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patrimonio archeologico e città contemporanea - La scuola di ...

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4<br />

24<br />

Patrimonio <strong>archeologico</strong> e <strong>città</strong> <strong>contemporanea</strong>: dal “consumo” del bene alla sua “fruizione”<br />

Reale + virtuale: una ipotesi <strong>di</strong> visita in situ 5<br />

<strong>La</strong> fruizione si trasforma in consumo, nell’accezione <strong>di</strong> logorare e deteriorare con l’uso<br />

continuo, qualora non vi sia una strategia <strong>di</strong> uso del bene che, a partire sia dalle esigenze<br />

degli utenti sia dalle potenzialità e caratteristiche del bene, in<strong>di</strong>vidui il percorso<br />

culturale da seguire e i relativi strumenti da utilizzare, siano essi <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale<br />

o tecnologicamente evoluti. Contestualizzando tale riflessione in ambito urbano emerge<br />

la necessità <strong>di</strong> “inventare, quin<strong>di</strong>, nuove e innovative strategie incrociate tra progetto<br />

urbano e archeologia, [ripensando], anzitutto l’idea <strong>di</strong> archeologia. Non più una <strong>di</strong>sciplina<br />

separata dal contesto della vita quoti<strong>di</strong>ana, rivolta allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> reperti collocati<br />

in luoghi “separati” dalla <strong>città</strong>, ma, al contrario, come sintesi tra il sito <strong>archeologico</strong><br />

e l’insieme urbano, dove coesistono valori storici e qualità estetiche, funzioni<br />

ed usi tra<strong>di</strong>zionali e nuovi” 6 .<br />

Una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, quin<strong>di</strong>, che imporrà strategie <strong>di</strong> musealizzazione articolate e,<br />

soprattutto, un rinnovato approccio culturale e progettuale alla fruizione che collochi<br />

l’utente al centro del processo conoscitivo. Un processo reso <strong>di</strong>fficile proprio dalla<br />

“<strong>di</strong>stanza” temporale, culturale e spaziale che esiste tra il bene e l’utente e che necessariamente,<br />

nel rispetto delle esigenze <strong>di</strong> conservazione del bene stesso, deve essere superato.<br />

“Il nodo”, come sostiene Yannis Tsiomis, interrogato sul rapporto tra archeologia<br />

e progetto urbano, “è<br />

allora l’estetizzazione della<br />

stratificazione: spetta a noi<br />

[architetti] renderla leggibile,<br />

renderla bella. Ciò fa<br />

parte del lavoro dell’architetto,<br />

ma sempre [in sintonia]<br />

con l’archeologo, e<br />

questo lavoro compiuto sul<br />

sito deve mantenere uno<br />

spirito <strong>di</strong> “modestia”, deve<br />

4 Roma, <strong>La</strong>rgo <strong>di</strong> Torre Argentina,<br />

2010.

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