cf.<br />

J. JOHNS, Entella nelle fonti arabe, <strong>in</strong> G. NENCI (a cura di), Alla ricerca di<br />

Entella, Pisa 1993, 61-97, 69-71).<br />

47 Sul passaggio –n- > -l- cf. CARACAUSI, Stratificazione... cit., 121 e<br />

n. 95.<br />

48 Sulle attestazioni della gens Iunia <strong>in</strong> Sicilia A. BRUGNONE <strong>in</strong> B.<br />

BECHTOLD - A. BRUGNONE, Novità epigrafiche da Lilibeo. La tomba 186 della<br />

via Berta, <strong>in</strong> «Atti delle Seconde Giornate Internaz. di Studi sull’<strong>Area</strong> Elima,<br />

Gibell<strong>in</strong>a 1994», Pisa - Gibell<strong>in</strong>a 1997, 111-140, 126-127; GAROZZO, o. c.,<br />

386-387; L. BIVONA, La documentazione epigrafica lat<strong>in</strong>a <strong>in</strong> area elima, <strong>in</strong><br />

«Atti delle Terze Giornate Internaz. di Studi sull’<strong>Area</strong> Elima, Gibell<strong>in</strong>a -<br />

Erice - Contessa Entell<strong>in</strong>a 1997», Pisa - Gibell<strong>in</strong>a 2000, 153-166, 156-157.<br />

49 Cf. L. BIVONA, Un fundus Serenianus fra Trapani e Palermo? <strong>in</strong><br />

«Hestíasis. Studi di tarda antichità offerti a Salvatore Calderone», Mess<strong>in</strong>a<br />

1986, II, 211-217, 217: «la persistenza... del toponimo lat<strong>in</strong>o <strong>in</strong> un’area dove<br />

sono numerosi i <strong>toponimi</strong> arabi... è di per sé significativa e deve aver avuto<br />

riscontro <strong>in</strong> una precisa realtà».<br />

50<br />

PACE, o. c., IV 193.<br />

51<br />

CUSA, o. c., 515.<br />

52 Cf. A. BRUGNONE <strong>in</strong> BECHTOLD - BRUGNONE, art. c., 119 e 127.<br />

L’Annios noto da bolli laterizi r<strong>in</strong>venuti a Naxos e Tauromenio è <strong>in</strong>vece un<br />

antroponimo, non un gentilizio (cf. M. C. LENTINI, Naxos di Sicilia dall’età<br />

ellenistica all’età bizant<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> M.C. Lent<strong>in</strong>i (a cura di), Naxos di Sicilia <strong>in</strong> età<br />

romana e bizant<strong>in</strong>a ed evidenze dai Peloritani, Bari 2001, 13-39, 18, e<br />

soprattutto B. Garozzo, Alcuni bolli ellenistici da Naxos di Sicilia, <strong>in</strong> Lent<strong>in</strong>i,<br />

o. c., 41-46, 44).<br />

53 CIL XIII,6763 = ILS 1188 add., su cui cf. G. ALFÖLDI, Die<br />

Legionslegaten der römischen Rhe<strong>in</strong>armen, Epigraphische Studien, 3, Köln-<br />

Graz 1967, 61-64 nr. 78; F. JACQUES, Les curateurs des cités dans l’occident<br />

roma<strong>in</strong> de Trajan à Gallien, Paris 1983, 211-213 nr. 104; G. MANGANARO, La<br />

Sicilia da Sesto Pompeo a Diocleziano, <strong>in</strong> ANRW, II, 11, 1, Berl<strong>in</strong> - New York<br />

1988, 3-89, 78 e n. 429; R.J.A. Wilson, Sicily under the Roman Empire,


456<br />

A. FACELLA<br />

Warm<strong>in</strong>ster 1990, 385 n. 141.<br />

54 Sui nomi antichi di Favignana cf. A. CORRETTI, s. v. Favignana<br />

(isola), <strong>in</strong> BTCGI, VII, Pisa-Roma 1989, 418-426, 418.<br />

55 Così tra gli altri HOLM, Jahresbericht... cit., 84; C. AVOLIO, Di<br />

alcuni sostantivi locali del siciliano, ASS, N. S., XIII, 1889, 369-398, 384;<br />

ALESSIO, Sulla lat<strong>in</strong>ità... cit., 148 n. 4; PELLEGRINI, <strong>in</strong> AA.VV., Dizionario di<br />

toponomastica... cit., s. v. Favignana; UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento rurale... cit.,<br />

