patrimonio archeologico e città contemporanea - La scuola di ...
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PATRIMONIO ARCHEOLOGICO E CITTÀ CONTEMPORANEA<br />
DAL “CONSUMO” DEL BENE ALLA SUA “FRUIZIONE”<br />
<strong>di</strong> MARIA ISABELLA AMIRANTE, CATERINA FRETTOLOSO<br />
Verso un modello <strong>di</strong> fruizione complessa 1<br />
l Me<strong>di</strong>terraneo crocevia, il Me<strong>di</strong>terraneo eteroclito si presenta al nostro ricordo<br />
“Icome un’immagine coerente, un sistema in cui tutto si fonde e si ricompone in<br />
un’unità originale” 2 , questa entità così ben definita ha dato vita alla <strong>città</strong> nella sua accezione<br />
<strong>di</strong> spazio <strong>di</strong> relazioni, politiche, religiose, economiche e culturali. Relazioni<br />
che hanno generato <strong>città</strong> profondamente <strong>di</strong>verse e allo stesso tempo unite da legami<br />
a volte impercettibili. Tracce che spesso è possibile ritrovare all’interno <strong>di</strong> quelle complesse<br />
stratigrafie che sostanziano le nostre <strong>città</strong> e ne caratterizzano l’identità. Una<br />
identità spesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile lettura, che và però indagata, compresa e, in alcuni casi, recuperata.<br />
È necessario, pertanto, in<strong>di</strong>viduare gli elementi qualificanti <strong>di</strong> un luogo,<br />
nelle sue forme tangibili ed intangibili, restituendo loro quel carattere sistemico, quella<br />
“unità” <strong>di</strong> cui parla Braudel. Ricostruire quei legami costituisce il presupposto per<br />
“raccontare”, nei suoi caratteri peculiari una <strong>città</strong>, un territorio. Il <strong>patrimonio</strong> culturale<br />
e, in particolare, quello <strong>archeologico</strong>, giocano un ruolo chiave in tal senso, costituendo<br />
<strong>di</strong> fatto i contenuti e le immagini del racconto.<br />
È proprio la necessità <strong>di</strong> lavorare su una materia così “sensibile”, perché deteriorabile<br />
nell’uso, a scoraggiare strategie <strong>di</strong> valorizzazione più risolute ed orientate al raggiungimento<br />
<strong>di</strong> obiettivi concreti: la conoscenza da parte del fruitore/citta<strong>di</strong>no.<br />
Nella realtà dei fatti si sovrappongono due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> problemi il primo legato alle peculiarità<br />
dei beni archeologici, ossia, alla tutela, alla compatibilità tra “uso e conservazione”,<br />
all’interpretazione e presentazione del bene stesso al pubblico; il secondo riconducibile<br />
alla relazione tra contesto urbano e contesto <strong>archeologico</strong>. Procedendo<br />
con estrema sintesi è possibile affermare che se da un lato si impone la fruizione <strong>di</strong><br />
questi beni per raccontare l’essenza <strong>di</strong> un territorio, è anche vero che ciò comporta<br />
una serie <strong>di</strong> rischi dovuti alla mancanza <strong>di</strong> azioni strategiche e progettuali specifiche.<br />
<strong>La</strong> relazione tra archeologia e contesto urbano presenta, inoltre, numerose variabili e<br />
criticità legate sostanzialmente alle esigenze <strong>di</strong> crescita e trasformazione della <strong>città</strong>. Si<br />
tratta <strong>di</strong> un rapporto che da sempre è stato caratterizzato da atteggiamenti controversi<br />
dovuti in parte all’antagonismo tra le figure professionali coinvolte nel processo
1<br />
2<br />
3<br />
22<br />
Patrimonio <strong>archeologico</strong> e <strong>città</strong> <strong>contemporanea</strong>: dal “consumo” del bene alla sua “fruizione”<br />
<strong>di</strong> tutela ma anche derivanti dalle ideologie culturali e<br />
politiche che si sono alternate nella storia del nostro paese.<br />
Troppo spesso la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> conciliare la fruibilità con<br />
le istanze conservative <strong>di</strong> un bene si è tradotta in politiche<br />
