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Agricoltura Biologica - dispa - Università degli Studi di Catania

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze delle Produzioni Agrarie ed Alimentari<br />

Corso <strong>di</strong> laurea magistrale in<br />

SCIENZE E TECNOLOGIE AGRARIE<br />

____________________________________________________________________<br />

Rosamaria Pezzino - Giovanni Di Marco<br />

Agostino Cordelli - Riccardo Randello<br />

L’AGRICOLTURA BIOLOGICA<br />

Docente: Prof. Salvatore Luciano Cosentino<br />

____________________________________________________________________<br />

ANNO ACCADEMICO 2012-2013


In<strong>di</strong>ce:<br />

1. Definizione <strong>di</strong> agricoltura biologica<br />

1.1. Principi<br />

2. Storia dell’agricoltura biologica<br />

2.1. Obiettivi<br />

2.2. Le varie forme dell’agricoltura biologica<br />

3. Aspetti tecnico-colturali<br />

4. <strong>Agricoltura</strong> biologica in Italia<br />

5. <strong>Agricoltura</strong> biologica in Sicilia<br />

6. I principi fondamentali dell’IFOAM<br />

7. La legislazione sul Bio in Europa<br />

8. Conversione <strong>di</strong> un azienda agricola alla coltivazione biologica<br />

9. Produzioni zootecniche<br />

9.1. Definizione <strong>di</strong> zootecnia biologica<br />

9.2. Trasformazione dei prodotti biologici<br />

10. Produzioni vegetali<br />

10.1. Coltivazione biologica del pomodoro da mensa<br />

10.2. Linee guida per l’olivicoltura biologica nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />

11. Epilogo<br />

12. Sitografia<br />

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1. Definizione <strong>di</strong> agricoltura biologica<br />

“La produzione biologica è un sistema globale <strong>di</strong> gestione dell’azienda agricola e <strong>di</strong> produzione<br />

agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità,<br />

la salvaguar<strong>di</strong>a delle risorse naturali, l’applicazione <strong>di</strong> criteri rigorosi in materia <strong>di</strong> benessere <strong>degli</strong><br />

animali e una produzione confacente alle preferenze <strong>di</strong> taluni consumatori per prodotti ottenuti con<br />

sostanze e proce<strong>di</strong>menti naturali.<br />

Il metodo <strong>di</strong> produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un<br />

lato a un mercato specifico che risponde alla domanda <strong>di</strong> prodotti biologici dei consumatori e,<br />

dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere <strong>degli</strong><br />

animali e allo sviluppo rurale”. (Regolamento (CE) n. 834/2007).<br />

1.1. Principi<br />

L’agricoltura biologica si fonda su principi, oltre che su pratiche comuni, ideati per minimizzare<br />

l’impatto umano nell’ambiente e allo stesso tempo permettere al sistema agricolo <strong>di</strong> operare nel modo<br />

più naturale possibile.<br />

Le pratiche agricole biologiche includono:<br />

la rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse locali;<br />

limiti molto ristretti nell’uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e fertilizzanti sintetici, antibiotici nell’allevamento<br />

<strong>degli</strong> animali, ad<strong>di</strong>tivi negli alimenti e coa<strong>di</strong>uvanti;<br />

il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> organismi geneticamente mo<strong>di</strong>ficati (OGM);<br />

l’uso efficace delle risorse del luogo, come l’utilizzo del letame per fertilizzare la terra o la<br />

coltivazione dei foraggi per il bestiame all’interno dell’azienda agricola;<br />

la scelta <strong>di</strong> piante e animali che resistono alle malattie e si adattano alle con<strong>di</strong>zioni del luogo;<br />

l’allevamento <strong>degli</strong> animali a stabulazione libera, all’aperto nutriti con foraggio biologico;<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> pratiche <strong>di</strong> allevamento appropriate per le <strong>di</strong>fferenti specie <strong>di</strong> bestiame.<br />

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2. Storia dell'agricoltura biologica<br />

I principali ideatori <strong>di</strong> un'agricoltura alternativa furono H. Pfeiffer, agronomo tedesco e A. Howard,<br />

agronomo inglese.<br />

Il primo sviluppò il metodo bio<strong>di</strong>namico ispirandosi alle concezioni antroposofiche <strong>di</strong> Rudolf Steiner<br />

espresse nel 1924. Il secondo nel 1940 espose le sue concezioni e le sue esperienze su un metodo <strong>di</strong><br />

agricoltura nuovo (sistema Howard-Balfour, <strong>di</strong>ffuso in Inghilterra) in un'opera che è stata <strong>di</strong> ispirazione<br />

a <strong>di</strong>versi successivi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> agricoltura biologica.<br />

An Agricultural Testament (1940) è la pubblicazione <strong>di</strong> Howard più conosciuta e rimane uno dei<br />

primi lavori nella storia del movimento per una agricoltura biologica. Lo scritto si concentra sulla<br />

natura e sulla gestione della fertilità del suolo e si incentra in particolare sul compostaggio.<br />

Nel momento in cui l'agricoltura cominciava a mo<strong>di</strong>ficare ra<strong>di</strong>calmente la produzione <strong>di</strong> cibo, a causa<br />

dell'uso sempre più intensivo <strong>di</strong> prodotti chimici, Howard raccomanda i processi naturali piuttosto che<br />

quelli artificiali per un miglioramento della qualità e della quantità in agricoltura.<br />

Nel 1945 H. Müller, biologo svizzero e H. P. Rusch, un me<strong>di</strong>co tedesco, idearono un metodo <strong>di</strong><br />

agricoltura organico-biologica che si è ampiamente <strong>di</strong>ffuso in Svizzera, Germania e Austria.<br />

Nel 1962 in Germania fu fondato un movimento noto come ANOG (Arbeitsgemeinschaft für<br />

Naturgemässen Qualitätsanbau von Obst und Gemüse o "Movimento dei lavoratori per la<br />

coltivazione naturale <strong>di</strong> frutta e ortaggi") che raccoglie numerosi produttori in Germania, Olanda,<br />

Francia, Austria, Svizzera e Italia.<br />

Verso il 1963 in Francia è stato messo a punto un metodo <strong>di</strong> agricoltura biologica nota con i nomi <strong>degli</strong><br />

ideatori come metodo Lemaire-Boucher, <strong>di</strong>ffusosi soprattutto in Francia.<br />

Nel 1970 in Francia C. Auber ha proposto un metodo <strong>di</strong> agricoltura che ha chiamato agricoltura<br />

biologica. Oltre a questi sistemi che hanno avuto sviluppo produttivo e commerciale, vanno citati altri<br />

meto<strong>di</strong> adottati non su scala commerciale come: l'agricoltura macrobiotica, l'agricoltura veganica e<br />

l'agricoltura Amish.<br />

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2.1. Obiettivi<br />

Pur nella <strong>di</strong>versità delle soluzioni tecniche che sono alla base dei vari meto<strong>di</strong> sopra citati, è possibile<br />

in<strong>di</strong>viduare una serie <strong>di</strong> obiettivi comuni a tutti.<br />

Il primo obiettivo dell’agricoltura biologica è <strong>di</strong> migliorare la qualità nutritiva <strong>degli</strong> alimenti:<br />

assenza <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> fitofarmaci, basso contenuto <strong>di</strong> nitrati, maggior contenuto <strong>di</strong> elementi<br />

nutritivi (sostanza secca, zuccheri, vitamine, microelementi), maggior serbevolezza, miglior<br />

sapore e <strong>di</strong>geribilità.<br />

Il secondo obiettivo è <strong>di</strong> lungo termine e consiste nel migliorare la fertilità del terreno<br />

aumentandone il contenuto <strong>di</strong> humus, vivificandone le attività biologiche, correggendone le<br />

carenze minerali, soprattutto quelle <strong>di</strong> microelementi, adottando la pratica del sovescio e della<br />

rotazione.<br />

Il terzo obiettivo è <strong>di</strong> evitare tutte le forme <strong>di</strong> inquinamento, non solo <strong>degli</strong> alimenti, ma <strong>di</strong> tutte<br />

le componenti ambientali.<br />

Altri obiettivi che i sostenitori dell'agricoltura biologica intendono perseguire, sono i seguenti:<br />

a) <strong>di</strong>minuzione del consumo energetico, riducendo l'intensità della lavorazione del terreno ed<br />

escludendo l'impiego <strong>di</strong> concimi azotati <strong>di</strong> sintesi;<br />

b) mantenimento <strong>degli</strong> agricoltori sulla terra, grazie a una miglior valorizzazione della loro<br />

produzione, che consenta alle piccole aziende <strong>di</strong> rimanere economicamente vitali;<br />

c) adozione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> allevamento <strong>degli</strong> animali domestici che siano conformi non solo alle<br />

esigenze fisiologiche <strong>di</strong> questi, ma anche ai principi umanitari e quin<strong>di</strong> con esclusione <strong>degli</strong><br />

allevamenti in batteria, in stabulazione permanente, in eccessivo affollamento.<br />

2.2. Le varie forme dell’agricoltura biologica<br />

<strong>Agricoltura</strong> naturale;<br />

Permacoltura;<br />

<strong>Agricoltura</strong> bio<strong>di</strong>namica;<br />

<strong>Agricoltura</strong> integrata;<br />

<strong>Agricoltura</strong> sostenibile;<br />

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<strong>Agricoltura</strong> naturale<br />

È un insieme <strong>di</strong> tecniche agricole, nata negli anni quaranta grazie alle idee <strong>di</strong> Masanobu Fukuoka,<br />

agronomo giapponese, che le ha dato il nome <strong>di</strong> "natural farming".<br />

L'agricoltura naturale è definibile come l'agricoltura del non fare e consiste semplicemente nel<br />

lasciare che ogni cosa, nel sistema agricolo - ambientale, vada secondo natura. Pertanto potature,<br />

concimazioni, cure colturali, lavorazioni del terreno sono da evitare e il lavoro dell'agricoltore si limita<br />

solo alla semina e al raccolto.<br />

Al terreno deve essere restituito quanto più possibile <strong>di</strong> ciò che ha prodotto, l'agricoltore deve cogliere<br />

esclusivamente i frutti e lasciare sul campo tutti gli scarti e le rimanenze della coltivazione, che<br />

fungeranno da pacciamatura. Il terreno rimane perennemente inerbito con piante poco invadenti che<br />

fissano l'azoto e su questo si possono seminare <strong>di</strong>rettamente cereali, ortaggi; questo fa sì che,<br />

rimanendo sempre coltivato, il terreno riduca la propria erosione superficiale. In caso <strong>di</strong> infestazioni<br />

vengono inseriti animali antagonisti a quelli dannosi per la coltura (lotta biologica).<br />

Permacoltura<br />

Il termine "permacultura" deriva dall'inglese permaculture, contrazione <strong>di</strong> permanent agricolture e<br />

permanent culture. Coniato a partire dagli anni settanta da Bill Mollison, naturalista australiano, che<br />

affermava come "una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed<br />

un'etica dell'uso della terra".<br />

È un metodo basato sull’idea <strong>di</strong> organizzare gli elementi del territorio in modo da stabilire tra loro<br />

rapporti funzionali e reciprocamente benefici, nella prospettiva <strong>di</strong> avvicinarsi ad un ecosistema in<br />

equilibrio in cui siano ridotti al minimo l’imput energetico esterno e l’intervento dell’uomo.<br />

<strong>Agricoltura</strong> bio<strong>di</strong>namica<br />

È un metodo <strong>di</strong> coltura fondato sulla visione spirituale antroposofica del mondo elaborata dal filosofo<br />

ed esoterista austriaco Rudolf Steiner.<br />

Comprende sistemi sostenibili per la produzione agricola, in particolare <strong>di</strong> cibo, che rispettino<br />

l'ecosistema terrestre includendo l'idea <strong>di</strong> agricoltura biologica e invitando a considerare come un<br />

unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su <strong>di</strong> esso.<br />

