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L'alpeggio nelle Alpi lombarde tra passato e presente - Ruralpini

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Madonna di settembre (8 settembre) o con S.Abbondio (31 agosto), ma in altri casi la riforma del<br />

calendario venne ignorata 259 .<br />

Al fine di evitare conflitti <strong>tra</strong> gli utenti o <strong>tra</strong> gli utenti dell’alpe e i titolari dei diritti di <strong>tra</strong>so (“pascolo<br />

libero”) era importante che tutti caricassero e scaricassero contemporaneamente l’alpe alle date<br />

stabilite 260 . Veniva anche precisato che nessuno, senza particolari motivi che dovevano essere<br />

riconosciuti dai vicini 261 o dal cargator alpis 262 , potesse scaricare il proprio bestiame prima del<br />

termine dell’alpeggio. Tra le altre norme che regolavano l’alpeggio presenti negli statuti medioevali<br />

vale la pena segnalare anche l’obbligo della noda. Si <strong>tra</strong>ttava di quei segni particolari di<br />

riconoscimento dei propri animali (propri di ogni gruppo famigliare e <strong>tra</strong>mandati di padre in figlio)<br />

che gli allevatori praticavano incidendo con tagli particolari il padiglione auricolare. La noda era<br />

ovviamente importante per prevenire l’abigeato 263 .<br />

8. Tra XIX e XX secolo: le conseguenze sul sistema d’alpeggio della rottura di equilibri<br />

economici e demografici e dei cambiamenti politici<br />

Dopo il declino della popolazione nel XVII secoloe la stagnazione demografica del secolo successivo,<br />

nel XIX secolo si ebbe in provincia di Sondrio un incremento demografico annuo medio del 4,1‰ 264 .<br />

Lo Jacini lamenta la deplorevole condizione dei contadini valtellinesi del XIX secolo e, pur nell’enfasi<br />

di una perorazione tesa ad ottenere dalle autorità del Regno Lombardo-Veneto una riduzione delle<br />

imposte gravanti sull’alpicoltura valtellinese, si ravvisa <strong>nelle</strong> sue note il riflesso di una rottura di<br />

equilibri economici ed ecologici consolidati sotto l’effetto congiunto della pressione demografica e<br />

fiscale, quest’ultima conseguenza della caduta dell’ ancien régime alla fine del secolo precedente e<br />

dell’affermazione dello stato moderno .<br />

“ (...) per quanto riguarda i pascoli alpini, quegli eccelsi deserti appena ammantati da una stentata vegetazione di erbe<br />

selvatiche, dove il contadino <strong>tra</strong>scina le sue vaccherelle, i carichi sono tanti che, in molti luoghi il reddito è interamente<br />

assorbito dalle imposte (...) 265<br />

Queste circostanze si uniscono ad un indebolimento della posizione della Valtellina (e di altre aree<br />

alpine) nel quadro dei rapporti commerciali. Il tema della povertà dei contadini valtellinesi sarà<br />

ripreso da altri autori in epoca post-unitaria, quando le statistiche del Regio Esercito misero in<br />

evidenza come la provincia di Sondrio fosse <strong>tra</strong> le prime in Italia per numero di riformati alla leva<br />

(40%) 266 . La diffusione della pellagra alla fine del XIX secolo conferma un quadro di deterioramento<br />

delle condizioni dei contadini piccolo-proprietari della montagna alpina che tendono ad avvicinarsi a<br />

quelle miserevoli dei braccianti della Bassa lombardia. Alla diffusione della pellagra si aggiungevano<br />

altri eloquenti indicatori: aumento di vendite coatte di immobili per mancati pagamenti di imposte, di<br />

piccoli furti, dell’emigrazione 267 .<br />

Di fronte all’aumento della popolazione, alla apertura “coatta” all’economia mercato, determinata<br />

dall’aumento della pressione fiscale e dalla riduzione dell’accesso alle risorse silvopastorali (vedi<br />

259 ALP, p.106-107.<br />

260 Statuti Capriasca, ALP, p.101, Cap. 18: “che omnes bestias debeant montare in alpibus in una die et in una die<br />

descendere comuniter”.<br />

261 Statuti Blenio, ibidem.<br />

262 Statuti In<strong>tra</strong>gna, ibidem.<br />

263 Statuto Capriasca, Alomb p.204, Cap. 24: “quilibet bogixius debeat hostendere nodas suas pastoribus suis”; Cap 44:“De<br />

bestiis non nodandis in alpibus (non) nodare aliquam bestiam in alpibus de Criviascha sub pena (...)”.Statuto Brissago ca<br />

1300, Cap. 89:“(non) s<strong>tra</strong>nodare aliquam alienam bestiam”, ibidem.<br />

264 J. Mathieu indica i seguenti dati per la popolazione della provincia di Sondrio: anno 1500 21.000, 1600 31.000, 1700<br />

26.000, 1800 27.000, 1900 41.000. La crescita regis<strong>tra</strong>ta nel XIX secolo risulterebbe del 4,1‰. J. Mathieu, Storia delle <strong>Alpi</strong><br />

1500-1900, Bellinzona (CH), p. 42.<br />

265 S. Jacini, Sulle condizioni economiche della Provincia di Sondrio, Memoria di Stefano Jacini, Milano, 1858, II ed. p.40.<br />

266 E. Bertolina, op. cit.<br />

267 L. Credaro, La lotta fra la pastorizia e il rimboschimento in Valtellina. Risposta aperta al cav. C.Fanchiotti. in in: Luigi<br />

Credaro : il coraggio dell'impegno, Atti del convegno (a cura di Nella Credaro Porta e Arturo Colombo), Sondrio 2001, pp.<br />

108-120. (pubbl. or. in: Rivista popolare di Politica. Lettere e Scienze Sociali diretta dal dr. Napoleone Colajanni. Deputato al<br />

Parlamento, fasc. 30 gennaio 1897), p. 116.

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