e strategie che hanno portato a porre in essere sistemi<br />
<strong>di</strong> barriere tra gli utenti e le aree da proteggere,<br />
attraverso la politica del “recinto”.<br />
Le potenzialità <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong>versificate<br />
<strong>di</strong> fruizione, elaborate in questi anni dalle autrici, partono<br />
dalla consapevolezza <strong>di</strong> dover superare tutti una serie<br />
<strong>di</strong> ostacoli, fisici e culturali, proponendo un modello<br />
<strong>di</strong> fruizione orientato alla conoscenza del <strong>patrimonio</strong> <strong>archeologico</strong><br />
che potremmo definire “allargata” e che trova,<br />
nell’utilizzo integrato <strong>di</strong> supporti informativi tra<strong>di</strong>zionali<br />
e tecnologici, un’importante strumento <strong>di</strong> realizzazione.<br />
Aumentare la conoscenza del bene riducendo il consumo<br />
della materia, questo è l’obiettivo principale del modello<br />
<strong>di</strong> fruizione proposto. L’approccio perseguito si configura<br />
come una “fruizione complessa” concepita secondo<br />
<strong>di</strong>versi step <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento. A partire dalla “conoscenza<br />
preliminare”, finalizzata ad orientare le scelte dell’utente,<br />
il modello in<strong>di</strong>vidua una fase successiva <strong>di</strong> fruizione<br />
in situ, definita “aumentata”, che ha l’obiettivo <strong>di</strong><br />
migliorare la comprensione del bene durante la visita <strong>di</strong>retta.<br />
<strong>La</strong> fruizione complessa prevede, infine, un momento<br />
<strong>di</strong> riflessione sul percorso svolto, <strong>di</strong> “conoscenza<br />
post visita”: è questa la fase in cui, anche da casa, è possibile<br />
ripercorrere la visita attraverso sistemi informativi<br />
multime<strong>di</strong>ali che possono, con l’utilizzo <strong>di</strong> software de<strong>di</strong>cati,<br />
essere aggiornati, così da poter <strong>di</strong>sporre sempre<br />
1 Prototipo del Sistema esperto<br />
per la <strong>città</strong> romana <strong>di</strong> Ercolano:<br />
personalizzazione del percorso conoscitivo.<br />
2 Prototipo del Sistema esperto<br />
per la <strong>città</strong> romana <strong>di</strong> Ercolano:<br />
scelta del contesto storico in cui<br />
si svolge il racconto.<br />
3 Prototipo del Sistema esperto<br />
per la <strong>città</strong> romana <strong>di</strong> Ercolano:<br />
Tiepidarium, test sulle Terme romane.<br />
Acquerello <strong>di</strong> M.I. Amirante.
Maria Isabella Amirante, Caterina Frettoloso<br />
<strong>di</strong> informazioni recenti sul sito/bene che è stato visitato.<br />
Soffermandosi sulla prima fase del modello emerge che si tratta <strong>di</strong> un approccio conoscitivo<br />
che si arricchisce <strong>di</strong> nuovi contenuti e strumenti grazie all’impiego <strong>di</strong> supporti<br />
multime<strong>di</strong>ali; questa conoscenza preliminare consente <strong>di</strong> orientare gli utenti<br />
verso una visita reale più consapevole dando la possibilità <strong>di</strong> costruire percorsi personalizzati.<br />
Ad esempio sono proprio questi i principi ispiratori alla base dell’esperienza<br />
<strong>di</strong> ricerca 3 condotta dall’autrice relativa ad un sistema esperto per la <strong>città</strong> <strong>di</strong><br />
Ercolano antica e che presenta, <strong>di</strong>versi aspetti innovativi, tra cui l’utilizzo dell’esperienza<br />
virtuale come propedeutica a quella reale con un duplice obiettivo: realizzare<br />
scenari educativi stimolanti, soprattutto per un utenza in età scolare e contribuire alla<br />
formazione <strong>di</strong> una coscienza “sensibile” alla tutela del <strong>patrimonio</strong> culturale. Partendo<br />
da un sistema ipertestuale con agenti intelligenti complesso e rivolto ad utenze <strong>di</strong>fferenziate,<br />