40 (che ipotizza pers<strong>in</strong>o una derivazione da Flavianus).<br />

56<br />

BIVONA, Iscrizioni lat<strong>in</strong>e... cit., 249 nr. 172.<br />

57 G. MANGANARO, Kokalos, XXVI-XXVII, 1980-1981, 456-458,<br />

458 l. 7; SEG, XXXI (1981), 837.<br />

58 Sulla localizzazione del sito presso Ponte Bagni e sui materiali<br />

archeologici ivi r<strong>in</strong>venuti cf. I. NERI <strong>in</strong> S. BERNARDINI - F. CAMBI - A. MOLINARI<br />

- I. NERI, Il territorio di Segesta fra l’età arcaica e il Medioevo. Nuovi dati<br />

dalla carta archeologica di Calatafimi, <strong>in</strong> «Atti delle Terze Giornate Internaz.<br />

di Studi sull’<strong>Area</strong> Elima, Gibell<strong>in</strong>a - Erice - Contessa Entell<strong>in</strong>a 1997», Pisa<br />

- Gibell<strong>in</strong>a 2000, 91-133, 112-120, con bibl.<br />

59<br />

WILSON, o. c., 226 e 392 n. 171 (dove si pensa <strong>in</strong> subord<strong>in</strong>e al<br />

cognomen Picentius); cf. ora NERI <strong>in</strong> BERNARDINI - CAMBI - MOLINARI - NERI,<br />

art. c., 114, 118, 131 n. 54.<br />

60 G. NENCI, It<strong>in</strong>er. Anton<strong>in</strong>i Augusti XCI 2, XCVII 10 (Aquae<br />

Segestanae, Aquae P<strong>in</strong>cianae, Aquae Perticianenses), MCr, XXXII-XXXV,<br />

1997-2000, 197-199; cf. anche G. NEnci, Varia Elyma: novità epigrafiche,<br />

numismatiche, toponomastiche e cultuali dall’area elima, <strong>in</strong> «Atti delle<br />

Terze Giornate Internaz. di Studi sull’<strong>Area</strong> Elima, Gibell<strong>in</strong>a - Erice -<br />

Contessa Entell<strong>in</strong>a 1997», Pisa - Gibell<strong>in</strong>a 2000, 809-821, 810; NERI <strong>in</strong><br />

BERNARDINI - CAMBI - MOLINARI - NERI, art. c., 114-115, 118, 131 n. 56.<br />

61 N. CRINITI, La Tabula alimentaria di Veleia, Parma 1991, 152 (V,<br />

94); L. BIVONA, Su un’iscrizione da Castronovo (Palermo), Kokalos, XLI,<br />

1995, 23-28, 27.<br />

62<br />

NANIA, o. c., 24 e 125.<br />

63<br />

CUSA, o. c., 226 r. 3 e 192.<br />

64<br />

CARACAUSI, Dizionario... cit., s. v. Biggeni.<br />

65<br />

BIVONA, Su un’iscrizione... cit., <strong>in</strong> particolare 27; prima pubblicazione<br />

<strong>in</strong> C. SERMENGHI, Mondi m<strong>in</strong>ori scomparsi, Palermo 1981, 51, 55, 81-<br />

86; la lettura Pician(ensis) è accolta anche da V. GIUSTOLISI, Petra. Atlante<br />

delle antiche strutture rupestri dell’alta valle del Platani (Castronovo),<br />

Palermo 1999, 17.<br />

66 Cf. BIVONA, Su un’iscrizione... cit., tav. 1.<br />

67 Il toponimo Piciana (Villa) menzionato da CARACAUSI, Dizionario...<br />

cit., s. v. è <strong>in</strong>vece <strong>in</strong>esistente, frutto di un’errata lettura delle carte IGM,<br />

la quali riportano concordemente (ho consultato sia la carta 1:100.000 che<br />

quella 1:25.000) ‘V.la Piciona’.


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

457<br />

68<br />

BIVONA, Un fundus Serenianus... cit.<br />

69 Cf. CARACAUSI, Dizionario... cit., s.vv. Beviano e Bivianum.<br />

70 Sui Vibii <strong>in</strong> Sicilia rimando a BIVONA, Iscrizioni lat<strong>in</strong>e... cit., 242,<br />

con bibl. (su Thermae anche ibid. 70, 91, 234, 241). Conosciamo un magister<br />

di una societas di publicani nel 73 a. C., un promagister portuum prov<strong>in</strong>ciae<br />

Siciliae item promagister frumenti mancipalis anteriore al 104 d. C., ed altre<br />

attestazioni ancora da Lipara, Lilybaeum, Cat<strong>in</strong>a.<br />

71<br />

UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento rurale... cit., 44.<br />