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Gli obiettivi della bio<strong>di</strong>namica non sono <strong>di</strong>versi da quelli dell'agricoltura tra<strong>di</strong>zionale:<br />

mantenere la terra fertile;<br />

mantenere in buona salute le piante;<br />

accrescere la qualità dei prodotti.<br />

Il metodo bio<strong>di</strong>namico considera ogni sostanza come un binomio <strong>di</strong> materia e forza vitale; più una<br />

sostanza è <strong>di</strong>luita (poco soluto in molto solvente), più avrebbe effetto sugli organismi con cui viene a<br />

contatto. Il principio è simile a quello che sta alla base dell'omeopatia.<br />

L'irrigazione del terreno deve seguire un vero e proprio rituale (movimenti circolari, tempi definiti) e<br />

viene data grande importanza alla posizione <strong>degli</strong> astri seguendo un calendario simile a quello<br />

astrologico.<br />

L'azienda agricola è autosufficiente ma anche inserita nei ritmi cosmici; la Terra è considerata un<br />

grande organismo vivente <strong>di</strong> cui occorre conoscere le leggi per rispettarne e promuoverne la vita.<br />

Se parte delle pratiche co<strong>di</strong>ficate nella bio<strong>di</strong>namica hanno una ra<strong>di</strong>ce scientifica e una loro intrinseca<br />

utilità, altre risultano bizzarre e senz'altro più vicine alla magia che non all'agricoltura razionale.<br />

<strong>Agricoltura</strong> integrata<br />

È un sistema agricolo <strong>di</strong> produzione a basso impatto ambientale, in quanto prevede l'uso coor<strong>di</strong>nato e<br />

razionale <strong>di</strong> tutti i fattori della produzione, allo scopo <strong>di</strong> ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che<br />

hanno un impatto sull'ambiente o sulla salute dei consumatori.<br />

<strong>Agricoltura</strong> sostenibile<br />

Considerata come un sistema <strong>di</strong> approccio all’agricoltura più attento ai cicli naturali ed alle interazioni<br />

biologiche rispetto ai meto<strong>di</strong> convenzionali.<br />

Consiste nell'utilizzo <strong>di</strong> tecniche agricole in grado <strong>di</strong> rispettare l'ambiente, la bio<strong>di</strong>versità e la naturale<br />

capacità <strong>di</strong> assorbimento dei rifiuti della terra.<br />

In termini estesi, per agricoltura sostenibile si intende anche la capacità dell'intera produzione<br />

agroalimentare mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> far fronte alla domanda globale, non solo nei paesi industrializzati ma<br />

anche in quelli in via <strong>di</strong> sviluppo.<br />

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3. Aspetti tecnico-colturali<br />

L’adozione del metodo biologico presuppone la conoscenza e l’attuazione delle tecniche colturali<br />

ammessi nei seguenti ambiti:<br />

1- Gestione del suolo e protezione dell’ambiente;<br />

2- Lavorazioni del terreno;<br />

3- Avvicendamenti e consociazioni;<br />

4- Fertilizzazioni;<br />

5- Semina e impianto;<br />

6- Irrigazione;<br />

7- Controllo delle erbe infestanti;<br />

8- Disinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione del terreno;<br />

9- Interventi fitosanitari;<br />

10- Potature e sistemi <strong>di</strong> allevamento;<br />

11- Tecniche <strong>di</strong> maturazione e conservazione;<br />

12- Magazzinaggio dei prodotti;<br />

13- Imballaggio e trasporto dei prodotti.<br />

1- Gestione del suolo e protezione dell’ambiente<br />

Il suolo deve essere protetto da fenomeni erosivi e ristagni idrici <strong>di</strong>sponendo le opportune sistemazioni<br />

idraulico-agrarie per la regimazione delle acque superficiali e profonde. Gli interventi devono essere<br />

effettuati limitando gli sbancamenti per evitare <strong>di</strong> stravolgere eccessivamente il profilo del terreno<br />

interrando lo strato superficiale più fertile. Sono vietate le tecniche <strong>di</strong> coltivazione senza suolo (es.<br />

colture idroponiche, su lana <strong>di</strong> vetro, <strong>di</strong> roccia).<br />

La pacciamatura con residui vegetali e con altri materiali naturali è una pratica consigliata, mentre<br />

l’uso <strong>di</strong> materiali sintetici va limitato ad esigenze particolari, con obbligo <strong>di</strong> recupero al termine del<br />

ciclo colturale. L'impiego <strong>di</strong> PVC è proibito.<br />

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Occorre altresì promuovere la <strong>di</strong>versità e la complessità ambientale con la presenza <strong>di</strong> siepi, macchie<br />

spontanee, specchi d'acqua, alberi sparsi, ossia aree che possano costituire un ricovero per organismi<br />

antagonisti.<br />

2- Lavorazioni del terreno<br />

In agricoltura biologica le lavorazioni devono essere effettuate in modo da ottenere i maggiori benefici<br />

sulla fertilità e sulla struttura del terreno, minimizzando gli effetti negativi sull'ambiente.<br />

In particolare sono da evitare l’impiego <strong>di</strong> macchinari e attrezzi che provochino un eccessivo<br />

interramento dello strato attivo (per le lavorazioni a profon<strong>di</strong>tà maggiori <strong>di</strong> 25 - 30 cm dovrebbero<br />

essere utilizzati strumenti <strong>di</strong>scissori) e che danneggino la struttura del terreno (costipamento,<br />

polverizzazione ecc.).<br />

Per garantire il massimo rispetto della fertilità chimico-fisica del terreno si può ricorrere alle tecniche<br />

<strong>di</strong> minima lavorazione (minimum tillage) o <strong>di</strong> non lavorazione (zero tillage).<br />

3- Avvicendamenti e consociazioni<br />

Per i numerosi vantaggi che apporta (conservazione della fertilità chimico-fisica, contenimento delle<br />

infestazioni erbacee e parassitarie, incremento delle rese produttive), l'avvicendamento colturale è una<br />

pratica fondamentale in agricoltura biologica.<br />

Nella scelta della durata della rotazione e delle colture da avvicendare occorre considerare tutti gli<br />

aspetti legati all'effetto delle colture sulla fertilità del terreno (tab.1), all'ambiente <strong>di</strong> coltivazione, alla<br />

tipologia aziendale e al mercato <strong>di</strong> riferimento. In ogni caso, si consiglia <strong>di</strong> inserire sistematicamente<br />

negli avvicendamenti una leguminosa annuale o poliennale oppure una coltura da sovescio<br />

(preferibilmente consociazioni <strong>di</strong> colture da sovescio appartenenti a famiglie <strong>di</strong>verse).<br />

È proibita la monosuccessione.<br />

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Tabella 1 – Classificazione delle colture in relazione agli effetti sul terreno.<br />

Colture da avvicendare Effetti Esempi<br />

Colture depuranti<br />

Colture miglioratrici<br />

Colture da rinnovo<br />

Colture da sovescio<br />

Sfruttano la fertilità<br />

residua del terreno senza<br />

apportare benefici<br />

Migliorano la fertilità<br />

chimico-fisica del suolo<br />

Lasciano il terreno in<br />

buone con<strong>di</strong>zioni.<br />

Richiedono lavorazioni e<br />

concimazioni<br />

Migliorano la fertilità<br />

chimico-fisica del terreno<br />

(apporto <strong>di</strong> sostanza<br />

organica, miglioramento<br />

della struttura, riduzione<br />

dei fenomeni erosivi e <strong>di</strong><br />

lisciviazione <strong>degli</strong><br />

elementi nutritivi) e<br />

determinano un maggior<br />

controllo delle infestanti<br />

- Cereali autunno-<br />

vernini<br />

- Prati <strong>di</strong> graminacee<br />

- Leguminose<br />

- Mais<br />

- Barbabietola<br />

- Patata<br />

- Leguminose (fava,<br />

erba me<strong>di</strong>ca, pisello<br />

da foraggio, veccia,<br />

trifoglio bianco e t.<br />

alessandrino, ecc.)<br />

- Crucifere (cavolo e<br />

colza da foraggio,<br />

ravizzone)<br />

- Graminacee (orzo,<br />

segale, sorgo)<br />

- Composite<br />

Le consociazioni sono raccomandate per gli effetti positivi che esplicano nei confronti del<br />

terreno e della coltura.<br />

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4- Fertilizzazioni<br />

Il mantenimento o l’incremento della fertilità e dell’attività biologica del suolo deve essere<br />

promosso attraverso la concimazione organica e preferibilmente me<strong>di</strong>ante:<br />

a) la coltivazione <strong>di</strong> leguminose, concimi ver<strong>di</strong> o vegetali aventi un apparato ra<strong>di</strong>cale profondo<br />

nell’ambito <strong>di</strong> un adeguato programma <strong>di</strong> rotazione pluriennale;<br />

b) l’incorporazione nel terreno <strong>di</strong> materiale organico, compostato o meno, prodotto da aziende<br />

che operano nel rispetto delle vigenti norme in materia <strong>di</strong> agricoltura biologica.<br />

Qualora i mezzi in<strong>di</strong>cati si <strong>di</strong>mostrino insufficienti a sod<strong>di</strong>sfare le esigenze <strong>di</strong> fertilità del terreno,<br />

previo riconoscimento dell’effettiva necessità da parte dell'organismo <strong>di</strong> controllo, è possibile<br />

l'integrazione con altri concimi organici o minerali ammessi dall’allegato II, parte A Reg. (CEE)<br />

2092/91 e successive mo<strong>di</strong>fiche e integrazioni (tab. 2).<br />

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Tabella 2 – Prodotti fertilizzanti utilizzabili e con<strong>di</strong>zioni d’impiego Reg. CEE 2092/91.<br />

- Letame proveniente da allevamenti estensivi<br />

- Letame essiccato e deiezioni avicole<br />

<strong>di</strong>sidratate provenienti da allevamenti<br />

estensivi<br />

- Deiezioni animali, composte, inclusa la<br />

pollina e il letame, provenienti da allevamenti<br />

industriali<br />

- Escrementi liqui<strong>di</strong> <strong>di</strong> animali (liquame, urina<br />

ecc.) non provenienti da allevamenti<br />

industriali e sottoposti a fermentazione<br />

controllata e/o adeguata <strong>di</strong>luizione<br />

- Residui vegetali sottoposti a compostaggio o a<br />

fermentazione anaerobica per la produzione <strong>di</strong><br />

biogas<br />

- Torba, limitatamente alle colture orticole,<br />

floricole, arboricole, vivaistiche<br />

- Residui <strong>di</strong> fungaie<br />

- Deiezioni <strong>di</strong> vermi (vermicompost) e <strong>di</strong> insetti<br />

- Guano<br />

- Prodotti o sottoprodotti <strong>di</strong> origine animale<br />

(farina <strong>di</strong> sangue, <strong>di</strong> pesce o <strong>di</strong> carne, polvere<br />

<strong>di</strong> zoccoli, <strong>di</strong> corna o <strong>di</strong> ossa, pennone, lana,<br />

pellami, pelli e crini, prodotti lattiero-caseari)<br />

- Prodotti e sottoprodotti organici <strong>di</strong> origine<br />

vegetale (es. farina <strong>di</strong> pannelli <strong>di</strong> semi oleosi,<br />

gusci <strong>di</strong> cacao, ra<strong>di</strong>chette <strong>di</strong> malto ecc.)<br />

5- Semina e impianto<br />

Le sementi e il materiale <strong>di</strong> propagazione vegetativa impiegati per le colture erbacee (tuberi,<br />

rizomi, stoloni) o arboree (talee) devono provenire da agricoltura biologica.<br />

