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L'alpeggio nelle Alpi lombarde tra passato e presente - Ruralpini

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Gli statuti erano tassativi sull’obbligo per tutto il bestiame di “far malga” per evitare che durante<br />

l’estate fossero danneggiate le coltivazioni in atto. Venivano anche espressamente indicati i casi per i<br />

quali era possibile una deroga. Lo statuto di Bianzone (Valtellina) nello stabilire che tutto il bestiame<br />

sia <strong>tra</strong>sferito all’alpeggio <strong>tra</strong>nne una vacca o capra da latte o, in alternativa, un paio di bovine da<br />

lavoro, concede comunque che:<br />

“chi avrà para uno de vacche, o manze da lavoro non possa tenere altre vacche da latte, ne capre, eccetto una capra da latte in<br />

caso di lattare fìgliolini per necessità, della quale sia data informazione al Decano, e suoi ai quali s’habbia licenza<br />

(autorizzazione) e quali conosciuta sian tenuti a darla “ 252 .<br />

Anche lo statuto di Tirano prevedeva che si potesse “tenere a Casa una vacca da latte” 253 , mentre una<br />

vacca o una capra erano consentite a Ponte di Legno, e, più genericamente “quelle di casa” a Berzo<br />

Demo 254 . A Cimmo, dove la malga era costituita da pecore da latte, lo statuto consentiva di mantenere<br />

presso la sede permanente o i maggenghi le pecore ammalate e le giovani ag<strong>nelle</strong> che non erano<br />

ancora state tosate, ma dovevano essere confinate entro terreni recintati 255 .<br />

Stante la preoccupazione per la presenza del bestiame nei pressi delle sedi permanenti durante l’estate<br />

è comprensibile che gli statuti si preoccupassero di fissare le date di carico e scarico delle alpi. Va<br />

tenuto <strong>presente</strong> nell’interpretare le date indicate negli statuti più vecchi che, dal 1582, entrò in vigore<br />

la riforma del gregoriana, che spostò indietro di 11 giorni il calendario.<br />

A Ponte di Legno lo statuto prevedeva come data di carico “quatro giorni avanti la Festa di Santi Gio<br />

Battista” mentre a Tirano il “Tempo dell’estate quando si monta <strong>nelle</strong> <strong>Alpi</strong> (...) sarà a quel Tempo<br />

giudicherà espediente il Decano ò gli Uomini del Consiglio, però che detto termine non passi la Festa<br />

di S.to Gio. Battista” mentre “non era possibile descendere dalle <strong>Alpi</strong> sé non doppo la Festa di<br />

S.Lorenzo de ciascun anno, e più presto ancora secondo verrà disposto nel Consiglio del dedeci<br />

considerata la qualità de Tempi”. A Teglio il periodo d’alpeggio era fissato “dalle calende di giugno<br />

fino al 12 settembre”. Lo statuto di Darfo, anteriore alla riforma gregoriana prevede il divieto di<br />

scarico del bestiame dall’alpe “ante festum Sanctae Marie quod est quintodecimo mensis augusti”,<br />

corrispondente al 26 agosto 256 . Ad Anfo il termine per “mettere in malga” il bestiame era stabilito al<br />

12 giugno 257 . Prima della riforma del calendario era molto frequente stabilire il periodo d’alpeggio <strong>tra</strong><br />

le calende di luglio e quelle di settembre o <strong>tra</strong> San Giovanni Battista (24 giugno)e San Bartolomeo (24<br />

agosto) 258 ; spesso queste date vennero differite facendo coincidere la discesa con la festa della<br />

252 D. Zoia. Nel <strong>passato</strong>. Le comunità valtellinesi e i loro ordinamenti. In: A. Benetti, D. Benetti, A. Dell’Oca, Zoia D.,<br />

Uomini delle alpi. Contadini e Pastori in Valtellina, Milano, 1983, p.111-159.<br />

253 Statuto di Tirano, cit., Cap. 86.<br />

254 Statuto di Berzo Demo, cit., Cap. 33: “Che ogni uno sia tenuto mandar le vache in montagna. E’ statuito che ogni uno seu<br />

familia, teriere o forestiero habitante sia tenuto a mandar le vache da latte nella montagna di Olda ed ivi stare sin al principio<br />

di settembre et ogni uno che non manderà tutto il bestiame che sia possibile pagerà lire sette, servando quelle che sono per<br />

uso di casa, et anco le capre da latte se non le manterranno in detta montagna saranno condenate in lire doi per capra cioè le<br />

teriere. Et che neuno possa levar bestiame dalla malga sin al solito, se non faranno conoscere la grave necessità et questo in<br />

pena di lire sette per vacha et lire doi per capra”.<br />

255 Statuto di Cimmo, cit, Cap. 71: “Item, quod quelibet persona habens et tenens oves et fetus ovium in dicto comuni<br />

teneatur ipsas et ipsos et quamlibet earum et eorum mittere in montem causa amalgandi, preter serocinas numquam tonsos et<br />

oves infirmas (...). Et quecumque persona habuerit et tenerit ad domum seu ad tezias aliquos agnos serocinos vel oves<br />

infirmas, ut sopra, don debeat ipsos nec ipsas mittere foras, sed ipsos campos tenere clausos (...)”.<br />

256 Stuatuto Darfo, cit., Cap 28:“Quod bestiamina malgarum non possint conducere de Montibus Altis ante festum Sancte<br />

Marie medij augusti Item statutum est: quod non sit aliqua persona habens bestias in malga super Montibus Altis dicti<br />

comuni que audet nec presumat desmontare nec bestias de dictis montibus amovere causa veniendi ad pasculandum ipsas<br />

bestias in boschis sue montibus apellatis Amezmot, et hoc ante festum Sanctae Marie quod est quintodecimo mensis augusti<br />

pena et banno soldorum quatuor pro singula bestia bovina et unius pro singula bestia pecorina et caprina aplicanda<br />

secundum formam statutorum.Eo salvo que si fortuito casu morbi intervenientes in dictis malgis quod Deus avertat liceat et<br />

licitum sit talibus limitibus bestias morbatas se removere de dictis montibus cum bestijs ut sopra et se reducere inferius in<br />

locis apellatis ad Medium Montem etiam ante dictum terminum, et in dictis locis inferioribus posse stare per unam diem et<br />

unam doctem (...)”.<br />

257 Cfr. nota 35.<br />

258 Statuto criminale di Bellinzona 1392 (Alomb, p.219), Cap. 69: “Quo tempore bestie conducti debeant ad alpes (...) in<br />

alpes, et ibi stare debeant usque ad festo sancti Bartholomei, et ipso festo elapso descendant a dictis alpibus et stare debeant<br />

in montibus a silvis supra usque ad festum Sancti Michaelis, et dicto festo elapso licitum sit cuilibet cum suis bestiis<br />

descendere in planum”.

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