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Distribuzione dell'ittiofauna in Provincia di Piacenza - Osservatorio ...

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libro pesci pc 26-03-2003 9:08 Pag<strong>in</strong>a 1 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folder<br />

PROVINCIA<br />

DI PIACENZA<br />

<strong>Distribuzione</strong> dell’ittiofauna<br />

<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Giuseppe Maio<br />

Thomas Busatto<br />

Enrico Marconato<br />

Stefano Salviati


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La realizzazione <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o ha co<strong>in</strong>volto molte persone oltre agli autori e<br />

notevoli risorse <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i soprattutto <strong>di</strong> tempo, fatica ed esperienza.<br />

Poco si sarebbe potuto realizzare senza l’aiuto cor<strong>di</strong>ale e s<strong>in</strong>cero <strong>di</strong> molte<br />

persone che vogliamo r<strong>in</strong>graziare.<br />

Il dott. Fornari, che ha fatto <strong>in</strong> modo che questi stu<strong>di</strong> <strong>in</strong>iziassero;<br />

l’assessore Fermi, che ne ha voluto la prosecuzione;<br />

il dott. Poggioli ed il dott. Bern<strong>in</strong>i, che hanno sempre supportato gli autori;<br />

gli Agenti della Polizia Prov<strong>in</strong>ciale, che ci hanno seguito sul campo e<br />

pazientemente assistito <strong>in</strong> tutti questi anni;<br />

Angelo Battaglia, che con la sua esperienza e il suo amore per l’ambiente ci ha<br />

spesso svelato angoli <strong>in</strong>contam<strong>in</strong>ati della prov<strong>in</strong>cia e problemi aperti;<br />

l’assessora Bertoni e la dottoressa Adalgisa Torselli del Servizio Ambiente che<br />

hanno sostenuto l’opera e ne hanno consentito la pubblicazione;<br />

le Associazioni <strong>di</strong> Pescatori Sportivi (FIPSAS, ARCI, UNPEM, ENAL) che hanno<br />

sempre sostenuto lo sforzo <strong>di</strong> <strong>in</strong>novazione che questi stu<strong>di</strong> sottendono;<br />

molti pescatori sportivi che ci hanno accompagnato, aiutato e <strong>in</strong>staurato con<br />

noi un <strong>di</strong>alogo s<strong>in</strong>cero e che cont<strong>in</strong>ua ancora oggi.<br />

gli Autori


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Agire per preservare l’acqua, per conservare e riprodurre la <strong>di</strong>versità biologica è<br />

<strong>di</strong> primaria importanza per il mantenimento generale dell’equilibrio ecologico,<br />

perché acqua e bio<strong>di</strong>versità sono la vita.<br />

Dal VI programma d’Azione ambientale dell’Unione Europea ai documenti<br />

conclusivi del vertice <strong>di</strong> Johannesburg, al Programma Triennale d’Azione<br />

ambientale della regione Emilia Romagna, ai programmi dell’Amm<strong>in</strong>istrazione<br />

Prov<strong>in</strong>ciale <strong>in</strong> attuazione degli obiettivi dell’Agenda XXI locale, la tutela dell’acqua<br />

e della bio<strong>di</strong>versità sono tra le priorità <strong>in</strong>elu<strong>di</strong>bili per lo sviluppo sostenibile<br />

globale e locale.<br />

L’applicazione del concetto <strong>di</strong> sostenibilità alle risorse idriche deve partire dalla<br />

considerazione che l’acqua serve all’uomo, alle sue attività economiche,<br />

ma soprattutto è l’elemento <strong>di</strong> base per la vita e per la preservazione delle risorse<br />

naturali: anche nel nostro territorio la gestione delle risorse idriche dorvà<br />

preservare gli ecosistemi acquatici nelle loro funzioni e proteggere la bio<strong>di</strong>versità.<br />

E’ necessario mettere <strong>in</strong> atto azioni e politiche che limit<strong>in</strong>o e prevengano i danni<br />

del peso dell’urbanizzazione e dell’antropizzazione, dell’attività agricola ed<br />

<strong>in</strong>dustriale, che <strong>in</strong>cidono sulla per<strong>di</strong>ta progressiva della bio<strong>di</strong>versità, sulla<br />

scomparsa <strong>di</strong> specie ittiche, sull’impoverimento quantitativo e qualitativo della<br />

risorsa acqua.<br />

La gestione dei corsi d’acqua e del reticolo idrografico del nostro territorio è<br />

complessa e chiama <strong>in</strong> causa tutti i soggetti, la Prov<strong>in</strong>cia, gli Enti locali,<br />

i cittad<strong>in</strong>i, i produttori, gli Organi <strong>di</strong> controllo, le Associazioni, le Scuole.<br />

Va rivisto anche il nostro approccio quoti<strong>di</strong>ano con la risorsa acqua, che è f<strong>in</strong>ita.<br />

Il piano <strong>di</strong> tutela delle acque, i programmi, le scelte, hanno necessariamente<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> garantire quantità e qualità dei corsi d’acqua, rendere possibile il<br />

m<strong>in</strong>imo deflusso vitale <strong>di</strong> fiumi e torrenti, essenziale per la tutela delle specie a<br />

rischio e per il mantenimento della vita acquatica.<br />

Il lavoro che presentiamo è un contributo importante alla conoscenza dello stato<br />

<strong>di</strong> salute dei nostri più importanti corsi d’acqua e delle specie ittiche presenti;<br />

un patrimonio naturale <strong>di</strong> notevole rilevanza ed <strong>in</strong>teresse da <strong>di</strong>fendere,<br />

salvaguardare, rivitalizzare. Uno stu<strong>di</strong>o f<strong>in</strong>alizzato a rafforzare <strong>in</strong>sieme alla<br />

consapevolezza, le politiche locali <strong>di</strong> buona gestione delle risorse idriche<br />

e dei corsi d’acqua.<br />

Adriana Bertoni<br />

Assessora Prov<strong>in</strong>ciale all’Ambiente


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Testimoni silenziosi della qualità delle acque e della nostra capacità <strong>di</strong><br />

salvaguardare le risorse naturali del pianeta, i pesci, sempre meno numerosi,<br />

sempre più esotici e <strong>di</strong>versi da quelli che storicamente popolavano i nostri fiumi,<br />

rappresentano una ricchezza da tutelare ed una straord<strong>in</strong>aria risorsa. Come<br />

sempre, il primo passo per tutelare è conoscere: riconoscere le specie, capirne le<br />

necessità, <strong>in</strong>dagarne le abitud<strong>in</strong>i alimentari ed i comportamenti all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un<br />

contesto ampio qual è la vita delle acque e la morfologia del territorio.<br />

Po, Trebbia, Nure, Aveto, Arda, Tidone fonte <strong>di</strong> vita e cultura delle nostre zone,<br />

per tanti secoli fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e sostentamento, ma anche <strong>di</strong> sport e tempo<br />

libero; fiumi e torrenti che nutrono e fanno paura, parte viva della nostra storia,<br />

<strong>di</strong> noi stessi; conoscerli e stu<strong>di</strong>arli significa capire meglio chi siamo ed<br />

immag<strong>in</strong>are il nostro futuro.<br />

Piaccia o no, la gestione del patrimonio idrico del pianeta sarà prioritariamente<br />

all’ord<strong>in</strong>e del giorno dell’agenda politica del ventunesimo secolo. Mutate<br />

con<strong>di</strong>zioni climatiche, modalità <strong>di</strong> precipitazione ben <strong>di</strong>fferenti da quelle<br />

consolidate nella nostra memoria, spopolamento <strong>di</strong> aree montane e conseguente<br />

abbandono delle pratiche <strong>di</strong> regimazione, gestione degli alvei, necessità irrigue<br />

dell’agricoltura, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento <strong>di</strong>ffuso sono tra le cause <strong>di</strong> una nuova e<br />

responsabile necessità <strong>di</strong> approccio al problema acqua.<br />

L’acqua è e sarà sempre maggiormente un bene prezioso, da conservare, da non<br />

sprecare assolutamente. Starà al nostro senso <strong>di</strong> responsabilità, alla nostra<br />

capacità <strong>di</strong> immag<strong>in</strong>are soluzioni <strong>in</strong>novative, r<strong>in</strong>unciando agli aspetti più<br />

devastanti del progresso a favore della tutela della qualità della vita, saper<br />

salvaguardare un elemento fondamentale per la nostra vita. Noi abitanti <strong>di</strong> questo<br />

pianeta, l’unico che abbiamo, siamo gravati da una straord<strong>in</strong>aria responsabilità:<br />

considerarlo un prestito fattoci dai nostri nipoti. Dovrà essere nostra cura farlo<br />

arrivare a loro <strong>in</strong> uno stato migliore <strong>di</strong> come lo abbiamo trovato.<br />

Alberto Fermi<br />

Assessore Prov<strong>in</strong>ciale alla Pesca


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In<strong>di</strong>ce<br />

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7<br />

Metodologie impiegate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9<br />

Cenni sull’idrografia prov<strong>in</strong>ciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11<br />

Le specie ittiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21<br />

Storione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25<br />

Anguilla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28<br />

Alosa o Cheppia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31<br />

Pigo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33<br />

Triotto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35<br />

Cavedano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37<br />

Vairone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39<br />

Sangu<strong>in</strong>erola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41<br />

T<strong>in</strong>ca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43<br />

Scardola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45<br />

Alborella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47<br />

Savetta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49<br />

Lasca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51<br />

Gobione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53<br />

Barbo comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55<br />

Barbo can<strong>in</strong>o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57<br />

Carassio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59<br />

Carpa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61<br />

Rodeo amaro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63<br />

Pseudorasbora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65<br />

Abramide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67<br />

Cobite comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69<br />

Siluro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71<br />

Pesce gatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73<br />

Luccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75<br />

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Trota fario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77<br />

Trota iridea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79<br />

Temolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81<br />

Gambusia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83<br />

Sp<strong>in</strong>arello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85<br />

Persico trota . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87<br />

Persico sole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89<br />

Persico reale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91<br />

Lucioperca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93<br />

Acer<strong>in</strong>a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95<br />

Cagnetta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97<br />

Ghiozzo <strong>di</strong> fiume . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99<br />

Altre specie ittiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101<br />

Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107<br />

La fauna ittica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107<br />

Gli elementi <strong>di</strong> crisi ambientale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111<br />

Bibliografia essenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117<br />

6


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7<br />

Introduzione<br />

All’<strong>in</strong>terno dell’ambiente acquatico,<br />

la fauna ittica ha rivestito e riveste<br />

tutt’ora l’elemento che più <strong>di</strong> ogni<br />

altro attira l’attenzione <strong>di</strong> ognuno<br />

<strong>di</strong> noi. Mentre un tempo ci si rivolgeva<br />

a questa componente dell’ecosistema<br />

unicamente come risorsa<br />

alimentare, spesso nell’ambito<br />

<strong>di</strong> un’aiuto alla sussistenza<br />

giornaliera, oggi il fiume e il pesce<br />

rappresentano soprattutto l’occasione<br />

per un contatto con la natura<br />

che <strong>di</strong>venta sempre più raro. Ma<br />

è <strong>di</strong>fficile parlare del pesce senza<br />

far riferimento all’elemento <strong>in</strong> cui<br />

vive, l’acqua, e gli ambienti che popola,<br />

vista la stretta relazione che<br />

li legano. Molte sono le categorie <strong>di</strong> persone che si affacciano ai corsi d’acqua<br />

del proprio territorio: dal semplice bagnante domenicale, al turista che cerca scorci<br />

<strong>di</strong> ambienti selvaggi e non antropizzati, al pescatore che è <strong>di</strong>sposto a lunghe<br />

attese per far abboccare la sua preda. Sul fiume e sull’acqua si concentrano anche<br />

<strong>in</strong>teressi <strong>di</strong> varia natura come l’approvvigionamento idrico per uso alimentare<br />

o sanitario, l’utilizzo per la produzione <strong>di</strong> energia elettrica, per scopi irrigui<br />

o <strong>in</strong>dustriali e per la navigazione.<br />

Col passare degli anni si è assistito ad una variazione delle con<strong>di</strong>zioni ambientali<br />

che ha avuto ripercussione su tutti i comparti biologici dell’ecosistema acquatico:<br />

scarichi <strong>di</strong> ogni tipo sono stati convogliati nelle acque, aggiungendo ai<br />

più contenuti scarichi domestici anche quelli derivanti da una <strong>in</strong>dustrializzazione<br />

crescente sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> <strong>in</strong>tensità, che <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione territoriale e <strong>di</strong> nuove<br />

tipologie <strong>di</strong> <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti; l’esigenza <strong>di</strong> proteggere gli <strong>in</strong>se<strong>di</strong>amenti umani, sempre<br />

più <strong>in</strong>vasive e meno rispettose delle d<strong>in</strong>amiche territoriali naturali, ha portato<br />

a cont<strong>in</strong>ue mo<strong>di</strong>ficazioni degli alvei, arg<strong>in</strong>ature artificiali e regolazioni dei flussi<br />

idrici. Spesso tutto ciò ha provocato <strong>di</strong>sagi <strong>di</strong> varia natura alle biocenosi acquatiche,<br />

con effetti deleteri verso le specie ittiche che nei corsi d'acqua rappresentano<br />

l'apice della catena alimentare; talune specie hanno subito una <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

numerica più o meno consistente e una riduzione dell'areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione,<br />

mentre altre specie sono comparse nelle nostre acque con effetti spesso<br />

molto evidenti. Una simile situazione, anche se all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un lento cambiamento,<br />

<strong>in</strong>izia a <strong>di</strong>ventare evidente a tutti coloro che già sono dotati <strong>di</strong> una sensibilità<br />

ambientale, ma anche a coloro che dall’ambiente traggono ragione <strong>di</strong> sostentamento<br />

oppure opportunità <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to o <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> puro <strong>di</strong>vertimento. Gli <strong>in</strong>


libro pesci pc 26-03-2003 9:08 Pag<strong>in</strong>a 8 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folder<br />

terventi ormai non possono essere ritardati per evitare ulteriori degra<strong>di</strong> e cercare<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong>vertire la preoccupante <strong>di</strong>rezione attualmente <strong>in</strong> corso. Il primo passo per<br />

<strong>in</strong>vertire la rotta è sempre quello <strong>di</strong> dotarsi <strong>di</strong> tutte le <strong>in</strong>formazioni <strong>di</strong> base sullo<br />

stato dell’ambiente e delle risorse territoriali; tali dati sono necessari per la stesura<br />

<strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> lavoro che, passando attraverso una razionale pianificazione<br />

<strong>di</strong> tutte le operazioni riguardanti gli ambienti acquatici e la fauna ittica, permetta<br />

<strong>di</strong> perseguire e raggiungere gli obiettivi <strong>di</strong> miglioramento delle situazioni<br />

naturali. Il presente volume, s<strong>in</strong>tesi <strong>di</strong> un lavoro svolto sul territorio prov<strong>in</strong>ciale<br />

a partire dal 1991, va esattamente <strong>in</strong> questa <strong>di</strong>rezione; <strong>in</strong> tutto questo tempo sono<br />

state raccolte numerose <strong>in</strong>formazioni sullo stato degli ambienti acquatici prov<strong>in</strong>ciali<br />

e sulle comunità ittiche. Si è operato <strong>di</strong>rettamente sul territorio me<strong>di</strong>ante<br />

una serie <strong>di</strong> campionamenti nel vari fiumi e torrenti, ma si sono anche raccolte<br />

<strong>in</strong>formazioni sulle situazioni storiche da memoria dei pescatori e dalle rare<br />

<strong>in</strong>formazioni bibliografiche esistenti. Tutte le <strong>in</strong>formazioni raccolte sono racchiuse<br />

<strong>in</strong> relazioni tecniche che contengono anche <strong>in</strong>formazioni numeriche sullo<br />

stato dei popolamenti ittici. In questo volume esse vengono <strong>in</strong> qualche modo<br />

tralasciati, per lasciare spazio ad una visione meno dettagliata, ma più s<strong>in</strong>tetica<br />

e <strong>di</strong>vulgativa della situazione ittiofaunistica <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>.<br />

Tra gli scopi <strong>di</strong> <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i <strong>di</strong> questo tipo e della conseguente <strong>di</strong>vulgazione dei risultati<br />

ci sono anche la giusta valorizzazione delle risorse naturali, una maggiore<br />

sensibilizzazione <strong>di</strong> chi fruisce del patrimonio ittico e dell'ambiente acquatico<br />

<strong>in</strong> generale e non da ultimo una migliore conoscenza delle nostre acque da un<br />

punto <strong>di</strong> vista scientifico. La nostra speranza è che una corretta e attuale <strong>in</strong>formazione<br />

sullo stato del bene ambientale costituisca l'<strong>in</strong>centivo per una aumentata<br />

sensibilità verso l'ambiente acquatico e, <strong>di</strong> conseguenza, per una utilizzazione<br />

delle risorse rispettosa degli equilibri naturali.


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Metodologie impiegate<br />

L’obiettivo della ricerca era quello <strong>di</strong> def<strong>in</strong>ire le specie ittiche presenti nelle acque<br />

del territorio prov<strong>in</strong>ciale, la loro attuale <strong>di</strong>stribuzione, le mo<strong>di</strong>ficazioni rispetto<br />

alla situazione del passato, le tendenze demografiche dei vari popolamenti e <strong>di</strong><br />

ottenere alcune <strong>in</strong>formazioni sulla loro biologia.<br />

Oltre a recuperare le <strong>in</strong>formazioni <strong>di</strong>sponibili <strong>in</strong> bibliografia, sono state condotte<br />

<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i su due l<strong>in</strong>ee parallele: da un lato sono stati condotti campionamenti<br />

<strong>di</strong>retti della fauna ittica <strong>di</strong> tipo qualitativo e quantitativo <strong>in</strong> tratti limitati <strong>di</strong> corsi<br />

d’acqua, dall’altro sono state raccolte <strong>in</strong>formazioni tramite colloqui con i pescatori<br />

sportivi e <strong>di</strong> professione soprattutto sulle situazioni storiche.<br />

Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti sono stati sviluppati su 189 tratti <strong>di</strong> corsi d'acqua, <strong>di</strong>stribuiti omogeneamente<br />

sul reticolo idrografico prov<strong>in</strong>ciale. I 293 rilievi ittiofaunistici sono<br />

stati condotti me<strong>di</strong>ante elettrostor<strong>di</strong>tore <strong>in</strong> tratti con lunghezze variabili tra i 50<br />

e i 500 m <strong>in</strong> vari perio<strong>di</strong> tra il 1991 ed il 2001 e nell’ambito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> f<strong>in</strong>alizzati a<br />

s<strong>in</strong>goli territori o a problematiche ben def<strong>in</strong>ite.<br />

In alcune aree (quelle torrentizie montane) i dati rilevati sono stati <strong>di</strong> tipo quantitativo,<br />

<strong>in</strong> altre situazioni (fiumi <strong>di</strong> pianura o comunque ambienti fluviali <strong>di</strong> elevate<br />

<strong>di</strong>mensioni) si è operato con osservazioni <strong>di</strong> tipo qualitativo (specie presenti)<br />

e semiquantitativo (descrizione dell’abbondanza e dello stato demografico<br />

dei popolamenti specifici).<br />

Sia nei campionamenti qualitativi che quantitativi il pesce catturato è stato classificato,<br />

esam<strong>in</strong>ato e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> rilasciato. Nei campionamenti qualitativi ad ogni specie<br />

r<strong>in</strong>venuta veniva attribuito un <strong>in</strong><strong>di</strong>ce <strong>di</strong> abbondanza (IA) compreso tra 0 (assenza)<br />

e 5 (abbondanza dom<strong>in</strong>ante) (Marconato A. et al.,1986) <strong>in</strong> funzione della<br />

numerosità <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui riscontrata.<br />

Nei campionamenti quantitativi il pesce catturato è stato anche misurato, pesato<br />

e per le specie <strong>di</strong> maggior <strong>in</strong>teresse alieutico si è proceduto al prelievo delle<br />

scaglie per la determ<strong>in</strong>azione della classe d'età d'appartenenza.<br />

Al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> rendere omogenee le <strong>in</strong>formazioni per il presente volume, anche i dati<br />

dei campionamenti quantitativi sono stati rico<strong>di</strong>ficati secondo l’<strong>in</strong><strong>di</strong>ce <strong>di</strong> abbondanza<br />

descritto <strong>in</strong> precedenza.<br />

Per ogni stazione esam<strong>in</strong>ata, <strong>in</strong>oltre, è stata compilata una scheda per la descrizione<br />

morfologica del corso d'acqua; alcune delle variabili rilevate sono <strong>in</strong><br />

forma semiquantitativa (antropizzazione, ombreggiatura, torbi<strong>di</strong>tà), mentre altre<br />

sono <strong>di</strong> tipo quantitativo (profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a e massima, larghezza me<strong>di</strong>a e massima,<br />

velocità <strong>di</strong> corrente) e le rimanenti <strong>in</strong> percentuale (copertura vegetale, composizione<br />

del substrato, composizione <strong>in</strong> tipologie ambientali del corpo idrico).<br />

Sono stati <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e misurati alcuni parametri chimico-fisici <strong>di</strong> particolare <strong>in</strong>teresse<br />

per la fauna ittica come: temperatura dell'acqua, pH, conducibilità, ossigeno <strong>di</strong>sciolto<br />

e percentuale <strong>di</strong> saturazione dell'ossigeno.<br />

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L'<strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni raccolte ha consentito <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare per ogni specie<br />

l'attuale areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione e la consistenza dei popolamenti ittici, oltre che<br />

le tendenze demografiche <strong>in</strong> atto.<br />

Nelle cart<strong>in</strong>e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione che sono presentate nel prosieguo del volume, le<br />

aree <strong>in</strong> cui le specie sono presenti vengono rappresentate, per motivi <strong>di</strong> semplicità,<br />

<strong>in</strong> tre tonalità <strong>di</strong> verde, variando così l’<strong>in</strong><strong>di</strong>ce <strong>di</strong> abbondanza da da c<strong>in</strong>que a<br />

tre classi; la rappresentazione grafica, <strong>in</strong>fatti presenta le abbondanze della fauna<br />

ittica nel seguente modo:<br />

Verde chiaro specie presente con abbondanza molto limitata o episo<strong>di</strong>ca,<br />

tanto da poter essere def<strong>in</strong>ita rara o scarsa<br />

Verde specie presente<br />

Verde scuro specie presente <strong>in</strong> modo frequente o abbondante<br />

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Cenni sull’idrografia prov<strong>in</strong>ciale<br />

La prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> ha una superficie <strong>di</strong> circa 2.587 km 2 composta dal 36%<br />

<strong>di</strong> ambienti montani appenn<strong>in</strong>ici, dal 36,7% <strong>di</strong> zone pedemontane (coll<strong>in</strong>ari) e<br />

per il rimanente 27,3% da zone <strong>di</strong> pianura.<br />

In questa vasta area conf<strong>in</strong>ante con 3 regioni (Liguria a Sud, Piemonte ad Ovest<br />

e Lombar<strong>di</strong>a ad Ovest e Nord) e 6 prov<strong>in</strong>ce (da Sud <strong>in</strong> senso orario: Genova,<br />

Alessandria, Pavia, Lo<strong>di</strong>, Cremona e Parma) scorrono numerosi corsi d’acqua a<br />

varia tipologia: dai torrenti appenn<strong>in</strong>ici ai fiumi <strong>di</strong> pianura, ai canali <strong>di</strong> bonifica f<strong>in</strong>o<br />

ad un tratto consistente del più grande fiume italiano, il Fiume Po.<br />

Idrograficamente sono identificabili bac<strong>in</strong>i <strong>di</strong> varia <strong>di</strong>mensione, tutti comunque<br />

tributari del Fiume Po (Tabella 1 e Figura 1).<br />

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Nr Bac<strong>in</strong>o Sup. Km 2 %<br />

0 Po 70,64 2,73<br />

1 Bardonezza 10,60 0,41<br />

2 Lora-Carogna 32,71 1,26<br />

3 Carona-Boriacco 34,35 1,33<br />

4 Cornaiola 50,82 1,96<br />

5 Tidone 272,10 10,52<br />

7 Loggia 38,39 1,48<br />

8 Vescovo 13,63 0,53<br />

9 Trebbia 722,36 27,92<br />

10 Raganella 34,47 1,33<br />

11 Rifiuto 16,14 0,62<br />

15 Nure 455,99 17,62<br />

17 Chiavenna 360,28 13,92<br />

20 Fontana 156,79 6,06<br />

21 Arda-Ong<strong>in</strong>a 288,56 11,15<br />

25 Stirone 29,69 1,15<br />

Totale 2.587,53 100,00<br />

12<br />

Tabella 1. Bac<strong>in</strong>i idrografici<br />

<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> e loro<br />

estensione territoriale (per<br />

la numerazione dei bac<strong>in</strong>i<br />

viene seguita la co<strong>di</strong>fica regionale<br />

dell’Emilia-Romagna)<br />

Figura 1. I bac<strong>in</strong>i idrografici prov<strong>in</strong>ciali


libro pesci pc 26-03-2003 9:08 Pag<strong>in</strong>a 13 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Dei ben 7.600 chilometri <strong>di</strong> cui è composto il patrimonio idrografico della prov<strong>in</strong>cia<br />

<strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>, solo circa 2.500 sono <strong>in</strong>teressanti per la pesca.<br />

Il corso d’acqua <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni è ovviamente il Fiume Po che scorre <strong>in</strong><br />

prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> costituendone il conf<strong>in</strong>e settentrionale per circa 92 chilometri.<br />

Lungo il suo corso il Po riceve le acque <strong>di</strong> tutti i bac<strong>in</strong>i della prov<strong>in</strong>cia, oltre<br />

a quelle dei bac<strong>in</strong>i montani lombar<strong>di</strong>. Il corso del fiume è quello tipico <strong>di</strong> pianura<br />

con un andamento meandriforme <strong>in</strong> cui però l’uomo ha operato una serie<br />

<strong>di</strong> cambiamenti morfologici importanti quali l’elim<strong>in</strong>azione <strong>di</strong> molti <strong>di</strong>versivi (lanche)<br />

e la costruzione <strong>di</strong> sbarramenti per la produzione <strong>di</strong> energia elettrica (lo sbarramento<br />

<strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i). Il fondale è prevalentemente sabbioso o fangoso e la<br />

velocità <strong>di</strong> corrente elevata, mentre molte delle lanche orig<strong>in</strong>ali sono isolate e<br />

hanno perso la loro relazione d<strong>in</strong>amica con il corpo del fiume. Tra questi elementi<br />

spiccano per naturalità ancora alcune zone, quali le lanche <strong>in</strong> comune <strong>di</strong><br />

Caorso <strong>in</strong>cluse nell’ambito riservato della centrale nucleare Enel, dove l’<strong>in</strong>tricato<br />

mondo <strong>di</strong> canali e laghi resta un’oasi molto importante che funge da polmone<br />

ittiologico per l’<strong>in</strong>tero fiume.<br />

Il Fiume<br />

Trebbia a Ottone<br />

13<br />

Il Fiume Po<br />

a Caorso


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Il bac<strong>in</strong>o idrografico più<br />

esteso è quello del Fiume<br />

Trebbia con quasi 2.500<br />

chilometri <strong>di</strong> corsi d’acqua<br />

e circa 673 chilometri <strong>di</strong> fiumi<br />

<strong>in</strong>teressanti per la pesca.<br />

L’asta pr<strong>in</strong>cipale del Fiume<br />

Trebbia entra <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong><br />

<strong>Piacenza</strong> dalla conf<strong>in</strong>ante<br />

prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Genova e, dopo<br />

un percorso <strong>di</strong> circa 20<br />

chilometri, riceve le acque<br />

del suo più importante affluente,<br />

il Torrente Aveto nei<br />

pressi <strong>di</strong> Marsaglia. Il tragitto<br />

prosegue con un percorso<br />

meandriforme a vol- Il Torrente Nure a monte <strong>di</strong> Ferriere<br />

te molto <strong>in</strong>tenso f<strong>in</strong>o ad<br />

uscire nel tratto più prettamente vallivo nei pressi <strong>di</strong> Bobbio. Da qui il corso è rettil<strong>in</strong>eo<br />

f<strong>in</strong>o alla sua confluenza nel Fiume Po, a monte <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>.<br />

Il secondo bac<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> chilometri (1.373) <strong>di</strong> corsi d’acqua, della prov<strong>in</strong>cia<br />

è quello del Torrente Nure, che nasce e scorre completamente <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia.<br />

Il tratto montano <strong>di</strong> questo torrente è ricco <strong>di</strong> affluenti <strong>di</strong> una certa importanza<br />

e procede per 30 chilometri prima <strong>di</strong> aprirsi nella me<strong>di</strong>a valle nei pressi <strong>di</strong><br />

Bettola. Da qui il percorso è abbastanza rettil<strong>in</strong>eo f<strong>in</strong>o ad arrivare al suo sbocco<br />

nel Fiume Po, a monte <strong>di</strong> Caorso. Complessivamente sono circa 400 i chilometri<br />

<strong>di</strong> corsi d’acqua <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse per la pesca.<br />

Leggermente <strong>di</strong>versa è la situazione del bac<strong>in</strong>o del Torrente Chiavenna, il terzo<br />

per estensione della prov<strong>in</strong>cia (1.021 chilometri complessivi <strong>di</strong> corsi d’acqua),<br />

Il Torrente Chiavenna


libro pesci pc 26-03-2003 9:08 Pag<strong>in</strong>a 15 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

che pur avendo delle porzioni <strong>di</strong> scorrimento <strong>in</strong> ambito montano, trae la maggior<br />

parte delle sue acque dalle zone coll<strong>in</strong>ari e <strong>di</strong> pianura. Il Torrente Chiavenna<br />

sbocca nel Fiume Po a valle <strong>di</strong> Caorso, dopo aver percorso circa 45 chilometri<br />

dalla sorgente e dopo aver ricevuto durante il suo percorso le acque <strong>di</strong> importanti<br />

affluente quali il Torrente Chero ed il Torrente Riglio. Le acque che si<br />

possono ritenere <strong>in</strong>teressanti per la pesca scorrono complessivamente per circa<br />

345 chilometri.<br />

Il bac<strong>in</strong>o riferito ai Torrenti Arda e Ong<strong>in</strong>a è caratterizzato da un reticolo idrografico<br />

con un estensione pari a circa 969 chilometri; la componente idrologica<br />

coll<strong>in</strong>are e <strong>di</strong> pianura è molto ampia, ma il contributo della parte più prettamente<br />

montana è comunque sensibile. Il sub-bac<strong>in</strong>o del Torrente Arda scorre completamente<br />

<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia e l’asta pr<strong>in</strong>cipale, lunga circa 54 chilometri, si unisce a<br />

quella del Torrente Ong<strong>in</strong>a poco prima <strong>di</strong> immettersi nel Fiume Po al conf<strong>in</strong>e orientale<br />

della prov<strong>in</strong>cia. In totale sono circa 330 i chilometri <strong>di</strong> ambienti acquatici con<br />

un certo <strong>in</strong>teresse per la pesca.<br />

Il Torrente<br />

Arda<br />

Ultimo per estensione tra i gran<strong>di</strong> bac<strong>in</strong>i prov<strong>in</strong>ciali, quello del Torrente Tidone<br />

scorre <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> con circa 925 chilometri <strong>di</strong> corsi d’acqua <strong>di</strong> cui<br />

circa 200 <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse alieutico. Il Torrente Tidone sbocca nel Fiume Po a monte<br />

del Fiume Trebbia, dopo aver percorso circa 38 chilometri dal suo <strong>in</strong>gresso <strong>in</strong><br />

prov<strong>in</strong>cia.<br />

L’<strong>in</strong>sieme degli altri bac<strong>in</strong>i garantiscono un reticolo idrografico <strong>di</strong> circa 800 chilometri,<br />

<strong>di</strong> cui utili per la pesca circa 350. Si tratta per lo più <strong>di</strong> bac<strong>in</strong>i <strong>di</strong> pianura<br />

e pedemontani <strong>di</strong> modesta estensione ad esclusione <strong>di</strong> quello del Fontana Alta<br />

e dello Stirone (quest’ultimo però scorre per gran parte <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Parma).<br />

Il bac<strong>in</strong>o del Fontana Alta raccoglie le acque ad ovest <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> nella zo-<br />

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Un canale <strong>di</strong><br />

montagna<br />

na <strong>di</strong> pianura ed è ampiamente utilizzato per scopi irrigui. Si estende per circa<br />

135 chilometri <strong>di</strong> corsi d’acqua <strong>di</strong> cui circa 100 <strong>in</strong>teressanti per la pesca.<br />

I corsi d’acqua delle zone montane appenn<strong>in</strong>iche sono caratterizzati da un regime<br />

idrologico torrentizio con piene anche ragguardevoli <strong>in</strong> occasione dei momenti<br />

