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Numero 21 - Litografia Artistica Cartografica

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Anno VII numero <strong>21</strong>, giugno 2009 - Registrazione Tribunale di Firenze n. 3606 del 28.07.87<br />

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Firenze 1 € 3,50<br />

la cartografia<br />

PERIODICO DI INFORMAZIONE CARTOGRAFICA<br />

geologia<br />

urbana<br />

fondamenti geometrici<br />

della cartografia<br />

cartografia su internet<br />

NUMERO<br />

<strong>21</strong><br />

giugno 2009


La cartografia <strong>21</strong>/2009<br />

Periodico di informazione cartografica<br />

Rivista di LAC srl<br />

www.globalmap.it/magazine<br />

Direttore responsabile<br />

Monica Naef<br />

m.naef@lacartografia.it<br />

Editore<br />

Andrea Bonomo Editore<br />

Redazione<br />

LAC<br />

Via del Romito 11/13r<br />

50134 Firenze<br />

tel. 055 483 557, fax 055 483 690<br />

info@lac-cartografia.it<br />

Comitato scientifico<br />

Antonio Arrighi, Istituto Geografico Militare<br />

Giorgio Bezoari, Politecnico di Milano,<br />

Facoltà di Architettura e società<br />

Lucilia Gregori, Università di Perugia,<br />

Dipartimento di Scienze della Terra<br />

Giovanmaria Lechi, Politecnico di Milano,<br />

Facoltà di Ingegneria<br />

Attilio Selvini, Politecnico di Milano,<br />

Facoltà di Architettura e società<br />

AbbonAmEnTi<br />

Comitato di referaggio<br />

Evangelos Livieratos, Aristotle University of<br />

Thessaloniki (Grecia), School of Engineering,<br />

Faculty of Rural and Surveying Engineering<br />

Carlo Monti, Politecnico di Milano,<br />

Facoltà di Ingegneria<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

Leonardo Mura Design<br />

leonardomura.com<br />

Fotolito<br />

LAC, Firenze<br />

Stampa<br />

La Tipografica, Firenze<br />

Rivista trimestrale.<br />

Registrazione Tribunale di Firenze n. 3606 del<br />

28.07.87.<br />

Stampata nel mese di giugno 2009.<br />

Copyright 2009 by LAC.<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della<br />

rivista può essere riprodotta, rielaborata o<br />

diffusa senza autorizzazione scritta dell’editore.<br />

Hanno collaborato:<br />

Antonio Arrighi<br />

Istituto Geografico Militare<br />

Lucilia gregori<br />

Università degli Studi di Perugia, Dipartimento<br />

di Scienze della Terra; delegato regionale<br />

dell’Associazione Italiana Geologia e Turismo<br />

Valentina Rossi<br />

<strong>Litografia</strong> <strong>Artistica</strong> <strong>Cartografica</strong><br />

Con riferimento all’articolo Le pietre raccontano<br />

si ringraziano per la collaborazione il prof.<br />

G. Poli e la dott. ssa B. Moroni del Dipartimento<br />

di Scienze della Terra dell’Università di Perugia<br />

ed i dottori in Scienze Geologiche: A. Belpeiro,<br />

L. De Benedictis, F. Brunelli, V. Mostarda,<br />

M. Paceschi, M. Petriola che, svolgendo con<br />

entusiasmo e impegno la loro tesi di laurea<br />

triennale e/o magistrale, hanno contribuito alla<br />

produzione degli originali elaborati cartografici di<br />

Geologia Urbana.<br />

Abbonamento annuale (4 numeri l’anno) 14,00 euro da versare a<br />

LAC Srl, via del Romito 11-13r, 50134 Firenze con causale: abbonamento<br />

La Cartografia<br />

sul c/c postale n. 20879508<br />

oppure<br />

sul c/c bancario IBAN iT 30 n 01030 02822 000000020694<br />

la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Tipografia<br />

Copertina<br />

Handel Gothic<br />

Helvetica<br />

helvetica Neue<br />

Sabon<br />

Pagine interne<br />

Georgia<br />

Downcome regular<br />

Helvetica<br />

Helvetica Neue<br />

Sabon<br />

Carta<br />

Tutte le pagine da 1 a 48<br />

sono stampate su patinata opaca<br />

da 115 grammi


EDIToRIALE<br />

FoNDAMENTI GEoMETRICI DELLA CARToGRAFIA<br />

Si tratta di una serie di articoli che affrontano gli aspetti geometrici che<br />

presiedono alla formazione della moderna cartografia.<br />

La prima parte, esposta nelle pagine che seguono, è dedicata all’introduzione<br />

della problematica indicata; in essa si espongono sinteticamente gli argomenti<br />

relativi alle ‘superfici di riferimento’, alle ‘proiezioni cartografiche’ e ai ‘sistemi di<br />

riferimento locali e globali’.<br />

Nelle parti successive, pubblicate in altri numeri della rivista, vengono discusse<br />

in maniera più approfondita le questioni inerenti i ‘sistemi di coordinate e le<br />

relative trasformazioni e conversioni’, le ‘superfici di riferimento locali e globali<br />

e le relazioni che le legano’ ed infine il ‘significato di proiezione cartografica<br />

e le distorsioni che comporta’, nonché ‘le proprietà’, ‘la classificazione’, ‘la<br />

progettazione’ nell’ambito delle rappresentazioni cartografiche. Antonio Arrighi<br />

CARToGRAFIA SUL wEB<br />

La pubblicazione della cartografia su internet presenta notevoli vantaggi, come<br />

quello di raggiungere un numero illimitato di utenti e di mettere a disposizione<br />

dei medesimi un gran numero di informazioni che possono essere aggiornate<br />

continuamente. L.A.C. opera da anni in questo settore ed ha recentemente<br />

realizzato per il web la cartografia della provincia di Savona. Valentina Rossi<br />

LE PIETRE RACCoNTANo…<br />

Le pietre con cui è costruita una città raccontano le caratteristiche geologicogeomorfologiche<br />

del suo territorio. La cartografia di Geologia Urbana è uno<br />

strumento originale per divulgare queste informazioni che rivestono un valore<br />

storico, archeologico e monumentale e possono arricchire di una nuova chiave<br />

di lettura la visita del turista o sorprendere il cittadino. Lucilla Gregori<br />

3<br />

4<br />

6<br />

14<br />

22


EditorialE<br />

cultura<br />

della cartografia<br />

testo_ Andrea bonomo<br />

Questo numero <strong>21</strong><br />

caratterizza bene la nostra<br />

rivista all’inizio della sua<br />

terza decade e introduce a quella che<br />

sarà più o meno la sua struttura tipica<br />

nelle uscite successive.<br />

lo apriamo con un argomento<br />

di carattere tecnico-culturale che<br />

tratteremo ‘a puntate’: i fondamenti<br />

geometrici della cartografia. esposto<br />

in maniera schematica ma rigorosa,<br />

suggeriamo questo tema per un<br />

utile ripasso delle basi della nostra<br />

disciplina. nelle uscite successive<br />

completeremo l’argomento.<br />

la sezione tecnico-culturale ha un<br />

taglio volutamente più ‘scolastico’<br />

delle altre parti della rivista, perché<br />

si pone l’obiettivo di fornire una<br />

trattazione il più possibile completa<br />

di argomenti fondamentali per<br />

diffondere la cultura della cartografia.<br />

le altre sezioni della rivista sono<br />

quella divulgativa e quella scientifica.<br />

in questo numero, la prima è<br />

dedicata a un argomento molto<br />

attuale: la cartografia sul web.<br />

Portando ad esempio la carta della<br />

provincia di savona realizzata<br />

recentemente da l.a.c., vengono<br />

illustrate le caratteristiche di questo<br />

tipo di prodotto e soprattutto le<br />

sue grandi potenzialità che stanno<br />

portando molti enti pubblici e<br />

territoriali a dotarsi di tale strumento.<br />

Questa sezione ospiterà spesso<br />

articoli che illustrano lavori<br />

cartografici di particolare interesse<br />

o con caratteristiche peculiari. e<br />

possiamo già anticipare che nel<br />

numero di settembre stupiremo i<br />

lettori svelando l’esistenza di un<br />

patrimonio unico nel suo genere.<br />

infine, ma proprio non per<br />

importanza, troviamo un lungo<br />

articolo che ci accompagna lungo<br />

le vie del centro di Perugia, alla<br />

scoperta della ‘geologia urbana’.<br />

risultato di un lavoro di ricerca<br />

svolto dall’università di Perugia,<br />

4 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

la cartografia di geologia urbana<br />

vuole divulgare contenuti di carattere<br />

scientifico in ambito turistico ed<br />

è rivolta ad un pubblico di livello<br />

culturale medio-alto interessato a<br />

un’informazione di maggiore spessore<br />

culturale e alla fruizione dell’ambiente<br />

urbano in un modo forse un po’<br />

inconsueto, ma decisamente più<br />

affascinante e consapevole.<br />

in conclusione, possiamo dire<br />

che con questo numero vogliamo<br />

stuzzicare la curiosità, rafforzare le<br />

basi della conoscenza, offrire stimoli<br />

per sfruttare a pieno le possibilità<br />

che la tecnologia ci mette oggi a<br />

disposizione. Vogliamo rendere i<br />

nostri lettori consapevoli delle risorse<br />

che una carta può rappresentare<br />

anche fuori dai filoni classici<br />

della cartografia tematica perché<br />

questo possa contribuire a creare<br />

e mantenere la tanto da noi (e non<br />

solo da noi) auspicata cultura della<br />

cartografia.


