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Elaborazione Numerica dei Segnali

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2.9. Modulazione e Demodulazione in Frequenza (FM) 57<br />

Modulatore<br />

f(t) di<br />

di<br />

ω + ∆ω f(t)<br />

0<br />

frequenza<br />

A ω ∆ω<br />

0<br />

si ottiene in uscita il segnale<br />

Discriminatore<br />

frequenza<br />

Figura 2.20 Modulatore e discriminatore di frequenza.<br />

<br />

A(ω0 + ∆ωf(t)) sin ω0t + ∆ω<br />

t<br />

0<br />

<br />

f(τ)dτ .<br />

Si osservi che questo segnale è il prodotto di una funzione m(t) = A(ω0 + ∆ωf(t)), sempre<br />

positiva poiché ∆ω ≪ ω0, per una funzione s(t) = sin(ω0t + ∆ω t<br />

0 f(τ)dτ) che è approssimativamente<br />

una sinusoide di frequenza ω0, e più precisamente con frequenze istantanee<br />

comprese tra ω0t−∆ω e ω0t+∆ω. La Figura 2.21 evidenzia che il segnale m(t) corrisponde<br />

all’inviluppo di m(t)s(t).<br />

m(t)<br />

t<br />

m(t)s(t)<br />

Figura 2.21 Principio per la demodulazione in frequenza.<br />

Inviluppo<br />

Il segnale m(t) può allora essere ricostruito determinando l’inviluppo di m(t) sin(ω0t +<br />

∆ω t<br />

0 f(τ)dτ) mediante un rivelatore di inviluppo del tipo di quello rappresentato in<br />

Figura 2.18. Un discriminatore di frequenza può quindi essere ottenuto dalla composizione<br />

di un differenziatore e di un rilevatore di inviluppo.<br />

Esempio 2.9.1<br />

Le trasmissioni radio commerciali in modulazione di frequenza avvengono in banda<br />

VHF, cioè con frequenze comprese tra 30 MHz e 300 MHz.<br />

t

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