<strong>di</strong> pioggia alternati a perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> scarsa portata (soprattutto nei perio<strong>di</strong> estivo).<br />

Il regime idrologico si può def<strong>in</strong>ire “pluviale”, cioè determ<strong>in</strong>ato essenzialmente<br />

dall'andamento delle precipitazioni piovose; pochi sono i canali con andamento<br />

<strong>di</strong>verso e <strong>in</strong>fluenzato anche dai depositi della neve caduta d’<strong>in</strong>verno (andamento<br />

“nivopluviale”) che sui rilievi piacent<strong>in</strong>i non sono costanti negli anni e<br />

comunque <strong>di</strong> entità modesta.<br />

Proprio a causa del tipo <strong>di</strong> andamento idrologico e della morfologia del substrato<br />

(i ghiareti sono profondamente permeabili e hanno stretti legami con le acque<br />

sotterranee), <strong>in</strong>teri corsi d’acqua (o tratti <strong>di</strong> essi) sembrano perdere completamente<br />

le loro acque soprattutto nel periodo estivo. Si va da acque con regimi<br />

permanenti (l’acqua è presente tutto l’anno) a quelli semipermanenti (<strong>in</strong> alcuni<br />

perio<strong>di</strong> dell’anno, <strong>in</strong> genere brevi, non è presente l’acqua <strong>in</strong> alveo) a quelli temporanei<br />

(l’acqua è presente per meno <strong>di</strong> metà dell’anno) f<strong>in</strong>o a quelli occasionali<br />

(l’acqua è presente solo per pochi giorni all’anno).<br />

Le pendenze sono elevate e il substrato è composto soprattutto da massi, sassi<br />

e ciottoli, frammisti a modeste quantità <strong>di</strong> ghiaia; queste ultime <strong>di</strong>ventano la<br />

componente maggioritaria del substrato nelle zone <strong>di</strong> fondovalle, dove il fiume<br />

deposita il materiale eroso a monte <strong>in</strong> ampi ghiareti con profon<strong>di</strong>tà spesso ragguardevoli.<br />

Molte volte, soprattutto negli affluenti più impervi, sono presenti sal-<br />

Zona<br />

pedemontana<br />

(FiumeTrebbia)


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ti e cascate consistenti alternati a buche dove l’acqua si accumula; anche nei fiumi<br />

maggiori, prima del loro sbocco nel fondo valle, è costantemente presente<br />

un’alternanza <strong>di</strong> ampi e veloci raschi con fondo a massi, sassi e ciottoli, e <strong>di</strong> buche<br />

anche <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni e profon<strong>di</strong>tà considerevoli (f<strong>in</strong>o a 5-6 metri) con<br />

fondali a granulometria m<strong>in</strong>ore (ghiaia e sabbia).<br />

La velocità della corrente <strong>in</strong> questa zona è sempre piuttosto elevata, l’acqua, fresca<br />

o ad<strong>di</strong>rittura fredda nel periodo <strong>in</strong>vernale, si riscalda <strong>in</strong> corrispondenza dei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

scarsa portata (estate) e <strong>di</strong> maggior irraggiamento solare. Appartengono a questa<br />

zona tutte le porzioni montane dei bac<strong>in</strong>i del Fiume Trebbia, del Torrente Nure,<br />

del Torrente Arda e alcuni<br />

tratti molto contenuti<br />

<strong>di</strong> affluenti del Torrente<br />

Chiavenna e del<br />

Torrente Tidone.<br />

Man mano che si prosegue<br />

verso la pianura<br />

si <strong>in</strong>contrano le zone<br />

coll<strong>in</strong>ari e vallive che<br />

rappresentano la transizione<br />

verso la pianura.<br />

Qui i fiumi, soprattutto<br />

quelli pr<strong>in</strong>cipali, presentano<br />

un alveo ampio,<br />

<strong>in</strong> grado <strong>di</strong> ospitare le<br />

piene, costituito soprattutto<br />

da depositi allu-<br />

Zona <strong>di</strong> Pianura<br />

vionali ghiaiosi. Durante<br />

i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> magra l’alveo bagnato è contenuto e ha un andamento abbastanza libero,<br />

cioè il suo corso varia negli anni <strong>in</strong> funzione delle piene che si verificano<br />

<strong>in</strong> autunno o primavera. Si formano isole tra due rami dello stesso fiume che si<br />

separano, zone a velocità <strong>di</strong> corrente limitata, soprattutto <strong>in</strong> concomitanza <strong>di</strong> buche<br />

scavate dalla corrente presso ostacoli <strong>di</strong> varia natura, spesso lungo gli arg<strong>in</strong>i<br />

pr<strong>in</strong>cipali. La tipologia ambientale dom<strong>in</strong>ante, comunque, è il raschio, con velocità<br />

<strong>di</strong> corrente più contenute a causa delle pendenze non elevate. L’acqua è<br />

fresca <strong>di</strong> <strong>in</strong>verno, ma si scalda velocemente <strong>in</strong> estate e proprio <strong>in</strong> quest’area così<br />

permeabile si verificano le asciutte più importanti durante l’anno.Questa zona<br />

<strong>in</strong>terme<strong>di</strong>a <strong>in</strong>teressa quasi tutti i bac<strong>in</strong>i prov<strong>in</strong>ciali, ad esclusione <strong>di</strong> quelli tipicamente<br />

<strong>di</strong> pianura.<br />

Ancora più a valle la velocità dell’acqua rallenta ulteriormente dando modo ai corsi<br />

d’acqua <strong>di</strong> assumere un aspetto tipicamente <strong>di</strong> pianura con velocità <strong>di</strong> corrente<br />

limitate, acque torbide e molto produttive e fondali sostanzialmente sabbiosi<br />

e fangosi. In quest’area sono evidenti due sistemi ambientali particolari: da<br />

un lato, l’enorme sviluppo dei canali <strong>di</strong> bonifica ed irrigazione e, dall’altro, il sistema<br />

delle risorgive.<br />

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Mentre il primo è sostanzialmente<br />

determ<strong>in</strong>ato dall’uomo<br />

nel suo sviluppo idrografico,<br />

nella sua gestione idraulica e<br />

morfologica, il secondo è naturale<br />

e rappresenta l’affioramento<br />

delle acque <strong>di</strong> falda, alimentata<br />

dai fiumi nella zona<br />

coll<strong>in</strong>are o pedemontana. La<br />

rete irrigua ha uno sviluppo<br />

Canale irriguo esteso, ma idraulicamente viene<br />

gestita essenzialmente come un adduttore d’acqua (o un sistema <strong>di</strong> drenaggio,<br />

a seconda delle situazioni), quasi sempre senza tener conto delle biocenosi<br />

acquatiche che <strong>in</strong> esso si formano. L’andamento dell’acqua è abbastanza calmo,<br />

anche se <strong>in</strong> alcuni tratti o <strong>in</strong> alcuni momenti dell’anno si possono riscontrare<br />

velocità <strong>di</strong> corrente elevate. L’<strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> questi canali ha un regime idrologico<br />

opposto a quello dei sistemi naturali, per cui si verificano portate abbondanti<br />

durante il momento <strong>di</strong> maggior richiesta idrica da parte dell’agricoltura (estate),<br />

momento che nei sistemi naturali corrisponde ai perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> massima magra.<br />

La situazione opposta si verifica<br />

<strong>in</strong> primavera, autunno ed<br />

<strong>in</strong>verno; durante questi perio<strong>di</strong><br />

si osservano le “magre” con<br />

escursioni anche <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un<br />

metro nella profon<strong>di</strong>tà dell’acqua<br />

presente <strong>in</strong> alveo. Il sistema<br />

delle risorgive è un ambiente<br />

presente nella fascia <strong>di</strong><br />

territorio <strong>in</strong> cui si verifica l’affioramento<br />

dell’acqua <strong>di</strong> falda:<br />

esso è con<strong>di</strong>zionato e “<strong>di</strong>segnato”<br />

dall’<strong>in</strong>tervento dell’uomo<br />

che spesso, con opere <strong>di</strong><br />

scavo, ha raccolto e convo-<br />

Risorgiva a Chiaravalle<br />

gliato queste acque nel sistema<br />

dei “fontanili”, semplici opere idrauliche f<strong>in</strong>alizzate, soprattutto, ad un utilizzo<br />

irriguo. La morfologia <strong>di</strong> questi fontanili è particolare: l’acqua affiora dal fondo<br />

nella zona della “testa” della risorgiva per poi <strong>in</strong>canalarsi verso valle lungo<br />

l’asta vera e propria. Questi ambienti risentono fortemente della situazione della<br />

falda freatica ed <strong>in</strong> particolare del loro deficit che nella zona emiliana si sta accentuando;<br />

l’impoverimento della falda ha causato, negli ultimi anni, una <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

della portata presente nei fontanili che, talora, sono stati ad<strong>di</strong>rittura <strong>in</strong>terrati<br />

(anche per rimuovere ciò che talvolta viene considerato un impe<strong>di</strong>mento<br />

alla pratica <strong>di</strong> un’agricoltura eccessivamente meccanizzata). Le zone <strong>in</strong> cui sono<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:08 Pag<strong>in</strong>a 19 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

presenti le più significative aree <strong>di</strong> risorgive sono quelle attorno al percorso della<br />

via Emilia, <strong>in</strong> particolar modo nei d<strong>in</strong>torni <strong>di</strong> Alseno, Pontenure, Chiaravalle,<br />

oltre che alcune emergenze attorno a Castelsangiovanni.<br />

Per quanto riguarda la qualità delle acque dei fiumi piacent<strong>in</strong>i, il Servizio Ambiente<br />

dell’Amm<strong>in</strong>istrazione Prov<strong>in</strong>ciale <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> <strong>in</strong> collaborazione con ARPA<br />

(Agenzia Regionale Per l’Ambiente) ha redatto uno stu<strong>di</strong>o specifico <strong>in</strong> cui si riassume<br />

la situazione prov<strong>in</strong>ciale def<strong>in</strong>endo, tra l’altro, lo “stato ecologico” del pr<strong>in</strong>cipale<br />

reticolo idrografico, sulla base <strong>di</strong> descrittori del livello <strong>di</strong> <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento organico<br />

(LIO) e <strong>di</strong> descrittori della qualità biologica (Extended Biotic Index). In figura<br />

2 si riporta una rappresentazione dello stato ecologico espresso me<strong>di</strong>ante<br />

il ricorso a <strong>di</strong>versi colori.<br />

Colore blu stato ecologico elevato<br />

Colore verde stato ecologico buono<br />

Colore giallo stato ecologico sufficiente<br />

Colore arancione stato ecologico me<strong>di</strong>ocre<br />

Colore rosso stato ecologico scadente<br />

19<br />

Figura 2.<br />

Stato ecologico dei fiumi<br />

piacent<strong>in</strong>i, 2000 (fonte:<br />

ARPA sezione <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>)


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In generale si può osservare come gli scarichi delle attività umane localizzate nelle<br />

aree più antropizzate della fascia pedecoll<strong>in</strong>are e <strong>di</strong> pianura determ<strong>in</strong>ano un<br />

notevole effetto <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ante sui corsi d'acqua recettori. Passando dalle fasce montane<br />

a quelle <strong>di</strong> pianura, si assiste ad uno sca<strong>di</strong>mento graduale dello stato ambientale<br />

<strong>di</strong> tutti i corsi d’acqua della prov<strong>in</strong>cia. I corpi idrici maggiormente degradati<br />

risultano quelli <strong>in</strong> cui al notevole carico <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ante si associano esigui<br />

valori della portata idrica, non sufficienti a ridurre tali carichi attraverso i naturali<br />

processi <strong>di</strong> autodepurazione.<br />

I corpi idrici maggiormente compromessi risultano essere i piccoli torrenti <strong>in</strong>clusi<br />

nei bac<strong>in</strong>i denom<strong>in</strong>ati "Pianura Bardonezza-Tidone" (R.Bardonezza, R..Boriacco,<br />

R.Corniolo) e "Pianura Tidone-Trebbia" (R.Loggia e R.Raganella). Precaria<br />

risulta anche la situazione dei corsi d’acqua dei bac<strong>in</strong>i del Chiavenna (R.Chero,<br />

R.Riglio, R.Vezzeno e T.Chiavenna medesimo) e dell’Arda-Ong<strong>in</strong>a (T.Arda, T.Ong<strong>in</strong>a<br />

ed <strong>in</strong> particolare il reticolo idrico artificiale del Cavo Fontana).<br />

Spicca per valore ambientale la realtà, non comune nella pianura padana, del fiume<br />

Trebbia: un bac<strong>in</strong>o <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> fornire ELEVATE con<strong>di</strong>zioni qualitative per una<br />

fruizione generalizzata dalla sorgente alla foce e per l’<strong>in</strong>tero arco dell’anno. Interme<strong>di</strong>o<br />

tra BUONO e SUFFICIENTE risulta lo stato ecologico dei torrenti Tidone<br />

e Nure nelle fasce coll<strong>in</strong>ari e <strong>di</strong> pianura: a <strong>di</strong>fferenza del Trebbia questi due<br />

torrenti attraversano aree maggiormente antropizzate e non <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> portate<br />

idriche sufficienti ad abbattere naturalmente il carico <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ante che ricevono.<br />

Ne consegue un deterioramento, sebbene non drastico, delle caratteristiche<br />

qualitative rispetto alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> naturalità.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 21 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Le specie ittiche<br />

Il lavoro <strong>di</strong> analisi della <strong>di</strong>stribuzione della fauna ittica <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

ha offerto la possibilità <strong>di</strong> verificare sul territorio la presenza delle varie specie<br />

ittiche, il loro areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione e la consistenza delle popolazioni r<strong>in</strong>venute.<br />

Naturalmente, a causa dei limiti tecnici e logistici delle operazioni <strong>di</strong> campionamento<br />

<strong>di</strong>rettamente nei vari ambienti acquatici, i dati sono stati <strong>in</strong>tegrati con<br />

le <strong>in</strong>formazioni provenienti da sopralluoghi e <strong>in</strong>terviste con i pescatori <strong>di</strong>lettanti<br />

e con gli ormai rari professionisti.<br />

Si è avuto così modo <strong>di</strong> del<strong>in</strong>eare le <strong>di</strong>stribuzioni del popolamento ittico che viene<br />

descritto <strong>di</strong> seguito per ogni s<strong>in</strong>gola specie. Inoltre, il confronto con le stesse<br />

<strong>in</strong>formazioni fornite dal mondo della pesca e con le rare <strong>in</strong>formazioni storiche,<br />

hanno permesso anche <strong>di</strong> evidenziare le tendenze demografiche dei vari popolamenti,<br />

sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> espansione o contrazione delle aree popolate, sia per<br />

quanto riguarda l’abbondanza della fauna ittica.<br />

Nelle pag<strong>in</strong>e che seguono vengono descritte tutte le specie censite <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia<br />

<strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>. Per ognuna <strong>di</strong> esse, oltre ad una breve descrizione della biologia,<br />

sono proposte una serie <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni s<strong>in</strong>tetiche su: classificazione (ord<strong>in</strong>e, famiglia<br />

e specie), provenienza zoogeografica (autoctono o alloctono), zona elettiva<br />

che frequenta (zone montana, pedemontana, <strong>di</strong> pianura, <strong>di</strong> risorgiva), periodo<br />

riproduttivo, tipo <strong>di</strong> deposizione delle uova (fitofilo, litofilo, con cure parentali),<br />

stato demografico (<strong>in</strong> aumento, stabile o <strong>in</strong> <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione che <strong>di</strong> consistenza dei popolamenti) e descrizione della <strong>di</strong>stribuzione<br />

prov<strong>in</strong>ciale corredata <strong>di</strong> una cart<strong>in</strong>a. Da questa carta è possibile desumere,<br />

oltre che l’area <strong>in</strong> cui la presenza della s<strong>in</strong>gola specie è stata accertata (aree<br />

colorate), anche la sua abbondanza. Per semplicità questo stesso parametro è<br />

stato riassunto <strong>in</strong> tre categorie (raro-scarso, presente, frequente-abbondante) associate<br />

a tre sfumature <strong>di</strong>verse delle aree colorate.


libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 22 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Elenco delle specie ittiche<br />

presenti nelle acque<br />

della prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Phylum: Vertebrati Superclasse: Pesci<br />

Classe: Att<strong>in</strong>opterigi Subclasse: Condrostei<br />

Ord<strong>in</strong>e: Acipenseriformi<br />

Famiglia: Acipenseri<strong>di</strong><br />

Acipenser sturio . . . . . . . . . . . . (storione comune)<br />

Acipenser naccarii . . . . . . . . . . (storione cobice)<br />

Phylum: Pesci<br />

Classe: Att<strong>in</strong>opterigi Subclasse: Neopterigi<br />

Ord<strong>in</strong>e: Anguilliformi<br />

Famiglia: Anguilli<strong>di</strong><br />

Anguilla anguilla . . . . . . . . . . . . (anguilla)<br />

Ord<strong>in</strong>e: Clupeiformi<br />

Famiglia: Clupei<strong>di</strong><br />

Alosa fallax . . . . . . . . . . . . . . . (alosa o cheppia)<br />

Ord<strong>in</strong>e: Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia: Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Rutilus pigus . . . . . . . . . . . . . . (pigo)<br />

Rutilus aula . . . . . . . . . . . . . . . (triotto)<br />

*Rutilus rutilus . . . . . . . . . . . . . (rutilo)<br />

Leuciscus cephalus . . . . . . . . . (cavedano)<br />

Leuciscus souffia . . . . . . . . . . . (vairone)<br />

*Leuciscus leuciscus. . . . . . . . . (leucisco)<br />

*Leuciscus idus . . . . . . . . . . . . (ido)<br />

Phox<strong>in</strong>us phox<strong>in</strong>us . . . . . . . . . . (sangu<strong>in</strong>erola)<br />

T<strong>in</strong>ca t<strong>in</strong>ca . . . . . . . . . . . . . . . . (t<strong>in</strong>ca)<br />

Scard<strong>in</strong>ius erythrophthalmus. . . (scardola)<br />

Alburnus alburnus alborella . . . (alborella)<br />

Chondrostoma soetta . . . . . . . . (savetta)<br />

Chondrostoma genei . . . . . . . . (lasca)<br />

Gobio gobio . . . . . . . . . . . . . . . (gobione)<br />

Barbus plebejus . . . . . . . . . . . . (barbo comune)<br />

Barbus meri<strong>di</strong>onalis. . . . . . . . . . (barbo can<strong>in</strong>o)<br />

*Barbus barbus. . . . . . . . . . . . . (barbo d’oltralpe)<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 23 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

*Carassius auratus . . . . . . . . . . (pesce rosso o carassio)<br />

*Cypr<strong>in</strong>us carpio . . . . . . . . . . . (carpa)<br />

*Rhodeus sericeus . . . . . . . . . . (rodeo amaro)<br />

*Pseudorasbora parva. . . . . . . . (pseudorasbora)<br />

*Abramis brama . . . . . . . . . . . . (abramide)<br />

*Chondrostoma nasus. . . . . . . . (naso)<br />

*Ctenopharyngodon idellus . . . . (carpa erbivora)<br />

*Aspius aspius . . . . . . . . . . . . . (aspio)<br />

Famiglia: Cobiti<strong>di</strong><br />

Cobitis taenia . . . . . . . . . . . . . . (cobite comune)<br />

Sabanejewia larvata . . . . . . . . . (cobite mascherato)<br />

*Misgurnus fossilis. . . . . . . . . . (cobite <strong>di</strong> stagno)<br />

Ord<strong>in</strong>e: Siluriformi<br />

Famiglia: Siluri<strong>di</strong><br />

*Silurus glanis . . . . . . . . . . . . . (siluro d'Europa)<br />

Famiglia: Ictaluri<strong>di</strong><br />

*Ictalurus melas . . . . . . . . . . . . (pesce gatto)<br />

*Ictalurus punctatus . . . . . . . . . (pesce gatto punteggiato)<br />

Ord<strong>in</strong>e: Esociformi<br />

Famiglia: Esoci<strong>di</strong><br />

Esox lucius . . . . . . . . . . . . . . . (luccio)<br />

Ord<strong>in</strong>e: Salmoniformi<br />

Famiglia: Salmoni<strong>di</strong><br />

Salmo trutta trutta . . . . . . . . . . (trota fario)<br />

*Oncorhynchus mikyss . . . . . . (trota iridea)<br />

*Thymallus thymallus . . . . . . . . (temolo)<br />

Ord<strong>in</strong>e: Ga<strong>di</strong>formi<br />

Famiglia: Ga<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

Lota lota . . . . . . . . . . . . . . . . . . (bottatrice)<br />

Ord<strong>in</strong>e: Cipr<strong>in</strong>odontiformi<br />

Famiglia: Pecili<strong>di</strong><br />

*Gambusia holbrooki . . . . . . . . (gambusia)<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 24 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Ord<strong>in</strong>e: Gasterosteiformi<br />

Famiglia: Gasterostei<strong>di</strong><br />

Gasterosteus aculeatus . . . . . . . (sp<strong>in</strong>arello)<br />

Ord<strong>in</strong>e: Perciformi<br />

Famiglia: Centrarchi<strong>di</strong><br />

*Micropterus salmoides . . . . . . (persico trota)<br />

*Lepomis gibbosus . . . . . . . . . (persico sole)<br />

Famiglia: Perci<strong>di</strong><br />

Perca fluviatilis . . . . . . . . . . . . . (persico reale)<br />

*Stizoste<strong>di</strong>on lucioperca . . . . . . (lucioperca)<br />

*Gimnocephalus cernuus . . . . . (acer<strong>in</strong>a)<br />

Famiglia: Blenni<strong>di</strong><br />

Salaria fluviatilis . . . . . . . . . . . . (cagnetta)<br />

Famiglia: Gobi<strong>di</strong><br />

Padogobius martensii . . . . . . . . (ghiozzo padano)<br />

Phylum: Artropo<strong>di</strong> Subphylum: Crostacei<br />

Classe: Malacostraci<br />

Ord<strong>in</strong>e: Decapo<strong>di</strong><br />

Famiglia: Astaci<strong>di</strong><br />

Austropotamobius<br />

pallipes italicus . . . . . . . . . . . . . (gambero <strong>di</strong> fiume)<br />

*Procambarus clarkii. . . . . . . . . (gambero della Lousiana)<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 25 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Storione<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Acipenseriformi<br />

Acipenseri<strong>di</strong><br />

Acipenser sturio<br />

Acipenser naccarii<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Giugno-Luglio<br />

Fitofila<br />

In forte <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Acipenser naccarii<br />

(Storione cobice)<br />

Biologia<br />

Gli storioni sono considerati pesci<br />

primitivi e le specie ancora viventi<br />

che appartengono a questo gruppo<br />

sono relativamente poche; oltre a<br />

ciò, solo lo storione cobice è ancora<br />

sicuramente presente nelle acque<br />

italiane, mentre per le altre due specie<br />

gli ultimi r<strong>in</strong>venimenti certi risalgono<br />

a circa vent'anni fa per lo<br />

storione comune e ancor <strong>di</strong> più per<br />

il ladano. Si tratta <strong>di</strong> specie anadrome,<br />

che passano la gran parte<br />

della loro vita nelle acque mar<strong>in</strong>e ed<br />

estuariali dove preferiscono stazionare<br />

<strong>in</strong> acque anche molto profonde<br />

(f<strong>in</strong>o ai 200 m) ed effettuano perio<strong>di</strong>che<br />

migrazioni <strong>in</strong> acqua dolce<br />

per f<strong>in</strong>i riproduttivi. Queste migrazioni<br />

avvengono <strong>in</strong> primavera e, a<br />

meno della presenza <strong>di</strong> sbarramenti che le impe<strong>di</strong>scono, riguardano lunghi tratti dei<br />

fiumi pr<strong>in</strong>cipali. Le uova, <strong>in</strong> numero molto elevato (f<strong>in</strong>o a milioni per femm<strong>in</strong>a), sono<br />

adesive e vengono deposte sui fondali ghiaioso-sabbiosi <strong>in</strong> acque profonde e fecondate<br />

da gruppi <strong>di</strong> maschi. Gli adulti, dopo la riproduzione, tornano al mare e possono<br />

passare anche <strong>di</strong>versi anni prima che lo stesso <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo possa effettuare una<br />

successiva deposizione. I piccoli stazionano <strong>di</strong>verso tempo <strong>in</strong> acqua dolce, anche<br />

qualche anno, prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>scendere al mare dove resteranno f<strong>in</strong>o al raggiungimento<br />

della maturità sessuale. Caratteristiche comuni a tutte queste specie sono le gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni raggiungibili (circa 3 m e 200 kg per lo storione comune, 1.5 m e 25 kg<br />

per il cobice e f<strong>in</strong>o a 8 m e oltre 1000 kg per il ladano), la presenza <strong>di</strong> 5 file <strong>di</strong> scu<strong>di</strong><br />

ossei sul corpo, la bocca <strong>in</strong>fera provvista <strong>di</strong> barbigli anteriori alla bocca e la coda eterocerca,<br />

cioè con i lobi sviluppati <strong>di</strong>versamente (è più sviluppato il lobo superiore).<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 26 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Storione comune (Acipenser sturio)<br />

Corpo slanciato, bocca relativamente piccola, barbigli <strong>in</strong>seriti più vic<strong>in</strong>o alla bocca<br />

che all'apice del muso, scu<strong>di</strong> ossei larghi e <strong>di</strong> colore bianco o biancastro. Il<br />

dorso è bruno con riflessi azzurrastri o verdastri che sfuma sui fianchi f<strong>in</strong>o al biancastro<br />

(o giallastro o argenteo) del ventre. I giovani tendono a stazionare nelle<br />

zone estuariali a me<strong>di</strong>e profon<strong>di</strong>tà (20-50 m), mentre gli adulti si ritrovano anche<br />

f<strong>in</strong>o a 100-200 m <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà. Vive f<strong>in</strong>o a 40 anni e si nutre soprattutto <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>vertebrati. Nella <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> questa specie entrano alcuni piccoli pesci solo nella fase<br />

<strong>di</strong> vita mar<strong>in</strong>a. La maturità sessuale viene raggiunta a circa 1 m <strong>di</strong> lunghezza.<br />

Una volta era presente nei maggiori corsi d'acqua italiani (nel Fiume Po f<strong>in</strong>o a Tor<strong>in</strong>o);<br />

oggi l'area <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione e la consistenza delle popolazioni sono notevolmente<br />

<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uiti a causa della costruzione <strong>di</strong> sbarramenti e dell'<strong>in</strong>tensa pesca<br />

effettuata negli anni passati. Il suo nome è <strong>in</strong>cluso nella lista delle specie <strong>in</strong> pericolo<br />

<strong>di</strong> est<strong>in</strong>zione, visto lo stato attuale <strong>di</strong> consistenza nell'area Adriatica, <strong>in</strong> Me<strong>di</strong>o<br />

Oriente e <strong>in</strong> Europa.<br />

Storione cobice (Acipenser naccarii)<br />

Endemico del Mar Adriatico, sembra essere meno abbondante dello storione<br />

comune, anche se sarebbe necessaria una verifica con catture <strong>di</strong>rette <strong>in</strong> quanto<br />

spesso viene confuso dai pescatori con la specie precedente. Il corpo è affusolato,<br />

la bocca ampia e i barbigli <strong>in</strong>seriti più vic<strong>in</strong>o all'apice del muso che<br />

all'apertura boccale. Gli scu<strong>di</strong> sono più chiari rispetto al colore del dorso, che<br />

è grigio-bruno con sfumature giallastre o verdastre; il ventre è bianco. In mare<br />

vive su fondali fangosi a profon<strong>di</strong>tà moderate (10-40 m). Raggiunge la maturità<br />

sessuale ad una lunghezza non <strong>in</strong>feriore al metro. La migrazione avviene<br />

<strong>in</strong> aprile-maggio e la riproduzione <strong>in</strong> giugno-luglio. La riduzione <strong>di</strong> area e <strong>di</strong> consistenza<br />

degli stocks <strong>in</strong>teressa questa specie <strong>in</strong> modo analogo allo storione comune.<br />

E' confermata la capacità <strong>di</strong> questa specie <strong>di</strong> completare tutto il ciclo vitale<br />

<strong>in</strong> acque dolci; le <strong>in</strong>formazioni più dettagliate sulla ecologia e biologia del-<br />

Acipenser sturio (storione comune)


libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 27 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

la specie riguardano <strong>in</strong>fatti una popolazione recentemente analizzata presente<br />

nell'area del basso Tic<strong>in</strong>o, a monte <strong>di</strong> uno sbarramento <strong>in</strong>superabile come quello<br />

<strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i sul fiume Po.<br />

In Italia, soprattutto a f<strong>in</strong>i <strong>di</strong> allevamento, sono comparse numerose altre specie<br />

<strong>di</strong> storioni, provenienti da varie parti del mondo: le più conosciute sono lo<br />

storione bianco (Acipenser transmontanus), orig<strong>in</strong>aria del nord America, e un<br />

gruppo <strong>di</strong> specie orig<strong>in</strong>arie del bac<strong>in</strong>o euro-asiatico: A. stellatus, A. nu<strong>di</strong>ventris,<br />

A. ruthenus, A. baeri e A. guldenstadti.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

E’ limitato all’asta del Fiume Po e con una consistenza sempre più ridotta. Ogni<br />

anno vengono catturati alcuni esemplari <strong>di</strong> piccole e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni solo a valle<br />

dello sbarramento <strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 28 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Anguilla<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Anguilliformi<br />

Anguilli<strong>di</strong><br />

Anguilla anguilla<br />

Autoctona<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Aprile-Maggio<br />

Fitofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Biologia<br />

Anguilla anguilla<br />

Di taglia me<strong>di</strong>a, questa specie è<br />

l'unico rappresentante per le nostre<br />

acque della famiglia degli Anguilli<strong>di</strong>.<br />

La lunghezza massima<br />

raggiungibile dalle femm<strong>in</strong>e è <strong>di</strong><br />

circa 1 m per un peso <strong>di</strong> 2 kg,<br />

mentre i maschi non superano i 50<br />

cm (200 g <strong>di</strong> peso).<br />

Il corpo è serpentiforme, cil<strong>in</strong>drico<br />

ed appiattito <strong>in</strong> senso laterale<br />

verso la coda. Il capo è appuntito<br />

e gli occhi piccoli ma evidenti. Le<br />

p<strong>in</strong>ne dorsale e anale sono lunghe<br />

e confluiscono nella codale, mentre<br />

le ventrali sono assenti e le pettorali<br />

ben sviluppate.<br />

Il corpo è cosparso <strong>di</strong> piccole scaglie<br />

irregolarmente <strong>di</strong>sposte e<br />

<strong>in</strong>fossate nel derma. E' una specie catadroma, cioè trascorre la parte della vita<br />

relativa alla fase <strong>di</strong> accrescimento nelle acque dolci e salmastre, mentre la riproduzione<br />

si svolge <strong>in</strong> acque mar<strong>in</strong>e.<br />

La zona riproduttiva, come ormai accertato, è situata nel Mar dei Sargassi, a<strong>di</strong>acente<br />

a quella dell'Anguilla rostrata, l'anguilla americana. Per arrivare <strong>in</strong> queste<br />

zone le anguille adulte dell'area me<strong>di</strong>terranea <strong>di</strong>scendono dai fiumi e compiono<br />

una lunga migrazione verso i mari tropicali attraversando lo stretto <strong>di</strong> Gibilterra.<br />

Il colore degli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui <strong>in</strong> questa fase vitale è scuro sul dorso e argenteo sul ventre<br />

(da qui il nome <strong>di</strong> "argent<strong>in</strong>e").<br />

I piccoli nati nel Mar dei Sargassi sono i cosiddetti "leptocefali"; il corpo è a forma<br />

<strong>di</strong> foglia <strong>di</strong> salice, depigmentato e con la testa molto piccola. Questa fase mar<strong>in</strong>a<br />

è <strong>di</strong> 3-4 anni, durante la quale i piccoli sono trasportati verso le coste Europee<br />

dalle correnti. Gli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui possono raggiungere gli 8 cm <strong>di</strong> lunghezza. Pres-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 29 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

so la costa atlantica europea e nel Mar Me<strong>di</strong>terraneo il leptocefalo subisce una<br />

metamorfosi <strong>di</strong>venendo "cieca". Il corpo così assume una forma quasi cil<strong>in</strong>drica,<br />

vi è una riduzione <strong>in</strong> altezza e <strong>in</strong> lunghezza e il muso si fa più appuntito, rimanendo<br />

però ancora depigmentato.<br />

In questo sta<strong>di</strong>o si appresta a risalire i fiumi, affluendo <strong>in</strong> quantità maggiori nei<br />

corsi d'acqua che sfociano nel Mar Tirreno rispetto a quelli che si versano nel<br />