fondamenti<br />

geometrici<br />

della cartografia<br />

1 A Parte<br />

testo_ Antonio Arrighi<br />

SI TRATTA DI UNA SERIE DI ARTICoLI CHE AFFRoNTANo GLI ASPETTI<br />

GEoMETRICI CHE PRESIEDoNo ALLA FoRMAzIoNE DELLA MoDERNA<br />

CARToGRAFIA.<br />

LA PRIMA PARTE, ESPoSTA NELLE PAGINE CHE SEGUoNo, è DEDICATA<br />

ALL’INTRoDUzIoNE DELLA PRoBLEMATICA INDICATA; IN ESSA SI ESPoNGoNo<br />

SINTETICAMENTE GLI ARGoMENTI RELATIVI ALLE ‘SUPERFICI DI RIFERIMENTo’,<br />

ALLE ‘PRoIEzIoNI CARToGRAFICHE’ E AI ‘SISTEMI DI RIFERIMENTo LoCALI E<br />

GLoBALI’.<br />

NELLE PARTI SUCCESSIVE, PUBBLICATE NEI PRoSSIMI NUMERI DELLA<br />

RIVISTA, VENGoNo DISCUSSE IN MANIERA PIù APPRoFoNDITA LE qUESTIoNI<br />

INERENTI I ‘SISTEMI DI CooRDINATE E LE RELATIVE TRASFoRMAzIoNI E<br />

CoNVERSIoNI’, LE ‘SUPERFICI DI RIFERIMENTo LoCALI E GLoBALI E LE<br />

RELAzIoNI CHE LE LEGANo’ ED INFINE IL ‘SIGNIFICATo DI PRoIEzIoNE<br />

CARToGRAFICA E LE DISToRSIoNI CHE CoMPoRTA’, NoNCHé ‘LE<br />

PRoPRIETà’, ‘LA CLASSIFICAzIoNE’, ‘LA PRoGETTAzIoNE’ NELL’ AMBITo DELLE<br />

RAPPRESENTAzIoNI CARToGRAFICHE.<br />

6 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

la Cartografia_10 6


Premessa<br />

nel procedimento di rappresentazio-<br />

ne cartografica della terra si fa ricorso<br />

alla sfera o all’ellissoide.<br />

si tratta di due superfici di<br />

riferimento curve che vengono<br />

trasformate nel piano della carta per<br />

Sfera<br />

Ellissoide<br />

Scelta<br />

superficie<br />

di riferimento<br />

Riduzione<br />

di scala<br />

mezzo di una proiezione cartografica.<br />

inoltre, poiché una carta topografica<br />

è una rappresentazione a piccola<br />

scala della superficie della terra, si<br />

applica alle citate superfici anche una<br />

riduzione di scala.<br />

La terra<br />

Proiezione<br />

sul piano<br />

cartografico<br />

Schema del procedimento di rappresentazione<br />

cartografica della Terra.<br />

Un mezzo della Protezione Civile.<br />

Rappresentazione<br />

cartografica<br />

7


Sezione trasversale dell’ellissoide, che<br />

rappresenta una forma geometrica della Terra,<br />

con l’indicazione dei semi-assi maggiore<br />

e minore.<br />

Superfici di riferimento<br />

Quindi, in cartografia si usano dif-<br />

ferenti superfici di riferimento indicate<br />

anche come ‘forme’ della terra.<br />

tali superfici sono contraddistinte<br />

da un carattere geometrico o<br />

matematico (ellissoide o sfera =<br />

riferimento planimetrico) per fissare<br />

la posizione in piano dei punti<br />

caratteristici della superficie terrestre,<br />

o da un carattere fisico (geoide =<br />

riferimento altimetrico = superficie<br />

equipotenziale) per fissare la posizione<br />

in quota dei medesimi punti di<br />

interesse.<br />

da notare che l’ellissoide viene<br />

impiegato per la realizzazione di<br />

a<br />

Semi-asse maggiore<br />

cartografia a grande scala, mentre<br />

la sfera è il riferimento geometrico<br />

utilizzato per la cartografia a piccola<br />

scala.<br />

tra gli ellissoidi più comunemente<br />

usati si possono ricordare quello<br />

internazionale (noto anche come<br />

ellissoide di Hayford) e quelli di<br />

Krasovsky, di bessel e di clarke 1880.<br />

Per georeferenziare i particolari<br />

del terreno in maniera accurata,<br />

l’ellissoide prescelto deve adattarsi<br />

adeguatamente all’area di interesse,<br />

ovvero occorre che la rappresenti con<br />

elevata approssimazione o, in altre<br />

parole, sia molto simile al vero.<br />

se tale condizione è soddisfatta<br />

vuol dire che si è stabilito un datum<br />

b<br />

Polo<br />

Semi-asse minore<br />

8 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

orizzontale (o geodetico), che è un<br />

ellissoide posizionato e orientato<br />

in modo tale da corrispondere<br />

geometricamente al meglio con l’area<br />

o con il territorio da cartografare. da<br />

notare che, sull’intero globo terrestre,<br />

sono stati definiti centinaia di datum<br />

orizzontali locali.<br />

Per stabilire le quote scritte sulle<br />

carte topografiche si usa invece un<br />

datum verticale. il punto di partenza<br />

da cui misurare queste quote è il<br />

livello medio del mare (lmm)<br />

stabilito in un ben preciso punto della<br />

costa. a partire da questo punto è<br />

possibile misurare le quote dei punti<br />

della superficie della terra applicando<br />

tecniche di livellazione.<br />

Piano<br />

equatoriale


Proiezioni cartografiche<br />

Per produrre una carta topografica,<br />

la superficie curva di riferimento della<br />

terra, approssimata da un ellissoide<br />

o da una sfera, viene trasformata nel<br />

piano della carta per mezzo di una<br />

proiezione cartografica.<br />

in altre parole, ogni punto sulla<br />

superficie di riferimento della terra di<br />

coordinate geografiche (φ, λ) viene trasformato<br />

in una coppia di coordinate<br />

cartesiane (x, y) che ne rappresentano<br />

la posizione sul piano della carta.<br />

le proiezioni cartografiche ideate<br />

sono diverse centinaia, tuttavia quelle<br />

realmente impiegate sono un numero<br />

assai più contenuto. le più comunemente<br />

usate sono:<br />

• mercatore trasversa universale<br />

(utm)<br />

• mercatore trasversa [tm, nota<br />

anche come gauss-Kruger<br />

o gauss-boaga (in italia)]<br />

• Policonica<br />

• conica conforme di lambert<br />

• stereografica<br />

Datum<br />

Verticale<br />

Greenwich<br />

Polo<br />

le proiezioni cartografiche sono<br />

comunemente classificate in base alla<br />

superficie geometrica da cui sono<br />

derivate, ovvero: piano, cilindro o<br />

cono. le corrispondenti classi di<br />

appartenenza sono rispettivamente<br />

azimutale, cilindrica o conica.<br />

λ<br />

Equatore<br />

Schema della livellazione geometrica.<br />

P (λ, φ)<br />

Superficie di riferimento (ellissoide) e piano di<br />

proiezione.<br />

φ<br />

Y<br />

P (x, y)<br />

9<br />

X


Azimutale Cilindrica Conica<br />

Le tre classi di proiezioni cartografiche.<br />

inoltre, le proiezioni cartografiche<br />

sono spesso descritte per mezzo delle<br />

loro proprietà: di equivalenza, di equidistanza<br />

di conformità.<br />

in base a queste caratteristiche si<br />

può osservare che: a) una proiezione<br />

conforme rappresenta correttamente<br />

angoli e forme, b) una proiezione<br />

equivalente rappresenta correttamente<br />

le aree, c) una proiezione equidistante<br />

rappresenta correttamente le distanze<br />

soltanto lungo alcune direzioni.<br />

Sistema di riferimento locale<br />

molte nazioni hanno definito un<br />

sistema di riferimento locale.<br />

si parla di sistema di riferimento locale<br />

quando, oltre alle prescelte superficie<br />

di riferimento (datum orizzontale)<br />

e proiezione cartografica, risultano definiti<br />

localmente l’origine e gli assi del<br />

sistema di coordinate cartografiche.<br />

in effetti, è più appropriato parlare<br />

di sistema geodetico-cartografico<br />

locale che risulta definito dal datum<br />

orizzontale, dal suo orientamento,<br />

dalla sua realizzazione, dalle formule<br />

10 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Inquadramento della cartografia italiana.<br />

di trasformazione da superficie di<br />

riferimento a superficie cartografica e<br />

dall’origine ed orientamento del sistema<br />

di coordinate cartografiche.<br />

in italia il sistema di riferimento<br />

geodetico-cartografico locale denominato<br />

roma40 è definito da:<br />

< ellissoide internazionale (Hayford)<br />

• orientamento roma monte mario<br />

(definizione astronomica 1940)<br />

º ϕ = 44° 55’ 25,51”<br />

º λ = 0° (12° 27’ 08,4” est<br />

da greenwich)<br />

º α = 6° 35’ 00,88” (azimut<br />

su monte soratte)<br />

< realizzazione<br />

• rete di triangolazione<br />

fondamentale dell’istituto<br />

geografico militare<br />

< rappresentazione cartografica<br />

conforme di gauss<br />

• due fusi (ovest e est, ampiezza<br />

6°, fattore di scala m = 0,9996<br />

0<br />

• origine coordinate – punto di<br />

incontro tra equatore e meridiano<br />

centrale di ciascun fuso<br />

• coordinate origini – fuso ovest<br />

(e= 1500 km, n= 0); fuso est (e=<br />

2520km, n= 0)


6°<br />

– 3° 27’ 08.400”<br />

MERIDIANO CENTRALE<br />

FALSA ORIG. 1 500 km<br />

FUSO OVEST<br />

– 0° 27’ 08.400”<br />

9° 12°<br />

0°<br />

12° 27’ 08.400”<br />

FUSO EST<br />

LONGITUDINI EST DA GREENWICH<br />

Zona di estensione del reticolato<br />

ROMA M. MARIO<br />

2° 32’ 51.600”<br />

MERIDIANO CENTRALE<br />

FALSA ORIG. 2 520 km<br />

15° 18°<br />

(Fonte: BG-IGM Formulario 2008)<br />

11


Sistema di riferimento WGS84.<br />

X WGS84<br />

Sistema di riferimento globale<br />

occorre comunque osservare che<br />

i sistemi di riferimento globali, per<br />

misurare la terra nel suo insieme con<br />

l’impiego dei satelliti artificiali, rappresentano<br />

ormai una realtà consolidata.<br />

a questo proposito, con il gPs si è<br />

giunti alla definizione del Wgs84 che<br />

è un sistema con le seguenti caratteristiche:<br />

• è costituito da una terna cartesiana<br />

destrorsa;<br />

• l’origine degli assi coincide con il<br />

centro di massa terrestre;<br />

• l’asse Z è diretto verso il Polo nord<br />

terrestre convenzionale (ctP);<br />

cmt<br />

12 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Z WGS84<br />

O WGS84<br />

• l’asse X è definito dall’intersezione<br />

fra il piano meridiano di greenwich<br />

e il piano equatoriale associato al<br />

ctP;<br />

• la terna cartesiana è solidale alla<br />

terra.<br />

al sistema Wgs84 è associato un<br />

ellissoide biassiale, geocentrico ed<br />

equipotenziale del campo normale<br />

della gravità, denominato anch’esso<br />

Wgs84.<br />

esso è definito da un parametro<br />

metrico (semi-asse maggiore)<br />

e tre parametri non metrici<br />

(costante gravitazionale, velocità<br />

di rotazione angolare, coefficiente<br />

gravitazionale).<br />

Y WGS84<br />

(Fonte: Maseroli 2009)


Meridiano zero<br />

X WGS84<br />

la realizzazione globale del<br />

Wgs84 è rappresentata dalla rete di<br />

stazioni permanenti gestite dal dod<br />

(dipartimento della difesa ) usa<br />

collegate alla costellazione di satelliti<br />

gPs.<br />

la realizzazione europea è invece<br />

rappresentata dalla rete euref89<br />

= etrf89, mentre la realizzazione<br />

italiana è costituita dalla rete<br />

igm95.<br />

al sistema Wgs84 è possibile<br />

associare, naturalmente, una<br />

rappresentazione cartografica: ad<br />

esempio, in italia, l’igm è stato il<br />

primo ad attuare la rappresentazione<br />

utm con inquadramento Wgs84<br />

denominata utm-etrf89.<br />

Per fornire supporto adeguato<br />

alla tecnologia gPs in tempo reale<br />

(rtK), dall’inizio del 2009 è istituito<br />

in italia, dall’igm, il sistema<br />

geodetico-cartografico definito da:<br />

Z WGS84<br />

< sistema di riferimento geodetico<br />

europeo 1989 (etrs89):<br />

• realizzazione etrf2000(2008.0);<br />

• ellissoide geocentrico associato<br />

grs80;<br />

< rappresentazione cartografica<br />

conforme di mercatore trasversa<br />

(tm).<br />

Sur a c e L.,: La georeferenziazione<br />

delle informazioni territoriali,<br />

I.G.M. - Bollettino di Geodesia e<br />

S.A., 1998<br />

O WGS84<br />

bibliografia<br />

ITC, Internal notes on Geometric<br />

Cartography, vari anni<br />

MaS e r o L i r., La Rete Dinamica<br />

Nazionale RDN ed il nuovo<br />

Sistema di Riferimento italiano<br />

ETRF2000(2008.0), Conferenza<br />

interna I.G.M., 2009<br />

CTP<br />

Centro di massa<br />

della Terra<br />

Y WGS84<br />

(Fonte: Maseroli 2009)<br />

Ellissoide associato al sistema WGS84.<br />

13


cartografia<br />

sul Web<br />

S<br />

i chiama cartografia<br />

multifunzionale la<br />

cartografia che non è fatta<br />

solo per la tradizionale stampa su<br />

carta, ma anche, e soprattutto, per la<br />

pubblicazione su internet.<br />

se ne stanno dotando i portali<br />

degli enti pubblici e territoriali<br />

che raggiungono grazie ad essa un<br />

pubblico molto più numeroso ed<br />

eterogeneo di quello a cui si rivolge<br />

la classica cartina turistica o stradale,<br />

e che possono tenere aggiornate<br />

le informazioni in tempo reale<br />

testo_ Valentina Rossi<br />

LA PUBBLICAzIoNE DELLA<br />

CARToGRAFIA SU INTERNET PRESENTA<br />

NoTEVoLI VANTAGGI, CoME qUELLo<br />

DI RAGGIUNGERE UN NUMERo<br />

ILLIMITATo DI UTENTI E DI METTERE<br />

A DISPoSIzIoNE DEI MEDESIMI UN<br />

GRAN NUMERo DI INFoRMAzIoNI<br />

CHE PoSSoNo ESSERE AGGIoRNATE<br />

CoNTINUAMENTE. L.A.C. oPERA DA<br />

ANNI IN qUESTo SETToRE ED HA<br />

RECENTEMENTE REALIzzATo PER<br />

IL wEB LA CARToGRAFIA DELLA<br />

PRoVINCIA DI SAVoNA.<br />

segnalando nuovi progetti o sviluppi.<br />

Per quanto la buona vecchia cartadi-carta<br />

(o di altro supermateriale<br />

antipioggia/antistrappo) conservi<br />

per noi un fascino insuperabile,<br />

quell’essenza meravigliosamente<br />

materiale ma al tempo stesso<br />

evocativa che emana quando<br />

occhieggia dalla piega sullo scaffale,<br />

volete mettere la comodità di trovare<br />

tutto direttamente sul computer? e<br />

la facilità e il risparmio che ci sono<br />

nell’aggiornare le informazioni,<br />

per chi quelle informazioni le vuole<br />

14 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

rendere note? ebbene sia, dunque,<br />

largo alle carte (anche) sul web.<br />

di cartografia multifunzionale ci<br />

siamo già occupati circa tre anni fa,<br />

quando l.a.c. cominciò a produrla;<br />

il primo progetto fu la carta turisticoculturale<br />

della regione Veneto (cfr.<br />

La cartografia n. 11, settembre<br />

2006). l’ultimo prodotto realizzato<br />

è la carta della provincia di savona<br />

che prendiamo ad esempio in questo<br />

articolo per illustrare le caratteristiche<br />

delle più recenti realizzazioni<br />

cartografiche per il web.


Versatile e interattiva<br />

la base cartografica consiste in una<br />

carta stradale, sulla quale sono stati<br />

inseriti i tematismi concordati con<br />

il committente (nel caso di savona,<br />

di natura turistico-culturale). ma<br />

trattandosi di una carta da consultare<br />

via internet, l’aspetto tecnicamente più<br />

importante è costituito dal motore che<br />

consente di interrogare la carta e di<br />

estrarre una miriade di informazioni<br />

come illustrato di seguito.<br />

l’evidente vantaggio di questo tipo di<br />

cartografia è che essa rende disponibili<br />

on line migliaia di informazioni relative<br />

agli oggetti di interesse ed è di facile<br />

navigazione per l’utente.<br />

le potenzialità delle carte<br />

multifunzionali sono notevoli:<br />

• rappresentano infatti la soluzione<br />

ideale per i soggetti che desiderano<br />

mettere a disposizione di un<br />

numero illimitato di utenti una<br />

rappresentazione cartografica di<br />

alto pregio che contenga migliaia<br />

di informazioni interrogabili<br />

singolarmente, via web.<br />

l’operazione di pubblicazione<br />

sul web della cartografia<br />

multifunzionale renderà la stessa<br />

visibile ed accessibile ad un largo<br />

numero di utenti;<br />

• permettono di seguire in tempo<br />

reale lo sviluppo, il completamento<br />

e gli aggiornamenti dei vari progetti<br />

ad essa collegati (carte regionali,<br />

provinciali e piante di città);<br />

• permettono alle aziende che<br />

aderiscono al nostro programma di<br />

advertising di essere presenti in tempo<br />

reale. le informazioni pubblicate<br />

sul web potranno difatti essere<br />

fruibili immediatamente, in quanto<br />

questa forma di pubblicazione elimina<br />

le difficoltà e i tempi tecnici<br />

necessari agli aggiornamenti della<br />

banca dati distribuita via software.<br />

le stesse aziende possono stipulare<br />

un contratto di assistenza per<br />

l’aggiornamento delle informazioni<br />

pubblicate. tramite un account di<br />

accesso a un’area riservata, l’utente<br />

(azienda privata o ente pubblico)<br />

potrà modificare a suo piacimento<br />

sia le informazioni testuali sia le<br />

eventuali immagini presenti nel proprio<br />

spazio.<br />

il web gis costituisce quindi lo<br />

strumento più adatto e funzionale per<br />

enti pubblici come regioni o province<br />

che desiderano pubblicare nel loro<br />

portale informazioni cartografiche,<br />

territoriali e alfanumeriche, relative ad<br />

esempio al loro patrimonio artistico,<br />

culturale e ambientale.<br />

la cartografia realizzata per la<br />

Provincia di savona si può consultare<br />

all’indirizzo http://62.48.35.201/<br />

savona2/<br />

importanti novità<br />

CommittEntE indirizzo wEb dEsCrizionE<br />

Questa nuova versione web,<br />

rispetto alla precedente, presenta<br />

alcune novità importanti:<br />

• una nuova interfaccia grafica<br />

personalizzabile con banner animati;<br />

• una nuova legenda divisa per<br />

cartelle e sottocartelle;<br />

• la possibilità di editing delle entità<br />

interrogabili da parte dell’utente,<br />

tramite database.<br />

con questa nuova versione, sono<br />

stati realizzati i seguenti progetti web:<br />

Provincia di Firenze http://62.48.35.201/firenzestrade2/ Cartografia della Viabilità della<br />

provincia di Firenze<br />

Comune di Firenze http://62.48.35.201/firenzeciclo2/ Cartografia della Mobilità Ciclistica<br />

del Comune di Firenze<br />

Appennino Turismo http://62.48.35.201/umbriamarche/ Cartografia Cicloescursionistica<br />

dell’Appennino Umbro-marchigiano<br />

Comune di Montegrotto http://62.48.35.201/montegrotto2/ Portale cartografico turistico<br />

Provincia di Ravenna http://62.48.35.201/ravenna2/ Portale cartografico turistico<br />

