Dott Roberto Massironi – Psicopatologie nelle disabilità - i percorsi
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Psicopatologia <strong>nelle</strong> <strong>disabilità</strong><br />
intellettive, evolutive e nei disturbi<br />
generalizzati dello sviluppo<br />
dr. <strong>Roberto</strong> <strong>Massironi</strong><br />
Dirigente medico psichiatra<br />
A.O. ICP Milano - U.O. di Psichiatria<br />
di Sesto San Giovanni<br />
Ambulatorio per il Ritardo Mentale<br />
1
Il riferimento di letteratura<br />
I comportamenti problema<br />
Le stereotipie<br />
2
I comportamenti problema<br />
Aggressività<br />
Autolesionismo<br />
Distruttività<br />
Picacismo<br />
3
Che significato hanno i<br />
comportamenti problema?<br />
Sono sintomi specifici o<br />
espressioni di altro?<br />
4
E‟ corretto parlare di<br />
psicopatologia del ritardo<br />
mentale e dei disturbi pervasivi<br />
dello sviluppo?<br />
5
Presentazione di una<br />
popolazione<br />
Totale cartelle 270<br />
Casi proposti 130<br />
6
Alcuni interrogativi sugli utenti<br />
Chi sono?<br />
Da dove vengono?<br />
Per quale motivo vengono?<br />
Come si caratterizzano clinicamente?<br />
Che tipo di risposta hanno richiesto?<br />
7
Caratteristiche per età<br />
Età Media 31,29 anni<br />
Distribuzione per<br />
età<br />
N°<br />
16 <strong>–</strong> 20 anni 27<br />
21 <strong>–</strong> 30 anni 47<br />
31 <strong>–</strong> 40 anni 33<br />
41 <strong>–</strong> 50 anni 14<br />
> 50 anni 9<br />
8
Distribuzione per sesso<br />
Femmine = 41 (31.5 %)<br />
Maschi = 89 (68.5 %)<br />
9
Territori di provenienza<br />
Unità Operativa S.S.G = 46 (35.4 %)<br />
Altra U.O. del dipartimento = 24 (18.5 %)<br />
ASL Monza Brianza = 21 (16.2 %)<br />
ASL Milano 1 = 20 (15.4 %)<br />
ASL Milano città = 14 (10.7 %)<br />
ASL Milano 2 = 3 ( 2.3 %)<br />
Altre provenienze = 2 ( 1.5 %)<br />
10
65%<br />
Confronto dei territori di<br />
provenienza<br />
35%<br />
U.O.P<br />
Altri Territori<br />
11
Caratteristiche cliniche<br />
Condizione N° %<br />
Solo ritardo mentale 62 45,2<br />
Tratti autistici 23 15,2<br />
Psicosi 19 12,2<br />
Autismo 14 10,2<br />
Sindrome di Down 14 10,2<br />
Stati d’ansia 4 3,4<br />
Sindrome di Asperger 1 0,6<br />
Dipendenza da sostanze 1 0,6<br />
Sindrome di Williams 1 0,6<br />
Disturbi di personalità 1 0,6<br />
12
LIVELLI DI GRAVITA’<br />
Lieve 8<br />
Medio 68<br />
Grave 53<br />
Gravissimo 1<br />
13
Ambito di vita<br />
Famiglia 118<br />
Comunità 12<br />
14
Tipo di attività<br />
CDD 77<br />
Inseriti al lavoro 15<br />
SFA 11<br />
Formazione al lavoro 10<br />
Nessuna attività 16<br />
Scuola 1<br />
15
Tipo di terapia prescritta<br />
Antipsicotici 66<br />
Nessun farmaco 59<br />
Antidepressivi 2<br />
Antispicotici + Antidepressivi 2<br />
Ansiolitici 1<br />
16
Tipologia dei servizi erogati<br />
dall‟ambulatorio<br />
Terapia psicofarmacologica;<br />
Rilascio certificazioni;<br />
Supporto alla famiglia;<br />
Intervento coordinato con gli<br />
operatori dei servizi interessati<br />
17
Perché questo ambulatorio<br />
richiama persone provenienti<br />
anche da territori diversi da<br />
quello della nostra U.O.?<br />
18
Una probabile risposta<br />
Indice di servizi che non riescono<br />
ad uscire da uno stereotipo da<br />
tempo strutturato<br />
19
Un‟opinione su psichiatra e<br />
<strong>disabilità</strong> cognitiva<br />
Lo psichiatra è colui che stabilisce le<br />
diagnosi cliniche e le scelte<br />
farmacologiche. Può svolgere con i malati<br />
psichici gravi, la funzione psicoterapeutica.<br />
Data la sua formazione, non ha<br />
conoscenze pedagogiche e non è capace di<br />
indirizzare l’azione educativa e gli<br />
educatori. E’ come se il pedagogista<br />
pontificasse in merito alle diagnosi e<br />
volesse assolutamente prescrivere<br />
psicofarmaci<br />
(V. Mariani)<br />
20
Quello che in genere ci si aspetta<br />
dallo psichiatra<br />
Gestire l’emergenza<br />
Intervenire sui sintomi<br />
Eliminare i comportamenti problema<br />
21
La confusione della psichiatria del<br />
Mente<br />
Corpo<br />
„900<br />
22
Elemento di criticità<br />
“Determinazione di un corpo<br />
senza testa e di una testa<br />