Così come per il trapianto <strong>di</strong> piantine orticole dovranno essere utilizzate solo piante provenienti<br />

da agricoltura biologica.<br />

- Sottoprodotti della lavorazione del legno<br />

(segatura, trucioli, cortecce compostate,<br />

cenere <strong>di</strong> legno) provenienti da legname non<br />

trattato chimicamente dopo l'abbattimento<br />

- Alghe e prodotti a base <strong>di</strong> alghe<br />

- Argille<br />

- Fosfato naturale tenero<br />

- Fosfato allumino-calcico<br />

- Scorie <strong>di</strong> defosforazione<br />

- Sale grezzo <strong>di</strong> potassio (es. kainite, silvinite)<br />

- Solfato <strong>di</strong> potassio, che può contenere sale <strong>di</strong><br />

magnesio<br />

- Solfato <strong>di</strong> magnesio <strong>di</strong> origine naturale (es.<br />

kieserite)<br />

- Borlande ed estratti <strong>di</strong> borlande (purché non<br />

estratte con sali ammoniacali)<br />

- Carbonato <strong>di</strong> calcio <strong>di</strong> origine naturale (es.<br />

creta, calcare macinato)<br />

- Carbonato <strong>di</strong> calcio e magnesio <strong>di</strong> origine<br />

naturale (es. creta magnesiaca, calcare<br />

magnesiaco macinato ecc.)<br />

- Soluzione <strong>di</strong> cloruro <strong>di</strong> calcio<br />

- Solfato <strong>di</strong> calcio (gesso) <strong>di</strong> origine naturale<br />

- Fanghi industriali provenienti da zuccherifici<br />

- Zolfo elementare<br />

- Salgemma (cloruro <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o)<br />

- Farina <strong>di</strong> roccia<br />

È vietato l'impiego <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong> propagazione geneticamente mo<strong>di</strong>ficato (OGM).<br />

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6- Irrigazione<br />

L’impiego <strong>di</strong> acqua irrigua deve essere contenuto me<strong>di</strong>ante l'adozione delle opportune tecniche<br />

colturali e irrigue. È vietato l'uso <strong>di</strong> tubature in plastica "a perdere": è ammesso l'uso <strong>di</strong> materiale<br />

plastico (eccetto PVC) vincolato all'obbligo <strong>di</strong> recupero al termine del ciclo.<br />

Possono essere utilizzate acque <strong>di</strong> irrigazione le cui caratteristiche limitano i rischi connessi con:<br />

l’elevata concentrazione <strong>di</strong> sali;<br />

l’elevata concentrazione <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o;<br />

la presenza <strong>di</strong> elementi tossici (cloro, litio,metalli pesanti).<br />

7- Controllo delle erbe spontanee<br />

Le erbe spontanee devono essere controllate attraverso una delle seguenti pratiche:<br />

a) <strong>di</strong>serbo meccanico;<br />

b) piro<strong>di</strong>serbo;<br />

c) termo<strong>di</strong>serbo;<br />

d) pratiche agronomiche: (rotazioni, consociazioni, pacciamature, inerbimento controllato,<br />

false semine, impiego <strong>di</strong> sementi ad elevata purezza, adeguata regimazione delle acque<br />

meteoriche e gestione irrigua).<br />

È proibito l'uso <strong>di</strong> prodotti erbici<strong>di</strong> <strong>di</strong> sintesi.<br />

8- Disinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione del terreno<br />

È proibita la <strong>di</strong>sinfezione e <strong>di</strong>sinfestazione del terreno con mezzi chimici e fisici.<br />

In caso <strong>di</strong> forte infestazione parassitaria sia animale che vegetale e qualora le altre tecniche<br />

colturali ammesse non producano effetti sufficienti, l'organismo <strong>di</strong> controllo può autorizzare la<br />

solarizzazione del terreno purché all'intervento segua una coltura da sovescio.<br />

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9- Interventi fitosanitari<br />

La <strong>di</strong>fesa delle colture in agricoltura biologica si basa principalmente su interventi in<strong>di</strong>retti<br />

(preventivi) e interventi <strong>di</strong>retti.<br />

Interventi in<strong>di</strong>retti<br />

Concorrono a creare con<strong>di</strong>zioni ambientali sfavorevoli allo sviluppo <strong>di</strong> patogeni e parassiti,<br />

prevenendo l'infestazione delle colture. Le pratiche adottabili in un'azienda biologica per la<br />

<strong>di</strong>fesa in<strong>di</strong>retta dalle colture sono riconducibili a tre tipologie <strong>di</strong> interventi:<br />

1) Difesa agronomica: consiste nell'attuazione delle opportune pratiche <strong>di</strong> fertilizzazione,<br />

inerbimento e <strong>di</strong>serbo, rotazione, consociazione, densità <strong>di</strong> semina, regimazione delle<br />

acque, irrigazione, lavorazione del terreno e potatura;<br />

2) Difesa genetica: la scelta del materiale d'impianto deve ricadere sulle specie e varietà più<br />

resistenti alle malattie che compromettono maggiormente la produzione. Si ricorda che è<br />

vietato l'impiego <strong>di</strong> materiale proveniente da tecniche <strong>di</strong> ingegneria genetica;<br />

3) Equilibrio dell’agroecosistema: occorre favorire le con<strong>di</strong>zioni più adatte alla<br />

riproduzione e <strong>di</strong>ffusione dei nemici naturali dei parassiti (presenza <strong>di</strong> siepi, luoghi per<br />

ni<strong>di</strong>ficare ecc.).<br />

Interventi <strong>di</strong>retti<br />

Devono essere giustificati dalla presenza <strong>di</strong> un pericolo o danno <strong>di</strong> entità tale da compromettere il<br />

risultato economico della coltura. Per questo motivo assume grande rilevanza il monitoraggio<br />

delle popolazioni <strong>di</strong> insetti dannosi, me<strong>di</strong>ante trappole a feromone, allo scopo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le<br />

soglie ottimali <strong>di</strong> intervento. Le trappole dopo l’uso devono essere raccolte e riposte al sicuro.<br />

I prodotti autorizzati per la <strong>di</strong>fesa hanno origine organica o minerale (tab. 3) sono vietati tutti i<br />

composti chimici (antiparassitari e fitoregolatori) <strong>di</strong> sintesi, puri o miscelati con prodotti<br />

autorizzati.<br />

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Tabella 3 – Principali prodotti fitosanitari ammessi in agricoltura biologica.<br />

Nome<br />

Aza<strong>di</strong>ractina<br />

estratta da<br />

Aza<strong>di</strong>rachta in<strong>di</strong>ca<br />

(albero del Neem)<br />

Sostanze <strong>di</strong> origine vegetale o animale<br />

Descrizione, requisiti <strong>di</strong> composizione e<br />

con<strong>di</strong>zioni d'uso<br />

Insetticida (afi<strong>di</strong>, ricamatori fogliari, <strong>di</strong>tteri, lepidotteri,<br />

coleotteri, cavolaie, dorifore, alcuni acari e nemato<strong>di</strong>)<br />

Da utilizzare solo su piante ornamentali, su piante madri per<br />

la produzione <strong>di</strong> sementi e su piante genitrici per la<br />

produzione <strong>di</strong> altro materiale vegetativo <strong>di</strong> riproduzione<br />

Necessità riconosciuta dall'organismo <strong>di</strong> controllo<br />

Cera d'api Protezione potatura in sostituzione delle paraffine<br />

Gelatina Insetticida <strong>di</strong> contatto<br />

Sostanze attrattive (mosca dell'olivo e del ciliegio)<br />

Proteine idrolizzate Da utilizzare solo in applicazioni autorizzate in<br />

combinazione con determinati prodotti quali deltametrina o<br />

lambdacialotrina in trappole<br />

Lecitina Fungicida <strong>di</strong> contatto (oi<strong>di</strong>o su melo, cetriolo, uva spina,<br />

Oli vegetali (olio <strong>di</strong><br />

menta o <strong>di</strong> pino)<br />

Piretrine estratte da<br />

Chrysantemum<br />

cinerariaefolium<br />

Quassia estratta da<br />

Quassia amara<br />

Rotenone estratto da<br />

Derris spp,<br />

Loncho carpus<br />

spp e<br />

Therphrosia spp<br />

ornamentali)<br />

Insetticida, acaricida, fungicida e inibitore della<br />

germogliazione<br />

Insetticida <strong>di</strong> contatto ad ampio spettro <strong>di</strong> azione<br />

(lepidotteri, coleotteri, rincoti, <strong>di</strong>tteri e acari)<br />

Necessità riconosciuta dall'organismo <strong>di</strong> controllo<br />

Repellente e blando insetticida con azione per contatto,<br />

ingestione e inalazione (minatori fogliari, afi<strong>di</strong>, acari,<br />

tripi<strong>di</strong>, olocampe)<br />

Insetticida ad azione rapida per contatto (dorifora, tripi<strong>di</strong>,<br />

afi<strong>di</strong>, <strong>di</strong>tteri, lepidotteri, coleotteri e parzialmente acari)<br />

Necessità riconosciuta dall'organismo <strong>di</strong> controllo<br />

Sostanze da utilizzare solo in trappole e/o <strong>di</strong>stributori automatici<br />

Fosfato <strong>di</strong>ammonio<br />

Feromoni<br />

Sostanza attrattiva<br />

Soltanto in trappole<br />

Insetticida, sostanza attrattiva<br />

Solo in trappole e <strong>di</strong>stributori automatici<br />

14


10- Potature e sistemi <strong>di</strong> allevamento<br />

Sono vietati gli interventi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione della forma della pianta con mezzi chimici. Si<br />

consiglia l'adozione <strong>di</strong> tipi <strong>di</strong> potatura e sistemi <strong>di</strong> allevamento idonei alla specie/varietà e alla<br />

localizzazione dell'impianto, allo scopo <strong>di</strong> prevenire l'insorgenza <strong>di</strong> malattie e infestazioni.<br />

11- Tecniche <strong>di</strong> maturazione e conservazione<br />

È vietato l’uso <strong>di</strong> sostanze chimiche <strong>di</strong> sintesi per anticipare la maturazione, per i trattamenti<br />

post-raccolta e per la conservazione, nonché l'uso <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti a scopo conservativo.<br />

12- Magazzinaggio dei prodotti<br />

Le aree destinate allo stoccaggio dei prodotti devono essere gestite in modo tale da garantire<br />

l'identificazione delle partite ed evitare che i prodotti siano mescolati o entrino in contatto con<br />

prodotti o sostanze non rispondenti alle <strong>di</strong>sposizioni in materia <strong>di</strong> agricoltura biologica.<br />

13- Imballaggio e trasporto dei prodotti<br />

I prodotti biologici possono essere trasportati in imballaggi o contenitori in veicoli chiusi.<br />

Occorre applicare un’etichetta che riporti i seguenti dati:<br />

nome e in<strong>di</strong>rizzo dell’operatore o del proprietario o ven<strong>di</strong>tore del prodotto;<br />

denominazione <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta o descrizione del prodotto, compresa un in<strong>di</strong>cazione del metodo<br />

<strong>di</strong> produzione biologico;<br />

in<strong>di</strong>cazione <strong>degli</strong> ingre<strong>di</strong>enti;<br />

nome o co<strong>di</strong>ce dell’organismo <strong>di</strong> controllo ed estremi dell’autorizzazione ministeriale da<br />

cui <strong>di</strong>pende l’operatore;<br />

co<strong>di</strong>ce dell’operatore e <strong>di</strong> autorizzazione alla stampa dell’etichetta.<br />

Le suddette in<strong>di</strong>cazioni possono anche figurare in un documento <strong>di</strong> accompagnamento che deve<br />

corrispondere all'imballaggio, al contenitore o al mezzo <strong>di</strong> trasporto del prodotto e deve contenere<br />

informazioni sul fornitore e/o il trasportatore.<br />

15


In<strong>di</strong>cazioni del metodo <strong>di</strong> produzione da riportare in etichetta<br />