Regione Calabria http://62.48.35.201/calabria2/ Portale cartografico turistico<br />

15


Descrizione del prodotto<br />

grazie al motore open source<br />

mapserver (web gis), è infatti<br />

possibile navigare e interrogare la<br />

cartografia direttamente via web.<br />

È possibile rappresentare tematismi<br />

appartenenti a innumerevoli<br />

categorie, come beni culturali e beni<br />

ambientali, rete stradale, sentieristica,<br />

esercizi commerciali.<br />

infatti con questo prodotto è<br />

possibile:<br />

1. rappresentare on line mappe<br />

cartografiche complete di rete<br />

stradale, aree abitate, idrografia,<br />

parchi naturali e con una<br />

rappresentazione realistica della<br />

morfologia del territorio;<br />

2. personalizzare la mappa con<br />

l’integrazione di oggetti specifici<br />

dell’ente: uffici, parcheggi, scuole,<br />

beni culturali e ambientali ecc…;<br />

3. usare le funzioni di Zoom in,<br />

Zoom out, Pan, interrogazione;<br />

4. visualizzare tabelle informative<br />

relative alla cartografia<br />

visualizzata: con un semplice click<br />

del mouse è possibile richiamare<br />

le informazioni alfanumeriche<br />

associate all’oggetto selezionato;<br />

5. scegliere le categorie di proprio<br />

interesse: è possibile gestire la<br />

lista delle tipologie di oggetti<br />

rappresentati e conseguentemente<br />

scegliere una o più categorie da<br />

visualizzare e interrogare;<br />

6. effettuare ricerche alfanumeriche<br />

per ottenere informazioni<br />

dettagliate sugli oggetti<br />

rappresentati.<br />

Principali caratteristiche<br />

l’interfaccia standard sarà come<br />

nell’immagine qui accanto.<br />

16 la Cartografia_<strong>21</strong>/09


naturalmente l’interfaccia verrà<br />

personalizzata a seconda delle<br />

esigenze del cliente.<br />

in particolare vediamo di<br />

seguito quali sono queste possibili<br />

personalizzazioni:<br />

• è possibile cambiare l’intestazione<br />

della pagina (all’interno del<br />

rettangolo celeste della Fig. 1);<br />

• è possibile inserire dei loghi e delle<br />

immagini animate (all’interno del<br />

rettangolo rosso della Fig. 1);<br />

• è possibile, attraverso il bottone<br />

(all’interno del rettangolo arancione<br />

Figura 1<br />

18 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

della Fig. 1) aprire una pagina<br />

internet prescelta.<br />

inoltre è possibile prevedere una<br />

serie di tasti funzione (rettangolo rosa<br />

della Fig. 1):<br />

• al click sul tasto “credits”<br />

si aprirà un Pop up contenente<br />

le informazioni sui curatori del<br />

progetto;<br />

• al click sul tasto “sentieri in<br />

gPX” si aprirà un Pop up in cui<br />

sarà possibile scaricare i tracciati<br />

dei sentieri in carta e al click sul<br />

link;<br />

• al click sul tasto “HelP” si aprirà<br />

un Pop up contenente la guida<br />

online dell’applicazione.<br />

accanto a questi tasti o alternativamente<br />

ad essi, si potranno inserire<br />

uno o più tasti di informazioni scelti<br />

dal cliente.<br />

Principali funzionalità<br />

1. Legenda<br />

la legenda (che compare nella<br />

colonna di sinistra) è personalizzabile<br />

in base alle entità da inserire.<br />

si presenteraà ad esempio divisa in<br />

poche cartelle, all’interno delle quali<br />

si trovano tutti i livelli relativi a quel<br />

gruppo.


ogni tematismo verrà rappresentato<br />

con un simbolo (puntuale, lineare o<br />

areale).<br />

selezionando o deselezionando il<br />

check a fianco di ogni tematismo, si<br />

attiva o disattiva la visualizzazione del<br />

simbolo sulla carta. inoltre è possibile<br />

aprire e chiudere la legenda tramite un<br />

bottone.<br />

2. Interrogazione della mappa<br />

tramite il pulsante di<br />

interrogazione è possibile<br />

visualizzare le informazioni relative ad<br />

un oggetto presente sulla mappa.<br />

l’interrogazione può avvenire o<br />

selezionando con un click un elemento<br />

o disegnando un rettangolo sulla<br />

mappa. nel primo caso si otterranno<br />

risultati relativi all’oggetto selezionato<br />

mentre nel secondo verranno visualizzate<br />

le informazioni relative a tutti gli<br />

oggetti contenuti nel rettangolo.<br />

Per poter essere interrogato, un<br />

oggetto dovrà essere attivo e visibile,<br />

quindi il check presente nel pannello<br />

dei livelli dovrà essere attivo.<br />

i risultati dell’interrogazione saranno<br />

organizzati per gruppi nella colonna<br />

stessa della legenda.<br />

ad esempio attivando il livello<br />

‘chiese’ si otterranno le<br />

19


informazioni relative al simbolo<br />

interrogato (quale nome, città ecc..) .<br />

Queste informazioni potranno essere<br />

scelte dal cliente.<br />

È possibile poi visualizzare in<br />

carta l’elemento cercato cliccando<br />

sull’icona<br />

i risultati dell’interrogazione si<br />

presenteranno come link.<br />

al click sul link verrano visualizzate<br />

le informazione alfanumeriche (nelle<br />

varie lingue), il corredo fotografico<br />

relative all’entità selezionata, ulteriori<br />

link di riferimento.<br />

inoltre è possiblie stampare<br />

direttamente il Pop up tramite il tasto<br />

ottenendo una pagina con all’interno<br />

un logo prescelto.<br />

3. Ricerca<br />

tramite questo pulsante si può<br />

effettuare una ricerca testuale.<br />

i risultati di questa<br />

ricerca verranno visualizzati<br />

nella colonna di sinistra.<br />

inserendo ad esempio una stringa<br />

di testo, nella casella di testo, premendo<br />

successivamente il tasto ‘invio’<br />

o cliccando con il mouse sul bottone<br />

Ricerca!, verranno visualizzati nel<br />

pannello dei risultati tutte quelle<br />

entità che contengono all’interno del<br />

proprio nome il termine cercato.<br />

È possibile poi visualizzare in carta<br />

l’elemento cercato cliccando su questa<br />

icona. anche in questo caso i risultati<br />

saranno organizzati<br />

per gruppi e verrà anche<br />

indicato il numero di corrispondenze<br />

trovate che contengono<br />

quel termine.<br />

4. Stampa<br />

si può stampare la porzione di<br />

cartografia visualizzata tramite<br />

l’apposito pulsante.<br />

20 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

È possibile scegliere il formato di<br />

stampa del file tra: jpg, gif, png, pdf,<br />

geotiff.<br />

5. Collegamento alla vista<br />

Questo pulsante<br />

consente di inviare<br />

una e-mail con la vista<br />

visualizzata inserendo l’indirizzo<br />

e-mail del destinatario.<br />

6. Editing dei dati<br />

al cliente verranno forniti<br />

i dati per collegarsi e aprire<br />

tramite browser il database di<br />

amministrazione. da questo<br />

database sarà possibile da parte<br />

del cliente, in tempo reale, editare<br />

e quindi modificare e aggiornare le<br />

informazione in esso contenute che<br />

sono pubblicate sul web.<br />

tramite l’inserimento di utente e<br />

Password si accede al database di<br />

amministrazione; nella sezione edit<br />

è possibile modificare i dati relativi<br />

alle entità interrogabili in cartografia<br />

come si vede a pag. <strong>21</strong>.


Caratteristiche tecniche<br />

il prodotto è stato sviluppato<br />

utilizzando esclusivamente applicativi<br />

open source. il pacchetto funziona<br />

infatti grazie ai seguenti applicativi:<br />

• Web server apache (release 1.3.x) ;<br />

• PHP (release 4.4.2);<br />

• mapserver e mapscript (release 4.8);<br />

l’utilizzo di applicativi open source<br />

garantisce inoltre l’immediata reperibilità<br />

di aggiornamenti e migliorie<br />

e la costante evoluzione del prodotto<br />

stesso.<br />

il prodotto funziona sui sistemi operativi<br />

della famiglia microsoft e sulle<br />

principali distribuzioni linux.<br />

l’installzione e configurazione standard,<br />

anche in ambiente microsoft, si<br />

basa su web server apache (rendendo<br />

possibile l’impiego dei sistemi non<br />

server Windows) ma è anche possibile<br />

optare per un motore iis.<br />

È fondamentale ricordare che nelle<br />

versioni di Windows 2000 e XP professional,<br />

qualora venga utilizzato<br />

iis come web server, è presente la<br />

limitazione di 10 connessioni contemporanee.<br />

<strong>21</strong>


Le pietre<br />

raccontano…<br />

testo_ Lucilia gregori<br />

LE PIETRE CoN CUI è CoSTRUITA UNA CITTà RACCoNTANo LE<br />

CARATTERISTICHE GEoLoGICo-GEoMoRFoLoGICHE DEL SUo TERRIToRIo.<br />

LA CARToGRAFIA DI GEoLoGIA URBANA è UNo STRUMENTo oRIGINALE PER<br />

DIVULGARE qUESTE INFoRMAzIoNI CHE RIVESToNo UN VALoRE SToRICo,<br />

ARCHEoLoGICo E MoNUMENTALE E PoSSoNo ARRICCHIRE DI UNA NUoVA<br />

CHIAVE DI LETTURA LA VISITA DEL TURISTA o SoRPRENDERE IL CITTADINo.<br />

u<br />

n turista che voglia recarsi<br />

a visitare la città di Perugia<br />

parcheggia la sua auto<br />

in corrispondenza delle strade più<br />

prossime al centro storico e allinea il<br />

suo mezzo alle antiche mura cittadine,<br />

guardandosi intorno, per evitare di<br />

contravvenire ad eventuali regole o<br />

divieti locali, quindi si avvia, guida<br />

turistica alla mano, alla scoperta dei<br />

monumenti dell’acropoli perugina.<br />

la fontana maggiore, l’arco<br />

etrusco o la rocca Paolina sono<br />

luoghi simbolo della città ‘cliccabili’<br />

anche in rete; sono pertanto<br />

facilmente scaricabili tutte le<br />

informazioni tradizionali, basate<br />

su contenuti storici, archeologici o<br />

architettonici (fig. 1).<br />

ma il turista è, in genere,<br />

‘geologicamente distratto’, non<br />

avvezzo, ovviamente, a questo<br />

tipo di contenuti scientifici ed è<br />

inconsapevole di essersi fermato<br />

a ridosso delle mura esterne della<br />

22 la Cartografia_<strong>21</strong>/09


città che fonda il suo nucleo storico<br />

sopra un basamento litoide le cui<br />

rocce costituiscono un “insolito<br />

affioramento urbano” di depositi<br />

clastici: “sassi” che sono però<br />

la “memoria storica” della città<br />

(Gre G o r i, 2006). le mura urbiche<br />

perugine, infatti, sia quelle interne<br />

etrusche, sia quelle più esterne<br />

medioevali, sono appoggiate, con<br />

fondazione diretta, sui depositi di<br />

origine fluvio-deltizia del paleotevere<br />

e quindi sulla parte più alta di<br />

un grande apparato deltizio d’epoca<br />

plio-pleistocenica (fig. 2; Cat t u t o<br />

& Gr e G o r i, 1988). notizia di valore<br />

scientifico e culturale, non nota né<br />

comunicata, ma che andrebbe colta e<br />

trasmessa all’interno delle usuali gite<br />

turistiche nella città.<br />

Fig. 1 – Perugia appare come la ‘città del Travertino’ in un’immagine suggestiva ed emblematica.<br />

I palazzi che accompagnano una passeggiata lungo Corso Vannucci 1 sono realizzati quasi totalmente<br />

in travertino che contrasta cromaticamente con l’uniformità della pavimentazione in Macigno<br />

(arenaria) (foto L. Gregori).<br />

Fig. 2 – I depositi conglomeratici che<br />

rappresentano la parte sommitale (top-set)<br />

dell’apparato deltizio del paleo-Tevere visibili<br />

presso la Porta Sperandio. Un motivo di<br />

Geologia Urbana in città secondo cui è possibile<br />

rilevare che le mura medioevali in arenaria sono<br />

fondate sopra i banchi di rocce clastiche<br />

(foto L. Gregori).<br />

Questa insolita attenzione al<br />

substrato geologico in città, ai<br />

materiali da costruzione del tessuto<br />

urbano vecchio e nuovo, può attivare<br />

nuove implicazioni turistiche che<br />

emergono da un approccio non<br />

tradizionale, sotto il profilo geologico,<br />

all’edificato urbano: questa è la<br />

geologia urbana.<br />

geologia urbana<br />

la geologia urbana è una nuova<br />

‘disciplina’ o un orientamento<br />

culturale che prende il via, in modo<br />

significativo, dal progetto Le pietre<br />

di Bologna, realizzato dal comune<br />

di bologna (università degli studi di<br />

bologna - regione emilia romagna;<br />

aa.VV., 2003) che ha messo a<br />

punto un importante documento<br />

cartografico.<br />

23


tale disciplina mira a divulgare<br />

i contenuti di carattere scientifico,<br />

rivolti ad un target turistico<br />

culturalmente medio-alto, attento<br />

e motivato al punto di recepire<br />

un’informazione turistica di maggiore<br />

spessore culturale ed alla fruizione<br />

dell’ambiente urbano in modo<br />

inconsueto, ma decisamente più<br />

interessante e vincente sotto l’aspetto<br />

di una frequentazione più consapevole<br />

dei luoghi urbani.<br />

la definizione di geologia urbana<br />

di Wikipedia recita: “La Geologia<br />

Urbana si occupa dello studio dei<br />

sistemi urbani e della attendibile<br />

modellizzazione del sottosuolo sulla<br />

quale sorgono. È una branca della<br />

geologia ancora in fase di sviluppo<br />

soprattutto dal punto di vista<br />

metodologico.<br />

Si avvale, oltre che delle metodiche<br />

proprie della geologia di superficie<br />

e del sottosuolo, di un approccio<br />

interdisciplinare che tenga nel debito<br />

conto i dati storici, geoarcheologici,<br />

geoambientali, archeosismologici, ecc.<br />

[…].” 2<br />

Fig. 3 – Rappresentazione della cartografia<br />

di Geologia Urbana della città di Perugia<br />

(Modanesi, Gregori & Poli, 2008).<br />

il nuovo orientamento culturale<br />

di geologia e turismo, però, amplia<br />

il concetto e inserisce nella visione<br />

interdisciplinare il contributo della<br />

geologia e della geomorfologia,<br />

finalizzato alla comunicazione e<br />

divulgazione dei contenuti delle<br />

scienze della terra, riconoscibili nelle<br />

città.<br />

la cartografia derivata, quindi,<br />

reca informazioni di carattere storico,<br />

archeologico e monumentale come è<br />

giusto che sia in una carta turistica,<br />

ma si arricchisce della spiegazione<br />

delle rocce dei monumenti, li definisce<br />

nel loro insieme e poi per ‘zoomate’<br />

successive arriva al particolare, alla<br />

pietra messa in opera e alla roccia,<br />

fino alla sezione sottile che esplora<br />

e comunica la visione microscopica<br />

delle pietre cittadine. si passa, quindi,<br />

dall’acquisizione degli elementi<br />

dell’edificato a grande scala fino al<br />

dettaglio microscopico che descrive i<br />

fossili o minerali, non distinguibili a<br />

occhio nudo e presenti nella roccia.<br />

il documento (cartaceo e/o digitale)<br />

comprende anche informazioni<br />

che permettono di contestualizzare<br />

monumenti e città nel territorio in cui<br />

il sito urbano è edificato, descrivendo<br />

l’evoluzione ambientale dell’area,<br />

prima che gli uomini la eleggessero a<br />

fissa dimora.<br />

la ricostruzione di scenari paleo-<br />

ambientali (Cat t u t o et alii, 1992)<br />

consente di fornire una conoscenza<br />

geologica del passato dei luoghi, ma<br />

anche di trasmettere un paesaggio<br />

emozionale che emerge dalle<br />

manifestazioni artistiche, dalla cultura,<br />

dalle tradizioni, ecc. nasce così a<br />

24 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Perugia il ‘Progetto Cartografico di<br />