è stato realizzato un prototipo pensato per gli alunni delle scuole. L’applicazione<br />
esemplificativa è stata strutturata come una visita virtuale alla <strong>città</strong> romana <strong>di</strong><br />
Ercolano, articolata sotto forma <strong>di</strong> racconti interattivi, in modo da realizzare una favola<br />
personalizzata in base alle scelte dell’utente 4 . I <strong>di</strong>versi percorsi vengono suggeriti<br />
da ambientazioni e personaggi <strong>di</strong> epoche significative per la storia <strong>di</strong> Ercolano ed ogni<br />
passo compiuto dall’utente è selezionato tra alternative che possono condurlo in luoghi<br />
<strong>di</strong> Ercolano, <strong>di</strong>versi nello spazio e nel tempo. (figura 1, 2, 3)<br />
Soprattutto nell’ottica delle politiche <strong>di</strong> turismo sostenibile, l’utilizzo <strong>di</strong> sistemi informativi<br />
nella fase <strong>di</strong> conoscenza preliminare <strong>di</strong>venta uno strumento interessante proprio<br />
in funzione dell’importanza <strong>di</strong> orientare le scelte <strong>di</strong> utenti non specialisti, sia per<br />
in<strong>di</strong>rizzarlo verso siti a lui più congeniali sia per fornire loro delle conoscenze <strong>di</strong> base<br />
che potranno agevolarlo durante la visita spingendolo ad adottare comportamenti appropriati<br />
al bene e al suo contesto.<br />
23
4<br />
24<br />
Patrimonio <strong>archeologico</strong> e <strong>città</strong> <strong>contemporanea</strong>: dal “consumo” del bene alla sua “fruizione”<br />
Reale + virtuale: una ipotesi <strong>di</strong> visita in situ 5<br />
<strong>La</strong> fruizione si trasforma in consumo, nell’accezione <strong>di</strong> logorare e deteriorare con l’uso<br />
continuo, qualora non vi sia una strategia <strong>di</strong> uso del bene che, a partire sia dalle esigenze<br />
degli utenti sia dalle potenzialità e caratteristiche del bene, in<strong>di</strong>vidui il percorso<br />
culturale da seguire e i relativi strumenti da utilizzare, siano essi <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale<br />
o tecnologicamente evoluti. Contestualizzando tale riflessione in ambito urbano emerge<br />
la necessità <strong>di</strong> “inventare, quin<strong>di</strong>, nuove e innovative strategie incrociate tra progetto<br />
urbano e archeologia, [ripensando], anzitutto l’idea <strong>di</strong> archeologia. Non più una <strong>di</strong>sciplina<br />
separata dal contesto della vita quoti<strong>di</strong>ana, rivolta allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> reperti collocati<br />
in luoghi “separati” dalla <strong>città</strong>, ma, al contrario, come sintesi tra il sito <strong>archeologico</strong><br />
e l’insieme urbano, dove coesistono valori storici e qualità estetiche, funzioni<br />
ed usi tra<strong>di</strong>zionali e nuovi” 6 .<br />
Una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, quin<strong>di</strong>, che imporrà strategie <strong>di</strong> musealizzazione articolate e,<br />
soprattutto, un rinnovato approccio culturale e progettuale alla fruizione che collochi<br />
l’utente al centro del processo conoscitivo. Un processo reso <strong>di</strong>fficile proprio dalla<br />
“<strong>di</strong>stanza” temporale, culturale e spaziale che esiste tra il bene e l’utente e che necessariamente,<br />
nel rispetto delle esigenze <strong>di</strong> conservazione del bene stesso, deve essere superato.<br />
“Il nodo”, come sostiene Yannis Tsiomis, interrogato sul rapporto tra archeologia<br />
e progetto urbano, “è<br />
allora l’estetizzazione della<br />
stratificazione: spetta a noi<br />
[architetti] renderla leggibile,<br />
renderla bella. Ciò fa<br />
parte del lavoro dell’architetto,<br />
ma sempre [in sintonia]<br />
con l’archeologo, e<br />
questo lavoro compiuto sul<br />
sito deve mantenere uno<br />
spirito <strong>di</strong> “modestia”, deve<br />
4 Roma, <strong>La</strong>rgo <strong>di</strong> Torre Argentina,<br />
2010.