Le tipologie <strong>di</strong> etichettatura previste per i prodotti ottenuti da agricoltura biologica sono tre:<br />

I. Prodotto biologico al 95%<br />

Si tratta <strong>di</strong> prodotti in cui gli ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> origine agricola siano:<br />

o per almeno il 95% ottenuti con metodo biologico;<br />

o per l’eventuale 5% residuo costituiti da prodotti compresi nelle norme vigenti in materia<br />

<strong>di</strong> agricoltura biologica.<br />

Anche gli ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> origine non agricola e gli ausiliari <strong>di</strong> fabbricazione (sale, agenti<br />

lievitanti, alcool ecc.) devono essere compresi nelle norme vigenti in materia <strong>di</strong> agricoltura<br />

biologica.<br />

Questa categoria <strong>di</strong> prodotti presentono nella denominazione <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta: “da agricoltura<br />

biologica”.<br />

II. Prodotto biologico al 70%<br />

La percentuale <strong>di</strong> ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> origine agricola biologica deve essere almeno del 70% e per il<br />

residuo 30% vale il criterio dell’inclusione nelle norme vigenti in materia <strong>di</strong> agricoltura<br />

biologica.<br />

Per questi prodotti non è ammesso il riferimento al metodo biologico nella denominazione <strong>di</strong><br />

ven<strong>di</strong>ta ma solo nell’elenco <strong>degli</strong> ingre<strong>di</strong>enti, con riferimento a quelli <strong>di</strong> origine biologica, con in<br />

più la <strong>di</strong>citura obbligatoria: “x % <strong>degli</strong> ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> origine agricola è stato ottenuto da<br />

agricoltura biologica”.<br />

III. Prodotto in conversione<br />

La <strong>di</strong>citura “prodotto in conversione all’agricoltura biologica” è utilizzabile solo per prodotti<br />

costituito da un solo ingre<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> origine agricola raccolto dopo un periodo <strong>di</strong> conversione <strong>di</strong><br />

16


almeno do<strong>di</strong>ci mesi. Anche in questo caso gli ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> origine non agricola dovranno essere<br />

tra quelli compresi nelle norme vigenti in materia <strong>di</strong> agricoltura biologica.<br />

4. <strong>Agricoltura</strong> biologica in Italia<br />

Dopo una lenta fase <strong>di</strong> avvio, i prodotti biologici stanno acquisendo un proprio spazio nell'ambito della<br />

spesa alimentare. Il consumatore mostra maggiore interesse nei confronti delle produzioni biologiche<br />

anche in risposta agli scandali alimentari succedutisi negli anni (BSE, vino al metanolo). A favorire il<br />

fenomeno concorre inoltre una sempre maggiore sensibilità in tema <strong>di</strong> tutela ambientale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

<strong>degli</strong> animali.<br />

L’Italia risulta prima in Europa per il numero <strong>di</strong> aziende biologiche. A in<strong>di</strong>care la strada virtuosa<br />

intrapresa dall’Italia sono i 243 prodotti DOP, IGP e STG, le oltre 4.600 specialità regionali, i 521 vini<br />

DOC, DOCG e IGT e soprattutto i risultati raggiunti dall’agricoltura biologica che interessa più <strong>di</strong> un<br />

milione e 100 mila ettari, 18,7% della Sau totale che la colloca al secondo posto in Europa dopo la<br />

Spagna e può contare su 48.509 aziende, il più alto numero <strong>di</strong> aziende biologiche in Europa.<br />

(Rapporto ‘Green Economy per uscire dalle due crisi’, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo<br />

Sostenibile in collaborazione con l’Enea).<br />

5. <strong>Agricoltura</strong> biologica in Sicilia<br />

Il maggior numero <strong>di</strong> aziende biologiche è attivo nel Sud e nelle Isole. Si registrano in Calabria 6.769<br />

aziende, in Puglia 5.295. In particolare, la Sicilia è la regione in cui si contano 7.873 aziende con<br />

superficie e/o allevamenti biologici. Di queste, 7.632 applicano il metodo biologico su 164.437 ettari <strong>di</strong><br />

terreni coltivati, mentre 1.882 lo adottano nell’allevamento del bestiame. Le province con la superficie<br />

biologica più elevata sono: Enna con 42.747 ha e Messina con 23.997 ha.<br />

Per quanto riguarda, i principali in<strong>di</strong>rizzi produttivi prevalgono tra tutti i seminativi (foraggere e<br />

leguminose) e la coltivazione del grano duro, spesso in rotazione con le precedenti, soprattutto nella<br />

provincia <strong>di</strong> Enna.<br />

17


La superficie orticola biologica regionale, investita soprattutto a carote, patate, zucchine, pomodoro e<br />

fragole è concentrata nelle due province <strong>di</strong> Ragusa e <strong>di</strong> Siracusa, nei comuni <strong>di</strong> Ispica, Ragusa,<br />

Siracusa, Vittoria, e Scicli.<br />

Tra le superfici interessate dalle colture arboree, che da un punto <strong>di</strong> vista economico, insieme a quelle<br />

orticole rivestono grande interesse anche per le opportunità <strong>di</strong> valorizzazione delle produzioni,<br />

prevalgono quelle olivicole, quasi esclusivamente orientate alla produzione <strong>di</strong> olio extravergine,<br />

soprattutto nella provincia <strong>di</strong> Palermo, Messina ed Enna.<br />

Alle superfici olivicole seguono quelle viticole, in gran parte orientate alla produzione <strong>di</strong> uva da vino e<br />

le superficie agrumicola destinata alla produzione <strong>di</strong> arance e limoni, localizzata nelle province <strong>di</strong><br />

Siracusa e <strong>di</strong> <strong>Catania</strong>. (ISTAT – 6° Censimento generale dell’agricoltura).<br />

6. I principi fondamentali dell’IFOAM<br />

L’IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements), organizzazione<br />

internazionale creata nel 1972, riunisce tutti i movimenti che si adoperano per la <strong>di</strong>ffusione<br />

dell’agricoltura biologica, ha stabilito alcuni principi fondamentali ai quali le varie associazioni <strong>di</strong><br />

produttori e trasformatori biologici fanno riferimento. Questi principi sono le ra<strong>di</strong>ci a partire dalle quali<br />

cresce e si sviluppa l’agricoltura biologica. Esprimono il contributo che questo tipo <strong>di</strong> agricoltura può<br />

apportare al mondo per migliorare tutta l’agricoltura nel contesto internazionale.<br />

1) PRINCIPIO DEL BENESSERE<br />

L’<strong>Agricoltura</strong> <strong>Biologica</strong> dovrà sostenere<br />

e favorire il benessere del suolo, delle piante,<br />

<strong>degli</strong> animali, <strong>degli</strong> esseri umani e del pianeta,<br />

come un insieme unico ed in<strong>di</strong>visibile.<br />

3) PRINCIPIO DELL’EQUITÀ<br />

L’<strong>Agricoltura</strong> <strong>Biologica</strong> dovrà<br />

costruire relazioni che assicurino<br />

equità rispetto all’ambiente comune<br />

e alle opportunità <strong>di</strong> vita.<br />

2) PRINCIPIO DELL’ECOLOGIA<br />

L’<strong>Agricoltura</strong> <strong>Biologica</strong> dovrà essere basata<br />

su sistemi e cicli ecologici viventi,<br />

lavorare con essi, imitarli ed<br />

aiutarli a mantenersi.<br />

4) PRINCIPIO DELLA PRECAUZIONE<br />

L’<strong>Agricoltura</strong> <strong>Biologica</strong> dovrà essere<br />

gestita in modo prudente e responsabile,<br />

al fine <strong>di</strong> proteggere la salute ed il benessere<br />

delle generazioni presenti e future,<br />

nonché l’ambiente.<br />

18


7. La legislazione sul Bio in Europa<br />

Evoluzione Normativa<br />

Regolamento (CEE) n. 2092/91<br />

Regolamento (CEE) n. 2078/92<br />

Regolamento (CEE) n. 1804/99 sulla zootecnia biologica<br />

Regolamento (CE) n. 834/2007 (dal 1° gennaio 2009)<br />

Regolamento (UE) n. 271/2010 (logo <strong>di</strong> produzione biologica)<br />

L’agricoltura biologica è <strong>di</strong>sciplinata dal Reg. (CEE) n. 2092/91, più volte mo<strong>di</strong>ficato e<br />

integrato, il quale definisce le norme tecniche <strong>di</strong> produzione, i prodotti utilizzabili per la <strong>di</strong>fesa,<br />

per la fertilizzazione, per la preparazione e la conservazione dei prodotti, i canoni per etichettare<br />

i prodotti da agricoltura biologica.<br />

Il regolamento in<strong>di</strong>ca perciò non tanto cosa sia vietato fare ma quello che è necessario fare o è<br />

possibile utilizzare per potere certificare la produzione come proveniente da agricoltura<br />

biologica.<br />

Il Reg. (CEE) n. 2078/92 il più specifico per l’agricoltura biologica, integra il precedente<br />

regolamento stabilendo le modalità per usufruire <strong>di</strong> contributi. Riguarda i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> produzione<br />

agricola compatibili con le esigenze dell’ambiente e con la cura dello spazio naturale.<br />

Il Reg. (CEE) n. 1804/99 varato dal Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, completa, per<br />

le produzioni animali, il Reg. CEE n. 2092/91 sull’agricoltura biologica.<br />

Dal 1° gennaio 2009 è entrato in vigore il nuovo Reg. (CE) n. 834/2007 relativo alla<br />

produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento<br />

(CEE) n. 2092/91.<br />

I prodotti per essere denominati “da agricoltura biologica” devono essere coltivati in terreni in<br />

cui da almeno due anni sia stato sospeso l’uso <strong>di</strong> prodotti chimici <strong>di</strong> sintesi.<br />

19


I terreni devono essere separati dagli appezzamenti con produzione non biologica.<br />

È proibito l’uso <strong>di</strong> concimi e antiparassitari chimici.<br />

La salute <strong>degli</strong> animali negli allevamenti biologici deve essere tutelata con un ambiente sano.<br />

Per la trasformazione dei prodotti non è sono consentito l’uso <strong>di</strong> sostanze conservanti o<br />

coloranti, come nitriti e nitrati (E249-52), acido benzoico e benzoati (E210-19).<br />

Per impe<strong>di</strong>re la contaminazione dei cibi durante il confezionamento, il trasporto e la ven<strong>di</strong>ta<br />

devono essere adottate procedure particolari.<br />

Garanzia per il consumatore sono i controlli, effettuati da parte <strong>di</strong> organismi appositamente<br />

autorizzati dal MIPAF, attraverso tecnici specializzati e laboratori accre<strong>di</strong>tati.<br />

Reg. (UE) n. 271/2010 (logo <strong>di</strong> produzione biologica)<br />

Il logo biologico dell’UE, rappresentato dalla “foglia europea”, è stato introdotto il 1° luglio<br />

2010, ma era previsto che <strong>di</strong>ventasse obbligatorio su tutti i prodotti solo al termine <strong>di</strong> un<br />

periodo transitorio <strong>di</strong> due anni, per consentire agli operatori <strong>di</strong> adattarsi alle nuove norme ed<br />

evitare lo spreco <strong>degli</strong> imballaggi esistenti.<br />

Dal 1° luglio 2012 il logo biologico dell'UE è obbligatorio su tutti gli alimenti biologici<br />

preconfezionati prodotti negli Stati membri dell'Unione; è invece facoltativo per i prodotti<br />

biologici non confezionati e per quelli importati.<br />

Nel campo visivo del logo devono figurare anche il numero <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce dell’organismo <strong>di</strong><br />

controllo e il luogo <strong>di</strong> produzione delle materie agricole.<br />

Il nuovo logo biologico è il secondo simbolo che certifica i prodotti biologici all'interno<br />

dell'UE. Il primo è stato lanciato alla fine <strong>degli</strong> anni '90 ed è stato applicato su base volontaria.<br />