Geologia Urbana’ 3 che viene realizzato<br />

nell’ambito di una collaborazione tra<br />

l’università degli studi di Perugia e la<br />

regione umbria.<br />

la cartografia di geologia urbana,<br />

nel caso dell’umbria, interesserà tutto<br />

il territorio regionale relativamente<br />

ai principali centri storici delle città<br />

umbre. sono state finora elaborate le<br />

cartografie riguardanti i siti urbani<br />

di Perugia (fig. 3), spello, città di<br />

castello e spoleto.<br />

il prodotto elaborato è risultato<br />

di grande valore nell’ambito della<br />

comunicazione dei contenuti<br />

geologici e geomorfologici e quindi<br />

la cartografia, oltre alla restituzione<br />

planimetrica dei litotipi, mostra<br />

informazioni disciplinari diverse,<br />

acquisisce contenuti di carattere non<br />

solo scientifico, ma implicazioni<br />

culturali che raccontano la storia<br />

di una città. le carte storiche, le<br />

stampe antiche, le vecchie cartoline, la<br />

descrizione delle manifestazioni locali<br />

recano un ulteriore bagaglio culturale,<br />

proprio e originale di ogni città.


Perugia: la città del Travertino<br />

ripartendo da quel viaggiatore un po’ distratto ai particolari<br />

geologici, che parcheggia lungo le mura di Perugia, ci si<br />

trova presso il cassero di Porta sant’angelo, una delle porte<br />

di accesso alla città e dalla quale parte la linea delle mura medioevali.<br />

oltre il cassero, uscendo appena fuori della Porta<br />

sperandio, percorrendo una strada che scende verso Ponte<br />

rio e che prosegue lungo una vicinale sterrata, appena sotto<br />

la città (via sperandio a 200 metri a piedi dal cassero), è possibile<br />

rilevare l’affioramento di potenti banconi conglomeratici<br />

e depositi sabbiosi con tracce di stratificazione e strutture<br />

sedimentarie da corrente trattiva che fanno parte del top-set<br />

di quel delta che il paleo-tevere edificava in quest’area quan-<br />

do, nel Pliocene, sfociava nel lago tiberino (fig. 2; Cat t u t o<br />

& Gr e G o r i, 1988).<br />

Questa informazione geomorfologica e paleogeografica<br />

fa parte della storia della città che è stata costruita dai primi<br />

abitanti su questa paleo-superficie, ingombra di ciottoli anche<br />

grossolani, topograficamente rilevata e pertanto in grado di<br />

assicurare un’ottima posizione anche sotto il profilo strategico<br />

(fig. 4).<br />

Fig. 4 – Le mura etrusche, realizzate con blocchi squadrati di travertino,<br />

cingono l’acropoli perugina (foto L. Gregori).<br />

Fig. 5 – Una pianta della città di Perugia del 1866 4 (Cassano, 1990) ed una<br />

foto aerea della Regione Umbria del 1977 5 a confronto. (continua...)<br />

25


(…continua da pagina precedente) La planimetria a ‘stella’ è il risultato dell’erosione regressiva operata dai corsi d’acqua che, dal Pleistocene mediosuperiore<br />

Etna: hanno frattura gradualmente eruttiva del aggredito 1879 lungo il rilievo il Rift deltizio, dopo la sua emersione dal Lago Tiberino a causa dell’attività tettonica pleistocenica, contribuendo<br />

all’instabilità di nord-est. del colle (Cattuto & Gregori, 1988).<br />

L’erosione di testata e lineare del F.so Bulagaio/F.so Rio sono già leggibili nella cartografia storica, ma meglio definite e molto più estese nella foto aerea recente,<br />

dove è evidente che il fenomeno ha rimodellato, condizionandola, la planimetria della città.<br />

Fig. 6 – La linea delle mura medioevali lungo la strada di via Fuori le Mura.<br />

dal cassero, si snodano le mura<br />

esterne medioevali (fig. 6) realizzate<br />

prevalentemente in roccia arenacea<br />

appartenente alla formazione della<br />

marnoso-arenacea, macigno e/o arenaria<br />

del trasimeno (aa.VV., 1994).<br />

la struttura vede alternansi conci in<br />

arenaria a blocchi squadrati di scaglia<br />

bianca, scaglia rossa e travertino con<br />

livelli o riempimenti di laterizio che<br />

testimoniano successive e reiterate manutenzioni<br />

del manufatto.<br />

Va detto che il riconoscimento dei<br />

caratteri litologici dei monumenti<br />

nel ‘rilevamento geologico’ in città è<br />

ovviante affidato al ‘rilevamento a vista’,<br />

dal momento che non è possibile<br />

campionare i materiali in situ in modo<br />

classico (martello e lente) ed occorre<br />

effettuare un riconoscimento diretto<br />

del litotipo, procedendo o per analogia<br />

con affioramenti noti in campagna o<br />

sulla base delle competenze e dell’espe-<br />

rienza del rilevatore.<br />

sostare un attimo di fronte ad un<br />

‘pezzo di muro’ (fig. 7a) significa<br />

acquisire la sequenza litologica delle<br />

Fig. 7 – a) Le mura medioevali che cingono verso<br />

l’esterno la città, sono realizzate in arenaria e<br />

Scaglia s.l. con rincalzi in laterizio. b) In alcuni<br />

tratti delle mura medioevali si susseguono, in<br />

una sorta di stratigrafia edilizia, successivi<br />

rifacimenti con materiali diversi: arenaria,<br />

Macigno e laterizio misto a Scaglia e arenaria<br />

(foto L. Gregori). La cronaca edilizia è segnata<br />

dalle variazioni litologiche dei materiali usati<br />

26 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

attraverso il tempo.<br />

formazioni della serie umbro-marchigiana<br />

(aa.VV., 1994) e quindi conoscere<br />

un po’ più da vicino la storia<br />

delle vicende geologiche che hanno<br />

interessato il territorio umbro.<br />

il cassero di Porta s. angelo presenta<br />

una curiosa ‘stratigrafia verticale’ di<br />

litotipi diversi, una base con contrafforti<br />

in travertino cui segue la marnoso-arenacea,<br />

quindi conci di scaglia<br />

bianca e rossa, mentre la struttura<br />

chiude verso l’alto con uno spessore<br />

importante realizzato in laterizio, frutto<br />

di un rifacimento abbastanza recente,<br />

sempre in laterizio anche i merli<br />

rifiniti in travertino (fig. 7b).<br />

tale zonazione litologica rispecchia<br />

non solo un uso di diversi materiali,


ma probabilmente un utilizzo legato<br />

ad esigenze estetico-architettoniche,<br />

alle ‘mode’ del tempo, alla disponibilità<br />

economica delle amministrazioni in<br />

quel particolare periodo storico e alla<br />

vicinanza o meno dei siti d’estrazione<br />

dei materiali lapidei. notizie bibliografiche,<br />

infatti, indicano la presenza di<br />

diverse cave nelle immediate vicinanze<br />

della città (cava di Porta Pesa; Sp e r a nd<br />

i o, 2004) a ridosso del centro storico<br />

dove, infatti, un tratto lungo le mura<br />

medioevali, da Porta Pesa a Porta s.<br />

angelo, è realizzato in pietra arenaria.<br />

in definitiva, questo è un dato abbastanza<br />

ovvio, considerando che nelle<br />

aree limitrofe al corpo deltizio affiorano<br />

prevalentemente rocce arenacee,<br />

appartenenti alla formazione della<br />

marnoso-arenacea (Ja C o b a C C i et alii,<br />

1970), cui si sovrappongono i depositi<br />

clastici plio-pleistocenici sopra ai quali<br />

è fondata l’acropoli perugina, mentre<br />

nell’area più nord-occidentale sono<br />

disponibili anche i litotipi calcarei provenienti<br />

dai massicci perugini.<br />

l’aspettativa, apparentemente scontata,<br />

di trovare prevalentemente arenaria<br />

nel tessuto urbano, in realtà viene<br />

disattesa visitando la città di Perugia,<br />

nella sua parte più interna e storica.<br />

l’acropoli, infatti, presenta sia nei<br />

suoi monumenti più antichi, come<br />

l’arco etrusco, sia nei rifacimenti<br />

successivi dei palazzi istituzionali e<br />

nobiliari, l’uso molto diffuso del travertino.<br />

Questo è stato messo in opera con<br />

finalità strutturali, come si rileva<br />

nell’arco etrusco, dove i blocchi dalle<br />

dimensioni importanti svolgono appunto<br />

un ruolo strutturale, mentre in<br />

altri casi, la roccia assolve il compito<br />

di raffinata decorazione, come nella<br />

complessa architettura della fontana<br />

maggiore o nelle più semplici la-<br />

stronature nei palazzi o nei monumenti<br />

più importanti della città.<br />

il travertino è comunque un motivo<br />

ricorrente nell’acropoli e talmente impattante<br />

e privilegiata è questa presenza<br />

litologica, che Perugia può essere<br />

definita, almeno nel suo nucleo storico,<br />

la ‘città del Travertino’ (fig. 1).<br />

il Cassero di Porta S. Angelo<br />

e il ‘Tempio’<br />

anche nel cassero di Porta<br />

sant’angelo (fig. 8) il travertino si<br />

riconosce alla base del portale in<br />

lastre che rivestono il basamento in<br />

arenaria; questa pratica probabilmente<br />

era diffusa nell’edilizia più antica.<br />

la struttura dei palazzi più datati,<br />

infatti, è prevalentemente realizzata<br />

in roccia arenacea cui si sovrappone<br />

la copertura con lastre o bugnati<br />

Fig. 8 – Il Cassero di Porta S. Angelo, con la sua particolare zonazione litologica dal basso verso l’alto e l’accurato ritmo cromatico tra arenaria e travertino che<br />

svolge un interessante ruolo estetico nell’arcata inferiore della porta (foto L. Gregori).<br />

27


travertinosi; solo nei vicoli (fig. 9)<br />

che tagliano ad esempio il corso<br />

principale della città, l’arenaria è ‘a<br />

faccia vista’, come anche nelle porte<br />

e negli edifici più periferici. Questa<br />

roccia, in blocchi, è stata molto<br />

utilizzata nelle strutture portanti dei<br />

palazzi, forse perchè più facilmente<br />

Fig. 11 – Veduta d’insieme e di dettaglio dei<br />

materiali nel portale del ‘Tempio rotondo’;<br />

muratura mista esterna con Scaglia s.l., arenaria,<br />

travertino, laterizio e Rosso Ammonitico. Nello<br />

stipite del portale d’ingresso è riconoscibile il<br />

fossile di un Ammonite (foto L. Gregori).<br />

Fig. 10 – La Chiesa di S. Michele Arcangelo<br />

(Tempio rotondo) realizzato in Scaglia s.l.,<br />

arenaria, Rosso Ammonitico e laterizio (Foto L.<br />

Gregori).<br />

28 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Fig. 9 – Bugnato di travertino in un portale del<br />