Mar Adriatico. Nel periodo che va da ottobre a febbraio la cieca <strong>in</strong>izia a pigmentarsi<br />

assumendo la tipica colorazione del "ragano" (colore del dorso scuro e ventre<br />

giallastro).<br />

Durante questi sta<strong>di</strong> le mo<strong>di</strong>ficazioni non sono solo morfologiche, ma anche fisiologiche,<br />

per consentire l'adattamento all'ambiente <strong>di</strong> acqua dolce.<br />

L'anguilla è <strong>di</strong>stribuita <strong>in</strong> tutte le acque dolci e si adatta a vivere nei vari tipi <strong>di</strong><br />

ambienti, dalle zone salmastre ai torrenti montani .<br />

L'attività <strong>di</strong> caccia e <strong>di</strong> movimento è soprattutto serale e notturna. Durante il giorno<br />

e d'<strong>in</strong>verno, tende a ripararsi <strong>in</strong> anfratti, tra i sassi o scavando nel fango.<br />

L'alimentazione è carnivora e varia. Leptocefali e cieche sono bentofaghe e si nutrono<br />

<strong>di</strong> piccoli <strong>in</strong>vertebrati. Le anguille che hanno già completato la metamorfosi,<br />

ma <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte (f<strong>in</strong>o a circa 35 cm) mantengono questo tipo <strong>di</strong> alimentazione,<br />

mentre quelle più gran<strong>di</strong> aggiungono alla loro <strong>di</strong>eta anche animali<br />

non strettamente legati al substrato tra cui pesci e crostacei.<br />

L'accrescimento è variabile <strong>in</strong> funzione dei regimi termici e delle <strong>di</strong>sponibilità alimentari.<br />

Le anguille "a testa larga" raggiungono <strong>di</strong>mensioni maggiori rispetto a<br />

quelle con morfologia normale, anche se non si tratta <strong>di</strong> un carattere genetico,<br />

ma <strong>di</strong> un adattamento alle con<strong>di</strong>zioni locali.<br />

Per arrivare allo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> argent<strong>in</strong>a (raggiunta maturità sessuale) i maschi impiegano<br />

circa 4-10 anni dalla fase <strong>di</strong> cieca, mentre le femm<strong>in</strong>e 4-14 anni.<br />

L'anguilla è una delle specie <strong>di</strong> maggior valore ed <strong>in</strong>teresse commerciale per la<br />

pesca <strong>in</strong> Italia, soprattutto per quella professionistica. Molto avanzato è anche lo<br />

sfruttamento <strong>in</strong>dustriale basato sull'allevamento estensivo (valli salse) e <strong>in</strong>tensivo<br />

(valli salse e acque dolci) operato a partire dai ragani e sempre più spesso da<br />

cieche, vista la progressiva <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> reperimento dei giovani pigmentati.


libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 30 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Diffusa nella zona <strong>di</strong> pianura e pedemontana e lungo le aste dei fiumi canali che sfociano<br />

<strong>in</strong> Po, riesce ad arrivare, se non ci sono ostacoli <strong>in</strong>sormontabili, anche nelle<br />

zone montane. La situazione demografica <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> è alquanto compromessa.<br />

La specie è presente, anche se <strong>in</strong> calo numerico, nel Fiume Po e nelle<br />

lanche laterali, oltre che nelle foci dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali. Nel resto della pianura piacent<strong>in</strong>a<br />

e lungo le aste dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali<br />

è ormai rara. La <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

della sua presenza si avverte soprattutto<br />

al <strong>di</strong> fuori del Fiume Po e<br />

rispetto al passato è <strong>in</strong> netto calo. La<br />

rarefazione del popolamento <strong>di</strong> anguille<br />

è dovuta a vari fattori: presenza<br />

<strong>di</strong> sbarramenti <strong>in</strong> alveo lungo il Po<br />

e i pr<strong>in</strong>cipali affluenti, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento<br />

delle acque, competizione con alcune<br />

specie alloctone (Siluro) soprattutto<br />

nelle zone deltizie.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 31 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Alosa o Cheppia Alosa fallax<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Clupeiformi<br />

Clupei<strong>di</strong><br />

Alosa fallax<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Aprile-Maggio<br />

Litofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Biologia<br />

Unico clupeide che trascorre parte<br />

della sua vita <strong>in</strong> acque dolci, l'alosa<br />

è specie anadroma, che si<br />

sp<strong>in</strong>ge cioè <strong>in</strong> acque dolci per la riproduzione.<br />

Ha il corpo compresso<br />

lateralmente, soprattutto nella<br />

parte ventrale dove è presente una<br />

carenatura fatta da piccoli scu<strong>di</strong><br />

ossei con la punta rivolta verso la<br />

coda. La bocca è term<strong>in</strong>ale con la<br />

mascella superiore <strong>in</strong>cisa. Sugli<br />

opercoli si notano una serie <strong>di</strong><br />

striature raggiate, mentre la p<strong>in</strong>na<br />

codale è biloba con una profonda<br />

<strong>in</strong>cisura tra i lobi. Di colore argenteo<br />

su fianchi e ventre, è verde-azzurro<br />

sul dorso. Sui fianchi si notano<br />

f<strong>in</strong>o a 8 macchie rotondeggianti<br />

e scure che <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />

mensioni m<strong>in</strong>ori dall’opercolo alla coda. Alcune popolazioni <strong>di</strong> questa specie sono<br />

stanziali <strong>in</strong> acqua dolce (ad es. Lago <strong>di</strong> Garda) e vengono identificate con il nome<br />

<strong>di</strong> Agoni. In precedenza queste popolazioni erano considerate come sottospecie<br />

(Alosa fallax lacustris), <strong>di</strong>st<strong>in</strong>te qu<strong>in</strong><strong>di</strong> da quelle migratrici (Alosa fallax nilotica).<br />

A causa delle ampie fluttuazioni dei valori dei caratteri sistematici dei due gruppi<br />

si è più propensi ad elim<strong>in</strong>are la sud<strong>di</strong>visione <strong>in</strong> sottospecie e a mantenere il<br />

rango <strong>di</strong> specie (Alosa fallax) per tutte le popolazioni. E' una specie pelagica e gregaria;<br />

vive <strong>in</strong> mare per gran parte dell'anno dove si nutre <strong>di</strong> pesci e crostacei. Nel<br />

periodo da febbraio-marzo a maggio, gruppi anche consistenti <strong>di</strong> questi pesci entrano<br />

nei fiumi <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni per risalirli e andare a riprodursi su fondali<br />

ghiaioso-sabbiosi dove vengono deposte le uova. Durante questo periodo le cheppie<br />

adulte non si nutrono e molte non riescono a ritornare al mare. Durante la <strong>di</strong>scesa,<br />

<strong>in</strong>vece, gli adulti sopravvissuti riprendono a nutrirsi <strong>di</strong> <strong>in</strong>vertebrati e piccoli<br />

pesci. I piccoli si nutrono <strong>di</strong> <strong>in</strong>vertebrati e zooplancton e migrano verso il mare<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 32 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

entro l'autunno dello stesso anno. Nei laghi la riproduzione è leggermente posticipata<br />

(giugno-agosto) e le uova sono deposte nelle zone litorali. In questi ambienti<br />

la <strong>di</strong>eta è zooplanctofaga. Le lunghezze massime riscontrate nelle popolazioni<br />

migratrici sono per le femm<strong>in</strong>e 55 cm (1.5 kg <strong>di</strong> peso) e 45-50 cm per i maschi<br />

(1 kg <strong>di</strong> peso), mentre non vengono superati i 35-40 cm nelle popolazioni<br />

stanziali lacustri. I banchi <strong>di</strong> migrazione sono costituiti essenzialmente da femm<strong>in</strong>e<br />

<strong>di</strong> 4-5 anni <strong>di</strong> età e da maschi <strong>di</strong> 3-4 anni. Come succede anche per altre specie<br />

i primi banchi <strong>in</strong> rimonta sono costituiti soprattutto da maschi, mentre durante<br />

il picco della risalita (maggio-giugno) sono le femm<strong>in</strong>e che costituiscono la maggior<br />

parte del banco. Le uova sono deposte <strong>in</strong> <strong>di</strong>verse dec<strong>in</strong>e <strong>di</strong> migliaia per femm<strong>in</strong>a<br />

(<strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 1 mm) quando la temperatura dell’acqua è compresa tra<br />

15 e 20°C. La maturità sessuale viene raggiunta <strong>in</strong> 3-4 anni per i maschi e <strong>in</strong> 4-5<br />

anni per le femm<strong>in</strong>e, a <strong>di</strong>mensioni tra i 40 e 45 cm.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie presente esclusivamente nel Fiume Po e <strong>in</strong> misura m<strong>in</strong>ore nella foce degli<br />

affluenti pr<strong>in</strong>cipali. Le sue popolazioni sono sempre più rarefatte a causa degli sbarramenti<br />

lungo lo stesso Fiume Po (a <strong>in</strong>iziare dalle zone più verso il mare), ma anche<br />

a causa dell’impossibilità <strong>di</strong> risalita verso gli ultimi tratti degli affluenti pr<strong>in</strong>cipali;<br />

anche lungo questi corsi d’acqua soglie, <strong>di</strong>ghe e sbarramenti costituiscono un<br />

impe<strong>di</strong>mento alla loro risalita, a cui si aggiungono spesso altre alterazioni come le<br />

estrazioni <strong>di</strong> ghiaia <strong>in</strong> alveo e la carenza <strong>di</strong> acqua. Per questa specie la mancata libera<br />

circolazione soprattutto verso gli affluenti, comporta un danno molto importante,<br />

poiché <strong>in</strong> questo modo viene resa molto <strong>di</strong>fficile la riproduzione ed il reclutamento<br />

degli sta<strong>di</strong> giovanili.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 33 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Pigo<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Rutilus pigus<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Aprile-Maggio<br />

Fitofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Rutilus pigus<br />

Biologia<br />

Il pigo è specie endemica del bac<strong>in</strong>o<br />

padano, tipica dei grossi corsi<br />

d'acqua <strong>di</strong> pianura dove <strong>di</strong> norma<br />

si localizza nelle acque più<br />

profonde.<br />

Presenta una colorazione scura del<br />

dorso che <strong>di</strong>venta bronzeo-dorata<br />

lateralmente; l'occhio è <strong>in</strong> genere<br />

piccolo e argenteo o bronzeo; la<br />

bocca è leggermente <strong>in</strong>fera, le p<strong>in</strong>ne<br />

possono essere lievemente<br />

aranciate e le scaglie sono ben evidenti,<br />

grazie al bordo pigmentato <strong>di</strong><br />

nero.<br />

Poco si conosce <strong>di</strong> questa specie,<br />

della sua biologia e della sua ecologia.<br />

Si riproduce tra <strong>in</strong>izio Aprile<br />

e f<strong>in</strong>e Maggio risalendo anche i corsi d'acqua poco profon<strong>di</strong>. In questo periodo i<br />

maschi sessualmente maturi presentano i caratteristici "organi perliformi".<br />

Questi organi appaiono come piccole protuberanze bianco-perlacee <strong>di</strong>stribuite<br />

su tutto il corpo. Durante il resto dell’anno le <strong>di</strong>fferenze tra i due sessi non<br />

sono evidenti.<br />

La deposizione avviene sulla vegetazione acquatica del fondo e le uova impiegano<br />

10-15 giorni per la schiusa. Le uova, deposte <strong>in</strong> <strong>di</strong>verse dec<strong>in</strong>e <strong>di</strong> migliaia per<br />

femm<strong>in</strong>a, hanno un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 2 mm.<br />

L'accrescimento è relativamente lento. La lunghezza massima riportata si attesta<br />

sui 40-45 cm per un peso <strong>di</strong> 1.0-1.5 Kg. A due-tre anni <strong>di</strong> età, periodo <strong>in</strong><br />

cui viene raggiunta la maturità sessuale, le <strong>di</strong>mensioni degli animali non superano<br />

i 25-30 cm <strong>di</strong> lunghezza. La sopravvivenza massima viene stimata <strong>in</strong> circa<br />

10 anni <strong>di</strong> età.<br />

33


libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 34 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

E’ una specie presente esclusivamente nel Fiume Po.<br />

I r<strong>in</strong>venimenti <strong>di</strong> questa specie sono limitati.<br />

Le popolazioni <strong>di</strong> pigo sono <strong>in</strong> <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione soprattutto a causa degli sbarramenti<br />

che impe<strong>di</strong>scono una libera circolazione della specie verso le aree <strong>di</strong> frega.<br />

34


libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 35 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Triotto<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Rutilus aula<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Luglio<br />

Fitofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Rutilus aula<br />

Biologia<br />

Specie <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, endemica<br />

della Pianura Padana, ha<br />

il corpo fusiforme con il dorso leggermente<br />

arcuato. La colorazione<br />

è scura dorsalmente e chiara sul<br />

ventre; lateralmente si riscontra<br />

una fascia scura lungo tutto il corpo.<br />

L'occhio è relativamente grande<br />

e <strong>di</strong> colore rosso più o meno<br />

<strong>in</strong>tenso.<br />

E' una specie gregaria che costituisce<br />

anche gruppi molto numerosi<br />

e preferisce zone a lento corso<br />

ricche <strong>di</strong> vegetazione. Lo si ritrova<br />

<strong>in</strong> tutte le acque <strong>di</strong> pianura<br />

spesso <strong>in</strong> associazione con altri<br />

cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> come scardola, alborella<br />

e carassio. Al contrario della scar-<br />

dola frequenta solo le zone con acque abbastanza torbide.<br />

L'alimentazione è <strong>di</strong> tipo onnivoro comprendendo vegetali (macrofite acquatiche<br />

e alghe) e animali (larve <strong>di</strong> <strong>in</strong>setti e altri piccoli <strong>in</strong>vertebrati).<br />

Si riproduce tra maggio e luglio deponendo le piccole uova sulla vegetazione acquatica:<br />

la schiusa avviene entro pochi giorni. Le uova, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni tra 1,5 e 2<br />

mm, vengono deposte da una femm<strong>in</strong>a e fecondate da un gruppo <strong>di</strong> maschi. Non<br />

vengono effettuate cure parentali, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> le uova sono abbandonate.<br />

La lunghezza massima raggiungibile dagli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui adulti è <strong>di</strong> 12-15 cm, ma vengono<br />

segnalati casi <strong>di</strong> lunghezze superiori, f<strong>in</strong>o a 20 cm.<br />

L’accrescimento è lento e al term<strong>in</strong>e del primo anno <strong>di</strong> vita il triotto raggiunge i<br />

5-6 cm <strong>di</strong> lunghezza. La maturità sessuale è completa tra il secondo ed il terzo<br />

anno <strong>di</strong> vita con <strong>di</strong>mensioni tra gli 8 e i 10 cm.<br />

35


libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 36 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Particolare della testa del triotto e del suo<br />

occhio aranciato.<br />

36<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie tipica della pianura la si ritrova<br />

nel Fiume Po e <strong>in</strong> alcuni affluenti. Il<br />

suo areale è abbastanza limitato <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia<br />

<strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> e occupa soprattutto<br />

le zone <strong>di</strong> lanca e i canali <strong>in</strong> connessione<br />

con il Po. Proprio per questo<br />

sono presenti alcune popolazioni<br />

<strong>di</strong> questa specie nel Torrente Chiavenna<br />

e Torrente Ong<strong>in</strong>a.<br />

Scarsa <strong>in</strong>vece la presenza nella zona<br />

B, a causa soprattutto della gestione<br />

idraulica <strong>di</strong> quei canali (secche <strong>in</strong>vernali<br />

molto <strong>in</strong>tense).


libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 37 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Cavedano<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Leuciscus cephalus<br />

Autoctona<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Maggio-Giugno<br />

Litofila<br />

Stabile-Aumento<br />

Leuciscus cephalus<br />

Biologia<br />

Pesce <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, ha il<br />

corpo fusiforme <strong>di</strong> colore grigio<br />

scuro sul dorso e più chiaro sui<br />

fianchi e sul ventre. La bocca è <strong>in</strong><br />

posizione me<strong>di</strong>ana.<br />

Le p<strong>in</strong>ne sono grigie e le scaglie<br />

cicloi<strong>di</strong>, piuttosto gran<strong>di</strong>.<br />

E' un cipr<strong>in</strong>ide reofilo e preferisce<br />

acque correnti e limpide con fondali<br />

ghiaioso-sassosi. E' comune<br />

presente anche nelle acque a<br />

fondo fangoso-sabbioso dei fiumi<br />

<strong>di</strong> pianura, talvolta f<strong>in</strong> nei pressi<br />

della foce. E' un buon nuotatore<br />

e frequenta anche zone con<br />

<strong>di</strong>screta velocità <strong>di</strong> corrente.<br />

E' gregario negli sta<strong>di</strong> giovanili e<br />

tende ad essere territoriale con<br />

l'aumentare delle <strong>di</strong>mensioni e dell'età. Lo spettro alimentare della sua <strong>di</strong>eta è<br />

ampio e comprende, oltre a vegetali e organismi animali acquatici <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni,<br />

anche materiale esogeno vario (<strong>in</strong>setti alati, vegetali non acquatici)<br />

e piccoli pesci.<br />

Si riproduce tra maggio e giugno: le femm<strong>in</strong>e depongono le uova (1.5-2.0 cm<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro) sul substrato ghiaioso e <strong>in</strong> acque poco profonde; la schiusa avviene<br />

<strong>in</strong> ca. 7-10 giorni.<br />

La <strong>di</strong>mensione raggiungibile da questa specie è <strong>di</strong> circa 60 cm <strong>di</strong> lunghezza per<br />

un peso <strong>di</strong> circa 2,5 kg. L’accrescimento, comunque è variabile <strong>in</strong> funzione delle<br />

caratteristiche trofiche dell’ambiente: a 2 anni <strong>di</strong> età le <strong>di</strong>mensioni sono <strong>di</strong><br />

circa 10-12 cm <strong>di</strong> lunghezza. La maturità sessuale viene raggiunta tra il secondo<br />

ed il terzo anno con <strong>di</strong>mensioni comprese tra 15 e 20 cm <strong>di</strong> lunghezza.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 38 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

E’ una delle specie più <strong>di</strong>ffuse <strong>di</strong> tutta la prov<strong>in</strong>cia essendo presente <strong>in</strong> tutte le zone.<br />

Le sue popolazioni sono particolarmente abbondanti nella zona C, cuore della<br />

prov<strong>in</strong>cia, e <strong>in</strong> tutti i bac<strong>in</strong>i. Non trascurabile la sua presenza nella zona D, dove arriva<br />

anche ai conf<strong>in</strong>i<br />

prov<strong>in</strong>ciali, ma limitatamente<br />

alle aste dei<br />

fiumi pr<strong>in</strong>cipali. Negli<br />

ultimi anni le sue popolazioni<br />

sono aumentate<br />

e il suo areale<br />

si è espanso verso<br />

le zone montane, probabilmente<br />

a causa<br />

della gestione idraulica<br />

dei corsi d’acqua. Dim<strong>in</strong>uendo <strong>in</strong>fatti le portate fluenti <strong>in</strong> alveo a causa dei prelievi,<br />

gli ambienti con acque turbolente e fredde si tramutano <strong>in</strong> zone con acque più<br />

calme e calde, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> più idonee allo sviluppo <strong>di</strong> popolazioni consistenti <strong>di</strong> questa<br />

specie. Grazie alle sue elevate capacità <strong>di</strong> spostamento e alla sua duttilità alimentare,<br />

riesce a ricolonizzare velocemente le zone poste <strong>in</strong> asciutta a causa dei prelievi<br />

idrici, ricostituendo popolazioni composte dalle classi <strong>di</strong> età più giovani.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 39 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Vairone<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Leuciscus souffia<br />

Autoctona<br />

Pedemontana<br />

Maggio-Giugno<br />

Litofila<br />

Stabile<br />

Leuciscus souffia<br />

Biologia<br />

Cipr<strong>in</strong>ide <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, il<br />

vairone ha un corpo fusiforme e la<br />

bocca piccola <strong>in</strong> posizione me<strong>di</strong>ana.<br />

Il colore è grigio-bruno sul dorso<br />

e bianco con riflessi argentei<br />

sul ventre. Lungo i fianchi è presente<br />

una grossa banda scura<br />

(quasi nera) che decorre dal capo<br />

al peduncolo caudale. Questa fascia<br />

tende ad essere molto evidente<br />

soprattutto durante il periodo<br />

riproduttivo. L’occhio è <strong>di</strong> colore<br />

argenteo, mentre le p<strong>in</strong>ne pettorali,<br />

ventrali e la anale sono giallastre<br />

o arancioni, con colori che<br />

si <strong>in</strong>tensificano nel periodo riproduttivo.<br />

Durante il periodo riproduttivo i<br />

maschi sono più <strong>in</strong>tensamente colorati e sul capo si formano i tubercoli nuziali.<br />

Per il resto dell’anno il <strong>di</strong>morfismo sessuale non è rilevabile.<br />

E’ una specie che ama le acque correnti e fresche, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> con elevati contenuti <strong>in</strong><br />

ossigeno <strong>di</strong>sciolto, ed abita soprattutto i tratti pedemontani dei fiumi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e e<br />

piccole <strong>di</strong>mensioni.<br />

Vive <strong>in</strong> gruppo soprattutto lungo le sponde o nei pressi dei sassi più grossi, dove<br />

si nutre <strong>di</strong> vari <strong>in</strong>vertebrati acquatici ma anche <strong>di</strong> alghe epilitiche.<br />

Il periodo riproduttivo è tardo-primaverile e le uova, deposte <strong>in</strong> acque basse e<br />

correnti sul substrato, hanno un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 1,7-2 mm. Ogni femm<strong>in</strong>a depone<br />

poche migliaia <strong>di</strong> uova, mentre la maturità sessuale viene raggiunta tra i 2 e i 3<br />

anni <strong>di</strong> vita. L’accrescimento è moderato e <strong>in</strong> tre anni il vairone raggiunge i 10-<br />

12 cm <strong>di</strong> lunghezza. Le lunghezze massime riportate per questa specie sono <strong>di</strong><br />

circa 18-20 centimetri.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 40 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Questa specie, tipica delle zone pedemontane e montane <strong>di</strong> fondovalle, popola <strong>in</strong><br />

prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> tutti i bac<strong>in</strong>i idrografici, concentrandosi soprattutto nelle parti<br />

centrali del Fiume Trebbia e<br />

del Torrente Nure. Nelle zone<br />

più montane e <strong>di</strong> pianura dei vari<br />

bac<strong>in</strong>i risulta presente, anche<br />

se con una densità variabile nelle<br />

varie zone. Per il Fiume Trebbia<br />

arriva, nella zona montana,<br />

f<strong>in</strong>o ai conf<strong>in</strong>i prov<strong>in</strong>ciali, mentre<br />

nel T. Nure si sp<strong>in</strong>ge f<strong>in</strong>o a<br />

Ferriere, anche se con densità<br />

più contenuta. Nel bac<strong>in</strong>o del<br />

Torrente Tidone è complessivamente<br />

scarso, come per nella<br />

parte term<strong>in</strong>ale del Fiume Trebbia. E’ presente nel Torrente Arda, nel Torrente Chiavenna,<br />

nel Torrente Stirone e <strong>in</strong> alcuni affluenti del bac<strong>in</strong>o del Torrente Chiavenna,<br />

ma quasi assente dall’Ong<strong>in</strong>a. Complessivamente la sua zona <strong>di</strong> elezione co<strong>in</strong>cide<br />

con la zona <strong>di</strong> pesca C, ad eccezione delle aree più ad ovest della prov<strong>in</strong>cia.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 41 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Sangu<strong>in</strong>erola<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Phox<strong>in</strong>us phox<strong>in</strong>us<br />

Autoctona<br />

Montana-Pedemontana<br />

Maggio-Luglio<br />

Litofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Phox<strong>in</strong>us phox<strong>in</strong>us<br />

Biologia<br />

Specie <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni con<br />

corpo slanciato e testa con profilo<br />

arrotondato, ha la bocca <strong>in</strong> posizione<br />

<strong>in</strong>fero-me<strong>di</strong>ana e le scaglie<br />

poco visibili. Il colore del corpo è<br />

bruno olivastro sul dorso con varie<br />

macchie o bande più scure; il<br />

ventre è biancastro e sui fianchi<br />

sono <strong>di</strong>sposte una serie <strong>di</strong> macchie<br />

(12-15) che si uniscono a dare<br />

una cont<strong>in</strong>ua banda scura, dal<br />

capo alla coda.<br />

Tra la banda scura e il dorso si può<br />

vedere una sottile l<strong>in</strong>ea più chiara<br />

che va anch’essa dalla testa s<strong>in</strong><br />

quasi alla coda.<br />

La livrea, così come descritta,<br />

cambia <strong>in</strong> maniera molto eviden-<br />

te durante il periodo riproduttivo ed è <strong>di</strong>versa tra i due sessi. Il maschio colora<br />

<strong>di</strong> rosso sangue le zone ventrali e la base delle p<strong>in</strong>ne pettorali e anale; il capo e<br />

il dorso <strong>di</strong>ventano più scuri e i fianchi hanno riflessi ver<strong>di</strong> (f<strong>in</strong>o a bluastri). La<br />

femm<strong>in</strong>a colora <strong>in</strong> genere solo il ventre <strong>di</strong> rosso, mentre entrambi i sessi sviluppano<br />

i tubercoli nuziali anche se nel maschio sono più evidenti.<br />

E’ un cipr<strong>in</strong>ide reofilo, tipico delle zone montane o pedemontane ed ama le acque<br />

limpide, fresche e ben ossigenate.<br />

Tende a formare gruppi numerosi <strong>in</strong> prossimità delle rive o tra i sassi e la vegetazione<br />

litorale. Si alimenta sia <strong>di</strong> prede animali (larve <strong>di</strong> piccoli <strong>in</strong>setti acquatici<br />

come i chironomi<strong>di</strong>) che vegetali (alghe epilitiche o frammenti vegetali).<br />

Il periodo riproduttivo cade nella buona stagione (tra maggio e luglio) e la maturità<br />

sessuale viene raggiunta normalmente al secondo anno <strong>di</strong> età. Le uova sono<br />

deposte <strong>in</strong> acque basse sul fondo ciottoloso o sabbioso, <strong>in</strong> numero <strong>di</strong> circa<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 42 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

un migliaio per femm<strong>in</strong>a. Le <strong>di</strong>mensioni massime raggiungibili da questa specie<br />

sono <strong>di</strong> circa 8-10 centimetri <strong>di</strong> lunghezza; al secondo anno <strong>di</strong> età la lunghezza è<br />

<strong>di</strong> circa 6-9 centimetri per un peso <strong>di</strong> 3-5 grammi.<br />

I maschi normalmente hanno una vita più breve (la maggior parte non supera i<br />

tre anni <strong>di</strong> età) mentre le femm<strong>in</strong>e giungono normalmente a 4 anni <strong>di</strong> vita.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie rara o scarsa <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>, è stata ritrovata solo <strong>in</strong> alcune aree<br />

limitate quali le aste del Torrente Tidone, del Fiume Trebbia, del Torrente Chiavenna<br />

e del Torrente Arda, nonché<br />

<strong>in</strong> alcuni affluenti della zona<br />

C del Torrente Chiavenna. Nel<br />

Fiume Trebbia sono stati ritrovati<br />

esemplari <strong>di</strong> questa specie<br />

f<strong>in</strong>o ai conf<strong>in</strong>i prov<strong>in</strong>ciali con<br />

Genova.<br />

Le popolazioni sono sempre rarefatte,<br />

anche se <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> automantenersi.<br />

Specie poco conosciuta<br />

dai pescatori <strong>in</strong> queste<br />

acque, mantiene il suo status demografico soffrendo però fortemente delle perio<strong>di</strong>che<br />

asciutte che <strong>in</strong>teressano proprio la zona C della prov<strong>in</strong>cia.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 43 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

T<strong>in</strong>ca<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

T<strong>in</strong>ca t<strong>in</strong>ca<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Luglio<br />

Fitofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

T<strong>in</strong>ca t<strong>in</strong>ca<br />

Biologia<br />

Specie con corpo tozzo e robusto,<br />

la sua bocca è term<strong>in</strong>ale e provvista<br />

<strong>di</strong> due barbigli. Il colore è verde<br />

oliva sul dorso a sfumare verso<br />

il giallo nella zona ventrale; le labbra<br />

sono giallo-aranciate, mentre le<br />

p<strong>in</strong>ne sono brune. Ha numerose<br />

scaglie <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni e tutto<br />

il corpo è ricoperto da abbondante<br />

muco. Il suo habitat preferito<br />

è quello dei canali a corso lento<br />

o stagnanti con fondo fangoso e<br />

ricchi <strong>di</strong> vegetazione. Durante il periodo<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong>attività tende ad <strong>in</strong>fossarsi<br />

nel fango per rimettersi <strong>in</strong> movimento<br />

durante le ore serali e notturne<br />

alla ricerca del cibo. L'alimentazione<br />

è onnivora e com-<br />

prende organismi animali e vegetali presenti sul fondo (larve <strong>di</strong> <strong>di</strong>tteri, molluschi,<br />

vegetazione). E' resistente agli sbalzi termici e alle carenze <strong>di</strong> ossigeno <strong>di</strong>sciolto<br />

nell'acqua, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la si r<strong>in</strong>viene anche nei laghi prealp<strong>in</strong>i e nei canali <strong>di</strong> bonifica con<br />

scarso ricambio idrico. Le <strong>di</strong>mensioni raggiunte normalmente per le nostre acque<br />

sono <strong>di</strong> 40-50 cm per 1-2 Kg <strong>di</strong> peso, ma si conoscono catture <strong>di</strong> esemplari anche<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi chilogrammi ( 70 cm e circa 8 chili). L’accrescimento è abbastanza veloce<br />

e <strong>in</strong> due anni raggiunge i 10-15 cm <strong>di</strong> lunghezza, per un peso <strong>di</strong> 40-100 grammi.<br />

In ambienti particolarmente favorevoli (trofia elevata) la stessa taglia può essere<br />

raggiunta già alla f<strong>in</strong>e del primo anno <strong>di</strong> vita Quando la temperatura dell'acqua<br />

scende sotto i 6-7°C, cioè durante il periodo <strong>in</strong>vernale, essa si rifugia nel fango<br />

dove sverna f<strong>in</strong>o alla primavera successiva riducendo la sua attività metabolica.<br />

La riproduzione avviene tra maggio e luglio e le uova sono deposte <strong>in</strong> numero elevato<br />

(circa 500.000/Kg <strong>di</strong> peso corporeo; <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> circa 1 mm) sulle piante<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 44 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

acquatiche. La schiusa avviene <strong>in</strong> 4-8 giorni, mentre il sacco vitell<strong>in</strong>o è riassorbito<br />

dopo circa 10 giorni. La maturità sessuale si verifica tra il secondo ed il quarto anno<br />

<strong>di</strong> età; il maschio maturo sessualmente (dopo il secondo anno <strong>di</strong> età) si riconosce<br />

per le p<strong>in</strong>ne ventrali più lunghe ed arcuate con il primo raggio ispessito.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

La t<strong>in</strong>ca è <strong>in</strong> netta <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione <strong>in</strong> tutta la prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>. Se un suo probabile<br />

areale orig<strong>in</strong>ario poteva essere quello del Fiume Po e dell’<strong>in</strong>tera zona B,<br />

oggi la si ritrova quali esclusivamente nelle lanche del Po, nel tratto term<strong>in</strong>ale del<br />

T. Chiavenna e <strong>in</strong> alcuni canali della zona <strong>di</strong> Caorso. Nel Lago Nero è presente<br />

una piccola popolazione <strong>di</strong> t<strong>in</strong>che proveniente da immissione che però soffre <strong>di</strong><br />

accrescimenti molto limitati a causa dell’altitud<strong>in</strong>e del lago, delle basse temperature<br />

e dell’oligotrofia complessiva dell’ambiente.Nonostante le operazioni <strong>di</strong> immissione<br />

<strong>di</strong> giovani t<strong>in</strong>chette che vengono effettuate ogni anno, la situazione non<br />

sembra migliorare sensibilmente. Questa stessa situazione si riscontra per altro<br />

anche nelle prov<strong>in</strong>ce limitrofe, a testimonianza <strong>di</strong> una crisi complessiva della popolazione.<br />

E’ probabile che la gestione idraulica <strong>di</strong> queste aree (canali <strong>di</strong> bonifica<br />

soprattutto) non tiene conto della presenza <strong>di</strong> queste specie che subiscono <strong>di</strong><br />

conseguenza sia una riduzione dell’ambiente idoneo alla crescita (carenze idriche<br />

profonde soprattutto <strong>in</strong>vernali) che delle aree riproduttive (sfalcio delle macrofite<br />

acquatiche e pulizia meccanica dei canali nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> riproduzione).<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 45 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Scardola<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Scard<strong>in</strong>ius<br />

erythrophthalmus<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Luglio<br />