72 Cf. PACE, o. c., IV 176, con bibl.<br />

73 Cf. anche UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento rurale... cit., 40.<br />

74<br />

PIERI, o. c., 38.<br />

75<br />

CARACAUSI, Dizionario... cit., s. v.<br />

76<br />

GREG. MAGN., Ep., 1, 42.<br />

77<br />

GREG. MAGN., Ep., 9, 66a; 9, 82 Hartmann.<br />

78 Cf. CIL IX 2352.<br />

79<br />

GREG. MAGN., Ep., 9, 66a; 9, 82 Hartmann.<br />

80 Dell’effettiva esistenza di questo toponimo non ho assoluta certezza,<br />

dal momento che esso è menzionato soltanto <strong>in</strong> UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento<br />

rurale... cit., 43 («tra Corleone e Calatafimi»), senza <strong>in</strong>dicazione della fonte<br />

da cui sarebbe stato ricavato.<br />

81 Segnalo tuttavia l’esistenza di una Passio, <strong>in</strong>edita, di Comitius<br />

martyr Cat<strong>in</strong>ensis, conservatasi <strong>in</strong> due manoscritti rispettivamente di f<strong>in</strong>e XI<br />

(Lateranensis A. 59) e XII secolo (Lucca, codex C), per la quale cf. G.<br />

PHILIPPART, L’hagiographie sicilienne dans le cadre de l’hagiographie de<br />

l’Occident, <strong>in</strong> «La Sicilia nella tarda antichità e nell’alto medioevo. Religione<br />

e società. Atti del Convegno di Studi, Catania - Paternò 1997», a cura di R.<br />

Barcellona e S. Pricoco, Soveria Mannelli (CZ) 1999, 167-204, 189. F<strong>in</strong>ché<br />

non sarà pubblicato il dossier agiografico nulla si potrà dire sulla cronologia<br />

e sull’attendibilità del riferimento alla Sicilia di tale testimonianza onomastica.


458<br />

A. FACELLA<br />

Le abbreviazioni utilizzate nelle schede per le fonti classiche sono<br />

quelle consuete. Per le altre sigle ed abbreviazioni, cf. CARACAUSI, Dizionario...<br />

cit., cui si aggiungano, per il campo fonti:<br />

HdFS = J. L. A. HUILLARD-BRÉHOLLES, Historia diplomatica Friderici<br />

Secundi, I-VI, Paris 1852-1861<br />

PACE = B. PACE, Arte e civiltà della Sicilia antica, I-IV, Roma 1935-<br />

1949 (vol. I 1935; vol. II 1938; vol. III 1946; vol. IV 1949; vol. I 2 1958)<br />

RCA X = I Registri della Cancelleria Angio<strong>in</strong>a ricostruiti da Riccardo<br />

Filangieri con la collaborazione degli archivisti napoletani, X, 1272-1273,<br />

Napoli 1957<br />

BARBERI Magn = G. L. BARBERI, Il ‘Magnum Capibrevium’ dei feudi<br />

maggiori, a cura di G. Stalteri Ragusa, Palermo 1993<br />

BIVONA 1995 = L. BIVONA, Su un’iscrizione da Castronovo (Palermo),<br />

Kokalos, XLI, 1995, 23-28<br />

NANIA 1995 = G. NANIA, Toponomastica e topografia storica nelle valli<br />

del Belice e dello Jato, Palermo 1995<br />

MARCHESE 1996 = A. G. MARCHESE, Il castello di Giuliana. Storia e<br />

architettura, Palermo 1996<br />

UGGERI 1996 = G. UGGERI, L’<strong>in</strong>sediamento rurale nella Sicilia romana<br />

e il problema della cont<strong>in</strong>uità, <strong>in</strong> «Atti delle Giornate di Studio sugli<br />

Insediamenti Rurali nella Sicilia Antica, Caltagirone 1992», Aitna, II, 1996,<br />

35-51<br />

e, per i campi gentilizio e cognomen/nome personale:<br />

SCHULZE = W. SCHULZE, Zur Geschichte late<strong>in</strong>ischer Eigennamen,<br />

Berl<strong>in</strong> 19332 (1. ed. 1904).<br />

KAJANTO = J. KAJANTO, The Lat<strong>in</strong> Cognom<strong>in</strong>a, Hels<strong>in</strong>ki-Hels<strong>in</strong>gfors<br />

1965<br />

Repertorium = H. SOLIN - O. SALOMIES, Repertorium nom<strong>in</strong>um gentilium<br />

et cognom<strong>in</strong>um Lat<strong>in</strong>orum, Hildesheim - Zürich-New York 1988


TOPONOMASTICA LATINA NELLA SICILIA OCCIDENTALE<br />

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A. FACELLA


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