Vecchio logo biologico dell’UE<br />

20


Al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una soluzione grafica che potesse incontrare i gusti <strong>di</strong> tutti i consumatori europei,<br />

nel 2008 la Commissione europea ha deciso <strong>di</strong> organizzare un concorso per la realizzazione del nuovo<br />

logo. Il concorso era aperto a studenti d'arte e <strong>di</strong> design <strong>di</strong> tutti gli stati dell'UE. Lo studente tedesco <strong>di</strong><br />

design Dušan Milenković ha vinto con il suo logo "Euro-leaf".<br />

Il logo rappresenta una foglia stilizzata <strong>di</strong>segnata con le stelline dell’Unione Europea.<br />

Il logo UE dell'agricoltura biologica dà ai consumatori la sicurezza riguardo l'origine e la qualità <strong>degli</strong><br />

alimenti e delle bevande.<br />

8. Conversione <strong>di</strong> un azienda agricola alla coltivazione biologica<br />

Il termine “conversione” in<strong>di</strong>ca la transizione dall’agricoltura non biologica a quella biologica entro un<br />

determinato periodo <strong>di</strong> tempo, durante il quale sono state applicate le <strong>di</strong>sposizioni relative alla<br />

produzione biologica (Reg. (CE) n. 834/2007).<br />

I prodotti possono essere definiti biologici, se ottenuti non prima del terzo anno <strong>di</strong> applicazione delle<br />

norme <strong>di</strong> coltivazione biologica, non prima del quarto anno, nel caso <strong>di</strong> colture arboree.<br />

Tali perio<strong>di</strong> decorrono dall’ultima raccolta convenzionale.<br />

Il processo <strong>di</strong> conversione può essere realizzato non contemporaneamente su tutta la superficie, ma per<br />

singolo appezzamento fino alla conversione totale dell’intera azienda, da realizzarsi in un tempo<br />

massimo <strong>di</strong> tre anni.<br />

Nuovo logo biologico dell’UE<br />

In un’azienda in parte in regime <strong>di</strong> produzione biologica e in parte in conversione alla produzione<br />

biologica, l’operatore deve separare i prodotti ottenuti biologicamente da quelli ottenuti in conversione,<br />

anche gli animali sono tenuti separati; la separazione deve essere documentata.<br />

21


L’azienda deve sottoporre all’approvazione dell’organismo <strong>di</strong> controllo un piano pluriennale che<br />

prenda in esame l’intera superficie aziendale, stabilendo i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> attuazione.<br />

Il piano <strong>di</strong> conversione può essere mo<strong>di</strong>ficato annualmente motivando gli eventuali cambiamenti e in<br />

tal caso, deve essere inviato entro la fine dell’anno all’organismo <strong>di</strong> controllo.<br />

9. Produzioni zootecniche<br />

9.1. Definizione <strong>di</strong> zootecnia biologica<br />

“La produzione animale è una componente essenziale dell’organizzazione della produzione agricola<br />

nelle aziende biologiche, in quanto fornisce la materia organica e gli elementi nutritivi necessari alle<br />

colture e quin<strong>di</strong> contribuisce al miglioramento del suolo e allo sviluppo <strong>di</strong> un’agricoltura sostenibile.<br />

È importante mantenere un elevato livello <strong>di</strong> benessere <strong>degli</strong> animali rispettando le esigenze specifiche<br />

delle specie”. (Reg. (CE) n.834/2007).<br />

Nell’ambito della zootecnia, sono nate nuove esigenze legati ad aspetti non quantitativi, quali:<br />

la sanità dei prodotti <strong>di</strong> origine animale;<br />

il rispetto delle esigenze etologiche e del benessere <strong>degli</strong> animali;<br />

la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>degli</strong> equilibri ambientali;<br />

la conservazione della bio<strong>di</strong>versità.<br />

L’adozione del metodo biologico nell'ambito delle produzioni zootecniche implica l'approfon<strong>di</strong>mento<br />

dei seguenti aspetti:<br />

a) Origine <strong>degli</strong> animali;<br />

b) Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> gestione zootecnica;<br />

c) Alimentazione;<br />

d) Profilassi e cure veterinarie;<br />

e) Deiezioni zootecniche.<br />

22


a) Origine <strong>degli</strong> animali<br />

Sono da preferire le razze rustiche, autoctone, caratterizzate da adattabilità ambientale, resistenza alle<br />

malattie, longevità e produttività globale (resa vitale).<br />

Non è consentito l'impiego <strong>di</strong> specie o razze manipolate geneticamente.<br />

b) Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> gestione zootecnica<br />

Riproduzione<br />

La riproduzione <strong>di</strong> animali allevati biologicamente deve basarsi su meto<strong>di</strong> naturali. È ammessa<br />

l'inseminazione artificiale ma sono vietate altre forme <strong>di</strong> riproduzione artificiale o assistita (es.<br />

trapianto <strong>di</strong> embrioni) e che prevedono tecniche <strong>di</strong> ingegneria genetica.<br />

Interventi sull’anatomia e fisiologia animale<br />

Sono vietate pratiche che determinino la mutilazione <strong>degli</strong> animali (taglio della coda, castrazione) che<br />

non abbiano fini terapeutici. In alcuni casi, l'organismo <strong>di</strong> controllo può autorizzare alcune pratiche per<br />

motivi <strong>di</strong> sicurezza o allo scopo <strong>di</strong> migliorare la salute o il benessere animale. Le operazioni consentite<br />

devono essere effettuate da personale veterinario e in modo tale da ridurre al minimo ogni sofferenza o<br />

maltrattamento <strong>degli</strong> animali.<br />

Stabulazione e pascoli<br />

È vietata la stabulazione fissa.<br />

Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabulazione e <strong>di</strong> densità <strong>degli</strong> animali devono rispondere alle loro esigenze biologiche<br />

ed etologiche, pertanto i locali e le attrezzature devono possedere requisiti idonei per quanto concerne<br />

la libertà <strong>di</strong> movimento, l'accesso alle mangiatoie e agli abbeveratoi, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> temperatura, <strong>di</strong><br />

ventilazione e <strong>di</strong> illuminazione naturale.<br />

Gli animali devono aver accesso a spazi all’aria aperta (pascoli); ma il loro numero è limitato al fine <strong>di</strong><br />

ridurre il sovrappascolo, il calpestio del suolo, l’erosione o l’inquinamento provocato dagli animali o<br />

dallo span<strong>di</strong>mento delle loro deiezioni.<br />

È vietato tenere gli animali legati o in isolamento, salvo singoli capi per un periodo limitato giustificati<br />

da motivi veterinari, <strong>di</strong> sicurezza o <strong>di</strong> benessere animale.<br />

23


I fabbricati, i recinti, le attrezzature e gli utensili devono essere puliti e <strong>di</strong>sinfettati per evitare<br />

contaminazioni e proliferazioni <strong>di</strong> organismi patogeni.<br />

Trasporto<br />

Il trasporto <strong>degli</strong> animali non deve costituire motivo <strong>di</strong> eccessivo stress per gli animali.<br />

È vietato l’uso <strong>di</strong> calmanti prima o nel corso <strong>di</strong> questa fase; le operazioni <strong>di</strong> carico e scarico devono<br />

svolgersi con cautela e senza l'ausilio <strong>di</strong> pungoli elettrici. L’identificazione <strong>degli</strong> animali deve essere<br />

garantita per tutto il ciclo <strong>di</strong> produzione, preparazione, trasporto e commercializzazione.<br />

c) Alimentazione<br />

L’alimentazione è finalizzata ad una produzione <strong>di</strong> qualità nel rispetto delle esigenze nutrizionali <strong>degli</strong><br />

animali nei vari sta<strong>di</strong> fisiologici, pertanto le pratiche <strong>di</strong> ingrasso devono essere reversibili in qualsiasi<br />

momento mentre è vietata l'alimentazione forzata.<br />

Gli animali devono essere nutriti con alimenti e mangimi biologici, preferibilmente prodotti<br />

dall’azienda in cui sono tenuti gli animali o da altre aziende biologiche della stessa regione (tab. 4).<br />

Per l’alimentazione non possono essere utilizzati:<br />

- promotori <strong>di</strong> crescita;<br />

- appetibilizzanti sintetici;<br />

- conservanti e coloranti;<br />

- urea;<br />

- sottoprodotti animali (farina <strong>di</strong> carne) per i ruminanti;<br />

- alimenti trattati chimicamente (es. farine <strong>di</strong> estrazione) o ad<strong>di</strong>zionati con altri agenti chimici.<br />

Le vitamine, gli aminoaci<strong>di</strong>, gli oligoelementi, non debbono provenire da prodotti <strong>di</strong> sintesi.<br />

È obbligatorio, nei limiti consentiti dalle con<strong>di</strong>zioni pedoclimatiche, garantire agli animali un'adeguata<br />

fruizione dei pascoli nell'arco dell'anno.<br />

24


Tabella 4 – Materie prime ammesse nella formulazione dei mangimi.<br />

Materiale <strong>di</strong> origine vegetale per mangimi<br />

Categoria Prodotti e forma consentita<br />

Cereali, granaglie,<br />

loro prodotti e<br />

sottoprodotti<br />

Semi e frutti oleosi,<br />

loro prodotti e<br />

sottoprodotti<br />

Semi <strong>di</strong> leguminose,<br />

loro prodotti e<br />

sottoprodotti<br />

Tuberi, ra<strong>di</strong>ci,<br />

loro prodotti e<br />

sottoprodotti<br />

- avena (semi, fiocchi, cruschello, crusca);<br />

- orzo (semi, proteine, farinetta)<br />

- riso (grani, rotture, pula vergine, pannello <strong>di</strong> germe);<br />

- miglio (semi);<br />

- segale (semi, farinetta, cruschello, crusca);<br />

- sorgo (semi);<br />

- frumento (semi, farinetta, cruschello, farina glutinata,<br />

glutine, germe)<br />

- triticale (grani);<br />

- granturco (semi, farinetta, crusca, pannello <strong>di</strong> germe,<br />

glutine);<br />

- ra<strong>di</strong>chette <strong>di</strong> malto;<br />

- (trebbie) <strong>di</strong> birreria.<br />

- semi <strong>di</strong> colza (semi, pannello, buccette);<br />

- semi <strong>di</strong> soia (semi, semi tostati, pannello, buccette);<br />

- semi <strong>di</strong> girasole (semi, pannello);<br />

- cotone (semi, pannello);<br />

- semi <strong>di</strong> lino (semi, pannello);<br />

- semi <strong>di</strong> sesamo (semi, pannello);<br />

- semi <strong>di</strong> ravizzone (pannello, buccette);<br />

- semi <strong>di</strong> zucca (pannello);<br />

- sansa <strong>di</strong> oliva (da estrazione fisica dell'olio).<br />

- ceci (semi);<br />

- piselli (semi, cruschetta, crusca);<br />

- fave da orto (semi, cruschetta, crusca);<br />

- fave e favette (semi);<br />

- veccia (semi);<br />

- lupini (semi).<br />

- polpa <strong>di</strong> barbabietola da zucchero;<br />

- barbabietole secche;<br />

- patate;<br />

- patata dolce (tubero);<br />

- manioca (ra<strong>di</strong>ci);<br />

- polpa <strong>di</strong> patate (residuo soldo della fecola <strong>di</strong> patate);<br />

- fecola <strong>di</strong> patate.<br />

25


Materiale <strong>di</strong> origine vegetale per mangimi<br />

Categoria Prodotti e forma consentita<br />

Altri semi e frutti,<br />

loro prodotti e<br />

sottoprodotti<br />

Foraggi e<br />

foraggi grossolani<br />

d) Profilassi e cure veterinarie<br />

- carrube;<br />

- pastazzo <strong>di</strong> agrumi;<br />

- polpa <strong>di</strong> mele;<br />

- polpa <strong>di</strong> pomodoro;<br />

- vinacce.<br />

- erba me<strong>di</strong>ca e farina <strong>di</strong> erba me<strong>di</strong>ca;<br />