Fitofila<br />

Stabile<br />

Scard<strong>in</strong>ius erythrophthalmus<br />

Biologia<br />

Specie dal corpo tozzo e alto, ha<br />

la bocca me<strong>di</strong>ana rivolta verso l'alto<br />

e l'occhio piuttosto grande, dorato<br />

e rossastro.<br />

Il corpo ha un colore bruno-verdastro<br />

e scuro sul dorso, mentre<br />

i fianchi sono argentei e il ventre<br />

più chiaro.<br />

Nei giovani le p<strong>in</strong>ne sono spesso<br />

<strong>di</strong> colore rossastro, talvolta rosso<br />

vivo, colorazione che viene persa<br />

nell'adulto <strong>in</strong> cui le p<strong>in</strong>ne sono grigiastre;<br />

i giovani sono <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guibili<br />

dagli altri piccoli cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> anche<br />

per la presenza <strong>di</strong> una macchia nera<br />

alla base del peduncolo codale.<br />

E' specie gregaria e frequenta le<br />

acque a lento corso o stagnanti <strong>di</strong><br />

pianura, con fondo fangoso e ric-<br />

che <strong>di</strong> vegetazione acquatica. L'alimentazione è onnivora e la scardola preda sia<br />

organismi animali che vegetali (preferenzialmente nella colonna d’acqua e poco<br />

sul fondo). Si riproduce tra maggio e luglio e le uova, <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (circa<br />

1 mm) e rossastre, sono deposte tra la vegetazione acquatica presso le rive e<br />

sul fondo. Ogni femm<strong>in</strong>a depone <strong>di</strong>verse dec<strong>in</strong>e <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> uova (circa 100.000<br />

uova per chilogrammo <strong>di</strong> peso). Le larve nascono dopo pochi giorni e rimangono<br />

attaccate alla vegetazione f<strong>in</strong>o al riassorbimento del sacco vitell<strong>in</strong>o. I piccoli<br />

formano sciami misti con altri cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> fitofili come il triotto e l'alborella. Non vi<br />

è <strong>di</strong>morfismo sessuale se non per la presenza dei "tubercoli nuziali" nel maschio<br />

durante il periodo riproduttivo.<br />

Le <strong>di</strong>mensioni massime raggiungibili sono <strong>di</strong> 35-40 cm per le nostre acque per un<br />

peso <strong>di</strong> circa 2 chilogrammi. Ad un anno <strong>di</strong> età le giovani scardole misurano circa<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 46 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

10-11 centimetri, mentre a 3 anni raggiungono i 15-17 centimetri <strong>di</strong> lunghezza. La<br />

maturità sessuale viene raggiunta tra il secondo ed il terzo anno <strong>di</strong> vita. La mortalità<br />

per le femm<strong>in</strong>e sembra essere m<strong>in</strong>ore, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> il rapporto sessi è a favore <strong>di</strong><br />

queste ultime soprattutto nelle età maggiori. E' specie resistente a carenze <strong>di</strong> ossigeno<br />

e all'eutrofizzazione delle acque, situazione da cui spesso trae vantaggio.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

E’ presente nel Fiume Po e nelle lanche che lo stesso forma e <strong>in</strong> gran parte della<br />

zona B. La sua presenza non è particolarmente abbondante e si mantiene abbastanza<br />

stabile rispetto al<br />

passato. La specie, comunque,<br />

potrebbe <strong>in</strong> un futuro prossimo<br />

subire un decremento per la<br />

competizione con altri cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

alloctoni (pseudorasbora e<br />

carassio) e per la <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

<strong>di</strong> ambienti idonei alla sua sopravvivenza<br />

(chiusura <strong>di</strong> lanche,<br />

gestione idrica dei canali<br />

<strong>di</strong> bonifica).<br />

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Alborella<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Alburnus alburnus<br />

alborella<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Luglio<br />

Fitofila<br />

Stabile-Dim<strong>in</strong>uzione<br />

Alburnus alburnus alborella<br />

Biologia<br />

Sottospecie <strong>in</strong><strong>di</strong>gena dell'Italia settentrionale,<br />

l'alborella è un pesce<br />

<strong>di</strong> piccola taglia (non supera <strong>in</strong> genere<br />

i 15 cm <strong>di</strong> lunghezza) ha corpo<br />

slanciato e bocca supera. Il colore<br />

è argenteo sui fianchi e sul<br />

ventre e bruno-verdastro sul dorso.<br />

La p<strong>in</strong>na anale è molto allungata<br />

verso la codale e le squame<br />

sono molto delicate e vengono<br />

perse facilmente durante un’eventuale<br />

manipolazione.<br />

Frequenta molti ambienti, soprattutto<br />

<strong>di</strong> pianura, e la si trova facilmente<br />

<strong>in</strong> associazione con altri cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

come il triotto e la scardola,<br />

ma anche <strong>in</strong> ambienti con acque<br />

più fresche dove vivono la lasca<br />

ed il barbo comune.<br />

E' una specie fortemente gregaria e forma sciami anche <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni<br />

specialmente nei fiumi più gran<strong>di</strong> dove <strong>in</strong> certe occasioni riesce a rappresentare<br />

anche il 50% della densità ittica complessiva, anche se solo il 2-3% della biomassa<br />

totale. La <strong>di</strong>eta è onnivora e si ciba soprattutto <strong>di</strong> zooplancton, stazionando<br />

soprattutto verso la superficie.<br />

Vive <strong>in</strong> me<strong>di</strong>a 3-4 anni e può arrivare f<strong>in</strong>o a 7 (Lago <strong>di</strong> Garda); l’accrescimento è<br />

variabile <strong>in</strong> funzione della trofia degli ambienti e <strong>in</strong> genere al secondo anno <strong>di</strong> età<br />

misura 6-7 centimetri.<br />

La riproduzione avviene tra maggio e luglio su bassi fondali sabbioso-ghiaiosi<br />

e le uova schiudono dopo pochi giorni. Le femm<strong>in</strong>e depongono un numero limitato<br />

<strong>di</strong> uova (1000-2500) <strong>in</strong> rapporto alle <strong>di</strong>mensioni e le uova hanno un <strong>di</strong>ametro<br />

<strong>di</strong> circa 1,5 millimetri. La maturità sessuale viene raggiunta <strong>in</strong> entrambi<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 48 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

i sessi al secondo anno <strong>di</strong> età. E' specie adattabile e trae vantaggio dall'aumento<br />

della presenza del plancton, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> da un grado <strong>di</strong> trofia maggiore del sistema<br />

acquatico. Questa specie è un importante anello della catena trofica costituendo<br />

<strong>in</strong> alcuni ambienti il pr<strong>in</strong>cipale pesce "foraggio" per predatori come il luccio<br />

ed il persico trota.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

In prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> occupa una consistente fetta <strong>di</strong> territorio che comprende<br />

le zone B e C, ma la si ritrova anche nei bac<strong>in</strong>i lacustri montani della prov<strong>in</strong>cia. E’<br />

frequente nel Fiume Po e nelle sue lanche, mentre è presente <strong>in</strong> tutta la zona B.<br />

Nella zona C, <strong>in</strong>vece, la sua presenza<br />

è più scarsa e si sp<strong>in</strong>ge a monte soprattutto<br />

nelle aste dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali.<br />

Anche se la sua presenza è<br />

consistente nelle acque prov<strong>in</strong>ciali,<br />

vi sono <strong>di</strong>versi segnali <strong>di</strong> tendenza<br />

alla <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione dell’abbondanza<br />

delle popolazioni a causa soprattutto<br />

della competizione con altri cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>trodotti e <strong>di</strong> recente acquisizione<br />

(pseudorasbora, rodeo).<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 49 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Savetta<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Chondrostoma<br />

soetta<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Aprile-Giugno<br />

Litofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Chondrostoma soetta<br />

Biologia<br />

Cipr<strong>in</strong>ide <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni è<br />

caratterizzato dal capo appuntito,<br />

dall'aspetto slanciato e dalla bocca<br />

<strong>in</strong>fera.<br />

La colorazione è grigio scura sul<br />

dorso e va sfumando verso il bianco<br />

ventralmente; le p<strong>in</strong>ne pettorali,<br />

le ventrali e la anale sono leggermente<br />

aranciate.<br />

Specie endemica della pianura<br />

padana, frequenta fiumi con acque<br />

profonde, ben ossigenate e con<br />

velocità <strong>di</strong> corrente moderata.<br />

Pesce gregario, vive soprattutto<br />

nei fiumi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e-grosse <strong>di</strong>mensioni<br />

e lo si può r<strong>in</strong>venire <strong>in</strong><br />

gruppi anche molto numerosi;<br />

normalmente staziona nelle parti<br />

più profonde del fiume e nelle buche. L'alimentazione è onnivora e i gruppi <strong>di</strong><br />

savette si muovono sui fondali sabbiosi e fangosi alla ricerca del cibo.<br />

Si riproduce tra aprile e giugno compiendo migrazioni verso aree con fondo<br />

ghiaioso; <strong>in</strong> questa fase la si può ritrovare anche <strong>in</strong> affluenti <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni.<br />

Vengono deposte parecchie migliaia <strong>di</strong> uova da ogni femm<strong>in</strong>a sul fondale ghiaioso<br />

nei pressi delle rive; la schiusa avviene dopo 6-7 giorni.<br />

La savetta raggiunge una lunghezza massima <strong>di</strong> circa 40 cm per un peso <strong>di</strong> circa<br />

700 g. L’accrescimento non è molto veloce e raggiunge me<strong>di</strong>amente i 13-<br />

15 centimetri <strong>di</strong> lunghezza al terzo anno <strong>di</strong> vita e i 22-26 centimetri al qu<strong>in</strong>to.<br />

Sia i maschi che le femm<strong>in</strong>e raggiungono la maturità sessuale non prima dei<br />

3-4 anni <strong>di</strong> vita, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> con lunghezze <strong>di</strong> 15-20 centimetri<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 50 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

La savetta è presente nel Fiume Po e nelle parti term<strong>in</strong>ali degli affluenti. Questa<br />

specie è <strong>in</strong> netta <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione demografica, sia per quanto riguarda l’area <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione che la consistenza dei popolamenti.<br />

E’ probabilmente una delle specie che ha risentito <strong>di</strong> più della costruzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ghe<br />

e sbarramenti che impe<strong>di</strong>scono le capacità riproduttive delle popolazioni.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 51 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Lasca<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Chondrostoma<br />

genei<br />

Autoctona<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Maggio-Giugno<br />

Litofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Chondrostoma genei<br />

Biologia<br />

E' specie <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-piccole <strong>di</strong>mensioni<br />

e la sua morfologia è simile<br />

a quella della savetta: corpo fusiforme,<br />

bocca <strong>in</strong>fera, capo appuntito.<br />

La colorazione è grigia sul<br />

dorso, lateralmente è presente<br />

una banda scura marcata e ventralmente<br />

è bianco-argentea.<br />

Caratteristica la colorazione aranciata<br />

delle p<strong>in</strong>ne pettorali, ventrali<br />

e anale con la base rossastra.<br />

Durante il periodo riproduttivo la<br />

livrea varia leggermente con una<br />

<strong>in</strong>tensificazione del colore rosso<br />

alla base delle p<strong>in</strong>ne e sulle labbra.<br />

Solo <strong>in</strong> questo periodo è possibile<br />

<strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere maschi e femm<strong>in</strong>e<br />

per la presenza <strong>in</strong> queste ultime <strong>di</strong><br />

una colorazione più accesa e dei<br />

tubercoli nuziali sul capo e sulla parte anteriore del corpo del maschio.<br />

Frequenta preferenzialmente corsi d'acqua con velocità <strong>di</strong> corrente vivace o moderata,<br />

limpi<strong>di</strong> e a fondo ghiaioso.<br />

E’ tipica dei fiumi pedemontani e dei tratti me<strong>di</strong>ani dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali, ma non<br />

<strong>di</strong>sdegna i fiumi secondari. E' gregaria e forma gruppi misti con vari cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> reofili<br />

(alborella, cavedano, barbo comune). La <strong>di</strong>eta è onnivora e si nutre sia <strong>di</strong> macro<strong>in</strong>vertebrati<br />

bentonici che <strong>di</strong> alghe epilitiche.<br />

Questa specie compie migrazioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a entità, risalendo verso gli affluenti dei<br />

fiumi pr<strong>in</strong>cipali durante il periodo riproduttivo. La riproduzione avviene tra maggio<br />

e giugno <strong>in</strong> zone poco profonde, con substrato ghiaioso e acque ben ossigenate.<br />

Le femm<strong>in</strong>e depongono un numero limitato <strong>di</strong> uova (poche migliaia per<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo) e la schiusa avviene dopo 5-7 giorni. I gruppi <strong>di</strong> frega sono numerosi<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 52 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

e le zone riproduttive sono comuni con altri cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> reofili (barbo comune e cavedano).<br />

La lunghezza massima nelle nostre acque è <strong>di</strong> 20 cm circa; nel F. Po si<br />

sono catturati esemplari anche più lunghi, circa 25 cm.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie presente nelle aste dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali della prov<strong>in</strong>cia, risale da Fiume Po<br />

dove è presente, sul Torrente Tidone parzialmente, sul Fiume Trebbia f<strong>in</strong>o ai conf<strong>in</strong>i<br />

con Genova, sul Torrente Nure f<strong>in</strong>o a Far<strong>in</strong>i, sui Torrenti Chiavone, Arda, e Stirone<br />

f<strong>in</strong>o ai conf<strong>in</strong>i della zona D.<br />

La specie presenta una <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione generalizzata dell’abbondanza dei popolamenti,<br />

anche se localmente mantiene delle densità elevate. Come riportato da più parti,<br />

la <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione è cronica su tutto il territorio prov<strong>in</strong>ciale.<br />

Le cause <strong>di</strong> questa contrazione sono molteplici: sicuramente hanno una grossa<br />

<strong>in</strong>fluenza gli sbarramenti presenti sulle aste pr<strong>in</strong>cipali dei fiumi, spesso non dotati<br />

<strong>di</strong> scale <strong>di</strong> risalita efficienti, ma non sono da trascurare la gestione idrica dei<br />

corsi d’acqua (frequenti perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> secca nei tratti pedemontani) e il rimaneggiamento<br />

degli alvei, compresi i prelievi <strong>di</strong> ghiaia e sabbia.<br />

A questo proposito, vale la pena sottol<strong>in</strong>eare che la crisi demografica della lasca<br />

<strong>in</strong>izia già dal Fiume Po che, banalizzato e reso rettil<strong>in</strong>eo non supporta le popolazioni<br />

<strong>in</strong> modo adeguato.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 53 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Gobione<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Gobio gobio<br />

Biologia<br />

Famiglia Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Piccolo cipr<strong>in</strong>ide bentonico, ha<br />

complessivamente un aspetto af-<br />

Specie Gobio gobio<br />

fusolato con la testa relativamente<br />

grande. La bocca è <strong>in</strong>fero-me-<br />

Provenienza Autoctona<br />

<strong>di</strong>ana provvista <strong>di</strong> 2 barbigli.<br />

Il colore è dorsalmente scuro e<br />

Zona elettiva Pianura-Pedemontana ventralmente chiaro. Sul dorso e<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Aprile-Giugno<br />

lateralmente, ad un colore <strong>di</strong> fondo<br />

grigio-bruno con riflessi metallici,<br />

si aggiungono macchie ne-<br />

Tipo <strong>di</strong> Litofila<br />

re sparse o raggruppate a dare li-<br />

deposizione<br />

nee lungo i fianchi.<br />

Queste macchie sono presenti an-<br />

Stato Stabile-<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione che sulle p<strong>in</strong>ne. Sono <strong>in</strong>oltre visi-<br />

demografico<br />

bili lungo i fianchi alcune grosse<br />

macchie scure, <strong>in</strong> genere tra 5 e<br />

10. E' gregario anche se non forma gruppi molto numerosi. Frequenta acque a<br />

corrente moderata con fondali sabbiosi e ghiaiosi ed è presente sia nei fiumi pr<strong>in</strong>cipali<br />

che <strong>in</strong> canali laterali, sempre con acque abbastanza limpide. L'alimentazione<br />

è legata al substrato ed è <strong>di</strong> tipo carnivoro, predando soprattutto larve <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>setti e anelli<strong>di</strong>.<br />

Le <strong>di</strong>mensioni massime raggiungibili non superano i 15 cm, mentre a due anni<br />

<strong>di</strong> età le lunghezze me<strong>di</strong>amente sono <strong>di</strong> 6-8 centimetri.<br />

La riproduzione avviene tra aprile e giugno e le uova, gran<strong>di</strong> circa 1.5 mm, vengono<br />

deposte tra la ghiaia del fondo <strong>in</strong> numero modesto (poche migliaia per femm<strong>in</strong>a).<br />

Le larve schiudono dopo 7-8 giorni. La maturità sessuale viene raggiunta<br />

al secondo anno <strong>di</strong> età.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 54 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Distribuito soprattutto nelle zone B e C della prov<strong>in</strong>cia, è presente nel Fiume Po e<br />

lo si ritrova nelle aste dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali, Torrente Nure escluso, f<strong>in</strong>o ai conf<strong>in</strong>i con<br />

la zona D; solo nel Fiume Trebbia il suo areale si estende ancora più a monte, f<strong>in</strong><br />

nei pressi <strong>di</strong> Bobbio. Nella zona B<br />

le sue popolazioni sono abbastanza<br />

ben rappresentate sia nelle<br />

aste pr<strong>in</strong>cipali che negli affluenti<br />

laterali, mentre l’abbondanza <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce<br />

proseguendo verso<br />

monte. Poche sono le <strong>in</strong>formazioni<br />

che riguardano questa specie,<br />

essendo poco <strong>in</strong>teressante per la<br />

pesca, ma appare evidente che le<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni della popolazione<br />

riguardano soprattutto l’abbondanza, piuttosto che l’areale <strong>di</strong>stributivo. I motivi della<br />

<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione sono da ricercarsi soprattutto nei <strong>di</strong>sturbi arrecati dall’uomo sui fondali<br />

(scavi <strong>in</strong> alveo) e dalle mo<strong>di</strong>ficazioni morfologiche degli alvei.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 55 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Barbo comune<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Barbus plebejus<br />

Autoctona<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Maggio-Luglio<br />

Litofila<br />

Stabile-aumento<br />

Barbus plebejus<br />

Biologia<br />

Questo cipr<strong>in</strong>ide ha <strong>di</strong>mensioni<br />

me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong> e corpo affusolato<br />

con bocca <strong>in</strong>fera dotata <strong>di</strong> 2 paia<br />

<strong>di</strong> barbigli. Il capo è allungato ed<br />

appuntito con l’occhio piccolo e il<br />

primo paio <strong>di</strong> barbigli è più corto<br />

del secondo. Le scaglie sono piccole<br />

e ben aderenti. La colorazione<br />

è bruna o bruna verdastra sul<br />

dorso e man mano va schiarendosi<br />

procedendo verso il ventre,<br />

che è più chiaro e tendente al giallo<br />

aranciato. Il corpo presenta una<br />

serie <strong>di</strong> piccole e numerose macchiette<br />

scure quasi puntiformi, generalmente<br />

più evidenti nei giovani.<br />

Le p<strong>in</strong>ne sono rossastre, ad<br />

esclusione <strong>di</strong> dorsale e caudale. Il<br />

primo raggio della p<strong>in</strong>na dorsale presenta dei dentelli <strong>in</strong>terni soprattutto negli esemplari<br />

giovani (f<strong>in</strong>o a 18-20 centimetri <strong>di</strong> lunghezza). Vive nei corsi d'acqua <strong>di</strong> pianura<br />

e pedemontani caratterizzati da acque ossigenate con corrente me<strong>di</strong>o-veloce<br />

e fondo ghiaioso-sabbioso, dove frequenta le zone a maggior profon<strong>di</strong>tà. E’<br />

comunque presente anche <strong>in</strong> acque torbide <strong>di</strong> pianura, purché ben ossigenate. E'<br />

gregario soprattutto nelle fasi giovanili e preferisce le zone più profonde o le buche.<br />

La <strong>di</strong>eta è carnivora e si nutre <strong>di</strong> <strong>in</strong>vertebrati bentonici che ricerca attivamente<br />

sul fondo del corso d'acqua. Lo si trova <strong>in</strong> associazione con altri cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

reofili (cavedano e lasca), ma può arrivare anche alle zone più prettamente salmonicole.<br />

La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni dai maschi e a 3-4 anni<br />

dalle femm<strong>in</strong>e, quando hanno raggiunto i 25-30 cm <strong>di</strong> lunghezza. Si riproduce<br />

tra maggio e luglio quando a gruppi i barbi risalgono brevemente i fiumi alla ricerca<br />

<strong>di</strong> zone idonee alla riproduzione. Qui vengono deposte le uova tra la ghiaia<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:09 Pag<strong>in</strong>a 56 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

e i sassi dove resteranno f<strong>in</strong>o alla schiusa (6-7 giorni). Le femm<strong>in</strong>e depongono<br />

<strong>di</strong>verse migliaia <strong>di</strong> uova con <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 2-3 mm. Per alcuni mesi i piccoli si muovono<br />

<strong>in</strong> banchi misti con altri cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> reofili e non sono legati al substrato per<br />

l'alimentazione; <strong>in</strong> seguito acquisiranno abitud<strong>in</strong>i bentoniche.<br />

La lunghezza massima raggiungibile è <strong>di</strong> circa 60 cm per 4 chilogrammi <strong>di</strong> peso,<br />

mentre ad un anno <strong>di</strong> età raggiungono i 5-7 centimetri <strong>di</strong> lunghezza.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie che popola <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> soprattutto le aste dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali,<br />

lo si ritrova soprattutto nel Torrente Tidone e nel Fiume Trebbia dove la densità<br />

<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce procedendo verso monte. Al contrario, nei Torrenti Nure, Chiavenna,<br />

Arda, Stirone ed alcuni affluenti, l’abbondanza sembra essere maggiore<br />

soprattutto nelle zone centrali, soprattutto a causa delle perio<strong>di</strong>che crisi idriche<br />

che <strong>in</strong>teressano i tratti <strong>di</strong> pianura degli stessi fiumi. Lo si ritrova anche <strong>in</strong> alcuni<br />

affluenti importanti dei detti fiumi, anche se con densità spesso limitate.<br />

L’areale del barbo sembra essere negli ultimi anni aumentato <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> estensione,<br />

soprattutto lungo le aste pr<strong>in</strong>cipali e verso monte, probabilmente a causa<br />

del riscaldamento complessivo delle acque a seguito <strong>di</strong> una carenza idrica <strong>in</strong> alveo.<br />

Dove le crisi sono troppo <strong>in</strong>tense (zona C) e prolungate, i popolamenti vanno<br />

rarefacendosi e si assiste alla presenza <strong>di</strong> numerosi <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui giovani durante<br />

i recuperi effettuati perio<strong>di</strong>camente <strong>in</strong> Trebbia, Nure e Arda.<br />

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Barbo can<strong>in</strong>o<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Barbus meri<strong>di</strong>onalis<br />

Autoctona<br />

Pedemontana<br />

Maggio-Luglio<br />

Litofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Barbus meri<strong>di</strong>onalis<br />

Biologia<br />

Cipr<strong>in</strong>ide <strong>di</strong> taglia me<strong>di</strong>o piccola,<br />

non supera normalmente i 20<br />

centimetri <strong>di</strong> lunghezza.<br />

Il corpo è fusiforme e molto simile<br />

al barbo comune, da cui si <strong>di</strong>st<strong>in</strong>gue<br />

con una certa <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Anche per questa specie la bocca<br />

è <strong>in</strong>fera e provvista <strong>di</strong> due paia <strong>di</strong><br />

barbigli, mentre la p<strong>in</strong>na anale è<br />

lunga e, se piegata <strong>in</strong><strong>di</strong>etro oltrepassa<br />

il punto <strong>di</strong> <strong>in</strong>serzione della<br />

p<strong>in</strong>na codale.<br />

La colorazione <strong>di</strong> fondo è grigio<br />

aranciata e presenta numerose<br />

macchie su tutto il corpo, irregolari<br />

e <strong>di</strong> colore scuro. Le p<strong>in</strong>ne sono<br />

aranciate tranne la dorsale e la<br />

codale. Il primo raggio della p<strong>in</strong>-<br />

na dorsale non presenta dentellature <strong>in</strong>terne. Vive <strong>in</strong> acque fresche, ben ossigenate,<br />

trasparenti e con corrente vivace, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> frequenta normalmente i tratti pedemontani<br />

e montani, più a monte rispetto al barbo comune, anche sovrapponendo<br />

parzialmente il proprio areale con quello della trota fario.<br />

Si ciba <strong>di</strong> macro<strong>in</strong>vertebrati del fondo, spostando i ciottoli e mettendoli allo scoperto.<br />

Tra le prede preferite ci sono larve <strong>di</strong> efemerotteri e <strong>di</strong> <strong>di</strong>tteri.<br />

Si riproduce tra maggio e luglio deponendo le uova <strong>in</strong> acque basse e su fondali<br />

ghiaiosi.<br />

Ogni femm<strong>in</strong>a depone solo alcune cent<strong>in</strong>aia <strong>di</strong> uova. La maturità sessuale viene<br />

raggiunta tra il terzo (maschi) e il quarto (femm<strong>in</strong>e) anno <strong>di</strong> età ad una lunghezza<br />

superiore a 14-15 centimetri.<br />

L’accrescimento è moderato e a un anno <strong>di</strong> vita misurano 4-5 centimetri, mentre<br />

al secondo arrivano a circa 8-10 centimetri.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 58 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie <strong>di</strong>stribuita nei tratti pedemontani e montani dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali della prov<strong>in</strong>cia,<br />

lo si ritrova particolarmente abbondante <strong>in</strong> alcune aree del Torrente Nure.<br />

Pur mantenendo stabile il suo areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, il barbo can<strong>in</strong>o mostra una<br />

<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione dell’abbondanza<br />

dei suoi popolamenti, soprattutto<br />

per il <strong>di</strong>sturbo <strong>in</strong>dotto dall’uomo<br />

tramite la manipolazione<br />

degli alvei e per la mo<strong>di</strong>ficazione<br />

delle temperature me<strong>di</strong>e<br />

dei corsi d’acqua a causa dei<br />

prelievi idrici.<br />

Proprio per quest’ultimo motivo,<br />

si è assistito negli ultimi anni<br />

alla sovrapposizione degli<br />

areali <strong>di</strong> barbo comune e can<strong>in</strong>o;<br />

tale promisquità ha portato alla competizione e all’ibridazione tra le due specie.<br />

Non è raro <strong>in</strong>fatti imbattersi <strong>in</strong> animali con caratteristiche morfologiche <strong>in</strong>terme<strong>di</strong>e<br />

tra le due specie, e con conseguente <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> classificazione.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 59 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Carassio<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Carassius auratus<br />

Carassius carassius<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Giugno<br />

Fitofila<br />

Stabile-aumento<br />

Carassius auratus<br />

Biologia<br />

Specie alloctone <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e asiatica,<br />

i carassi hanno avuto un ampio<br />

successo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>in</strong> Italia<br />

grazie anche ad alcune sem<strong>in</strong>e<br />

sconsiderate; questi due cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

sono molto aff<strong>in</strong>i da un punto <strong>di</strong><br />

vista sistematico e anche per ciò<br />

che riguarda l'aspetto morfologico<br />

esteriore le somiglianze sono<br />

notevoli, soprattutto tra il carassio<br />

comune e le popolazioni <strong>di</strong> carassio<br />

dorato selvatiche che perdono<br />

la caratteristica colorazione rossa<br />

per <strong>di</strong>ventare bruno-grigiastri.<br />

Caratteri <strong>di</strong>agnostici vali<strong>di</strong> per <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere<br />

le due specie sono <strong>in</strong>vece<br />

il numero <strong>di</strong> branchiosp<strong>in</strong>e<br />

del primo arco branchiale e il numero<br />

<strong>di</strong> scaglie della l<strong>in</strong>ea latera-<br />

le. Entrambe le specie sono dotate <strong>di</strong> ampia valenza ecologica, possedendo la capacità<br />

<strong>di</strong> adattarsi a con<strong>di</strong>zioni ambientali varie e talvolta critiche.<br />

Tipicamente il carassio frequenta le acque <strong>di</strong> pianura lente, con fondali sabbioso-fangosi<br />

e ricche <strong>di</strong> vegetazione, non <strong>di</strong>sdegnando comunque i tratti <strong>di</strong> corso<br />

d'acqua <strong>in</strong> prossimità delle foci, anche <strong>in</strong> situazioni <strong>di</strong> elevati valori <strong>di</strong> sal<strong>in</strong>ità.<br />

Il carassio, grazie alla sua versatilità e resistenza, ha colonizzato moltissime aree<br />

<strong>di</strong> pianura e spesso la biomassa delle sue popolazioni rappresenta una frazione<br />

importante della biomassa ittica complessiva.<br />

L'alimentazione è <strong>di</strong> tipo onnivoro e comprende vegetali (piante acquatiche), animali<br />

(<strong>in</strong>vertebrati bentonici) e detrito organico.<br />

La riproduzione è fitofila (le uova vengono deposte sulla vegetazione acquatica)<br />

e avviene tra maggio e giugno. Le uova deposte dalle femm<strong>in</strong>e sono numerose,<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 60 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte (1-1.5 mm) e si schiudono nel giro <strong>di</strong> pochi giorni. Il <strong>di</strong>morfismo<br />

sessuale è limitato alla presenza degli organi perliformi nei maschi durante<br />

il periodo riproduttivo. E' specie a rapido accrescimento, <strong>in</strong> funzione delle<br />

caratteristiche trofiche dell'ambiente.<br />

Queste ultime determ<strong>in</strong>ano<br />

anche la "gibbosità" degli<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>vidui: <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong> acque eutrofiche<br />

si riscontrano forme con<br />

il dorso più pronunciato.<br />

Le <strong>di</strong>mensioni massime possono<br />

arrivare ai 45-50 cm per un<br />

peso <strong>di</strong> oltre 3 chilogrammi.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie presente soprattutto nella zona B, dove è presente o abbondante, colonizza<br />

anche alcune parti della zona C, soprattutto nei bac<strong>in</strong>i del Tidone, Chiavenna<br />

e Arda-Ong<strong>in</strong>a.<br />

Avvantaggiandosi delle sue ampie doti <strong>di</strong> resistenza alle situazioni <strong>di</strong> degrado ambientale,<br />

i suoi popolamenti sono stabili o ad<strong>di</strong>rittura <strong>in</strong> aumento, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

<strong>di</strong> densità che <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, sp<strong>in</strong>gendosi sempre più a monte nella zona C.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 61 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Carpa<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Cypr<strong>in</strong>us carpio<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Giugno<br />

Fitofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Cypr<strong>in</strong>us carpio<br />

Biologia<br />

Specie che può raggiungere grosse<br />

<strong>di</strong>mensioni, ha il corpo tozzo e<br />

la bocca <strong>in</strong> posizione me<strong>di</strong>ana che<br />

presenta 2 paia <strong>di</strong> piccoli barbigli.<br />

Esistono <strong>di</strong> questa specie <strong>di</strong>verse<br />

razze <strong>di</strong> cui le più note sono la "carpa<br />

comune" (o reg<strong>in</strong>a), la "carpa a<br />

specchi" e la "carpa cuoio".<br />

Tutte presentano il primo raggio<br />

delle p<strong>in</strong>ne dorsale e anale dentellato.<br />

La carpa comune ha il corpo<br />

completamente ricoperto <strong>di</strong><br />

scaglie; il colore è bruno sul dorso<br />

e va sfumando verso il brunoverdastro<br />

e il giallastro verso il<br />

ventre. Le p<strong>in</strong>ne sono aranciate (a<br />

volte anche <strong>in</strong>tensamente), soprattutto<br />

la codale e le pettorali.<br />

La carpa a specchio è <strong>di</strong> colore bruno su quasi tutto il corpo e il ventre è giallastro.<br />

Ha poche e gran<strong>di</strong> scaglie generalmente <strong>di</strong>sposte sul dorso e lungo la l<strong>in</strong>ea<br />

laterale. La carpa cuoio è molto simile a quella a specchio e ha come caratteristica<br />

la quasi totale assenza <strong>di</strong> scaglie. Specie orig<strong>in</strong>aria dell'Europa centrale e<br />

dell'Asia, la carpa è stata importata s<strong>in</strong> dal periodo dell'Impero Romano e allevata<br />

<strong>in</strong> Italia. Oggi è ampiamente <strong>di</strong>ffusa e acclimatata <strong>in</strong> gran parte del territorio<br />

italiano. Cipr<strong>in</strong>ide tipicamente fitofilo, ama le acque lente e stagnanti della bassa<br />

pianura dove il fondo è fangoso e vi è una ricca vegetazione acquatica ma è anche<br />

presente <strong>in</strong> altre tipologie acquatiche, come i laghi montani, dove le popolazioni<br />

si mantengono soprattutto grazie alle perio<strong>di</strong>che immissioni effettuate dall'uomo.<br />