senza corpo”<br />
(P. Pancheri)<br />
23
L‟uso improprio del termine psicosi<br />
Psicosi d’innesto<br />
Ma è sempre psicosi?<br />
24
Nel ritardo mentale maggiore<br />
rischio di sviluppare rispetto alla<br />
popolazione generale<br />
Patologie psichiatriche<br />
Comportamenti d’abuso<br />
25
Il concetto di doppia diagnosi<br />
La prevalenza dei disturbi psichiatrici<br />
nel ritardo mentale è del 20 <strong>–</strong> 40%<br />
Qualche studio parla di un dato tra il<br />
10 e l’80%<br />
26
L‟interrogativo è: anche nel ritardo<br />
mentale si può fare diagnosi di:<br />
Disturbo schizofrenico?<br />
Disturbo dell’umore?<br />
Disturbo d’ansia?<br />
Disturbo di personalità?<br />
27
La risposta è<br />
Si<br />
28
Il problema è<br />
Come fare diagnosi<br />
29
Come fare diagnosi?<br />
La diagnosi categoriale del DSM<br />
<strong>–</strong> Criteri di inclusione ed esclusione<br />
<strong>–</strong> Presenza di sintomi definiti<br />
Il colloquio psichiatrico<br />
<strong>–</strong> Le difficoltà in presenza di limiti o<br />
assenza di comunicazione<br />
30
Il colloquio psichiatrico nel ritardo mentale e<br />
nei disturbi pervasivi dello sviluppo richiede<br />
di:<br />
Trovare diverse modalità di comunicazione<br />
Cercare di leggere oltre la comunicazione<br />
verbale<br />
Andare oltre il concetto di setting<br />
Vedere la persona nel suo contesto di vita<br />
31
Un modo diverso di vedere le cose<br />
Necessità di avere una visione<br />
allargata, che consideri l’individuo<br />
come un sistema complesso inserito<br />
in un sistema più ampio ed articolato<br />
32
Patologia o disagio?<br />
Disagio<br />
Ambiente<br />
Patologia<br />
33
La necessità di considerare che<br />
altri possono essere strumento<br />
operativo dello psichiatra<br />
La famiglia<br />
Le altre figure professionali<br />
34
La famiglia<br />
I genitori primi esperti nella gestione del disabile;<br />
Corretta comunicazione con la famiglia in ogni<br />
fase della vita della persona;<br />
Tale relazione si deve fondare”su di una relazione<br />
tra persone che si rispettano, che conoscono i<br />
limiti umani della conoscenza, che permetta<br />
all’operatore di dire anche <strong>–</strong> non so-, consapevole<br />
che ne ha diritto”;<br />
Lo psichiatra deve modificare il proprio modo di<br />
operare, uscire dalla stretta relazione medico<br />
paziente che spesso caratterizza l’operare nei<br />
servizi ospedalieri e territoriali per entrare in una<br />
nuova dimensione che preveda un rapporto di<br />
collaborazione diretta con i familiari chiamati<br />
anch’essi a partecipare ai processi di diagnosi,<br />
cura e riabiliatazione. (E. Micheli)<br />
35
L‟operatore<br />
Stretta relazione con l’operatore che<br />
diviene l’elemento essenziale per<br />
fornire informazioni essenziali per<br />
poter fare delle ipotesi diagnostiche.<br />
36
Lavorare in équipe<br />
Riconoscere le competenze e le<br />
professionalità di tutti gli operatori<br />
impegnati sul caso<br />
Creare un contesto in cui si esca dalla<br />
presunzione del sapere sostenuti dal<br />
bisogno reciproco di conoscere<br />
Mettere in atto interventi che escano da<br />
schemi preconfezionati, che abbiano al<br />
centro la persona<br />
37
Un simile approccio è reso<br />
possibile solo dalla presenza di una<br />
“rete” tra psichiatra, paziente,<br />
famiglia ed operatori dei servizi.<br />
Solo la presenza di una forte rete<br />
aiuta a riconoscere ogni figura<br />
come membro attivo, coinvolto nel<br />
riconoscere gli elementi utili ad un<br />
percorso di diagnosi e cura che<br />
ponga però al centro la persona.<br />
38
Creare un linguaggio comunicativo<br />
Andare oltre le terminologie<br />
Descrivere gli eventi<br />
Riconoscere situazioni<br />
potenzialmente attivanti<br />
39
Necessità di ridefinire il sintomo<br />
L’espressione di malesseri fisici<br />
<strong>–</strong> Sintomi organici<br />
<strong>–</strong> Le somatizzazioni<br />
Gli equivalenti<br />
<strong>–</strong> Depressivi<br />
<strong>–</strong> Ansiosi<br />
40
Per una diagnosi differenziale<br />
Riconoscere tra sintomo<br />
fisico e psichico<br />
41
Le somatizzazioni<br />