centro storico. Un vicolo di Corso Vanucci dove<br />

‘affiora’ la Marnoso-Arenacea che costituisce<br />

la struttura di gran parte dei palazzi del centro<br />

storico, le cui facciate sono però ricoperte da<br />

travertino (foto L. Gregori).<br />

reperibile, ma è stata ricoperta con<br />

il travertino, probabilmente a causa<br />

dalla sua vulnerabilità ai fenomeni di<br />

weathering. i muri in arenaria, quindi,<br />

rimangono esposti negli stretti vicoli,<br />

talora chiusi verso l’alto dove sono<br />

parzialmente riparati dagli agenti<br />

atmosferici e negli edifici dell’area più<br />

periferica, fuori dell’acropoli.<br />

nei pressi del cassero, è presente<br />

l’insolita organizzazione architettonica<br />

della chiesa di s. michele arcangelo6 ,<br />

uno dei luoghi di culto più caratteristici<br />

ed antichi della città, dall’originale<br />

planimetria circolare (fig. 10). Questo<br />

‘tempio rotondo’ è stato edificato in<br />

materiale litoide appartenente alle<br />

formazioni della marnoso-arenacea,<br />

scaglia bianca e rossa; sul portale di<br />

ingresso si alternano stipiti in scaglia<br />

e colonne in rosso ammonitico (accreditato<br />

dalla presenza di un fossile<br />

di ammonite; fig. 11) con il ritmo<br />

lito-cromatico bianco/rosa che è un<br />

bicromatismo ricorrente per molte tipologie<br />

edilizie e non solo a Perugia o<br />

in umbria. scaglia bianca e rossa, infatti,<br />

si alternano in conci, quadrati o


Fig. 12 – Dettagli della carta di Geologia Urbana<br />

relativa alla Chiesa di S. Michele Arcangelo<br />

(Tempio rotondo) e al Cassero dove la diversa<br />

colorazione, leggibile in una apposita legenda,<br />

rispondente alle differenti pietre utilizzate<br />

attraverso il tempo, descrive la variabilità<br />

litologica della torre dal basso verso l’alto e quella<br />

del tempio (Belperio, Gregori & Poli, 2009).<br />

losanghe, colonne, ecc. con un risultato<br />

cromaticamente dinamico che ritma<br />

facciate, portali, pavimentazioni, ecc.<br />

di molte città non solamente umbre.<br />

il tempio rotondo colpisce maggiormente<br />

per la sua particolare planimetria<br />

circolare, mantenuta anche all’interno<br />

ed assimilabile scenicamente<br />

ad una tenda7 , per il loggiato interno<br />

che anima la penombra e la rigorosità<br />

dell’ambiente, con un giro di colonne<br />

tutte diverse per litologia, sezione, forme<br />

ed altezza.<br />

marmo, granito e travertino indiziano<br />

lontane provenienze e, movimentando<br />

la severità della chiesa, rendono<br />

particolarmente interessante la storiografia<br />

del sito.<br />

L’Acquedotto<br />

l’accesso all’acropoli è possibile<br />

attraverso molte vie più o meno caratteristiche,<br />

ma la più suggestiva, e unica<br />

nel suo genere, è rappresentata da<br />

un collegamento percorribile a piedi,<br />

ricavato sopra l’antico acquedotto di<br />

Perugia. Questo camminamento, che<br />

supera i non pochi dislivelli presenti<br />

Fig. 13 – La ‘fettuccia’ dell’Acquedotto sale verso<br />

l’acropoli, parte in arenaria e parte in porfido, cui<br />

segue la scala in laterizio e travertino.<br />

La cartografia di Geologia Urbana (Belperio,<br />

2009) a confronto con la veduta panoramica<br />

dell’Acquedotto dall’alto (foto L. Gregori).<br />

29


all’interno della città, è sostenuto da<br />

una serie di ‘arconi’ lanciati verso il<br />

centro storico e ospita l’acquedotto<br />

che portava l’acqua alla fontana maggiore.<br />

il passaggio, solo pedonale8 , si<br />

raccorda poi con la scalinata che sale<br />

verso il centro (fig. 13 pagina prec.).<br />

l’acquedotto, come viene comunemente<br />

indicato, è stato interessato da<br />

numerosi rifacimenti e oggi si osserva<br />

la pavimentazione in arenaria, porfido<br />

e travertino lungo il passaggio ricavato<br />

sopra gli arconi, cui seguono laterizio<br />

e travertino lungo la scala. Questa<br />

arriva direttamente all’area del centro<br />

e del corso cittadino principale, il ‘salotto<br />

buono’ di Perugia, e alla fontana<br />

maggiore (fig. 15).<br />

La Fontana maggiore<br />

e la sua piazza<br />

il monumento simbolo della città<br />

ha una storiografia complessa e interessante,<br />

ma passeggiare attorno alla<br />

fontana circolare permette di cogliere<br />

riferimenti litologici immediati, densi<br />

di una suggestione che viene trasmessa<br />

dalle forme e dai colori nell’architettura<br />

del monumento.<br />

Fig. 15 – All’interno di uno specchio della<br />

Chiesa di S. Lorenzo, in Rosso Ammonitico<br />

si nota un’Ammonite. La Fontana Maggiore<br />

ritmata dal cromatismo dei litotipi: travertino<br />

alla base, Scaglia Bianca e Rossa, ‘Cottanello’,<br />

Rosso di Verona nel bacino superiore si alternano<br />

senza regolarità (è presente un solo specchio di<br />

‘Cottanello’ 9 ), mentre nel bacino inferiore le<br />

metope sono in Marmo di Carrara e di Marmara<br />

(Ferretti, 2001; Poli, 2005; foto L. Gregori).<br />

il bacino superiore presenta gli<br />

‘specchi’ in scaglia bianca e rossa,<br />

rosso ammonitico, rosso di Verona e<br />

30 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Fig. 14 – Il fianco laterale incompiuto della<br />

Cattedrale di S. Lorenzo presenta, alla base, una<br />

copertura decorativa in Scaglia Bianca e Rosso<br />

Ammonitico, con un ritmo cromatico che si<br />

riconosce anche nel bacino superiore della Fontana<br />

Maggiore. Scaglia s.l. nel resto della facciata e<br />

travertino nella scalinata (foto L. Gregori).


Fig. 16 – Uno stralcio della cartografia di<br />

Geologia Urbana (Modanesi, Gregori, Poli, 2008)<br />

dove dai colori e dai diversi patterns litologici,<br />

attraverso la ‘chiave di lettura’ e la legenda, si può<br />

assumere un’informazione, in maniera semplice<br />

e immediata, dei litotipi utilizzati. La Fontana<br />

Maggiore è segnalata come punto d’interesse e<br />

dettagliata nella parte iconografica, mentre il<br />

Palazzo dei Priori riporta fedelmente i diversi<br />

litotipi della sua struttura: Scaglia Rossa, Scaglia<br />

Bianca, travertino e Rosso Ammonitico. Le<br />

scalinate di accesso alla cattedrale ed alla Sala dei<br />

Notari sono in travertino (foto L. Gregori).<br />

uno specchio in ‘cottanello’. i riquadri<br />

in pietra, infatti, non appartengono<br />

allo stesso litotipo e mescolano, senza<br />

ordine, rocce e colori diversi e dalle<br />

diverse provenienze (fig. 15).<br />

la scaglia bianca e rossa che insieme<br />

al rosso ammonitico raccontano<br />

le rocce dell’appennino umbro-marchigiano,<br />

il violaceo di alcuni specchi<br />

derivante dal rosso di Verona del bacino<br />

veronese (Fe r r e t t i, 2001), mentre<br />

i marmi del bacino inferiore indicano<br />

una provenienza esotica (turchia;<br />

Fe r r e t t i & po l i, 2001). Questa storia<br />

geologica, apparentemente dedicata<br />

agli addetti ai lavori, nella narrazione<br />

cartografica è particolarmente suggestiva<br />

e, in particolare, turisticamente<br />

vincente (fig. 15).<br />

la cattedrale di s. lorenzo, incompiuta<br />

per gran parte del suo perimetro,<br />

presenta un motivo geometrico ornamentale<br />

nella parte bassa della parete<br />

laterale dove la scaglia bianca si alterna<br />

con specchi in rosso ammonitico<br />

(fig. 14).<br />

scaglia bianca e rossa sono visibili<br />

sulla facciata e nel lato lungo il corso<br />

Vannucci del Palazzo comunale dei<br />

notari ed in gran parte dei palazzi che<br />

si affacciano sulla piazza della fontana<br />

maggiore (fig. 16).<br />

le rocce calcaree utilizzate nelle<br />

fabbriche di Perugia sono presenti,<br />

in affioramento, nei vicini ‘massicci<br />

perugini’ (aa.VV, 1994) e anche il bo-<br />

narelli (1901) segnala affioramenti di<br />

“calcari marnosi rossi” a monte malbe<br />

in località Poggiaccio e trinità, ma<br />

anche a migiana e “…lungo la strada<br />

fra l’Olmo (presso Ellera) ed il Podere<br />

Cesaroni”. sempre il bonarelli sostiene<br />

che scaglia bianca e rossa provengano<br />

dai rilievi di m. Pulito e m. lacugnano,<br />

presso Perugia “…d’onde proviene<br />

la maggior parte del materiale calcareo<br />

da costruzione (cave di Gualtarella)<br />

posto in opera nelle costruzioni civili e<br />

stradali della capitale umbra”.<br />

rodolico (1953) più recentemente<br />

afferma che “la pietra calcarea bianca<br />

e rossa usata nelle fabbriche di Perugia<br />

provenne in massima parte dalle cave<br />

poste nelle vicinanze della<br />

31


strada che unisce al Trasimeno la<br />

città, aperte cioè sulle pendici del<br />

M. Lacugnano”. Queste interessanti<br />

ricerche bibliografiche (Mo d a n e S i,<br />

2008) confermano che l’edificato di<br />

Perugia si è avvalso dei litotipi presenti<br />

nelle immediate vicinanze della città,<br />

facendo riferimento, quindi, alle<br />

strutture calcaree dell’appennino<br />

umbro.<br />

un osservatore, pur attento, forse<br />

noterà qualche variazione cromatica<br />

nelle facciate dei monumenti, ma<br />

non potrà andare oltre, preso dalla<br />

descrizione delle scene di vita agreste,<br />

egregiamente rappresentate dai fratelli<br />

giovanni e nicola Pisano (verso la<br />

fine del 1200), e dettagliatamente<br />

riportate nelle guide turistiche (fig.<br />

17b); non arriverà a percepire che<br />

alcune di queste lastre di pietra sono<br />

originarie dell’area umbra, mentre il<br />

rosa-violaceo di altre denuncia una<br />

provenienza diversa, come il rosso<br />

di Verona. le venature bianche e<br />

rosa in un’altra lastra riconducono la<br />

roccia a una cataclasite, riferibile alla<br />

formazione della scaglia variegata<br />

(Mo r o n i, 2004) riconoscibile in<br />

località cottanello (rieti) da cui il<br />

nome (Ch i o C C h i n i et alii, 1975). in<br />

particolare tale roccia, ricercata per i<br />

suoi colori, si trova in corrispondenza<br />

di una faglia trascorrente destra,<br />

con direzione ns, lunga circa 30 km<br />

(Fu n i C i e l l o & Mat t e i, 1991) e deve<br />

allo stress tettonico il suo particolare<br />

aspetto. Quest’informazione è senza<br />

32 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Fig. 17 – a) Bacino superiore della Fontana<br />

Maggiore: macroscopicamente si nota, in alcune<br />

metope, il colore violaceo del Rosso di Verona,<br />

mentre l’autoctono Rosso Ammonitico della<br />

Serie Umbro-Marchigiana si evince, oltre che<br />

per l’aspetto nodulare, anche per il colore rosato<br />

(Martire, 1996; Parisi, 2002; foto L. Gregori);<br />

b) Lo specchio in ‘Cottanello’ realizzato con<br />

cataclasite, proveniente dalla località Cottanello<br />

presso Rieti (TR), presenta una colorazione<br />

rosata screziata dalle venature di calcite (foto L.<br />

Gregori).<br />

dubbio di valore scientifico, ma può<br />

essere condivisa con grande curiosità<br />

ed interesse anche con i non addetti ai<br />

lavori.<br />

le formelle del bacino inferiore<br />

della fontana invece sono realizzate,<br />

prevalentemente, in marmo che<br />

proviene da carrara e da marmara<br />

in turchia (bi a n C h i, 1955; Fe r r e t t i,<br />

2001) 10 .<br />

bianchi, infatti, afferma che sono<br />

di marmo molte parti del bacino<br />

superiore della fontana, ma che<br />

“...di marmo pario poi e tutto<br />

l’imbasamento del bacino inferiore…<br />

sono tutti in marmo di Carrara”.<br />

le indagini archeometriche condotte<br />

da ferretti (2001) permettono di<br />

classificare i marmi e di riferire quelli


Fig. 18 – Particolari di Geologia Urbana: le formelle di marmo scolpite dai fratelli Pisano (Fontana Maggiore); dettaglio della scultura e degli stipiti in<br />

‘Pietra Caciolfa’ e Rosso Ammonitico, nel portale maggiore del Palazzo dei Priori (foto L. Gregori).<br />

di colore bianco-perlaceo a carrara<br />

(distretto apuano) e quelli biancogrigi,<br />

ben evidenti nel bacino inferiore,<br />

all’isola di marmara, mentre sono<br />

identificati come marmi di Penteli<br />

quelli bianco-dorati (distretti grecoturco;<br />

Fe r r e t t i, 2001). sinergia disciplinare<br />

che fornisce un’informazione<br />

di carattere mineralogico-petrografico<br />

e, nel contesto della geologia urbana,<br />

assume un valore culturale di grande<br />

spessore (fig. 17).<br />

l’attenzione alla ricerca cromaticolitologica<br />

della fontana denuncia,<br />

quindi, una continua ricerca del bello e<br />

dello stile nell’architettura perugina e,<br />

con questo nuovo approccio geologico,<br />

si possono acquisire riferimenti litologico-ambientali<br />

di grande suggestione<br />

e di contenuto squisitamente geologico<br />

ma che, opportunamente comunicati,<br />

risultano ampiamente condivisibili.<br />

ricco di dettagli decorativi e<br />

cromatici è il Portale del Palazzo<br />

dei Priori sormontato da una<br />

lunetta in cui il ritmo è assicurato<br />

da rosso ammonitico, marmo e<br />

‘Pietra caciolfa’. Quest’ultima è una<br />

calcarenite finissima, dal colore gialloocraceo,<br />

molto usata per arricchire i<br />

monumenti di fregi, poiché facilmente<br />

lavorabile e quindi adatta per dettagli<br />

scultorei di fine fattura (fig. 19).<br />

Fig. 19 – Il Portale del Palazzo dei Priori è sormontato da una lunetta in Rosso Ammonitico con decorazioni alternate di ‘Pietra Caciolfa’ e Rosso<br />

Ammonitico. Le statue dei patroni di Perugia sono in ‘Pietra Caciolfa’ (foto L. Gregori).<br />

33


la ‘Pietra caciolfa’, usata<br />

abbondantemente in Perugia, a s.<br />

francesco al Prato, Palazzo dei Priori,<br />

Palazzo del capitano del Popolo,<br />

sempre a scopo decorativo, è d’incerta<br />

provenienza anche se le numerose<br />

fonti concordano per una località<br />

presso i monti martani (pri n C i p i,<br />

1909; d’oSSat, 1927, rod o l i C o ,<br />

1953 in Mod a n e S i 2008). Principi,<br />

infatti, sostiene che “…presso Massa<br />

Martana si estrae un calcare bianco<br />

grigio giallognolo, detto pietra<br />

caciolfa, a grana fine, finemente<br />

scolpibile, durevole” e anzi rodolico<br />

sostiene la bontà delle caratteristiche<br />

meccaniche di tali materiali, che pur<br />

essendo facili da lavorare “…purchè<br />

sia fresco di cava…” migliorano nel<br />

tempo “…indurendo assai col passare<br />

del tempo…” 11 .<br />

guardandosi intorno, si può notare<br />

come nella fontana, nel Palazzo dei<br />

Priori e nella facciata laterale della<br />

chiesa di s. lorenzo si ritrovi l’effetto<br />

lito-cromatico cadenzato dal bianco<br />

e rosa supportato dalla scaglia bianca,<br />

rossa, dal travertino e dal rosso<br />

ammonitico. il travertino, comunque,<br />

prevale e anche i possenti scaloni del<br />

Palazzo dei notari e della cattedrale<br />

sono in travertino. Volgendo però<br />

lo sguardo verso corso Vannucci, la<br />

principale e lussuosa via del centro, si<br />

nota che il bianco del travertino, occasionalmente<br />

interrotto da una serie di<br />

decorazioni geometriche bianco/rosa<br />

del palazzo comunale, ricopre quasi<br />

interamente le facciate di palazzi più<br />

importanti. Perugia, quindi, è la città<br />

bianca del Travertino (fig. 1) che racconta<br />

con i suoi monumenti la storia<br />

geologica del suo territorio, l’area di<br />

provenienza dei materiali da costruzione<br />

e testimonia la ricerca dell’equilibrio<br />

architettonico e dell’armonia<br />

cromatica nel suo edificato.<br />

34 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Fig. 20 – Di fronte al portale d’ingresso del Pa-<br />

lazzo dei Priori contrastano con la loro tipologia<br />

litologica due cippi in granito, rappresentati an-<br />

che nelle vecchie immagini o antiche stampe che<br />

riproducono il palazzo (foto L. Gregori).<br />

i litotipi visibili in città possono,<br />

quindi, essere riconosciuti nella<br />

cartografia di geologia urbana.<br />

le vicende geologiche della<br />

regione, infatti, e in particolare del<br />

substrato dell’acropoli perugina,<br />

rilevate e trasferite nella cartografia,<br />

si leggono chiaramente, seguendo una<br />

dedicata e dettagliata chiave di lettura<br />

(figg. <strong>21</strong>, 22) che guida un turista<br />

interessato alla comprensione della<br />

storia antropica e litologica del centro<br />

storico.<br />

Questo tipo di informazioni, in<br />

quasi tutte le guide turistiche, in<br />

genere, manca e non viene acquisito<br />

questo valore aggiunto. la visione<br />

Fig. <strong>21</strong> – La legenda della carta di Geologia Urbana realizzata, in analogia con la carta di Bologna,<br />

per la città di Perugia (Modanesi, 2009).