Il suo spettro alimentare è vario e comprende sia i piccoli organismi del<br />

fondo che bacche, granaglie e vegetali <strong>in</strong> genere. La riproduzione avviene tra maggio<br />

e giugno e i maschi presentano dei m<strong>in</strong>uscoli tubercoli nuziali sul capo e su-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 62 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

gli opercoli. Le femm<strong>in</strong>e rilasciano le uova <strong>in</strong> acque poco profonde sulla vegetazione<br />

sommersa. Le uova sono molto numerose (100.000 - 200.000 per kg <strong>di</strong><br />

peso corporeo; <strong>di</strong>ametro 1.5 mm) e schiudono dopo 5-6 giorni. E' specie gregaria<br />

soprattutto da giovane e riesce a raggiungere nelle acque <strong>di</strong> bassa pianura<br />

anche i 130 cm <strong>di</strong> lunghezza e i 30 kg <strong>di</strong> peso. L’accrescimento è abbastanza veloce<br />

e può raggiungere nelle situazioni migliori anche i 15 centimetri <strong>di</strong> lunghezza<br />

ad un anno <strong>di</strong> età. E’ una specie longeva e può arrivare facilmente ai 20 anni<br />

<strong>di</strong> età. Il suo allevamento è molto <strong>di</strong>ffuso ed è spesso presente nelle risaie <strong>in</strong> associazione<br />

con la t<strong>in</strong>ca. Può ibridarsi con il carassio comune.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Presente, anche se non abbondante, nel Fiume Po <strong>in</strong> tutto il tratto piacent<strong>in</strong>o, è<br />

anche ben rappresentato nelle lanche e nei tratti term<strong>in</strong>ali dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali, oltre<br />

che <strong>in</strong> gran parte della zona B. Verso monte il suo areale è limitato dall’<strong>in</strong>izio<br />

della zona pedemontana, anche se si sp<strong>in</strong>ge nel Torrente Arda f<strong>in</strong>o ai conf<strong>in</strong>i con<br />

la zona D, grazie alle immissioni perio<strong>di</strong>che nel bac<strong>in</strong>o <strong>di</strong> Mignano e al suo perio<strong>di</strong>co<br />

svuotamento a valle. Le popolazioni <strong>di</strong> carpa appaiono <strong>in</strong> leggera <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

soprattutto <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> abbondanza, anche se localmente si assiste, sia<br />

nelle lanche del Fiume Po che <strong>in</strong> alcuni canali <strong>di</strong> pianura, alla presenza <strong>di</strong> popolazioni<br />

molto abbondanti, soprattutto nelle classi giovanili (2° e 3° anno <strong>di</strong> età).<br />

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Rodeo amaro<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Rhodeus sericeus<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Aprile-Maggio<br />

In bivalvi<br />

In forte aumento<br />

Rhodeus sericeus<br />

Biologia<br />

Il rodeo amaro è specie alloctona<br />

per le acque italiane; orig<strong>in</strong>ario dell'area<br />

orientale asiatica è ora <strong>di</strong>ffuso<br />

<strong>in</strong> vasti territori nell'Europa<br />

centrale.<br />

E' stato segnalato per la prima volta<br />

<strong>in</strong> Italia nelle acque veronesi del<br />

F. Menago (1990) e l'anno successivo<br />

è comparso nel Canal<br />

Bianco a Rovigo; la specie è ora<br />

presente <strong>in</strong> tutta la bassa pianura<br />

padana e si sta velocemente<br />

espandendo nelle aree limitrofe.<br />

Cipr<strong>in</strong>ide <strong>di</strong> piccola taglia, raggiunge<br />

al massimo i 7-8 cm, ha la<br />

bocca term<strong>in</strong>ale e il dorso del corpo<br />

leggermente gibboso. Il colore<br />

è scuro sul dorso e sfuma ver-<br />

so il bianco-rosato ventralmente; sul peduncolo caudale è presente una banda<br />

scura. Le scaglie, relativamente gran<strong>di</strong>, formano un <strong>di</strong>segno a rete e ne sono presenti<br />

solo 5-6 sulla porzione anteriore della l<strong>in</strong>ea laterale.<br />

La specie ha abitud<strong>in</strong>i gregarie; vive <strong>in</strong> canali a corrente ridotta, fondo fangoso e<br />

abbondante vegetazione acquatica. Sembra che uno dei fattori <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>anti per<br />

la sua riproduzione sia la presenza del mollusco bivalve del genere Unio all'<strong>in</strong>terno<br />

del quale vengono deposte ad <strong>in</strong>cubare le uova.<br />

La riproduzione cade <strong>in</strong> primavera; <strong>in</strong> questo periodo il maschio si colora <strong>in</strong>tensamente<br />

con il dorso azzurro e il ventre rosso, mentre nelle femm<strong>in</strong>e i colori si<br />

presentano meno vivaci. Le femm<strong>in</strong>e possiedono un lungo ovopositore tramite<br />

cui le uova vengono deposte nella cavità palleale del mollusco: il maschio emette<br />

lo sperma nei pressi del sifone <strong>in</strong>alante del bivalve attraverso il quale penetra<br />

nella cavità palleale dove va a fecondare le uova. Dopo la schiusa i piccoli esco-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 64 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

no dal sifone esalante del mollusco stesso. L'alimentazione è <strong>di</strong> tipo carnivoro e<br />

si basa soprattutto su piccoli <strong>in</strong>vertebrati.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Questa specie è stata r<strong>in</strong>venuta <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong> per la prima volta nel<br />

1996 nei pressi <strong>di</strong> Castel San Giovanni. Oggi la sua <strong>di</strong>stribuzione è decisamente<br />

più ampia e i suoi popolamenti sono consistenti. Sia nel Fiume Po che nelle lanche<br />

e <strong>in</strong> gran parte della zona B, le popolazioni sono numerose, strutturate ed <strong>in</strong><br />

cont<strong>in</strong>ua espansione, arrivando, nel<br />

Torrente Ong<strong>in</strong>a, quasi ai limiti della<br />

zona C. La presenza <strong>di</strong> questa<br />

specie, come per altro quella della<br />

Pseudorasbora, e il forte sviluppo<br />

demografico, hanno <strong>in</strong>dotto e <strong>in</strong>durranno<br />

un effetto negativo <strong>di</strong>retta<br />

ed <strong>in</strong><strong>di</strong>retta sulle popolazioni <strong>di</strong><br />

una serie <strong>di</strong> altri cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> autoctoni<br />

<strong>di</strong> pianura come il triotto, la scardola e l’alborella. Con queste specie <strong>in</strong>fatti il rodeo<br />

compete sia per il cibo che predandone le uova, così come succede <strong>in</strong> altre<br />

realtà italiane <strong>di</strong> pianura, dove <strong>in</strong> certi ambienti è <strong>di</strong>ventata la specie più abbondante<br />

e una componente importante della biomassa ittica complessiva.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 65 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Pseudorasbora<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Pseudorasbora parva<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Aprile-Giugno<br />

Litofila<br />

In forte aumento<br />

Pseudorasbora parva<br />

Biologia<br />

La pseudorasbora è una specie alloctona,<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>gena dell'Asia orientale;<br />

è stata <strong>in</strong>trodotta nel 1960 nel<br />

basso Danubio da dove ha esteso<br />

il proprio areale all'Europa centroorientale.<br />

E' arrivata accidentalmente<br />

nelle acque <strong>di</strong> pianura dell'Emilia<br />

Romagna solo pochi anni<br />

ad<strong>di</strong>etro tanto che, come per il rodeo<br />

amaro, non è ancora stato coniato<br />

un nome <strong>di</strong>alettale per la sua<br />

identificazione. La taglia è piccola<br />

(massimo 10 cm) e il corpo è fusiforme<br />

con il capo depresso dorso-ventralmente.<br />

Il colore è grigio<br />

sul dorso, argenteo sui fianchi e<br />

bianco sul ventre; è presente una<br />

fascia scura lungo i fianchi, più o<br />

meno <strong>in</strong>tensa, evidente a partire dalla metà anteriore della lunghezza del corpo;<br />

i marg<strong>in</strong>i posteriori delle scaglie sono pigmentati. Vive preferenzialmente nelle<br />

acque <strong>di</strong> pianura, abbondando <strong>in</strong> quelle a decorso lento e ricche <strong>di</strong> vegetazione.<br />

Durante il periodo riproduttivo, che si estende da aprile a giugno, il maschio assume<br />

una colorazione più scura <strong>in</strong> cui risultano ben evidenti sul capo i tubercoli<br />

nuziali tipici dei cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong>, anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni cospicue rispetto all'animale.<br />

La pseudorasbora è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> riprodursi già entro il primo anno <strong>di</strong> vita.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Analogamente a quanto visto per il rodeo, la pseudorasbora oggi, a pochi anni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stanza dalla sua <strong>in</strong>troduzione, colonizza tutta la zona B e il Fiume Po <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia<br />

<strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>, arrivando a sp<strong>in</strong>gersi nelle parti più basse della zona C. I suoi popolamenti<br />

sono abbondanti soprattutto nelle zone <strong>di</strong> pianura e si <strong>di</strong>radano pro-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 66 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

seguendo verso monte. Come per il rodeo la sua espansione territoriale sembra<br />

essersi sostanzialmente arrestata, avendo occupato tutti gli ambienti <strong>in</strong> cui può<br />

vivere, ma è probabile che aumenti la consistenza dei popolamenti, soprattutto<br />

nelle zone <strong>in</strong> cui il degrado ambientale cont<strong>in</strong>uerà. Anche questa specie contribuisce<br />

alla competizione con altri piccoli cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> <strong>di</strong> pianura, ma nutrendosi anche<br />

<strong>di</strong> uova <strong>di</strong> altre specie può<br />

aumentare <strong>in</strong><strong>di</strong>rettamente i<br />

problemi demografici <strong>di</strong> altre<br />

specie autoctone <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà<br />

come il luccio o il persico reale<br />

che depongono le uova sulla<br />

vegetazione sommersa e<br />

non utilizzano comportamenti<br />

<strong>di</strong> protezione della prole.<br />

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Abramide<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Abramis brama<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Giugno<br />

Fitofila<br />

In forte aumento<br />

Abramis brama<br />

Biologia<br />

E' una specie alloctona per le acque<br />

italiane, orig<strong>in</strong>aria dei bac<strong>in</strong>i<br />

dell'Europa d'oltralpe e dell'Asia.<br />

Pesce <strong>di</strong> taglia me<strong>di</strong>a, l'abramide<br />

raggiunge normalmente i 30-40 cm<br />

ma si riportano <strong>in</strong> bibliografia misure<br />

massime <strong>di</strong> 80 cm per 9 Kg<br />

<strong>di</strong> peso.<br />

La sagoma dell'adulto è facilmente<br />

<strong>di</strong>st<strong>in</strong>guibile: il corpo è molto<br />

sviluppato <strong>in</strong> altezza e compresso<br />

lateralmente; particolarità sono<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la p<strong>in</strong>na anale molto lunga<br />

e la p<strong>in</strong>na codale forcuta, a coda<br />

d'angelo. La colorazione è grigiobruna<br />

sul dorso e grigio-argentea<br />

sui fianchi e sul ventre.<br />

Frequenta le acque a lento decorso,<br />

con fondo fangoso e ricche <strong>di</strong><br />

vegetazione, colonizzando con estrema facilità laghi <strong>di</strong> pianura e stagni. Ha comportamento<br />

gregario e a gruppi gli abrami<strong>di</strong> si muovono sul fondo alla ricerca del<br />

cibo costituito essenzialmente da piccoli organismi bentonici oltre che da vegetazione<br />

acquatica.<br />

La riproduzione avviene tra maggio e giugno e le femm<strong>in</strong>e depongono varie cent<strong>in</strong>aia<br />

<strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> uova sulla vegetazione sommersa.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Ormai presente <strong>in</strong> una buona parte della zona B e nel Fiume Po, questo cipr<strong>in</strong>ide<br />

espanderà sia l’areale che la consistenza dei suoi popolamenti <strong>in</strong> altre zone<br />

della prov<strong>in</strong>cia, pur limitandosi alle acque calme e calde delle zone <strong>di</strong> pianura.<br />

E’ probabile che la sua presenza potrà contribuire negativamente alle d<strong>in</strong>amiche<br />

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demografiche <strong>di</strong> alcune specie quali carpa e t<strong>in</strong>ca che cercano il cibo sul fondo,<br />

ma anche <strong>in</strong><strong>di</strong>rettamente ad altre specie (ad esempio il luccio) poiché la sua attività<br />

<strong>di</strong> alimentazione tende ad <strong>in</strong>torbi<strong>di</strong>re le acque e a scalzare le macrofite acquatiche.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 69 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Cobite comune<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Cobiti<strong>di</strong><br />

Cobitis taenia<br />

Autoctona<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Maggio-Luglio<br />

Litofila<br />

Stabile<br />

Cobitis taenia<br />

Biologia<br />

Il cobite comune è un pesce <strong>di</strong> piccole<br />

<strong>di</strong>mensioni, con il corpo allungato<br />

che raggiunge al massimo<br />

i 12 cm. La testa è compressa lateralmente,<br />

la bocca è <strong>in</strong>fera e dotata<br />

<strong>di</strong> 3 paia <strong>di</strong> barbigli.<br />

Nei maschi è presente la "paletta<br />

del Canestr<strong>in</strong>i", una struttura ossea<br />

lam<strong>in</strong>are alla base delle p<strong>in</strong>ne pettorali;<br />

il carattere che più facilmente<br />

permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere i<br />

maschi dalle femm<strong>in</strong>e è comunque<br />

la forma delle p<strong>in</strong>ne pettorali,<br />

lunghe e affusolate nei maschi, più<br />

larghe e meno lunghe nelle femm<strong>in</strong>e.<br />

Tutti gli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui sono dotati <strong>di</strong> una<br />

sp<strong>in</strong>a suborbitale bifida erettile.<br />

Nel cobite comune il numero <strong>di</strong> raggi della p<strong>in</strong>na codale è 16; questo è un carattere<br />

<strong>di</strong>agnostico per <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guerlo con sicurezza dalla specie aff<strong>in</strong>e cobite mascherato<br />

(Sabanejewia larvata), che ne ha <strong>in</strong>vece 14.<br />

La livrea del corpo è bruno-giallastra con presenti <strong>in</strong> genere quattro file <strong>di</strong> macchie<br />

longitud<strong>in</strong>ali sui fianchi che possono confluire a dare l<strong>in</strong>ee pressoché cont<strong>in</strong>ue.<br />

Sul peduncolo codale sono visibili due macchie scure, una dorsale e una<br />

ventrale. Questa specie ha abitud<strong>in</strong>i bentoniche, vive <strong>in</strong> gruppi anche numerosi<br />

popolando i fondali sia sabbiosi che fangosi <strong>di</strong> vari ambienti: dai fiumi pedemontani<br />

a quelli <strong>di</strong> bassa pianura. Preferisce comunque correnti me<strong>di</strong>o-lente con acque<br />

limpide e fondo sabbioso.<br />

Durante le ore <strong>di</strong>urne vive <strong>in</strong>fossato nel substrato da cui emerge con la testa; la<br />

sua attività si sviluppa soprattutto nelle ore serali e notturne quando si muove alla<br />

ricerca <strong>di</strong> cibo. L'alimentazione avviene per filtrazione del substrato; il se<strong>di</strong>-<br />

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mento viene <strong>in</strong>goiato, selezionato ed il materiale non appetibile viene espulso dall'apertura<br />

dell'opercolo branchiale, mentre il cibo (piccoli organismi e detriti vegetali)<br />

viene <strong>in</strong>viato al canale alimentare.<br />

Si riproduce da maggio a luglio e le femm<strong>in</strong>e depongono da poche cent<strong>in</strong>aia a<br />

qualche migliaio <strong>di</strong> uova (1.3-1.5 mm). La schiusa avviene <strong>in</strong> 2-3 giorni a 22-<br />

25°C. La maturità sessuale viene raggiunta per entrambi i sessi al secondo anno<br />

<strong>di</strong> età e ad una lunghezza <strong>di</strong> 5-6 centimetri.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

La specie presente <strong>in</strong> varie aree della prov<strong>in</strong>cia: nel Fiume Po; nel Fiume Trebbia<br />

<strong>in</strong> tutto il corso d’acqua anche se con popolazioni localizzate; nei torrenti Chiavenna,<br />

Arda, Ong<strong>in</strong>a e Stirone e <strong>in</strong> alcuni canali laterali. Le abbondanze sono sempre<br />

molto contenute e le zone <strong>di</strong> elezione sono tra la pianura e la zona C. Le popolazioni<br />

sono spesso localizzate verso le aree a se<strong>di</strong>mentazione maggiore (fondali<br />

sabbiosi) anche nei corsi d’acqua con i fondali più prettamente ghiaioso-ciottolosi,<br />

come la maggior parte dei torrenti pedemontani <strong>di</strong> questo territorio. Le<br />

popolazioni sembrano essere scarse ma sostanzialmente stabili. E’ da segnalare<br />

la presenza <strong>di</strong> una popolazione molto contenuta <strong>di</strong> Cobite mascherato (Sabanejewia<br />

larvata) nella zona term<strong>in</strong>ale del Lago Moo; probabilmente tale popolazione è derivata<br />

da un rilascio <strong>di</strong> animali utilizzati come esca ed ora acclimatatisi. Alcuni altri<br />

avvistamenti isolati si sono verificati nelle risorgive <strong>di</strong> Chiaravalle.<br />

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Siluro<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Siluriformi<br />

Siluri<strong>di</strong><br />

Silurus glanis<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Settembre<br />

Litofila<br />

Stabile<br />

Silurus glanis<br />

Biologia<br />

Specie alloctona, orig<strong>in</strong>aria dell'Europa<br />

settentrionale e centrale<br />

e dell'Asia m<strong>in</strong>ore, è stata <strong>in</strong>trodotta<br />

<strong>in</strong> anni recenti nelle acque<br />

del bac<strong>in</strong>o del Fiume Po; le prime<br />

segnalazioni sono del 1957, mentre<br />

la specie è ritenuta <strong>di</strong>ffusa e acclimatata<br />

dal 1970.<br />

Di taglia molto grande (nel fiume<br />

Dnjepr venne catturato un esemplare<br />

<strong>di</strong> 306 Kg lungo ca. 5 m) può<br />

comunemente superare i 2 m <strong>di</strong><br />

lunghezza per oltre 100 Kg <strong>di</strong> peso.<br />

La testa è grossa e tondeggiante<br />

e il corpo è compresso lateralmente<br />

nella parte posteriore.<br />

La bocca è grande e provvista <strong>di</strong><br />

lunghi barbigli. E' assente la p<strong>in</strong>-<br />

na a<strong>di</strong>posa, mentre l'anale è lunga e la codale piccola e arrotondata. Le p<strong>in</strong>ne pettorali<br />

sono provviste <strong>di</strong> un robusto raggio sp<strong>in</strong>oso.<br />

Ha colore scuro sul dorso e sul capo, lateralmente presenta una marmoreggiatura<br />

a chiazze biancastre e il ventre è chiaro. L'occhio è piccolo e giallastro.<br />

Preferisce acque profonde e a lento corso o stagnanti.<br />

Di giorno tende a rimanere <strong>in</strong>attivo sul fondo, mentre la notte si muove alla ricerca<br />

del cibo.<br />

Nella fase giovanile si alimenta <strong>di</strong> <strong>in</strong>vertebrati acquatici (f<strong>in</strong>o a taglie <strong>di</strong> 25-30 cm)<br />

per poi <strong>di</strong>ventare ittiofago a scapito soprattutto <strong>di</strong> cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> e anguille; spesso nel<br />

suo contenuto stomacale si r<strong>in</strong>vengono anche anfibi, piccoli mammiferi e pure<br />

uccelli acquatici. Nelle nostre acque si accresce piuttosto rapidamente raggiungendo<br />

i 60-70 cm <strong>in</strong> 3 anni.<br />

La stagione riproduttiva si estende da maggio a settembre. Ogni femm<strong>in</strong>a depo-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 72 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

ne molte migliaia <strong>di</strong> uova per chilo <strong>di</strong> peso corporeo. Le uova hanno <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong><br />

3-4 mm e vengono deposte <strong>in</strong> un nido scavato dal maschio <strong>in</strong> acque basse e calme.<br />

La schiusa avviene <strong>in</strong> 2-4 giorni e per tutto questo periodo il maschio le custo<strong>di</strong>sce<br />

attentamente. Il sacco vitell<strong>in</strong>o viene riassorbito <strong>in</strong> circa una settimana,<br />

dopo <strong>di</strong> che i piccoli com<strong>in</strong>ciano a condurre vita autonoma.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Il siluro d'Europa è specie particolarmente resistente e, allo stato attuale, da considerare<br />

<strong>in</strong>vasiva dal momento che <strong>in</strong> alcuni corsi d'acqua della pianura padana<br />

le sue popolazioni costituiscono<br />

una parte cospicua della biomassa<br />

ittica totale.<br />

Questa situazione è evidente nel Po<br />

piacent<strong>in</strong>o e sono presenti addensamenti<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni<br />

a valle dello sbarramento<br />

<strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i.<br />

La colonizzazione prosegue verso la<br />

zona B, ma quasi esclusivamente<br />

nelle lanche e nelle parti term<strong>in</strong>ali dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali. La tendenza demografica<br />

appare stabile negli ultimi anni, dopo l’<strong>in</strong>iziale <strong>di</strong>ffusione degli ultimi decenni.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 73 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Pesce gatto<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Siluriformi<br />

Ictaluri<strong>di</strong><br />

Ictalurus melas<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Aprile-Luglio<br />

Litofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Ictalurus melas<br />

Biologia<br />

Specie <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, il pesce<br />

gatto non supera i 30 cm <strong>di</strong><br />

lunghezza nelle nostre acque. E'<br />

specie alloctona importata dal<br />

Nord-America all'<strong>in</strong>izio del secolo.<br />

Nelle acque <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e raggiunge<br />

anche i 50 cm <strong>di</strong> lunghezza.<br />

Il corpo è tozzo, la testa grande e<br />

provvista <strong>di</strong> 4 paia <strong>di</strong> barbigli. Il<br />

corpo è compresso lateralmente<br />

nella parte posteriore e la p<strong>in</strong>na<br />

anale è molto sviluppata.<br />

Dorsalmente sono presenti due<br />

p<strong>in</strong>ne <strong>di</strong> cui la prima dotata <strong>di</strong> un<br />

robusto raggio sp<strong>in</strong>iforme e la seconda<br />

ridotta ad una piccola escrescenza<br />

a<strong>di</strong>posa. Le p<strong>in</strong>ne pettorali<br />

sono anch'esse provviste del pri-<br />

mo raggio sp<strong>in</strong>iforme con il marg<strong>in</strong>e <strong>in</strong>terno liscio o lievemente dentellato nella<br />

zona prossimale. Il colore del corpo è scuro dorsalmente (nero o verde oliva)<br />

come i fianchi, mentre il ventre è biancastro o giallo. Il corpo è privo <strong>di</strong> scaglie.<br />

Vive <strong>in</strong> acque stagnanti o a lento corso con fondo fangoso e ricche <strong>di</strong> vegetazione.<br />

E' molto resistente e può dare orig<strong>in</strong>e a popolazioni numerose nei<br />

canali <strong>di</strong> bonifica. E' attivo soprattutto <strong>di</strong> notte e si nutre <strong>di</strong> <strong>in</strong>vertebrati acquatici,<br />

<strong>di</strong> uova <strong>di</strong> pesce e <strong>di</strong> avannotti.<br />

Si riproduce a tarda primavera e il periodo riproduttivo può protrarsi per tutta l'estate.<br />

Le uova vengono deposte <strong>in</strong> un piccolo nido (una fossetta scavata sul fondo)<br />

preparato dal maschio. Le uova sono poche cent<strong>in</strong>aia per femm<strong>in</strong>a (<strong>di</strong>ametro<br />

3 mm) e schiudono <strong>in</strong> circa 5 giorni. Uno o entrambi i genitori effettuano le<br />

cure parentali. I giovani nuotano assieme per un periodo <strong>di</strong> tempo variabile e formano<br />

le cosiddette "nuvole", simili a macchie nere sull'acqua. Essi cont<strong>in</strong>uano ad<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 74 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

essere accu<strong>di</strong>ti e protetti dai genitori f<strong>in</strong>o a che hanno raggiunto una lunghezza<br />

<strong>di</strong> 2-3 cm. Spesso la d<strong>in</strong>amica delle popolazioni è irregolare con esplosioni demografiche<br />

seguite da morie o stasi nella crescita. Questo avviene soprattutto<br />

nelle zone <strong>di</strong> recente colonizzazione.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

L’attuale <strong>di</strong>stribuzione del pesce gatto sembra essere legata pr<strong>in</strong>cipalmente al<br />

Fiume Po e alla zona B, anche se sconf<strong>in</strong>a verso monte nella zona cipr<strong>in</strong>icola<br />

almeno nelle zone del Tidone e <strong>di</strong> alcuni canali secondari. In ogni caso la densità<br />

del pesce gatto è molto contenuta<br />

e solo raramente si possono trovare<br />

popolazioni un po’ più abbondanti.<br />

Sicuramente rispetto ad un passato<br />

abbastanza recente la consistenza dei<br />

suoi popolamenti è <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uita, anche<br />

<strong>in</strong> seguito ad una epidemia virale che<br />

ha <strong>in</strong>teressato tutta la Pianura Padana<br />

arrecando gravi danni anche agli<br />

allevamenti.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 75 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Luccio<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Esociformi<br />

Esoci<strong>di</strong>i<br />

Esox lucius<br />

Autoctona<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Febbraio-Aprile<br />

Fitofila<br />

In forte <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Esox lucius<br />

Biologia<br />

Il luccio presenta corpo fusiforme<br />

e allungato, con la testa relativamente<br />

grande e dotata <strong>di</strong> bocca ampia<br />

e man<strong>di</strong>bola prom<strong>in</strong>ente. La p<strong>in</strong>na<br />

dorsale è <strong>in</strong>serita posteriormente,<br />

all'altezza dell'anale. Le scaglie<br />

sono <strong>di</strong> tipo cicloide e la p<strong>in</strong>na laterale<br />

decorre <strong>in</strong> posizione me<strong>di</strong>ana<br />

lungo i fianchi. Il colore <strong>di</strong> fondo<br />

è verde-giallastro con tendenza<br />

al bruno-rossastro su cui si evidenziano<br />

delle vermicolature più<br />

scure; il ventre è bianco. Le <strong>di</strong>mensioni<br />

tendono ad essere maggiori<br />

nelle femm<strong>in</strong>e (~120 cm) che<br />

nei maschi (~100 cm). L'habitat<br />

preferito del luccio è costituito dai<br />

grossi corpi idrici a lento decorso e<br />

dai bac<strong>in</strong>i lacustri, ma lo si ritrova comune anche nei piccoli corsi d'acqua e nelle risorgive,<br />

zone <strong>in</strong> cui si sposta per la riproduzione. L'alimentazione è a base <strong>di</strong> zooplancton<br />

e <strong>di</strong> piccoli <strong>in</strong>vertebrati acquatici durante le prime fasi dello sviluppo; già a<br />

pochi centimetri <strong>di</strong> lunghezza la <strong>di</strong>eta tende a <strong>di</strong>ventare <strong>di</strong> tipo ittiofago e si verificano<br />

anche situazioni <strong>di</strong> cannibalismo. Recenti stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato l'importanza<br />

del luccio come equilibratore delle popolazioni delle sue prede, essenzialmente cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong>;<br />

oltre a ciò, dato il suo rapporto <strong>di</strong> conversione alimentare simile a quello <strong>di</strong><br />

molti altri pesci, va ri<strong>di</strong>mensionato l'appellativo <strong>di</strong> "vorace" che per molti anni è stato<br />

affibbiato a questa specie. L'accrescimento è relativamente veloce, anche f<strong>in</strong>o a<br />

25 cm nel primo anno, ma strettamente legato alle <strong>di</strong>sponibilità trofiche dell'ambiente.<br />

La maturità sessuale viene raggiunta tra il secondo ed il quarto anno d'età, prima<br />

nei maschi che nelle femm<strong>in</strong>e. La riproduzione cade tra febbraio e aprile e le uova<br />

adesive (20.000-30.000/Kg <strong>di</strong> peso corporeo) vengono deposte sulla vegetazione<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 76 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

del fondo. Dopo la schiusa i piccoli rimangono attaccati alla vegetazione acquatica<br />

tramite una ghiandola adesiva cefalica, f<strong>in</strong>o al riassorbimento del sacco vitell<strong>in</strong>o.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Presente nel Fiume Po, nelle lanche laterali e nei bac<strong>in</strong>i del Chiavenna ed Ong<strong>in</strong>a,<br />

solo <strong>in</strong> alcune zone molto limitate (lanche <strong>di</strong> Caorso e risorgive <strong>di</strong> Alseno) sembra<br />

mantenere una certa capacità riproduttiva. Le sue popolazioni sono ormai rarefatte<br />

e <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> areale che <strong>di</strong> abbondanza. I motivi <strong>di</strong> questa<br />

<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione sono da ricercarsi sia nella competizione che questo carnivoro subisce<br />

con altre specie analoghe<br />

(persico trota, lucioperca), che nelle<br />

mo<strong>di</strong>ficate con<strong>di</strong>zioni morfologiche<br />

degli ambienti da lui frequentati.<br />

Le risorgive collegate ai fiumi<br />

<strong>di</strong> pianura, la rete dei canali della zona<br />

B e lo stesso fiume Po con le sue<br />

lanche hanno subito mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

consistenti, rendendo poco idoneo<br />

l’ambiente per lo sviluppo <strong>di</strong> popolazioni<br />

ben strutturate. Infatti le poche<br />

zone che mantengono una serie <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> automantenersi sono <strong>in</strong><br />

zone ancora sostanzialmente <strong>in</strong>tegre come le lanche <strong>di</strong> Caorso e alcune (poche) risorgive<br />

nella zona <strong>di</strong> Alseno.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 77 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Trota fario<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Salmoniformi<br />

Salmoni<strong>di</strong><br />

Salmo trutta trutta<br />

Autoctona<br />

Montana-Pedemontana<br />

Novembre-Gennaio<br />

Litofila<br />

Stabile<br />

Salmo trutta trutta<br />

Biologia<br />

La trota fario è la specie tipica degli<br />

ambienti torrentizi <strong>di</strong> montagna,<br />

amante <strong>di</strong> acque correnti, limpide<br />

e bene ossigenate, con fondali<br />

ghiaiosi e sassosi; ha corpo fusiforme,<br />

con bocca term<strong>in</strong>ale dotata<br />

<strong>di</strong> numerosi piccoli denti. La<br />

colorazione è scura sul dorso che<br />

<strong>di</strong>venta più chiara e argentata sui<br />

fianchi e bianca o giallastra sul ventre;<br />

sono normalmente presenti<br />

delle macchie rosse e nere <strong>in</strong> numero<br />

molto variabile sulla zona<br />

dorsale e dei fianchi, macchie che<br />

assumono spesso una forma circolare<br />

contornata da un alone più<br />

chiaro. La trota fario è carnivora e<br />

si ciba soprattutto <strong>di</strong> <strong>in</strong>vertebrati<br />

acquatici, ma gli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e e grosse <strong>di</strong>mensioni evidenziano una certa pre<strong>di</strong>sposizione<br />

all'ittiofagia, predando sia <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> altre specie ma anche esemplari<br />

giovani della propria. La maturità sessuale viene raggiunta dai maschi nel secondo<br />

anno <strong>di</strong> vita e dalle femm<strong>in</strong>e nel terzo anno. La stagione riproduttiva cade<br />

normalmente tra novembre e gennaio, ma questo periodo può risultare talvolta<br />

piuttosto ampliato a causa sia delle con<strong>di</strong>zioni ambientali locali sia per la presenza<br />

<strong>di</strong> materiale d'immissione "selezionato" per maturare sessualmente <strong>in</strong> tempi <strong>di</strong>versi.<br />

Le aree <strong>di</strong> frega vengono raggiunte effettuando delle migrazioni lungo il corso<br />

d'acqua; la deposizione avviene su fondali ghiaioso-sabbiosi, <strong>in</strong> un avvallamento<br />

preparato dalla femm<strong>in</strong>a con vigorosi movimenti della coda: le uova vengono fecondate<br />

dal maschio e successivamente ricoperte. Il numero <strong>di</strong> uova deposto è <strong>di</strong><br />

circa 1000-2000 per chilogrammo <strong>di</strong> peso della femm<strong>in</strong>a e sono richiesti circa 400<br />

gra<strong>di</strong>/giorno per la loro schiusa. L'accrescimento è notevolmente <strong>in</strong>fluenzato dal-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 78 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

la temperatura dell'acqua oltre che dalle <strong>di</strong>sponibilità alimentari presenti: <strong>in</strong> alcuni<br />

ambienti montani la trota fario può impiegare 4 o 5 anni per raggiungere i 20-<br />