Maria Isabella Amirante, Caterina Frettoloso<br />
essere un gioco <strong>di</strong> modestia, che può ispirare l’architetto anche quando si trova ad<br />
operare altrove” 7 .<br />
Alla luce <strong>di</strong> queste considerazione e riprendendo il concetto <strong>di</strong> fruizione complessa,<br />
appare evidente che è nella fase <strong>di</strong> visita in situ che tali conflitti emergono con maggiore<br />
evidenza creando una serie <strong>di</strong> comportamenti, da parte sia del fruitore sia <strong>di</strong> chi<br />
è preposto alla gestione dell’intero processo <strong>di</strong> valorizzazione, non sempre appropriati<br />
e che spesso mettono a rischio il bene stesso. (fig. 4, 5)<br />
Il concetto <strong>di</strong> fruizione su cui si basa il modello proposto per la visita in situ, definito<br />
percorso “aumentato” 8 , nasce proprio in questo contesto in cui si avverte la necessità<br />
<strong>di</strong> definire un nuovo quadro esigenziale-prestazionale e sposta l’attenzione sull’opportunità<br />
<strong>di</strong> integrare logiche acquisite <strong>di</strong> fruizione e nuove tecnologie dell’informazione.<br />
Un modello <strong>di</strong> fruizione costruito per il <strong>patrimonio</strong> <strong>archeologico</strong> e che si<br />
fonda sull’ipotesi del “minimo intervento” (scavo <strong>archeologico</strong>) reso possibile dalle attuali<br />
strumentazioni nel campo del rilievo e finalizzato a migliorare il grado <strong>di</strong> fruibilità<br />
e <strong>di</strong> leggibilità del <strong>patrimonio</strong> <strong>archeologico</strong>, spesso indecifrabile per sua stessa<br />
natura. L’aggettivo “aumentato”, <strong>di</strong> derivazione informatica, viene utilizzato con l’intento<br />
<strong>di</strong> attribuire un valore aggiunto alla fruizione trattandosi, infatti, <strong>di</strong> una modalità<br />
integrata, reale + virtuale, fortemente ispirata alle logiche che informano sia la<br />
“realtà aumentata” sia i sistemi<br />
ipertestuali.<br />
Gli strumenti innovativi si<br />
muovono su due canali: da<br />
un lato sistemi <strong>di</strong> rilevamento,<br />
dall’altro supporti<br />
<strong>di</strong> comunicazione multime<strong>di</strong>ali<br />
e virtuali. Il livello<br />
<strong>di</strong> innovazione tecnologica<br />
raggiunto nel campo tecnico<br />
ed informatico con-<br />
5 Misero (Bacoli), Sacello degli<br />
Augustali, 2009.<br />
25<br />
5
6<br />
26<br />
Patrimonio <strong>archeologico</strong> e <strong>città</strong> <strong>contemporanea</strong>: dal “consumo” del bene alla sua “fruizione”<br />
sente <strong>di</strong> operare secondo sistemi <strong>di</strong> rilevamento non invasivi con risultati che manifestano<br />
una certa atten<strong>di</strong>bilità e precisione 9 . In alcuni casi si parla ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> necessità<br />
<strong>di</strong> anticipare qualsiasi attività <strong>di</strong> scavo con prospezioni che sappiano guidare<br />
e, in qualche modo “arginare”, il desiderio <strong>di</strong> riportare alla luce il <strong>patrimonio</strong> <strong>archeologico</strong><br />
in maniera estensiva. <strong>La</strong> possibilità <strong>di</strong> “selezionare” gli episo<strong>di</strong> più significativi,<br />
da cui far partire l’indagine <strong>di</strong> scavo, rappresenta uno dei punti car<strong>di</strong>ne dell’ipotesi<br />
<strong>di</strong> percorso museale proposta: dalla componente materica dell’oggetto a quella<br />
“intangibile”.<br />
Il modello è incentrato su un sistema <strong>di</strong> aree funzionali organizzate secondo una struttura<br />
primaria e secondaria. I cantieri <strong>di</strong> scavo puntuali ed, estendo il <strong>di</strong>scorso al <strong>patrimonio</strong><br />
culturale, i beni visitabili, costituiscono la struttura primaria del percorso<br />
aumentato e faranno da sfondo, e da supporto, alla “visita <strong>di</strong>retta” mentre, tutto ciò<br />
che rimane celato dal terreno o non accessibile fisicamente, costituirà l’oggetto intorno<br />
al quale sarà costruita la “visita virtuale”. In questa “altra” modalità entreranno<br />
in gioco, in maniera più incisiva, i supporti informativi multime<strong>di</strong>ali e virtuali che<br />
saranno collocati all’interno <strong>di</strong> specifiche aree funzionali che costituiscono, in definitiva,<br />
la struttura secondaria del percorso.<br />
È importante sottolineare che i beni visitabili, soprattutto in riferimento al <strong>patrimonio</strong><br />
<strong>archeologico</strong>, rappresentano un “punto <strong>di</strong> partenza” dell’allestimento che potrebbe<br />
estendersi nel tempo anche<br />
in relazione alle risorse <strong>di</strong>sponibili.<br />
In particolare, la<br />
possibilità <strong>di</strong> ampliare il<br />
percorso aumentato bene si<br />
coniuga con il carattere<br />
evolutivo della ricerca<br />
scientifica ed archeologica<br />
favorendo da un lato la<br />
fruizione costante del bene<br />
anche durante le operazioni<br />
<strong>di</strong> scavo, dall’altro la<br />
6 Napoli, Piazza Municipio, scavi<br />
per la realizzazione della Linea 1<br />
della Metropolitana, 2011.