Fig. 22 – Le diverse chiavi di lettura delle car-<br />

tografie relative a Perugia (Modanesi, 2009) e<br />

Spello (Brunelli, 2009).<br />

dei monumenti delle città può andare<br />

oltre la tradizionale spiegazione<br />

turistica e si può arricchire di un<br />

contenuto mai offerto, insospettato e<br />

culturalmente stimolante.<br />

L’Arco Etrusco<br />

il travertino, pertanto, è un filo<br />

conduttore dell’edilizia di Perugia che<br />

viene anche dal passato: la cinta delle<br />

mura che racchiudono il più antico<br />

nucleo etrusco della città è, infatti, una<br />

ciclopica struttura a blocchi squadrati<br />

di travertino, che si trova anche nel<br />

possente arco etrusco e in parte delle<br />

mura che salgono verso l’attuale<br />

centro storico (fig. 4).<br />

una veduta d’insieme dell’arco<br />

etrusco è possibile dalla Piazza<br />

grimana12 dove ha sede anche<br />

l’università per stranieri (fig. 23).<br />

la Piazza, inclinata verso nord-est,<br />

denuncia che questa è stata costruita<br />

a ridosso di un versante aggredito<br />

gradualmente dall’erosione regressiva<br />

Fig. 23 – L’Arco Etrusco (o di Augusto) realizzato<br />

interamente con conci di travertino litoide o spu-<br />

gnoso, proveniente dalle cave di S. Sabina, presso<br />

Perugia (foto L. Gregori). Sotto, stralcio della<br />

carta di Geologia Urbana (Belperio, Gregori, Poli,<br />

2009) relativa alla Piazza Grimana/Fortebraccio.<br />

35


del f.so bulagaio/f.so rio, contrastata<br />

storicamente, fin dal 1400 circa, dalle<br />

‘briglie di braccio’ (visibili anche in<br />

corrispondenza della stazione del<br />

nuovo minimetrò con cui si sale al<br />

centro) edificate dal nobile perugino<br />

braccio fortebracci da montone il<br />

quale effettuò le prime bonifiche e<br />

opere di contenimento in più punti<br />

della città (fig. 24). anche le famose<br />

sostruzioni del sopramuro sono opere<br />

medioevali finalizzate a mitigare<br />

l’instabilità genetica (Cat t u t o &<br />

Gr e G o r i,1988) e storica del colle<br />

perugino13 . “Perugia posta in tutto<br />

il suo circondario ma specialmente<br />

in questa parte sull’orlo di una rupe<br />

soscesa e di un rovinoso pendio,<br />

avrebbe ad ogni istante minacciato di<br />

precipitare nell’eminente fastigio su cui<br />

troneggia, se i prischi nostri avi non<br />

avessero provvidamente apprestato<br />

riparo all’imponente periglio” (Si e p i,<br />

1822).<br />

l’arco è segno tangibile della<br />

litologia locale: il travertino usato,<br />

infatti, proviene dall’area di sodi di<br />

s. sabina (Fe r r e t t i, 2001) presso<br />

Perugia dove l’attività tettonica<br />

plio-pleistocenica (Gr e G o r i, 2005)<br />

ha permesso, nel passato, la risalita<br />

di acque carbonatiche in grado di<br />

depositare banchi travertinosi di<br />

varia tipologia abbastanza estesi<br />

che raggiungono, nel complesso,<br />

uno spessore di oltre 25 metri<br />

(Gi o va G n o t t i, 1962). in località s.<br />

sabina/Volpaie non si riconoscono<br />

più alcune ampie cavità doliniformi<br />

evolute sulla placca travertinosa,<br />

Fig. 24 – Visione parziale delle Briglie di Braccio destinate a contrastare l’instabilità del ‘Colle di Perugia’ (foto L. Gregori).<br />

36 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

ormai parzialmente mascherate<br />

poiché tombate da discariche d’inerti,<br />

ma ancora è possibile riconoscere<br />

ampie depressioni riferite alle cave<br />

di estrazione del travertino, in epoca<br />

etrusca.<br />

alcuni autori (ro d o l i C o, 1953;<br />

Fe r r e t t i, 2001) concordano sulla<br />

provenienza del travertino dall’area<br />

posta “…ai piedi del gruppo<br />

calcareo di M. Malbe si stende una<br />

formazione travertinosa quaternaria…<br />

si distingue il travertino della parte<br />

superficiale, detto femmina, fratturato<br />

e spugnoso, da quello sottostante,<br />

detto maschione, anche’esso<br />

vacuolare, ma salda e bella pietra<br />

da taglio, attivamente scavata sino<br />

dall’Antichità”. Queste interessanti<br />

affermazioni consentono, quindi,


di prestare maggiore attenzione<br />

all’osservazione di tale monumento<br />

da parte di turisti che riescono così ad<br />

andare oltre la semplice e tradizionale<br />

acquisizione del valore storico e<br />

scenico del sito.<br />

l’arco, oggi, si presenta con una<br />

sorta di stratificazione cronologicoarchitettonica:<br />

la massiccia struttura<br />

d’età etrusca prosegue verso l’alto<br />

con una loggetta superiore d’epoca<br />

settecentesca che stranamente non<br />

contrasta, sotto il profilo estetico,<br />

con il resto della costruzione, ormai<br />

visivamente acquisita nel suo insieme<br />

(fig. 25). alcuni dei conci squadrati di<br />

travertino litoide o spugnoso, in alcuni<br />

casi brecciato, recano iscrizioni che<br />

sono testimonianze forse dei cavatori o<br />

solchi frutto di superfetazioni abitative<br />

eseguite nell’ottocento14 , quando<br />

furono addossate all’arco costruzioni<br />

di varia tipologia.<br />

La città su due livelli<br />

il centro storico di Perugia è<br />

curiosamente a due diversi livelli:<br />

altimetrici e storici. si tratta della<br />

sovrapposizione di una città<br />

relativamente recente edificata sopra<br />

un’altra città più antica, interna<br />

e sepolta: l’insieme della rocca<br />

Paolina (fig. 26). Questa possente<br />

costruzione difensiva in laterizio,<br />

costruita per volere del Papa Paolo iii<br />

Fig. 25 – Visione dell’Arco Etrusco e delle mura<br />

in travertino (foto L. Gregori). La cartografia<br />

riporta piazza Fortebraccio; è chiaramente<br />

visibile l’arretramento dell’edificato urbano in<br />

corrispondenza della testata del F.so Bulagaio/Rio.<br />

Via del Bulagaio scende, molto acclive, verso il<br />

fosso omonimo.<br />

farnese nel 1540, aveva la funzione<br />

di fortezza, ma anche il ruolo di<br />

tombare definitivamente l’antica<br />

città, le case e, con esse, il potere<br />

della nobile famiglia perugina dei<br />

baglioni. Parzialmente distrutta nel<br />

Fig. 26 – La Rocca Paolina, racchiude al suo<br />

interno l’ipogea città della nobile famiglia<br />

Baglioni sepolta sotto l’attuale centro storico,<br />

realizzata in gran parte in Scaglia Bianca e Rossa<br />

con rifacimenti e restauri in laterizio.<br />

Stralcio della carta relativa all’edificato sopra<br />

alla Rocca Paolina (foto V. Mostarda; Mostarda,<br />

Gregori & Poli, 2009).<br />

37


Fig. 27 – Il cerchio rosso nella cartografia indica un punto d’interesse relativo alla Porta Marzia lungo<br />

le mura, in laterizio, della Rocca Paolina (Mostarda, 2009); sotto, ciò che resta del bastione di levante<br />

che era collegato alla ‘tenaglia’ con un camminamento, ‘corridore’, che venne distrutto nel 1850 (foto<br />

L. Gregori).<br />

38 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

1860, dopo la fine della dominazione<br />

papale e vari eventi politici e militari,<br />

rimasta ingombra di detriti fino al<br />

1930, oggi in buona parte recuperata<br />

è stata resa agibile e fruibile al transito<br />

pedonale di collegamento tra i vari<br />

livelli urbani e quindi d’accesso<br />

all’acropoli. i caratteri litologici<br />

dell’edificato sotterraneo della Perugia<br />

dei baglioni denunciano il rango<br />

nobile dei palazzi, realizzati in una<br />

robusta muratura in scaglia bianca e<br />

rossa (fig. 26). Questo diverso uso di<br />

litotipi nella città più antica contrasta<br />

con gran parte della città epigea<br />

strutturalmente edificata in arenaria<br />

s.l., prevalentemente nelle zone<br />

periferiche, mentre, come già detto,<br />

si ricorre al travertino nella sua zona<br />

più centrale con restauri e rifacimenti<br />

iniziati all’incirca a partire dal 1860.<br />

nel centro storico, infatti, si può<br />

osservare un’imponente struttura di<br />

muratura in laterizio che rappresenta<br />

una parte residua delle fortificazioni<br />

della rocca Paolina (fig. 27) e,<br />

“incastonata nel bastione di levante”<br />

della rocca, è presente la Porta marzia<br />

di epoca etrusca (iii sec. a.c.; tci,<br />

1999).<br />

la porta, parzialmente demolita per<br />

costruire la ‘tenaglia’ della fortezza<br />

papale15 , conserva un arco con lesene<br />

e capitelli corinzi in travertino (tci,<br />

1999) che racchiudono statue raffiguranti<br />

giove e i dioscuri realizzate in<br />

basalto (fig. 28). le rocce ignee sono<br />

insolite per l’edificato monumentale<br />

di Perugia, ma blocchetti di porfido<br />

costituiscono spesso la pavimentazione<br />

di scale o strade, come la parte vecchia<br />

dell’acquedotto.


Fig. 28 – La Porta Marzia, di epoca etrusca, inserita nella fortezza della Rocca Paolina.<br />

La decorazione è in travertino e le statue (Giove) in basalto (foto L. Gregori).<br />

L’edificato urbano in umbria<br />

nella regione umbra, tutte le<br />

diverse città sono fortemente legate<br />

al loro territorio e ne raccontano le<br />

vicende geologiche.<br />

l’acropoli di assisi, sia nella muratura<br />

comune, sia negli edifici nobili<br />

istituzionali e/o religiosi, ripropone il<br />

bicromatismo, molto perseguito nelle<br />

strutture monumentali dell’umbria e<br />

dettato dall’affioramento importante<br />

delle formazioni della scaglia bianca<br />

e rossa che, localmente, si trovano<br />

nel m. subasio. tali litotipi sono vistosamente<br />

riconoscibili nell’edilizia<br />

assisana che alterna il bianco e rosa<br />

della scaglia sia nell’edificato antico<br />

sia in quello recente (fig. 29 a pag.<br />

sucessiva). la città di assisi, edificata<br />

lungo una superficie grossomodo<br />

spianata che interrompe la continuità<br />

del versante nord-occidentale del<br />

subasio, in parte si appoggia direttamente<br />

sulla roccia che la identifica<br />

univocamente.<br />

sotto il profilo strutturale, il ‘monte<br />

di assisi’ è una brachianticlinale,<br />

parzialmente elisa sul suo fianco<br />

occidentale da un sistema di faglie<br />

longitudinali dirette (ve n t u r i &<br />

roSSi, 2003) riferibili alle faglie<br />

bordiere dell’antico bacino tiberino.<br />

il brusco raccordo del massiccio<br />

calcareo con la Valle umbra è<br />

mascherato da depositi pedemontani.<br />

la ‘pietra di assisi’, modellata da<br />

abili scalpellini, è pertanto un ormai<br />

noto riferimento geografico, religioso,<br />

della tradizione locale, ma anche<br />

della storia geologico-ambientale<br />

dell’area.<br />

39


secondo il Principi (1909) le più<br />

importanti cave di questo calcare<br />

‘mandorlato’ si rinvengono “…presso<br />

il santuario delle Carceri sotto il Colle<br />

di S. Ruffino”.<br />

scaglia bianca e rossa sono<br />

diffusamente rappresentate anche<br />

nella città di spello, ubicata sulla<br />

propaggine meridionale del subasio,<br />

insieme alla maiolica, corniola, ‘Pietra<br />

caciolfa’ e ‘cottanello’.<br />

Quest’ultimo viene usato<br />

frequentemente per i decori di alcuni<br />

monumenti, avvalendosi dell’effetto<br />

estetico delle striature bianche e<br />

rosse, realizzando così particolari<br />

architettonici scenicamente vincenti<br />

(Mo r o n i, 2004). a spello viene<br />

utilizzato anche il calcare della<br />

formazione della maiolica visibile<br />

nella Porta<br />

dell’arce o nei<br />

resti dell’arco<br />

40 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

Fig. 29 – Scaglia Bianca e Rossa sono il filo con-<br />

duttore dell’edificato di Assisi. Fasce alterne nella<br />

chiesa di S. Chiara, mentre nel portale della Basi-<br />

lica superiore di S. Francesco, la Scaglia si integra<br />

armonicamente con Rosso di Verona, Rosso Am-<br />

montico e ‘Pietra Caciolfa’ (foto L. Gregori).<br />

di augusto e del foro, messa in opera<br />

in conci quadrangolari, insieme a<br />

scaglia bianca, rossa e travertino<br />

(fig. 30). Pur nell’omogeneità o<br />

ripetitività litologica, le diverse<br />

tipologie architettoniche, le alternanze<br />

di materiali cromaticamente e<br />

geometricamente diversi, i decori in<br />

‘caciolfa’ e ‘cottanello’ (fig. 31)<br />

rendono l’edificato dei monumenti di<br />

spello estremamente articolato e mai<br />

monotono sotto il profilo estetico.<br />

spoleto, con i suoi monumenti sim-<br />

Fig. 30 – Portale della Chiesa di S. Lorenzo nel centro storico di Spello dove,<br />

oltre agli effetti cromatici della Scaglia Bianca e Rossa sono presenti decori<br />

in ‘Pietra Caciolfa’; ben visibili i segni di rifacimenti e riutilizzo dei materiali<br />

(foto L. Gregori). Lo stralcio della cartografia evidenzia un’omogenità<br />

litologica nell’edificato del centro storico della città e, pertanto, un forte<br />

condizionamento litologico sul tessuto urbano.