22 centimetri <strong>di</strong> lunghezza mentre nelle acque <strong>di</strong> fondovalle questa lunghezza viene<br />

me<strong>di</strong>amente raggiunta tra il secondo ed il terzo anno <strong>di</strong> vita. Pesce <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e<br />

<strong>di</strong>mensioni, può raggiungere e talvolta superare i 50 cm <strong>di</strong> lunghezza.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Presente <strong>in</strong> tutta la zona D della prov<strong>in</strong>cia, la si può ritrovare anche <strong>in</strong> acque della<br />

zona C e nelle aste dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali, anche f<strong>in</strong>o ai conf<strong>in</strong>i della zona B. Le zone<br />

<strong>di</strong> abbondanza maggiore sono nel bac<strong>in</strong>o del Torrente Nure, a monte <strong>di</strong> Ferriere,<br />

mentre la densità è molto variabile <strong>in</strong> tutti gli affluenti, a causa delle capacità portanti<br />

<strong>di</strong>versificate dei vari ambienti. Nel Fiume Trebbia la sua presenza è più rarefatta<br />

f<strong>in</strong>o a Bobbio a causa della temperatura estiva elevata che può raggiungere<br />

l’acqua <strong>in</strong> queste zone. La <strong>di</strong>stribuzione della specie non appare variata significativamente<br />

negli ultimi decenni, vista la capillare attività <strong>di</strong> ripopolamento che viene<br />

effettuata annualmente. Sembra <strong>in</strong>vece <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uita la densità delle popolazioni, soprattutto<br />

nell’asta del Fiume Trebbia e del Torrente Aveto. Le motivazioni sono da<br />

ricercarsi sia negli eccessivi prelievi idrici che <strong>in</strong>ducono temperature estive elevate,<br />

che nella gestione idraulica degli stessi fiumi. Va citato il caso particolare del Lago<br />

Moo (bac<strong>in</strong>o del T. Nure) dove la popolazione, anche se si tratta <strong>di</strong> trote atlantiche,<br />

ha raggiunto un grado <strong>di</strong> rusticità elevato ed è tra le poche <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia ad<br />

essere <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> riprodursi costantemente.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 79 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Trota iridea<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Salmoniformi<br />

Salmoni<strong>di</strong><br />

Oncorhynchus mykiss<br />

Alloctona<br />

Montana-Pedemontana<br />

Ottobre-Marzo<br />

Litofila<br />

Stabile<br />

Oncorhynchus mykiss<br />

Biologia<br />

Specie alloctona, la trota iridea è<br />

orig<strong>in</strong>aria dell'America nord occidentale<br />

ed è stata <strong>in</strong>trodotta <strong>in</strong> Italia<br />

alla f<strong>in</strong>e del secolo scorso come<br />

specie d'allevamento.<br />

La colorazione è generalmente<br />

bruno-verdastra sul dorso che si<br />

fa più chiara sui fianchi e bianca<br />

sul ventre; sui fianchi <strong>in</strong> posizione<br />

me<strong>di</strong>ana è sempre presente una<br />

fascia rosa, fascia che <strong>di</strong>venta più<br />

vivace nei maschi durante il periodo<br />

riproduttivo; su tutto il corpo<br />

e sulle p<strong>in</strong>ne dorsali e anale sono<br />

presenti numerosi punti neri.<br />

Nelle aree <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e questa specie<br />

presenta sia popolazioni migratrici<br />

anadrome che popolazio-<br />

ni stanziali <strong>in</strong> acqua dolce; <strong>in</strong> generale la sua ecologia è sostanzialmente simile a<br />

quella della trota fario anche se <strong>di</strong> norma presenta una velocità <strong>di</strong> accrescimento<br />

superiore. Il periodo riproduttivo cade nel periodo <strong>in</strong>vernale (anche se si protrae<br />

f<strong>in</strong>o a marzo) e le modalità sono simili a quelle della trota fario: ogni femm<strong>in</strong>a<br />

produce 2.000-2.500 uova/Kg che schiudono <strong>in</strong> 350 C°/giorno. E' un pesce<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>e-gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni che raggiunge i 70 cm <strong>di</strong> lunghezza nelle aree <strong>di</strong><br />

orig<strong>in</strong>e ma <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni particolari si ottengono lunghezze anche superiori.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie presente solo <strong>in</strong> alcune piccole aree della prov<strong>in</strong>cia, ha subito una forte riduzione<br />

del suo areale dopo l’<strong>in</strong>terruzione della sua immissione, avvenuta almeno<br />

15 anni fa. Si possono r<strong>in</strong>venire esemplari isolati ai conf<strong>in</strong>i con la prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Genova<br />

dove vengono ancora fatti ancora oggi alcuni “lanci” con materiale adulto.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 80 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

L’unica area <strong>in</strong> cui la popolazione <strong>di</strong> iridea è stabile è il bac<strong>in</strong>o del Torrente Grondana<br />

con alcuni suoi affluenti e un tratto contenuto del Torrente Nure nella zona<br />

<strong>di</strong> Ferriere. Qui avviene<br />

annualmente una riproduzione<br />

spontanea <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>vidui acclimatati soprattutto<br />

sugli affluenti laterali;<br />

l’accrescimento degli<br />

animali è <strong>in</strong>vece condotto<br />

soprattutto nei torrenti<br />

con portata maggiore<br />

e nel Torrente Nure.<br />

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Temolo<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Salmoniformi<br />

Salmoni<strong>di</strong><br />

Thymallus thymallus<br />

Alloctono <strong>in</strong> Appenn<strong>in</strong>o<br />

Pedemontana<br />

Aprile-Maggio<br />

Litofila<br />

Stabile<br />

Thymallus thymallus<br />

Biologia<br />

Il temolo è un pesce <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni<br />

e può raggiungere e<br />

superare i 50 cm <strong>di</strong> lunghezza.<br />

Ha il corpo fusiforme e la testa<br />

relativamente piccola; caratteristica<br />

<strong>di</strong> questa specie è la grande<br />

p<strong>in</strong>na dorsale, <strong>di</strong> norma più<br />

sviluppata nei maschi che nelle<br />

femm<strong>in</strong>e.<br />

La colorazione del dorso è grigio<br />

scura che si schiarisce sui fianchi<br />

che presentano dei riflessi argentei;<br />

il ventre è bianco.<br />

Vi sono delle piccole macchie nere<br />

sulla parte anteriore del corpo,<br />

presenti anche sulla p<strong>in</strong>na dorsale;<br />

quest'ultima è grigia con delle<br />

sfumature rosso-violacee che <strong>di</strong>-<br />

ventano particolarmente evidenti nel periodo riproduttivo. E' specie tipica dei grossi<br />

corsi d'acqua pedemontani, dove popola <strong>di</strong> preferenza i tratti <strong>in</strong>fravallivi con<br />

fondali a ciottoli e ghiaia.<br />

Il temolo ha abitud<strong>in</strong>i gregarie e a gruppi talvolta molto numerosi effettua lunghi<br />

spostamenti alla ricerca del cibo costituito dai piccoli <strong>in</strong>vertebrati acquatici ma<br />

anche da <strong>in</strong>setti alati.<br />

Il periodo riproduttivo cade tra aprile e maggio e la maturità sessuale è raggiunta<br />

normalmente al terzo anno <strong>di</strong> vita; le uova vengono deposte sul fondale ghiaioso<br />

<strong>in</strong> piccoli solchi scavati dalla femm<strong>in</strong>a e da questa successivamente ricoperte;<br />

sono necessari circa 200 C°/giorno per la schiusa.<br />

L'accrescimento è relativamente veloce nei primi tre anni e poi si riduce notevolmente.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 82 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Sulla autoctonia o alloctonia <strong>di</strong> questa specie per i fiumi piacent<strong>in</strong>i (e <strong>in</strong> generale<br />

appenn<strong>in</strong>ici) le <strong>di</strong>scussioni sono ancora aperte tra gli stu<strong>di</strong>osi. Le <strong>in</strong>formazioni<br />

<strong>in</strong> nostro possesso <strong>in</strong><strong>di</strong>cano che la presenza <strong>di</strong> questa specie è limitata alle<br />

aste del Fiume Trebbia e del<br />

Torrente Aveto, con una densità<br />

molto contenuta.<br />

Perio<strong>di</strong>che sono le immissioni<br />

<strong>di</strong> giovani <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui sul Fiume<br />

Trebbia da parte della Prov<strong>in</strong>cia<br />

<strong>di</strong> Pavia, e le con<strong>di</strong>zioni<br />

delle sue popolazioni non<br />

sembrano variare negli anni.<br />

Le catture sono alquanto rare<br />

o episo<strong>di</strong>che, mantenendosi<br />

così come citato anche da autori<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong>izio secolo.<br />

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Gambusia<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Cipr<strong>in</strong>odontiformi<br />

Pecili<strong>di</strong><br />

Gambusia holbrooki<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Settembre<br />

Vivipara<br />

Stabile-<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Gambusia holbrooki<br />

Biologia<br />

La gambusia è una specie alloctona<br />

<strong>in</strong>trodotta <strong>in</strong> acque libere italiane<br />

nei primi decenni del secolo<br />

con lo scopo <strong>di</strong> combattere biologicamente<br />

la malaria. Si nutre <strong>in</strong>fatti<br />

<strong>di</strong> larve <strong>di</strong> <strong>in</strong>setti acquatici tra<br />

cui le larve della zanzara Anopheles,<br />

vettore del plasmo<strong>di</strong>o malarico.<br />

Di piccola taglia (massimo 5<br />

cm) presenta un corpo tozzo con<br />

bocca supera e capo leggermente<br />

compresso dorso-ventralmente.<br />

La p<strong>in</strong>na codale ha il marg<strong>in</strong>e<br />

posteriore arrotondato e quella<br />

anale è mo<strong>di</strong>ficata nel maschio per<br />

la presenza <strong>di</strong> un gonopo<strong>di</strong>o usato<br />

per la fecondazione <strong>in</strong>terna delle<br />

femm<strong>in</strong>e. Il colore è verdastro-<br />

azzurrognolo sul dorso, argenteo sui fianchi e bianco sul ventre. Le femm<strong>in</strong>e sono<br />

generalmente più gran<strong>di</strong> dei maschi e si riconoscono, oltre che per l'assenza<br />

del gonopo<strong>di</strong>o, anche dalla caratteristica macchia addom<strong>in</strong>ale scura molto evidente<br />

dopo la fecondazione.<br />

Ama acque stagnanti con fondo fangoso e ricche <strong>di</strong> vegetazione acquatica. Oltre<br />

che <strong>in</strong> acque dolci lo si può r<strong>in</strong>venire anche <strong>in</strong> zone a moderata sal<strong>in</strong>ità dove può<br />

entrare <strong>in</strong> competizione alimentare con il nono.<br />

Si nutre <strong>di</strong> piccoli organismi planctonici, soprattutto <strong>di</strong>tteri, crostacei e alghe.<br />

Si riproduce da maggio a settembre e le femm<strong>in</strong>e partoriscono pochi piccoli già<br />

sviluppati e <strong>in</strong><strong>di</strong>pendenti (da 5 a 40). Tale evento si verifica una volta al mese <strong>in</strong><br />

questo periodo per le femm<strong>in</strong>e adulte. I nati nell'anno riescono a riprodursi già<br />

nella stagione <strong>in</strong> corso.<br />

Data la capacità riproduttiva, le popolazioni <strong>di</strong> questa specie possono presenta-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 84 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

re ampie fluttuazioni numeriche; forti cali sono probabilmente determ<strong>in</strong>ati da eventuali<br />

sbalzi termici che la gambusia mal sopporta.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Specie presente nel Fiume Po e <strong>in</strong> una parte della zona B, non è mai particolarmente<br />

abbondante.<br />

Le sue popolazioni sono abbastanza stabili, anche se si verifica una certa <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

probabilmente dovuta alle mo<strong>di</strong>ficazioni idrauliche <strong>di</strong> molti ambienti <strong>di</strong><br />

pianura (tendenza ad aumentare la velocità <strong>di</strong> movimento dell’acqua) e all’aumento<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento <strong>di</strong> tipo chimico avvenuto soprattutto negli anni passati.<br />

Femm<strong>in</strong>a (a s<strong>in</strong>istra) e maschio (a destra), quest’ultimo <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guibile per il gonopo<strong>di</strong>o.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 85 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Sp<strong>in</strong>arello<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Gasterosteiformi<br />

Gasterostei<strong>di</strong><br />

Gasterosteus aculeatus<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Aprile-Luglio<br />

Fitofila<br />

In forte <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Gasterosteus aculeatus<br />

Biologia<br />

E' l'unico rappresentante della famiglia<br />

dei Gasterostei<strong>di</strong> nelle nostre<br />

acque.<br />

E' un pesce <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni<br />

che raggiunge <strong>in</strong> me<strong>di</strong>a i 5-7 cm<br />

<strong>di</strong> lunghezza (max 10 cm); ha come<br />

caratteristica la presenza <strong>di</strong> tre<br />

raggi sp<strong>in</strong>iformi sul dorso, <strong>in</strong>seriti<br />

anteriormente alla p<strong>in</strong>na dorsale<br />

vera e propria, altri due <strong>in</strong> posizione<br />

ventrale, all'altezza delle p<strong>in</strong>ne<br />

ventrali, e uno anteriore alla<br />

p<strong>in</strong>na anale. Il peduncolo codale è<br />

esile e la bocca è piccola, term<strong>in</strong>ale<br />

e provvista <strong>di</strong> denti m<strong>in</strong>uti. E'<br />

sprovvisto <strong>di</strong> squame e presenta<br />

"placche osse" sui fianchi <strong>in</strong> numero<br />

variabile (da 4 a 8 per lato).<br />

La colorazione è verde oliva-bluastra sul dorso e bianco-giallastra sul ventre. Durante<br />

il periodo riproduttivo il maschio assume una livrea con colorazioni <strong>in</strong>tense<br />

che vanno dal blu-verde (dorso), al rosso (gola e petto), al nero brillante (iride).<br />

Lo sp<strong>in</strong>arello colonizza ambienti con caratteristiche varie, ma privilegia le acque<br />

a decorso lento (o le zone dei corsi d'acqua con bassa velocità <strong>di</strong> corrente),<br />

limpide e con <strong>di</strong>screta presenza <strong>di</strong> macrofite acquatiche.<br />

L'alimentazione è costituita prevalentemente da piccoli anelli<strong>di</strong>, crostacei, larve<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong>setti, uova e avannotti <strong>di</strong> altri pesci. La stagione riproduttiva va da aprile a<br />

luglio, periodo <strong>in</strong> cui il comportamento dello sp<strong>in</strong>arello è stato a lungo stu<strong>di</strong>ato.<br />

Il maschio, acquisita la citata coloratissima livrea, costruisce un nido utilizzando<br />

la vegetazione acquatica che viene accuratamente <strong>in</strong>trecciata e saldata tramite apposite<br />

secrezioni renali. La femm<strong>in</strong>a, attratta dal maschio <strong>in</strong> seguito ad una caratteristica<br />

danza ritualizzata, vi depone poche cent<strong>in</strong>aia <strong>di</strong> uova, ma nello stes-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 86 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

so nido possono deporre le loro uova <strong>di</strong>verse femm<strong>in</strong>e; il maschio custo<strong>di</strong>sce il<br />

nido e il territorio circostante evidenziando una notevole aggressività; <strong>in</strong>oltre provvede<br />

alla sua pulizia e, con il movimento delle p<strong>in</strong>ne pettorali, al ricambio d'acqua<br />

al suo <strong>in</strong>terno. Le cure parentali si protraggono anche per un breve periodo<br />

dopo la schiusa delle uova (che avviene dopo circa 10 giorni dalla deposizione).<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Questa specie è praticamente scomparsa dal territorio prov<strong>in</strong>ciale, ad esclusione<br />

<strong>di</strong> una risorgiva nei pressi <strong>di</strong> Castel San Giovanni, dove vive l’unica popolazione<br />

stabile. La scomparsa <strong>di</strong> questa specie dal più vasto territorio della zona B<br />

e dalle varie aree <strong>di</strong> risorgenza<br />

presenti <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia,<br />

è dovuta essenzialmente<br />

alle mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

ambientali <strong>in</strong>tervenute<br />

negli anni, come l’<strong>in</strong>terramento<br />

<strong>di</strong> varie risorgive,<br />

la canalizzazione <strong>di</strong><br />

corsi <strong>di</strong> pianura, la regimazione<br />

idraulica per f<strong>in</strong>i<br />

irrigui e l’aumento dell’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 87 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Persico trota<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Perciformi<br />

Centrarchi<strong>di</strong><br />

Micropterus salmoides<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Luglio<br />

Litofila<br />

Stabile-<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Micropterus salmoides<br />

Biologia<br />

Specie alloctona, orig<strong>in</strong>aria del<br />

Nord-America, il persico trota è<br />

stato <strong>in</strong>trodotto alla f<strong>in</strong>e del secolo<br />

scorso <strong>in</strong> alcuni laghi della Brianza;<br />

<strong>in</strong> seguito ha colonizzato gran<br />

parte degli ambienti lacustri, stagni,<br />

fiumi e canali a corso lento<br />

con acque calde e ricche <strong>di</strong> vegetazione<br />

della pianura padana.<br />

Il persico trota presenta il corpo<br />

allungato <strong>in</strong> cui la testa occupa<br />

circa un terzo della lunghezza; la<br />

bocca è molto ampia e dotata <strong>di</strong><br />

numerosi dentelli <strong>di</strong>sposti <strong>in</strong> più<br />

serie. Il dorso è <strong>di</strong> color grigioverdastro<br />

con una serie <strong>di</strong> macchie<br />

scure <strong>di</strong>sposte irregolarmente;<br />

è presente una fascia lon-<br />

gitud<strong>in</strong>ale me<strong>di</strong>ana scura sempre ben visibile sui fianchi chiari. E' un predatore<br />

prevalentemente ittiofago; la sua <strong>di</strong>eta comprende anche gir<strong>in</strong>i e anfibi come pure<br />

<strong>in</strong>setti e crostacei planctonici che rappresentano <strong>in</strong> gran parte l'alimento dei<br />

giovani persici.<br />

La riproduzione avviene tra maggio e luglio; i maschi raggiungono la maturità<br />

sessuale già al secondo anno <strong>di</strong> età, mentre le femm<strong>in</strong>e si riproducono a partire<br />

dal terzo anno. Una femm<strong>in</strong>a può compiere più deposizioni nel corso della stagione<br />

riproduttiva. Le uova, adesive, sono deposte <strong>in</strong> un nido preparato dal maschio,<br />

solitamente <strong>in</strong> acque poco profonde presso la riva. Più femm<strong>in</strong>e possono<br />

deporre le uova nello stesso nido. Il maschio effettua le cure parentali, <strong>di</strong>fendendo<br />

le uova da eventuali predatori e mantenendo un buon ricambio d'acqua nel nido<br />

me<strong>di</strong>ante il movimento delle p<strong>in</strong>ne. L'attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa cont<strong>in</strong>ua anche dopo la schiusa,<br />

f<strong>in</strong>o a quando i giovani persici non si allontanano def<strong>in</strong>itivamente dal nido.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 88 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

L'accrescimento è abbastanza veloce e nelle acque della prov<strong>in</strong>cia il persico trota<br />

può raggiungere <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 50-55 cm (oltre 3 kg).<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Tipico del Fiume Po e delle lanche ad esso connesse, lo si ritrova anche <strong>in</strong> alcune<br />

aree contenute della zona B nel bac<strong>in</strong>o del Torrente Chiavenna e <strong>in</strong> quello<br />

del Torrente Ong<strong>in</strong>a. Le popolazioni <strong>di</strong> questo centrarchide hanno mantenuto<br />

l’areale conquistato alcuni<br />

decenni fa, ma sembrano essere<br />

<strong>in</strong> contrazione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

<strong>di</strong> abbondanza, probabilmente<br />

a causa delle mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

morfologiche dei fiumi <strong>di</strong> pianura<br />

e della competizione che<br />

si viene man mano ad <strong>in</strong>staurare<br />

con nuovi predatori <strong>in</strong>trodotti<br />

nell’ambiente (siluro, ma<br />

soprattutto lucioperca).<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 89 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Persico sole<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Perciformi<br />

Centrarchi<strong>di</strong><br />

Lepomis gibbosus<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Agosto<br />

Litofila<br />

In <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Lepomis gibbosus<br />

Biologia<br />

Specie alloctona, orig<strong>in</strong>aria del<br />

Nord-America, è stata <strong>in</strong>trodotta all'<strong>in</strong>izio<br />

del secolo <strong>in</strong> Italia e ha velocemente<br />

colonizzato gran parte<br />

della penisola adattandosi <strong>in</strong> breve<br />

tempo a vari ambienti (laghi, fiumi,<br />

stagni) con acque a lento decorso<br />

e ricche <strong>di</strong> vegetazione. Il persico<br />

sole ha il corpo <strong>di</strong> forma ovale, alto<br />

e compresso lateralmente; la colorazione<br />

è vivace con numerose<br />

macchie giallo-aranciate e variegature<br />

azzurre sui lati; è ben visibile<br />

una grossa macchia scura sulla<br />

parte posteriore dell'opercolo; il<br />

ventre e le p<strong>in</strong>ne ventrali e anale sono<br />

giallo-aranciate. In genere i<br />

persici sole stazionano lungo le<br />

sponde dove i maschi, tra maggio e agosto, costruiscono il nido: questo <strong>di</strong> solito<br />

è un piccolo avvallamento del fondo che il pesce cont<strong>in</strong>ua a mantenere pulito. Dopo<br />

alcuni complessi rituali <strong>di</strong> accoppiamento le femm<strong>in</strong>e vi depongono le uova. Il<br />

maschio effettua le cure parentali ricambiando cont<strong>in</strong>uamente l'acqua nel nido con<br />

il tipico battito delle p<strong>in</strong>ne pettorali ("fann<strong>in</strong>g") e <strong>di</strong>fendendo il territorio da qualsiasi<br />

<strong>in</strong>truso.<br />

In questa specie si sono evolute strategie riproduttive <strong>di</strong>verse per i maschi. Esistono<br />

<strong>in</strong>fatti 3 tipi <strong>di</strong> maschi: un primo tipo che raggiunge la maturità sessuale al<br />

secondo anno <strong>di</strong> vita e assume le caratteristiche del maschio vero e proprio (maschio<br />

"parentale") con una colorazione più <strong>in</strong>tensa che nelle femm<strong>in</strong>e. Al secondo<br />

tipo appartengono maschi con livrea più chiara detti "sneaker", mentre della terza<br />

categoria fanno parte maschi con livrea simile a quella delle femm<strong>in</strong>e e che raggiungono<br />

la maturità sessuale precocemente (qu<strong>in</strong><strong>di</strong> a <strong>di</strong>mensioni m<strong>in</strong>ori), detti ma-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 90 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

schi "satellite". Solo il maschio "parentale" costruisce il nido, lo <strong>di</strong>fende, corteggia<br />

le femm<strong>in</strong>e ed effettua le cure parentali.<br />

Sia il maschio "sneaker" che il maschio "satellite", <strong>in</strong>vece, cercano <strong>di</strong> fecondare le<br />

uova emesse dalle femm<strong>in</strong>e corteggiate dal maschio "parentale". Questi due tipi <strong>di</strong><br />

maschio hanno dei comportamenti alquanto <strong>di</strong>fferenti: lo "sneaker" si <strong>in</strong>trufola velocemente<br />

tra maschio "parentale" e femm<strong>in</strong>a durante la deposizione (a volte si presentano<br />

più "sneakers" <strong>in</strong> sequenza); il maschio "satellite" <strong>in</strong>vece, si cala lentamente<br />

dall'alto non suscitando l'aggressività del maschio proprietario del nido a causa<br />

della sua colorazione sbia<strong>di</strong>ta e simile a quella delle femm<strong>in</strong>e.<br />

I maschi "sneaker" e "satellite" non <strong>di</strong>venteranno mai maschi "parentali", neanche<br />

con l'avanzare dell'età.<br />

L'alimentazione è carnivora e la <strong>di</strong>eta è costituita prevalentemente da <strong>in</strong>vertebrati<br />

ma anche da piccoli pesci e uova <strong>di</strong> altre specie.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Questa specie è localizzata sul Fiume Po e <strong>in</strong> particolare nelle zone ad acque più<br />

calme e <strong>in</strong> alcune parti della zona B come il bac<strong>in</strong>o del Torrente Chiavenna.<br />

Anche per questa specie, come per il persico trota, le variazioni negli ultimi anni riguardano<br />

soprattutto la consistenza delle popolazioni che appaiono <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire significativamente<br />

a causa della competizione con altre specie e delle mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

ambientali.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 91 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Persico reale<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Perciformi<br />

Perci<strong>di</strong><br />

Perca fluviatilis<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Marzo-Giugno<br />

Fitofila<br />

Stabile-<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Perca fluviatis<br />

Biologia<br />

Il persico reale è una specie <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a<br />

taglia, potendo raggiungere la<br />

lunghezza massima <strong>di</strong> 50 cm per<br />

un peso <strong>di</strong> 3 kg.<br />

Questa specie presenta una evidente<br />

gibbosità dorsale, gobba che<br />

aumenta proporzionalmente con<br />

l'aumentare delle <strong>di</strong>mensioni; il capo<br />

è affusolato, la bocca term<strong>in</strong>ale<br />

e ampia e dotata <strong>di</strong> numerosi<br />

dentelli; ha due p<strong>in</strong>ne dorsali <strong>di</strong> cui<br />

la prima, più grande, presenta una<br />

evidente macchia scura.<br />

Il colore è grigio-verde scuro sul<br />

dorso con bande verticali scure<br />

lungo i fianchi, su un fondo chiaro.<br />

Il ventre è bianco e le p<strong>in</strong>ne pettorali,<br />

ventrali, anale e caudale so-<br />

no giallastre-rossastre. Vive nei bac<strong>in</strong>i lacustri e <strong>in</strong> acque con corrente moderata,<br />

ben ossigenate e con presenza <strong>di</strong> vegetazione acquatica, preferendo frequentare<br />

fondali sassosi o ghiaioso-sabbiosi.<br />

La <strong>di</strong>eta è carnivora, basata sia su <strong>in</strong>vertebrati acquatici che su pesci; questi ultimi,<br />

con l'aumentare della taglia, rappresentano una parte sempre più consistente<br />

dell'alimentazione.<br />

Il persico reale si riproduce da marzo a giugno <strong>in</strong> <strong>di</strong>pendenza dell'ambiente dove<br />

si trova (nelle acque prov<strong>in</strong>ciali tra aprile e maggio) e le femm<strong>in</strong>e depongono<br />

un numero elevato <strong>di</strong> uova, normalmente <strong>di</strong>verse migliaia per <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo.<br />

Queste vengono emesse <strong>in</strong> forma <strong>di</strong> "nastri", tenute <strong>in</strong>sieme <strong>in</strong> una matrice gelat<strong>in</strong>osa<br />

provvista anche <strong>di</strong> fori per il passaggio dell'acqua e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> per l'ossigenazione.<br />

I nastri vengono deposti <strong>in</strong> acque poco profonde sulla vegetazione acquatica.<br />

La schiusa avviene <strong>in</strong> pochi giorni e i giovani assumono da subito un<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 92 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Nastri <strong>di</strong> uova <strong>di</strong> persico reale depositi tra la<br />

vegetazione sommerse<br />

comportamento gregario; l'abitud<strong>in</strong>e a<br />

muoversi <strong>in</strong> sciami <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce con l'avanzare<br />

dell'età ed <strong>in</strong> genere i grossi<br />

esemplari conducono vita solitaria.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Presente nel Fiume Po e nel Torrente<br />

Chiavenna, la specie non è mai abbondante<br />

e sembra avere fluttuazioni<br />

notevoli tra un anno e l’altro.<br />

Le variazioni sono sicuramente dovute<br />

a oscillazioni naturali, ma anche alle<br />

operazioni <strong>di</strong> ripopolamento che<br />

vengono effettuate con materiale gio-<br />

vanile e alla competizione a volte <strong>in</strong>tensa con alcuni grossi carnivori alloctoni. E’<br />

probabile che con l’arrivo e l’esplosione demografica del lucioperca nel Fiume Po,<br />

le sue popolazioni possano avere un contraccolpo localmente notevole.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 93 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Lucioperca<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Perciformi<br />

Perci<strong>di</strong><br />

Stizoste<strong>di</strong>on lucioperca<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Aprile-Giugno<br />

Fitofila<br />

In forte aumento<br />

Stizoste<strong>di</strong>on lucioperca<br />

Biologia<br />

Percide dal corpo allungato e dal<br />

muso appuntito, presenta una<br />

bocca ampia dotata <strong>di</strong> molti e robusti<br />

denti sulle mascelle.<br />

Delle due p<strong>in</strong>ne dorsali presenti la<br />

prima ha dei raggi duri ed è separata<br />

dalla seconda tramite un piccolo<br />

spazio.<br />

Il corpo è grigio-verdastro sul dorso<br />

e man mano si schiarisce procedendo<br />

verso i fianchi. Il ventre<br />

è <strong>in</strong>vece bianco. Negli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui<br />

giovani sono presenti lungo i fianchi<br />

8-10 macchie più scure che<br />

svaniscono negli adulti. Le p<strong>in</strong>ne<br />

dorsali e la codale presentano delle<br />

macchie scure.<br />

Orig<strong>in</strong>ario dell’Europa dell’Est (dal-<br />

l’Olanda al Mar Caspio) è stato <strong>in</strong>trodotto nelle acque italiane già dall’<strong>in</strong>izio del<br />

secolo, anche se la sua <strong>di</strong>ffusione nel Po e <strong>in</strong> alcuni suoi affluenti si è fatta evidente<br />

solo negli ultimi <strong>di</strong>eci anni.<br />

Pre<strong>di</strong>lige acque calme con poca vegetazione acquatica frequentando soprattutto<br />

le rive ed immergendosi a profon<strong>di</strong>tà più elevate solo nelle ore <strong>di</strong>urne. Gli adulti<br />

sono solitari, mentre i piccoli hanno abitud<strong>in</strong>i gregarie.<br />

L’alimentazione è basata sullo zooplancton per le fasi giovanili, ma ben presto si<br />

sposta verso l’ittiofagia, arrivando al cannibalismo se le prede sono scarse.<br />

Si riproduce tra aprile e giugno a non meno <strong>di</strong> 3-4 anni <strong>di</strong> età. Le uova sono deposte<br />

su <strong>di</strong> un nido vic<strong>in</strong>o alle rive scavato dal maschio e sono adesive. Ogni femm<strong>in</strong>a<br />

depone <strong>di</strong>verse dec<strong>in</strong>e <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> uova <strong>di</strong> circa 1 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro e il maschio<br />

rimane a vigilare e ventilare le uova f<strong>in</strong>o alla schiusa. L’accrescimento sembra<br />

essere abbastanza veloce e le <strong>di</strong>mensioni massime nel suo areale orig<strong>in</strong>ario<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 94 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione arrivano f<strong>in</strong>o a 130 centimetri <strong>di</strong> lunghezza per un peso <strong>di</strong> 12-18<br />

chilogrammi. Nelle nostre acque non sono rare le catture <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> 70-80<br />

centimetri <strong>di</strong> lunghezza con un peso <strong>di</strong> 6-7 chilogrammi <strong>di</strong> peso.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Presente <strong>in</strong> tutto il Fiume Po e<br />

nelle lanche che si orig<strong>in</strong>ano da<br />

esso, la sua abbondanza va via<br />

via aumentando passando da<br />

monte a valle.<br />

Anche se particolarmente apprezzato<br />

dai pescatori, la sua<br />

presenza sta provocando una serie<br />

<strong>di</strong> alterazioni demografiche<br />

molto significative a carico soprattutto<br />

<strong>di</strong> altri predatori (sia<br />

autoctoni che alloctoni) presenti nelle nostre acque. E’ probabile che nei prossimi<br />

anni riuscirà a creare ulteriori <strong>di</strong>fficoltà al luccio, al persico trota e al persico<br />

reale.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 95 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Acer<strong>in</strong>a<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Perciformi<br />

Perci<strong>di</strong><br />

Gymnocephalus cernuus<br />

Alloctona<br />

Pianura<br />

Marzo-Giugno<br />

Fitofila<br />

Stabile-<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Gymnocephalus cernuus<br />

