L'alpeggio nelle Alpi lombarde tra passato e presente - Ruralpini
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da speculatori, ricchi professionisti, ma anche da ricchi contadini che si univano ad altri l’acquisto.<br />
Probabilmente, però, il fattore che ha giocato un’influenza determinante sulla formazione della<br />
proprietà privata delle alpi pascolive in provincia di Sondrio è da individuare nel frazionamento delle<br />
proprietà collettive (fenomeno che ha interessato principalmente le realtà collocate a quote meno alte,<br />
la cui tipologia si confonde con quella dei maggenghi 210 ) e, sopratutto, <strong>nelle</strong> usurpazioni.<br />
Tabella. 1 - <strong>Alpi</strong> pascolive per forma di proprietà al censimento del 2001 (Sialp, Irealp-Regione Lombardia)<br />
Bergamo Brescia Como Lecco Sondrio Regione<br />
Persona singola 34 16 10 15 101 176<br />
Comproprietari parenti 4 8 1 0 5 18<br />
Società di fatto 3 4 0 0 4 11<br />
Comunanza o proprietà indivisa 10 9 0 0 13 32<br />
Consorzi 0 0 1 0 13 14<br />
Cooperativa o simile 0 2 0 0 2 4<br />
Società per azioni o di altro tipo 3 1 0 0 2 6<br />
Ente morale, ass., osp. 2 2 0 0 0 4<br />
Ente ecclesiastico 4 0 0 0 7 11<br />
Demanio statale 0 0 0 0 1 1<br />
Demanio regionale 1 10 3 2 11 27<br />
Provincia 1 0 0 0 0 1<br />
Comunità Montana 1 1 2 0 0 4<br />
Comune 101 166 42 42 124 475<br />
Proprietà mista 27 18 3 6 26 80<br />
6. I conflitti sui diritti d’alpeggio<br />
Liti giudiziari e scontri sanguinosi <strong>tra</strong> comunità di valli limitrofe per i diritti d’alpeggio (e di passaggio<br />
delle mandrie dirette alle alpi) si sono <strong>tra</strong>scinati per decenni e, a volte, per secoli a testimonianza<br />
dell’importanza vitale della risorsa per l’economia delle comunità di valle. Già nel 46 a.c. la Tavola<br />
Clesiana ci porta a conoscenza di un contenzioso <strong>tra</strong> il municipio di Como e la Bregaglia per il<br />
possesso di alcuni pascoli. Gli atti di violenza avevano per oggetto i beni e il bestiame (uccisione o<br />
abigeato), ma a volte anche le persone. Nel corso del XII-XIII secolo l’espansione della popolazione e<br />
dell’attività zootecnica contribuì ad acuire questi conflitti. Nel 1204 il nobile Corrado von Masein<br />
infeudava l’Alpe Emet ad un rappresentante del comune di Chiavenna; con enfiteusi trentennale egli si<br />
vincolava a impedire danni ai chiavennaschi in possesso dell’alpe da parte dei liberi di Schams (Reno<br />
posteriore) e di altri che avevano diritti nella zona 211 . Nell’ atto era precisato anche che, in caso di<br />
conflitto <strong>tra</strong> i vescovadi di Coira e di Como, i chiavennaschi e il loro bestiame erano sotto la<br />
protezione di Corrado e dei suoi armati mentre, in caso di conflitto locale <strong>tra</strong> comuni, era Chiavenna<br />
che avrebbe dovuto proteggere con i suoi armati l’alpe. La turbolenza dell’epoca è testimoniata dal<br />
fatto che la tutela del signore feudale non bastò a evitare gli attacchi da parte degli uomini di Schams,<br />
culminati nell’uccisione di un uomo oltre che in danni a beni e animali. I Chiavennaschi stipularono<br />
un <strong>tra</strong>ttato sia con il feudatario che i liberi di Schams nel 1219. Il <strong>tra</strong>ttato aveva durata di 20 anni e<br />
doveva essere confermato ogni 5 da un giuramento prestato da venti uomini per con<strong>tra</strong>ente. Nel 1239<br />
fu necessario un nuovo accordo non solo per la scadenza del vecchio, ma anche a causa di un episodio<br />
di abigeato commesso nella valle del Reno da due uomini della Val S.Giacomo (alta Valchiavenna e<br />
comune semi-indipendente da Chiavenna). La conflittualità <strong>tra</strong> Chiavenna e le comunità vicine<br />
comprendeva anche i rapporti con Mesocco (valle a Sud delle <strong>Alpi</strong> appartenente alla diocesi di Coira).<br />
Nel 1203 dopo aspri scontri era stato steso un <strong>tra</strong>ttato che divideva l’Alpe di Rasdeglia in Val<br />
S.Giacomo. La concessione dell’Alpe di Emet dell’anno successivo da parte di von Masein era<br />
probabilmente una compensazione per le concessioni fatte a Mesocco. Quest’ultima partecipò anche ai<br />
210 In altre provincie, come Como, insediamenti con caratteristiche simili, a ragione della limitata estensione e della quota<br />
altimetrica, sono state più facilmente abbandonate o non sono classificate come “alpi”.<br />
211 C.Becker op.cit., p.105-106.