Fig. 31 – Chiesa di S. Maria Maggiore: Scaglia Bianca e Rossa con decorazioni in ‘Cottanello’ visibili nel<br />

particolare. A destra, decori in ‘Pietra Caciolfa’ nella facciata in Scaglia della Chiesa di S. Lorenzo<br />

(foto L. Gregori).<br />

bolo, come il Ponte delle torri e la<br />

celebre piazza del duomo, ritrova il<br />

ritmo cromatico scandito dai diversi<br />

litotipi della serie umbro-marchigiana,<br />

in particolare il calcare massiccio,<br />

la corniola che costituisce il bed-rock<br />

dell’area della rocca (fig. 32), riconoscibili<br />

in alcune parti del duomo e<br />

in numerosi bugnati dei portali della<br />

città, e la scaglia bianca e rossa.<br />

fonti storiche (Mat t i o l i, 2004) ri-<br />

portano la notizia di una cava di pietra<br />

(1842-1855) che doveva essere attivata<br />

in prossimità del Ponte delle torricolle<br />

s. elia denunciata dall’ing. a.<br />

galli del comune di spoleto al gonfalone<br />

raffaele angelici “...Non posso a<br />

meno di rendere inteso la S.V. Ill.ma di<br />

un vero vandalismo che si sta compiendo<br />

in prossimità del ponte detto delle<br />

Torri, nei beni Pila alla sinistra del<br />

Torrente Tessino e precisamente nella<br />

china del colle ove è piantata la Rocca.<br />

La bella scogliera che esisteva in<br />

detto colle e che adornava l’orrida si,<br />

ma ammirata veduta del Ponte, e del<br />

Monteluco, fra pochi istanti sarà quasi<br />

per intero distrutta mediante mine…<br />

[...]. Io prego caldamente la S.a V.a Ill.<br />

ma di invocare dall’Apostolica Delegazione<br />

la sollecita soppressione fin per<br />

impedire danni … ad un monumento<br />

rispettabile quale è quello del Ponte, e<br />

maggiormente per il decoro della città<br />

nel conservare quei luoghi che tanto<br />

richiamano l’attenzione di ogni istruito<br />

viaggiatore…” 16<br />

Viene riportata questa fonte poiché<br />

anticipa il concetto di sostenibilità<br />

ambientale e la consapevolezza del<br />

bene paesaggistico come patrimonio da<br />

tutelare, espresso da g&t e in qualche<br />

modo dalla geologia urbana che<br />

promuove la conoscenza al fine anche<br />

della tutela.<br />

dalla citazione, inoltre, emerge come<br />

fosse diffusa l’attività di scavo dei materiali<br />

da costruzione nelle immediate<br />

vicinanze delle città, anche a discapito<br />

del paesaggio.<br />

nel tessuto urbano di spoleto è abbastanza<br />

importante l’uso del calcare<br />

massiccio, riferibile agli affioramenti<br />

dell’area dei monti di Patrico (de C a nd<br />

i a, 1982). gran parte della muratura<br />

della città è ricoperta da intonaco, ma<br />

tale litotipo è riconoscibile in molti<br />

portali di case, anche comuni, dove è<br />

stato messo in opera come bugnato. si<br />

Fig. 32 – Sezione geologica schematica attraverso il colle di Spoleto: i depositi del delta-conoide di Spoleto, inclinati verso la Valle Umbra sopra al basamento<br />

calcareo (Gregori & Cattuto, 1986; disegno C. Cattuto; foto M. Petriola).<br />

41


Fig. 33 – Il duomo di Spoleto con il suo campanile dove sono riconoscibili le rocce delle Formazioni della<br />

Serie Umbro-Marchigiana in conci squadrati insieme con materiali di riutilizzo. La piazza è mattonata in<br />

laterizio che, insieme al travertino, ritma la lunga scalinata (foto L. Gregori).<br />

42 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

presenta in conci squadrati nelle facciate<br />

di molti monumenti e chiese come<br />

la chiesa di s. Pietro (Mo r o n i, 2004) o<br />

il campanile del duomo (fig. 33).<br />

scaglia bianca e rossa sono usati<br />

per pavimentazioni (porticato del<br />

duomo) e per facciate come quella del<br />

teatro caio melisso che si affaccia<br />

sulla piazza del duomo. l’arenaria<br />

prevale nelle pavimentazioni stradali<br />

e la particolare ‘Pietra caciolfa’ si<br />

rinviene, come sempre, per decorazioni<br />

o parti di edificato (campanile della<br />

chiesa di s. gregorio; Sp e r a n d i o,<br />

2004) 17 .<br />

nello specifico caso di spoleto, è<br />

stato fatto un passo ulteriore per comunicare<br />

in modo rapido ed efficace le<br />

peculiarità litologiche della città. oltre<br />

alla realizzazione della cartografia litologica<br />

urbana, è stato implementato<br />

un gis che, attraverso un database<br />

relazionale, adeguatamente correlato<br />

all’informazione geografica, permette<br />

di interrogare il sistema ed avere diverse<br />

Fig. 35 – Il celebre Ponte delle Torri, realizzato in pietra calcarea, visto dalla Rocca. A destra, particolare del campanile del duomo di Spoleto con concio in<br />

‘Pietra Caciolfa’, riciclato da altri edifici (foto L. Gregori).<br />

Fig. 34 – Cartografia di Geologia Urbana<br />

(Petriola, 2009) di parte del centro storico di<br />

Spoleto e della Rocca Albornoziana. In basso<br />

a destra è visibile, nella linea colorata, la<br />

restituzione litologica del ponte delle Torri.


informazioni di carattere litologico, ar-<br />

cheologico, monumentale, ecc. (pe t r i o-<br />

l a et alii, 2009).<br />

nell’alta valle del f. tevere, dove<br />

affiorano prevalentemente rocce arenacee,<br />

la litologia delle città è abbastanza<br />

omogenea. in particolare, a città di<br />

castello, centro storico ubicato alla<br />

base del versante occidentale dei rilievi<br />

Fig. 36 – Marnoso-arenacea e ‘Pietra Caciolfa’<br />

nel portale della cattedrale di S. Florido a Città di<br />

Castello. Fenomeni di weathering e di corrosione<br />

eolica scolpiscono ‘tafoni’, curiose morfosculture<br />

visibili nelle arenarie dell’edificato urbano della<br />

città (foto M. Paceschi).<br />

appenninici, che bordano verso est, la<br />

‘conca di città di castello’, la formazione<br />

della marnoso-arenacea (Ja C o-<br />

b a C C i et alii,1970) è molto utilizzata e<br />

Fig. 37 – Stralcio della cartografia di Geologia<br />

Urbana e della chiave di lettura dell’area del<br />

centro di Città di Castello (Paceschi, Gregori,<br />

2009).<br />

secondariamente vige l’uso di laterizio e<br />

travertino.<br />

l’alta valle del f. tevere, infatti, è<br />

modellata all’interno di una conca il cui<br />

bed-rock è prevalentemente arenaceo<br />

e questo si percepisce all’interno della<br />

città che è abbastanza monotona sotto<br />

l’aspetto litologico (fig. 37).<br />

sia nell’edificato delle chiese, sia<br />

nei monumenti principali, l’arenaria è<br />

dominante, intervallata a travertino o<br />

‘Pietra caciolfa’ per le decorazioni. i<br />

fenomeni di weathering sono particolarmente<br />

importanti su questi litotipi ed<br />

aggrediscono la roccia realizzando, anche<br />

in città, curiose morfosculture come<br />

i tafoni (pa C e S C h i, 2009; fig. 36).<br />

nei palazzi più importanti sono presenti<br />

sporadici elementi in rocce ignee,<br />

come nel porticato del palazzo della<br />

cassa di risparmio di città di castello,<br />

dove le colonne realizzate in granito interrompono<br />

l’omogeneità dell’arenaria.<br />

abbastanza diffuso l’uso di basalto, utilizzato<br />

nella pavimentazione stradale.<br />

in alcuni monumenti, il calcare<br />

massiccio è ben riconoscibile nelle sue<br />

strutture e contenuti paleontologici. il<br />

laterizio ha un deciso ruolo edilizio anche<br />

per la disponibilità delle rocce argillose<br />

presenti nell’area, legate alla fase<br />

fluvio-lacustre del ‘Bacino di Anghiari/<br />

Sansepolcro’ (Cat t u t o et alii,1995).<br />

Le città del Tufo<br />

nel territorio umbro, viste le caratteristiche<br />

del substrato litologico,<br />

caratterizzato prevalentemente da rocce<br />

calcaree e silico-clastiche, queste sono<br />

prevalentemente utilizzate per il tessuto<br />

urbano.<br />

rocce ignee, che in genere sono utilizzate<br />

con la funzione di decoro o per<br />

incrementare il pregio del monumento,<br />

compaiono con un deciso ruolo architettonico<br />

nel settore sud-occidentale<br />

della regione, dove sono presenti le rocce<br />

delle colate piroclastiche dell’apparato<br />

di bolsena, riferite a circa 600.000<br />

anni fa (Gi a C o M e l l i & SC a n d o n e,<br />

2002).<br />

tale paleo-evento ambientale ha condizionato<br />

la morfologia del territorio<br />

mentre i successivi processi<br />

morfogenetici, di litoselezione<br />

43


Fig. 38 – Orvieto: una delle città del Tufo, adagiata sulla ‘mesa’ costituita dal bancone tufaceo che si sovrappone ai depositi argillosi marini dell’antica linea di<br />

costa del Pliocene (Cattuto et alii, 1992, foto L. Gregori).<br />

e gravitativi hanno scolpito le spettacolari<br />

forme strutturali che identificano<br />

il territorio dell’orvietano (fig. 38) e<br />

della tuscia. l’andamento morfologico<br />

del paesaggio naturale ed antropico,<br />

quindi, racconta quel lontano evento<br />

vulcanico e che viene trasmesso anche<br />

dal colore delle rocce nelle città.<br />

le città, saldamente e direttamente<br />

fondate sulle rocce vulcaniche, sono<br />

pertanto solidali litologicamente e cromaticamente<br />

con il substrato igneo (fig.<br />

39). orvieto, civita di bagnoregio e<br />

Viterbo sono alcune delle inconfondibili<br />

Fig. 39 – Gli edifici della piazza principale<br />

di Civita sono costruiti con tufo e i motivi<br />

architettonici delle finestre, porte, scale, ecc.,<br />

sono realizzate in basalto. A destra, la sequenza<br />

dei tufi stratificati di Civita - Bagnoregio (foto L.<br />

Gregori).<br />

città del Tufo, dove la roccia tufacea e/o<br />

basaltica è stata opportunamente messa<br />

in opera sia a fini strutturali sia decorativi.<br />

il materiale di queste città, infatti, è<br />

quello delle rocce piroclastiche o laviche<br />

che permettono una tipologia urbana<br />

unica per i colori, talora variegati, e per<br />

le modalità edilizie che si avvalgono<br />

44 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

anche delle buone caratteristiche geomeccaniche<br />

delle rocce.<br />

nel portale d’ingresso a civita si nota<br />

un’attenta ricerca dell’abbinamento<br />

cromatico fra la struttura realizzata<br />

con blocchi di tufo, e le rifiniture per<br />

le quali è stato usato il basalto, con un<br />

risultato estetico estremamente riuscito<br />

(fig. 40).<br />

la mesa di orvieto e quella di civita<br />

sono superfici relitte del Plateau dell’alfina<br />

che fornisce tufo e basalto per<br />

l’edificazione urbana, mentre Viterbo si<br />

avvale, per la sua muratura, del tufo e<br />

del Peperino (tufo rosso a scorie nere e<br />

Peperino tipico; Mat t i a S et alii, 1969).<br />

il peperino di Viterbo, dell’area vulcanica<br />

dei monti cimini, è un’ignimbrite<br />

di colore grigio con sfumature rosate<br />

e fiammature di diverso colore (de<br />

Fig. 40 – Il naturale bicromatismo litologico di<br />

tufo e basalto, armonicamente adattato al tessuto<br />

urbano (foto L. Gregori).


