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L'alpeggio nelle Alpi lombarde tra passato e presente - Ruralpini

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dell’Adda, in particolare, venne canalizzato nel suo ultimo <strong>tra</strong>tto mentre, in precedenza sfociava più a<br />

Nord, originando vaste distese di paludi di cui rimane <strong>tra</strong>ccia nella zona umida del Pian di Spagna.<br />

Anche la Mera dilagava nel piano di Chiavenna. Si comprende come in queste zone fosse sentita<br />

l’esigenza di <strong>tra</strong>sferirsi in estate alle quote più elevate dei maggenghi e delle alpi. La morfologia del<br />

territorio d’al<strong>tra</strong> parte non mette a disposizione <strong>nelle</strong> aree montuose e <strong>nelle</strong> valli laterali sovrastanti<br />

queste “piane” (nel caso dell’area alto lariana-basso chiavennesca: Monte Legnone, Monte<br />

Berlinghera, Valle dei Ratti, Val Codera, Val Bodengo) che scarsi pascoli, spesso dirupati e magri. Di<br />

qui nei secoli lo sviluppo di una forma di osmosi <strong>tra</strong> la Val San Giacomo (alta Valchiavenna o Valle<br />

Spluga) e la zona del piano di Chiavenna e delle foci dell’Adda e della Mera che si dovette <strong>tra</strong>durre<br />

anche in accordi per la concessione di diritti di pascolo invernale nel piano 154 . Il fatto che la creazione<br />

di centri permanenti nell’Alta Val San Giacomo risalga all’epoca moderna (come testimonia l’assenza<br />

di chiese e la tardiva formazione delle parrocchie 155 ) e che, anche più tardi, una parte della<br />

popolazione continuasse a scendere al piano durante l’inverno mette in evidenza come queste<br />

migrazioni coinvolgessero intere comunità<br />

Per la Valchiavenna il carattere di queste migrazioni è messo in evidenza, non senza enfasi 156 , <strong>nelle</strong><br />

notazioni di Melchiorre Gioia dell’inizio del XIX secolo:<br />

“In alcune comuni, come nella valle S.Giacomo, il cui raccolto non basta per due mesi all’anno, quasi tutto il popolo esce dal<br />

paese, e ad imitazione d’Abramo e di Lot cacciando avanti il bestiame, va errando per le comuni vicine, e gran parte ne viene<br />

sul territorio Lombardo” 157<br />

Alla discesa degli abitanti dalla Val S.Giacomo d’inverno faceva da con<strong>tra</strong>ppunto la migrazione estiva<br />

dalla piana verso le sedi temporanee:<br />

“A Chiavenna la mercede del giornaliere mitissima nel verno, viene alquanto ad alterarsi nella state, sia a cagione dell’aria<br />

putrida e nociva, sia perché in quella stagione i paesani sui monti si ritirano col bestiame e sulle alpi” 158 .<br />

In realtà non si <strong>tra</strong>ttava di comunità che si “scambiavano” pascoli estivi ed invernali, ma, in larga<br />

misura, della stessa comunità, originaria dell’alta valle 159 e ivi titolare dei diritti d’alpeggio sulle<br />

ampie superfici pascolive che la caratterizzano.<br />

5. Proprietà delle alpi: aspetti storici<br />

Le vicende della proprietà delle alpi pascolive considerate nella prospettiva degli ultimi due secoli<br />

appaiono caratterizzate da un ritmo molto lento rispetto ai rapidi cambiamenti che si sono osservati<br />

<strong>nelle</strong> forme di conduzione 160 . Se, però, consideriamo i due ultimi millenni di storia la conclusione si<br />

154 L’importanza del piano di Chiavenna per il pascolo invernale delle mandrie e delle greggi è testimoniata da un accordo di<br />

concessione di diritti pascoli per 2.000 pecore della Val Bregaglia “nel piano di Mezzola, nel territorio di Samolaco” Statuti<br />

ed ordinamenti della Valchiavenna, a cura di Zoia D., Sondrio, 1999, p. 286.<br />

155 Guido Scaramellini, comunicazione personale.<br />

156 I <strong>tra</strong>sporti <strong>tra</strong>nsalpini, sia in epoca ducale che grigione, rappresentavano un introito e una fonte d’occupazione per una<br />

parte importante degli abitanti anche in inverno.<br />

157 Per “territorio lombardo” si devono intendere le zone dell’alto lago di Como attualmente in provincia di Como e di Lecco;<br />

la Valchiavenna, infatti era allora un territorio ex-Grigione e la sua unione alla Lombardia fu sancita solo nel 1814 con il<br />

Congresso di Vienna. M.Gioia, op. cit., p. 43.<br />

158 Ibidem p. 85.<br />

159 Ancora oggi gli abitanti di alcune frazioni di Gera Lario (Albonico, Dascio) in provincia di Como, di Curcio (in comune di<br />

Colico, Lc) e di Gordona nella bassa Valchiavenna ( definiti nella locuzione popolare “quelli del brich”, con riferimento alla<br />

forma della negazione), rappresentano “isole” linguistiche lombardo-alpine con forte affinità oltre che con l’alta<br />

Valchiavenna (Val S.Giacomo) anche con le alte valli del Ticino (Val di Blenio) e con <strong>tra</strong>tti di comune con le parlate<br />

retoromancie.<br />

160 M. Polelli (Analisi della situazione delle alpi <strong>nelle</strong> comunità montane della Lombardia in: Atti dell’incontro “Indagine si<br />

pascoli montani della Lombardia”, Milano, 18 dicembre 1974, pp.65-141) osservava pochissimi cambiamenti nella proprietà<br />

delle alpi bergamasche confrontando i risultati della propria indagine del 1972 con quelli del Serpieri del 1907 e concludeva<br />

che “l’ubicazione e l’isolamento dei pascoli hanno fatto si che si venisse a creare nel tempo una sorta di cristallizzazione<br />

delle forme di proprietà e di godimento”. Negli ultimi trent’anni le forme di godimento hanno, però subito una modificazione<br />

piuttosto profonda come si vedrà più oltre nel testo.

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