Biologia<br />

Percide <strong>di</strong> taglia contenuta, presenta<br />

un corpo massiccio e la testa<br />

grossa con labbra carnose. La<br />

p<strong>in</strong>na dorsale è <strong>in</strong><strong>di</strong>visa e l’osso<br />

preopercolare presenta alcune sp<strong>in</strong>e<br />

<strong>di</strong> piccola <strong>di</strong>mensione.<br />

Il colore è scuro verdastro sul dorso,<br />

che sfuma verso il giallo aranciato<br />

sui fianchi, mentre la regione<br />

ventrale è chiara.<br />

E’ una specie alloctona orig<strong>in</strong>aria<br />

dell’Europa settentrionale e centrale<br />

da noi <strong>in</strong>trodotto verso la<br />

metà degli anni ‘80.<br />

Vive nelle zone <strong>di</strong> fondo delle acque<br />

a lento corso, pre<strong>di</strong>ligendo le<br />

zone più torbide.<br />

Si nutre prevalentemente <strong>di</strong> cro-<br />

stacei, molluschi, larve <strong>di</strong> <strong>in</strong>setti ma anche <strong>di</strong> uova <strong>di</strong> altri pesci.<br />

Si riproduce tra marzo e giugno tra la vegetazione dove depone nastri <strong>di</strong> uova<br />

che vengono fissati alla stessa vegetazione.<br />

L’accrescimento è limitato e raggiunge taglie massime attorno ai 20 centimetri <strong>di</strong><br />

lunghezza <strong>in</strong> 4-5 anni <strong>di</strong> vita.<br />

La maturità sessuale viene raggiunta ad un anno <strong>di</strong> vita per i maschi e a due anni<br />

per le femm<strong>in</strong>e<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:10 Pag<strong>in</strong>a 96 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

96<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

E’ limitata nelle acque piacent<strong>in</strong>e al Fiume<br />

Po e alle lanche circostanti dove è<br />

presente, ma non certo abbondante.<br />

Dopo un <strong>in</strong>iziale periodo <strong>di</strong> espansione<br />

territoriale e demografico, la specie<br />

sembra essere stabile o ad<strong>di</strong>rittura<br />

<strong>in</strong> contrazione a causa soprattutto<br />

della competizione con il lucioperca.


libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 97 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Cagnetta<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Perciformi<br />

Blenni<strong>di</strong><br />

Salaria fluviatilis<br />

Autoctona<br />

Pianura<br />

Maggio-Luglio<br />

Litofila<br />

Occasionale<br />

Salaria fluviatilis<br />

Biologia<br />

Il corpo è compresso lateralmente,<br />

il muso e corto con labbra<br />

evidenti.<br />

Sopra gli occhi sono presenti dei<br />

piccoli tentacoli sud<strong>di</strong>visi <strong>in</strong> più filamenti<br />

e nel maschio adulto è<br />

evidente una cresta a livello cefalico.<br />

Il corpo è coperto da uno strato<br />

<strong>di</strong> muco spesso e le p<strong>in</strong>ne dorsali<br />

ed anale sono molto sviluppate.<br />

Di colore verdastro o verde-grigio<br />

sul dorso e bianco o giallastro sul<br />

ventre, presenta una serie <strong>di</strong><br />

macchie scure <strong>di</strong> forma irregolare<br />

lungo i fianchi che a volte confluiscono<br />

<strong>in</strong> vere e proprie bande<br />

scure. Su tutto il corpo è co-<br />

munque presente una f<strong>in</strong>e punteggiatura scura. Unico blennide d’acqua dolce<br />

italiano è un animale <strong>di</strong> piccola taglia (normalmente f<strong>in</strong>o a 10-12 centimetri <strong>di</strong><br />

lunghezza) che vive soprattutto negli ambienti lacustri (Lago Maggiore, Lago<br />

<strong>di</strong> Garda) ma lo si ritrova anche nel Fiume Po e <strong>in</strong> alcuni affluenti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni.<br />

Ama comunque le acque limpide e fresche e vive soprattutto nelle zone ghiaiose<br />

e ciottolose.<br />

E’ una specie territoriale con un nido <strong>in</strong> una cavità, <strong>in</strong> genere sotto un sasso,<br />

che tiene pulito trasportando fuori con la bocca i detriti presenti e ventilandolo<br />

con colpi della coda e delle p<strong>in</strong>ne pettorali.<br />

Si nutre essenzialmente <strong>di</strong> piccoli <strong>in</strong>vertebrati bentonici. Si riproduce verso maggio<br />

e f<strong>in</strong>o a luglio e il maschio, che corteggia attivamente la femm<strong>in</strong>a, <strong>in</strong>duce<br />

quest’ultima a deporre le uova sulla volta nel suo nido. Le uova hanno un <strong>di</strong>a-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 98 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

metro <strong>di</strong> circa 1 mm e schiudono nel giro <strong>di</strong> circa due settimane e il maschio<br />

le accu<strong>di</strong>sce per per tutto questo tempo. Non è una specie <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse alieutico<br />

e su <strong>di</strong> essa si hanno scarse <strong>in</strong>formazioni.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Segnalata nel Fiume Po piacent<strong>in</strong>o, non mostra popolazioni ben strutturate e la<br />

sua presenza non è ben def<strong>in</strong>ita.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 99 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Folde<br />

Ghiozzo <strong>di</strong> fiume<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Famiglia<br />

Specie<br />

Provenienza<br />

Zona elettiva<br />

Periodo<br />

riproduttivo<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

deposizione<br />

Stato<br />

demografico<br />

Perciformi<br />

Gobi<strong>di</strong><br />

Padogobius martensii<br />

Autoctona<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Maggio-Luglio<br />

Litofila<br />

Stabile<br />

Padogobius martensii<br />

Biologia<br />

Specie endemica della pianura<br />

padana, questo gobide non supera<br />

i 10 cm <strong>di</strong> lunghezza massima.<br />

Il ghiozzo padano è un pesce bentonico;<br />

il corpo è tozzo, la testa relativamente<br />

grossa, con la bocca<br />

ampia e gli opercoli leggermente<br />

prom<strong>in</strong>enti. Gli occhi sono gran<strong>di</strong><br />

e lievemente sporgenti. La p<strong>in</strong>na<br />

codale è arrotondata e sono presenti<br />

due p<strong>in</strong>ne dorsali. Le p<strong>in</strong>ne<br />

pettorali sono ben sviluppate e arrotondate,<br />

mentre quelle ventrali<br />

sono unite me<strong>di</strong>ante una piastra<br />

pelvica a dare una struttura a ventosa<br />

utilizzata per aderire al substrato.<br />

I maschi hanno una papilla<br />

genitale conica e leggermente<br />

allungata, mentre nelle femm<strong>in</strong>e questa è più corta e arrotondata.<br />

Di colore bruno-chiaro, il ghiozzo presenta dorsalmente delle bande scure e varie<br />

chiazze irregolari lungo i fianchi mentre il ventre è leggermente più chiaro.<br />

Durante il periodo riproduttivo o nel caso <strong>di</strong> comportamento aggressivo i maschi<br />

si pigmentano <strong>di</strong> scuro soprattutto nella zona cefalica e la macchia scura, presente<br />

sulla zona posteriore della p<strong>in</strong>na dorsale, <strong>di</strong>venta particolarmente evidente<br />

e con riflessi iridescenti.<br />

Vive <strong>in</strong> acque correnti con velocità <strong>di</strong> corrente anche elevata, pre<strong>di</strong>ligendo fondali<br />

ghiaioso-sassosi, ma lo si può ritrovare anche lungo le massicciate laterali<br />

<strong>di</strong> corsi d'acqua a fondo fangoso-sabbioso.<br />

L'alimentazione è carnivora basata su macro<strong>in</strong>vertebrati bentonici.<br />

E' specie fortemente territoriale e aggressiva. Nel suo territorio <strong>di</strong> <strong>in</strong>fluenza, normalmente<br />

attorno ad un sasso o una cavità che funge da nido, svolge sia l'atti-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 100 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

vità alimentare che quella riproduttiva. Si riproduce<br />

tra maggio e luglio. In questo periodo<br />

il maschio prepara il nido dove verranno<br />

deposte le uova <strong>di</strong> più femm<strong>in</strong>e; l'accoppiamento<br />

avviene dopo un corteggiamento<br />

rituale complesso e me<strong>di</strong>ato oltre che<br />

da segnali visivi anche da segnali chimici (feromoni)<br />

e da segnali acustici. Il maschio rimane<br />

nel nido f<strong>in</strong>o che i piccoli non sono<br />

nati, provvedendo a pulire cont<strong>in</strong>uamente le<br />

uova (delicatamente con la bocca e con la<br />

ventilazione delle p<strong>in</strong>ne pettorali) deposte<br />

sulla volta della cavità.<br />

<strong>Distribuzione</strong><br />

Ampiamente presente <strong>in</strong> tutte le zone della prov<strong>in</strong>cia, trova il suo territorio ideale,<br />

dove è particolarmente abbondante, nel cuore della zona C, <strong>in</strong> presenza dei<br />

gran<strong>di</strong> ghiaioni alluvionali dei pr<strong>in</strong>cipali corsi d’acqua, anche <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni.<br />

Si sp<strong>in</strong>ge a monte anche nella zona D, soprattutto lungo i corsi d’acqua<br />

pr<strong>in</strong>cipali. La specie non sembra avere particolari problemi demografici, anche<br />

se annualmente subisce forti per<strong>di</strong>te numeriche a causa delle asciutte <strong>in</strong> gran parte<br />

della zona C.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 101 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Altre specie ittiche<br />

Oltre alle specie viste <strong>in</strong> precedenza e <strong>di</strong> cui si hanno <strong>in</strong>formazioni abbastanza approfon<strong>di</strong>te<br />

sulla presenza <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>, vale la pena citare una serie<br />

<strong>di</strong> segnalazioni che arrivano soprattutto da colloqui con pescatori <strong>di</strong>lettanti.<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Leuciscus leuciscus<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Periodo riproduttivo<br />

Aprile-Maggio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Fitofila<br />

Stato demografico<br />

In aumento<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Leuciscus idus<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura<br />

Periodo riproduttivo<br />

Aprile-Luglio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Litofila<br />

Stato demografico<br />

In aumento<br />

Leucisco<br />

Orig<strong>in</strong>ario dell’Europa a nord <strong>di</strong> Pirenei ed Alpi,<br />

è stato segnalato, anche se non numeroso nel<br />

Fiume Po. Molto simile al cavedano, può giungere<br />

a lunghezze <strong>di</strong> 30 cm. E’ gregario e vive <strong>in</strong><br />

superficie, preferendo le acque con corrente vivace.<br />

Si riproduce <strong>in</strong> aprile-maggio deponendo<br />

le uova sulla vegetazione sommersa. Si nutre <strong>di</strong><br />

piccoli <strong>in</strong>vertebrati e raramente è vegetariano. Lo<br />

si <strong>di</strong>st<strong>in</strong>gue dal cavedano per la bocca più piccola<br />

e per la p<strong>in</strong>na anale che presenta il marg<strong>in</strong>e<br />

posteriore concavo (convesso nel cavedano).<br />

Ido<br />

Specie che può giungere a circa 80 cm <strong>di</strong> lunghezza,<br />

popola il Fiume Po, <strong>in</strong> misura più abbondante<br />

a valle <strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i. Vive <strong>in</strong> gruppo <strong>in</strong><br />

acque poco profonde e si nutre prevalentemente<br />

<strong>di</strong> piccoli crostacei, larve <strong>di</strong> <strong>in</strong>setto e piccoli pesci.<br />

Si riproduce <strong>in</strong> tarda primavera-estate deponendo<br />

uova sui fondali ghiaiosi presso le rive. Il corpo<br />

e molto compresso lateralmente, il dorso è <strong>di</strong><br />

colore grigio-nero con i fianchi argentei e brillanti<br />

ed il ventre chiaro. Le p<strong>in</strong>ne pari e l’anale sono<br />

rossastre e variabili f<strong>in</strong>o al giallo.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 102 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Chondrostoma nasus<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Periodo riproduttivo<br />

Marzo-Maggio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Litofila<br />

Stato demografico<br />

In aumento<br />

Naso<br />

Specie segnalata nel Fiume Po a valle <strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i,<br />

ha una forma slanciata con la bocca <strong>in</strong>fera<br />

e il labbro <strong>in</strong>feriore con un rivestimento corneo e<br />

il marg<strong>in</strong>e affilato. La colorazione dorsale è grigio-verdastra,<br />

i fianchi sono argentei e sfumano<br />

verso il bianco del ventre. La p<strong>in</strong>na dorsale e quella<br />

codale sono arrossate, mentre le altre p<strong>in</strong>ne<br />

assumono colorazioni giallastre o rossastre f<strong>in</strong>o<br />

al violetto chiaro. Specie tipica delle zone <strong>di</strong> pianura<br />

dell’area Danubiana, ama le zone a corrente<br />

vivace ma non eccessiva. Vive nelle zone <strong>di</strong> fon-<br />

do <strong>in</strong> gruppi anche numerosi dove si nutre <strong>di</strong> vegetali e piccoli animali bentonici.<br />

Durante il periodo riproduttivo (tra marzo e maggio) migra verso monte <strong>in</strong> cerca <strong>di</strong><br />

affluenti secondari a fondo ghiaioso. Può arrivare a misure <strong>di</strong> circa 50 cm <strong>di</strong> lunghezza.<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Barbus barbus<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura<br />

Periodo riproduttivo<br />

Maggio-Luglio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Litofila<br />

Stato demografico<br />

In aumento<br />

Barbo d’oltralpe<br />

Pesce gregario e <strong>di</strong> fondo, orig<strong>in</strong>ario dell’Europa<br />

centrale e settentrionale, ha popolato recentemente<br />

il Fiume Po dove è segnalato abbondante<br />

soprattutto a valle <strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i.<br />

Specie onnivora ad alimentazione bentonica,<br />

raggiunge i 90 cm <strong>di</strong> lunghezza. Il colore è scuro<br />

sul dorso (bruno-verdastro), mentre sfuma<br />

verso il ventre bianco dove si trovano anche sfumature<br />

rossastre. Tutte le p<strong>in</strong>ne sono grigie-verdastre<br />

con leggere sfumature rossastre verso<br />

il marg<strong>in</strong>e esterno.<br />

Il marg<strong>in</strong>e <strong>in</strong>terno del primo raggio della p<strong>in</strong>na<br />

dorsale è seghettato, mentre le scaglie sono più evidenti del barbo comune. E’<br />

probabile una competizione con il barbo comune e con altre specie bentoniche<br />

ed un ampliamento del suo areale.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 103 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Rutilus rutilus<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura<br />

Periodo riproduttivo<br />

Aprile-Maggio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Fitofila<br />

Stato demografico<br />

In aumento<br />

Rutilo<br />

Questo cipr<strong>in</strong>ide orig<strong>in</strong>ario dell’Europa centrale<br />

e settentrionale presenta un corpo tozzo e compresso<br />

lateralmente con livrea bruno-olivastra e<br />

i fianchi argentati; il ventre è bianco tendente al<br />

rossastro e le p<strong>in</strong>ne pari sono bruno rossastre;<br />

la p<strong>in</strong>na anale è rosso più <strong>in</strong>tenso, mentre dorsale<br />

e codale tendono più al grigio. L’occhio è<br />

rossastro e si <strong>di</strong>st<strong>in</strong>gue dalla scardola per la posizione<br />

della p<strong>in</strong>na dorsale che <strong>in</strong>izia all’altezza<br />

delle ventrali (nella scardola le ventrali sono anteriori<br />

alla dorsale). Può raggiungere i 40 cm <strong>di</strong><br />

lunghezza e vive nelle acque <strong>di</strong> pianura <strong>in</strong> grossi banchi. La riproduzione e primaverile<br />

con la deposizione <strong>di</strong> uova sulla vegetazione sommersa <strong>in</strong> acque calme. L’alimentazione<br />

è onnivora. Probabile presenza nel Po e nei canali <strong>di</strong> pianura.<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Ctenophar<strong>in</strong>godon idellus<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura<br />

Periodo riproduttivo<br />

Giugno-Agosto<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Uova planctoniche<br />

Stato demografico<br />

?<br />

Carpa erbivora<br />

Orig<strong>in</strong>aria dei gran<strong>di</strong> fiumi c<strong>in</strong>esi è stata <strong>in</strong>trodotta<br />

da 40 anni <strong>in</strong> Italia con lo scopo <strong>di</strong> controllare<br />

la vegetazione acquatica dei canali <strong>di</strong> pianura, <strong>di</strong><br />

cui si nutre attivamente. Non riuscendo a riprodursi<br />

nelle nostre acque, non si hanno notizie <strong>di</strong><br />

popolazioni strutturate ed organizzate, ma può essere<br />

presente <strong>in</strong> varie aree della pianura <strong>in</strong> seguito<br />

ad immissioni localizzate.<br />

Nel suo areale orig<strong>in</strong>ario si riproduce <strong>in</strong> estate<br />

emettendo uova flottanti che sono portate a valle<br />

dalla corrente e che schiudono <strong>in</strong> uno-due giorni.<br />

Specie <strong>di</strong> taglia elevata (f<strong>in</strong>o a 1 metro <strong>di</strong> lun-<br />

ghezza e 30-40 kg <strong>di</strong> peso) ha forma allungata, capo leggermente appiattito dorsalmente,<br />

scaglie gran<strong>di</strong> e colorazione grigio-bruna sul dorso che gradatamente sfuma<br />

verso il bianco dell’addome.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 104 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Ga<strong>di</strong>formi<br />

Famiglia<br />

Ga<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

Specie<br />

Lota lota<br />

Provenienza<br />

Autoctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura<br />

Periodo riproduttivo<br />

Novembre-Marzo<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Uova flottanti<br />

Stato demografico<br />

?<br />

Bottatrice<br />

Specie che può raggiungere anche taglie abbastanza<br />

elevate (f<strong>in</strong>o a 60 cm <strong>di</strong> lunghezza e 3-4 kg<br />

<strong>di</strong> peso), vive normalmente nei laghi, ma ne è stata<br />

segnalata la presenza (si ritiene occasionale) nel<br />

Fiume Po. Di colore bruno <strong>di</strong> fondo, presenta molte<br />

macchie bruno-chiare o gialle irregolari anche<br />

su capo e p<strong>in</strong>ne. Presenta 2 p<strong>in</strong>ne dorsali <strong>di</strong> cui<br />

la seconda molto allungata, così come l’anale. Caratteristico<br />

è il s<strong>in</strong>golo barbiglio presente al centro<br />

della man<strong>di</strong>bola, mentre sono poco visibili gli<br />

altri due lateralmente alle narici anteriori. L’ali-<br />

mentazione è carnivora (macro<strong>in</strong>vertebrati, pesci e uova <strong>di</strong> pesci) e raggiunge i 15<br />

cm già al primo anno <strong>di</strong> vita. Matura a 3-4 anni <strong>di</strong> età, si riproduce nel periodo <strong>in</strong>vernale<br />

deponendo moltissime uova che flottano libere a pochi centimetri dal fondo.<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Siluriformi<br />

Famiglia<br />

Ictaluri<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Ictalurus punctuatus<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura<br />

Periodo riproduttivo<br />

Maggio-Luglio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Litofila<br />

Stato demografico<br />

In aumento<br />

Pesce gatto punteggiato<br />

Di orig<strong>in</strong>e nord americana, è stato <strong>in</strong>trodotto a f<strong>in</strong>i<br />

<strong>di</strong> allevamento e nei laghetti <strong>di</strong> pesca sportiva,<br />

da dove probabilmente è fuoriuscito, popolando<br />

il Fiume Po e le lanche, soprattutto a valle <strong>di</strong> Isola<br />

Seraf<strong>in</strong>i. Facilmente <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guibile dal pesce gatto,<br />

presenta il marg<strong>in</strong>e della p<strong>in</strong>na codale <strong>in</strong>ciso<br />

e i barbigli vic<strong>in</strong>i alla bocca sono molto lunghi rispetto<br />

a quelli vic<strong>in</strong>o alle narici posteriori. Di colore<br />

scuro sul dorso, sfuma lateralmente tendendo<br />

al bianco del ventre. Nei giovani sono presenti<br />

piccole macchie scure sui fianchi. Preferisce acque<br />

fresche, limpide, profonde ed ossigenate, con<br />

fondali sabbiosi e ghiaiosi. Può raggiungere 5 kg <strong>di</strong> peso e <strong>in</strong> 2-3 anni arriva a 20-<br />

25 cm. La sua biologia è analoga a quella del pesce gatto, ma si nutre anche <strong>di</strong> giorno<br />

e sia sul fondo che nella colonna d’acqua.<br />

104


to<br />

libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 105 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia<br />

Cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Aspius aspius<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura<br />

Periodo riproduttivo<br />

Aprile-Giugno<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Litofila<br />

Stato demografico<br />

In aumento<br />

Aspio<br />

Cipr<strong>in</strong>ide dal corpo compresso lateralmente e<br />

slanciato, ha la bocca term<strong>in</strong>ale, ma con la<br />

man<strong>di</strong>bola che sorpassa <strong>in</strong> avanti la mascella<br />

superiore. Orig<strong>in</strong>ario dell’Europa centrale, ha<br />

colonizzato il Fiume Po. Può arrivare ai 60-70<br />

cm <strong>di</strong> lunghezza.<br />

Il colore è verde olivastro sul dorso, argenteo<br />

sui fianchi e bianco sul ventre.<br />

Gli adulti sono solitari, mentre i giovani formano<br />

banchi anche numerosi.<br />

Si nutre <strong>di</strong> crostacei da giovane e <strong>di</strong> pesci da<br />

adulto, ma anche <strong>di</strong> rane e piccoli mammiferi.<br />

Si riproduce <strong>in</strong> tarda primavera su fondali ghiaiosi e a buona velocità <strong>di</strong> corrente.<br />

Probabilmente sarà un forte competitore dei cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> reofili autoctoni.<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Cipr<strong>in</strong>iformi<br />

Famiglia<br />

Cobiti<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Misgurnus fossilis<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura<br />

Periodo riproduttivo<br />

Aprile-Luglio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Fitofila<br />

Stato demografico<br />

In aumento<br />

Cobite <strong>di</strong> stagno<br />

Proveniente dall’Europa centrale, questa specie<br />

è stata segnalata nelle acque <strong>di</strong> pianura nelle<br />

prov<strong>in</strong>ce limitrofe (Pavia), qu<strong>in</strong><strong>di</strong> lo si ritroverà<br />

presto nelle acque piacent<strong>in</strong>e (soprattutto Po e<br />

canali affluenti).<br />

Cobitide <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni (f<strong>in</strong>o a 30 cm <strong>di</strong><br />

lunghezza) presenta ben 10 barbigli attorno alla<br />

bocca e ha piccole squame ru<strong>di</strong>mentali.<br />

Di colore bruno scuro sul dorso, ha i fianchi<br />

percorsi da una banda scura e il ventre giallastro.<br />

Vive <strong>in</strong>fossato nel fango <strong>in</strong> ambienti <strong>di</strong> acque<br />

basse e calde ed è attivo <strong>di</strong> notte dove si nutre <strong>di</strong> <strong>in</strong>vertebrati bentonici. Si riproduce<br />

d’estate deponendo le uova sulla vegetazione acquatica.<br />

Alcuni autori riportano che a contatto con l’aria emette uno stri<strong>di</strong>o molto acuto.<br />

105


libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 106 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Decapo<strong>di</strong><br />

Famiglia<br />

Astaci<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Austropotamobius<br />

pallipes italicus<br />

Provenienza<br />

Autoctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Periodo riproduttivo<br />

Maggio-luglio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Uova custo<strong>di</strong>te dalla<br />

femm<strong>in</strong>a<br />

Stato demografico<br />

stabile-<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione<br />

Gambero<br />

<strong>di</strong> fiume<br />

Specie endemica della penisola italiana questo<br />

gambero può raggiungere i 10-12 centimetri <strong>di</strong><br />

lunghezza per un peso <strong>di</strong> circa 100 grammi. Di<br />

colore bruno scuro o verdastro, si accoppia <strong>in</strong> autunno<br />

e la femm<strong>in</strong>a conserva le uova sull’addome<br />

f<strong>in</strong>o alla loro schiusa che avviene <strong>in</strong> primavera.<br />

Tipico delle zone pedemontane e <strong>di</strong> pianura, è<br />

<strong>di</strong>stribuito su gran parte della prov<strong>in</strong>cia (zone D,<br />

C e B), anche se con popolazioni spesso rarefatte<br />

a causa delle mo<strong>di</strong>ficazioni degli alvei, delle<br />

asciutte prolungate e <strong>di</strong> <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amenti troppo <strong>in</strong>tensi.<br />

E’ fortemente predato dai salmoni<strong>di</strong> che se<br />

immessi <strong>in</strong> abbondanza possono decimarne le popolazioni. Vive su substrati preferenzialmente<br />

ciottolosi e sassosi e <strong>in</strong> ambienti con buona ossigenazione. Prospera<br />

comunque <strong>in</strong> presenza <strong>di</strong> <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento organico leggero. Si nutre <strong>di</strong> <strong>in</strong>vertebrati bentonici<br />

e <strong>di</strong> alghe epilitiche. E’ fortemente territoriale ed aggressivo e non sono rari i<br />

casi <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui con chele amputate, che però ricresceranno alla successiva muta.<br />

Ord<strong>in</strong>e<br />

Decapo<strong>di</strong><br />

Famiglia<br />

Cambari<strong>di</strong><br />

Specie<br />

Procambarus clarkii<br />

Provenienza<br />

Alloctona<br />

Zona elettiva<br />

Pianura-Pedemontana<br />

Periodo riproduttivo<br />

Maggio-Luglio<br />

Tipo <strong>di</strong> deposizione<br />

Uova custo<strong>di</strong>te dalla<br />

femm<strong>in</strong>a<br />

Stato demografico<br />

In forte aumento<br />

Gambero<br />

della Louisiana<br />

Specie alloctona già segnalata nelle prov<strong>in</strong>ce limitrofe<br />

(Modena e Parma), sta arrivando anche<br />

nelle acque piacent<strong>in</strong>e. Il colore tende più<br />

al rosso vivo e sono evidenti i tubercoli rossi<br />

sulle chele. Di <strong>di</strong>mensioni più elevate del gambero<br />

autoctono, ha abitud<strong>in</strong>i fossorie (scava gallerie<br />

negli arg<strong>in</strong>i) che possono arrecare notevoli<br />

problemi <strong>di</strong> stabilità. Si riproduce 2 volte<br />

l’anno e i piccoli sono già <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> riprodursi<br />

dopo pochi mesi.<br />

L’alimentazione è varia. Sarà un forte competitore<br />

della nostra specie autoctona.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 107 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Conclusioni<br />

Le <strong>in</strong>formazioni raccolte sul campo e la loro <strong>in</strong>tegrazione con le segnalazioni da<br />

parte <strong>di</strong> chi vive il territorio, consentono <strong>di</strong> avere una visione <strong>di</strong> <strong>in</strong>sieme sia della<br />

fauna ittica del piacent<strong>in</strong>o nel suo complesso che dei problemi ambientali e sociali<br />

che ne determ<strong>in</strong>ano <strong>di</strong>stribuzione ed abbondanza reali.<br />

In altre parole è possibile sia def<strong>in</strong>ire lo “stato dell’ambiente” per quanto riguarda<br />

i pesci, ma anche valutare e identificare gli elementi <strong>di</strong> crisi che premono proprio<br />

sulla stessa fauna ittica.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una qualsiasi parte della componente biotica (cioè vivente) dell’ambiente<br />

non può presc<strong>in</strong>dere dalla conoscenza del comparto abiotico, <strong>in</strong>tendendo<br />

con questo term<strong>in</strong>e sia la parte fisica, chimica e morfologica ma anche quella sociale.<br />

Senza questo tipo <strong>di</strong> comprensione si rischia <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervenire solo sul “s<strong>in</strong>tomo”<br />

<strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> crisi per mezzo della gestione della fauna ittica (immissioni,<br />

<strong>di</strong>vieti, ban<strong>di</strong>te etc.) e non si riesce <strong>in</strong>vece a capire quali sono le cause o le s<strong>in</strong>dromi;<br />

l’<strong>in</strong>tervento sul s<strong>in</strong>tomo è ovviamente un palliativo con risultati spesso poco<br />

evidenti e sicuramente <strong>di</strong> breve durata, mentre quelli che si possono attuare<br />

sulle cause possono dare risultati decisamente più duraturi e <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> risolvere<br />

i problemi. Spesso però le cause del degrado non danno la possibilità <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervenire<br />

<strong>di</strong>rettamente, ma co<strong>in</strong>volgono sfere sociali ed economiche con cui ci si<br />

deve confrontare e trovare una soluzione comune.<br />

Come è evidente, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, è <strong>di</strong>fficile trarre delle conclusioni assolute da stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo<br />

tipo che tuttavia sono un contributo importante per la def<strong>in</strong>izione della situazione<br />

attuale e per rendere evidenti i problemi da affrontare sotto i vari punti <strong>di</strong> vista.<br />

La fauna ittica<br />

Per quanto riguarda la fauna ittica è possibile elaborare una serie <strong>di</strong> considerazioni<br />

riguardo allo stato della sua salute <strong>in</strong> rapporto alle <strong>in</strong>formazioni <strong>di</strong> tipo storico <strong>di</strong><br />

cui si <strong>di</strong>spone e <strong>in</strong> relazione alla situazione ambientale <strong>in</strong> cui il pesce vive. Le <strong>in</strong>formazioni<br />

storiche a carattere generale sulla fauna prov<strong>in</strong>ciale sono contenute essenzialmente<br />

<strong>in</strong> due pubblicazioni: la prima del 1938 è stata redatta da Edoardo Imparati,<br />

mentre la seconda, del 1992 (Elementi <strong>di</strong> base per la pre<strong>di</strong>sposizione della<br />

Carata Ittica Regionale), è e<strong>di</strong>ta dalla Regione Emilia-Romagna e raccoglie alcuni<br />

stu<strong>di</strong> fatti da vari Istituti Universitari della Regione.<br />

Il primo documento vede la descrizione delle varie specie ittiche e <strong>in</strong> particolare evidenzia<br />

la presenza <strong>di</strong> 30 specie <strong>di</strong> att<strong>in</strong>opterigi e 3 specie <strong>di</strong> cefalaspidomorfi (Tabella<br />

3). Tra gli att<strong>in</strong>opterigi vi è però da considerare che probabilmente la classificazione<br />

<strong>di</strong> Cottus gobio (scazzone) era stata errata, venendo riportato da molti altri<br />

autori anche storici la presenza <strong>di</strong> questa specie solo <strong>in</strong> alcune aree dell’appenn<strong>in</strong>o<br />

bolognese (dove tutt’oggi viene ritrovato); <strong>in</strong>oltre la <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zione tra le due piccole<br />

lamprede d’acqua dolce non è più valida e vengono ricondotte entrambe ad<br />

un’unica specie (Lethenteron zanandreai). Riassumendo erano presenti <strong>in</strong> quell’epoca<br />

29 specie <strong>di</strong> att<strong>in</strong>opterigi e 2 <strong>di</strong> cefalaspidomorfi, per un totale <strong>di</strong> 31 specie.<br />

Di queste, 4 specie sono alloctone, 1 <strong>di</strong> dubbia orig<strong>in</strong>e (il temolo, per il quale vi so-<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 108 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

no <strong>in</strong>formazioni della sua <strong>in</strong>troduzione - qu<strong>in</strong><strong>di</strong> della sua assenza precedente - nel<br />

volume <strong>di</strong> Andrea Ambrogio “Introduzione alla fauna ittica del Piacent<strong>in</strong>o” del 1995)<br />

e 26 autoctone.<br />

La situazione ittiologica descritta nel lavoro della Regione Emilia-Romagna (AA.VV.,<br />

1992) vede la presenza complessiva <strong>di</strong> 33 specie <strong>di</strong> att<strong>in</strong>opterigi e <strong>di</strong> 1 specie <strong>di</strong><br />

cefalaspidomorfi (la lampreda <strong>di</strong> mare). Le specie alloctone sono salite ad 8 con<br />

l’arrivo <strong>di</strong> persico trota, siluro, carassio e carpa erbivora e non viene segnalata la<br />

presenza dello sp<strong>in</strong>arello; <strong>in</strong>oltre non risulta più presente la lampreda <strong>di</strong> fiume ma<br />

viene previsto l’arrivo da territori limitrofi della pseudorasbora. Complessivamente,<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, delle 35 specie presenti (compreso lo sp<strong>in</strong>arello), 8 sono alloctone e 26<br />

autoctone (oltre al temolo).<br />

Con l’attuale <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e le specie complessive sono cresciute ulteriormente per arrivare<br />

<strong>in</strong> totale a 49 (solo att<strong>in</strong>opterigi e compreso il temolo), ma ben 21 <strong>di</strong> queste<br />

sono alloctone; a queste vi è da aggiungere 1 specie prevista <strong>in</strong> arrivo (il cobite <strong>di</strong><br />

stagno). Tra le 28 autoctone si aggiunge, rispetto al passato, la presenza della cagnetta,<br />

anche se rara e limitatamente al Fiume Po, ma non vengono confermate nè<br />

la lampreda <strong>di</strong> mare nè lo storione ladano, ormai non più catturati dai pescatori da<br />

molti anni. L’<strong>in</strong>cremento della fauna ittica alloctona, come si è visto dai dati esposti,<br />