Maria Isabella Amirante, Caterina Frettoloso<br />
sua cura e manutenzione, trasformandolo in un laboratorio a cielo aperto in cui è<br />
possibile “immergersi” secondo <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> fruizione 10 . Sono soprattutto queste<br />
caratteristiche <strong>di</strong> flessibilità e adattabilità organizzativo-funzionale del percorso aumentato<br />
a renderlo particolarmente adatto alla necessità <strong>di</strong> trasformazione delle <strong>città</strong><br />
e, in generale, del territorio, mitigando e, in alcuni casi, superando gli ostacoli legati<br />
all’accessibilità fisica del bene. (fig. 6)<br />
<strong>La</strong> messa a sistema, secondo i criteri organizzativi del percorso aumentato presenterebbe<br />
una duplice opportunità: da un lato migliorare la leggibilità del bene da parte dei visitatori,<br />
dall’altro chiarire come “utilizzare” quel bene compatibilmente con le sue esigenze<br />
<strong>di</strong> conservazione. In linea con una tendenza, già sviluppata nel campo dei nuovi<br />
musei <strong>di</strong> archeologia, sarà possibile, a partire dal recupero degli elementi culturali più<br />
significativi, rendere la <strong>città</strong> una sorta <strong>di</strong> laboratorio a cielo aperto: dal Museo-<strong>La</strong>boratorio<br />
Culturale alla Città consolidata come Scavo Diffuso che può costituire un Cantiere<br />
<strong>di</strong> Conoscenza Permanente della storia e dell’evoluzione della <strong>città</strong>.<br />
Note<br />
1 Il paragrafo è a cura <strong>di</strong> Maria Isabella Amirante.<br />
2 F. BRAUDEL, a cura <strong>di</strong>, Il Me<strong>di</strong>terraneo, Bompiani, Milano 1987, p. 9.<br />
3 <strong>La</strong> ricerca si inserisce come risvolto applicativo delle tematiche sviluppate nel progetto “Sistema<br />
Informativo Multime<strong>di</strong>ale per la catalogazione e la classificazione <strong>di</strong> dati attinenti siti archeologici:<br />
Scavi <strong>di</strong> Ercolano”, finanziato dalla Regione Campania nell’ambito del programma <strong>di</strong> finanziamento<br />
alla ricerca scientifica della L.R. 41/94, annualità 1997, e nel progetto “Sistema<br />
Multime<strong>di</strong>ale degli Scavi <strong>di</strong> Ercolano”, finanziato dal MURST nel 1999 (Progetti CNR, coor<strong>di</strong>nati<br />
da E. Burattini).<br />
4 <strong>La</strong> Favola è impostata per ragazzi dai 9 ai 14 anni (elementari e me<strong>di</strong>e), incrocia tre epoche, -<br />
quella romana, ambientata nel I° secolo d.C.: nelle giornate precedenti l’eruzione, - quella settecentesca,<br />
ambientata nella fase iniziale della scoperta della <strong>città</strong> sotterranea, e -quella <strong>contemporanea</strong>,<br />
che dà accesso alla visita virtuale <strong>di</strong> Ercolano.<br />
5 Il paragrafo è a cura <strong>di</strong> Caterina Frettoloso.<br />
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28<br />
Patrimonio <strong>archeologico</strong> e <strong>città</strong> <strong>contemporanea</strong>: dal “consumo” del bene alla sua “fruizione”<br />
6 L. MANZIONE, Archeologia e <strong>città</strong>: la trasgressione dei limiti, download da http://architettura.it/fi-<br />
les/20000513/index.htm<br />
7 L. MANZIONE, “Lo stile è il metodo”. Per una estetizzazione della stratificazione. Intervista a Yannis<br />
Tsiomis su archeologia e progetto urbano, 14 maggio 2000.<br />
8 Per un approfon<strong>di</strong>mento si consulti C. FRETTOLOSO, Dal consumo alla fruizione: tecnologie innovative<br />
per il <strong>patrimonio</strong> <strong>archeologico</strong>, Alinea, Firenze 2010.<br />
9 Il Centro Benecon S.C.aR.L. (Seconda Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli) <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> strumentazioni<br />
che utilizzano tecnologie innovative per indagini non invasive quali, ad esempio: georadar,<br />
camera iperspettrale aviotrasportata Itres CASI1500 e camera termica aviotrasportata<br />
Itres TABI320.<br />
10 Fingendo <strong>di</strong> essere degli archeologici addentrandosi nello scavo, facendosi catturare da immagini<br />
suggestive proiettate <strong>di</strong>rettamente sullo scavo o, più semplicemente, ascoltando un racconto.