- trifoglio e farina <strong>di</strong> trifoglio;<br />

- graminacee (ottenute da piante da foraggio) e farina <strong>di</strong><br />

graminacee;<br />

- fieno;<br />

- insilato;<br />

- paglia <strong>di</strong> cereali;<br />

La profilassi in zootecnia biologica si fonda su misure preventive (scelta appropriata <strong>di</strong> razze, impiego<br />

<strong>di</strong> alimenti <strong>di</strong> alta qualità, evitare il sovraffollamento <strong>degli</strong> animali). Qualora si riscontrino problemi<br />

sanitari, l'animale o gli animali colpiti devono essere curati imme<strong>di</strong>atamente ed eventualmente isolati in<br />

locali appositi. Tuttavia è ammesso l’uso <strong>di</strong> farmaci, <strong>di</strong> preferenza fitoterapici e omeopatici, qualora la<br />

cura sia essenziale per evitare sofferenze agli animali. Sono consentite le vaccinazioni.<br />

La “piramide della salute” elaborata da Johnson (1996), mostra che alla base della sanità animale è<br />

l’approvvigionamento e la fornitura <strong>di</strong> un’alimentazione sana, che proviene da un suolo con elementi<br />

nutritivi bilanciati. Solo dopo viene il rispetto delle altre con<strong>di</strong>zioni, quali locali e tipologia <strong>di</strong><br />

stabulazione adeguata, gestione corretta delle fasi della produzione, comprese le attrezzature ed i<br />

processi. Il ricorso all’intervento terapeutico significa che i livelli inferiori non sono ottimizzati e il<br />

malfunzionamento del sistema si ripercuote sull’animale.<br />

26


e) Deiezioni zootecniche<br />

“Piramide della salute” elaborata da Johnson (1996)<br />

Rimane valido il limite massimo <strong>di</strong> 170 kg <strong>di</strong> azoto per ettaro all'anno (allegato III, Dir. CEE 91/676),<br />

pertanto, allo scopo <strong>di</strong> rispettare tale limite, il Ministero concorderà con le Regioni il carico <strong>di</strong><br />

animali/ha <strong>di</strong> SAU(Superficie Agricola Utilizzata).<br />

Lo span<strong>di</strong>mento delle deiezioni deve avvenire preferibilmente su terreni della medesima azienda ma<br />

può essere praticato anche presso altre aziende che applicano il metodo biologico.<br />

Lo stoccaggio delle deiezioni deve essere effettuato in impianti <strong>di</strong> capacità tale da garantire la corretta<br />

gestione della fertilizzazione e impe<strong>di</strong>re l'inquinamento delle acque per scarico <strong>di</strong>retto, ruscellamento o<br />

infiltrazione.<br />

9.2. Trasformazione dei prodotti biologici<br />

La trasformazione dei prodotti biologici è stata normata con i Regolamenti (CE) n. 834/2007 e n.<br />

889/2008, inducendo un “effetto volano” sul numero <strong>di</strong> produttori per tutti i comparti che interessano le<br />

produzioni zootecniche, con un aumento delle aziende che lavorano i grassi vegetali e animali.<br />

Dalle rilevazioni ISMEA emerge che nel corso <strong>degli</strong> ultimi anni, gli acquisti <strong>di</strong> prodotti lattiero-caseari<br />

biologici sono aumentati, con buoni risultati nelle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> latte fresco, burro e uova biologiche.<br />

27


10. Produzioni vegetali<br />

10.1. Coltivazione biologica del pomodoro da mensa<br />

Introduzione<br />

La coltivazione biologica del pomodoro da mensa coltivato in serra si <strong>di</strong>scosta dalla<br />

coltivazione in convenzionale:<br />

• Relativamente alla nutrizione vegetale: nel biologico, infatti, devono essere utilizzati<br />

prodotti presenti nel Regolamento CEE 2092 del 1991 nell’ormai Allegato II, più volte<br />

aggiornato, al fine <strong>di</strong> mantenere il più possibile la fertilità del suolo, riducendo le<br />

lavorazioni e apportando sostanza organica.<br />

• Per ciò che riguarda il contenimento <strong>di</strong> patogeni: essi, oltre ad essere contrastati con<br />

utilizzo <strong>di</strong> prodotti consentiti in agricoltura biologica (es. bacillus, piretro etc.) o<br />

attraverso l’impiego <strong>di</strong> insetti utili, devono essere affiancati dai mezzi agronomici.<br />

Preparazione del terreno<br />

LAVORAZIONE<br />

La lavorazione principale deve avere la funzione <strong>di</strong> favorire l’abitabilità del suolo da parte<br />

dell’apparato ra<strong>di</strong>cale della pianta ma, al contempo, deve rispettare la struttura del terreno e in<br />

generale le sue con<strong>di</strong>zioni chimico-fisiche. Pertanto, la pratica da seguire deve essere quella<br />

dell’aratura profonda, da attuarsi in autunno. Essa consiste nell'effettuare un'aratura superficiale<br />

(20cm) e, contemporaneamente o in un secondo passaggio, una scarificatura profonda (50-55<br />

cm). Tale operazione consente <strong>di</strong> smuovere il terreno anche negli strati più profon<strong>di</strong>, senza, però,<br />

smuoverlo eccessivamente onde evitare un eccessivo arieggiamento e una minore<br />

mineralizzazione della sostanza organica.<br />

28


DISERBO<br />

Si può effettuare con:<br />

• FALSA SEMINA: tale tecnica consiste nell’irrigare il terreno in modo da far emergere<br />

piante infestanti che successivamente vanno interrate meccanicamente con una leggera<br />

erpicatura.<br />

• PACCIAMATURA: si effettua ricoprendo il terreno con uno strato <strong>di</strong> materiale, che oltre<br />

ad impe<strong>di</strong>re la crescita delle malerbe, presenta i seguenti vantaggi:<br />

– protegge il terreno dall'erosione e dall'azione della pioggia battente;<br />

– evita la formazione della crosta superficiale;<br />

– <strong>di</strong>minuisce il compattamento;<br />

– mantiene la struttura;<br />

– innalza la temperatura del suolo.<br />

Oltre alla pacciamatura con film <strong>di</strong> plastica, che presenta il problema dello smaltimento,<br />

sono presenti in commercio anche film biodegradabili a base <strong>di</strong> amido e <strong>di</strong> mais, i quali non solo<br />

riducono i costi <strong>di</strong> smaltimento, ma generano anche un’azione ammendante, grazie alla loro<br />

degradazione. È altresì possibile utilizzare materiali organici presenti in azienda, quali paglia,<br />

cortecce sminuzzate o erba sfalciata che si può depositare lungo il filare con falcia-andanatrice.<br />

CONCIMAZIONE DI BASE<br />

La sostanza organica nel terreno può essere apportata con:<br />

• letame, della quantità <strong>di</strong> 50 t/ha;<br />

• sottoprodotti agricoli quali vinacce o sanse;<br />

• il ricorso al sovescio, ad esempio quello <strong>di</strong> brassicace, che oltre all’arricchimento <strong>di</strong> S.O.,<br />

forniscono un’interessante azione nematocida e <strong>di</strong> contenimento dei funghi del terreno.<br />

29


Per quanto concerne la concimazione fosfo-potassica, il 90% può essere interrato in pre-<br />

trapianto, soprattutto se si coltiva in terreni argillosi ricchi <strong>di</strong> colloi<strong>di</strong>; nel caso <strong>di</strong> terreni sabbiosi,<br />

invece, è buona norma frazionare gli interventi, interrando il 50% <strong>di</strong> tali concimi e <strong>di</strong>stribuendo<br />

la restante parte in copertura.<br />

Diversamente, la concimazione azotata in pre-trapianto va notevolmente limitata in quantità,<br />

poiché può indurre nella pianta un eccessivo rigoglio, allungando, quin<strong>di</strong>, il ciclo vegetativo e<br />

causando ritar<strong>di</strong> nella fioritura e, <strong>di</strong> conseguenza, anche nella fruttificazione e maturazione.<br />

IMPIANTO<br />

È buona norma impiantare con una densità bassa al fine <strong>di</strong> creare una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> migliore<br />

areazione tra le piante, ovviando agli attacchi dei patogeni, e <strong>di</strong> migliorare l’esplorazione del<br />

suolo da parte delle ra<strong>di</strong>ci, migliorando anche l’insolazione della coltura.<br />

Il materiale <strong>di</strong> propagazione è rappresentato da semi o da piantine trapiantate.<br />

L’ epoca <strong>di</strong> semina interessa tutte le stagioni. Di solito si effettuano due cicli, uno autunno<br />

vernino e l’altro primaverile estivo.<br />

Avvicendamento<br />

È una pratica poco sviluppata in agricoltura convenzionale. Nella coltivazione biologica, invece,<br />

è una tecnica colturale che può essere impiegata per contrastare i problemi <strong>di</strong> stanchezza del<br />

terreno e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> avversità.<br />

Il pomodoro si avvale dell’avvicendamento <strong>di</strong> colture rappresentate da zucca, cetriolo, lattuga.<br />

Cure consecutive<br />

CONCIMAZIONE<br />

Prima <strong>di</strong> effettuare un piano <strong>di</strong> concimazione è sempre buona norma effettuare delle analisi<br />

chimico-fisiche del suolo e delle analisi chimiche dell’acqua d’irrigazione per prevenire eventuali<br />

eccessi o carenze.<br />

30


Il metodo più utilizzato per la somministrazione <strong>degli</strong> elementi nutritivi è la fertirrigazione con<br />

concimi consentiti in regime <strong>di</strong> biologico e organo-minerali che possono essere integrati con<br />

biostimolanti <strong>di</strong> origine naturale quali il sangue secco, prodotti a base <strong>di</strong> alghe, macerati <strong>di</strong> erbe,<br />

aci<strong>di</strong> umici e fulvici.<br />

I principali elementi nutritivi da apportare sono:<br />

• Azoto (N): l'eccesso porta ad una vigoria troppo elevata, con scarsità <strong>di</strong> maturazione e<br />

peggioramento delle caratteristiche qualitative. È bene non superare le 90 - 120 unità/ha<br />

ed intervenire dopo l’allegagione. Il concime liquido utilizzato è borlanda fluida.<br />

• Fosforo (P): stimola lo sviluppo dell’apparato ra<strong>di</strong>cale e favorisce la formazione<br />

“plastica” delle piante, imprimendo ad essa robustezza e resistenza. Il fosforo è un<br />

macroelemento che interviene nel processo <strong>di</strong> lignificazione <strong>degli</strong> organi vegetativi,<br />

assicurando alla pianta una maggiore resistenza alle avversità climatiche ed agli attacchi<br />

da parte dei parassiti. I concimi fosfati utilizzati in copertura sono: scorie <strong>di</strong><br />

defosforazione, fosfato alluminio-calcio, fosfato naturale tenero.<br />

• Potassio (K): utilizzato principalmente dopo l’invaiatura, in quanto aumenta la pezzatura<br />

e la colorazione delle bacche. Si può utilizzare solfato <strong>di</strong> potassio o sale grezzo <strong>di</strong><br />

potassio.<br />

• Calcio (Ca): è utile per prevenire la “necrosi” o marciume apicale BLOSSON END<br />

ROT.<br />

• Magnesio (Mg): importante per la formazione della clorofilla; la “magnesio-carenza”<br />

induce la mancata formazione dei caratenoi<strong>di</strong> oltre che un ingiallimento delle foglie.<br />

Un buon piano <strong>di</strong> concimazione deve tener conto della competizione tra Ca, Mg e K.<br />