è stato vertig<strong>in</strong>oso, soprattutto nell’ultimo decennio, a causa probabilmente <strong>di</strong><br />

un aumento <strong>in</strong>tenso del commercio <strong>di</strong> pesce vivo da ripopolamento; negli ultimi<br />

anni, <strong>in</strong>fatti, i commercianti <strong>di</strong> materiale ittico per ripopolamento hanno preferito<br />

acquistare dai paesi dell’Est e dall’Asia piuttosto che allevare <strong>in</strong> proprio, per motivi<br />

<strong>di</strong> convenienza economica, soprattutto i cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> reofili (barbi, cavedani) e quelli<br />

limnofili (carpa, t<strong>in</strong>ca). Il risultato <strong>di</strong> queste pratiche, unitamente ai controlli reali<br />

pressoché <strong>in</strong>esistenti, è stato l’arrivo <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> specie alloctone <strong>in</strong>trodotte<br />

accidentalmente.<br />

Mo<strong>di</strong>fica del numero delle specie ittiche autoctone e alloctone nel tempo.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 109 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Classe - Subclasse Nome Imparati (1936) AA.VV. (1992) 2002<br />

Cefalaspidomorfi lampreda <strong>di</strong> mare ✔ ✔<br />

lampreda <strong>di</strong> ruscello ✔<br />

Att<strong>in</strong>opterigi-Condrostei storione ladano ✔ ✔<br />

storione comune ✔ ✔ ✔<br />

storione cobice ✔ ✔ ✔<br />

Att<strong>in</strong>opterigi-Neopterigi anguilla ✔ ✔ ✔<br />

cheppia ✔ ✔ ✔<br />

carpa ✔ ✔ ✔<br />

barbo comune ✔ ✔ ✔<br />

barbo can<strong>in</strong>o ✔ ✔ ✔<br />

gobione ✔ ✔ ✔<br />

scardola ✔ ✔ ✔<br />

triotto ✔ ✔ ✔<br />

pigo ✔ ✔ ✔<br />

cavedano ✔ ✔ ✔<br />

vairone ✔ ✔ ✔<br />

sangu<strong>in</strong>erola ✔ ✔ ✔<br />

t<strong>in</strong>ca ✔ ✔ ✔<br />

alborella ✔ ✔ ✔<br />

savetta ✔ ✔ ✔<br />

lasca ✔ ✔ ✔<br />

carassio ✔ ✔<br />

carpa erbivora ✔ ✔<br />

pseudorasbora PA ✔<br />

abramide ✔<br />

rutilo ✔<br />

aspio ✔<br />

leucisco S<br />

naso S<br />

barbo d’oltralpe ✔<br />

ido ✔<br />

cobite ✔ ✔ ✔<br />

cobite mascherato ✔<br />

cobite <strong>di</strong> stagno PS<br />

pesce gatto ✔ ✔ ✔<br />

pesce gatto punteggiato ✔<br />

siluro ✔ ✔<br />

luccio ✔ ✔ ✔<br />

trota fario ✔ ✔ ✔<br />

trota iridea ✔ ✔ ✔<br />

temolo ✔ ✔ ✔<br />

bottatrice ✔ ✔ ✔<br />

gambusia ✔<br />

sp<strong>in</strong>arello ✔<br />

scazzone ?<br />

persico sole ✔ ✔ ✔<br />

persico trota ✔ ✔<br />

persico reale ✔ ✔ ✔<br />

lucioperca ✔<br />

acer<strong>in</strong>a ✔<br />

cagnetta ✔<br />

ghiozzo ✔ ✔ ✔<br />

specie<br />

autoctone<br />

specie<br />

alloctone<br />

✔ = presente S = segnalato<br />

PA e PS = segnalato come prossimo probabile arrivo<br />

Tabella 3. Elenco delle specie r<strong>in</strong>venute e presenti storicamente e loro orig<strong>in</strong>e.<br />

Le specie non evidenziate sono: scazzone (dubbia classificazione) e temolo (dubbia orig<strong>in</strong>e).<br />

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A questo si affianca un <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento <strong>di</strong> tipo genetico dovuto all’arrivo <strong>di</strong> materiale<br />

della stessa specie ittica, ma <strong>di</strong> aree zoogeografiche <strong>di</strong>verse dalla nostra,<br />

che qu<strong>in</strong><strong>di</strong> hanno sviluppato un patrimonio genetico specializzato e <strong>di</strong>versificato.<br />

L’arrivo <strong>di</strong> questi ceppi porta <strong>in</strong> vari casi (luccio, trota fario, temolo, t<strong>in</strong>ca, carpa)<br />

a effetti <strong>di</strong> cui non si conoscono gli esiti se non dopo lunghi perio<strong>di</strong>, ma non è<br />

del tutto errato pensare che questi possano essere negativi sul lungo periodo, visto<br />

che le forze evolutive hanno selezionato il loro patrimonio genetico per essere<br />

il più idoneo possibile alle situazioni ambientali locali. L’<strong>in</strong>troduzione da parte<br />

dell’uomo <strong>di</strong> genomi particolari può portare alla scomparsa delle peculiarità<br />

endemiche e, probabilmente, alla rarefazione delle popolazioni ittiche che non sono<br />

più <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> adeguarsi alle caratteristiche ambientali locali.<br />

Delle varie specie ittiche 19 sembrano essere <strong>in</strong> <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione per quanto riguarda<br />

gli areali <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione e/o la consistenza dei popolamenti ittici, 16 sono stabili e<br />

le rimanenti 14 sono <strong>in</strong> aumento. Queste ultime, però, sono solo specie alloctone<br />

a forte espansione, ad eccezione del cavedano (specie opportunista e onnivora che<br />

ben si adatta anche a mutate con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> trofia e temperatura degli ambienti montani),<br />

mentre delle specie <strong>in</strong> contrazione solo 5 sono autoctone: la carpa, la carpa<br />

erbivora (che non è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> riprodursi nelle nostre acque), il pesce gatto (che<br />

ha subito recentemente una forte epidemia virale che ha decimato sia popolazioni<br />

naturali che <strong>di</strong> allevamento), il persico sole e il persico trota (entrato <strong>in</strong> forte competizione<br />

con il lucioperca).<br />

Come si vede le specie autoctone oltre a subire gli effetti del degrado ambientale,<br />

sono pressate dall’arrivo (accidentale o voluto) <strong>di</strong> specie alloctone molto aggressive<br />

e spesso più resistenti alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> degrado. L’<strong>in</strong>sieme dei popolamenti ittici<br />

e le loro caratteristiche ecologiche consentono <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre il territorio (o meglio<br />

i corsi d’acqua) <strong>in</strong> zone abbastanza omogenee, anche se il fiume deve essere<br />

considerato come un elemento <strong>in</strong> cui le con<strong>di</strong>zioni variano da monte a valle <strong>in</strong> modo<br />

cont<strong>in</strong>uo e non certo drasticamente. Osservando la <strong>di</strong>stribuzione delle specie ittiche<br />

piacent<strong>in</strong>e è possibile verificare che la cosidetta zona “D” <strong>di</strong> tipo amm<strong>in</strong>istrativo<br />

corrisponde effettivamente alla zona ittiologica a salmoni<strong>di</strong>, anche se vi è da<br />

notare la presenza <strong>di</strong> cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> reofili (localmente anche elevata) soprattutto nelle<br />

aste dei fiumi e affluenti pr<strong>in</strong>cipali. Si tratta qu<strong>in</strong><strong>di</strong> della parte <strong>in</strong>feriore della zona a<br />

salmoni<strong>di</strong> classica, ad eccezione dei torrenti secondari dove spesso le caratteristiche<br />

fisiche e morfologiche consentono la vita alla sola trota fario. La zona “C” è la<br />

zona dei cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> reofili (o zona del barbo) che si estende dai conf<strong>in</strong>i della zona “D”<br />

a valle, f<strong>in</strong>o ai limiti della pianura vera e propria. Qui <strong>in</strong>izia la zona “B” o zona dei<br />

cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> fitofili (zona della t<strong>in</strong>ca) che potrebbe anche <strong>in</strong>cludere il Fiume Po, separato<br />

dalla zona “B” per le sue caratteristiche particolari e per il fatto che spesso è<br />

l’elemento <strong>di</strong> conf<strong>in</strong>e tra realtà amm<strong>in</strong>istrative <strong>di</strong>verse (e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> purtroppo anche <strong>di</strong><br />

normative <strong>di</strong>verse e non armonizzate). Va segnato che ci sono <strong>in</strong>tere aree prov<strong>in</strong>ciali<br />

<strong>in</strong> cui la fauna ittica è scarsa o ad<strong>di</strong>rittura completamente assente. Queste ultime<br />

sono <strong>in</strong>teri bac<strong>in</strong>i idrografici m<strong>in</strong>ori (Carona, Boriacco e Bardoneggia) o vaste<br />

aree del bac<strong>in</strong>o del Tidone sia verso Est che verso Ovest, soprattutto nella zona pedemontana.<br />

Inoltre le densità risultano variabili <strong>in</strong> funzione del tempo, soprattutto<br />

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a causa delle gran<strong>di</strong> fluttuazioni della portata sia per motivi naturali, ma soprattutto<br />

(e questo è il caso delle zone B e C) per i prelievi <strong>di</strong> acqua per vari f<strong>in</strong>i. Si determ<strong>in</strong>a<br />

<strong>in</strong> molte aree della zona <strong>di</strong> pianura (zone B e C) la presenza <strong>di</strong> fauna ittica solo<br />

<strong>in</strong> certi perio<strong>di</strong>: per i corsi naturali si va da settembre a maggio, mentre per la<br />

rete irrigua da aprile a settembre. Questo è dovuto ovviamente alle modalità <strong>di</strong> gestione<br />

delle acque che vengono convogliate quasi del tutto dagli alvei naturali alla<br />

rete irrigua <strong>in</strong> concomitanza con le richieste dell’agricoltura. Per i corsi d’acqua naturali<br />

posti <strong>in</strong> asciutta e che non presentano sbarramenti <strong>in</strong>sormontabili a valle, si<br />

assiste ad una ricolonizzazione della fauna ittica durante i mesi autunnali e <strong>in</strong>vernali;<br />

ma per tutte quelle acque <strong>in</strong> cui gli sbarramenti sono importanti e che a monte<br />

non presentano serbatoi <strong>di</strong> fauna ittica, la situazione <strong>di</strong>venta talmente critica da<br />

non presentare vita per tutto l’anno. Una nota particolare va de<strong>di</strong>cata al gambero<br />

<strong>di</strong> fiume, che pur non essendo un pesce, riveste un <strong>in</strong>teresse notevole per il mondo<br />

della pesca ed è spesso stato ritrovato durante i campionamenti della fauna ittica.<br />

La specie è <strong>di</strong>ffusa <strong>in</strong> molte aree della prov<strong>in</strong>cia, sia nelle zone pedemontane<br />

che <strong>in</strong> quelle <strong>di</strong> pianura. Lo si ritrova nelle aste dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali, ma anche <strong>in</strong> affluenti<br />

secondari che mantengono l’acqua tutto l’anno. Purtroppo il suo stato <strong>di</strong> conservazione<br />

non è ottimale, <strong>in</strong> quanto è sostanzialmente scarso sull’<strong>in</strong>tera prov<strong>in</strong>cia<br />

e tende a costituire popolazioni isolate. La specie non è particolarmente sensibile<br />

ai fenomeni <strong>di</strong> <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento modesto delle acque, come normalmente si crede,<br />

ma anzi trae beneficio da un certo grado <strong>di</strong> arricchimento organico. I fattori che<br />

determ<strong>in</strong>ano la sua <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione sono gli andamenti <strong>di</strong> portata dei fiumi con sempre<br />

più frequenti e profonde asciutte, l’alterazione dei substrati e, non da ultimo,<br />

la predazione da parte dei salmoni<strong>di</strong>, se immessi <strong>in</strong> quantitativi elevati. La specie<br />

autoctona Austropotamobius pallipes italicus ha già un competitore molto importante<br />

nelle acque <strong>di</strong> prov<strong>in</strong>ce limitrofe, il Procambarus clarkii che grazie alle sue<br />

abitud<strong>in</strong>i ecologiche e alla sua resistenza a situazioni avverse, contribuirà nei prossimi<br />

anni ad una rarefazione del nostro gambero soprattutto nelle aree <strong>di</strong> pianura<br />

e coll<strong>in</strong>ari, se non verranno presi provve<strong>di</strong>menti adeguati.<br />

Gli elementi <strong>di</strong> crisi ambientale<br />

Ai fattori limitanti naturali per la fauna ittica selvatica vengono a sommarsi quelli<br />

<strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e umana; questi sono <strong>di</strong>ventati negli ultimi decenni talmente importanti<br />

da determ<strong>in</strong>are quasi del tutto la presenza, l’assenza e la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> molte<br />

specie. In prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>, come del resto <strong>in</strong> molti altri territori italiani, gli<br />

elementi che tendono a <strong>di</strong>sturbare le naturali d<strong>in</strong>amiche demografiche sono essenzialmente<br />

sei:<br />

- Aumento dei carichi <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti delle acque<br />

- Aumento delle richieste idriche per varie f<strong>in</strong>alità<br />

- Alterazioni morfologiche degli alvei<br />

- Scavi e cave <strong>in</strong> alveo<br />

- Introduzione <strong>di</strong> specie alloctone<br />

- Inqu<strong>in</strong>amento genetico<br />

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Tutte queste fonti <strong>di</strong> alterazione<br />

dell'ambiente acquatico<br />

sono <strong>di</strong>fficilmente<br />

classificabili secondo una<br />

scala <strong>di</strong> importanza; localmente<br />

esse agiscono,<br />

spesso s<strong>in</strong>ergicamente,<br />

determ<strong>in</strong>ando squilibri che<br />

si ripercuotono anche sulla<br />

fauna ittica. Gli aumen-<br />

Il Torrente Tidone a Pontetidone (giugno 2001)<br />

ti <strong>di</strong> carichi <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti, soprattutto<br />

<strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e organica,<br />

hanno il loro massimo nelle zone pedemontane e <strong>di</strong> pianura, ma anche nelle<br />

zone montane dove il turismo estivo riesce a far lievitare il numero <strong>di</strong> abitanti presenti.<br />

Fortunatamente, negli ultimi <strong>di</strong>eci anni si è assistito ad una sensibilizzazione<br />

comune su questi temi e <strong>di</strong> conseguenza alla costruzione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> depurazione<br />

che <strong>in</strong> molti casi hanno consentito un miglioramento della qualità biologica<br />

delle acque.<br />

Questa considerazione vale limitatamente per il Fiume Po che risente delle <strong>in</strong>fluenze<br />

<strong>di</strong> un territorio molto ampio <strong>in</strong> cui non sempre vengono attuate le politiche <strong>di</strong> limitazione<br />

dell’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento.<br />

A determ<strong>in</strong>are però la qualità dell'ambiente acquatico contribuiscono anche la quantità<br />

d'acqua presente <strong>in</strong> alveo (capacità <strong>di</strong>luente) e le caratteristiche <strong>di</strong> autodepurazione<br />

che il corso d'acqua possiede.<br />

Questi due elementi sono altrettanti problemi aperti nella gestione del territorio<br />

poiché co<strong>in</strong>volgono aspetti sociali ed economici (uso dell'acqua per f<strong>in</strong>i civili, idroelettrici,<br />

irrigui, produttivi, scavi <strong>in</strong> alveo per estrazione <strong>di</strong> sabbie e ghiaie, risistemazione<br />

<strong>di</strong> alvei, protezione idraulica per <strong>in</strong>se<strong>di</strong>amenti civili, costruzione <strong>di</strong> briglie<br />

e <strong>di</strong>ghe).<br />

L'uso sempre più <strong>in</strong>tenso <strong>di</strong> acqua per vari f<strong>in</strong>i, ad esempio, porta alla <strong>di</strong>m<strong>in</strong>u-<br />

Fiume Trebbia a Gossolengo (giugno 2001)<br />

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zione della portata <strong>in</strong> alveo con vari effetti sull'ambiente acquatico. La riduzione<br />

della portata, ad esempio, riduce la superficie bagnata e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> il numero <strong>di</strong> organismi<br />

microscopici che riescono ad <strong>in</strong>se<strong>di</strong>arsi e che sono alla base della catena<br />

alimentare con conseguente calo della produttività ambientale. Ad una riduzione<br />

della micro e macrofauna, del resto, corrisponde una m<strong>in</strong>or capacità <strong>di</strong> demolizione<br />

delle sostanze organiche che entrano nel fiume dall’esterno e qu<strong>in</strong><strong>di</strong>,<br />

una limitata capacità autodepurativa del corpo d’acqua con uno sca<strong>di</strong>mento della<br />

qualità biologica dell’ambiente. Inoltre, poiché gli scarichi <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e antropica<br />

non subiscono mo<strong>di</strong>ficazioni nel tempo, la m<strong>in</strong>or portata del corso d’acqua spesso<br />

non consente adeguate <strong>di</strong>luizioni, con ulteriore compromissione della vita nel<br />

fiume. Inf<strong>in</strong>e, la m<strong>in</strong>or velocità dell’acqua <strong>in</strong> alveo porta ad un’aumento della temperatura<br />

del corpo d’acqua, soprattutto d’estate, e alla riduzione della quantità <strong>di</strong><br />

ossigeno <strong>di</strong>sciolto <strong>in</strong> acqua. Questo gas è essenziale per la respirazione della fauna<br />

acquatica e la sua <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione rende <strong>in</strong>ospitale il fiume alle specie più esigenti<br />

quali ad esempio, i salmoni<strong>di</strong>.<br />

Questi sono solo esempi delle ripercussioni sull’ambiente acquatico della semplice<br />

operazione <strong>di</strong> prelievo <strong>di</strong> acqua per altri f<strong>in</strong>i, la cui gravità varia <strong>in</strong> funzione<br />

sia dell’entità, sia <strong>di</strong> altri fattori <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo presenti. La domanda che sorge a questo<br />

punto è: “ma si possono conciliare prelievi e conservazione della vita acquatica?”.<br />

La risposta non è semplice perchè <strong>in</strong>veste sfere <strong>di</strong> tipo tecnico (Determ<strong>in</strong>azione<br />

dei Deflussi M<strong>in</strong>imi Vitali o DMV) ma anche <strong>di</strong> tipo sociale. Da un punto<br />

<strong>di</strong> vista tecnico esistono meto<strong>di</strong>che che consentono <strong>di</strong> prevedere le situazioni della<br />

fauna e della flora <strong>in</strong> alveo al variare dell’<strong>in</strong>tensità dei prelievi idrici, ma ciò che<br />

non è ancora def<strong>in</strong>ito è la legislazione, <strong>in</strong> <strong>di</strong>scussione soprattutto negli aspetti<br />

tecnici ed attuativi. A questo va aggiunto che non esistono priorità nell’uso dell’acqua<br />

(se non per l’uso alimentare umano) e che qu<strong>in</strong><strong>di</strong> l’unico sistema per def<strong>in</strong>ire<br />

un uso dell’acqua sostenibile è quello <strong>di</strong> <strong>in</strong>staurare tavoli <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione tecnica<br />

(ma anche politica) per trovare dei punti <strong>di</strong> <strong>in</strong>contro che garantiscano sia la<br />

vita acquatica che gli usi produttivi dell’acqua.<br />

Queste tematiche <strong>in</strong>teressano <strong>in</strong> ambito prov<strong>in</strong>ciale tutte le aste dei fiumi pr<strong>in</strong>cipali,<br />

soprattutto nella zona pedemontana (o zona C per la pesca) e <strong>di</strong> molti affluenti<br />

laterali.<br />

In queste zone già naturalmente vi è una per<strong>di</strong>ta consistente <strong>di</strong> acqua dall'alveo<br />

permeabile che si avvia ad alimentare la falda sotterranea. Le rare pozze che si<br />

formano nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> magra non consentono più a gran parte della fauna <strong>di</strong> sopravvivere<br />

alle secche estati a causa degli eccessivi prelievi idrici, ma anche per<br />

la monotonia dell’ambiente. Nei tempi passati l'ambiente <strong>di</strong>versificato (pozze, raschi,<br />

zone a correnti moderate e più profonde) permetteva <strong>di</strong> trovare rifugi alla<br />

fauna ittica anche nei momenti <strong>di</strong> crisi; <strong>in</strong>oltre, il rapporto d<strong>in</strong>amico con la falda<br />

sotterranea consentiva l'alimentazione (anche se limitata) delle stesse pozze residue,<br />

con un afflusso <strong>di</strong> acqua fresca.<br />

La stessa falda, arricchita <strong>di</strong> acqua a monte, alimentava risorgive e pozzi nella zona<br />

<strong>di</strong> pianura, contribuendo sia alle forniture <strong>di</strong> acqua per vari usi, ma anche alla<br />

creazione e al mantenimento <strong>di</strong> microambienti molto <strong>di</strong>versi e caratteristici.<br />

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libro pesci pc 26-03-2003 9:11 Pag<strong>in</strong>a 114 Max Mac<strong>in</strong>tosh HD:Desktop Fol<br />

Un altro aspetto della gestione<br />

dell’acqua è quello<br />

legato agli impianti idroelettrici<br />

e ai bac<strong>in</strong>i <strong>di</strong> accumulo<br />

per usi irrigui; oltre<br />

al cambiamento ambientale<br />

<strong>in</strong>dotto dalla costruzione<br />

del bac<strong>in</strong>o <strong>di</strong> accumulo<br />

(un lago dove prima<br />

c’era un torrente o un fiume)<br />

e della <strong>di</strong>ga (sbarra-<br />

Fiume Po. Lo sbarramento <strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i.<br />

mento <strong>in</strong>sormontabile per<br />

la fauna ittica) vi è da registrare<br />

come negli ultimi anni si siano attuati piani <strong>di</strong> sfruttamento idroelettrici<br />

che hanno un impatto negativo anche a valle del punto <strong>di</strong> reimmissione delle acque<br />

dopo la produzione <strong>di</strong> energia. L’esempio <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia è quello del Torrente<br />

Aveto dove <strong>in</strong>siste lo sbarramento <strong>di</strong> Boschi e che nella cosiddetta parte “viva”<br />

(a valle della centrale <strong>di</strong> Ruff<strong>in</strong>ati) f<strong>in</strong>o alla confluenza con il Fiume Trebbia era f<strong>in</strong>o<br />

a pochi anni ad<strong>di</strong>etro un ambiente <strong>in</strong>tegro e ben strutturato per quanto riguarda<br />

l’ittiofauna. Negli ultimi anni lo sfruttamento idroelettrico ha cambiato modalità e<br />

le turb<strong>in</strong>e sono messe <strong>in</strong> funzione solo <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate fasce orarie (<strong>in</strong> genere le<br />

ore <strong>di</strong> maggior richiesta energetica) facendo <strong>in</strong>nalzare ed abbassare drasticamente<br />

le acque del fiume varie volte al giorno. Queste variazioni mettono <strong>in</strong> secca ampie<br />

zone dell’alveo bagnato con la per<strong>di</strong>ta sia <strong>di</strong> macro<strong>in</strong>vertebrati posti all’asciutto<br />

(alimento per varia fauna ittica) che delle uova deposte dai pesci a riproduzione<br />

litofila (salmoni<strong>di</strong>, ma anche cipr<strong>in</strong>i<strong>di</strong> reofili come barbi, cavedani, vaironi, ghiozzi).<br />

Gli effetti sono essenzialmente una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> produttività ittica e la riduzione<br />

dell’efficienza riproduttiva <strong>di</strong> molte specie.<br />

Come si può comprendere facilmente, per la presenza e la sopravvivenza della<br />

fauna ittica è importante anche l’<strong>in</strong>tegrità morfologica dei corsi d’acqua.<br />

Aff<strong>in</strong>chè l'ambiente acquatico si possa def<strong>in</strong>ire tale, è necessaria una <strong>di</strong>versificazione<br />

degli habitat, anche su scala locale; questo significa che ambienti troppo<br />

omogenei (come possono essere zone con arg<strong>in</strong>ature rettil<strong>in</strong>ee e lisce o con fondali<br />

con granulometria uguale là dove c'erano massi, sassi ed altro) vengono banalizzati<br />

anche da un punto <strong>di</strong> vista delle biocenosi e condotti ad una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

bio<strong>di</strong>versità.<br />

La presenza <strong>di</strong> micro ambienti <strong>di</strong>versi consente <strong>di</strong> mantenere più specie viventi<br />

(vegetali e animali) organizzate <strong>in</strong> ruoli equilibrati che a loro volta riescono a "ripulire"<br />

il fiume da una serie <strong>di</strong> <strong>in</strong>put organici (naturali e non) e a mantenere una<br />

ricca bio<strong>di</strong>versità.<br />

Ecco qu<strong>in</strong><strong>di</strong> che le rettifiche <strong>di</strong> alvei e le opere <strong>di</strong> protezione spondale possono<br />

comportare una per<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> qualità ambientale. E' però possibile <strong>in</strong>tervenire<br />

per le ovvie e legittime necessità <strong>di</strong> protezione degli <strong>in</strong>se<strong>di</strong>amenti umani (ove necessario)<br />

con opere più rispettose degli equilibri naturali (sia estetici ma soprat-<br />

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tutto funzionali) come testimoniato sia dalle tecniche <strong>di</strong> <strong>in</strong>gegneria naturalistica,<br />

ma soprattutto dalle opere costruite molti anni fa (pennelli e gabbionate per deviare<br />

l’acqua e proteggere gli arg<strong>in</strong>i a valle) e ancora presenti <strong>in</strong> alveo.<br />

Tra le opere <strong>di</strong> protezione vi sono anche briglie e soglie che, progettate per <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire<br />

la pendenza dell’alveo e conseguentemente la velocità dell'acqua ed il<br />

suo potere erosivo e <strong>di</strong> trasporto solido, dovrebbero assicurare la protezione<br />

dall’erosione <strong>di</strong> ponti, strade eccetera.<br />

Queste strutture sono tra le più deleterie soprattutto per la fauna ittica e, oltre a<br />

mo<strong>di</strong>ficare le caratteristiche del corso d'acqua e <strong>di</strong> conseguenza le comunità che<br />

vi si possono <strong>in</strong>se<strong>di</strong>are, impe<strong>di</strong>scono tutti quegli spostamenti che i pesci compiono<br />

per scopi riproduttivi o alimentari. In tal modo vengono isolate le popolazioni<br />

ittiche, viene persa la capacità <strong>di</strong> riprodursi da parte <strong>di</strong> certe specie (savetta,<br />

pigo, storioni etc.) e sia gli areali che l’abbondanza <strong>di</strong> queste specie <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uiscono.<br />

Ne è un esempio importante lo sbarramento <strong>di</strong> Isola Seraf<strong>in</strong>i nel Po che<br />

ha determ<strong>in</strong>ato la sud<strong>di</strong>visione nello stesso fiume <strong>in</strong> due gran<strong>di</strong> tronchi <strong>in</strong>ducendo<br />

forti ripercussioni negative sulla <strong>di</strong>stribuzione e sulla consistenza <strong>di</strong> varie specie<br />

ittiche.<br />

Anche per questi tipi <strong>di</strong> opere sono attuabili (e auspicabili) tecniche <strong>di</strong> mitigazione<br />

come i passaggi artificiali per pesci, sistemi <strong>di</strong> by-pass, rapide artificiali e così<br />

via che però devono essere progettate assieme alla stessa opera e non dopo,<br />

come spesso succede.<br />

L’asportazione del materiale litoide (sia <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni m<strong>in</strong>ori come sabbia e ghiaia,<br />

che maggiori come ciottoli e sassi) è un altro aspetto del <strong>di</strong>sturbo ambientale che<br />

l’uomo determ<strong>in</strong>a e che ha assunto, nel tempo, aspetti molto importanti nei fiumi<br />

piacent<strong>in</strong>i (Trebbia, Nure, Tidone, Arda). Il materiale asportato dall’alveo per<br />

usi <strong>in</strong>dustriali o commerciali (ciottoli a monte, ghiaie a valle e sabbia nelle zone<br />

Fiume Trebbia a Per<strong>in</strong>o. L’alveo è stato reso omogeneo<br />

e l’ambiente banalizzato per <strong>di</strong>fendere la strada statale.<br />

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<strong>di</strong> pianura) è parte <strong>di</strong> un equilibrio molto delicato <strong>di</strong> erosione (a monte) e se<strong>di</strong>mentazione<br />

(a valle) che nel fiume si è <strong>in</strong>staurato nel corso dei millenni. L’uomo<br />

è <strong>in</strong>tervenuto negli ultimi decenni ad alterare questo equilibrio con cave sempre<br />

più importanti, sottraendo al fiume materiale <strong>in</strong> quantità eccessiva. I risultati sono<br />

vari: da un lato assistiamo ad un abbassamento degli alvei <strong>di</strong> fondovalle (anche<br />

<strong>di</strong> alcuni metri ad esempio sul Trebbia lungo la via Emilia) e nel contempo<br />

ad un aumento delle situazioni <strong>di</strong> erosione e <strong>di</strong> frana a monte nelle zone coll<strong>in</strong>ari<br />

e montane. L’abbassamento dell’alveo a valle conduce ad un’aumento del <strong>di</strong>slivello<br />

<strong>in</strong> concomitanza con briglie e salti già esistenti ed impe<strong>di</strong>sce <strong>in</strong> modo def<strong>in</strong>itivo<br />

alla fauna ittica <strong>di</strong> risalire dai fiumi <strong>di</strong> fondovalle. A monte, nel frattempo,<br />

l’aumentata erosione <strong>in</strong>duce la costruzione <strong>di</strong> altre briglie per limitare i pericoli<br />

all’uomo e alle sue strutture, ma frammenta ulteriormente popolazioni già <strong>in</strong> crisi.<br />

L’abbassamento dell’alveo, nelle zone coll<strong>in</strong>ari e <strong>di</strong> fondovalle, porta <strong>in</strong>oltre ad<br />

un alterato rapporto del fiume con la falda. Se <strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e la <strong>di</strong>rezione che l’acqua<br />

prendeva era quella dal fiume alla falda attraverso il materasso alluvionale permeabile,<br />

si è arrivati <strong>in</strong> certi casi ad un abbassamento tale dell’alveo che nei perio<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> magra o <strong>di</strong> <strong>in</strong>tenso prelievo idrico il fiume <strong>di</strong>venta un elemento drenante<br />

della falda stessa, rendendola più povera. L’impoverimento della falda, dovuto a<br />

questo e ad altri motivi (eccessivi prelievi, tempi limitati <strong>di</strong> permanenza dell’acqua<br />

nella zona <strong>di</strong> ricarica, impermeabilizzazioni del territorio etc.) porta alla scomparsa<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong>tere aree <strong>di</strong> risorgenza e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> fauna legata a questi ambienti come<br />

le aree riproduttive del luccio e della t<strong>in</strong>ca.<br />

A tutti questi elementi <strong>di</strong> crisi devono essere aggiunti anche quelli legati all’<strong>in</strong>troduzione<br />

<strong>di</strong> specie ittiche alloctone e all’alterazione del patrimonio genetico delle<br />

popolazione autoctone, già illustrato <strong>in</strong> precedenza.<br />

Porre rime<strong>di</strong>o a questo stato <strong>di</strong> cose non è certo semplice nè sono <strong>di</strong>sponibili ricette<br />

precostituite. E’ necessario <strong>in</strong>tervenire sull’ambiente <strong>in</strong> modo coord<strong>in</strong>ato con<br />

i vari Enti che gestiscono il territorio attraverso un percorso costruttivo che implica<br />

anche una sensibilizzazione verso i temi ambientali e della fauna ittica.<br />

L’impegno deve andare nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi sul territorio basati su criteri<br />

<strong>di</strong> ecocompatibilità e rispetto dell’ambiente, all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> una programmazione<br />

organica dell’uso dell’acqua e degli ambienti acquatici. E’ necessario basarsi su<br />

strumenti tecnici <strong>di</strong> conoscenza e pianificazione dell’uso del territorio (quale il Piano<br />

<strong>di</strong> Tutela delle Acque) che, assieme agli <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzi gestionali, possono portare<br />

ad un riequilibrio dei rapporti tra uomo e l’ambiente <strong>in</strong> cui vive.<br />

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frega per i salmoni<strong>di</strong>, dello stato <strong>di</strong> una popolazione <strong>di</strong> trote iridee (Oncorhynchus<br />

mykiss) nel Rio Riccò e della determ<strong>in</strong>azione dei danni ittiologici prodotti da lavori<br />

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Progetto e impag<strong>in</strong>azione grafica<br />

stu<strong>di</strong>o&tre - <strong>Piacenza</strong><br />

F<strong>in</strong>ito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> Marzo 2003 da<br />

Grafiche Lama<br />

via Caramos<strong>in</strong>o, 18 - <strong>Piacenza</strong>

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