Richiedono di essere approfondite<br />
per una corretta diagnosi<br />
differenziale<br />
<strong>–</strong> Primitiva modalità per comunicare un<br />
disagio emotivo;<br />
<strong>–</strong> Modalità di richiesta di attenzioni;<br />
<strong>–</strong> Condotta di evitamento.<br />
42
I disturbi dell‟umore<br />
La depressione<br />
<strong>–</strong> L’apatia<br />
<strong>–</strong> Il pianto<br />
<strong>–</strong> L’alimentazione ed il calo di peso<br />
La mania<br />
<strong>–</strong> L’iperattività<br />
<strong>–</strong> La logorrea<br />
<strong>–</strong> L’insonnia<br />
43
La psicosi<br />
Forme di chiusura alle relazioni<br />
Stereotipie<br />
Reattività<br />
Blocchi come se ascoltasse o vedesse<br />
qualche cosa<br />
44
Panico e fobie<br />
I disturbi d‟ansia<br />
<strong>–</strong> Espressioni fisiche<br />
<strong>–</strong> Comportamenti di evitamento<br />
45
Il disturbo ossessivo - compulsivo<br />
Comportamenti ripetitivi<br />
Ripetizioni di domande<br />
Necessità di comportamenti di<br />
controllo<br />
46
Le origini dei sintomi<br />
Difficoltà di integrazione delle informazioni<br />
Le difficoltà nel comunicare<br />
Assenza dei concetti di spazio e tempo<br />
I limiti di esperienza ed apprendimento<br />
47
Incapacità di comprendere il<br />
significato degli stimoli<br />
Propiocettivi<br />
Esterocettivi<br />
48
Difficoltà di integrazione delle<br />
informazioni<br />
Incapacità di operare in termini<br />
categoriali<br />
Incapacità di elaborare concetti di<br />
tipo astratto<br />
Le angosce del nuovo<br />
49
Assenza dei concetti di spazio e<br />
tempo<br />
La continua richiesta di rassicurazioni<br />
sul dove;<br />
La continua richiesta di rassicurazioni<br />
sul dopo o il quando.<br />
50
L‟esperienza<br />
Conoscenza acquisita con il contatto<br />
con specifiche espressioni della realtà<br />
interna ed esterna all’individuo.<br />
51
L‟apprendimento<br />
E’ il processo di acquisizione delle<br />
nozioni necessarie per strutturare e<br />
migliorare l’adattamento all’ambiente<br />
52
Il concetto di livelli di elaborazione<br />
cerebrale<br />
Il grave handicappato mentale<br />
Milena Cannao <strong>–</strong> Giorgio Moretti<br />
Armando Editore - 1982<br />
53
E‟ corretto parlare di<br />
psicopatologia del ritardo<br />
mentale e dei disturbi pervasivi<br />
dello sviluppo?<br />
No<br />
54
Rileggere secondo il codice<br />
comunicativo del ritardo<br />
mentale e dei disturbi pervasivi<br />
dello sviluppo segni o sintomi<br />
che siano espressione<br />
psicopatologica<br />
55
Attenzione;<br />
Questo richiede<br />
Capacità di ascolto e di osservazione;<br />
Disponibilità a porsi degli<br />
interrogativi;<br />
Andare oltre l’idea iniziale;<br />
Capacità di confronto con famiglia<br />
e/o altre figure professionali.<br />
56
In sintesi<br />
Porsi un diverso stile di lavoro<br />
57
Elementi fondamentali di questo<br />
<strong>–</strong> Etica<br />
stile:<br />
<strong>–</strong> Evidenze scientifiche<br />
<strong>–</strong> Esperienze personali e condivise<br />
<strong>–</strong> Creatività<br />
58
Etica<br />
Definizione di uno stile operativo che<br />
abbia sempre al centro il bene della<br />
persona<br />
Rifiuto di pratiche che possano<br />
essere fini a se stesse<br />
Attenzione alla persona alla ricerca di<br />
un costante benessere: fisico,<br />
psichico e sociale.<br />
59
Evidenze scientifiche<br />
Devono essere tra i principali<br />
indicatori per guidare le scelte negli<br />
strumenti di cura e riabilitazione;<br />
Diffidare dalle modalità “fai da te”<br />
60
Esperienze personali e<br />
condivise<br />
In un contesto assai ampio di<br />
espressioni cliniche del disagio,<br />
l’esperienza personale o anche quella<br />
di altre figure professionali deve<br />
essere messa al servizio della<br />
persona<br />
Conoscenza del singolo caso<br />
permette di promuovere interventi<br />
più personalizzati<br />
61
Creatività<br />
Utilizzo intelligente delle tecniche e<br />
del progetto che non devono essere<br />
una rassicurazione per l’operatore,<br />
ma di qualche cosa che si possa<br />
adattare al bene della persona<br />
62