31


IRRIGAZIONE<br />

Il pomodoro da mensa è una coltura tipicamente irrigua. I fabbisogni idrici variano in base al<br />

periodo <strong>di</strong> coltivazione, alla presenza o meno <strong>di</strong> pacciamatura, all’ ambiente <strong>di</strong> coltivazione.<br />

Nella fase <strong>di</strong> post-trapianto le piante godono <strong>di</strong> modesta <strong>di</strong>sponibilità idriche per l'affondamento<br />

delle ra<strong>di</strong>ci, <strong>di</strong>sponibilità che va via via crescendo <strong>di</strong>ventando massima nella fase <strong>di</strong> maturazione.<br />

Durante la fioritura per evitare la cascola dei fiori è buona norma <strong>di</strong>minuire gli interventi.<br />

Il metodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione utilizzato è la microirrigazione ,o con manichetta forata o con<br />

irrigatori a goccia.<br />

INTERVENTI COLTURALI<br />

Consistono in:<br />

• potatura verde (eliminazione dei germogli, cimatura, eliminazione foglie basali).<br />

• applicazione <strong>di</strong> sostegni: si effettua quando la pianta ha raggiunto un'altezza <strong>di</strong> 35-40<br />

cm procedendo alla prima legatura del fusto al sostegno; le successive legature avverranno<br />

gradualmente negli interno<strong>di</strong>.<br />

• interventi per favorire la fioritura: si effettua la scuotitura, metodo che consiste nello<br />

scuotere quoti<strong>di</strong>anamente nel periodo fiorale attraverso vibratura meccanica per aumentare<br />

l'allegagione in coltura protetta;<br />

• impiego <strong>di</strong> insetti pronubi come Bombus terrestris, il quale va impiegato utilizzando, a<br />

partire dal mese <strong>di</strong> aprile, 10 arnie a ettaro ;<br />

• utilizzo <strong>di</strong> estratto <strong>di</strong> flavonoi<strong>di</strong>co-resinoso da propoli che, oltre ad agevolare una rapida<br />

cicatrizzazione delle ferite dovute a traumi o a potature e protezione dalla penetrazione <strong>di</strong><br />

patogeni, favorisce l’impollinazione, avendo un’efficace azione attrattiva nei confronti<br />

delle api.<br />

32


Mezzi agronomici per il controllo delle avversità<br />

• Malattie crittogamiche: effettuare l’arieggiamento della serra; rispettare adeguate<br />

<strong>di</strong>stanze tra le piante; eliminare residui colturali; effettuare rotazioni; utilizzare piante<br />

innestate.<br />

• Virus: la trasmissione dei virus può avvenire attraverso parti <strong>di</strong> pianta, per contatto o ad<br />

opera <strong>di</strong> organismi animali vettori (afi<strong>di</strong> ed aleroi<strong>di</strong>): eliminare le erbe infestanti ospiti del<br />

vettore, all'interno delle serre e lungo il perimetro esterno; estirpare le piante colpite.<br />

• Nemato<strong>di</strong>: utilizzare piante innestate; impiegare essenze biocide (generalmente<br />

Brassicaceae) allevate e sovesciate prima del ciclo <strong>di</strong> coltivazione del pomodoro (<strong>di</strong> tali<br />

essenze sono <strong>di</strong>sponibili sul mercato anche farine o pellets ottenuti); impiegare anche<br />

sostanze oleose <strong>di</strong> origine naturale estratte dai semi o da parti <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> alcune specie<br />

botaniche (Aza<strong>di</strong>rachta in<strong>di</strong>ca, Quillaja saponaria, Tagetes spp., etc.), preferibilmente in<br />

abbinamento con la tecnica della solarizzazione.<br />

• Insetti:<br />

- Afi<strong>di</strong>: <strong>di</strong>minuire le concimazione azotate ed eliminare gli ospiti primati;<br />

- Acari: eliminare le erbe spontanee;<br />

- Aleuro<strong>di</strong>de: eliminare erbe infestanti; scegliere razionalmente le epoche <strong>di</strong> semina e <strong>di</strong><br />

trapianto; effettuare la pacciamatura con materiale riflettente;<br />

- Lepidotteri: gestire le irrigazioni; impiegare meto<strong>di</strong> per portare allo scoperto larve e<br />

crisali<strong>di</strong>; eliminare le infestanti che ospitano le larve.<br />

33


10.2 Linee guida per l’olivicoltura biologica nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Applicare il metodo dell’agricoltura biologica, significa operare in un agroecosistema aziendale e<br />

territoriale in cui l’operatore de ve improntare l’attività <strong>di</strong> produzione agricola nel rispetto della<br />

vocazionalità pedoclimatica della zona e attraverso la programmazione <strong>di</strong> pratiche agricole non<br />

aggressive nei confronti dell’ambiente.<br />

Agroecosistema<br />

In agricoltura biologica è fondamentale conoscere i principali fattori che vanno a caratterizzare<br />

l'agroecosistema aziendale e territoriale per renderlo produttivo e protettivo nei riguar<strong>di</strong><br />

dell'ambiente in cui si opera. Il raggiungimento <strong>di</strong> questo equilibrio avviene attraverso una<br />

serie <strong>di</strong> interventi che hanno lo scopo <strong>di</strong>: garantire un elevato grado <strong>di</strong> mantenimento e<br />

conservazione del suolo e della sua fertilità; ripristinare e/o conservare la bio<strong>di</strong>versità; valorizzare le<br />

capacità intrinseche <strong>di</strong> varietà idonee all'ambiente; utilizzare in maniera ottimale le risorse<br />

naturali; riciclare la materia organica aziendale e ridurre l'utilizzo <strong>di</strong> energia ausiliaria. Inoltre<br />

è fondamentale salvaguardare le aree marginali non coltivate tipo siepi, aree <strong>di</strong> rifugio e<br />

muretti a secco dove numerosi organismi utili possono trovare rifugi.<br />

Piante utili nell’oliveto<br />

La presenza <strong>di</strong> piante consente agli insetti utili, <strong>di</strong> svilupparsi anche con basse popolazioni del<br />

fitofago principale: è così possibile il mantenimento <strong>di</strong> una popolazione più elevata <strong>di</strong> nemici<br />

naturali della coltura in grado <strong>di</strong> contrastare prontamente gli incrementi <strong>di</strong> popolazione del<br />

fitofago. Le piante considerate utili nell'agroecosistema oliveto: Acacia spinosa, Asparago<br />

spinoso, Cappero, Convolvolo, Enula, Fico o Caprifico, Giuggiolo, Lentisco, Mirto,<br />

Anagiride, ed inoltre: Acero, Agrumi, Calcatreppola, Cardo, Carlina, Cotogno, Erica arborea<br />

Filirea, Gelsomino, Ginestrella, Ligustro, Melo, Melograno, Nespolo del Giappone, Noce,<br />

Oleandro, Olivastro, Pero, Pittosporo, Rosmarino, Viburno.<br />

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Vocazionalità<br />

Il clima influenza fortemente lo svolgimento del ciclo vegetativo dell'olivo e ne con<strong>di</strong>ziona lo stato<br />

fitosanitario. L'olivo è una specie fortemente eliofila, caratterizzata da un'elevata rusticità e<br />

resistenza a perio<strong>di</strong> siccitosi. Resistenza acquisita nel tempo attraverso adattamenti sia <strong>di</strong><br />

caratteri anatomici che fisiologici. Si consiglia <strong>di</strong> non impiantare nelle aree dove si hanno <strong>degli</strong><br />

abbassamenti repentini <strong>di</strong> temperatura nei perio<strong>di</strong> autunno-primaverili, nel quale l'olivo viene a<br />

trovarsi in piena attività vegetativa.<br />

Scelta varietale<br />

Il metodo <strong>di</strong> coltivazione biologico può essere applicato o ad impianti preesistenti o ad impianti<br />

progettati ex novo. Nel primo caso l’operatore non può effettuare la scelta varietale improntata ai<br />

criteri dell’olivicoltura biologica, può tuttavia verificare se le varietà presenti in campo, ben si<br />

adattano alle tecniche <strong>di</strong> agricoltura biologica che si intendono adottare.<br />

Nel caso <strong>di</strong> un nuovo impianto, la scelta delle varietà deve essere fatta soprattutto in base alla<br />

capacità che esse hanno <strong>di</strong> adattarsi ad un particolare ambiente pedoclimatico, nonché in base<br />

alle caratteristiche qualitative dell’olio prodotto ed alla convenienza nel ricorrere ad un<br />

determinato sistema <strong>di</strong> raccolta. Nell’ambito <strong>di</strong> queste, le varietà da preferire sono quelle che<br />

presentano i requisiti <strong>di</strong>: resistenza alle avversità climatiche, sensibilità ridotta ai parassiti e rusticità. I<br />

criteri <strong>di</strong> scelta varietale a cui l'operatore farà riferimento sono basati sia su aspetti morfologici che<br />

fisiologici della coltura.<br />

Tabella 5 - Criteri <strong>di</strong> scelta varietale in olivicoltura biologica<br />

Varietà da preferire Motivazioni<br />

A drupa piccola Nei piccoli frutti, le alte T possono uccidere più<br />

facilmente le larve <strong>di</strong> mosca presenti nella polpa<br />

A maturazione precoce Si verifica la sfuggenza agli attacchi tar<strong>di</strong>vi <strong>di</strong> Mosca<br />

Con sensibilità ridotta ai<br />

<strong>di</strong>versi parassiti<br />

Con buona resistenza alle<br />

avversità meteoriche<br />

Le varietà poco sensibili ai parassiti consentono, in caso<br />

<strong>di</strong> attacco, una gestione più semplice dell’infestazione<br />

con minori danni<br />

Consentono <strong>di</strong> tollerare basse e elevate T, siccità e<br />

ventosità eccessiva<br />

Rustiche Coltivate su terreni poveri consentono <strong>di</strong> ottenere il max<br />

prodotto ottenibile in con<strong>di</strong>zioni pedologiche <strong>di</strong>fficili<br />

35


Scelta del materiale vivaistico<br />

Per la costituzione <strong>di</strong> nuovi impianti è obbligatorio utilizzare materiale proveniente da vivai che<br />

producono con il metodo <strong>di</strong> produzione biologica e che si auspica sia certificato da un punto <strong>di</strong><br />

vista sanitario e clonale.<br />

Questo materiale deve essere privo dei seguenti patogeni:<br />

Funghi<br />

Lebbra (Gloeosporium olivarum)<br />

Mal bianco delle ra<strong>di</strong>ci o marciume ra<strong>di</strong>cale (Rosellina necatrix)<br />

Verticilliosi (Verticillium dahliae)<br />

Batteri<br />

Rogna dell'olivo (Pseudomonas syringae subsp. Savastanoi)<br />

Insetti<br />

Cocciniglia mezzo grano <strong>di</strong> pepe (Saissetia oleae)<br />

Nemato<strong>di</strong><br />

Meloidogyne spp.<br />

Virus ed organismi patogeni virus - simili<br />

Maculatura anulare latente della fragola (SLRV)<br />

Mosaico dell'arabis (ArMV)<br />

Accartocciamento fogliare del ciliegio (CLRV)<br />

Maculatura anulare latente dell'olivo (OLRSV)<br />

Fase d'impianto<br />

Prima dell'impianto è bene effettuare un'analisi nematologica per la ricerca <strong>di</strong> Meloidogyne spp. e<br />

un'analisi fisico-chimica del terreno.<br />

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Sistemi <strong>di</strong> allevamento<br />

Per l'impianto dell'oliveto ci si deve orientare su forme <strong>di</strong> allevamento contenute che favoriscono<br />

le operazioni colturali e creano un microclima poco favorevole allo sviluppo delle crittogame e <strong>degli</strong><br />

insetti dannosi.<br />

Forme <strong>di</strong> allevamento<br />

Vaso policonico<br />

Buon arieggiamento della chioma, permette le lavorazioni e la crescita sottochioma delle sp. erbacee.<br />

