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Scarica il testo del quaderno (1.06 MB) - Fondazione Ugo Bordoni

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po’ più intelligenti in grado di memorizzare e prendere<br />

decisioni. Menzioniamo solo <strong>il</strong> progetto <strong>del</strong>l’inventore<br />

britannico Charles Babbage di una macchina<br />

in grado di risolvere problemi e la realizzazione,<br />

da parte di Hollerit, di una macchina tabulatrice, costruita<br />

per esigenze pratiche di archiviazione e gestione<br />

di grandi quantità di dati relativi al censimento.<br />

Il sistema prevedeva l’ut<strong>il</strong>izzo di schede perforate,<br />

lette attraverso un sistema elettromeccanico. Hollerit,<br />

per poter commercializzare la sua macchina,<br />

dovette fondare una società che <strong>il</strong> seguito divenne<br />

l’International Business Machine (IBM).<br />

Il primo sistema automatico di feedback, molto<br />

importante in robotica, fu introdotto da Watt con<br />

<strong>il</strong> suo regolatore automatico. Questo era formato<br />

da due sfere fisse alle estremità di due leve rotanti:<br />

ruotando velocemente, l’effetto <strong>del</strong>la forza centrifuga<br />

le faceva sollevare chiudendo una valvola<br />

che regolava l’afflusso di vapore, determinando una<br />

diminuzione <strong>del</strong>la velocità di rotazione.<br />

In molti racconti appaiono personaggi meccanici<br />

o “omuncoli”, nome con cui Ippolito Nievo chiama,<br />

nel suo racconto “Storia f<strong>il</strong>osofica dei secoli futuri”<br />

<strong>del</strong> 1860, i robot.<br />

Col crescere <strong>del</strong>la tecnologia meccanica, la risposta<br />

letteraria al concetto di robot non si è fatta attendere,<br />

facendo risaltare la paure degli esseri umani<br />

di essere rimpiazzati dalle loro stesse creazioni. Nel<br />

1818 <strong>il</strong> romanzo Frankenstein diventa simbolo di questa<br />

ondata di timori. Da lì a poco, <strong>il</strong> cinema creerà altri<br />

capolavori con al centro <strong>il</strong> mondo dei robot.<br />

I ROBOT AI NOSTRI GIORNI<br />

Agli inizi <strong>del</strong> 1900 <strong>il</strong> robot era già entrato nel parlare<br />

comune soprattutto grazie alla notevole diffusione<br />

dei fumetti di fantascienza che in quegli anni<br />

lo resero noto al grande pubblico.<br />

Ma <strong>il</strong> vero successo, in termini di popolarità, si<br />

ha con i romanzi di Isaac Asimov attraverso i quali<br />

<strong>il</strong> robot esce dalle anonime librerie dei pochi entusiasti<br />

<strong>del</strong> genere per invadere pacificamente <strong>il</strong><br />

mondo di noi umani.<br />

Asimov, durante tutta la sua br<strong>il</strong>lante carriera<br />

conclusasi nel 1992 con la sua morte, ci presenta<br />

tantissimi robot, dai freddi automi calcolatori di Abissi<br />

di Acciaio (1954) fino all’umanissimo androide <strong>del</strong><br />

ROBOT FRA REALTÀ E FANTASIA<br />

romanzo L’Uomo Bicentenario <strong>del</strong> 1976 introducendo,<br />

attraverso le tre leggi, un codice comportamentale<br />

che verrà effettivamente implementato anche<br />

in situazioni reali.<br />

I robot di Asimov sono ben diversi da quelli che,<br />

nella realtà, le fabbriche di quel periodo sono in grado<br />

di produrre: a differenza <strong>del</strong>le macchine somiglianti<br />

all’uomo, la tecnologia dei primi anni <strong>del</strong> 1900<br />

realizza sistemi robotici molto semplici e dall’aspetto<br />

tutt’altro che umano, spesso al solo scopo di stupire<br />

o per ricerca.<br />

Tra i robot costruiti soprattutto per fare spettacolo<br />

c’è Elektro presentato negli anni ’30 al World’s<br />

Fairs Expo di New York. Elektro nasce in Ohio tra <strong>il</strong><br />

1937 e <strong>il</strong> 1938 che appare come un massiccio umanoide<br />

in grado di camminare a comando vocale, fumare<br />

sigarette, gonfiare palloncini e muovere braccia<br />

e gambe. È costituito da una serie di ingranaggi di acciaio<br />

ricoperti da una pelle di alluminio mentre gli occhi<br />

sono <strong>del</strong>le telecamere in grado di distinguere la<br />

luce rossa e verde. Nel 1940 Elektro viene affiancato<br />

nel suo spettacolo da Sparko, un cane robot.<br />

Si dovrà aspettare la metà degli anni ’90 per vedere<br />

la commercializzazione <strong>del</strong> primo robot, Unimate,<br />

inventato da Devol e Joseph F. Engelberger<br />

nella neonata Unimation per essere impiegato come<br />

braccio meccanico dalla General Motors nella<br />

sua catena di produzione.<br />

Unimation fu tra le prime di una lunghissima lista<br />

di aziende che sul finire degli anni ’90 fioriro-<br />

Figura 2. Il robot Ambler, costruito presso <strong>il</strong> Field Robotics<br />

Center <strong>del</strong>la Carnegie Mellon University.<br />

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