Fig. 41 – La ‘trina’ della Loggia dei Papi; sullo<br />

sfondo il Duomo con alternanza di peperino e<br />

travertino (De Benedictis, 2009; foto L. Gregori).<br />

be n e d i C t i S, 2009). il diffuso uso della<br />

roccia produce nella città un’apparente<br />

uniformità strutturale, sapientemente<br />

interrotta da armoniche strutture in<br />

travertino come nel duomo, dove si<br />

alternano livelli di peperino e travertino<br />

Fig. 42 – Cartografia e legenda di Geologia<br />

Urbana di Viterbo (De Benedictis, 2009).<br />

Il punto rosso a sinistra indica un sito d’interesse<br />

rappresentato, in questo caso, dalla Loggia dei<br />

Papi, visibile in figura 41. L’indicazione è preziosa<br />

sotto il profilo scenico, storico e litologico.<br />

con uno straordinario effetto scenico<br />

che si ripropone anche in altre città<br />

condizionate dai passati fenomeni vulcanici.<br />

nelle pareti laterali, infatti, del famoso<br />

duomo di orvieto, dove le fondazioni<br />

e la struttura portante sono affidate<br />

al tufo, il rivestimento esterno è caratterizzato<br />

da ‘filari isometrici’ di travertino<br />

e basalto con decorazioni<br />

in marmo<br />

che provengono<br />

da carrara (tci,<br />

1999).<br />

a Viterbo, l’intarsio<br />

della ‘trina’<br />

della famosa loggia<br />

del Palazzo dei<br />

Papi, eretto all’incirca<br />

nel 1265, alleggerisce la severità<br />

della struttura realizzata in peperino<br />

(fig. 41).<br />

la roccia ignea cavata a Viterbo, anche<br />

in loco, è il materiale più usato, fin<br />

dagli etruschi e dai romani, nelle costruzioni<br />

spesso appoggiate direttamente<br />

sulla roccia in posto. le numerose<br />

cave si trovano talora immediatamente<br />

a ridosso della città. chiamate ‘pietrare’,<br />

venivano sfruttate su specifico decreto<br />

del comune<br />

di Viterbo del 1261<br />

(Si G n o r e l l i, 1875;<br />

de be n e d i C t i S,<br />

2009) e progressivamente<br />

ampliate<br />

a seconda delle necessità<br />

edilizie.<br />

basalto e porfido<br />

costituiscono le<br />

pavimentazioni delle città del tufo ed<br />

occasionalmente scaglia bianca e rossa<br />

fungono, ancora, da espediente decorativo<br />

per le facciate di alcuni monumenti<br />

(fig. 42).<br />

Le pietre raccontano<br />

le pietre raccontano le caratteristiche<br />

geologico-geomorfologiche dei loro<br />

territori e la cartografia di geologia<br />

urbana è uno straordinario mezzo per<br />

comunicarle.<br />

elaborare questo tipo di cartografica<br />

non è banale, poiché una corretta e condivisibile<br />

comunicazione di contenuti,<br />

anche di profilo scientifico, presuppone<br />

a monte un consolidata conoscenza,<br />

competenza di dati di base e capacità<br />

di integrazione degli stessi, fino all’offerta<br />

di un prodotto culturale di grande<br />

spessore.<br />

le vicende geologiche e il successivo<br />

modellato superficiale dei luoghi, infatti,<br />

hanno decisamente condizionato<br />

non solo l’ubicazione dei siti urbani,<br />

ma anche la tipologia edilizia delle<br />

città che si è avvalsa, quasi sempre,<br />

dei materiali ‘autoctoni’ che la storia<br />

geologica ha trasmesso, assegnando<br />

ai centri storici un importante valore<br />

scientifico e culturale.<br />

il turista che ha parcheggiato<br />

all’inizio del suo giro turistico a Perugia<br />

avrebbe sicuramente modo di svolgere<br />

una gita turistica di nuovo sapore, se<br />

potesse usufruire di uno strumento<br />

informativo di questo tipo.<br />

il vantaggio di quest’approccio<br />

geologico insolito, ma non<br />

assolutamente secondario per<br />

importanza, è per chi ne fruisce, ma è<br />

di gratificazione anche per chi elabora<br />

un prodotto che diventa un’interessante<br />

risorsa culturale.<br />

Questa cartografia, infatti, coniuga<br />

con successo valori storici, archeologici<br />

e monumentali con tutti gli aspetti delle<br />

discipline delle scienze della terra.<br />

trasmettere questo tipo di notizie, con<br />

questi insoliti strumenti, è un nuovo ed<br />

avvincente modo di fare divulgazione,<br />

ma anche didattica e scienza.<br />

conoscere le rocce dell’edificato urbano,<br />

comprendere le vicende geologiche<br />

e i processi morfogenetici locali permette<br />

di contestualizzare le opere degli<br />

uomini al territorio e, passeggiando in<br />

città, di acquisire insospettate informazioni<br />

per una maggiore conoscenza<br />

dei luoghi, anche i più nascosti o meno<br />

noti, scoprendo e/o riscoprendo talora<br />

le nostre città.<br />

45


AA. VV., 1994, Guide Geologiche<br />

Regionali. 15 Itinerari. Appennino<br />

Umbro-Marchigiano. Soc. Geol.<br />

Italiana, BE-MA Editore, 301pp.<br />

AA.VV., 2203, Le pietre di Bologna.<br />

Litologia di una città. Carta scala 1:<br />

3500, Bologna.<br />

Be L p e r i o a., 2009, Le pietre di<br />

Perugia: Geologia Urbana da Porta<br />

Sant’Angelo a Monteluce. Tesi di laurea<br />

triennale, Università di Perugia (Relatori<br />

Prof.ssa L. Gregori e Prof. G. Poli), A.A.<br />

2007/2008.<br />

Bi a n c h i L., 1955, La fontana di Perugia<br />

e il suo architetto, in Atti del V Convegno<br />

Nazionale di Storia dell’architettura,<br />

Perugia, 23 settembre 1948.<br />

BonareLLi G., 1901, Descrizione<br />

geologica dell’Umbria centrale. Opera<br />

postuma curata per incarico del Centro<br />

di Studi per le Risorse Energetiche<br />

da Lippi Boncampi C., Signora R.,<br />

Giovagnotti C., Alimenti C., Alimenti<br />

M.. Poligrafica F. Salvati, Foligno, 1967,<br />

153pp.<br />

Br u n e L L i Fe L i c e t t i F., 2009, Le Pietre di<br />

Spello (Lettura della storia geologica<br />

dalla cartografia della città). Tesi di<br />

laurea triennale, Università di Perugia<br />

(Relatori Prof.ssa L. Gregori e Prof. G.<br />

Poli), A.A. 2007/2008.<br />

ca S S a n o F. r., 1990, Perugia e il suo<br />

territorio, Incisioni dal XV al XIX secolo.<br />

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Vol. Speciale,103-108.<br />

cat t u t o c., ce n c e t t i c., FiS a u L i M.,<br />

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119.128.<br />

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– Umbria). Spoleto, Geoitalia.<br />

Gr e G o r i L., 2006, La “memoria”<br />

46 la Cartografia_<strong>21</strong>/09<br />

geologico geomorfologica in alcune<br />

città dell’Umbria e dintorni attraverso<br />

i materiali dell’edificato urbano. Il<br />

Quaternario, 19, 2, 267-276.<br />

Ja c o B a c c i a., Be r G o M i c., ce n ta M o r e<br />

e., Ma L at e S ta a., Ma L F e r r a r i n., MarteLLi<br />

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Castello”, 122 “Perugia”, 130 “Orvieto”.<br />

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Ministero dell’Industria, del Commercio<br />

e dell’Artigianato - Direzione generale<br />

delle Miniere, 151 pp.<br />

Ma r t i r e L., 1996, Stratigraphy, Facies<br />

and Synsedimentary Tectonics in the<br />

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(Altopiano di Asiago, NE Italy). Facies,<br />

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Mat t i a S p.p., 1969, La regione<br />

vulcanica Cimino e Vicana. XXVI Congr.<br />

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Laboratorio di Scienze della Terra, (a<br />

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Mo d a n e S i S., 2008, Le Pietre di Perugia:<br />

un esempio di Geologia Urbana. Tesi di<br />

laurea triennale, Università di Perugia<br />

(Relatori Prof.ssa L. Gregori e Prof. G.<br />

Poli), A.A. 2007/2008.<br />

Mo r i e., 2004, Alla scoperta della città<br />

celata. Perugia, Volumnia Editrice, 87pp.<br />

Mo r o n i B., 2004 L’umile sasso<br />

diventa palazzo e cattedrale. La poesia<br />

del divenire: il paesaggio geologico<br />

dell’Umbria meridionale. Roma, 143-<br />

173.<br />

Mo S ta r d a V., 2009, Le Pietre di<br />

perugia: Geologia Urbana da Piazza<br />

della Repubblica a Santa Giuliana. Tesi<br />

di laurea triennale, Università di Perugia<br />

(Relatori Prof.ssa L. Gregori e Prof. G.<br />

Poli), A.A. 2007/2008.<br />

pa c e S c h i M., 2009, Geologia Urbana<br />

e Geoturismo nell’alta valle del Tevere<br />

(Città di Castello e dintorni). Tesi di


laurea Triennale Università di Perugia<br />

(relatore Prof.ssa L. Gregori) A.A.<br />

2007/2008.<br />

pa r iS i G., 2002, Stratigrafia del bacino<br />

Umbro Marchigiano. www.unipg.it/<br />

gparisi /welcome.htm.<br />

pe t r i oL a M., 2009, Un GIS di Geologia<br />

Urbana. Primo caso di applicazione<br />

al Centro Storico di Spoleto. Tesi di<br />

laurea magistrale, Università di Perugia<br />

(Relatori Prof.ssa L. Gregori, Dott.<br />

G. Romani e Dott. F. Buratti), A.A.<br />

2007/2008.<br />

pe t r i oL a M., Gr e G o r i L., ro M a n i G.,<br />

Bu r at t i F., 2009, La piattaforma GIS per<br />

lo sviluppo di un progetto di Geologia<br />

1 L’andamento topografico del corso<br />

leggermente insellato al centro è frutto di<br />

un’antica morfologia: agli estremi di corso<br />

Vannucci sorgono il Col Landone e il Colle<br />

del Sole, una volta separati da una valle. La<br />

colma della depressione e il livellamento<br />

antropico dei colli hanno realizzato l’attuale<br />

configurazione.<br />

2 http://it.wikipedia.org/wiki/Geologia_Ur-<br />

bana. Si occupano di Geologia Urbana ricercatori<br />

universitari, professionisti, associazioni<br />

scientifiche come SIGEA, G&T, ecc…<br />

3 “Progetto Cartografico di Geologia<br />

Urbana”: Prof.ssa Lucilia Gregori (Responsabile<br />

Scientifico) Dipartimento di Scienze<br />

della Terra dell’Università degli Studi di<br />

Perugia - Arch. Ambra Ciarapica (Servizio<br />

Informatico Informativo: Geografico, Ambientale<br />

e Territoriale) Regione Umbria.<br />

4 Carta storica di Magrini, 1866, disegnatore<br />

Fratelli Monatti (Cassano, 1990).<br />

5 Foto aerea della Regione Umbria, Ripresa<br />

Sett.-Ott. 1977; Conc. SMA n.38,<br />

1.02.78. Scala 1:33.000 Compagnia Generale<br />

Ripreseaeree Parma, 1977.<br />

6 Una delle più antiche chiese paleocristiane<br />

d’Italia, 429 (Pianesi, 2007).<br />

7 Una leggenda recita che in questo luogo<br />

fosse eretto il padiglione (ampia tenda<br />

riservata ai capi degli eserciti) del nobile<br />

Orlando che liberò Perugia da Argoglioso<br />

di Persia e per tale motivo fece edificare<br />

la Chiesa di S. Arcangelo, poiché l’Angelo<br />

avrebbe mandato Orlando a Perugia “[…]<br />

Urbana in Umbria: caso di studio la<br />

città di Spoleto (Umbria). Conv. Naz.<br />

Ricerca, Applicazione e Comunicazione<br />

delle Scienze della Terra, 27-28 marzo<br />

2009, Preci S. Eutizio (Umbria).<br />

pi a n eS i M., 2007, Perugia. Passeggiare<br />

la stella. I fuori guida, Alie&no Editrice,<br />

139pp.<br />

po L i G., 2005, La storia dei principali<br />

monumenti umbri messa in luce dallo<br />

studio dei materiali lapidei. I Venerdì<br />

della scienza. Perugia.<br />

pr i n c i p i p., 1909, Materiali da costruzione<br />

dell’Umbria, Giornale di Geologia<br />

Pratica, anno IV, fasc.V, Perugia.<br />

ro d o L i c o F., 1953, Le Pietre delle città<br />

note<br />

…per liberarla dalla mano di quel Pagano”<br />

(Galletti in Pianesi, 2007).<br />

8 Nel 1254, l’acqua proveniente da M.<br />

Pacciano fu convogliata, con un condotto di<br />

circa 4 km, attraverso Porta S. Angelo alla città<br />

e collegato, tramite l’Acquedotto appoggiato<br />

sopra gli ‘arconi’, alla Fontana Maggiore.<br />

Dopo il 1889, il serbatoio idrico di Monteripido<br />

portò l’acqua alla città e l’Acquedotto divenne<br />

passaggio pedonale urbano (Mori, 2004).<br />

9 Archeometria storica della Fontana Maggiore;<br />

Poli G., 2008.<br />

10 La Fontana Maggiore, commissionata a<br />

Fra’ Bevignate, entrò in funzione il 13 Febbraio<br />

del 1280 (Mori, 2004).<br />

11 Notizie biliografiche riportate da Mattioli,<br />

2004 riportano: 1518 – Cava a vocabolo<br />

Casciolfo. Roselli: 4 dicembre 1518, vendita<br />

di 2/3 di cava Roselli in Vocabolo “Casciolfo”<br />

SASS, Archivio notarile, prot. 287, c. 2<br />

(segnalato da L. Rambotti). 1872 – Vocabolo<br />

“Casciolfo”; Proprietà della famiglia Agliani<br />

in loc. Monte Caciolfo attorno al 1872, cfr,<br />

SASS, tav. XVII, partt. 940-041-043; tav. XXII,<br />

part,1170;t av.XVII, partt. 942, 1270.<br />

12 Costruita nel 1436 dal cardinale Grimani al<br />

posto del Pianello del Borgo, oggi occupato<br />

dai giardini, diviso dal resto della città da un<br />

fosso attraversabile con un ponte (Pianesi,<br />

2007).<br />

13 Le sostruzioni erano opere di<br />

contenimento realizzate già nel ‘200 per<br />

costruire una base d’appoggio per la piazza<br />

sovrastante che aggettava sopra un versante<br />

d’Italia. Firenze, Ed. Le Monnier.<br />

Sp e r a n d i o B., Delle pietre dell’Umbria.<br />

Da costruzione e ornamentali. Perugia,<br />

Quattroemme Editore, 509pp.<br />

Si e p i S., 1822, Descrizione topologico-storica<br />

della città di Perugia. Tipografia<br />

Garbinesi e Cantucci.<br />

SiGnoreLLi G., 1875, Chiese, Conventi<br />

e Confraternite. Inedito dell’Archivio<br />

storico “Ardenti” del Comune di Viterbo,<br />

Biblioteca Comunale “Anselmi”.<br />

TCI, 1999, Umbria. Guida d’Italia. Milano,<br />

Touring Club Italiano, 704pp.<br />

Ve n t u r i F., ro S S i S., 2003, Subasio.<br />

Origine e vicende di un monte appenninico.<br />

Perugia, Porzi Editoriali, 112pp.<br />

scosceso e instabile.<br />

14 Sulla destra dell’arco si nota un solco<br />

diagonale testimonianza di case addossate<br />

al muro etrusco ed abbattute nel 1901 (Pianesi,<br />

2007).<br />

15 La città storica è “nel ventre del Col<br />

Landone” (AA.VV:, 1999). Il quartiere due/<br />

trecentesco con case e torri dei Malatesta<br />

Baglioni fatto costruire nel 1436, venne<br />

spianato dai rivali Guidalotti. Nel 1540<br />

Papa Paolo III Farnese per affermare il<br />

potere pontificio costruì, sopra la vecchia<br />

città dei Baglioni, la Rocca. La tenaglia<br />

era la porzione avanzata della Fortezza,<br />

disegnata da A. Sangallo per il Papa, e che<br />

collegava l’attuale parte del centro con<br />

l’area di S. Giuliana. Terminata nel 1543, fu<br />

gradualmente distrutta dai perugini, a partire<br />

dal 1848.<br />

16 Lettera di Antonio Galli Ing. Del Comune<br />

di Spoleto al Gonfalone Raffaele Angelici, 18<br />

Apr.1854, SASS, Archivio Storico Comunale,<br />

Amministrativo, B 427, Tit I, cat.5, art.1,1855.<br />

17 Secondo testimonianze orali, sembra<br />

che la famiglia Agliani, stabilitasi a Roselli,<br />

presso Spoleto, avviò l’uso di questa<br />

pietra da una cava (mai identificata) del M.<br />

Caciolfo, di cui era proprietaria per costruire<br />

la Chiesa della Madonna di Loreto presso<br />

Spoleto (Sperandio, 2004). Esiste localmente<br />

un toponimo chiamato ‘trascinata’ legato<br />

al fosso lungo il quale sarebbero stati<br />

trasportati i blocchi di ‘caciolfa’ dalla cava<br />

a valle.<br />

47


via del romito 11/13r - 50134 firenze, italy<br />

tel. 055 483 557, fax 055 483 690<br />

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