Fruttifica molto in alto rendendo <strong>di</strong>fficili e costose le operazioni <strong>di</strong> potatura e raccolta manuale.<br />

Forma libera o a cespuglio<br />

Adatte per aziende che <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> poca manodopera per le operazioni <strong>di</strong> potatura e <strong>di</strong> raccolta.<br />

Non presuppone l’utilizzazione <strong>di</strong> macchine per la raccolta, si possono creare con<strong>di</strong>zioni favorevoli <strong>di</strong><br />

sviluppo dei patogeni all’interno della chioma per scarso arieggiamento.<br />

Monocono<br />

La più adatta alla raccolta meccanica per vibrazione del tronco. Si preferisce per quelle varietà che<br />

esprimono una precoce fruttificazione.<br />

Globo<br />

Precoce fruttificazione, protegge grazie alla sua vegetazione il tessuto corticale dall’eccessiva<br />

insolazione negli ambienti meri<strong>di</strong>onali.<br />

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Sesto d’impianto<br />

L’impianto dell'oliveto può essere fatto in quadro o in rettangolo.<br />

Le <strong>di</strong>stanze tra le piante <strong>di</strong>pendono dalle varietà, dal sistema <strong>di</strong> allevamento, dalle caratteristiche<br />

pedoclimatiche. Occorre altresì che le chiome <strong>degli</strong> olivi, quando hanno raggiunto il massimo<br />

sviluppo, non si tocchino. Un'eccessiva fittezza, può pregiu<strong>di</strong>care irrime<strong>di</strong>abilmente l'impianto, così<br />

come un'eccessiva <strong>di</strong>stanza può rappresentare un inutile spreco <strong>di</strong> terreno se non viene utilizzato per<br />

delle colture erbacee da red<strong>di</strong>to.<br />

Il sesto più idoneo può oscillare fra 5x6 m e 6x8 m (270-330 piante/ha).<br />

L'orientamento dei filari deve essere nord-sud in quanto tale garantisce la migliore illuminazione<br />

dell'apparato fogliare.<br />

Epoca <strong>di</strong> messa <strong>di</strong>mora<br />

E’ possibile effettuare la piantagione oltre che in primavera anche in autunno e in inverno per via<br />

del clima mite.<br />

Gestione della produzione<br />

Interventi sulla pianta<br />

Si consiglia ne i primi anni <strong>di</strong> intervenire con pochi tagli allo scopo <strong>di</strong> conferire alla pianta<br />

gradatamente la forma desiderata. Sulla pianta adulta è bene intervenire annualmente per attenuare i<br />

problemi legati all'alternanza <strong>di</strong> produzione e limitare la presenza <strong>di</strong> alcuni parassiti delle pianta, quali<br />

per es. la Saissetia oleae e la Zeuzera pyrina.<br />

Gestione del suolo<br />

Fertilità<br />

La gestione del suolo è finalizzata al mantenimento della fertilità chimico- fisica e microbiologica del<br />

terreno.<br />

Un corretto piano <strong>di</strong> fertilizzazione deve essere fondato sull’adozione <strong>di</strong> pratiche agronomiche<br />

conservative come l’impiego <strong>di</strong>: coperture vegetali, materiale organico <strong>di</strong> origine vegetale o animale e<br />

38


lavorazioni ridotte.<br />

In casi <strong>di</strong> constatata carenza <strong>di</strong> alcuni elementi nutritivi potrà essere consentita la<br />

somministrazione <strong>di</strong> fertilizzanti ausiliari <strong>di</strong> origine minerale e organica, previsti nell’Allegato II a<br />

del Reg. Cee 2092/91 e successive mo<strong>di</strong>fiche.<br />

Da valutare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> partenza me<strong>di</strong>ante analisi fisico-chimica.<br />

Tecniche consigliate:<br />

Utilizzo <strong>di</strong> coperture vegetali per mantenere un certo livello <strong>di</strong> sostanza organica nel terreno a<br />

bassi costi me<strong>di</strong>ante miscugli <strong>di</strong> graminacee e leguminose. L’inerbimento temporaneo naturale<br />

è possibile nel periodo autunno – vernino, il sovescio è preferibile utilizzarlo nel periodo marzo<br />

– aprile.<br />

Regolare immissione <strong>di</strong> sostanza organica <strong>di</strong> origine aziendale, (letame, residui vegetali).<br />

Tecniche sconsigliate:<br />

L’inerbimento artificiale o naturale permanente è quello meno raccomandabile poiché entra in<br />

forte competizione per le risorse idriche nel terreno. Tale pratica si consiglia dove la piovosità si<br />

aggira intorno ai 600 – 650 mm oppure in oliveti irrigui.<br />

Nel caso in cui gli interventi realizzati non siano sufficienti, è possibile intervenire con uno o più mezzi<br />

tra quelli previsti <strong>di</strong> origine minerale e organica ammessi nel Regolamento Cee 2092/91.<br />

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Lavorazioni<br />

Le lavorazioni <strong>di</strong> un terreno <strong>di</strong> un oliveto hanno come obiettivo la conservazione del terreno, la sua<br />

fertilità e l’umi<strong>di</strong>tà.<br />

Lavorazioni consigliate:<br />

Lavorazioni superficiali<br />

Lavorazioni or<strong>di</strong>narie massimo 2 – 3 volte l’anno<br />

Lavorazioni che non comportano un eccessivo sminuzzamento del terreno<br />

Lavorazioni con il terreno in tempera<br />

Lavorazioni sconsigliate:<br />

Lavorazioni profonde, per evitare <strong>di</strong> portare in superficie terreno inerte e interrare invece strati<br />

attivi dove sono presenti macro e microorganismi che concorrono alla demolizione <strong>di</strong> S.O.<br />

trasformandola in humus<br />

Oltre 4 lavorazioni – anno, per evitare clorosi ferrica, compattamento del terreno ed erosione<br />

superficiale<br />

Lavorazioni tipo fresature, provocano danni alla struttura del terreno e rottura delle ra<strong>di</strong>ci<br />

superficiali;<br />

Lavorazioni con terreni troppo umi<strong>di</strong> o troppo asciutti compromettono le caratteristiche fisiche<br />

Irrigazione<br />

del suolo.<br />

È necessario intervenire quando si verificano con<strong>di</strong>zioni critiche per il buon esito della coltura.<br />

I momenti in cui l’olivo risulta maggiormente sensibile agli stress idrici sono:<br />

Prefioritura<br />

Allegazione e lignificazione del nocciolo<br />

Ingrossamento delle drupe<br />

Generalmente i volumi stagionali possono variare da 1600 a 3000 m 3 /ha.<br />

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I sistemi <strong>di</strong> irrigazione a zampillo e a goccia risultano essere i più idonei perché evitano i ristagni <strong>di</strong><br />

umi<strong>di</strong>tà, da evitare l’irrigazione per aspersione sulla chioma.<br />

Controllo biologico dei parassiti<br />

In agricoltura biologica è fondamentale creare le con<strong>di</strong>zioni dell’agroecosistema che consentono <strong>di</strong><br />

limitare al massimo la presenza e lo sviluppo <strong>di</strong> organismi dannosi, anche attraverso il ripopolamento<br />

<strong>di</strong> insetti utili e favorire la capacità e resistenza della pianta. Pertanto il controllo sei parassiti si<br />

impernia sul seguente complesso <strong>di</strong> misure:<br />

o Scelta <strong>di</strong> varietà resistenti<br />

o Interventi agronomici<br />

o Protezione e sviluppo <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti ad esso favorevoli<br />

Gli interventi <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong>retti con mezzi tecnici ammessi in <strong>Agricoltura</strong> <strong>Biologica</strong>, (fattori artificiali<br />

<strong>di</strong> controllo), è consentito solo in caso <strong>di</strong> pericolo imme<strong>di</strong>ato che minacci le colture. A tale scopo, se<br />

possibile, occorre utilizzare tecniche e sistemi <strong>di</strong> monitoraggio a <strong>di</strong>sposizione.<br />

Tecniche <strong>di</strong> campionamento<br />

In olivicoltura biologica i campionamenti sono un mezzo in<strong>di</strong>spensabile per seguire l’evolversi delle<br />

infestazioni.<br />

Lo scopo è:<br />

In<strong>di</strong>viduare l’inizio <strong>degli</strong> attacchi;<br />

Verificare la presenza <strong>di</strong> uova e larve nelle olive;<br />

Seguire lo sviluppo <strong>degli</strong> insetti nelle olive;<br />

Calcolare la percentuale <strong>di</strong> olive infestate nonché il danno subito, al fine <strong>di</strong> stabilire il momento<br />

della raccolta anticipata.<br />

41


Tecniche <strong>di</strong> monitoraggio<br />

In <strong>Agricoltura</strong> <strong>Biologica</strong> il monitoraggio assume grande importanza in quanto le <strong>di</strong>verse metodologie<br />

<strong>di</strong> controllo <strong>degli</strong> insetti e i mezzi tecnici ammessi sono <strong>di</strong>retti solo contro l’adulto assumendo<br />

un’azione preventiva dell’infestazione. Inoltre i dati dei monitoraggi, ripetuti per molti anni,<br />

consentono <strong>di</strong> valutare la suscettività dell’ambiente allo sviluppo dei parassiti e quin<strong>di</strong> agire <strong>di</strong><br />

conseguenza.<br />

Il mezzo più idoneo per i monitoraggi è la trappola che consente all’agricoltore <strong>di</strong> accertare<br />

agevolmente la presenza dei parassiti dannosi.<br />

Lo scopo è quello <strong>di</strong>:<br />

In<strong>di</strong>viduare la presenza <strong>degli</strong> adulti, seguire l’andamento dei voli e quin<strong>di</strong> valutare quin<strong>di</strong> il<br />

potenziale <strong>di</strong> dannosità;<br />

In<strong>di</strong>viduare l’aumento <strong>di</strong> popolazione che in presenza <strong>di</strong> olive recettive deve essere seguito dal<br />

campionamento.<br />

Il monitoraggio fa uso <strong>di</strong> trappole che con sistemi <strong>di</strong>versi (colore, attrattivi sessuali e alimentari),<br />

richiamano gli adulti che rimangono invischiati sulla superficie collosa della trappola. Le trappola<br />

più efficaci si sono <strong>di</strong>mostrate quelle <strong>di</strong> colore giallo. Quelle colorate e innescate a feromone,<br />

anche se mostrano un’efficacia maggiore, tendono a sopravvalutare la presenza dell’insetto in<br />

campo.<br />

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11. Epilogo<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista strettamente terminologico, tutta l'agricoltura può essere definita “biologica”, nel<br />

senso che è un'attività basata sulla trasformazione biologica, da parte delle piante ver<strong>di</strong>, dell'energia<br />

solare, in prodotti utili all'uomo e in quei beni fondamentali per la salute che sono i cibi.<br />

Ciò premesso, il termine <strong>di</strong> agricoltura biologica va inteso in un'accezione <strong>di</strong>versa: cioè designare e<br />

<strong>di</strong>stinguere un metodo <strong>di</strong> agricoltura antitetico all'agricoltura convenzionale.<br />

L’importanza non la riveste solo in campo economico, in cui l’agricoltura biologica è innovazione, cioè<br />

un settore ancora tutto da esplorare, ma si inserisce perfettamente nel campo sociale grazie al<br />

mantenimento dei cicli biologici che permettono una produzione <strong>di</strong> qualità, la salvaguar<strong>di</strong>a della<br />

natura, la salute del consumatore ed il benessere animale.<br />

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12. SITOGRAFIA<br />

www.federbio.it<br />

www.treccani.it<br />

www.col<strong>di</strong>retti.it<br />

www.istat.it<br />

www.ifoam.com<br />

www.aiab.it<br />

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